La bibliografia a supporto dei contenuti delle sezioni alimentazione del paziente oncologico, alimenti e qualità della vita.
Villa A. et al.
Support Care Cancer. 2024 Jul 25;32(8):549.
Dichiarazione di pratica clinica MASCC/ISOO: Gestione delle complicanze orali della terapia mirata
Scopo:
Una dichiarazione di pratica clinica (CPS) MASC/ISOO ha lo scopo di generare uno strumento conciso per i medici che concentri le informazioni pratiche necessarie per la gestione delle complicanze orali dei pazienti oncologici. Questo CPS si concentra sulla gestione delle complicanze orali della terapia mirata.
Metodi:
Questo CPS è stato sviluppato sulla base di una valutazione critica della letteratura seguita da una discussione strutturata di un gruppo di esperti di spicco, membri del gruppo di studio sull’igiene orale di MASCC/ISOO. Gli agenti mirati sono stati identificati utilizzando l’elenco del National Cancer Institute dei farmaci per terapia mirata approvati dalla Food and Drug Administration. Le informazioni sono presentate sotto forma di elenchi puntati e tabelle succinte per generare un breve manuale sul miglior standard di cura.
Risultati:
Le tossicità orali secondarie alla terapia mirata includono varie condizioni della mucosa, condizioni gengivali, malattia delle ossa mascellari, disestesia, alterazione del gusto e secchezza delle fauci. Ai fini di questo CPS, ci siamo concentrati sulle condizioni della mucosa orale, sulle condizioni gengivali, sul cambiamento del gusto e sulla disestesia. Il trattamento delle tossicità orali dipende dalla gravità dei sintomi.
Gli steroidi topici e gli immunomodulatori sono spesso usati come terapia di prima linea per le tossicità della mucosa orale.
Gli approcci terapeutici per la disestesia orale e il cambiamento del gusto ruotano principalmente attorno alla gestione dei sintomi.
In genere, i protocolli terapeutici si allineano con gli algoritmi terapeutici impiegati per altre condizioni di dolore neuropatico, incorporando interventi farmacologici topici per ottenere sollievo. Altre tossicità orali richiedono un approccio più specifico.
Conclusione:
La gestione delle tossicità orali da terapie molecolari mirate è progettata per alleviare il disagio del paziente e ottimizzare i risultati del trattamento. La collaborazione tra medici e professionisti della salute orale è necessaria per le migliori pratiche di gestione.
Abstract
MASCC/ISOO Clinical Practice Statement: Management of oral complications of targeted therapy
Purpose:
A MASCC/ISOO Clinical Practice Statement (CPS) is aimed at generating a concise tool for clinicians that concentrates practical information needed for the management of oral complications of cancer patients. This CPS is focused on the management of oral complications of targeted therapy.
Methods:
This CPS was developed based on critical evaluation of the literature followed by a structured discussion of a group of leading experts, members of the Oral Care Study Group of MASCC/ISOO. Targeted agents were identified using the National Cancer Institute’s list of Food and Drug Administration approved targeted therapy drugs. The information is presented in the form of succinct bullets and tables to generate a short manual about the best standard of care.
Results:
Oral toxicities secondary to targeted therapy include various mucosal conditions, gingival conditions, jawbone disease, dysesthesia, taste change, and dry mouth. For the purpose of this CPS, we focused on oral mucosal conditions, gingival conditions, taste change, and dysesthesia. The treatment of oral toxicities depends on the symptom severity.
Topical steroids and immunomodulators are often used as first-line therapy for oral mucosal toxicities.
Treatment approaches for oral dysesthesia and taste change primarily revolve around symptoms management.
Typically, therapy protocols align with the therapeutic algorithms employed for other neuropathic pain conditions, incorporating topical pharmacological interventions to achieve relief. Other oral toxicity requires a more specific approach.
Conclusion:
Management of oral toxicities from targeted molecular therapies is designed to alleviate patient discomfort and optimize treatment outcomes. Collaboration between medical and oral health professionals is necessary for best management practices.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/39048808/
Pumtako C., Dolan RD., McGovern J., McMillan DC.
Clin Nutr ESPEN. 2024 Oct;63:294-303.
Valutazione di routine dei criteri nutrizionali, funzionali e infiammatori nei pazienti con cancro: una revisione sistematica
Sfondo:
La revisione discute l’impatto significativo del cancro sui pazienti, concentrandosi in particolare sulla cachessia, una condizione caratterizzata da perdita di peso e tessuto magro. Questa condizione influisce in modo critico sullo stato nutrizionale, sulla qualità della vita e sui risultati del trattamento dei pazienti oncologici.
Scopo della ricerca:
La revisione cerca di comprendere l’efficacia e la necessità del monitoraggio clinico di routine della cachessia tumorale e come può aiutare a migliorare gli interventi terapeutici.
Metodi:
La revisione sistematica ha seguito un protocollo predefinito basato sulla dichiarazione PRISMA (Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analysis). Il 24 ottobre 2023 è stata condotta una ricerca sistematica utilizzando parole chiave specifiche nei database PubMed ed EMBASE, integrata da citazioni tratte dagli articoli originali.
Il processo di selezione ha comportato lo screening di titoli e abstract per verificarne la rilevanza.
Risultati:
La revisione rileva diversi livelli di efficacia nei diversi criteri di misurazione utilizzati per il monitoraggio della cachessia. Evidenzia il potenziale del quadro GLIM (Global Leadership Initiative on Malnutrition) nella definizione e nella gestione della cachessia tumorale, pur rilevando alcune sfide nella standardizzazione e nell’implementazione delle misurazioni.
Conclusione:
La presente revisione sistematica evidenzia la variabilità e la mancanza di standardizzazione nell’applicazione dei criteri GLIM per il monitoraggio della cachessia nei pazienti oncologici. Nonostante queste sfide, sarà importante determinare le valutazioni nutrizionali e infiammatorie di routine clinicamente più efficaci nell’applicazione di routine della valutazione dei criteri GLIM.
Abstract
Routine assessment of nutritional, functional and inflammatory criteria in patients with cancer: A systematic review
Background:
The review discusses the significant impact of cancer on patients, particularly focusing on cachexia – a condition marked by weight and lean tissue loss. This condition critically affects the nutritional status, quality of life, and treatment outcomes of cancer patients.
Research question:
The review seeks to understand the effectiveness and necessity of routine clinical monitoring of cancer cachexia, and how it can aid in better therapeutic interventions.
Methods:
The systematic review followed a pre-defined protocol based on the Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analyses (PRISMA)statement. A systematic search using specific keywords was conducted in PubMed and EMBASE databases on October 24, 2023, supplemented by citations from the original papers. The selection process involved screening titles and abstracts for relevance.
Results:
The review finds varying levels of effectiveness in the different measurement criteria used for monitoring cachexia. It highlights the potential of the Global Leadership Initiative on Malnutrition (GLIM) framework in defining and managing cancer cachexia, though noting some challenges in standardisation and implementation of measurements.
Conclusion:
The present systematic review highlights the variability and lack of standardization in the application of GLIM criteria for monitoring cachexia in cancer patients. Despite these challenges, it will be important to determine the most efficacious clinically routine nutritional and inflammation assessments in the routine application of GLIM criteria assessment.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38980797/
Zhang J. et al.
Clin Nutr. 2024 Jul;43(7):1618-1625.
Cachessia tumorale come predittore di esiti avversi in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule: una meta-analisi
Introduzione:
La cachessia tumorale è un problema complesso caratterizzato dalla perdita di peso dovuta alla riduzione del muscolo scheletrico e del tessuto adiposo. Lo scopo di questa meta-analisi è quello di esaminare l’associazione tra cachessia tumorale ed esiti avversi nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC).
Metodi:
È stata condotta una ricerca completa nei database PubMed, Web of Science ed Embase dal loro inizio al 15 gennaio 2024. In questa analisi sono stati inclusi studi retrospettivi o prospettici che hanno indagato la cachessia tumorale come predittore di sopravvivenza globale (OS), sopravvivenza libera da progressione (PFS), tasso di risposta globale (ORR) o tasso di controllo della malattia (DCR) nei pazienti con NSCLC.
Risultati:
Sono stati identificati sedici studi, comprendenti 5919 pazienti con NSCLC. La prevalenza aggregata di cachessia nei pazienti con NSCLC è stata del 39%, con tassi di studio individuali che vanno dal 19% al 63,8%. Una meta-analisi che utilizza un modello a effetti casuali ha mostrato che la cachessia era associata a una ridotta OS (hazard ratio [HR] 1,84; intervallo di confidenza al 95% [CI] 1,54-2,21) e PFS (HR 1,49; IC 95% 1,27-1,73).
L’analisi dei sottogruppi ha indicato che la cachessia tumorale prediceva significativamente la OS, indipendentemente dal disegno dello studio, dai sottotipi di NSCLC, dallo stadio del cancro, dalle definizioni di cachessia o dalla durata del follow-up.
Tuttavia, non c’era una chiara associazione tra cachessia tumorale e ORR o DCR.
Conclusioni:
La cachessia tumorale emerge come fattore prognostico negativo per OS e PFS nei pazienti con NSCLC. La valutazione della cachessia tumorale può migliorare la classificazione del rischio per gli esiti di sopravvivenza in questa popolazione di pazienti.
Abstract
Cancer cachexia as a predictor of adverse outcomes in patients with non-small cell lung cancer: A meta-analysis
Introduction:
Cancer cachexia is a complex problem characterized by weight loss due to skeletal muscle and adipose tissue reduction. The purpose of this meta-analysis is to examine the association between cancer cachexia and adverse outcomes in patients with non-small cell lung cancer (NSCLC).
Methods:
A comprehensive search was conducted in the PubMed, Web of Science, and Embase databases from their inception to January 15, 2024. Retrospective or prospective studies that investigated the cancer cachexia as a predictor of overall survival (OS), progression-free survival (PFS), overall response rate (ORR), or disease control rate (DCR) in NSCLC patients were included in this analysis.
Results:
Sixteen studies, comprising 5919 NSCLC patients, were identified. The pooled prevalence of cachexia in NSCLC patients was 39%, with individual studies reporting rates ranging from 19% to 63.8%. A meta-analysis using a random effects model showed that cachexia was associated with reduced OS (hazard ratio [HR] 1.84; 95% confidence interval [CI] 1.54-2.21) and PFS (HR 1.49; 95% CI 1.27-1.73).
Subgroup analysis indicated that cancer cachexia significantly predicted OS, regardless of study design, NSCLC subtypes, cancer stage, definitions of cachexia, or follow-up duration.
However, there was no clear association between cancer cachexia and ORR or DCR.
Conclusions:
Cancer cachexia emerges is a negative prognostic factor for OS and PFS in NSCLC patients. Assessing cancer cachexia can improve risk classification for survival outcomes in this patient population.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38788267/
Poorolajal J, Mohammadi Y, Fattahi-Darghlou M, Almasi-Moghadam F.
PLoS One. 2024 Jun 26;19(6):e0305994.
L’associazione tra i principali tumori gastrointestinali e il consumo di carne rossa e lavorata e pesce: una revisione sistematica e una meta-analisi degli studi osservazionali
Sfondo:
L’associazione tra il consumo di carne rossa, pesce e carne lavorata e il rischio di sviluppare tumori gastrointestinali (GI) rimane inconcludente nonostante diverse indagini. Pertanto, è stata condotta una revisione sistematica e una meta-analisi degli studi osservazionali per aggiornare le evidenze scientifiche esistenti.
Metodi:
È stata effettuata una ricerca nei database di PubMed, Web of Science e Scopus fino al 20 maggio 2023. Sono stati analizzati studi osservazionali che hanno esaminato le associazioni tra il consumo di carne rossa e lavorata e il consumo di pesce e i tumori gastrointestinali.
È stata valutata l’eterogeneità tra gli studi utilizzando i test χ2 e τ2, nonché le statistiche I2. È stata esplorata la probabilità di bias di pubblicazione utilizzando i test di Begg e Egger e l’analisi trim-and-fill. Sono state riportate le dimensioni complessive dell’effetto come odds ratio (OR) con un intervallo di confidenza (CI) del 95% utilizzando un modello a effetti casuali.
Risultati:
Dei 21.004 studi identificati, 95 studi che hanno coinvolto 5.794.219 partecipanti sono stati inclusi nella meta-analisi.
È stato riscontrato che il consumo di alti livelli di carne rossa, rispetto a bassi livelli, aumenta significativamente il rischio di sviluppare tumori esofagei, pancreatici, epatici, del colon, del retto e del colon-retto. Allo stesso modo, il consumo di alti livelli di carne lavorata, rispetto a bassi livelli, ha aumentato significativamente il rischio di cancro al pancreas, al colon, al retto e al colon-retto.
Al contrario, il consumo di alti livelli di pesce, rispetto a bassi livelli, ha ridotto significativamente il rischio di cancro del colon, del retto e del colon-retto.
Conclusioni:
Questa meta-analisi fornisce prove aggiornate sull’associazione tra carne rossa, carne lavorata e consumo di pesce e il rischio di sviluppare cinque principali tipi di tumori gastrointestinali.
Abstract
The association between major gastrointestinal cancers and red and processed meat and fish consumption: A systematic review and meta-analysis of the observational studies
Background:
The association between red meat, fish, and processed meat consumption and the risk of developing gastrointestinal (GI) cancers remains inconclusive despite several investigations. Therefore, we conducted a systematic review and meta-analysis of observational studies to update the existing scientific evidence.
Methods:
We searched PubMed, Web of Science, and Scopus databases until May 20, 2023. We analyzed observational studies that examined the associations between red and processed meat and fish consumption and GI cancers.
We assessed between-study heterogeneity using the χ2 and τ2 tests, as well as I2 statistics. We explored the likelihood of publication bias using Begg’s and Egger’s tests and trim-and-fill analysis. We reported the overall effect sizes as odds ratios (ORs) with a 95% confidence interval (CI) using a random-effects model.
Results:
Of the 21,004 studies identified, 95 studies involving 5,794,219 participants were included in the meta-analysis.
The consumption of high levels of red meat, as compared to low levels, was found to significantly increase the risk of developing esophageal, pancreatic, liver, colon, rectal, and colorectal cancers. Similarly, the consumption of high levels of processed meat, as compared to low levels, significantly increased the risk of pancreatic, colon, rectal, and colorectal cancers.
In contrast, the consumption of high levels of fish, as compared to low levels, significantly reduced the risk of colon, rectal, and colorectal cancers.
Conclusions:
This meta-analysis provides updated evidence on the association between red meat, processed meat, and fish consumption and the risk of developing five major types of GI cancers.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38924054/
Bettariga F. et al.
J Sport Health Sci. 2024 Jul;13(4):484-498.
Effetti soppressivi del siero condizionato dall’esercizio sulle cellule tumorali: una revisione narrativa dell’influenza della modalità di esercizio, del volume e dell’intensità
Il cancro è una delle principali cause di morbilità e mortalità in tutto il mondo e l’incidenza è in aumento, evidenziando la necessità di strategie efficaci per trattare questa malattia.
L’esercizio fisico è emerso come medicina terapeutica fondamentale nella gestione del cancro, associato a un minor rischio di recidiva e a una maggiore sopravvivenza.
Diverse strade di ricerca dimostrano la riduzione della crescita, della proliferazione e dell’aumento dell’apoptosi delle cellule tumorali, tra cui il cancro al seno, alla prostata, al colon-retto e ai polmoni, quando coltivate con siero raccolto dopo l’esercizio in vitro (cioè la coltivazione di linee cellulari tumorali in un ambiente sperimentale, che semplifica il sistema biologico e fornisce informazioni meccanicistiche sulle risposte cellulari).
I meccanismi alla base degli effetti soppressivi del cancro indotti dall’esercizio fisico possono essere attribuiti all’alterazione dei fattori circolanti, come le citochine indotte dal muscolo scheletrico (cioè le miochine) e gli ormoni.
Tuttavia, gli effetti soppressivi del tumore indotti dall’esercizio fisico e le informazioni dettagliate sugli interventi di allenamento non sono ben studiati, limitando un’applicazione più precisa della medicina dell’esercizio fisico all’interno dell’oncologia clinica.
Ad oggi, non è chiaro quale ruolo abbiano le diverse modalità di allenamento (ad esempio, resistenza e allenamento aerobico), nonché il volume e l’intensità, sul siero condizionato dall’esercizio fisico e sui suoi effetti sulle cellule tumorali. Tuttavia, le prove disponibili sono che un singolo periodo di allenamento aerobico a intensità da moderata a vigorosa ha effetti soppressivi del cancro, mentre per gli interventi di allenamento cronico, il volume di esercizio sembra essere un candidato influente che guida gli effetti inibitori del cancro indipendentemente dalla modalità di allenamento.
Vengono forniti approfondimenti per la ricerca futura che indaga le modalità, il volume e l’intensità dell’allenamento per approfondire la comprensione degli effetti del siero condizionato dall’esercizio sulle cellule tumorali.
Abstract
Suppressive effects of exercise-conditioned serum on cancer cells: A narrative review of the influence of exercise mode, volume, and intensity
Cancer is a major cause of morbidity and mortality worldwide, and the incidence is increasing, highlighting the need for effective strategies to treat this disease.
Exercise has emerged as fundamental therapeutic medicine in the management of cancer, associated with a lower risk of recurrence and increased survival.
Several avenues of research demonstrate reduction in growth, proliferation, and increased apoptosis of cancer cells, including breast, prostate, colorectal, and lung cancer, when cultured by serum collected after exercise in vitro (i.e., the cultivation of cancer cell lines in an experimental setting, which simplifies the biological system and provides mechanistic insight into cell responses).
The underlying mechanisms of exercise-induced cancer suppressive effects may be attributed to the alteration in circulating factors, such as skeletal muscle-induced cytokines (i.e., myokines) and hormones.
However, exercise-induced tumor suppressive effects and detailed information about training interventions are not well investigated, constraining more precise application of exercise medicine within clinical oncology.
To date, it remains unclear what role different training modes (i.e., resistance and aerobic training) as well as volume and intensity have on exercise-conditioned serum and its effects on cancer cells. Nevertheless, the available evidence is that a single bout of aerobic training at moderate to vigorous intensity has cancer suppressive effects, while for chronic training interventions, exercise volume appears to be an influential candidate driving cancer inhibitory effects regardless of training mode.
Insights for future research investigating training modes, volume and intensity are provided to further our understanding of the effects of exercise-conditioned serum on cancer cells.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38081360/
Natalicchio A. et al.
J Endocrinol Invest. 27 giugno 2024.
Controllo glicemico ed esiti tumorali nei pazienti oncologici con diabete: una visione critica multidisciplinare dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dell’Associazione Italiana Diabetologi Medici (AMD), della Società Italiana di Diabetologia (SID), della Società Italiana di Endocrinologia (SIE), della Società Italiana di Farmacologia (SIF)
Sfondo:
Prove crescenti suggeriscono che il diabete aumenta il rischio di sviluppare diversi tipi di cancro. L’iperinsulinemia, l’iperglicemia e l’infiammazione cronica, caratteristiche del diabete, potrebbero rappresentare possibili meccanismi coinvolti nello sviluppo del cancro nei pazienti diabetici.
Allo stesso tempo, il cancro aumenta il rischio di sviluppare diabete di nuova insorgenza, causato principalmente dall’uso di terapie antitumorali specifiche.
Da notare che il diabete è stato associato a un aumento del 10% della mortalità per tutti i tumori rispetto ai soggetti che non avevano il diabete. Il diabete è associato a una prognosi peggiore nei pazienti affetti da cancro e scoperte più recenti suggeriscono un ruolo chiave per uno scarso controllo glicemico in questo senso.
Tuttavia, l’associazione tra controllo glicemico ed esiti tumorali nei pazienti oncologici con diabete rimane incerta e scarsamente dibattuta.
Scopo:
L’attuale revisione cerca di riassumere le evidenze disponibili sull’effetto del controllo glicemico sugli esiti del cancro, nonché sulla possibilità che il trattamento tempestivo dell’iperglicemia e il miglioramento del controllo glicemico nei pazienti con cancro e diabete possano influenzare favorevolmente gli esiti del cancro.
Abstract
Glycemic control and cancer outcomes in oncologic patients with diabetes: an Italian Association of Medical Oncology (AIOM), Italian Association of Medical Diabetologists (AMD), Italian Society of Diabetology (SID), Italian Society of Endocrinology (SIE), Italian Society of Pharmacology (SIF) multidisciplinary critical view
Background:
Increasing evidence suggests that diabetes increases the risk of developing different types of cancer. Hyperinsulinemia, hyperglycemia and chronic inflammation, characteristic of diabetes, could represent possible mechanisms involved in cancer development in diabetic patients.
At the same time, cancer increases the risk of developing new-onset diabetes, mainly caused by the use of specific anticancer therapies.
Of note, diabetes has been associated with a ∼10% increase in mortality for all cancers in comparison with subjects who did not have diabetes. Diabetes is associated with a worse prognosis in patients with cancer, and more recent findings suggest a key role for poor glycemic control in this regard.
Nevertheless, the association between glycemic control and cancer outcomes in oncologic patients with diabetes remains unsettled and poorly debated.
Purpose:
The current review seeks to summarize the available evidence on the effect of glycemic control on cancer outcomes, as well as on the possibility that timely treatment of hyperglycemia and improved glycemic control in patients with cancer and diabetes may favorably affect cancer outcomes.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38935200/
Fretwell A. et al.
Crit Rev Food Sci Nutr. 2024 Jun 11:1-13.
Ancora troppo poche evidenze: il ruolo della dieta nella sopravvivenza al cancro del colon-retto – una revisione sistematica
L’incidenza del cancro del colon-retto (CRC) è influenzata da fattori dietetici, ma l’impatto della dieta sulla mortalità specifica per CRC e sulla sopravvivenza libera da recidiva (RFS) rimane poco chiaro.
Questa revisione fornisce una sintesi narrativa della ricerca esistente sui fattori dietetici che influenzano la mortalità specifica per CRC, la RFS e la sopravvivenza libera da malattia (DFS). Questo studio ha cercato nei database elettronici per identificare la ricerca trasversale/prospettica che indaga l’assunzione dietetica sulla mortalità specifica per CRC, RFS o DFS.
Ventotto studi sono stati inclusi nel corpus. A causa dell’elevata eterogeneità degli studi, è stata eseguita una sintesi narrativa degli studi.
Prove limitate, ma suggestive, indicano gli effetti benefici dell’adesione alle linee guida dell’American Cancer Society (ACS) e di una dieta ricca di piante a basso contenuto di carboidrati sul rischio di mortalità specifica per CRC, potenzialmente guidata dalla fibra di cereali, verdure e cereali integrali, ma non dalla frutta.
Per RFS e DFS, un modello dietetico occidentale, un’elevata assunzione di cereali raffinati e bevande zuccherate sono correlate a un aumento del rischio di recidiva del CRC e allo sviluppo di malattia/morte.
Al contrario, una maggiore aderenza alle linee guida dietetiche e alcoliche dell’ACS, acidi grassi polinsaturi ω-3 più elevati e il consumo di pesce scuro hanno ridotto il rischio.
I risultati sottolineano la necessità di (i) indagini standardizzate sul ruolo della dieta nella sopravvivenza al CRC, compresi gli endpoint, e (ii) analisi complete per isolare effetti specifici all’interno di componenti dello stile di vita correlati.
Abstract
Still too little evidence: the role of diet in colorectal cancer survivorship – a systematic review
Colorectal cancer incidence (CRC) is influenced by dietary factors, yet the impact of diet on CRC-specific mortality and recurrence-free survival (RFS) remains unclear.
This review provides a narrative summary of existing research on dietary factors affecting CRC-specific mortality, RFS, and disease-free survival (DFS). This study searched electronic databases to identify cross-sectional/prospective research investigating dietary intake on CRC-specific mortality, RFS, or DFS.
Twenty-eight studies were included in the corpus. Because of high study heterogeneity, we performed a narrative synthesis of studies.
Limited, but suggestive evidence indicates beneficial effects of adhering to the American Cancer Society (ACS) guidelines and a plant rich low-carbohydrate diet on risk of CRC-specific mortality, potentially driven by fiber from cereals, vegetables, and wholegrains, but not fruit.
For RFS and DFS, a Western dietary pattern, high intake of refined grains, and sugar sweetened beverages correlated with increased risk of CRC recurrence and development of disease/death.
Conversely, greater adherence to the ACS dietary and alcohol guidelines, higher ω-3 polyunsaturated fatty acids, and dark fish consumption reduced risk.
Our findings underscore the need for (i) standardized investigations into diet’s role in CRC survivorship, including endpoints, and (ii) comprehensive analyses to isolate specific effects within correlated lifestyle components.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38860747/
Graham KL et al.
Nutr Diet. 2024 May 28.
Gli eventi avversi correlati alla nutrizione associati al trattamento con inibitori del checkpoint immunitario per i pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule: una revisione sistematica
Scopo:
La terapia con inibitori del checkpoint immunitario utilizzata per il cancro del polmone ha modificato significativamente i tassi di risposta e sopravvivenza, tuttavia, l’impatto sullo stato nutrizionale dei pazienti rimane in gran parte inesplorato. Questa revisione mira a identificare gli eventi avversi comuni che aumentano il rischio nutrizionale indotto nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule trattati con terapia con inibitori del checkpoint immunitario e valutare l’impatto sullo stato nutrizionale.
Metodi:
PubMed, Medline e CINAHL sono stati sistematicamente ricercati nel settembre 2023 per studi randomizzati controllati che confrontassero il trattamento con inibitori del checkpoint immunitario del carcinoma polmonare non a piccole cellule con un gruppo di controllo. Gli eventi avversi correlati al trattamento che hanno aumentato i sintomi dell’impatto nutrizionale identificati nella valutazione globale soggettiva generata dal paziente e nelle linee guida cliniche sono stati estratti e analizzati qualitativamente. Il rischio di bias è stato valutato utilizzando lo strumento Cochrane Risk of Bias 2.
Risultati:
Sono stati identificati e analizzati undici studi randomizzati controllati idonei. I dati hanno dimostrato che il trattamento con inibitori del checkpoint immunitario è stato associato a una percentuale inferiore di sintomi di impatto nutrizionale riportati, ad esempio diminuzione dell’appetito, nausea, vomito, rispetto al trattamento chemioterapico. Al contrario, i pazienti trattati con inibitori del checkpoint immunitario hanno registrato una percentuale maggiore di eventi avversi immuno-correlati che alterano il metabolismo o l’assorbimento dei nutrienti.
Conclusione:
I pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule trattati con inibitori del checkpoint immunitario manifestano ancora sintomi di impatto nutrizionale, ma meno frequentemente rispetto ai pazienti trattati con chemioterapia. Questo, combinato con le conseguenze uniche legate alla nutrizione della colite e dei disturbi della tiroide indotti dalla terapia con inibitori del checkpoint immunitario, indica che i pazienti dovrebbero essere sottoposti a screening, valutati e attuati interventi per migliorare la nutrizione.
Abstract
The nutrition-related adverse events associated with immune checkpoint inhibitor treatment for patients with non-small cell lung cancer: A systematic review
Aims:
Immune checkpoint inhibitor therapy used for lung cancer has significantly changed response and survival rates, however, the impact on patients’ nutritional status remains largely unexplored. This review aims to identify common adverse events that increase nutrition risk induced in non-small cell lung cancer patients treated with immune checkpoint inhibitor therapy and assess impact on nutritional status.
Methods:
PubMed, Medline and CINAHL were systematically searched in September 2023 for randomised controlled trials comparing immune checkpoint inhibitor treatment of non-small cell lung cancer to a control group. Treatment-related adverse events that increased nutrition impact symptoms identified in the patient-generated subjective global assessment and clinical guidelines were extracted and qualitatively analysed. Risk of bias was assessed using Cochrane Risk of Bias tool 2.
Results:
Eleven eligible randomised controlled trial studies were identified and analysed. The data demonstrated immune checkpoint inhibitor treatment was associated with a lower percentage of reported nutrition impact symptoms, for example, decreased appetite, nausea, vomiting, compared to chemotherapy treatment. Conversely, immune checkpoint inhibitor treated patients recorded a greater percentage of immune-related adverse events that alter metabolism or nutrient absorption.
Conclusion:
Non-small cell lung cancer patients treated with immune checkpoint inhibitors still experience nutrition impact symptoms but less frequently than patients treated with chemotherapy. This combined with unique nutrition-related consequences from colitis and thyroid disorders induced by immune checkpoint inhibitor therapy indicates patients should be screened, assessed and interventions implemented to improve nutrition.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38804022/
Ryding HG et al.
J Cancer Surviv. 2024 May 6.
Efficacia delle cure dietetiche per i sopravvissuti al cancro nel contesto delle cure primarie: una revisione sistematica e una meta-analisi di studi randomizzati controllati
Scopo:
L’alimentazione gioca un ruolo importante nella sopravvivenza al cancro. Questa revisione sistematica e meta-analisi mirano a valutare e quantificare criticamente l’efficacia degli interventi di cura nutrizionale forniti dai dietisti ai sopravvissuti che hanno completato il trattamento per il cancro.
Metodi:
È stata condotta una revisione sistematica di studi randomizzati controllati (RCT) pubblicati da gennaio 2004 a novembre 2023 che riportavano l’efficacia degli interventi dietetici di assistenza primaria con sopravvissuti al cancro adulti. Sono stati ricercati i database PubMed, Scopus, CINAHL, Embase, ProQuest e PsycINFO per i termini chiave. Le meta-analisi sono state condotte dove c’erano studi sufficienti sullo stesso tipo di cancro e sugli stessi risultati.
Risultati:
Sono stati inclusi dodici RCT che rappresentano 1138 sopravvissuti al cancro (519 cancro al seno; 75 cancro alla prostata; 544 cancro del colon-retto). Le misure di esito primarie includevano la perdita di peso (n = 6), la qualità della vita (n = 2), la riduzione del volume del braccio correlato al linfedema (n = 2), lo stato nutrizionale (n = 1) e l’aumento dell’assunzione di frutta e verdura (n = 1). La perdita di peso è stata osservata in studi in cui questo era l’esito primario. I risultati per la qualità della vita variavano. Le meta-analisi degli RCT con i sopravvissuti al cancro al seno hanno mostrato che l’intervento del dietista ha ottenuto una media di 3,7 kg in più di perdita di peso intenzionale e una diminuzione del grasso corporeo maggiore del 2,3% rispetto al controllo (p < 0,0001).
Conclusioni:
Questo studio fornisce prove dell’efficacia degli interventi dietetici di assistenza primaria da parte dei dietisti con sopravvissuti al cancro, in particolare per quanto riguarda la perdita intenzionale di peso e grasso nei sopravvissuti al cancro al seno.
Implicazioni per i sopravvissuti al cancro:
I dietisti possono svolgere un ruolo chiave nella gestione del peso e nel miglioramento dei risultati di salute a lungo termine e della prognosi per i sopravvissuti al cancro al di là dell’ambito di terapia intensiva.
Abstract
Effectiveness of dietetic care for cancer survivors in the primary care setting: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials
Purpose:
Nutrition plays an important role in cancer survivorship. This systematic review and meta-analysis aim to critically assess and quantify the effectiveness of nutrition care interventions provided by dietitians to survivors who have completed treatment for cancer.
Methods:
A systematic review of randomized controlled trials (RCTs) published from January 2004 to November 2023 reporting the effectiveness of primary care dietetic interventions with adult cancer survivors was conducted. PubMed, Scopus, CINAHL, Embase, ProQuest and PsycINFO databases were searched for key terms. Meta-analyses were conducted where there were sufficient studies of the same cancer type and outcomes.
Results:
Twelve RCTs representing 1138 cancer survivors (519 breast cancer; 75 prostate cancer; 544 colorectal cancer) were included. Primary outcome measures included weight loss (n = 6), quality of life (n = 2), reducing lymphedema-related arm volume (n = 2), nutritional status (n = 1) and increasing fruit and vegetable intake (n = 1). Weight loss was observed in studies where this was the primary outcome. Results for quality of life varied. Meta-analyses of RCTs with breast cancer survivors showed that dietitian intervention achieved a mean of 3.7 kg greater intentional weight loss and 2.3% greater body fat decrease than control (p < 0.0001).
Conclusions:
This study provides evidence for the effectiveness of primary care dietetic interventions by dietitians with cancer survivors, particularly with respect to intentional weight and fat loss in breast cancer survivors.
Implications for cancer survivors:
Dietitians can play a key role in managing weight and improving long term health outcomes and prognosis for cancer survivors beyond the acute care setting.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38710853/
Valsecchi A.A. et al.
Crit Rev Oncol Hematol. 2024 May;197:104328.
Intestino e microbiota locale nei pazienti affetti da cancro: evidenze crescenti e potenziali applicazioni cliniche
Negli ultimi anni, la ricerca sul cancro ha evidenziato il ruolo del microbiota alterato nella carcinogenesi e nella recidiva del cancro.
Tuttavia, il microbiota può anche interferire con il metabolismo dei farmaci, influenzando l’efficacia dei farmaci antitumorali, in particolare l’immunoterapia, e modulando l’insorgenza di eventi avversi.
I microrganismi intestinali possono essere alterati da fattori esterni, come l’uso di antibiotici, il trattamento con inibitori della pompa protonica, lo stile di vita e l’uso di prebiotici o probiotici.
Lo scopo della revisione è quello di fornire un quadro delle attuali evidenze sui dati preclinici e clinici del ruolo del microbiota intestinale e locale nelle neoplasie maligne e del suo potenziale ruolo clinico nei trattamenti antitumorali.
La standardizzazione degli approcci di sequenziamento del microbiota e delle sue strategie di modulazione all’interno di studi clinici prospettici potrebbe essere intrigante per due obiettivi: in primo luogo, fornire nuovi potenziali biomarcatori sia per la diagnosi precoce del cancro che per l’efficacia terapeutica; in secondo luogo, proporre strategie di trattamento personalizzate e “microbiota-tailored”.
Abstract
Gut and local microbiota in patients with cancer: increasing evidence and potential clinical applications
In recent years, cancer research has highlighted the role of disrupted microbiota in carcinogenesis and cancer recurrence.
However, microbiota may also interfere with drug metabolism, influencing the efficacy of cancer drugs, especially immunotherapy, and modulating the onset of adverse events.
Intestinal micro-organisms can be altered by external factors, such as use of antibiotics, proton pump inhibitors treatment, lifestyle and the use of prebiotics or probiotics.
The aim of our review is to provide a picture of the current evidence about preclinical and clinical data of the role of gut and local microbiota in malignancies and its potential clinical role in cancer treatments.
Standardization of microbiota sequencing approaches and its modulating strategies within prospective clinical trials could be intriguing for two aims: first, to provide novel potential biomarkers both for early cancer detection and for therapeutic effectiveness; second, to propose personalized and “microbiota-tailored” treatment strategies.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38490281/
Lovey J., Molnar A., Banky B.
Eur J Surg Oncol. 2024 May;50(5):106850.
Nutrizione a lungo termine in pazienti candidati a trattamenti neoadiuvanti e adiuvanti
Per migliorare gli esiti, per ridurre il tasso di recidiva locale e lo sviluppo di metastasi a distanza, le terapie neoadiuvanti e adiuvanti sono impiegate nei pazienti oncologici nelle forme di radioterapia, chemioterapia, terapia endocrina, terapia mirata e immunoterapia o una loro combinazione.
La terapia nutrizionale svolge un ruolo importante in tutte le fasi del percorso oncologico.
Dalla terapia neoadiuvante alla preriabilitazione, dalla nutrizione postoperatoria precoce alla cura nutrizionale a lungo termine durante la fase adiuvante e la sopravvivenza, determina la sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti oncologici.
Durante la fase neoadiuvante i pazienti possono trovarsi in cattive condizioni nutrizionali che possono essere aggravate dal trattamento oncologico applicato. Oltre a questa apparente minaccia, questo periodo offre anche un’eccellente opportunità per mantenere o addirittura migliorare lo stato nutrizionale dei pazienti attraverso la terapia nutrizionale.
Dopo l’intervento chirurgico gli effetti gravosi dell’intervento possono compromettere l’esecuzione della terapia adiuvante.
Dopo l’alimentazione postoperatoria precoce, dovrebbe essere sviluppata una strategia nutrizionale a lungo termine per i pazienti oncologici al fine di evitare il deterioramento nutrizionale durante la terapia postoperatoria, solitamente lunga.
In questa revisione narrativa discutiamo di come lo stato nutrizionale preoperatorio e la terapia nutrizionale medica influenzino i risultati dell’intervento chirurgico e, dopo l’operazione, quali sono le evidenze disponibili sullo stato nutrizionale e sull’esito e le potenzialità di influenzarli con la terapia nutrizionale.
Abstract
Long-term nutrition in patients candidate to neoadjuvant and adjuvant treatments
To improve outcomes, to decrease the rate of local recurrence and development of distant metastases neoadjuvant and adjuvant therapies are employed in cancer patients in forms of radiation, chemo-, endocrine-, targeted-, and immunotherapy or their combination.
Nutrition therapy plays important role in all phases of the cancer journey.
From neoadjuvant therapy to prehabilitation, early postoperative nutrition, and long-term nutrition care during the adjuvant phase and survivorship determines the survival and quality of life of cancer patients.
During the neoadjuvant phase patients may be in poor nutritional condition which can be aggravated by the applied oncological treatment. Beside this apparent threat this period also gives an excellent opportunity to maintain or even improve the nutritional status of the patients by nutrition therapy.
After surgery the burdening effects of the operation may jeopardize the execution of adjuvant therapy.
After early postoperative feeding a long-term nutrition strategy should be developed for cancer patients in order to avoid nutritional deterioration during the usually lengthy postoperative therapy.
In this narrative review we discuss how preoperative nutritional status and medical nutrition therapy influence the results of surgery and after the operation what is the available evidence about nutritional status and outcome and the potentials to influence them by nutrition therapy.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36841694/
Coca-Martinez M., Carli F.
Eur J Surg Oncol. 2024 May;50(5):106979.
Preriabilitazione: chi può beneficiarne?
La preriabilitazione è un intervento che si verifica tra la diagnosi di cancro e l’inizio di un trattamento acuto. Si tratta di valutazioni fisiche, nutrizionali e psicologiche per stabilire un livello funzionale di base e fornire interventi mirati per migliorare la salute di una persona e prevenire future menomazioni.
La preriabilitazione è stata applicata all’oncologia chirurgica e ha mostrato risultati positivi nel migliorare la capacità funzionale, ridurre la degenza ospedaliera, diminuire le complicanze e migliorare la qualità della vita correlata alla salute.
L’importanza della collaborazione tra vari professionisti sanitari e l’implementazione di interventi multimodali, tra cui l’allenamento fisico, l’ottimizzazione della nutrizione e il supporto emotivo è discussa in questo manoscritto.
La necessità di screening e valutazione di condizioni come la sarcopenia, la fragilità o il basso stato funzionale al fine di identificare i pazienti che trarrebbero il massimo beneficio dalla preriabilitazione è vitale e dovrebbe far parte di tutti i programmi di preriabilitazione.
L’esercizio fisico e l’alimentazione svolgono ruoli complementari nella riabilitazione, migliorando l’anabolismo e le prestazioni. Tuttavia, in presenza di malnutrizione e sarcopenia, il dispendio energetico correlato all’esercizio fisico senza un apporto proteico sufficiente può portare all’atrofia muscolare e all’ulteriore deterioramento della capacità funzionale, quindi in questi casi è necessario porre particolare enfasi sull’alimentazione e sull’assunzione di proteine.
Infine, vengono discusse le sfide e la necessità di un cambiamento di paradigma nell’assistenza perioperatoria per implementare efficacemente programmi di riabilitazione personalizzati.
Abstract
Prehabilitation: Who can benefit?
Prehabilitation is an intervention that occurs between cancer diagnosis and the start of an acute treatment. It involves physical, nutritional, and psychological assessments to establish a baseline functional level and provide targeted interventions to improve a person’s health and prevent future impairments.
Prehabilitation has been applied to surgical oncology and has shown positive results at improving functional capacity, reducing hospital stay, decreasing complications, and enhancing health-related quality of life.
The importance of collaboration between various healthcare professionals and the implementation of multimodal interventions, including exercise training, nutrition optimization, and emotional support is discussed in this manuscript.
The need for screening and assessment of conditions such as sarcopenia, frailty, or low functional status in order to identify patients who would benefit the most from prehabilitation is vital and should be a part of all prehabilitation programs.
Exercise and nutrition play complementary roles in prehabilitation, enhancing anabolism and performance. However, in the presence of malnutrition and sarcopenia, exercise-related energy expenditure without sufficient protein intake can lead to muscle wasting and further deterioration of functional capacity, thus special emphasis on nutrition and protein intake should be made in these cases.
Finally, the challenges and the need for a paradigm shift in perioperative care are discussed to effectively implement personalized prehabilitation programs.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37451924/
Sassano M. et al.
Gastric Cancer. 2024 May;27(3):461-472.
Assunzione dietetica di vitamina C e cancro gastrico: un’analisi aggregata nell’ambito del progetto Stomach cancer Pooling (StoP)
Sfondo:
Studi precedenti suggeriscono che la vitamina C nella dieta è inversamente associata al cancro gastrico (GC), ma la maggior parte di essi non ha considerato l’assunzione di frutta e verdura. Pertanto, abbiamo cercato di valutare questa associazione all’interno del progetto Stomach cancer Pooling (StoP), un consorzio di studi epidemiologici sulla GC.
Metodi:
Quattordici studi caso-controllo sono stati inclusi nell’analisi (5362 casi, 11.497 controlli). Sono stati stimati gli odds ratio (OR) e i corrispondenti intervalli di confidenza al 95% (CI) per l’associazione tra l’assunzione alimentare di vitamina C e GC, aggiustati per i fattori confondenti rilevanti e per l’assunzione di frutta e verdura. La relazione dose-risposta è stata valutata utilizzando modelli logistici a effetti misti con polinomi frazionari del secondo ordine.
Risultati:
Gli individui nel quartile più alto di assunzione di vitamina C nella dieta avevano probabilità ridotte di GC rispetto a quelli nel quartile più basso (OR: 0,64; IC 95%: 0,58, 0,72). Un ulteriore aggiustamento per l’assunzione di frutta e verdura ha portato a un OR di 0,85 (IC 95%: 0,73, 0,98). È stata osservata una significativa associazione inversa per la GC non cardiaca e per i tipi intestinali e diffusi della malattia. I risultati dell’analisi dose-risposta hanno mostrato una diminuzione degli OR di GC fino a 150-200 mg/die di vitamina C (OR: 0,54; IC 95%: 0,41, 0,71), mentre gli OR per assunzioni più elevate erano vicini a 1,0.
Conclusioni:
I risultati del nostro studio aggregato suggeriscono che la vitamina C è inversamente associata alla GC, con un effetto potenzialmente benefico anche per le assunzioni superiori alla dose giornaliera attualmente raccomandata (90 mg per gli uomini e 75 mg per le donne).
Abstract
Dietary intake of vitamin C and gastric cancer: a pooled analysis within the Stomach cancer Pooling (StoP) Project
Background:
Previous studies suggest that dietary vitamin C is inversely associated with gastric cancer (GC), but most of them did not consider intake of fruit and vegetables. Thus, we aimed to evaluate this association within the Stomach cancer Pooling (StoP) Project, a consortium of epidemiological studies on GC.
Methods:
Fourteen case-control studies were included in the analysis (5362 cases, 11,497 controls). We estimated odds ratios (ORs) and corresponding 95% confidence intervals (CIs) for the association between dietary intake of vitamin C and GC, adjusted for relevant confounders and for intake of fruit and vegetables. The dose-response relationship was evaluated using mixed-effects logistic models with second-order fractional polynomials.
Results:
Individuals in the highest quartile of dietary vitamin C intake had reduced odds of GC compared with those in the lowest quartile (OR: 0.64; 95% CI: 0.58, 0.72). Additional adjustment for fruit and vegetables intake led to an OR of 0.85 (95% CI: 0.73, 0.98). A significant inverse association was observed for noncardia GC, as well as for both intestinal and diffuse types of the disease. The results of the dose-response analysis showed decreasing ORs of GC up to 150-200 mg/day of vitamin C (OR: 0.54; 95% CI: 0.41, 0.71), whereas ORs for higher intakes were close to 1.0.
Conclusions:
The findings of our pooled study suggest that vitamin C is inversely associated with GC, with a potentially beneficial effect also for intakes above the currently recommended daily intake (90 mg for men and 75 mg for women).
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38436761/
Zhang J., Xu W., Zhang H., Fan Y.
Public Health Nutr. 2024 Mar 27;27(1):e105.
Associazione tra il rischio di malnutrizione definito dalla valutazione globale soggettiva generata dal paziente e gli esiti avversi nei pazienti con cancro: una revisione sistematica e una meta-analisi
Obiettivo:
Valutare l’associazione tra il rischio di malnutrizione, come stimato dai punteggi numerici PG-SGA (Patient-Generated Subjective Global Assessment), e gli esiti avversi nei pazienti oncologici.
Disegno:
Revisione sistematica e meta-analisi.
Impostazioni:
È stata condotta una ricerca completa nei database PubMed, Web of Science, Embase, CKNI, VIP, Sinomed e Wanfang. Sono stati inclusi studi che hanno esaminato l’associazione tra il rischio di malnutrizione, come stimato dai punteggi numerici PG-SGA, e la sopravvivenza globale (OS) o le complicanze postoperatorie nei pazienti oncologici. I pazienti sono stati classificati come a basso rischio (PG-SGA ≤ 3), a medio rischio (PG-SGA 4-8) e ad alto rischio di malnutrizione (PG-SGA > 8).
Oggetto:
Diciannove studi che riportano venti articoli (n 9286 pazienti).
Risultati:
La prevalenza del rischio medio e alto di malnutrizione variava dal 16,0% al 71,6%. Una meta-analisi ha mostrato che i pazienti oncologici con rischio medio e alto di malnutrizione avevano una OS più povera (hazard ratio aggiustato (HR) 1.98; IC 95% 1.77, 2.21) rispetto a quelli con un basso rischio di malnutrizione. L’analisi stratificata ha rivelato che l’HR aggregato era di 1,55 (IC 95% 1,17, 2,06) per il rischio medio di malnutrizione e di 2,65 (IC 95% 1,90, 3,70) per l’alto rischio di malnutrizione. Inoltre, l’OR aggiustato aggregato per le complicanze postoperatorie è stato di 4.65 (IC 95% 1.61, 13.44) per i pazienti a rischio medio e alto di malnutrizione.
Conclusioni:
La presenza di un rischio medio e alto di malnutrizione, come stimato dai punteggi numerici PG-SGA, è significativamente legata a una OS più scarsa e a un aumentato rischio di complicanze postoperatorie nei pazienti oncologici.
Abstract
Association between risk of malnutrition defined by patient-generated subjective global assessment and adverse outcomes in patients with cancer: a systematic review and meta-analysis
Objective:
To assess the association between the risk of malnutrition, as estimated by the Patient-Generated Subjective Global Assessment (PG-SGA) numerical scores, and adverse outcomes in oncology patients.
Design:
Systematic review and meta-analysis.
Settings:
A comprehensive search was conducted in PubMed, Web of Science, Embase, CKNI, VIP, Sinomed and Wanfang databases. Studies that examined the association between the risk of malnutrition, as estimated by the PG-SGA numerical scores, and overall survival (OS) or postoperative complications in oncology patients were included. Patients were classified as low risk (PG-SGA ≤ 3), medium risk (PG-SGA 4-8) and high risk of malnutrition (PG-SGA > 8).
Subject:
Nineteen studies reporting on twenty articles (n 9286 patients).
Results:
The prevalence of medium and high risk of malnutrition ranged from 16·0 % to 71·6 %. A meta-analysis showed that cancer patients with medium and high risk of malnutrition had a poorer OS (adjusted hazard ratios (HR) 1·98; 95 % CI 1·77, 2·21) compared with those with a low risk of malnutrition. Stratified analysis revealed that the pooled HR was 1·55 (95 % CI 1·17, 2·06) for medium risk of malnutrition and 2·65 (95 % CI 1·90, 3·70) for high risk of malnutrition. Additionally, the pooled adjusted OR for postoperative complications was 4·65 (95 % CI 1·61, 13·44) for patients at medium and high risk of malnutrition.
Conclusions:
The presence of medium and high risk of malnutrition, as estimated by the PG-SGA numerical scores, is significantly linked to poorer OS and an increased risk of postoperative complications in oncology patients.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38533774/
Golonko A. et al.
Cell Death Dis. 2024 Apr 9;15(4):254.
Fattori dietetici e loro influenza sulle strategie di immunoterapia in oncologia: una revisione completa
L’immunoterapia sta emergendo come una strada promettente in oncologia, acquisendo sempre più importanza e offrendo vantaggi sostanziali rispetto alla chemioterapia o alla radioterapia. Tuttavia, nel contesto dell’immunoterapia, esiste la possibilità che il sistema immunitario sostenga o ostacoli il trattamento somministrato.
Questa revisione comprende studi recenti e cardine che valutano l’influenza degli elementi dietetici, tra cui vitamine, acidi grassi, sostanze nutritive, piccole molecole alimentari, modelli dietetici e restrizione calorica, sulla capacità di modulare le risposte immunitarie.
Inoltre, l’articolo sottolinea come questi fattori dietetici abbiano il potenziale per modificare e migliorare l’efficacia dell’immunoterapia antitumorale. Sottolinea la necessità di ulteriori ricerche per comprendere i meccanismi alla base dell’ottimizzazione dell’efficacia della terapia antitumorale e la definizione di strategie dietetiche che possano ridurre la morbilità e la mortalità correlate al cancro.
La ricerca persistente in questo campo è molto promettente per migliorare i risultati del trattamento del cancro e massimizzare i benefici dell’immunoterapia.
Abstract
Dietary factors and their influence on immunotherapy strategies in oncology: a comprehensive review
Immunotherapy is emerging as a promising avenue in oncology, gaining increasing importance and offering substantial advantages when compared to chemotherapy or radiotherapy. However, in the context of immunotherapy, there is the potential for the immune system to either support or hinder the administered treatment.
This review encompasses recent and pivotal studies that assess the influence of dietary elements, including vitamins, fatty acids, nutrients, small dietary molecules, dietary patterns, and caloric restriction, on the ability to modulate immune responses.
Furthermore, the article underscores how these dietary factors have the potential to modify and enhance the effectiveness of anticancer immunotherapy. It emphasizes the necessity for additional research to comprehend the underlying mechanisms for optimizing the efficacy of anticancer therapy and defining dietary strategies that may reduce cancer-related morbidity and mortality.
Persistent investigation in this field holds significant promise for improving cancer treatment outcomes and maximizing the benefits of immunotherapy.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38594256/
Sonestedt E., Lukic M.
Food Nutr Res. 2024 Apr 2;68.
Bevande: una revisione dell’ambito per le raccomandazioni nutrizionali nordiche 2023
Sfondo:
Caffè, tè, bevande zuccherate (SSB) e bevande zuccherate a basso contenuto calorico e senza calorie (LNCSB) sono generalmente frequentemente consumate nei paesi nordici e baltici. Queste bevande sono state anche correlate a potenziali effetti sulla salute.
Questa revisione descrive le prove del ruolo di caffè, tè, SSB e LNCSB per gli esiti relativi alla salute come base per la definizione e l’aggiornamento delle linee guida dietetiche basate sugli alimenti.
Sono state utilizzate le evidenze di diverse revisioni sistematiche qualificate (ad esempio il World Cancer Research Fund, il Comitato consultivo per le linee guida dietetiche degli Stati Uniti, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e l’Organizzazione mondiale della sanità) e sono state eseguite ricerche di ulteriori revisioni sistematiche.
L’evidenza suggerisce che il consumo moderato di caffè e tè non ha effetti negativi sulla salute a lungo termine. Gli effetti favorevoli a lungo termine del consumo di caffè sono legati alla riduzione del rischio di cancro dell’endometrio e del fegato, diabete di tipo 2 e morte cardiovascolare.
Tuttavia, i risultati di studi randomizzati controllati (RCT) suggeriscono che gli infusi di caffè ricchi di diterpeni, come il caffè bollito, aumentano le concentrazioni sieriche di colesterolo.
Un’elevata assunzione di caffeina in gravidanza è associata a un rischio più elevato di aborto spontaneo, parto pretermine e basso peso alla nascita.
L’elevato consumo di SSB è stato associato ad un aumento del rischio di obesità, diabete di tipo 2, ipertensione e malattie cardiovascolari, sulla base dei dati degli RCT e degli studi prospettici di coorte.
Il consumo di LNCSB può comportare una piccola riduzione del peso corporeo negli adulti, probabilmente mediata dall’effetto di un ridotto apporto energetico, ma ha effetti neutri su altri marcatori di rischio cardiometabolico utilizzando evidenze da RCT. Tuttavia, le evidenze degli studi osservazionali indicano un aumento del rischio di malattie cardiometaboliche tra i consumatori di LNCSB elevato.
In conclusione,
le prove attuali suggeriscono che il consumo moderato di caffè e tè non ha effetti negativi sulla salute a lungo termine.
L’evidenza degli effetti benefici del consumo di caffè sul rischio di cancro al fegato e all’endometrio, e alcuni esiti cardiovascolari, proviene da studi osservazionali. Un elevato consumo di caffè bollito dovrebbe essere evitato a causa dell’effetto negativo sul profilo lipidico. Le donne in gravidanza non devono superare la dose giornaliera raccomandata di assunzione di caffeina di 200 mg fissata dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare come livello sicuro per il feto. L’elevato consumo di SSB è stato costantemente associato a effetti negativi sulla salute, dovuti principalmente all’eccessivo apporto energetico, e dovrebbe essere limitato. I risultati contrastanti degli RCT e degli studi osservazionali riguardanti le LNCSB possono essere dovuti a una causalità riverita e dovrebbero essere esplorati ulteriormente.
Abstract
Beverages – a scoping review for Nordic Nutrition Recommendations 2023
Background:
Coffee, tea, sugar-sweetened beverages (SSBs), and low- and no-calorie sweetened beverages (LNCSBs) are generally frequently consumed in the Nordic and Baltic countries. These beverages have also been related to potential health effects.
This scoping review describes the evidence for the role of coffee, tea, SSBs, and LNCSBs for health-related outcomes as a basis for setting and updating food-based dietary guidelines.
We used evidence from several qualified systematic reviews (i.e. World Cancer Research Fund, US Dietary Guidelines Advisory Committee, European Food Safety Authority, and World Health Organization) and performed a search for additional systematic reviews.
The evidence suggests that moderate coffee and tea consumption do not have long-term adverse health effects. The long-term favorable effects of coffee consumption are related to reduced risk of endometrial and liver cancer, type 2 diabetes, and cardiovascular deaths.
However, results from randomized controlled trials (RCTs) suggest that coffee brews that are rich in diterpenes, such as boiled coffee, increase serum cholesterol concentrations.
High caffeine intake in pregnancy is associated with higher risk of pregnancy loss, preterm birth, and low birth weight.
High consumption of SSBs has been associated with increased risk of obesity, type 2 diabetes, hypertension, and cardiovascular disease, based on data from RCTs and prospective cohort studies.
The consumption of LNCSBs may result in a small reduction in body weight in adults, likely mediated through the effect of reduced energy intake, but has neutral effects on other cardiometabolic risk markers using evidence from RCTs. However, evidence from observational studies indicates increased risk of cardiometabolic diseases among high LNCSB consumers.
In conclusion,
current evidence suggests that moderate coffee and tea consumption have no long-term adverse health effects.
The evidence of beneficial effects of coffee consumption on liver and endometrial cancer risk, and some cardiovascular outcomes, comes from observational studies. High consumption of boiled coffee should be avoided due to negative effect on lipid profile. Pregnant women should not exceed the recommended daily dose of caffeine intake of 200 mg set by the European Food Safety Authority as a safe level for the fetus. High consumption of SSBs has consistently been associated with adverse health effects, which is mainly due to excess energy intake, and should be limited. The conflicting results from RCTs and observational studies regarding LNCSBs may be due to revere causation and should be explored further.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38571923/
Marino P. et al.
Nutrients. 2024 Mar 11;16(6):800.
Stile di vita sano e rischio di cancro: fattori di rischio modificabili per prevenire il cancro
Il cancro è diventato un problema serio in tutto il mondo, in quanto rappresenta la principale causa di morte, e la sua incidenza è aumentata nel corso degli anni.
Una potenziale strategia per contrastare la crescente diffusione di varie forme di cancro è l’adozione di strategie di prevenzione, in particolare, l’utilizzo di stili di vita sani, come il mantenimento di un peso forma, seguendo una dieta sana; essere fisicamente attivi; evitare il fumo, il consumo di alcol e l’esposizione al sole; e l’integrazione di vitamina D. Questi fattori di rischio modificabili sono associati a questa malattia, contribuendo al suo sviluppo, alla sua progressione e alla sua gravità.
Questa revisione valuta la relazione tra i fattori di rischio potenzialmente modificabili e lo sviluppo generale del cancro, in particolare il cancro al seno, al colon-retto e alla prostata, ed evidenzia le raccomandazioni aggiornate sulla prevenzione del cancro.
I risultati di numerosi studi clinici ed epidemiologici mostrano chiaramente l’influenza degli stili di vita sullo sviluppo e sulla prevenzione del cancro.
Un’alimentazione scorretta, composta principalmente da grassi saturi e prodotti trasformati, con conseguente aumento del peso corporeo, unita all’inattività fisica, al consumo di alcol e al fumo, ha indotto un aumento dell’incidenza di tutti e tre i tipi di tumore oggetto di studio.
Data l’importanza di adottare stili di vita corretti e sani per prevenire il cancro, le istituzioni globali dovrebbero sviluppare strategie e ambienti che incoraggino le persone ad adottare comportamenti sani e regolari.
Abstract
Healthy Lifestyle and Cancer Risk: Modifiable Risk Factors to Prevent Cancer
Cancer has become a serious problem worldwide, as it represents the main cause of death, and its incidence has increased over the years.
A potential strategy to counter the growing spread of various forms of cancer is the adoption of prevention strategies, in particular, the use of healthy lifestyles, such as maintaining a healthy weight, following a healthy diet; being physically active; avoiding smoking, alcohol consumption, and sun exposure; and vitamin D supplementation. These modifiable risk factors are associated with this disease, contributing to its development, progression, and severity.
This review evaluates the relationship between potentially modifiable risk factors and overall cancer development, specifically breast, colorectal, and prostate cancer, and highlights updated recommendations on cancer prevention.
The results of numerous clinical and epidemiological studies clearly show the influence of lifestyles on the development and prevention of cancer.
An incorrect diet, composed mainly of saturated fats and processed products, resulting in increased body weight, combined with physical inactivity, alcohol consumption, and smoking, has induced an increase in the incidence of all three types of cancer under study.
Given the importance of adopting correct and healthy lifestyles to prevent cancer, global institutions should develop strategies and environments that encourage individuals to adopt healthy and regular behaviors.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38542712/
Buro AW et al.
Breast Cancer Res Treat. 2024 Jul;206(1):1-18.
Interventi sullo stile di vita con strategie dietetiche dopo la diagnosi di cancro al seno: una revisione sistematica
Scopo:
L’obesità può aumentare la mortalità e la morbilità nelle sopravvissute al cancro al seno. Fattori di stile di vita sani come la dieta possono aiutare a gestire il peso in questa popolazione. Questa revisione sistematica ha esaminato gli interventi sullo stile di vita con strategie dietetiche per i sopravvissuti al cancro al seno e il loro effetto sulla dieta e/o sugli esiti correlati al peso.
Metodi:
Le ricerche sono state condotte in Ovidio MEDLINE®ALL (1946-14 febbraio 2022), Embase (Elsevier), CINAHL Complete (EBSCO) e APA PsycArticles (EBSCO), utilizzando parole chiave per dieta, cancro al seno e intervento. La ricerca è stata limitata agli studi sull’uomo, alla lingua inglese e alla data di elaborazione della pubblicazione 2016-2023.
Risultati:
La ricerca ha prodotto 3427 articoli. Dopo la revisione del titolo e dell’abstract, sono stati vagliati 225 articoli full-text e 67 articoli con 61 campioni e interventi distinti hanno soddisfatto i criteri di inclusione. Di questi 61 interventi sullo stile di vita con strategie dietetiche, 43 interventi hanno riguardato anche l’attività fisica.
La maggior parte degli studi sono stati randomizzati controllati (n = 41) e condotti dopo il trattamento (n = 45). L’età media dei partecipanti era di 54 anni. Dei 29 studi che riportavano razza/etnia, 20 (69%) riportavano il ≥50% di partecipanti bianchi. Dei 36 che hanno riportato risultati dietetici, 29 (81%) hanno riportato risultati significativi. Dei 57 che hanno riportato esiti correlati al peso, 51 (89%) hanno riportato risultati significativi.
Conclusione:
Questa revisione ha dimostrato prove promettenti per l’efficacia degli interventi sullo stile di vita con strategie dietetiche nei sopravvissuti al cancro al seno. Tuttavia, mancano interventi culturalmente personalizzati e interventi condotti prima e durante il trattamento.
Abstract
Lifestyle interventions with dietary strategies after breast cancer diagnosis: a systematic review
Purpose:
Obesity can increase mortality and morbidity in breast cancer survivors. Healthy lifestyle factors such as diet can help manage weight in this population. This systematic review examined lifestyle interventions with dietary strategies for breast cancer survivors and their effect on diet and/or weight-related outcomes.
Methods:
Searches were conducted in Ovid MEDLINE® ALL (1946-February 14, 2022), Embase (Elsevier), CINAHL Complete (EBSCO), and APA PsycArticles (EBSCO), using keywords for diet, breast cancer, and intervention. The search was limited to human studies, English language, and publication processing date 2016-2023.
Results:
The search yielded 3427 articles. After title and abstract review, 225 full-text articles were screened, and 67 articles with 61 distinct samples and interventions met inclusion criteria. Of these 61 lifestyle interventions with dietary strategies, 43 interventions also addressed physical activity.
Most studies were randomized controlled trials (n = 41) and conducted post-treatment (n = 45). Mean participant age was 54 years. Of 29 studies that reported race/ethnicity, 20 (69%) reported ≥50% White participants. Of 36 that reported dietary outcomes, 29 (81%) reported significant findings. Of 57 that reported weight-related outcomes, 51 (89%) reported significant findings.
Conclusion:
This review demonstrated promising evidence for the efficacy of lifestyle interventions with dietary strategies in breast cancer survivors. However, culturally tailored interventions and interventions conducted before and during treatment are lacking.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38551752/
Wang P. et al.
Clin J Oncol Nurs. 2024 Mar 15;28(2):197-208.
Revisione sistematica dei fattori di rischio di malnutrizione per identificare i pazienti a rischio nutrizionale con cancro della testa e del collo
Sfondo:
I pazienti con cancro della testa e del collo sono inclini alla malnutrizione, che può portare a esiti negativi per la salute. Una revisione della letteratura ha rivelato una mancanza di revisioni sistematiche che affrontino i fattori di rischio per la malnutrizione in questa popolazione.
Obiettivi:
Questo studio mirava a colmare la lacuna di conoscenza identificando i fattori di rischio per la malnutrizione nei pazienti con cancro della testa e del collo.
Metodi:
È stata condotta una ricerca completa nei database di PubMed®, Web of Science, Embase® e Cochrane Library, dal loro inizio fino a giugno 2023.
Tre ricercatori hanno valutato criticamente i criteri di inclusione ed esclusione. Due ricercatori hanno esaminato in modo indipendente la letteratura e hanno estratto i dati, risolvendo eventuali discrepanze attraverso il consenso.
Risultati:
Questa revisione sistematica comprende 18 studi. I risultati hanno indicato che i fattori di rischio per la malnutrizione nei pazienti con cancro della testa e del collo comprendono fattori legati alla malattia, genetici, di stile di vita, di salute nutrizionale, fisiologici, psicologici e correlati al trattamento.
Abstract
Systematic Review of Malnutrition Risk Factors to Identify Nutritionally At-Risk Patients With Head and Neck Cancer
Background:
Patients with head and neck cancer are prone to malnutrition, which can lead to adverse health outcomes. A review of the literature revealed a lack of systematic reviews addressing risk factors for malnutrition in this population.
Objectives:
This study aimed to fill the knowledge gap by identifying risk factors for malnutrition in patients with head and neck cancer.
Methods:
A comprehensive search was conducted in PubMed®, Web of Science, Embase®, and Cochrane Library databases, spanning from their inception until June 2023.
Three researchers critically evaluated the inclusion and exclusion criteria. Two investigators independently screened the literature and extracted data, resolving any discrepancies through consensus.
Findings:
This systematic review includes 18 studies. The results indicated that risk factors for malnutrition in patients with head and neck cancer encompass disease-related, genetic, lifestyle, nutritional health, physiologic, psychological, and treatment-related factors.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38511915/
Hosseini F. et al.
Clin Nutr ESPEN. 2024 Feb;59:378-386.
Una meta-analisi dose-risposta di studi clinici randomizzati che indagano gli effetti della supplementazione di omega-3 sul peso corporeo in pazienti con cachessia tumorale
Sfondo:
La cachessia è uno degli effetti collaterali delle malattie tumorali che può essere una riduzione del peso e una minore sopravvivenza globale.
La perdita di peso è stata associata a esiti avversi sia nei pazienti oncologici che nei pazienti con malattie benigne. Non esiste un trattamento definitivo per la cachessia completamente inversa. Gli studi hanno mostrato livelli più elevati di marcatori infiammatori nei pazienti con cancro cachettico.
Pertanto, questo studio mirava a indagare gli effetti dose-risposta degli omega-3 come integratore antinfiammatorio sul peso corporeo nei pazienti con cachessia tumorale.
Metodi:
Fino a gennaio 2022 le banche dati online, tra cui PubMed, Scopus e Web of Science, sono state sistematicamente ricercate per parole chiave pertinenti. L’analisi degli effetti casuali è stata applicata per eseguire la meta-analisi. Sono state eseguite analisi di sottogruppi per trovare fonti di eterogeneità. La valutazione della qualità è stata condotta utilizzando lo strumento II della Revised Cochrane Collaboration. Sono state inoltre effettuate analisi di trim e fill in caso di presenza di bias di pubblicazione. La certezza delle valutazioni è stata valutata con l’approccio GRADE.
Risultati:
L’integrazione di Omega-3 ha determinato un aumento significativo del peso corporeo nei pazienti con cachessia tumorale quando l’età dei partecipanti allo studio era di ≥67 anni e il peso basale di loro era di ≤60 kg (WMD = 0,99; IC 95%: 0,06, 1,92 e WMD = 1,22; IC 95%: 0,14, 2,30, rispettivamente).
Inoltre, c’era una relazione lineare non significativa tra il dosaggio di integrazione di omega-3 e il peso corporeo nei pazienti con cachessia tumorale.
Conclusione:
L’integrazione di Omega-3 può essere un agente promettente per aumentare il peso corporeo nei pazienti con cachessia tumorale. Inoltre, in questi pazienti è stata riscontrata una relazione lineare non significativa tra il dosaggio dell’integrazione di omega-3 e il peso corporeo.
Abstract
A dose-response meta-analysis of randomized clinical trials investigating the effects of omega-3 supplementation on body weight in patients with cancer cachexia
Background:
Cachexia is one of the side effects of cancer diseases that can be reduced weight, and lower overall survival.
Weight loss has been associated with adverse outcomes in both cancer patients and patients with benign diseases. There is no definitive treatment for fully reverse cachexia. studies showed higher levels of inflammatory markers in patient with cachectic cancer.
Therefore, this study aimed to investigate the dose-response effects of omega-3 as an anti-inflammatory supplement on body weight in patients with cancer cachexia.
Methods:
Online databases including PubMed, Scopus, and Web of Science were systematically searched by relevant keywords up to January 2022. Random effect analysis was applied to perform meta-analysis. Subgroup analyses were performed to find heterogeneity sources. Quality assessment was conducted using Revised Cochrane Collaboration’s tool II. Trim and fill analysis were also carried out in case of the presence of publication bias. The certainty in the evaluations was assessed by the GRADE approach.
Results:
Omega-3 supplementation resulted in a significant increase of body weight in patients with cancer cachexia when the age of study participants was ≥67 years and the baseline weight of them was ≤60 kg (WMD = 0.99; 95 % CI: 0.06, 1.92 and WMD = 1.22; 95 % CI: 0.14, 2.30, respectively).
Also, there was a non-significant linear relationship between the dosage of omega-3 supplementation and body weight in patients with cancer cachexia.
Conclusion:
Omega-3 supplementation may be a promising agent to increase body weight in patients with cancer cachexia. Also, a non-significant linear relationship between the dosage of omega-3 supplementation and body weight was found in these patients.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38220400/
Kumavath R. et al.
Int J Oncol. 2024 Jan;64(1):4.
Effetti del microbioma intestinale e dell’obesità sullo sviluppo, la progressione e la prevenzione del cancro (Recensione)
Il cancro è una delle principali cause di morte in tutto il mondo e si stima che il tasso di mortalità del cancro aumenterà nei prossimi anni.
L’eziologia dello sviluppo e della progressione del cancro è multifattoriale.
Sono state acquisite conoscenze sull’associazione tra il microbioma umano e la malignità delle cellule tumorali.
Un certo numero di specie microbiche commensali sono presenti nell’intestino umano. Svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento di diverse condizioni di salute e malattia, come le malattie infiammatorie intestinali, la sindrome dell’intestino irritabile, l’obesità e il diabete.
I principali fattori noti coinvolti nello sviluppo del cancro includono l’età, i livelli ormonali, il consumo di alcol, la dieta, il sovrappeso, l’obesità e le infezioni, indipendentemente dal tipo di cancro.
Pertanto, la presente revisione mira a discutere la relazione tra il microbioma intestinale e le neoplasie associate all’obesità, tra cui il cancro del colon-retto, dello stomaco e del fegato. È stato segnalato che l’obesità contribuisce allo sviluppo di numerosi tipi di cancro causati principalmente dall’assunzione di cibi grassi. Inoltre, le alterazioni del microbioma associate all’obesità possono portare al cancro e alla sua progressione.
La disbiosi del microbiota intestinale può alterare il profilo dei metaboliti, aumentando al contempo i livelli di tossine, come la tossina Bacteroides fragilis e la colibattina e la tossina distendente citoletale, responsabili dell’oncogenesi.
La presente revisione fornisce approfondimenti sull’impatto della disbiosi del microbioma intestinale sulla progressione di diversi tipi di tumori associati all’obesità. Discute anche le possibili strategie per preservare un microbioma intestinale sano. Sono disponibili diversi modelli preclinici e clinici per lo studio dello sviluppo del cancro a valle della disbiosi del microbioma intestinale. Inoltre, verrà discusso il ruolo dei metaboliti o dei farmaci impiegati nella terapia del cancro del colon-retto, dello stomaco e del fegato.
Abstract
Effects of gut microbiome and obesity on the development, progression and prevention of cancer (Review)
Cancer is one of the leading causes of death worldwide and it is estimated that the mortality rate of cancer will increase in the coming years.
The etiology of the development and progression of cancer is multifactorial.
Insights have been gained on the association between the human microbiome and tumor cell malignancy.
A number of commensal microbe species are present in the human gut. They serve pivotal roles in maintaining several health and disease conditions, such as inflammatory bowel disease, irritable bowel syndrome, obesity and diabetes.
Known major factors involved in cancer development include age, hormone levels, alcohol consumption, diet, being overweight, obesity, and infections, regardless of the type of cancer.
Therefore, the present review aims to discuss the relationship between the gut microbiome and obesity‑associated malignancies, including colorectal, gastric and liver cancer. Obesity has been reported to contribute to the development of numerous types of cancer primarily caused by high fatty food intake. In addition, obesity‑associated microbiome alterations can lead to cancer and its progression.
Dysbiosis of the gut microbiota can alter the metabolite profile, whilst increasing the levels of toxins, such as Bacteroides fragilis toxin and colibactin and cytolethal distending toxin, which are responsible for oncogenesis.
The present review provides insights into the impact of gut microbiome dysbiosis on the progression of different types of cancers associated with obesity. It also discusses possible strategies for preserving a healthy gut microbiome. Different pre‑clinical and clinical models are available for studying cancer development downstream of gut microbiome dysbiosis. Furthermore, the role of metabolites or drugs employed in colorectal, gastric and liver cancer therapy would be discussed.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37997816/
Eshaghian N. et al.
Front Nutr. 2023 Dec 21;10:1301335.
Bevande zuccherate, succhi di frutta naturali e cancro: cosa sappiamo e cosa c’è ancora da valutare
Il cancro è noto come una delle principali cause di morte nel mondo. Oltre alla mortalità precoce, il cancro è associato alla disabilità nei pazienti affetti.
Tra i fattori di rischio ambientali, particolare attenzione è stata rivolta al ruolo dei fattori dietetici.
Negli ultimi decenni è aumentato il consumo di bevande zuccherate (SSB) e succhi di frutta naturali.
Diversi studi hanno valutato gli effetti di queste bevande sulla salute umana e hanno scoperto che una maggiore assunzione di SSB è associata a un maggiore rischio di obesità, diabete, malattie cardiovascolari, ipertensione e steatosi epatica non alcolica.
Tuttavia, le prove attuali sull’incidenza e la mortalità del cancro non sono conclusive.
Nella presente revisione, si è concluso che l’assunzione di SSB potrebbe essere positivamente associata all’incidenza/mortalità del cancro attraverso i loro effetti crescenti sull’obesità, sui biomarcatori infiammatori, sui livelli sierici del fattore di crescita insulino-simile I (IGF-I) e sui prodotti finali della glicazione avanzata.
Un’associazione così positiva è stata osservata anche per i succhi di frutta naturali. Tuttavia, i tipi di succhi di frutta naturali non sono stati considerati nella maggior parte degli studi precedenti.
Inoltre, alcuni tipi di cancro, tra cui i tumori cerebrali, polmonari e renali, non sono stati valutati in relazione agli SSB e ai succhi di frutta naturali. Pertanto, sono necessari ulteriori studi al riguardo.
Abstract
Sugar sweetened beverages, natural fruit juices, and cancer: what we know and what still needs to be assessed
Cancer is known as one of the leading causes of death in the world. In addition to early mortality, cancer is associated with disability in affected patients.
Among environmental risk factors, special attention has been paid to the role of dietary factors.
In recent decades, the consumption of sugar-sweetened beverages (SSBs) and natural fruit juices has increased.
Several studies have assessed the effects of these beverages on human health and found that a higher intake of SSBs is associated with a greater risk of obesity, diabetes, cardiovascular diseases, hypertension, and non-alcoholic fatty liver disease.
However, current evidence for cancer incidence and mortality is not conclusive.
In the current review, we concluded that SSBs intake might be positively associated with cancer incidence/mortality through their increasing effects on obesity, inflammatory biomarkers, serum levels of insulin-like growth factor-I (IGF-I), and advanced glycation end-products.
Such a positive association was also seen for natural fruit juices. However, types of natural fruit juices were not considered in most previous studies.
In addition, some types of cancer including brain, lung, and renal cancers were not assessed in relation to SSBs and natural fruit juices. Therefore, further studies are needed in this regard.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38178975/
Tecchio Borsoi F. et al.
Crit Rev Food Sci Nutr. 2023 Dec 13:1-18.
Approccio multi-omico per comprendere l’influenza dei polifenoli nel carcinoma ovarico per la nutrizione di precisione: una mini-review
L’impatto dei polifenoli nel carcinoma ovarico è ampiamente studiato osservando l’espressione genica, le alterazioni epigenetiche e i meccanismi molecolari basati su nuove tecnologie “omiche”. Pertanto, la combinazione di tecnologie omiche con l’uso di composti fenolici può rappresentare un approccio promettente alla nutrizione di precisione nel cancro.
Questo articolo fornisce una rassegna aggiornata che coinvolge le attuali applicazioni delle tecnologie ad alto rendimento nel carcinoma ovarico, il ruolo dei polifenoli alimentari e i loro effetti meccanicistici nel carcinoma ovarico, e lo stato attuale e le sfide della nutrizione di precisione e la loro relazione con i big data.
Le tecnologie ad alto rendimento in diverse scienze omiche possono fornire informazioni rilevanti da diversi aspetti per l’identificazione di biomarcatori per la diagnosi, la prognosi e la selezione di terapie specifiche per un trattamento personalizzato. Inoltre, il campo delle scienze omiche può fornire una migliore comprensione del ruolo dei polifenoli e della loro funzione come molecole di segnalazione nella prevenzione e nel trattamento del cancro ovarico.
Sebbene sia stato osservato un aumento del numero di indagini, ci sono diversi approcci di acquisizione, analisi e integrazione dei dati che devono ancora essere migliorati e la standardizzazione di queste pratiche deve ancora essere implementata negli studi clinici.
Abstract
A multi-omics approach to understand the influence of polyphenols in ovarian cancer for precision nutrition: a mini-review
The impact of polyphenols in ovarian cancer is widely studied observing gene expression, epigenetic alterations, and molecular mechanisms based on new ‘omics’ technologies. Therefore, the combination of omics technologies with the use of phenolic compounds may represent a promising approach to precision nutrition in cancer.
This article provides an updated review involving the current applications of high-throughput technologies in ovarian cancer, the role of dietary polyphenols and their mechanistic effects in ovarian cancer, and the current status and challenges of precision nutrition and their relationship with big data.
High-throughput technologies in different omics science can provide relevant information from different facets for identifying biomarkers for diagnosis, prognosis, and selection of specific therapies for personalized treatment. Furthermore, the field of omics sciences can provide a better understanding of the role of polyphenols and their function as signaling molecules in the prevention and treatment of ovarian cancer.
Although we observed an increase in the number of investigations, there are several approaches to data acquisition, analysis, and integration that still need to be improved, and the standardization of these practices still needs to be implemented in clinical trials.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38091344/
Kristensen MB.
Maturitas. 2023 Dec;178:107843.
Gestire i problemi alimentari dopo il cancro
Il trattamento del cancro può causare problemi alimentari limitanti che persistono o insorgono mesi o anni dopo il trattamento, con conseguenze negative per lo stato nutrizionale, la funzione fisica e sociale e la qualità della vita del sopravvissuto. Pertanto, i servizi di follow-up post-trattamento e di riabilitazione oncologica dovrebbero mirare a supportare il sopravvissuto nella gestione dei problemi alimentari correlati al trattamento.
Questa revisione narrativa riassume le evidenze e fornisce una panoramica degli interventi per gestire i problemi alimentari dopo il cancro.
Gli interventi sono raggruppati in quattro: 1) interventi a base alimentare, tra cui l’alternanza di cibo/liquidi e la sperimentazione attraverso la strategia per tentativi ed errori per trovare alimenti tollerati; 2) interventi comportamentali alimentari, comprese le istruzioni sulle tecniche di deglutizione, la postura e gli utensili; 3) interventi di supporto psicosociale, compresi gli interventi di gruppo e gli interventi che coinvolgono i parenti; e 4) interventi fisici, compresi esercizi per migliorare la disfagia o il trisma.
Mentre gli interventi fisici sono supportati da prove provenienti da diversi studi di intervento, sono stati identificati pochi studi che valutano l’effetto di altri tipi di interventi nei sopravvissuti. Invece, i dati qualitativi e osservativi che forniscono approfondimenti sulle esperienze e sulle strategie di coping applicate dai sopravvissuti con problemi alimentari sono alla base della necessità di altri tipi di interventi.
Poiché la ricerca esistente si concentra principalmente sui sopravvissuti al cancro della testa e del collo, sono rilevanti studi futuri sull’organizzazione e sugli effetti degli interventi volti a gestire i problemi alimentari tra diversi gruppi di sopravvissuti.
Abstract
Managing eating problems after cancer
Cancer treatment can cause food-limiting eating problems that persist or arise months or years after treatment, with negative consequences for the survivor’s nutritional status, physical and social function, and quality of life. Hence, post-treatment follow-up and cancer rehabilitation services should aim to support the survivor in managing treatment-related eating problems.
This narrative review summarizes the evidence on and provides an overview of interventions to manage eating problems after cancer.
Interventions are grouped into four: 1) food-based interventions, including alternating food/fluids and experimenting through the trial-and-error strategy to find tolerated foods; 2) eating behavioral interventions, including instructions on swallowing techniques, posture, and utensils; 3) psychosocial support interventions, including group-based interventions and interventions including relatives; and 4) physical interventions, including exercises to improve dysphagia or trismus.
While physical interventions are supported by evidence from several intervention studies, few studies evaluating the effect of other types of interventions in survivors were identified. Instead, qualitative and observational data providing insights on experiences of and coping strategies applied by survivors with eating problems underpin the need for the other types of interventions.
Since existing research primarily focuses on survivors of head and neck cancer, future studies on the organization and effects of interventions aimed at managing eating problems among different groups of survivors are relevant.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37659131/
Kroemer G, Chan TA, Eggermont AMM, Galluzzi L.
CA Cancer J Clin. 2024 Mar-Apr;74(2):187-202.
Immunosorveglianza nella gestione clinica del cancro
La progressione del cancro comporta un passaggio critico in cui le cellule maligne sfuggono al controllo del sistema immunitario.
Gli agenti antineoplastici sono particolarmente efficaci quando riescono a ripristinare tale controllo (immunosorveglianza) o almeno a stabilire uno stato di equilibrio che rallenta la progressione della malattia.
Questo è vero non solo per le immunoterapie, come gli inibitori del checkpoint immunitario (ICI), ma anche per la chemioterapia convenzionale, gli agenti antitumorali mirati e la radioterapia. Pertanto, le terapie che stressano e uccidono le cellule tumorali provocando una risposta immunitaria mirata al tumore, nota come morte cellulare immunogenica, sono particolarmente utili in combinazione con gli ICI.
I moderni regimi oncologici utilizzano sempre più spesso tali combinazioni, denominate chemioimmunoterapia, nonché combinazioni di più ICI. Tuttavia, questi ultimi sono generalmente associati a gravi effetti collaterali rispetto agli ICI a singolo agente.
Da notare che il successo di queste strategie combinatorie contro i tumori localmente avanzati o metastatici sta ora stimolando i tentativi di successo di spostarle dal setting postoperatorio (adiuvante) al setting preoperatorio (neoadiuvante), anche per i pazienti con tumori operabili.
Qui, gli autori discutono criticamente l’importanza dell’immunosorveglianza nella moderna gestione clinica del cancro.
Abstract
Immunosurveillance in clinical cancer management
The progression of cancer involves a critical step in which malignant cells escape from control by the immune system.
Antineoplastic agents are particularly efficient when they succeed in restoring such control (immunosurveillance) or at least establish an equilibrium state that slows down disease progression.
This is true not only for immunotherapies, such as immune checkpoint inhibitors (ICIs), but also for conventional chemotherapy, targeted anticancer agents, and radiation therapy. Thus, therapeutics that stress and kill cancer cells while provoking a tumor-targeting immune response, referred to as immunogenic cell death, are particularly useful in combination with ICIs.
Modern oncology regimens are increasingly using such combinations, which are referred to as chemoimmunotherapy, as well as combinations of multiple ICIs. However, the latter are generally associated with severe side effects compared with single-agent ICIs.
Of note, the success of these combinatorial strategies against locally advanced or metastatic cancers is now spurring successful attempts to move them past the postoperative (adjuvant) setting to the preoperative (neoadjuvant) setting, even for patients with operable cancers.
Here, the authors critically discuss the importance of immunosurveillance in modern clinical cancer management.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37880100/
Amiri Khosroshahi R. et al.
Nutr Rev. 2023 Aug 10;81(9):1200-1212.
Interventi nutrizionali per la prevenzione e il trattamento della mucosite orale indotta dalla terapia del cancro: una revisione ombrello di revisioni sistematiche e meta-analisi
Contesto:
Ad oggi, l’efficacia degli interventi nutrizionali sulla mucosite orale (OM) nei pazienti con cancro e la qualità di questa evidenza non sono state esplorate.
Obiettivo:
L’obiettivo di questa revisione ad ombrello era quello di fornire una valutazione completa degli interventi nutrizionali per i pazienti con cancro con OM, nonché di valutare la qualità di questa evidenza.
Fonti dei dati:
Le meta-analisi sono state ricercate utilizzando i database PubMed, Scopus e ISI Web of Science fino a dicembre 2021, senza limiti di tempo.
Estrazione dei dati:
Le meta-analisi di studi di controllo randomizzati che hanno valutato gli effetti degli interventi nutrizionali sull’incidenza di OM nei pazienti con cancro hanno avuto criteri di inclusione per questa revisione ad ombrello. L’estrazione dei dati, la valutazione della qualità delle meta-analisi e gli studi primari sono stati condotti in modo indipendente da 2 autori. La tecnica di valutazione, sviluppo e valutazione delle raccomandazioni è stata utilizzata per valutare la certezza delle prove.
Analisi dei dati:
Un totale di 26 meta-analisi sono state incluse in questa revisione ad ombrello.
I risultati hanno mostrato che miele, glutammina e propoli possono ridurre l’incidenza di OM grave, sulla base di una moderata qualità dell’evidenza. Inoltre, l’integrazione di zinco ha ridotto significativamente l’incidenza di OM, indipendentemente dalla gravità dei sintomi; tuttavia, è stata osservata una bassa certezza delle prove. Gli effetti della vitamina E, della curcumina e dei probiotici sull’OM non erano statisticamente significativi.
Conclusione:
Questa revisione dell’ombrello mostra che miele, glutammina e propoli possono ridurre significativamente l’incidenza di OM grave. Questi risultati devono essere confermati con studi randomizzati longitudinali controllati ben progettati.
Abstract
Nutritional interventions for the prevention and treatment of cancer therapy-induced oral mucositis: an umbrella review of systematic reviews and meta-analysis
Context:
To date, the efficacy of nutritional interventions on oral mucositis (OM) in patients with cancer, and the quality of this evidence have not been explored.
Objective:
The goal of this umbrella review was to provide a comprehensive evaluation of nutritional interventions for patients with cancer with OM, as well as to assess the quality of this evidence.
Data sources:
Meta-analyses were searched for using PubMed, Scopus, and ISI Web of Science databases until December 2021, with no time restrictions.
Data extraction:
Meta-analyses of randomized control trials that evaluated the effects of nutritional interventions on the incidence of OM in patients with cancer had inclusion criteria for this umbrella review. Data extraction, quality assessment of meta-analyses, and primary studies were done independently by 2 authors. The Grading of Recommendations Assessment, Development, and Evaluation technique was used to grade the certainty of evidence.
Data analysis:
A total of 26 meta-analyses were included in this umbrella review.
The results showed that honey, glutamine, and propolis can reduce the incidence of severe OM, based on moderate evidence quality. In addition, zinc supplementation significantly reduced the incidence of OM, regardless of symptom severity; however, low certainty of the evidence was observed. The effects of vitamin E, curcumin, and probiotics on OM were not statistically significant.
Conclusion:
This umbrella review shows that honey, glutamine, and propolis can significantly reduce the incidence of severe OM. These findings need to be confirmed with well-designed, longitudinal randomized controlled trials.
Systematic review registration: PROSPERO registration no. CRD42022301010.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36763701/
Kumar A, Chinnathambi S, Kumar M, Pandian GN.
Nutr Cancer. 2023;75(9):1710-1742.
Assunzione di cibo e cancro del colon-retto
Il cancro del colon-retto (CRC) è responsabile di notevoli decessi in tutto il mondo. Diversi fattori di rischio modificabili, tra cui un’elevata assunzione di determinati alimenti e bevande possono causare CRC.
Questa revisione ha riassunto le ultime scoperte sull’assunzione di vari alimenti, nutrienti, ingredienti e bevande sullo sviluppo del CRC, con l’obiettivo di classificarli come fattore di rischio o protettivo.
I prodotti alimentari ad alto rischio includono carne rossa, carne lavorata, uova, elevato consumo di alcol, bevande zuccherate e caramelle al cioccolato.
I prodotti alimentari che sono protettivi includono latte, formaggio e altri prodotti lattiero-caseari, frutta, verdura (in particolare crocifere), cereali integrali, legumi (in particolare semi di soia), pesce, tè (in particolare tè verde), caffè (in particolare tra gli asiatici), cioccolato e consumo moderato di alcol (in particolare vino).
I nutrienti / ingredienti ad alto rischio includono grassi alimentari da fonti animali e acidi grassi trans industriali (oli idrogenati semisolidi / solidi), coloranti alimentari sintetici, glutammato monosodico, biossido di titanio e sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio.
I nutrienti / ingredienti protettivi includono fibre alimentari (in particolare da cereali), acidi grassi (acidi grassi saturi a catena media e dispari e acidi grassi altamente insaturi, compresi gli acidi grassi polinsaturi omega-3), calcio, polifenoli, curcumina, selenio, zinco, magnesio e vitamine A, C, D, E e B (in particolare B6, B9e B2).
Una combinazione di micronutrienti e multivitaminici sembra anche essere utile nel ridurre l’incidenza ricorrente dell’adenoma.
Abstract
Food Intake and Colorectal Cancer
Colorectal cancer (CRC) accounts for considerable mortalities worldwide. Several modifiable risk factors, including a high intake of certain foods and beverages can cause CRC.
This review summarized the latest findings on the intake of various foods, nutrients, ingredients, and beverages on CRC development, with the objective of classifying them as a risk or protective factor.
High-risk food items include red meat, processed meat, eggs, high alcohol consumption, sugar-sweetened beverages, and chocolate candy.
Food items that are protective include milk, cheese and other dairy products, fruits, vegetables (particularly cruciferous), whole grains, legumes (particularly soy beans), fish, tea (particularly green tea), coffee (particularly among Asians), chocolate, and moderate alcohol consumption (particularly wine).
High-risk nutrients/ingredients include dietary fat from animal sources and industrial trans-fatty acids (semisolid/solid hydrogenated oils), synthetic food coloring, monosodium glutamate, titanium dioxide, and high-fructose corn sirup.
Nutrients/ingredients that are protective include dietary fiber (particularly from cereals), fatty acids (medium-chain and odd-chain saturated fatty acids and highly unsaturated fatty acids, including omega-3 polyunsaturated fatty acids), calcium, polyphenols, curcumin, selenium, zinc, magnesium, and vitamins A, C, D, E, and B (particularly B6, B9, and B2).
A combination of micronutrients and multi-vitamins also appears to be beneficial in reducing recurrent adenoma incidence.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37572059/
Zwart NRK. et al.
Crit Rev Oncol Hematol. 2023 Aug;188:104061.
Folati, acido folico e tossicità indotte dalla chemioterapia: una revisione sistematica della letteratura
Il metabolismo dei folati è un bersaglio per vari farmaci chemioterapici. Il folato e la sua variante sintetica dell’acido folico sono vitamine del gruppo B.
In che misura queste vitamine influenzano la tolleranza al trattamento nei pazienti con cancro rimane poco chiaro.
È stata condotta una revisione sistematica della letteratura sull’assunzione e lo stato di folato e acido folico in relazione alle tossicità indotte dalla chemioterapia nei bambini e negli adulti con cancro.
Sono state identificate un totale di 6231 pubblicazioni, di cui 40 hanno soddisfatto i criteri di inclusione.
In 12 studi su 22 incentrati sugli antifolati, uno stato carente di folato e una minore assunzione di folato e acido folico sono stati associati a un rischio più elevato di tossicità. In 8 dei 14 studi incentrati sui trattamenti con fluoropirimidine, uno stato e un’assunzione di folato più elevati sono stati associati a un rischio più elevato di tossicità.
Questi risultati potrebbero spiegare le differenze interindividuali nella tolleranza al trattamento ed evidenziare l’importanza di valutare lo stato nutrizionale nella cura oncologica.
Abstract
Folate, folic acid, and chemotherapy-induced toxicities: A systematic literature review
Folate metabolism is a target for various chemotherapeutic drugs. Folate and its synthetic variant folic acid are B-vitamins.
To what extent these vitamins impact treatment tolerance in patients with cancer remains unclear.
A systematic literature review was conducted on intake and status of folate and folic acid in relation to chemotherapy-induced toxicities in children and adults with cancer.
A total of 6231 publications were identified, of which 40 publications met the inclusion criteria.
In 12 out of 22 studies focusing on antifolates, a deficient folate status and lower folate and folic acid intake were associated with a higher risk of toxicities. In 8 out of 14 studies focusing on fluoropyrimidine treatments, a higher folate status and intake were associated with a higher risk of toxicities.
These findings might explain interindividual differences in treatment tolerance and highlight the importance of evaluating nutritional status in oncology care.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37353179/
Turkiewicz J, Garcia M, Li Z, Surampudi V.
Nutr Clin Pract. 2023 Aug;38(4):749-760.
Carenze di micronutrienti nei pazienti con cancro gastrointestinale: trattare o non trattare
Gli integratori alimentari sono ampiamente utilizzati tra i pazienti con cancro.
Il pubblico in generale percepisce gli integratori come agenti antitumorali e antitossici più naturali e spesso gli integratori vengono utilizzati senza la conoscenza del medico curante.
In ambito clinico, ci sono preoccupazioni che gli integratori possano ridurre l’efficacia della chemioterapia e / o della radioterapia e, di conseguenza, l’integrazione è evitata.
Esiste un corpo di letteratura che valuta le carenze di micronutrienti, l’integrazione e il rischio di cancro; Tuttavia, si sa poco sui rischi del trattamento delle carenze di micronutrienti in tumori specifici. Tra i tipi di tumori, i pazienti con tumori gastrointestinali sono ad alto rischio di sviluppare malnutrizione e, successivamente, possibili carenze di micronutrienti.
Questa revisione mira a valutare gli effetti dell’integrazione di micronutrienti specifici in pazienti con cancro dell’apparato digerente.
Abstract
Micronutrient deficiencies in patients with gastrointestinal cancer: To treat or not to treat
Nutrition supplements are widely used among patients with cancer.
The general public perceives supplements as more natural anticancer and antitoxicity agents, and often supplements are used without the knowledge of the treating physician.
In the clinical setting, there are concerns that supplements may decrease effectiveness of chemotherapy and/or radiotherapy and, as a result, supplementation is avoided.
There is a body of literature evaluating micronutrient deficiencies, supplementation, and cancer risk; however, little is known about the risks of treatment of micronutrient deficiencies in specific cancers. Of the types of cancers, patients with gastrointestinal cancers are at high risk of developing malnutrition and, subsequently, possible micronutrient deficiencies.
This review aims to evaluate the effects of supplementation of specific micronutrients in patients with cancer of the digestive tract.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37280762/
Peterle L. et al.
Foods. 2023 Jul 7;12(13):2629.
Il ruolo dei nutraceutici e degli alimenti funzionali nel cancro della pelle: meccanismi e potenziale terapeutico
Il cancro della pelle è un tipo prevalente di cancro in tutto il mondo e ha un alto tasso di crescita rispetto ad altre malattie.
Sebbene le moderne terapie mirate abbiano migliorato la gestione delle neoplasie cutanee, vi è un urgente bisogno di una strategia di chemioprevenzione e trattamento più sicura, più economica ed efficace per il cancro della pelle.
I nutraceutici, che sono sostanze naturali derivate dal cibo, sono emersi come una potenziale opzione di trattamento alternativo o aggiuntivo.
In questa recensione, vengono esplorate le attuali prove sull’uso di acidi grassi omega-3 e polifenoli (curcumina, epigallocatechina gallato, apigenina, resveratrolo e genisteina) per il trattamento del melanoma e del cancro della pelle non melanoma (NMSC), nonché nella loro prevenzione. Vengono discussi i meccanismi d’azione dei suddetti nutraceutici e i loro probabili benefici terapeutici nel cancro della pelle.
Gli acidi grassi omega-3, la curcumina, l’epigallocatechina gallato, l’apigenina, il resveratrolo e la genisteina hanno diverse proprietà, tra cui antinfiammatorie e antitumorali, che possono aiutare a prevenire e curare il cancro della pelle. Tuttavia, la loro efficacia è limitata a causa della scarsa biodisponibilità. Le nanoparticelle e altri sistemi di rilascio possono migliorare il loro assorbimento e targeting.
Sono necessarie ulteriori ricerche per valutare la loro sicurezza ed efficacia come approccio naturale alla prevenzione e al trattamento del cancro della pelle. Questi composti non dovrebbero sostituire i trattamenti convenzionali contro il cancro, ma possono essere utilizzati come terapia complementare sotto la guida di un operatore sanitario.
Abstract
The Role of Nutraceuticals and Functional Foods in Skin Cancer: Mechanisms and Therapeutic Potential
Skin cancer is a prevalent type of cancer worldwide and has a high growth rate compared to other diseases.
Although modern targeted therapies have improved the management of cutaneous neoplasms, there is an urgent requirement for a safer, more affordable, and effective chemoprevention and treatment strategy for skin cancer.
Nutraceuticals, which are natural substances derived from food, have emerged as a potential alternative or adjunctive treatment option.
In this review, we explore the current evidence on the use of omega-3 fatty acids and polyphenols (curcumin, epigallocatechin gallate, apigenin, resveratrol, and genistein) for the treatment of melanoma and non-melanoma skin cancer (NMSC), as well as in their prevention. We discuss the mechanisms of action of the aforementioned nutraceuticals and their probable therapeutic benefits in skin cancer.
Omega-3 fatty acids, curcumin, epigallocatechin gallate, apigenin, resveratrol, and genistein have several properties, among which are anti-inflammatory and anti-tumor, which can help to prevent and treat skin cancer. However, their effectiveness is limited due to poor bioavailability. Nanoparticles and other delivery systems can improve their absorption and targeting.
More research is needed to evaluate their safety and effectiveness as a natural approach to skin cancer prevention and treatment. These compounds should not replace conventional cancer treatments, but may be used as complementary therapy under the guidance of a healthcare professional.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37444367/
Diaz C. et al.
Adv Nutr. 2023 Jul;14(4):710-717.
Bevande zuccherate artificialmente e risultati sulla salute: una revisione ombrello
Il consumo di bevande zuccherate artificialmente (ASB) è in aumento in alcuni paesi. Tuttavia, alcune meta-analisi hanno rilevato che i consumatori abituali di ASB (rispetto al consumo basso o nullo) avevano un rischio maggiore su alcuni esiti di salute.
E’ stata eseguita una revisione ombrello di meta-analisi per valutare la credibilità delle prove di presunte associazioni osservazionali tra ASB e risultati sulla salute.
I dati sono stati cercati in Web of Science, Embase e PubMed per revisioni sistematiche pubblicate fino al 25 maggio 2022, esaminando l’associazione tra ASB e qualsiasi risultato sulla salute.
La certezza delle prove per ciascun risultato sanitario è stata ottenuta sulla base dei risultati statistici dei test utilizzati nelle revisioni ombrello. Lo strumento AMSTAR-2 (16 elementi) è stato utilizzato per identificare revisioni sistematiche di alta qualità. Le risposte di ciascun elemento sono state valutate come sì, no o sì parziale (per una parziale aderenza allo standard).
Sono stati inclusi i dati di 11 meta-analisi con popolazione unica, esposizione, gruppo di confronto, esito ottenuto da 7 revisioni sistematiche (51 studi di coorte e 4 studi caso-controllo).
Gli ASB sono stati associati a un rischio più elevato di obesità, diabete di tipo 2, mortalità per tutte le cause, ipertensione e incidenza di malattie cardiovascolari (supportate da prove altamente suggestive). Le prove per altri esiti (cancro del colon-retto, cancro del pancreas, cancro gastrointestinale, mortalità per cancro, mortalità cardiovascolare, malattia renale cronica, malattia coronarica e ictus) erano deboli.
I risultati della valutazione della qualità delle revisioni sistematiche utilizzando AMSTAR-2 hanno mostrato alcune notevoli carenze: fonti poco chiare di finanziamento degli studi ammissibili e mancanza di protocolli di studio predefiniti per guidare gli autori.
Il consumo di ASB è stato associato a un rischio più elevato di obesità, diabete di tipo 2, mortalità per tutte le cause, ipertensione e incidenza di malattie cardiovascolari.
Tuttavia, sono ancora necessari ulteriori studi di coorte e studi clinici sugli esseri umani per comprendere l’impatto degli ASB sui risultati di salute.
Abstract
Artificially Sweetened Beverages and Health Outcomes: An Umbrella Review
The consumption of artificially sweetened beverages (ASBs) is increasing in some countries. However, some meta-analyses have found that habitual consumers of ASBs (compared with low or no consumption) had an increased risk on some health outcomes.
We performed an umbrella review of meta-analyses to grade the credibility of the evidence of claimed observational associations between ASBs and health outcomes.
Data were searched in Web of Science, Embase, and PubMed for systematic reviews published up to 25 May 2022, examining association between ASBs and any health outcomes.
Certainty of the evidence for each health outcome was obtained based on statistical results of tests used in umbrella reviews. The AMSTAR-2 tool (16 items) was used to identify high-quality systematic reviews. Answers of each item were rated as yes, no, or partial yes (for a partial adherence to the standard).
We included data from 11 meta-analyses with unique population, exposure, comparison group, outcome obtained from 7 systematic reviews (51 cohort studies and 4 case-control studies).
ASBs were associated with higher risk of obesity, type 2 diabetes, all-cause mortality, hypertension, and cardiovascular disease incidence (supported by highly suggestive evidence). Evidence for other outcomes (colorectal cancer, pancreatic cancer, gastrointestinal cancer, cancer mortality, cardiovascular mortality, chronic kidney disease, coronary artery disease, and stroke) was weak.
Results of the quality assessment of systematic reviews using AMSTAR-2 showed some notable deficiencies: unclear sources of funding of eligible studies and lack of predefined study protocols to guide authors.
The consumption of ASBs was associated with a higher risk of obesity, type 2 diabetes, all-cause mortality, hypertension, and cardiovascular disease incidence.
However, further cohort studies and clinical trials in humans are still needed to understand the impact of ASBs on health outcomes.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37187453/
Gwenzi T. et al.
Clin Nutr. 2023 Jul;42(7):1142-1150.
Effetti della supplementazione di vitamina D sulla risposta infiammatoria in pazienti con cancro e lesioni precancerose: revisione sistematica e meta-analisi di studi randomizzati
Contesto e obiettivi:
L’infiammazione svolge un ruolo chiave nello sviluppo e nella progressione del tumore. La vitamina D ha potenziali effetti di soppressione del tumore attraverso la modulazione dei processi infiammatori. Lo scopo di questa revisione sistematica e meta-analisi di studi randomizzati controllati (RCT) era quello di riassumere e valutare gli effetti della vitamina D3 (VID3S) su biomarcatori infiammatori sierici tra pazienti con cancro o lesioni precancerose.
Metodi:
Abbiamo cercato nei database PubMed, Web of Science e Cochrane fino a novembre 2022. Gli effetti di VID3S sono stati stimati dalle differenze medie standardizzate aggregate (SMD) con i loro intervalli di confidenza (CI) del 95% per i livelli di follow-up dei biomarcatori infiammatori tra i gruppi di intervento e di controllo.
Risultati:
La meta-analisi di otto RCT (totale di 592 pazienti con cancro o condizioni precancerose) ha mostrato che VID3S ha abbassato significativamente i livelli di fattore di necrosi tumorale sierica (TNF)-α (SMD [IC 95%: -1,65 [-3,07; -0,24]). VID3S ha anche determinato livelli sierici statisticamente non significativamente più bassi di interleuchina (IL)-6 (SMD [95% CI]: -0,83, [-1,78; 0,13]) e proteina C-reattiva (CRP) (SMD [95% CI]: -0,09, [-0,35; 0,16]), mentre i livelli di IL-10 erano inalterati (SMD [95% CI]: -0,00, [-0,50; 0,49]).
Conclusione:
Lo studio mostra prove di una significativa riduzione dei livelli di TNF-α da VID3S per i pazienti con cancro o lesioni precancerose. I pazienti con cancro o lesioni precancerose possono trarre beneficio da VID3S personalizzato nel sopprimere la risposta infiammatoria che promuove il tumore.
Abstract
Effects of vitamin D supplementation on inflammatory response in patients with cancer and precancerous lesions: Systematic review and meta-analysis of randomized trials
Background & aims:
Inflammation plays a key role in tumor development and progression. Vitamin D has potential tumor suppressing effects through modulation of inflammatory processes. The aim of this systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials (RCTs) was to summarize and evaluate the effects of vitamin D3 supplementation (VID3S) on serum inflammatory biomarkers among patients with cancer or pre-cancerous lesions.
Methods:
We searched PubMed, Web of Science and Cochrane databases until November 2022. The effects of VID3S were estimated from pooled standardized mean differences (SMDs) with their 95% confidence intervals (CIs) for inflammatory biomarker follow-up levels between intervention and control groups.
Results:
Meta-analysis of eight RCTs (total of 592 patients with cancer or pre-cancerous conditions) showed that VID3S significantly lowered levels of serum tumor necrosis factor (TNF)-α (SMD [95%CI]: -1.65 [-3.07; -0.24]). VID3S also resulted in statistically non-significantly lower serum levels of interleukin (IL)-6 (SMD [95%CI]: -0.83, [-1.78; 0.13]) and C-reactive protein (CRP) (SMD [95%CI]: -0.09, [-0.35; 0.16]), whereas IL-10 levels were unaltered (SMD [95%CI]: -0.00, [-0.50; 0.49]).
Conclusion:
Our study shows evidence of a significant reduction of TNF-α levels by VID3S for patients with cancer or precancerous lesions. Patients with cancer or precancerous lesions may benefit from personalized VID3S in suppressing tumour-promoting inflammatory response.
Prospero registration number: CRD42022295694.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37244755/
Nishie K, Nishie T, Sato S, Hanaoka M.
Drug Discov Today. 2023 Sep;28(9):103689.
Aggiornamento sul trattamento della cachessia tumorale
La cachessia tumorale è una sindrome complessa multiforme che coinvolge compromissione funzionale e cambiamenti nella composizione corporea che non possono essere invertiti dal supporto nutrizionale. La cachessia del cancro è caratterizzata da diminuzione della massa muscolare scheletrica, aumento della lipolisi e diminuzione dell’assunzione di cibo. Tale condizione diminuisce la tolleranza alla chemioterapia e la qualità della vita.
Tuttavia, poiché non sono disponibili interventi pienamente efficaci, la cachessia tumorale rimane un bisogno insoddisfatto nel trattamento del cancro. Negli ultimi anni sono state studiate diverse scoperte e trattamenti per la cachessia del cancro e sono state pubblicate linee guida. Riteniamo che lo sviluppo di strategie efficaci per la diagnosi e il trattamento della cachessia tumorale porterà a scoperte nel trattamento del cancro.
Abstract
Update on the treatment of cancer cachexia
Cancer cachexia is a complex multifaceted syndrome involving functional impairment and changes in body composition that cannot be reversed by nutritional support. Cancer cachexia is characterized by decreased skeletal muscle mass, increased lipolysis, and decreased food intake. .Cancer cachexia decreases chemotherapy tolerance as well as quality of life.
However, because no fully effective interventions are available, cancer cachexia remains an unmet need in cancer treatment. In recent years, several discoveries and treatments for cancer cachexia have been studied, and guidelines have been published. We believe that the development of effective strategies for the diagnosis and treatment of cancer cachexia will lead to breakthroughs in cancer treatment.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37385369/
Liu K. et al.
Nutr J. 2023 Jun 22;22(1):30.
Associazioni tra gruppi alimentari e cancro al fegato: una revisione sistematica e una meta-analisi degli studi osservazionali
Contesto:
La dieta sta emergendo come componente modificabile dello stile di vita per influenzare l’incidenza del cancro al fegato.
Obiettivo:
Indagare e quantificare la potenziale relazione tra gruppi alimentari e cancro al fegato.
Fonti dei dati:
PubMed e Web of Science sono stati cercati per studi osservazionali idonei fino al 31 marzo 2023.
Estrazione dei dati:
La meta-analisi è stata condotta raggruppando il rischio relativo (RR), l’odds ratio (OR) o l’hazards ratio (HR) con intervalli di confidenza (CI) del 95%. Le potenziali fonti di eterogeneità sono state rilevate mediante analisi dei sottogruppi. Sono stati inoltre effettuati test di sensitività e bias di pubblicazione.
Analisi dei dati:
Attraverso lo screening graduale, sono stati inclusi un totale di 27 studi. Le stime aggregate del cancro al fegato per l’assunzione di cereali integrali e legumi erano 0,66 (IC 95%: 0,54-0,82; Io2 = 25,3%) e 0,86 (IC 95%: 0,75-0,99; Io2 = 14,3%), rispettivamente. Tuttavia, c’erano associazioni nulle di consumo di noci, pollame, uova e bevande zuccherate con il cancro al fegato e l’associazione tra cereali raffinati e cancro al fegato era inconcludente. Nella meta-analisi dose-risposta, le stime aggregate del cancro al fegato erano 0,77 (IC 95%: 0,65-0,91) per ogni incremento di 50 g / giorno nell’assunzione di cereali integrali. La relazione dose-risposta non lineare (P = 0,031) è stata osservata nell’associazione tra l’assunzione di legumi e il cancro del fegato e l’effetto protettivo si è verificato con la dose compresa tra 8 g / die e 40 g / die.
Conclusioni:
Questa meta-analisi mostra che i cereali integrali e i legumi erano inversamente associati al cancro al fegato, mentre l’assunzione di noci, pollame, uova e bevande zuccherate potrebbe non essere associata al cancro al fegato. Ulteriori ricerche quantitative devono essere intraprese all’interno di una gamma di popolazioni per studiare la relazione tra gruppi alimentari e cancro al fegato.
Abstract
Associations between food groups and liver cancer: a systematic review and meta-analysis of observational studies
Context:
Diet is emerging as a modifiable component of lifestyle for influencing the incidence of liver cancer.
Objective:
To investigate and quantify the potential relationship between food groups and liver cancer.
Data sources:
PubMed and Web of Science were searched for eligible observational studies until 31st March, 2023.
Data extraction:
The meta-analysis was conducted by pooling relative risk (RR), odds ratio (OR) or hazards ratio (HR) with 95% confidence intervals (CIs). Potential sources of heterogeneity were detected by subgroup analysis. Sensitivity analysis and publication bias test were also carried out.
Data analysis:
Through stepwise screening, a total of 27 studies were included. The pooled estimates of liver cancer for whole grains and legumes intake were 0.66 (95% CI: 0.54-0.82; I2 = 25.3%) and 0.86 (95% CI: 0.75-0.99; I2 = 14.3%), respectively. However, there were null associations of nuts, poultry, egg and sweetened beverages consumption with liver cancer and the association between refined grains and liver cancer was inconclusive. In dose-response meta-analysis, the pooled estimates of liver cancer were 0.77 (95% CI: 0.65-0.91) for every 50 g/day increment in whole grains intake. Non-linear dose-response relationship (P = 0.031) was observed in the association between the intake of legumes and liver cancer, and the protective effect occurred with the dose ranging from 8 g/day to 40 g/day.
Conclusions:
This meta-analysis shows that whole grains and legumes were inversely associated with liver cancer, whereas intake of nuts, poultry, egg and sweetened beverages may not be associated with liver cancer. Further quantitative research needs to be undertaken within a range of populations to investigate the relationship between food groups and liver cancer.
Systematic review registration: PROSPERO registration no. CRD42021246142.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37349735/
Kashyap S, Das A.
Acta Microbiol Immunol Hung. 2023 Jun 12;70(2):85-99.
Esplorare la complessa e sfaccettata interazione del microbioma intestinale e della prevenzione e terapia del cancro
Recenti ricerche scientifiche hanno indicato che il microbiota intestinale costituisce un ecosistema sfumato e diversificato di microrganismi che hanno guadagnato un’attenzione significativa grazie al suo coinvolgimento cruciale nel plasmare la salute e le malattie umane.
In particolare, il microbiota intestinale svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione del cancro e disturbi nella sua composizione e funzione, noti come disbiosi, che sono stati collegati ad un aumentato rischio di sviluppare vari tumori maligni.
Il microbiota intestinale esercita una miriade di effetti sulla produzione di composti anti-cancro, sul sistema immunitario dell’ospite e sull’infiammazione, sottolineando il suo coinvolgimento cruciale nel cancro.
Inoltre, studi recenti hanno dimostrato che il microbiota intestinale ha un ruolo nello sviluppo del cancro, influenzando il rischio di cancro, le co-infezioni, la progressione della malattia e la risposta al trattamento.
L’osservazione di una ridotta efficacia dell’immunoterapia nei pazienti sottoposti a trattamento antibiotico indica una sostanziale influenza del microbiota nel mediare la tossicità e la risposta della terapia antitumorale, in particolare l’immunoterapia, e i suoi effetti collaterali immuno-correlati. Un crescente corpo di ricerca si è concentrato sui trattamenti contro il cancro che colpiscono il microbioma, compresi i probiotici, le modifiche dietetiche e il trapianto di microbiota fecale (FMT).
Si prevede che l’imminente era delle terapie oncologiche personalizzate darà priorità all’evoluzione del tumore, all’eterogeneità molecolare e fenotipica e alla profilazione immunologica, con il microbiota intestinale che assume una posizione centrale in questo dominio.
Questa revisione mira a offrire ai medici una prospettiva completa sull’asse microbiota-cancro, compresa la sua influenza sulla prevenzione e la terapia del cancro e sottolinea l’importanza di integrare la scienza del microbioma nella progettazione e nell’implementazione delle terapie contro il cancro.
Abstract
Exploring the complex and multifaceted interplay of the gut microbiome and cancer prevention and therapy
Recent scientific research has indicated that the gut microbiota constitutes a nuanced, diverse ecosystem of microorganisms that have gained significant attention due to its crucial involvement in shaping human health and diseases.
In particular, the gut microbiota plays a pivotal role in cancer prevention, and disturbances in its composition and function, known as dysbiosis, that have been linked to an increased risk of developing various malignancies.
The gut microbiota exerts a myriad of effects on the production of anti-cancer compounds, the host’s immune system and inflammation, underscoring its crucial involvement in cancer.
Additionally, recent studies have shown that the gut microbiota has a role in the development of cancer, influencing cancer risk, co-infections, disease progression, and treatment response.
The observation of reduced efficacy of immunotherapy in patients receiving antibiotic treatment indicates a substantial influence of the microbiota in mediating the toxicity and response of cancer therapy, notably immunotherapy, and its immune-related side effects. A growing body of research has focused on cancer treatments that target the microbiome, including probiotics, dietary modifications, and faecal microbiota transplantation (FMT).
The forthcoming era of personalised cancer therapies is anticipated to prioritise tumor evolution, molecular and phenotypic heterogeneity, and immunological profiling, with gut microbiota assuming a pivotal position in this domain.
This review aims to offer clinicians a comprehensive perspective on the microbiota-cancer axis, including its influence on cancer prevention and therapy and highlights the importance of integrating microbiome science into the design and implementation of cancer therapies.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37307215/
Muthamil S. et al.
Biomed Pharmacother. 2023 Jul;163:114802.
Comprendere la relazione tra cachessia associata al cancro e fattore 1 inducibile dell’ipossia
La cachessia associata al cancro (CAC) è una malattia multifattoriale caratterizzata da una perdita illimitata di peso corporeo a causa dell’atrofia muscolare e del tessuto adiposo. La cachessia è influenzata da diversi fattori, tra cui la diminuzione dell’attività metabolica e dell’assunzione di cibo, uno squilibrio tra assorbimento e spesa energetica, catabolismo eccessivo e infiammazione.
La cachessia è altamente associata a tutti i tipi di tumori responsabili di oltre la metà delle morti correlate al cancro in tutto il mondo.
Negli individui sani, il tessuto adiposo regola significativamente l’equilibrio energetico e l’omeostasi del glucosio. Tuttavia, nei pazienti con cancro metastatico, la CAC si verifica principalmente a causa di uno squilibrio tra sintesi e degradazione delle proteine muscolari che sono organizzate da alcuni ligandi extracellulari e vie di segnalazione associate.
In condizioni ipossiche, il fattore-1 inducibile dell’ipossia (HIF-1α) si accumula e trasloca nel nucleo e attiva numerosi geni coinvolti nella sopravvivenza cellulare, nell’invasione, nell’angiogenesi, nelle metastasi, nella riprogrammazione metabolica e nella staminalità del cancro.
D’altra parte, la via del proteasoma di ubiquitinazione è inibita durante bassi livelli di O2 che promuovono lo spreco muscolare nei pazienti oncologici.
Pertanto, comprendere il meccanismo della via HIF-1 e il suo adattamento metabolico alle biomolecole è importante per lo sviluppo di un nuovo metodo terapeutico per la terapia del cancro e della cachessia. Anche se molti inibitori HIF sono già in uno studio clinico, il loro meccanismo d’azione rimane sconosciuto.
Con questo background, questa revisione riassume i concetti di base della cachessia, il ruolo delle citochine infiammatorie, le vie connesse con la cachessia con particolare riferimento alla via HIF-1 e alla sua regolazione, i cambiamenti metabolici e gli inibitori degli HIF.
Abstract
Understanding the relationship between cancer associated cachexia and hypoxia-inducible factor-1
Cancer-associated cachexia (CAC) is a multifactorial disorder characterized by an unrestricted loss of body weight as a result of muscle and adipose tissue atrophy. Cachexia is influenced by several factors, including decreased metabolic activity and food intake, an imbalance between energy uptake and expenditure, excessive catabolism, and inflammation.
Cachexia is highly associated with all types of cancers responsible for more than half of cancer-related mortalities worldwide.
In healthy individuals, adipose tissue significantly regulates energy balance and glucose homeostasis. However, in metastatic cancer patients, CAC occurs mainly because of an imbalance between muscle protein synthesis and degradation which are organized by certain extracellular ligands and associated signaling pathways.
Under hypoxic conditions, hypoxia-inducible factor-1 (HIF-1α) accumulated and translocated to the nucleus and activate numerous genes involved in cell survival, invasion, angiogenesis, metastasis, metabolic reprogramming, and cancer stemness.
On the other hand, the ubiquitination proteasome pathway is inhibited during low O2 levels which promote muscle wasting in cancer patients.
Therefore, understanding the mechanism of the HIF-1 pathway and its metabolic adaptation to biomolecules is important for developing a novel therapeutic method for cancer and cachexia therapy. Even though many HIF inhibitors are already in a clinical trial, their mechanism of action remains unknown.
With this background, this review summarizes the basic concepts of cachexia, the role of inflammatory cytokines, pathways connected with cachexia with special reference to the HIF-1 pathway and its regulation, metabolic changes, and inhibitors of HIFs.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37146421/
Kliemann N. et al.
Lancet Planet Health. 2023 Mar;7(3):e219-e232.
Trasformazione alimentare e rischio di cancro in Europa: risultati dello studio prospettico di coorte EPIC
Sfondo:
È stato ipotizzato che la trasformazione alimentare svolga un ruolo nello sviluppo del cancro; tuttavia, i dati provenienti da studi epidemiologici su larga scala sono scarsi.
Questo studio ha studiato l’associazione tra assunzione dietetica in base alla quantità di trasformazione alimentare e rischio di cancro in 25 siti anatomici utilizzando i dati dello studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition).
Metodi:
Questo studio ha utilizzato i dati dello studio prospettico di coorte EPIC, che ha reclutato partecipanti tra il 18 marzo 1991 e il 2 luglio 2001, da 23 centri in dieci paesi europei. L’ammissibilità dei partecipanti all’interno di ciascuna coorte era basata su confini geografici o amministrativi. I partecipanti sono stati esclusi se avevano una diagnosi di cancro prima del reclutamento, avevano informazioni mancanti per la classificazione della lavorazione degli alimenti NOVA o erano all’interno dell’1% superiore e inferiore per rapporto tra assunzione di energia e fabbisogno energetico.
Sono stati utilizzati questionari dietetici convalidati per ottenere informazioni sul consumo di cibi e bevande.
I partecipanti con cancro sono stati identificati utilizzando i registri dei tumori o durante il follow-up da una combinazione di fonti, tra cui centri di cancro e patologia, cartelle cliniche di assicurazione sanitaria e follow-up attivo dei partecipanti.
E’ stata eseguita un’analisi di sostituzione per valutare l’effetto della sostituzione del 10% di alimenti trasformati e alimenti ultra-elaborati con il 10% di alimenti minimamente trasformati sul rischio di cancro in 25 siti anatomici utilizzando modelli di rischio proporzionale di Cox.
Risultati:
521.324 partecipanti sono stati reclutati in EPIC e 450.111 sono stati inclusi in questa analisi (318.686 [70,8%] partecipanti erano individui di sesso femminile e 131.425 [29,2%] erano individui di sesso maschile).
In un modello multivariato aggiustato per sesso, fumo, istruzione, attività fisica, altezza e diabete, una sostituzione del 10% di alimenti trasformati con una quantità uguale di alimenti minimamente trasformati è stata associata a un ridotto rischio di cancro complessivo (hazard ratio 0,96, 95% CI 0,95-0,97), tumori della testa e del collo (0,80, 0,75-0,85), carcinoma esofageo a cellule squamose (0,57, 0·51-0·64), cancro del colon (0·88, 0·85-0·92), cancro del retto (0·90, 0·85-0·94), carcinoma epatocellulare (0·77, 0·68-0·87) e carcinoma mammario in postmenopausa (0·93, 0·90-0·97). La sostituzione del 10% di alimenti ultra-elaborati con il 10% di alimenti minimamente trasformati è stata associata a un ridotto rischio di tumori della testa e del collo (0·80, 0,74-0·88), cancro del colon (0,93, 0,89-0,97) e carcinoma epatocellulare (0,73, 0,62-0·86).
La maggior parte di queste associazioni è rimasta significativa quando i modelli sono stati ulteriormente aggiustati per BMI, alcol e assunzione dietetica e qualità.
Interpretazione:
Questo studio suggerisce che la sostituzione di alimenti e bevande trasformati e ultra-elaborati con una quantità uguale di alimenti minimamente trasformati potrebbe ridurre il rischio di vari tipi di cancro.
Abstract
Food processing and cancer risk in Europe: results from the prospective EPIC cohort study
Background:
Food processing has been hypothesised to play a role in cancer development; however, data from large-scale epidemiological studies are scarce.
This study investigated the association between dietary intake according to amount of food processing and risk of cancer at 25 anatomical sites using data from the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC) study.
Methods:
This study used data from the prospective EPIC cohort study, which recruited participants between March 18, 1991, and July 2, 2001, from 23 centres in ten European countries. Participant eligibility within each cohort was based on geographical or administrative boundaries. Participants were excluded if they had a cancer diagnosis before recruitment, had missing information for the NOVA food processing classification, or were within the top and bottom 1% for ratio of energy intake to energy requirement.
Validated dietary questionnaires were used to obtain information on food and drink consumption.
Participants with cancer were identified using cancer registries or during follow-up from a combination of sources, including cancer and pathology centres, health insurance records, and active follow-up of participants.
We performed a substitution analysis to assess the effect of replacing 10% of processed foods and ultra-processed foods with 10% of minimally processed foods on cancer risk at 25 anatomical sites using Cox proportional hazard models.
Findings:
521 324 participants were recruited into EPIC, and 450 111 were included in this analysis (318 686 [70·8%] participants were female individuals and 131 425 [29·2%] were male individuals).
In a multivariate model adjusted for sex, smoking, education, physical activity, height, and diabetes, a substitution of 10% of processed foods with an equal amount of minimally processed foods was associated with reduced risk of overall cancer (hazard ratio 0·96, 95% CI 0·95-0·97), head and neck cancers (0·80, 0·75-0·85), oesophageal squamous cell carcinoma (0·57, 0·51-0·64), colon cancer (0·88, 0·85-0·92), rectal cancer (0·90, 0·85-0·94), hepatocellular carcinoma (0·77, 0·68-0·87), and postmenopausal breast cancer (0·93, 0·90-0·97). The substitution of 10% of ultra-processed foods with 10% of minimally processed foods was associated with a reduced risk of head and neck cancers (0·80, 0·74-0·88), colon cancer (0·93, 0·89-0·97), and hepatocellular carcinoma (0·73, 0·62-0·86).
Most of these associations remained significant when models were additionally adjusted for BMI, alcohol and dietary intake, and quality.
Interpretation:
This study suggests that the replacement of processed and ultra-processed foods and drinks with an equal amount of minimally processed foods might reduce the risk of various cancer types.
Funding:
Cancer Research UK, l’Institut National du Cancer, and World Cancer Research Fund International.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36889863/
Makame J, Nolden AA, Emmambux MN.
Food Funct. 2023 May 11;14(9):3949-3965.
Proprietà della consistenza degli alimenti destinati a individui con limitate capacità di elaborazione orale: anziani, disfagici e pazienti affetti da cancro della testa e del collo
La consistenza del cibo rimane un attributo sensoriale chiave per il piacere del cibo, con il potenziale di modulare l’assunzione di cibo, in particolare negli individui con limitate capacità di elaborazione orale (OPC) come gli anziani, i disfagici e i pazienti con cancro della testa e del collo (HNC).
Tuttavia, le informazioni relative alla qualità strutturale degli alimenti per questi consumatori sono limitate.
Le consistenze alimentari inadatte possono causare l’aspirazione del cibo, ridurre il piacere dei pasti, ridurre l’assunzione di cibo / nutrienti e potenzialmente portare alla malnutrizione.
L’obiettivo di questa revisione era esaminare criticamente la letteratura scientifica all’avanguardia sulle proprietà strutturali degli alimenti per individui con OPC limitato, identificare le lacune esistenti nella ricerca e valutare la progettazione strutturale reologico-sensoriale di alimenti ottimali per individui con OPC limitato per migliorare la sicurezza alimentare, l’assunzione di cibo e lo stato nutrizionale.
A seconda del tipo di alimento e della natura dell’ipofunzione orale, molti alimenti per individui con OPC limitato hanno viscosità molto bassa o troppo alta, con bassa coesione e valori elevati di durezza, spessore, fermezza, adesività, viscosità e scivolosità.
Gli approcci frammentati delle parti interessate, la natura non newtoniana degli alimenti, la complessità della valutazione oggettiva della lavorazione orale degli alimenti in vivo, l’applicazione subottimale della scienza sensoriale e della psicoreologia e le debolezze metodologiche della ricerca sono alcuni degli ostacoli per affrontare le sfide dietetiche legate alla consistenza per gli individui con OPC limitato.
È necessario esplorare varie strategie multidisciplinari per l’ottimizzazione della consistenza degli alimenti e interventi per migliorare l’assunzione di cibo e lo stato nutrizionale tra le persone con OPC limitato.
Abstract
Texture properties of foods targeted for individuals with limited oral processing capabilities: the elderly, dysphagia, and head and neck cancer patients
Food texture remains a key sensory attribute for food enjoyment, with the potential to modulate food intake, particularly in individuals with limited oral processing capabilities (OPC) such as the elderly, dysphagia, and head and neck cancer (HNC) patients.
However, information relating to the textural quality of foods for these consumers is limited.
Unsuitable food textures can cause food aspiration, lower meal enjoyment, reduce food/nutrient intake, and potentially lead to malnutrition.
The objective of this review was to critically examine the state-of-the-art scientific literature on the textural properties of foods for individuals with limited OPC, identify existing gaps in research, and appraise the rheological-sensory textural design of optimal foods for individuals with limited OPC to improve eating safety, food intake, and nutritional status.
Depending on the food type and nature of oral hypofunction, many foods for individuals with limited OPC have very low or too high viscosity, with low cohesiveness and high values for hardness, thickness, firmness, adhesiveness, stickiness, and slipperiness.
Fragmented stakeholder approaches, the non-Newtonian nature of foods, the complexity of in vivo, objective food oral processing evaluation, suboptimal application of sensory science and psycho rheology, and research methodological weaknesses are some of the obstacles to addressing texture-related dietary challenges for individuals with limited OPC.
There is a need to explore various multidisciplinary strategies for food texture optimization and interventions to improve food intake and nutritional status amongst people with limited OPC.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37013649/
Aldossari A. et al.
J Hum Nutr Diet. 2023 Apr;36(2):566-579.
Le persone cambiano le loro abitudini alimentari dopo una diagnosi di cancro? Una revisione sistematica
Sfondo:
Le persone che vivono con e oltre il cancro sono considerate motivate a cambiare la loro dieta. Tuttavia, vi è una mancanza di revisioni condotte su quali specifici cambiamenti dietetici le persone fanno e ulteriori valutazioni possono informare futuri studi interventistici. Quindi, si mira a riassumere le prove sui cambiamenti nelle abitudini alimentari negli studi osservazionali prima e dopo una diagnosi di cancro.
Metodi:
Questa revisione sistematica ha seguito le linee guida di Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analysis. Le ricerche elettroniche sono state condotte in quattro database per identificare studi di coorte e trasversali sui cambiamenti dietetici prima e dopo una diagnosi di cancro, esclusi gli studi che hanno valutato un intervento. È stata intrapresa una valutazione della qualità e, se del caso, sono state condotte meta-analisi.
Risultati:
Sono stati identificati 14 studi con 16.443 partecipanti con diagnosi di cancro, con fascia di età 18-75 anni. Il cambiamento nella dieta è stato valutato <1-5 anni prima della diagnosi e fino a 12 anni dopo la diagnosi. Le meta-analisi hanno mostrato che la differenza media standard (SMD) per l’energia (SMD-0,32, intervallo di confidenza al 95% = da -0,46 a -0,17) e il consumo di carboidrati (SMD 0,20, intervallo di confidenza al 95% = da -0,27 a -0,14). Gli studi hanno mostrato risultati incoerenti per grassi, proteine e fibre, la maggior parte dei gruppi alimentari e l’assunzione di integratori. È stata costantemente segnalata una piccola diminuzione del consumo di carne rossa e lavorata.
Conclusioni:
Tutti gli studi hanno riportato alcuni cambiamenti positivi nell’assunzione dietetica e nel consumo di integratori dopo aver ricevuto una diagnosi di cancro senza alcun intervento. Tuttavia, le differenze per i gruppi alimentari e i nutrienti erano principalmente piccole e non necessariamente clinicamente significative.
L’evidenza dimostra che una diagnosi di cancro da sola è insufficiente a motivare le persone a cambiare la loro assunzione dietetica, indicando che la maggior parte delle persone trarrebbe beneficio da un intervento dietetico per facilitare il cambiamento.
Abstract
Do people change their eating habits after a diagnosis of cancer? A systematic review
Background:
People who live with and beyond cancer are considered to be motivated to change their diet. However, there is a lack of reviews conducted on what specific dietary changes people make and further evaluation may inform future interventional studies. Hence, we aim to summarise the evidence on dietary changes in observational studies before and after a cancer diagnosis.
Methods:
This systematic review followed the guidelines of Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analysis. Electronic searches were conducted in four databases to identify cohort and cross-sectional studies on dietary changes before and after a cancer diagnosis, excluding studies that evaluated an intervention. Quality assessment was undertaken, and meta-analyses were conducted where suitable.
Results:
We identified 14 studies with 16,443 participants diagnosed with cancer, with age range 18-75 years. Dietary change was assessed <1-5 years before diagnosis and up to 12 years post-diagnosis. Meta-analyses showed that the standard mean difference (SMD) for energy (SMD-0.32, 95% confidence interval = -0.46 to -0.17) and carbohydrate consumption (SMD 0.20, 95% confidence interval = -0.27 to -0.14). Studies showed inconsistent findings for fat, protein and fibre, most food groups, and supplement intake. A small decrease in red and processed meat consumption was consistently reported.
Conclusions:
All studies reported some positive changes in dietary intake and supplement consumption after receiving a cancer diagnosis without any intervention. However, differences for food groups and nutrients were mainly small and not necessarily clinically meaningful.
Evidence demonstrates that a cancer diagnosis alone is insufficient to motivate people to change their dietary intake, indicating that most people would benefit from a dietary intervention to facilitate change.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35312110/
Orsso CE. et al.
Nutrition. 2022 Nov-Dec;103-104:111838.
Scelte dietetiche dopo una diagnosi di cancro: una revisione narrativa
Gli individui con cancro possono essere motivati a fare cambiamenti nello stile di vita e scelte dietetiche informate, ma sono esposti a informazioni nutrizionali contrastanti ed errate, in particolare da fonti online e social media.
I cambiamenti nelle scelte dietetiche che derivano da una diagnosi di cancro non sono completamente compresi.
Pertanto, è stata condotta una revisione narrativa per riassumere la letteratura incentrata sulle scelte dietetiche dopo una diagnosi di cancro e sono stati evidenziati fattori influenti.
I cambiamenti dietetici post-diagnosi sono stati studiati principalmente in pazienti di sesso femminile con cancro al seno nei paesi europei. I cambiamenti riportati in genere includevano una diminuzione dell’assunzione di carne rossa e lavorata e un aumento del consumo di frutta e verdura. Questi cambiamenti si allineano con le raccomandazioni per la prevenzione del cancro, ma sono stati implementati dopo la diagnosi e potrebbero non soddisfare le linee guida nutrizionali per i pazienti con cancro.
L’età e il tempo trascorso dalla diagnosi sono stati tra i fattori influenti che hanno influenzato questi cambiamenti post-diagnosi.
I dati sui cambiamenti dietetici implementati dopo una diagnosi di vari tipi di cancro nella popolazione nordamericana sono carenti e fornirebbero ai professionisti una migliore comprensione delle esigenze di informazione dei pazienti e delle ragioni delle scelte dietetiche.
Abstract
Dietary choices after a cancer diagnosis: A narrative review
Individuals with cancer may be motivated to make lifestyle changes and informed dietary choices, but are exposed to conflicting and erroneous nutrition information, particularly from online and social media sources.
Changes to dietary choices that stem from a diagnosis of cancer are not fully understood.
Thus, we conducted a narrative review to summarize the literature focused on dietary choices after a cancer diagnosis, and highlighted influential factors.
Postdiagnosis dietary changes have been studied primarily in female patients with breast cancer in European countries. Reported changes typically included decreased red and processed meat intake and increased consumption of fruits and vegetables. These changes align with the recommendations for cancer prevention but were implemented after diagnosis, and may not meet nutrition guidelines for patients with cancer.
Age and time since diagnosis were among the influential factors that affected these postdiagnosis changes.
Data on dietary changes implemented after a diagnosis of varying cancer types in the North American population are lacking, and would provide practitioners with an enhanced understanding of patient information needs and reasons for dietary choices.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36183484/
Zheng J. et al.
Clin Nutr. 2022 Oct;41(10):2295-2307.
Il ruolo dei fattori dietetici nella steatosi epatica non alcolica nella progressione del carcinoma epatocellulare: una revisione sistematica
Contesto e obiettivi:
I fattori dietetici svolgono un ruolo importante nel promuovere lo sviluppo del carcinoma epatocellulare (HCC) correlato alla steatosi epatica non alcolica (NAFLD) attraverso la regolazione del metabolismo e dell’infiammazione. Tuttavia, finora non c’erano prove su come i fattori dietetici possano influenzare i diversi esiti della malattia nella NAFLD alla progressione dell’HCC.
Lo studio mirava a valutare in modo completo il ruolo dei fattori dietetici sul rischio di progressione da NAFLD a HCC.
Metodi:
Una ricerca bibliografica completa è stata condotta nei database PubMed, Web of Science ed Embase per identificare studi caso-controllo e di coorte pubblicati fino al 15 marzo 2022 in inglese. Sono stati inclusi studi che indagano associazioni di alimenti e bevande (escluso l’alcol), gruppi alimentari, modelli dietetici e abitudini alimentari con rischio di incidenza di quattro principali malattie epatiche croniche coinvolte nella progressione da NAFLD a HCC (cioè NAFLD, fibrosi epatica, cirrosi epatica e HCC).
Tre ricercatori hanno eseguito in modo indipendente la ricerca bibliografica, selezionato articoli idonei, eseguito l’astrazione dei dati e valutato la qualità dello studio.
Dopo aver valutato l’adeguatezza e la credibilità delle associazioni riportate per ciascun fattore dietetico e ogni esito della malattia epatica, si è riassunto e valutato la coerenza delle associazioni sulla base di criteri determinati a priori considerando il disegno dello studio e la proporzione di associazioni significative.
Risultati:
Ci sono stati 109 studi inclusi in questa revisione (47 su NAFLD, 1 su fibrosi epatica, 6 su cirrosi epatica e 55 su HCC).
Prove consistenti hanno suggerito che un maggiore potenziale infiammatorio dietetico era associato ad un aumentato rischio di NAFLD e HCC, mentre la dieta mediterranea era associata a un minor rischio di entrambe le malattie. Inoltre, una maggiore conformità all’indice di alimentazione sana, agli approcci dietetici per fermare il punteggio di ipertensione e al punteggio della dieta mediterranea e ai modelli dietetici con elevata capacità antiossidante dietetica hanno ridotto il rischio di NAFLD.
Alcuni alimenti specifici, tra cui bevande analcoliche e carne rossa e/o lavorata, sono stati associati ad un aumento del rischio di NAFLD, mentre le verdure totali e gli spinaci sono stati associati a un ridotto rischio di NAFLD. Il consumo di caffè e carne bianca era inversamente correlato al rischio di HCC.
Conclusioni:
I modelli dietetici o i singoli alimenti che rappresentano un potenziale più antinfiammatorio sono stati associati a un ridotto rischio di NAFLD e HCC, il che implica che l’infiammazione indotta dalla dieta può avere un impatto sulla progressione della NAFLD verso l’HCC.
Abstract
The role of dietary factors in nonalcoholic fatty liver disease to hepatocellular carcinoma progression: A systematic review
Background and aims:
Dietary factors play an important role in promoting nonalcoholic fatty liver disease (NAFLD)-related hepatocellular carcinoma (HCC) development through regulation of metabolism and inflammation. However, so far there was no evidence regarding how dietary factors may influence different disease outcomes in the NAFLD to HCC progression.
Our study aimed to comprehensively evaluate the role of dietary factors on the risk of progression from NAFLD to HCC.
Methods:
A comprehensive literature research was conducted in PubMed, Web of Science and Embase databases to identify case-control and cohort studies published up to March 15, 2022 in English. We included studies investigating associations of food and beverage items (excluding alcohol), food groups, dietary patterns, and dietary habits with incidence risk of four main chronic liver diseases involved in the NAFLD-to-HCC progression (i.e., NAFLD, liver fibrosis, liver cirrhosis, and HCC).
Three researchers independently performed the literature search, selected eligible articles, performed data abstraction and evaluated study quality.
After evaluating adequacy and credibility of the associations reported for each dietary factor and each liver disease outcome, we summarized and evaluated the consistency of associations based on a priori determined criteria considering study design and the proportion of significant associations.
Results:
There were 109 studies included in this review (47 on NAFLD, 1 on liver fibrosis, 6 on liver cirrhosis, and 55 on HCC).
Consistent evidence suggested that higher dietary inflammatory potential was associated with increased risk of both NAFLD and HCC whereas Mediterranean diet was associated with lower risk of both diseases. Additionally, greater conformity to the Healthy Eating Index, Dietary Approaches to Stop Hypertension score, and Mediterranean Diet Score, and dietary patterns with high dietary antioxidant capacity reduced NAFLD risk.
Some specific foods including soft drinks and red and/or processed meat were associated with increased NAFLD risk while total vegetables and spinach were associated with reduced NAFLD risk. Coffee and white meat consumption were inversely related to HCC risk.
Conclusions:
Dietary patterns or individual foods representing a more anti-inflammatory potential were associated with reduced risk of both NAFLD and HCC, which implied diet-induced inflammation may impact NAFLD progression towards HCC.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36096063/
Zarrati M. et al.
Pain Manag Nurs. 2022 Aug;23(4):458-466.
L’effetto della supplementazione di vitamina D sul dolore indotto dal trattamento nei pazienti oncologici: una revisione sistematica
Obiettivi:
Nonostante l’uso diffuso della medicina complementare e alternativa da parte di pazienti e medici, non ci sono prove accurate per quanto riguarda gli effetti della supplementazione di vitamina D sul dolore indotto dal trattamento nei pazienti oncologici.
Pertanto, lo scopo di questa revisione sistematica di studi randomizzati controllati (RCT) era quello di valutare l’impatto della somministrazione di vitamina D sul dolore correlato alla terapia in soggetti con diagnosi di disturbi maligni.
Rivedere i metodi di analisi:
Si è cercato nei database Web of Science, Scopus, PubMed / Medline, Embase e Google Scholar fino a ottobre 2020 per identificare RCT pubblicati che hanno studiato l’uso della vitamina D nella gestione del dolore indotto dal trattamento in individui con cancro.
Risultati:
Sono stati rilevati nove RCT. La durata mediana dell’intervento è stata di 24 settimane (intervallo 12-52 settimane) e la dose di vitamina D impiegata è stata di 2000-50000 UI di vitamina D3 settimanalmente per via orale ogni giorno. Sei RCT hanno riportato una significativa riduzione del dolore, mentre tre non hanno rilevato una notevole diminuzione di questa variabile.
Dei sei studi che hanno riportato un alleviamento del dolore, un RCT che ha reclutato 60 partecipanti ed è durato per 24 settimane consisteva nell’integrazione con alte dosi di vitamina D2 settimanale per 8 settimane in donne che ricevevano anastrozolo come terapia adiuvante, quindi l’integrazione con vitamina D2 mensile per 4 mesi, ha efficacemente alleviato la sindrome muscolo-scheletrica associata all’inibitore dell’aromatasi (AIMSS). I risultati dello stesso RCT hanno anche suggerito un effetto benefico della vitamina D sul dolore muscolo-scheletrico.
Conclusioni:
I risultati suggeriscono che l’integrazione con alte dosi di vitamina D nei pazienti oncologici con bassi livelli sierici di vitamina D può essere efficace nel ridurre il dolore correlato al trattamento.
Abstract
The Effect of Vitamin D Supplementation on Treatment-Induced Pain in Cancer Patients: A Systematic Review
Objectives:
Despite the widespread use of complementary and alternative medicine by patients and physicians alike, there is no accurate evidence regarding the effects of vitamin D supplementation on treatment-induced pain in cancer patients.
Thus, the aim of this systematic review of randomized controlled trials (RCTs) was to evaluate the impact of vitamin D administration on therapy-related pain in subjects diagnosed with malignant disorders.
Review analysis methods:
We searched the Web of Science, Scopus, PubMed/Medline, Embase, and Google Scholar databases up to October 2020 to identify published RCTs that investigated the use of vitamin D in the management of treatment-induced pain in individuals with cancer.
Results:
Nine RCTs were detected. The median duration of the intervention was of 24 weeks (range 12-52 weeks) and dose of vitamin D employed was 2000-50000 IU of vitamin D3 weekly orally each day. Six RCTs reported a significant reduction in pain, whereas three did not detect a notable decrease of this variable.
Of the six studies that reported an alleviation of pain, an RCT which recruited 60 participants and lasted for 24 weeks consisted of supplementation with high doses of vitamin D2 weekly for 8 weeks in women receiving anastrozole as adjuvant therapy, then supplementation with vitamin D2 monthly for 4 months, effectively alleviated the aromatase inhibitor-associated musculoskeletal syndrome (AIMSS). The results of the same RCT also suggested a beneficial effect of vitamin D on musculoskeletal pain.
Conclusions:
Our results suggest that the supplementation with high doses of vitamin D in cancer patients with low serum levels of vitamin D, can be effective in reducing treatment-related pain.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35279360/
Galaniha LT, Nolden AA.
Oral Oncol. 2022 Oct;133:106030.
Il ruolo della saliva nella disfunzione del gusto tra i malati di cancro: meccanismi e potenziale trattamento
Due dei sintomi maggiormente prevalenti riportati dai malati di cancro sono la disfunzione del gusto (17,6-93%) e la secchezza delle fauci / xerostomia (40,4-93%).
Mentre è stato ipotizzato che la riduzione della saliva possa compromettere la funzione del gusto, pochi studi indagano la co-occorrenza dei sintomi del gusto e della secchezza delle fauci nei pazienti oncologici.
Questa recensione fornisce un riassunto della relazione fisiologica tra saliva e gusto, concentrandosi sul meccanismo di trasduzione del gusto, sulla regolazione della sensibilità al gusto e sulla protezione delle cellule recettrici del gusto, incluso l’impatto dei trattamenti contro il cancro e la malignità sulla funzione della saliva, sui componenti salivari e sui meccanismi in cui può avere un impatto negativo sulla funzione del gusto.
Gli autori presentano una revisione dell’ambito della recente letteratura che riporta l’associazione tra disfunzione del gusto e secchezza delle fauci nei pazienti oncologici, comprese le segnalazioni di agenti liposomiali non farmaceutici o farmaci assunti per migliorare i sintomi della bocca secca che valutano anche la disfunzione del gusto.
Considerando le complessità del cancro e del trattamento del cancro, la comprensione della relazione fisiologica tra saliva e funzione del gusto può fornire informazioni importanti sull’identificazione dei trattamenti per alleviare la disfunzione del gusto e i sintomi della secchezza delle fauci. Ci sono sostanziali lacune di ricerca dati gli studi limitati che valutano la co-occorrenza di perdita di gusto e secchezza delle fauci e incongruenze nella valutazione di questi sintomi.
Gli studi clinici che esaminano la disfunzione del gusto forniranno una base fondamentale che aiuterà a comprendere la relazione tra gusto e saliva.
Considerando l’aumento dei tassi di sopravvivenza e il significativo impatto negativo della disfunzione del gusto sulla qualità della vita, sono necessarie ulteriori ricerche per ridurre la sofferenza dei malati di cancro
Abstract
The role of saliva in taste dysfunction among cancer patients: Mechanisms and potential treatment
Two of the highest prevalent symptoms reported by cancer patients are taste dysfunction (17.6-93%) and dry mouth/xerostomia (40.4-93%).
While it has been hypothesized that reduced saliva may impair taste function, few studies investigate the co-occurrence of taste and dry mouth symptoms in cancer patients.
This review provides a summary of the physiological relationship between saliva and taste, focusing on taste transduction mechanism, regulation of the taste sensitivity, and protection of taste receptor cells, including the impact of cancer treatments and malignancy on saliva function, salivary components, and the mechanisms in which it can negatively impact the taste function.
Here, the authors present a scoping review of the recent literature reporting on the association between taste dysfunction and dry mouth in cancer patients, including reports of non-pharmaceutical liposomal agents or drugs taken to improve dry mouth symptoms that also assess taste dysfunction.
Considering the complexities of cancer and cancer treatment, understanding the physiological relationship between saliva and taste function may provide important insight into identifying treatments for alleviating taste dysfunction and dry mouth symptoms. There are substantial research gaps given the limited studies assessing the co-occurrence of taste loss and dry mouth and inconsistencies in the assessment of these symptoms.
Clinical studies examining taste dysfunction will provide a foundational groundwork that will help understand the relationship between taste and saliva.
Considering the increased rates in survivorship and the significant negative impact of taste dysfunction on quality of life, more research is needed to reduce the suffering of cancer patients.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35868097/
Frenkel M. et al.
Curr Oncol Rep. 2022 Nov;24(11):1557-1567.
“Cosa dovrei mangiare?” -Affrontare domande e sfide relative alla nutrizione nel contesto dell’oncologia integrativa
Scopo della revisione:
Questa revisione mira a valutare come la nutrizione può essere affrontata nel contesto oncologico integrativo, tenendo conto dei bisogni insoddisfatti dei malati di cancro in relazione alla nutrizione nella cura del cancro e delle informazioni basate sull’evidenza disponibili su questo argomento.
Risultati recenti:
Durante e dopo il trattamento del cancro, la nutrizione è una componente importante delle cure di supporto, per i pazienti e i loro familiari.
Gli attuali dati scientifici mostrano costantemente che una cattiva alimentazione può ridurre la sopravvivenza e diminuire l’aderenza ai trattamenti contro il cancro. Sfortunatamente, la limitata disponibilità di dietologi rende difficile l’accesso alla consulenza nutrizionale individualizzata e molti malati di cancro non ricevono ancora un adeguato supporto nutrizionale.
Di conseguenza, uno dei principali bisogni insoddisfatti dei pazienti e delle loro famiglie attraverso l’intera traiettoria del cancro è la consulenza nutrizionale accessibile e aggiornata basata sull’evidenza che enfatizza la nutrizione sana di base.
La popolarità della medicina complementare e integrativa tra i pazienti con cancro rende l’oncologia integrativa una strada eccellente per fornire tale supporto.
Viene descritto un approccio semplice suggerito che utilizza le informazioni di base del World Cancer Research Fund / American Institute for Cancer Research e American Cancer Society.
Questo approccio può essere facilmente incorporato in contesti oncologici integrativi, riservando il ruolo al dietologo registrato per affrontare pazienti sottopeso, pazienti con malnutrizione e pazienti con situazioni dietetiche più complicate.
L’ambiente oncologico integrativo si trova in un posto unico in oncologia che può essere utilizzato per migliorare la diffusione di informazioni nutrizionali sane e affrontare i bisogni insoddisfatti espressi da pazienti e famiglie.
Abstract
“What Should I Eat?”-Addressing Questions and Challenges Related to Nutrition in the Integrative Oncology Setting
Purpose of review:
This review aims to assess how nutrition can be addressed in the integrative oncology setting, taking into account cancer patients’ unmet needs as they relate to nutrition in cancer care and the evidence-based information that is available on this topic.
Recent findings:
During and after cancer treatment, nutrition is an important component of supportive care, for patients and their family members.
Current scientific data consistently show that poor nutrition can reduce survival and decrease adherence to cancer treatments. Unfortunately, the limited availability of dietitians makes access to individualized nutrition counseling challenging, and many cancer patients still do not receive adequate nutritional support.
As a result, one of the main unmet needs of patients and their families through the whole cancer trajectory is accessible and up-to-date evidence-based nutritional counseling that emphasizes basic healthy nutrition.
The popularity of complementary and integrative medicine among patients with cancer makes the integrative oncology setting an excellent avenue for providing such support.
A suggested simple approach that utilizes World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research and American Cancer Society basic information is described.
This approach can be easily incorporated into integrative oncology settings, while reserving the role for the registered dietician to address underweight patients, patients with malnutrition, and patients with more complicated dietary situations.
The integrative oncology setting is in a unique place in oncology that can be utilized for enhancing dissemination of healthy nutrition information and addressing the unmet needs expressed by patients and families.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35788876/
Kumar R. et al.
Chemosphere. 2022 Jul;298:134267.
Inquinamento da micro(nano)plastiche e salute umana: in che modo la plastica può indurre carcinogenesi per l’uomo?
Le microplastiche (MP) e le nanoplastiche (NP) sono indicatori chiave dell’era della plastilina, ampiamente diffuse in diversi ecosistemi. MP e NP diventano fattori di stress globali a causa delle loro caratteristiche fisico-chimiche intrinseche e del potenziale impatto sugli ecosistemi e sugli esseri umani.
MP e NP sono state esposte agli esseri umani attraverso vari percorsi, come acqua del rubinetto, acqua in bottiglia, frutti di mare, bevande, latte, pesce, sali, frutta e verdura.
Questo documento evidenzia i percorsi di MP e NP verso le catene alimentari e come queste particelle di plastica possono causare rischi per la salute umana.
Le MP sono evidenti in vivo e in vitro e sono un rischio per la salute, ad esempio per i sistemi respiratorio, immunitario, riproduttivo e digestivo.
Il presente lavoro sottolinea come varie MP e NP e sostanze chimiche tossiche associate, come gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e i bifenili policlorurati (PCB), abbiano un impatto sulla salute umana. Il polistirene (PS) e il cloruro di polivinile (PVC) sono MP e NP comuni, segnalati negli impianti umani tramite ingestione, inalazione ed esposizione cutanea, che possono causare carcinogenesi, secondo i rapporti dell’Agenzia per le sostanze tossiche e il registro delle malattie (ATSDR).
L’inalazione, l’ingestione e l’esposizione-risposta cutanea causano genotossicità, divisione e vitalità cellulare, citotossicità, induzione dello stress ossidativo, interruzione del metabolismo, danno al DNA, infiammazione e risposte immunologiche negli esseri umani.
Infine, questo lavoro di revisione si è concluso con le attuali conoscenze sui potenziali rischi per la salute umana e sulle lacune nelle conoscenze con raccomandazioni per ulteriori indagini in questo campo.
Abstract
Micro(nano)plastics pollution and human health: How plastics can induce carcinogenesis to humans?
Microplastics (MPs) and nanoplastics (NPs) are key indicators of the plasticine era, widely spread across different ecosystems. MPs and NPs become global stressors due to their inherent physicochemical characteristics and potential impact on ecosystems and humans.
MPs and NPs have been exposed to humans via various pathways, such as tap water, bottled water, seafood, beverages, milk, fish, salts, fruits, and vegetables.
This paper highlights MPs and NPs pathways to the food chains and how these plastic particles can cause risks to human health.
MPs have been evident in vivo and vitro and have been at health risks, such as respiratory, immune, reproductive, and digestive systems.
The present work emphasizes how various MPs and NPs, and associated toxic chemicals, such as polycyclic aromatic hydrocarbons (PAHs) and polychlorinated biphenyls (PCBs), impact human health. Polystyrene (PS) and polyvinyl chloride (PVC) are common MPs and NPs, reported in human implants via ingestion, inhalation, and dermal exposure, which can cause carcinogenesis, according to Agency for Toxic Substances and Disease Registry (ATSDR) reports.
Inhalation, ingestion, and dermal exposure-response cause genotoxicity, cell division and viability, cytotoxicity, oxidative stress induction, metabolism disruption, DNA damage, inflammation, and immunological responses in humans.
Lastly, this review work concluded with current knowledge on potential risks to human health and knowledge gaps with recommendations for further investigation in this field.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35301996/
Kim AJ, Hong DS, George GC.
Cancer Treat Rev. 2022 Jul;108:102408.
Influenze dietetiche sulle tossicità sintomatiche e non sintomatiche durante il trattamento del cancro: una revisione narrativa
Lo stato nutrizionale generale dei malati di cancro potrebbe essere un determinante centrale della tossicità correlata al trattamento del cancro e un indicatore dei sintomi del cancro come la cachessia correlata al cancro e la perdita di peso.
Questa revisione scientifica narrativa copre l’impatto dei modelli dietetici (ad esempio, dieta mediterranea, digiuno a breve termine, dieta chetogenica), componenti dietetici (ad esempio, frutta e verdura, oli di pesce, curcuma/curcumina, fibre alimentari, sostanze fitochimiche, integratori alimentari vitaminici/minerali) e il microbiota intestinale su sintomi, tossicità ed eventi avversi associati al trattamento del cancro.
Sebbene diversi studi abbiano prodotto risultati controversi o inconcludenti, alcuni studi preclinici promettenti e studi clinici iniziali suggeriscono che gli interventi dietetici possono alleviare alcuni sintomi e tossicità correlati al trattamento del cancro.
I possibili meccanismi con cui i componenti dietetici possono influenzare le tossicità sintomatiche e non sintomatiche durante il trattamento del cancro includono l’impatto sull’infiammazione, lo stress ossidativo, la massa muscolare, la salute cardiaca e la regolazione del microbioma intestinale.
Gli attuali studi in corso continueranno a far luce sul fatto che specifici interventi dietetici, con particolare attenzione al microbiota intestinale, siano un metodo efficace per migliorare i risultati del trattamento del cancro.
Studi futuri dovrebbero esaminare gli effetti sinergici della combinazione di diversi interventi nutrizionali e stabilire linee guida relative alla dieta per il trattamento del cancro.
Abstract
Dietary influences on symptomatic and non-symptomatic toxicities during cancer treatment: A narrative review
The general nutritional status of cancer patients could be a central determinant of cancer treatment-related toxicity and an indicator of cancer symptoms such as cancer-related cachexia and weight loss.
This narrative scientific review covers the impact of dietary patterns (for example, Mediterranean diet, short-term fasting, ketogenic diet), dietary components (for example, fruits and vegetables, fish oils, turmeric/curcumin, dietary fiber, phytochemicals, vitamin/mineral dietary supplements), and the gut microbiota on symptoms, toxicities, and adverse events associated with cancer treatment.
Although several studies have produced controversial or inconclusive results, some promising preclinical studies and initial clinical trials suggest that dietary interventions may alleviate certain cancer treatment-related symptoms and toxicities.
Possible mechanisms by which dietary components may influence symptomatic and non-symptomatic toxicities during cancer treatment include through impacting inflammation, oxidative stress, muscle mass, cardiac health and regulating the gut microbiome.
Current ongoing studies will continue to shed light on whether specific dietary interventions, with a special emphasis on the gut microbiota, are an effective method to improve cancer treatment outcomes.
Future studies should examine the synergistic effects of combining different nutritional interventions and establish diet-related guidelines for cancer treatment.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35623220/
Ting NL, Lau HC, Yu J.
Gut. 2022 Jul;71(7):1412-1425.
Farmacomicrobiomica del cancro: mirare al microbiota per ottimizzare i risultati della terapia antitumorale
Nonostante i promettenti progressi nelle nuove terapie antitumorali, come gli inibitori del checkpoint immunitario (ICI), permangono limitazioni, tra cui la resistenza terapeutica e la tossicità. Negli ultimi anni, la relazione tra microbiota intestinale e cancro è stata ampiamente studiata.
L’accumulo di prove rivela il ruolo del microbiota nella definizione dell’efficacia e della tossicità terapeutica del cancro.
A differenza della genetica dell’ospite, il microbiota può essere facilmente modificato attraverso molteplici strategie, tra cui il trapianto di microbiota fecale (FMT), probiotici e antibiotici.
Studi preclinici hanno identificato i meccanismi su come i microbi influenzano i risultati del trattamento del cancro. Gli studi clinici hanno anche dimostrato il potenziale della modulazione del microbiota nei trattamenti antitumorali.
In questo articolo, esaminiamo le intuizioni meccanicistiche delle interazioni microbiche intestinali con la chemioterapia e gli ICI, concentrandoci in particolare sull’interazione tra i batteri intestinali e la farmacocinetica (p.es., metabolismo, degradazione enzimatica) o la farmacodinamica (p.es., immunomodulazione) del trattamento del cancro.
Viene quindi esplorato il potenziale traslazionale dei risultati di base in contesti clinici, incluso l’utilizzo di microbi come biomarcatori predittivi e la modulazione microbica da parte di antibiotici, probiotici, prebiotici, modulazioni dietetiche e FMT. Vengono discussi ulteriormente gli attuali limiti della modulazione del microbiota intestinale nei pazienti con cancro e suggerite direzioni essenziali per studi futuri.
Nell’era della medicina personalizzata, è fondamentale comprendere il microbiota e le sue interazioni con il cancro. La manipolazione del microbiota intestinale per aumentare le risposte terapeutiche al cancro può fornire nuove intuizioni sul trattamento del cancro.
Abstract
Cancer pharmacomicrobiomics: targeting microbiota to optimise cancer therapy outcomes
Despite the promising advances in novel cancer therapy such as immune checkpoint inhibitors (ICIs), limitations including therapeutic resistance and toxicity remain. In recent years, the relationship between gut microbiota and cancer has been extensively studied.
Accumulating evidence reveals the role of microbiota in defining cancer therapeutic efficacy and toxicity.
Unlike host genetics, microbiota can be easily modified via multiple strategies, including faecal microbiota transplantation (FMT), probiotics and antibiotics.
Preclinical studies have identified the mechanisms on how microbes influence cancer treatment outcomes. Clinical trials have also demonstrated the potential of microbiota modulation in cancer treatments.
Herein, we review the mechanistic insights of gut microbial interactions with chemotherapy and ICIs, particularly focusing on the interplay between gut bacteria and the pharmacokinetics (eg, metabolism, enzymatic degradation) or pharmacodynamics (eg, immunomodulation) of cancer treatment.
The translational potential of basic findings in clinical settings is then explored, including using microbes as predictive biomarkers and microbial modulation by antibiotics, probiotics, prebiotics, dietary modulations and FMT. We further discuss the current limitations of gut microbiota modulation in patients with cancer and suggest essential directions for future study.
In the era of personalised medicine, it is crucial to understand the microbiota and its interactions with cancer. Manipulating the gut microbiota to augment cancer therapeutic responses can provide new insights into cancer treatment.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35277453/
Gortan Cappellari G. et al.; Obesity Programs of Nutrition, Education, Research and Assessment (OPERA) group.
Nutrition. 2022 Jun;98:111624.
Obesità sarcopenica: e nel contesto del cancro?
Prove crescenti suggeriscono che i cambiamenti nella massa e nella funzione muscolare possono contribuire ulteriormente alla valutazione del rischio per la salute negli individui obesi. Poiché i numeri per i sottogruppi di popolazione obesa e anziana sono in aumento in tutto il mondo, l’obesità sarcopenica sta emergendo come un fattore rilevante associato a un rischio più elevato di eventi avversi ed esiti in diversi contesti clinici, incluso il cancro.
Recenti studi che dimostrano che la prevalenza dell’obesità sarcopenica può coinvolgere fino a un terzo dei pazienti con cancro nonostante l’indice di massa corporea supportano fortemente la necessità di una sua valutazione nella pratica clinica oncologica. Infatti, in diversi tipi di cancro, l’obesità sarcopenica è associata a esiti peggiori che includono complicanze metaboliche e chirurgiche, ospedalizzazione più lunga, disabilità fisica e sopravvivenza più breve.
È importante sottolineare che l’obesità sarcopenica può anche avere un effetto sulla chemioterapia, in quanto può indurre un rischio più elevato di tossicità dose-limitante.
Lo scopo di questa revisione è stato quello di presentare una panoramica aggiornata sulla definizione, gli effetti, i meccanismi e la rilevanza clinica della sarcopenia in questo contesto.
Abstract
Sarcopenic obesity: What about in the cancer setting?
Growing evidence suggests that changes in muscle mass and function may further contribute to health risk assessment in individuals who are obese. As numbers for both obese and aged population subgroups are increasing worldwide, sarcopenic obesity is emerging as a relevant factor associated with higher risk for adverse events and outcomes in several clinical settings, including cancer.
Recent reports showing that prevalence of sarcopenic obesity may involve up to one-third of patients with cancer despite body mass index strongly support the need for its evaluation in oncological clinical practice. In fact, in several cancer types, sarcopenic obesity is associated with poorer outcomes that include metabolic and surgical complications, longer hospitalization, physical disability, and shorter survival.
Importantly, sarcopenic obesity may also have an effect on chemotherapy, as it may induce a higher risk for dose-limiting-toxicity.
The aim of this review was to present an updated overview on the definition, effects, mechanisms, and clinical relevance of sarcopenia in this setting.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35436691/
Prado CM et al.
Support Care Cancer. 2022 Apr;30(4):3073-3083.
Esame delle linee guida e delle nuove evidenze in nutrizione oncologica: un position paper sulle lacune e le opportunità negli approcci multimodali per migliorare la cura del paziente
La malnutrizione, la perdita muscolare e la cachessia sono prevalenti nel cancro e rimangono sfide chiave in oncologia oggi. Queste condizioni sono spesso sottovalutate e sottotrattate e hanno conseguenze devastanti per i pazienti.
Lo screening/valutazione e l’intervento nutrizionale precoce sono associati a migliori risultati per i pazienti. Essendo una malattia multiforme, il cancro richiede cure multimodali che integrino interventi di supporto, in particolare nutrizione ed esercizio fisico, per migliorare l’assunzione di nutrienti, la massa muscolare, il funzionamento fisico, la qualità della vita e i risultati del trattamento.
Un team integrato di operatori sanitari che incorpori le raccomandazioni della società nella pratica clinica può aiutare a ottenere i migliori risultati possibili.
Un gruppo multidisciplinare di esperti in oncologia, nutrizione, esercizio fisico e medicina ha partecipato a una tavola rotonda virtuale di 2 giorni nell’ottobre 2020 per discutere le lacune e le opportunità nella nutrizione oncologica, da sola e in combinazione con l’esercizio fisico, rispetto alle prove attuali e alle raccomandazioni delle società internazionali.
Il gruppo ha raccomandato cinque principi per ottimizzare la pratica dell’oncologia clinica:
(1) posizionare la nutrizione oncologica al centro dell’assistenza multidisciplinare;
(2) collaborare con colleghi e amministratori per integrare un processo di cura nutrizionale nell’approccio multidisciplinare alla cura del cancro;
(3) sottoporre a screening tutti i pazienti per il rischio di malnutrizione alla diagnosi e regolarmente durante il trattamento;
(4) combinare l’esercizio fisico e gli interventi nutrizionali prima (ad esempio, la preabilitazione), durante e dopo il trattamento come standard di cura oncologica per ottimizzare lo stato nutrizionale e la massa muscolare;
e (5) incorporare un approccio centrato sul paziente nell’assistenza multidisciplinare.
Abstract
Examining guidelines and new evidence in oncology nutrition: a position paper on gaps and opportunities in multimodal approaches to improve patient care
Malnutrition, muscle loss, and cachexia are prevalent in cancer and remain key challenges in oncology today. These conditions are frequently underrecognized and undertreated and have devastating consequences for patients.
Early nutrition screening/assessment and intervention are associated with improved patient outcomes. As a multifaceted disease, cancer requires multimodal care that integrates supportive interventions, specifically nutrition and exercise, to improve nutrient intake, muscle mass, physical functioning, quality of life, and treatment outcomes.
An integrated team of healthcare providers that incorporates societies’ recommendations into clinical practice can help achieve the best possible outcomes.
A multidisciplinary panel of experts in oncology, nutrition, exercise, and medicine participated in a 2-day virtual roundtable in October 2020 to discuss gaps and opportunities in oncology nutrition, alone and in combination with exercise, relative to current evidence and international societies’ recommendations.
The panel recommended five principles to optimize clinical oncology practice:
(1) position oncology nutrition at the center of multidisciplinary care;
(2) partner with colleagues and administrators to integrate a nutrition care process into the multidisciplinary cancer care approach;
(3) screen all patients for malnutrition risk at diagnosis and regularly throughout treatment;
(4) combine exercise and nutrition interventions before (e.g., prehabilitation), during, and after treatment as oncology standard of care to optimize nutrition status and muscle mass;
and (5) incorporate a patient-centered approach into multidisciplinary care.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34811570/
Wei L, Wu Z, Chen YQ.
Cancro Lett. 2022 febbraio 1;526:193-204.
Terapia multi-mirata del cancro con acidi grassi omega-3: un aggiornamento
Il basso consumo di acidi grassi polinsaturi ω3 (PUFA) nella dieta è stato associato a un aumento dell’incidenza di tumori.
Negli ultimi decenni sono stati condotti molti studi di base e clinici. E’ già stata esaminata la terapia multi-target del cancro con acidi grassi omega-3 nel 2008 e da allora sono in corso centinaia di nuovi studi clinici per convalidare l’efficacia dei PUFA ω3 nella terapia del cancro.
A causa della disponibilità di una così grande quantità di dati sugli studi clinici, in questo aggiornamento vengono riassunti i dati clinici, vengono selezionati gli studi che mostrano risultati promettenti e discussi i potenziali meccanismi responsabili degli esiti clinici.
Sembra che l’ω3 PUFA influenzi principalmente i sintomi associati al cancro, vale a dire cachessia, infiammazione, neuropatia, complicanze postoperatorie e qualità della vita. I meccanismi responsabili di questi effetti sono la possibile regolazione del turnover proteico del muscolo scheletrico, la risposta infiammatoria e la sopravvivenza delle cellule neuronali mediante ω3 PUFA.
Abstract
Multi-targeted therapy of cancer by omega-3 fatty acids-an update
Low in dietary ω3 polyunsaturated fatty acid (PUFA) consumption has been associated with increased incidence of cancers. Many basic and clinical studies have been conducted over the last several decades.
We previously reviewed multi-targeted therapy of cancer by omega-3 fatty acids in 2008, and since hundreds of new clinical trials are being conducted to validate the effectiveness of ω3 PUFA in cancer therapy.
Because of the availability of such large amount of clinical trial data, in this update we summarize clinical data, sort out trials that show promising results, and discuss potential mechanism(s) responsible for the clinical outcomes.
It appears that ω3 PUFA mainly affects cancer-associated symptoms, namely cachexia, inflammation, neuropathy, post operative complications and quality of life. Mechanisms responsible for these effects are possible regulation of skeletal muscle protein turnover, inflammatory response and neuron cell survive by ω3 PUFA.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34843864/
Mokhtarian R. et al.
Ann Pharm Fr. 2024 Jun;82(4):629-640.
L’effetto dello zafferano e dei suoi estratti sul trattamento del cancro al seno: una revisione narrativa
Il cancro al seno (BC) è il tumore maligno più diffuso nelle donne e la seconda malattia più comune in tutto il mondo, che colpisce circa un milione di individui all’anno.
Nonostante l’efficacia della chemioterapia convenzionale, la resistenza ai farmaci e gli effetti avversi ne limitano l’efficacia, portando i ricercatori a esplorare trattamenti alternativi, compresi i rimedi erboristici.
Lo zafferano, una nota spezia derivata dalla pianta Crocus sativus L., ha mostrato un potenziale come trattamento BC. I componenti attivi dello zafferano mostrano proprietà antitumorali inducendo l’apoptosi, inibendo la divisione cellulare e modulando le vie di segnalazione implicate nello sviluppo del cancro, come PI3K/AKT, NF-κB e MAPK.
I risultati clinici suggeriscono che lo zafferano può alleviare i sintomi indotti dalla chemioterapia, ridurre i livelli sierici di marcatori tumorali e migliorare la qualità della vita. Studi clinici preliminari stanno studiando la sicurezza e l’efficacia dello zafferano nel trattamento della BC, con prove recenti che indicano che le dosi raccomandate di integrazione di zafferano sono ben tollerate e sicure.
Questa revisione fornisce una panoramica degli effetti antitumorali dello zafferano e della sua composizione chimica unica in BC.
Tuttavia, ulteriori ricerche e studi clinici sono indispensabili per comprendere appieno il potenziale dello zafferano nella terapia adiuvante per i pazienti affetti da BC.
Abstract
The effect of saffron and its extracts on the treatment of breast cancer: A narrative review
Breast cancer (BC) is the most prevalent malignancy in women and the second most common disease worldwide, affecting approximately one million individuals annually.
Despite the efficacy of conventional chemotherapy, medication resistance and adverse effects limit its effectiveness, leading researchers to explore alternative treatments, including herbal remedies.
Saffron, a well-known spice derived from the Crocus sativus L. plant, has shown potential as a BC treatment. The active components of saffron exhibit anti-cancer properties by inducing apoptosis, inhibiting cell division, and modulating signaling pathways implicated in cancer development, such as PI3K/AKT, NF-κB, and MAPK.
Clinical findings suggest that saffron can alleviate chemotherapy-induced symptoms, reduce serum tumor marker levels, and enhance quality of life. Preliminary clinical trials are investigating the safety and efficacy of saffron in treating BC, with recent evidence indicating that recommended doses of saffron supplementation are well-tolerated and safe.
This review provides an overview of the anti-tumor effects of saffron and its unique chemical composition in BC.
However, further research and clinical studies are imperative to fully comprehend the potential of saffron in adjuvant therapy for BC patients.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38367937/
Ke Y. et al.
Food Funct. 2024 May 7;15(9):4668-4681.
Assunzione di olio d’oliva e malattie cardiovascolari, cancro e mortalità per tutte le cause: una revisione sistematica e una meta-analisi dose-risposta di studi prospettici di coorte
Background:
Attualmente, i collegamenti riportati tra l’assunzione di olio d’oliva e le malattie cardiovascolari (CVD), la morbilità e la mortalità per cancro e la mortalità per tutte le cause sono incoerenti.
Lo scopo di questa meta-analisi è studiare le correlazioni riportate dell’assunzione di olio d’oliva con CVD, malattia coronarica (CHD), incidenza e mortalità di ictus e cancro e mortalità per tutte le cause.
Metodi:
PubMed, Embase e Web of Science sono stati cercati fino al 7 marzo 2024. I rischi relativi aggregati (RR) e gli intervalli di confidenza al 95% (CI) sono stati stimati dal modello a effetti casuali. Le relazioni dose-risposta non lineari sono state modellate con spline cubiche ristrette.
Questo studio è stato registrato presso PROSPERO (CRD42023419001).
Risultati:
Complessivamente, sono stati identificati 30 articoli che coprivano 2 710 351 partecipanti. Una maggiore assunzione di olio d’oliva è stata collegata a un ridotto rischio di incidenza di CVD (RR: 0.85;IC 95%: 0.77, 0.93), incidenza di CHD (RR: 0.85; IC 95%: 0.72, 0.99), mortalità CVD (RR: 0.77;IC 95%: 0.67, 0.88) e mortalità per tutte le cause (RR: 0.85; IC 95%: 0.81, 0.89).
Per un 10 g d-1 aumento dell’assunzione di olio d’oliva, il rischio di incidenza di CVD, incidenza di ictus, mortalità CVD e mortalità per tutte le cause è diminuito rispettivamente del 7%, 5%, 8% e 8%.
Non è stata trovata alcuna associazione tra l’assunzione di olio d’oliva e l’incidenza e la mortalità del cancro.
Sono state osservate relazioni non lineari tra l’assunzione di olio d’oliva e le malattie cardiovascolari e la mortalità per tutte le cause, con un rischio ridotto da assunzioni compreso tra 0 e 18 g d-1 e da 0 a 22 g d-1rispettivamente.
Conclusione:
Lo studio ha rilevato che un’elevata assunzione di olio d’oliva era correlata a un minor rischio di incidenza di CVD e CHD e mortalità CVD e mortalità per tutte le cause.
Abstract
Olive oil intake and cardiovascular disease, cancer, and all-cause mortality: a systematic review and dose-response meta-analysis of prospective cohort studies
Background:
Currently, the reported links between olive oil intake and cardiovascular disease (CVD), cancer morbidity and mortality, and all-cause mortality are inconsistent.
The aim of this meta-analysis is to study the reported correlations of olive oil intake with CVD, coronary heart disease (CHD), stroke and cancer incidence and mortality, and all-cause mortality.
Methods:
PubMed, Embase, and Web of Science were searched until March 7, 2024. Pooled relative risks (RRs) and 95% confidence intervals (CIs) were estimated by the random-effects model. Nonlinear dose-response relationships were modeled with restricted cubic splines.
This study has been registered at PROSPERO (CRD42023419001).
Results:
Overall, 30 articles covering 2 710 351 participants were identified. Higher olive oil intake was linked with a reduced risk of CVD incidence (RR: 0.85; 95% CI: 0.77, 0.93), CHD incidence (RR: 0.85; 95% CI: 0.72, 0.99), CVD mortality (RR: 0.77; 95% CI: 0.67, 0.88), and all-cause mortality (RR: 0.85; 95% CI: 0.81, 0.89).
For a 10 g d-1 increment of olive oil intake, the risk of CVD incidence, stroke incidence, CVD mortality, and all-cause mortality decreased by 7%, 5%, 8%, and 8%, respectively.
No association was found between olive oil intake and cancer incidence and mortality.
Nonlinear relationships between olive oil intake and CVD and all-cause mortality were observed, with a reduced risk from intakes ranging from 0 to 18 g d-1 and 0 to 22 g d-1, respectively.
Conclusion:
Our study found that high olive oil intake was related to a lower risk of CVD and CHD incidence and CVD mortality and all-cause mortality.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38568797/
Li Z, Wu J, Song J, Wen Y.
Int J Food Sci Nutr. 2024 Mar;75(2):122-133.
Zenzero per il trattamento della nausea e del vomito: una panoramica delle revisioni sistematiche e delle meta-analisi
Lo zenzero può essere un potenziale rimedio per il trattamento della nausea e del vomito.
Tale revisione mirava a valutare la qualità delle relazioni e della metodologia e a integrare le evidenze in questo campo.
Un totale di quindici meta-analisi sono state analizzate e hanno soddisfatto le linee guida Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analyses 2009, fornendo una dichiarazione relativamente completa. Tuttavia, la qualità metodologica, valutata utilizzando la checklist Assessment of Multiple Systematic Reviews-2, è stata ritenuta criticamente da bassa a bassa.
I risultati della revisione supportano l’efficacia dello zenzero nella gestione della nausea e del vomito indotti dalla chemioterapia nei pazienti oncologici. Riduce anche la nausea postoperatoria e la gravità del vomito, diminuendo la necessità di antiemetici di soccorso.
Inoltre, lo zenzero è promettente nell’alleviare i sintomi di nausea e vomito legati alla gravidanza.
Le prove raccolte suggeriscono che lo zenzero è un’opzione botanica sicura per la gestione della nausea e del vomito, ma è importante migliorare la qualità scientifica delle meta-analisi pubblicate in futuro.
Abstract
Ginger for treating nausea and vomiting: an overview of systematic reviews and meta-analyses
Ginger may be a potential remedy for nausea and vomiting.
This review aimed to assess the reporting and methodological quality, and integrate the evidence in this field.
A total of fifteen meta-analyses were analysed and met the Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analyses 2009 guidelines, providing a relatively complete statement. However, methodological quality, assessed using the Assessment of Multiple Systematic Reviews-2 checklist, was deemed critically low to low.
Our review’s findings support ginger’s effectiveness in managing chemotherapy-induced nausea and vomiting in cancer patients. It also reduces postoperative nausea and vomiting severity, decreasing the need for rescue antiemetics.
Furthermore, ginger shows promise in alleviating pregnancy-related nausea and vomiting symptoms.
The pooled evidence suggests ginger as a safe botanical option for managing nausea and vomiting, but it is important to improve the scientific quality of published meta-analyses in the future.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38072785/
Deveci G., Tek NA.
J Sci Food Agric. 2024 Mar 30;104(5):2551-2560.
N-nitrosammine: un potenziale pericolo nei prodotti a base di carne lavorata
Nitriti, nitrati e i loro sali vengono aggiunti ai prodotti a base di carne lavorata per migliorare il colore, il sapore e la durata di conservazione e per ridurre il carico microbico.
I composti N-nitrosammici si formano quando gli agenti nitrosanti (come le nitrosammine secondarie) nei prodotti a base di carne interagiscono con nitriti e nitrati che sono stati aggiunti alla carne.
Con il consumo di tali prodotti a base di carne, si verificano reazioni di nitrosazione nel corpo umano e si verifica la formazione di N-nitrosammina nel tratto gastrointestinale.
Nonostante i benefici che nitriti e nitrati hanno sugli alimenti, la loro tendenza a creare nitrosammine e un aumento del carico di ammine nitrose dell’organismo presenta rischi per la salute.
L’inclusione dei composti nitrosamminici nelle possibili e probabili classi di cancerogeni secondo l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro richiede un riesame della revisione della letteratura sui prodotti a base di carne trasformata.
Questo articolo valuta le connessioni tra vari tipi di cancro e nitrosammine presenti nei prodotti a base di carne lavorata.
Abstract
N-Nitrosamines: a potential hazard in processed meat products
Nitrite, nitrate, and their salts are added to processed meat products to improve color, flavor, and shelf life and to lower the microbial burden.
N-Nitrosamine compounds are formed when nitrosing agents (such as secondary nitrosamines) in meat products interact with nitrites and nitrates that have been added to the meat.
With the consumption of such meat products, nitrosation reactions occur in the human body and N-nitrosamine formation occurs in the gastrointestinal tract.
Despite the benefits nitrites and nitrates have on food, their tendency to create nitrosamines and an increase in the body’s nitrous amine load presents health risks.
The inclusion of nitrosamine compounds in possible and probable carcinogen classes according to the International Agency for Research on Cancer requires a re-examination of the literature review on processed meat products.
This article evaluates the connections between various cancer types and nitrosamines found in processed meat products.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37984839/
Rizzoli R., Biver E.
Aging Clin Exp Res. 2024 Mar 19;36(1):75.
Ruolo dei prodotti lattiero-caseari fermentati nei benefici per la salute di una dieta mediterranea
La dieta mediterranea include prodotti lattiero-caseari fermentati come yogurt e formaggio.
Questi alimenti forniscono calcio, fosforo, grassi, carboidrati e proteine, tutti nutrienti che influenzano vari sistemi tra cui le ossa, il sistema cardiovascolare, il metabolismo intermedio, il cancro, il sistema nervoso centrale e l’infiammazione.
Inoltre, contengono prebiotici e forniscono probiotici in grado di modificare la composizione e il metabolismo del microbiota, agendo potenzialmente anche indirettamente sui vari sistemi.
Un ampio corpus di prove indica che il consumo di prodotti lattiero-caseari fermentati contribuisce in modo significativo agli effetti benefici di una dieta mediterranea sulla salute di vari sistemi.
Abstract
Role of fermented dairy products in the health benefits of a mediterranean diet
Mediterranean diet includes fermented dairy products like yogurt and cheese.
These foods provide calcium, phosphorus, fat, carbohydrates and protein, all nutrients influencing various systems including bone, cardiovascular system, intermediary metabolism, cancer, central nervous system, and inflammation.
In addition, they contain prebiotics and provide probiotics which are capable of modifiying microbiota composition and metabolism, potentially acting also indirectly on the various systems.
A large body of evidence indicates that fermented dairy products consumption significantly contributes to the beneficial effects of a Mediterranean diet on various systems’ health.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38502263/
Chabi IB et al.
Heliyon. 2024 Jan 29;10(3):e25261.
La sansa di pomodoro come fonte di preziosi ingredienti funzionali per migliorare le proprietà fisico-chimiche e sensoriali e prolungare la shelf life degli alimenti: una rassegna
Grazie al suo contenuto nutrizionale e bioattivo, la sansa di pomodoro (SP) rimane tra i frutti e le verdure più ricchi del mondo.
I pomodori e la SP (coprodotto generato) sono una fonte molto ricca di licopene e altri composti carotenoidi e contengono una quantità essenziale di polifenoli, policosanolo, fitosteroli, acidi organici, fibre alimentari, minerali e vitamine. La SP è una fonte promettente di composti bioattivi significativi con potenziale antiossidante e antimicrobico.
Pertanto, il loro consumo è noto per essere efficace nella prevenzione di alcune malattie croniche. Ad esempio, il licopene previene il cancro alla prostata e agisce come epatoprotettore e genoprotettore contro micotossine, residui di pesticidi e metalli pesanti.
Pertanto, la valorizzazione della SP come ingrediente alimentare può essere di grande interesse sanitario, economico e ambientale e contribuire a migliorare la nutrizione e la sicurezza alimentare.
Nel corso degli ultimi decenni sono stati compiuti notevoli sforzi per valorizzare la SP come ingrediente funzionale fondamentale per migliorare: (i) le proprietà nutrizionali e funzionali, (ii) le caratteristiche organolettiche e (iii) la shelf life di molti alimenti.
La presente revisione ha lo scopo di aggiornare e riassumere le conoscenze sulle recenti applicazioni alimentari della SP, in particolare il suo utilizzo come ingrediente funzionale per migliorare le proprietà funzionali e la shelf life degli alimenti.
Abstract
Tomato pomace as a source of valuable functional ingredients for improving physicochemical and sensory properties and extending the shelf life of foods: A review
Due to its nutritional and bioactive content, tomato pomace (TP) remains among the world’s richest fruits and vegetables.
Tomatoes and TP (generated coproduct) are a very rich source of lycopene and other carotenoid compounds and contain an essential amount of polyphenols, policosanol, phytosterols, organic acids, dietary fibers, minerals, and vitamins. TP is a promising source of significant bioactive compounds with antioxidant and antimicrobial potential.
Therefore, their consumption is known to be effective in preventing certain chronic diseases. For example, lycopene prevents prostate cancer and acts as a hepatoprotector and genoprotector against mycotoxins, pesticide residues, and heavy metals.
Thus, the valorization of TP as a food ingredient can be of great health, economic and environmental interest and contribute to improving nutrition and food security.
During the last decades, considerable efforts have been made to valorize TP as a crucial functional ingredient in improving: (i) the nutritional and functional properties, (ii) sensory characteristics and (iii) the shelf life of many foods.
The current review aims to update and summarize the knowledge on the recent food applications of TP, particularly its use as a functional ingredient to improve the functional properties and shelf life of foods.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38327467/
Sehrawat N. et al.
Biotechnol Appl Biochem. 2023 Dec;70(6):2002-2016.
Il fagiolo mung come potente alimento funzionale emergente con potenziale terapeutico antitumorale: intuizione meccanicistica e aggiornamenti recenti
Il cancro è ancora una grande sfida per gli esseri umani. Negli ultimi anni, i ricercatori si sono concentrati sui metaboliti a base vegetale come strategia preventiva sicura, efficiente, alternativa o combinatoria, nonché economica contro la carcinogenesi.
Il fagiolo mung è un importante legume nutriente e noto per fornire vari benefici per la salute grazie a varie sostanze fitochimiche bioattive e proteine facilmente digeribili. L’assunzione regolare di fagioli mung aiuta a regolare il metabolismo influenzando la crescita e la sopravvivenza dei microbi buoni nell’intestino ospite. Il fagiolo mung è stato anche segnalato per avere proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, antiproliferative e immunomodulatorie. Queste proprietà possono possedere il potenziale preventivo del fagiolo mung contro la cancerogenesi.
I database bibliografici per la letteratura di ricerca peer-reviewed sono stati ricercati attraverso un approccio concettuale strutturato utilizzando domande di revisione mirate su fagioli mung, anticancro, terapie e alimenti funzionali insieme a criteri di inclusione / esclusione.
Per la valutazione della qualità degli articoli recuperati, sono stati impiegati strumenti standard. Una metodologia di analisi qualitativa deduttiva dei contenuti ci ha ulteriormente portato ad analizzare i risultati della ricerca e rivedere gli articoli.
La presente revisione fornisce recenti aggiornamenti sul potenziale antitumorale del fagiolo mung e sul possibile meccanismo d’azione per prevenire la carcinogenesi e le metastasi. Sono necessarie ricerche approfondite sui metaboliti attivi e sui meccanismi d’azione per stabilire il potenziale antitumorale del fagiolo mung. Tenendo presenti i fatti di cui sopra, il fagiolo mung dovrebbe essere studiato per i suoi composti bioattivi, da considerare come alimento funzionale del futuro.
Abstract
Mung bean as a potent emerging functional food having anticancer therapeutic potential: Mechanistic insight and recent updates
Cancer is still a major challenge for humans. In recent years, researchers have focused on plant-based metabolites as a safe, efficient, alternative or combinatorial, as well as cost-effective preventive strategy against carcinogenesis.
Mung bean is an important nutritious legume, and known for providing various health benefits due to various bioactive phytochemicals and easily digestible proteins. Regular intake of mung bean helps to regulate metabolism by affecting the growth and survival of good microbes in the host gut. Mung bean has also been reported to have anti-inflammatory, antioxidant, antiproliferative, and immunomodulatory properties. These properties may possess the preventive potential of mung bean against carcinogenesis.
Bibliographic databases for peer-reviewed research literature were searched through a structured conceptual approach using focused review questions on mung beans, anticancer, therapeutics, and functional foods along with inclusion/exclusion criteria.
For the appraisal of the quality of retrieved articles, standard tools were employed. A deductive qualitative content analysis methodology further led us to analyze outcomes of the research and review articles.
The present review provides recent updates on the anticancer potential of mung bean and the possible mechanism of action thereof to prevent carcinogenesis and metastasis. Extensive research on the active metabolites and mechanisms of action is required to establish the anticancer potential of mung bean. Keeping the above facts in view, mung bean should be investigated for its bioactive compounds, to be considered as functional food of the future.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37574464/
Zhang X. et al.
Biomed Pharmacother. 2023 Jun;162:114590.
Curcumina nel cancro cervicale: progressi e prospettive
La curcumina è una sostanza polifenolica estratta da piante come Curcuma longa, Curcuma zedoaria e radix curcumae, e ha attirato molta attenzione a causa degli effetti antinfiammatori, antiossidanti, antitumorali, antibatterici e altri molteplici effetti farmacologici.
Il cancro cervicale è uno dei tumori maligni più comuni nelle donne. Con l’applicazione del vaccino HPV (papillomavirus umano), l’incidenza del cancro cervicale dovrebbe essere ridotta, ma rimane difficile promuovere il vaccino tra la popolazione a basso reddito.
Come additivo alimentare comunemente usato, la curcumina è stata recentemente trovata per avere un significativo effetto terapeutico nel trattamento del cancro cervicale.
Negli ultimi anni, numerosi studi in vitro e in vivo hanno scoperto che la curcumina può avere un’efficacia significativa nel trattamento anti-cancro cervicale promuovendo l’apoptosi, inibendo la proliferazione delle cellule tumorali, le metastasi e l’invasione, inibendo l’HPV e inducendo l’autofagia nelle cellule tumorali. Tuttavia, a causa della scarsa solubilità in acqua, del rapido catabolismo e della bassa biodisponibilità della curcumina, gli studi sui derivati della curcumina e sulle nuove formulazioni sono in aumento.
La curcumina ha una vasta gamma di meccanismi d’azione contro il cancro cervicale e potrebbe diventare un nuovo farmaco antitumorale in futuro, aprendo nuove idee per la ricerca della curcumina nel campo dell’antitumorale. C’è una mancanza di revisioni sistematiche sul meccanismo d’azione della curcumina contro il cancro cervicale.
Pertanto, il presente studio è una revisione della letteratura basata sul meccanismo d’azione della curcumina contro il cancro cervicale, al fine di fornire informazioni di riferimento per i professionisti scientifici e clinici.
Abstract
Basic research on curcumin in cervical cancer: Progress and perspectives
Curcumin is a polyphenolic substance extracted from plants such as Curcuma longa, Curcuma zedoaria, and radix curcumae, and it has attracted much attention because of the anti-inflammatory, antioxidant, anti-tumor, antibacterial and other multiple pharmacological effects.
Cervical cancer is one of the most common malignant tumors in women. With the application of HPV (human papillomavirus) vaccine, the incidence of cervical cancer is expected to be reduced, but it remains difficult to promote the vaccine among low-income population.
As a commonly used food additive, curcumin has recently been found to have a significant therapeutic effect in the treatment of cervical cancer.
In recent years, numerous in vitro and in vivo studies have found that curcumin can have significant efficacy in anti-cervical cancer treatment by promoting apoptosis, inhibiting tumour cell proliferation, metastasis and invasion, inhibiting HPV and inducing autophagy in tumour cells. However, due to poor water solubility, rapid catabolism, and low bioavailability of curcumin, studies on curcumin derivatives and novel formulations are increasing.
Curcumin has a wide range of mechanisms of action against cervical cancer and may become a novel antitumor drug in the future, opening up new ideas for the research of curcumin in the field of antitumor. There is a lack of systematic reviews on the mechanism of action of curcumin against cervical cancer.
Therefore, this study is a review of the literature based on the mechanism of action of curcumin against cervical cancer, with a view to providing reference information for scientific and clinical practitioners.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36965256/
Yi X. et al.
J Sci Food Agric. 2023 Mar 30;103(5):2251-2261.
Carota e carotene e risultati multipli sulla salute: una revisione ombrello delle prove
Sfondo:
Negli ultimi anni sono stati esaminati i benefici delle carote e del carotene in diverse aree della salute.
Obiettivo:
Lo scopo di questa revisione ombrello era identificare le associazioni tra carota e carotene e molteplici risultati sulla salute.
Metodi:
Revisione ombrello delle prove attraverso meta-analisi di studi interventistici e osservazionali di carote e carotene e qualsiasi risultato sulla salute. Abbiamo cercato in modo completo Web of Science, PubMed ed Embase. Per ogni associazione, abbiamo stimato la dimensione dell’effetto di riepilogo utilizzando modelli casuali e a effetti fissi e l’intervallo di confidenza del 95%.
Risultati:
Sono stati ricercati un totale di 1329 studi, 30 meta-analisi con 26 risultati di salute sono stati identificati da criteri di ammissibilità. L’assunzione di carote è stata associata a un minor rischio di esiti multipli del cancro tra cui cancro al seno, cancro ai polmoni, cancro al pancreas, cancro gastrico, cancro uroteliale e cancro alla prostata.
L’assunzione di carotene è stata associata a un minor rischio di fratture, cataratta legata all’età, scottature solari, morbo di Alzheimer, cancro al seno, cancro ai polmoni, cancro al pancreas, cancro gastrico, cancro esofageo, cancro alla prostata e cancro della testa e del collo (HNC).
Il carotene sierico è stato inversamente associato alla mortalità per tutte le cause, al cancro al seno e al cancro del polmone.
Conclusione:
Il nostro studio ha rivelato che l’assunzione di carote o carotene potrebbe ridurre il rischio di vari esiti di salute.
Abstract
Carrot and carotene and multiple health outcomes: An umbrella review of the evidence
Background:
In recent years, the benefits of carrots and carotene in different areas of health have been examined.
Objective:
The purpose of this umbrella review was to identify the associations between carrots and carotene and multiple health outcomes.
Methods:
Umbrella review of the evidence across meta-analyses of interventional and observational studies of carrots and carotene and any health outcome. We comprehensively searched Web of Science, PubMed, and Embase. For each association, we estimated the summary effect size using random and fixed effects models and the 95% confidence interval.
Results:
A total of 1329 studies were searched, 30 meta-analyses with 26 health outcomes were identified by eligibility criteria. Carrot intake was associated with a lower risk of multiple cancer outcomes including breast cancer, lung cancer, pancreatic cancer, gastric cancer, urothelial cancer and prostate cancer.
Carotene intake was associated with a lower risk of fracture, age-related cataract, sunburn, Alzheimer’s disease, breast cancer, lung cancer, pancreatic cancer, gastric cancer, esophageal cancer, prostate cancer and head and neck cancer (HNC).
Serum carotene was inversely associated with all-cause mortality, breast cancer and lung cancer.
Conclusion:
Our study revealed that carrot or carotene intake could reduce the risk of various health outcomes.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36600678/
Machado APDF. et al.
Food Res Int. 2022 Dec;162(Pt A):111953.
Effetti antiproliferativi e principali meccanismi molecolari dei frutti autoctoni brasiliani e dei loro sottoprodotti sul cancro del polmone
Il cancro del polmone (LC) è una malattia emergente diffusa a livello globale. Rispetto ad altri tipi di cancro, LC ha uno dei tassi di sopravvivenza più bassi (18%).
Poiché alcuni fattori di rischio associati allo sviluppo della carcinogenesi polmonare sono ancora inevitabili, i ricercatori hanno cercato di trovare alternative efficienti e sicure che possano aiutare a prevenire la LC o addirittura attenuarne la rapida evoluzione dopo la diagnosi.
Gli studi con prodotti naturali promettono di offrire effetti biologici contro diversi tipi di tumori, tra cui LC. Gli innumerevoli tipi di matrici vegetali disperse in natura, o anche i loro estratti, contengono una potente composizione di composti bioattivi con promettenti effetti biologici sulla LC.
I biomi in Brasile sono esempi di regioni con una grande biodiversità di frutti ricchi di composti bioattivi.
Pertanto, questa revisione mirava a presentare il potenziale effetto antitumorale dei frutti nativi brasiliani, delle loro frazioni e dei sottoprodotti sulla LC attraverso la delucidazione dei principali meccanismi molecolari coinvolti.
Le matrici vegetali brasiliane discusse qui (açaí, achiote, araticum, camu camu, cacao, jaboticaba, genipap, guaranà e pequi) hanno mostrato prove promettenti inducendo l’apoptosi cellulare, riducendo la vitalità delle cellule tumorali e la crescita tumorale e regolando il ciclo cellulare.
Abstract
Antiproliferative effects and main molecular mechanisms of Brazilian native fruits and their by-products on lung cancer
Lung Cancer (LC) is an emergent disease widespread globally. Compared to other types of cancer, LC has one of the lowest survival rates (18%).
As some risk factors associated with the development of lung carcinogenesis are still unavoidable, researchers have been trying to find efficient and safe alternatives that can help prevent LC or even attenuate its rapid evolution after diagnosis.
Studies with natural products promise to offer biological effects against several types of cancers, including LC. The uncountable types of plant matrices dispersed in nature, or even their extracts, contain a powerful composition of bioactive compounds with promising biological effects on LC.
The biomes in Brazil are examples of regions with a great biodiversity of bioactive compounds-rich fruits.
Therefore, this review aimed to present the potential anticancer effect of Brazilian native fruits, their fractions, and by-products on LC through the elucidation of the main molecular mechanisms involved.
The Brazilian plant matrices discussed here (açaí, achiote, araticum, camu camu, cocoa, jaboticaba, genipap, guarana, and pequi) showed promising evidence by inducing cellular apoptosis, reducing cancer cell viability and tumor growth, and regulating cell cycle.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36461205/
Alam M. et al.
Food Chem. 2022 Jun 15;379:132135.
Epigallocatechina 3-gallato: dal tè verde alle terapie antitumorali
L’epigallocatechina 3-gallato (EGCG) possiede varie funzioni biologiche, tra cui proprietà anti-cancro e anti-infiammatorie. L’EGCG è un abbondante componente polifenolico proveniente dall’estratto di tè verde che ha mostrato bioattività versatili nella lotta contro diversi tumori.
Questa revisione evidenzia le caratteristiche farmacologiche dell’EGCG e le sue implicazioni terapeutiche nel cancro e in altre malattie metaboliche.
Modula numerose vie di segnalazione, regolando la sopravvivenza e la proliferazione indesiderate delle cellule, impartendo così forti effetti chemiopreventivi e terapeutici tumorali.
L’EGCG avvia la morte cellulare attraverso la via intrinseca e provoca l’inibizione delle vie EGFR, STAT3 ed ERK in diversi tumori. L’EGCG altera e inibisce la segnalazione mediata da ERK1/2, NF-κB e Akt, alterando il rapporto tra le proteine della famiglia Bcl-2 e attivando le caspasi nelle cellule tumorali.
Questa recensione si concentra sugli effetti anti-cancro, antiossidanti, antinfiammatori, anti-angiogenesi e apoptotici dell’EGCG. Inoltre si evidenzia il potenziale dell’EGCG in diversi tipi di cancro, sottolineando le formulazioni di studi clinici che migliorano ulteriormente la comprensione della gestione terapeutica del cancro e delle malattie infiammatorie.
Abstract
Epigallocatechin 3-gallate: From green tea to cancer therapeutics
Epigallocatechin 3-gallate (EGCG) possesses various biological functions, including anti-cancer and anti-inflammatory properties. EGCG is an abundant polyphenolic component originating from green tea extract that has exhibited versatile bioactivities in combating several cancers.
This review highlights the pharmacological features of EGCG and its therapeutic implications in cancer and other metabolic diseases.
It modulates numerous signaling pathways, regulating cells’ undesired survival and proliferation, thus imparting strong tumor chemopreventive and therapeutic effects.
EGCG initiates cell death through the intrinsic pathway and causes inhibition of EGFR, STAT3, and ERK pathways in several cancers. EGCG alters and inhibits ERK1/2, NF-κB, and Akt-mediated signaling, altering the Bcl-2 family proteins ratio and activating caspases in tumor cells.
This review focuses on anti-cancer, anti-oxidant, anti-inflammatory, anti-angiogenesis, and apoptotic effects of EGCG. We further highlighted the potential of EGCG in different types of cancer, emphasizing clinical trials formulations that further improve our understanding of the therapeutic management of cancer and inflammatory diseases.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35063850/
Zhao B. et al.
Eur J Epidemiol. 2022 Apr;37(4):321-333.
Relazione tra consumo di cioccolato e mortalità complessiva e causa-specifica, una revisione sistematica e meta-analisi aggiornata
Il cioccolato è una ricca fonte alimentare di vari composti flavonoidi bioattivi. Nonostante sia uno degli alimenti più popolari in tutto il mondo, l’associazione tra il consumo di cioccolato e la mortalità a lungo termine rimane poco chiara.
L’obiettivo di questo studio è determinare le associazioni tra il consumo di cioccolato e la mortalità globale e causa-specifica a lungo termine, valutare la dose-risposta e i potenziali mediatori e condurre una meta-analisi aggiornata basata su studi prospettici di coorte.
E’ stata eseguita un’analisi prospettica nello studio sulla prevenzione del cancro con alfa-tocoferolo, beta-carotene (ATBC) con un totale di 27.111 uomini che sono stati reclutati tra il 1985 e il 1988 e seguiti fino al 2015. I dati sull’esposizione al consumo giornaliero di cioccolato sono stati ottenuti da un questionario sulla frequenza alimentare di base convalidato.
Gli hazard ratio (HR) e le differenze di rischio assoluto (ARD) a 30 anni, inclusi gli intervalli di confidenza (CI) al 95% per la mortalità complessiva e specifica per causa, sono stati stimati utilizzando modelli di regressione dei rischi proporzionali di Cox aggiustati multivariatamente.
È stata inoltre condotta una meta-analisi aggiornata degli studi di coorte. Durante 482.807 anni-persona di follow-up, un totale di 22.064 uomini sono morti.
Le analisi multivariate hanno mostrato un’associazione inversa statisticamente significativa tra il consumo di cioccolato e il rischio di mortalità complessiva, con HR di 0,91, 0,89, 0,89 e 0,88 per le categorie crescenti 2-5 rispetto a quelle della categoria più bassa (Ptendenza < 0,0001 e P per la non linearità < 0,0001). E’ stata osservata una mortalità significativamente più bassa per malattie cardiovascolari (CVD), malattie cardiache e cancro, che rappresentano rispettivamente il 13%, il 16% e il 12% di riduzione del rischio per la categoria di cioccolato più alta rispetto a quella più bassa (tutti Ptendenza ≤ 0,002; tutti P per non linearità < 0,0001).
Le associazioni inverse del consumo di cioccolato con il rischio di mortalità complessiva, CVD e malattie cardiache erano generalmente coerenti tra i sottogruppi di coorte (ad esempio, indice di massa corporea e colesterolo sierico). L’analisi della mediazione ha mostrato che il 4,3% dell’associazione inversa tra cioccolato e mortalità complessiva è stata mediata dalla riduzione della pressione sanguigna.
All’interno della meta-analisi aggiornata degli studi di coorte (21 stime del rischio, 908.390 partecipanti e 65.407 eventi), un maggiore consumo di cioccolato (per 5 g/giorno) è stato associato a un minor rischio di incidenza e mortalità CVD (rischio relativo aggregato = 0,98, valore P < 0,001; P per non linearità < 0,001). Le analisi dei sottogruppi predefiniti hanno generalmente rivelato associazioni di rischio inverse cioccolato-CVD coerenti.
In questo studio prospettico, un maggiore consumo calorico di cioccolato era inversamente associato a una minore mortalità complessiva, CVD, malattie cardiache e cancro. La revisione sistematica e la meta-analisi forniscono supporto per l’associazione inversa cioccolato-CVD.
I risultati possono fornire prove per dissipare parzialmente le preoccupazioni relative agli esiti avversi per la salute derivanti dal consumo di cioccolato da basso a moderato.
Abstract
Relationship between chocolate consumption and overall and cause-specific mortality, systematic review and updated meta-analysis
Chocolate is a rich dietary source of various bioactive flavonoid compounds. Despite being one of the most popular foods worldwide, the association between chocolate consumption and long-term mortality remains unclear.
The objective of this study is to determine the associations between chocolate consumption and long-term overall and cause-specific mortality, to evaluate dose-response and potential mediators, and to conduct an updated meta-analysis based on prospective cohort studies.
We performed a prospective analysis in the Alpha-Tocopherol, Beta-Carotene cancer prevention (ATBC) Study with a total of 27,111 men who were recruited between 1985 and 1988 and followed through 2015. Exposure data of daily chocolate consumption was obtained from validated baseline food frequency questionnaire.
Hazard ratios (HRs) and 30-year absolute risk differences (ARDs) including 95% confidence intervals (CI) for overall and cause-specific mortality were estimated using multivariable-adjusted Cox proportional hazards regression models.
An updated meta-analysis of cohort studies was also conducted. During 482,807 person-years of follow-up, a total of 22,064 men died.
The multivariable analyses showed a statistically significant inverse association between chocolate consumption and risk of overall mortality, with HRs of 0.91, 0.89, 0.89, and 0.88 for the increasing categories 2-5 as compared with those in the lowest category (Ptrend < 0.0001, and P for nonlinearity < 0.0001). We observed significantly lower mortality from cardiovascular disease (CVD), heart disease and cancer, representing 13%, 16% and 12% risk reductions for the highest compared to lowest chocolate category, respectively (all Ptrend ≤ 0.002; all P for nonlinearity < 0.0001).
The inverse associations of chocolate consumption with risk of overall, CVD and heart disease mortality were generally consistent across cohort subgroups (e.g., body mass index and serum cholesterol). Mediation analysis showed that 4.3% of the inverse association of chocolate and overall mortality was mediated through reducing blood pressure.
Within the updated meta-analysis of cohort studies (21 risk estimates, 908,390 participants and 65,407 events), greater consumption of chocolate (per 5 g/day) was associated with a lower risk of CVD incidence and mortality (pooled relative risk = 0.98, P value < 0.001; P for nonlinearity < 0.001). The predefined subgroup analyses generally revealed consistent inverse chocolate-CVD risk associations.
In this prospective study, calorie-balanced greater consumption of chocolate was inversely associated with lower overall, CVD, heart disease and cancer mortality. The systematic review and meta-analysis provide support for the inverse chocolate-CVD association.
Our findings may provide evidence to partially allay concerns regarding adverse health outcomes from low-to-moderate chocolate consumption.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35460393/
Reguengo LM, Nascimento RPD, Machado APDF, Marostica Junior MR.
Food Res Int. 2022 May;155:111117.
Vie di segnalazione e potenziale effetto anticancerogeno dei frutti nativi brasiliani sul cancro al seno
Il cancro al seno (BC) è il tipo di cancro con la più alta incidenza e tassi di mortalità nelle donne in tutto il mondo.
Nonostante i suoi fattori di rischio ben consolidati, la BC sta seguendo un modello epidemiologico, simile all’obesità e ad altre pandemie occidentali, associato a fattori demografici e ambientali.
Gli alimenti e i composti bioattivi specifici sono stati evidenziati come fattori chiave nell’attenuazione dello stato di BC. I frutti nativi brasiliani e i prodotti derivati sono ricche fonti di composti bioattivi, che esercitano preziosi effetti antiossidanti, antinfiammatori e antitumorali.
Pertanto, lo scopo di questa revisione è quello di evidenziare il potenziale dei frutti brasiliani nel BC rivelando alcuni dei meccanismi alla base degli effetti antitumorali dei rispettivi composti bioattivi. Gli interventi qui studiati mostrano generalmente prove promettenti, riducendo la crescita tumorale o la vitalità delle cellule tumorali e regolando il ciclo cellulare.
I frutti nativi brasiliani, come l’açaí, il cacao, il guaranà, il frutto della passione e l’ananas, sono stati associati alla regolazione dei biomarcatori molecolari correlati alla BC.
Abstract
Signaling pathways and the potential anticarcinogenic effect of native Brazilian fruits on breast cancer
Breast cancer (BC) is the type of cancer with the highest incidence and mortality rates in women worldwide.
Despite its well-established risk factors, BC is following an epidemiological pattern, similar to obesity and other western pandemics, associated to demographic and environmental factors.
Food and specific bioactive compounds have been evidenced as key factors in BC status attenuation. Native Brazilian fruits and derived products are rich sources of bioactive compounds, which exert valuable antioxidant, anti-inflammatory, and anticancer effects.
Therefore, the aim of this review is to evidence the potential of Brazilian fruits in BC by revealing some of the mechanisms underlaying the anticancer effects of their respective bioactive compounds. The interventions investigated here generally show promising evidence, reducing tumor growth or cancer cell viability, and regulating the cell cycle.
Native Brazilian fruits, such as açaí, cocoa, guarana, passionfruit, and pineapple have been associated with the regulation of BC-related molecular biomarkers.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35400408/
Mohammadi-Motlagh H-R., Mostafaie A., Mansouri K.
Arch Med Sci . 2011 Feb;7(1):38-44.
Attività antitumorale e antinfiammatoria dell’estratto di scalogno (Allium ascalonicum)
Introduzione:
le piante di allium sono una parte importante della dieta di molte popolazioni e si crede da tempo nelle loro proprietà benefiche per la salute come la prevenzione del cancro. In questo studio sono state studiate le attività antitumorali e antinfiammatorie dell’estratto acquoso dei bulbi di Allium ascalonicum.
Materiale e metodi:
L’attività antiproliferativa e anticrescita dell’estratto acquoso di A. ascalonicum è stata esaminata in vitro su diverse linee cellulari tumorali. Inoltre, la permeabilità vascolare indotta dall’acido acetico come test in vivo è stata utilizzata per studiare l’attività antinfiammatoria dell’estratto.
Risultati:
L’estratto acquoso di A. ascalonicum ha avuto la maggiore attività anti-crescita sulle linee cellulari tumorali; Jurkat e K562 contro Wehi 164 con preferenza citotossica inferiore. L’estratto ha anche mostrato una citotossicità molto inferiore nei confronti della linea cellulare normale (HUVEC) e una significativa attività antinfiammatoria in vivo.
Conclusioni:
È interessante notare che l’estratto di questa pianta ha mostrato una citotossicità molto inferiore nei confronti della normale linea cellulare e, se ciò si verifica anche in vivo, l’uso clinico di questa pianta per il trattamento dei malati di cancro avrebbe un certo supporto scientifico.
I risultati di questi test hanno indicato che l’A. ascalonicum può essere un candidato per la prevenzione e il trattamento di molte malattie legate all’infiammazione e alla malignità.
Abstract
Anticancer and anti-inflammatory activities of shallot (Allium ascalonicum) extract
Introduction:
Alliumplants are an important part of the diet of many populations and there is a long-held belief in their health-enhancing properties such as cancer prevention. In this study, the anticancer and anti-inflammatory activities of the aqueous extract of the Allium ascalonicum bulbs have been studied.
Material and methods:
The antiproliferative and anti-growth activity of the aqueous extract of A. ascalonicum was examined in vitro on different tumor cell lines. Furthermore, the acetic acid-induced vascular permeability as an in vivo assay was used for studying anti-inflammatory activity of the extract.
Results:
The aqueous extract of A. ascalonicum had the most anti-growth activity on the cancer cell lines; Jurkat and K562 against Wehi 164 with lower cytotoxic preference. The extract also showed much less cytotoxicity against the normal cell (HUVEC) line and significant anti-inflammatory activity in vivo.
Conclusions:
It is of interest that the extract of this plant has shown much less cytotoxicity against the normal cell line, and, if this also occurs in vivo, the use of this plant clinically for the treatment of cancer patients would have some scientific support.
The results of these assays indicated that A. ascalonicum can be a candidate for prevention and treatment of many diseases related to inflammation and malignancy.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22291731/
Rauf A. et al.
Review Environ Sci Pollut Res Int. 2022 Feb 4.
Revisione completa sui polifenoli della naringenina e della naringina come potente agente antitumorale
Sebbene l’incidenza di diversi tumori nelle società occidentali sia regolata attentamente, alcuni tumori come il cancro al seno, ai polmoni e al colon-retto sono attualmente in aumento in molti paesi a basso e medio reddito a causa dell’aumento dei fattori di rischio innescati da problemi sociali e di sviluppo.
Chirurgia, chemioterapia, ormoni, radiazioni e terapie mirate sono esempi di approcci tradizionali al trattamento del cancro.
Tuttavia, molteplici effetti avversi a breve e lungo termine possono anche influenzare significativamente la prognosi del paziente a seconda dei fattori clinici associati al trattamento. Sempre più ricerche sono state condotte per trovare nuovi agenti terapeutici nei prodotti naturali, tra i quali i composti bioattivi derivati dalle piante sono stati sempre più studiati.
Naringina e naringenina si trovano abbondantemente negli agrumi, come arance e pompelmi. Una varietà di vie di segnalazione cellulare media le loro proprietà anti-cancerogene. Naringina e naringenina sono stati anche documentati per superare la resistenza multifarmaco, una delle principali sfide alla pratica clinica a causa di molteplici meccanismi di difesa nel cancro.
I parametri efficaci alla base degli effetti antitumorali di naringenina e naringina includono l’inattivazione di GSK3β, la soppressione dell’attivazione genica e proteica di NF-kB e COX-2, la downregulation di JAK2/STAT3, la downregulation delle molecole di adesione intracellulare-1, l’upregulation di Notch1 e dei geni tirocite-specifici e l’attivazione di p38/MAPK e caspasi-3.
Pertanto, questa revisione delinea il potenziale di naringina e naringenina nella gestione di diversi tipi di tumori.
Abstract
Comprehensive review on naringenin and naringin polyphenols as a potent anticancer agent
Though the incidence of several cancers in Western societies is regulated wisely, some cancers such as breast, lung, and colorectal cancer are currently rising in many low- and middle-income countries due to increased risk factors triggered by societal and development problems.
Surgery, chemotherapy, hormone, radiation, and targeted therapies are examples of traditional cancer treatment approaches.
However, multiple short- and long-term adverse effects may also significantly affect patient prognosis depending on treatment-associated clinical factors. More and more research has been carried out to find new therapeutic agents in natural products, among which the bioactive compounds derived from plants have been increasingly studied.
Naringin and naringenin are abundantly found in citrus fruits, such as oranges and grapefruits. A variety of cell signaling pathways mediates their anti-carcinogenic properties. Naringin and naringenin were also documented to overcome multidrug resistance, one of the major challenges to clinical practice due to multiple defense mechanisms in cancer.
The effective parameters underlying the anticancer effects of naringenin and naringin include GSK3β inactivation, suppression of the gene and protein activation of NF-kB and COX-2, JAK2/STAT3 downregulation, downregulation of intracellular adhesion molecules-1, upregulation of Notch1 and tyrocite-specific genes, and activation of p38/MAPK and caspase-3.
Thus, this review outlines the potential of naringin and naringenin in managing different types of cancers.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35119637/
Zhou Na et al.
Review J Agric Food Chem. 2022 Jan 12;70(1):5-20.
Stress antiossidante e attività antinfiammatorie delle proteine dell’albume d’uovo e dei loro peptidi derivati: una revisione
Lo stress ossidativo e l’infiammazione cronica sono le basi patologiche comuni delle malattie croniche come l’aterosclerosi, il cancro e le malattie cardiovascolari, ma la maggior parte dei farmaci per il trattamento delle malattie croniche hanno effetti collaterali.
C’è un crescente interesse per identificare composti bioattivi derivati dagli alimenti che possono mitigare i percorsi patologici associati allo stress ossidativo e all’infiammazione cronica.
L’albume d’uovo contiene una varietà di proteine biologicamente attive, molte delle quali hanno attività antiossidanti e antinfiammatorie e di solito mostrano una migliore attività dopo l’idrolisi enzimatica.
Questa revisione si occupa dello stress antiossidante e delle attività antinfiammatorie delle proteine dell’albume d’uovo e dei loro peptidi derivati e chiarisce il loro meccanismo d’azione in vivo e in vitro. Inoltre, viene preso in esame il legame tra stress ossidativo, infiammazione e i loro marcatori.
Questo suggerisce la potenziale applicazione delle proteine dell’albume d’uovo e dei loro peptidi derivati e propone ulteriori prospettive di ricerca.
Abstract
Antioxidant Stress and Anti-Inflammatory Activities of Egg White Proteins and Their Derived Peptides: A Review
Oxidative stress and chronic inflammation are the common pathological bases of chronic diseases such as atherosclerosis, cancer, and cardiovascular diseases, but most of the treatment drugs for chronic diseases have side effects.
There is an increasing interest to identify food-derived bioactive compounds that can mitigate the pathological pathways associated with oxidative stress and chronic inflammation.
Egg white contain a variety of biologically active proteins, many of which have antioxidant and anti-inflammatory activities and usually show better activity after enzymatic hydrolysis.
This review covers the antioxidative stress and anti-inflammatory activities of egg white proteins and their derived peptides and clarifies their mechanism of action in vivo and in vitro. In addition, the link between oxidative stress and inflammation as well as their markers are reviewed.
It suggests the potential application of egg white proteins and their derived peptides and puts forward further research prospects.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34962122/
Bahrin A.A. et al.
Review Biomed Pharmacother. 2021 Dec 25;146:112568.
Effetti protettivi sul cancro delle prugne: una revisione sistematica
Le prugne sono una delle drupacee più coltivate grazie alla loro popolarità in rapida crescita. Ha vari benefici per la salute tradizionalmente riconosciuti.
Esistono due tipi principali in commercio di prugne: la prugna europea (Prunus domestica) e la prugna giapponese (Prunus salicina), ognuna con molte varietà.
I ricercatori stanno raccogliendo ulteriori prove degli effetti farmacologici per le prugne studiando scientificamente le sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. È necessaria una revisione sistematica che analizzi la letteratura relativa agli effetti delle prugne sulla prevenzione e il trattamento del cancro.
Questa è la prima recensione che esamina gli effetti correlati al cancro delle prugne. Sono state confrontate anche le proprietà antiossidanti dei costituenti attivi della prugna. Sono stati utilizzati i database Scopus, Google Scholar, PubMed, Medxriv e Cochrane Library, dalla loro data di inizio fino a luglio 2021. Il rischio di bias è stato valutato utilizzando la checklist CONSORT. Un totale di 6639 studi sono stati sottoposti a screening e alla fine sono stati inclusi solo 54 studi.
La revisione completa degli studi inclusi ha rivelato che gli estratti di prugna erano ricchi di antiossidanti. Nel complesso, la maggior parte degli studi che hanno soddisfatto i criteri di ammissibilità erano in vitro e alcuni studi clinici coinvolgevano il lavoro in vivo.
Pertanto, sarebbe utile eseguire ulteriori studi su animali o sull’uomo, per confermare che i risultati ottenuti da questi studi in vitro possono essere estrapolati in una gamma più ampia di applicazioni. Ulteriori studi clinici e in vivo sono giustificati per convalidare le prugne come alimento funzionale per il trattamento e la prevenzione del cancro.
Abstract
Cancer protective effects of plums: A systematic review
Plums is one of the most cultivated stone fruits due to its fast growing popularity. It has various traditionally recognized health benefits.
There are two main commercial types of plums: the European plum (Prunus domestica) and the Japanese plum (Prunus salicina), each having many varieties.
Researchers are gathering further evidence of pharmacological effects for plums by scientifically studying its anti-inflammatory, antioxidant properties. A systematic review analysing the literature related to the effects of plums on prevention and treatment of cancer is warranted.
This is the first review examining the cancer-related effects of plums. Antioxidation properties of the active constituents of plum were also compared. Scopus, Google Scholar, PubMed, Medxriv and Cochrane Library databases, from their date of inception until July 2021 were utilized. The risk of bias was assessed using CONSORT checklist. A total of 6639 studies were screened and eventually only 54 studies were included.
Full-text review of included studies revealed that plum extracts were rich in antioxidants. Overall, most of the studies that fulfilled the eligibility criteria were in vitro and a few clinical studies involving in vivo work.
Therefore, it would be beneficial to perform more studies on animals or humans, to confirm that the result obtained from these in vitro studies are able to be extrapolated in a wider range of applications. Further clinical and in vivo studies are warranted to validate plums as a functional food for treatment and prevention of cancer.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34963086/
Pereira de Araujo D. et al.
Review Support Care Cancer. 2021 Dec;29(12):7171-7182.
L’uso del guaranà (Paullinia cupana) come integratore alimentare per l’affaticamento nei pazienti oncologici: una revisione sistematica con una meta-analisi
Obiettivo:
L’obiettivo del presente studio era quello di effettuare una revisione sistematica con una meta-analisi per valutare le prove sull’uso del frutto del guaranà per gestire l’affaticamento nei pazienti oncologici.
Metodologia:
I dati sono stati estratti dai database EMBASE, Scopus, MEDLINE, CENTRAL e CINAHL, in qualsiasi lingua, utilizzando i descrittori “neoplasie” e “Paullinia” o “polvere di guaranà” e “placebo” e “affaticamento”. Sono state condotte anche ricerche per identificare qualsiasi tipo di letteratura grigia. Sono stati inclusi studi clinici con pazienti che presentavano affaticamento correlato al cancro come esito primario e che utilizzavano il guaranà come integratore alimentare. Il rischio di bias negli studi clinici randomizzati è stato analizzato secondo le raccomandazioni Cochrane. La qualità delle prove è stata valutata utilizzando il sistema GRADE. Per gli studi con gli stessi tipi di tumori e trattamenti è stata condotta anche una meta-analisi.
Risultati:
Sono stati trovati un totale di 383 studi e, di questi, sette sono stati inclusi nella revisione, per un totale di 427 pazienti oncologici. Gli strumenti utilizzati per analizzare la fatica sono stati il Brief Fatigue Inventory (BFI), il Chalder Fatigue Scale, il Functional Assessment of Chronic Illness Therapy-Fatigue (FACIT-FATIGUE) e il Piper Scale. Alcuni studi hanno presentato un basso rischio di bias per tutte le categorie. La meta-analisi è stata condotta per tre studi sul cancro al seno, che hanno presentato dati sufficienti. L’uso di guaranà non ha ridotto l’affaticamento correlato al cancro rispetto ai gruppi placebo (media di – 0,02 [IC 95% – 1,54, 1,50]; p = 0,98) e la qualità delle prove secondo GRADE era molto bassa.
Conclusione:
gli integratori alimentari sono utilizzati per migliorare l’affaticamento correlato al cancro. I risultati di questa revisione hanno mostrato che l’uso del guaranà non era superiore ai gruppi placebo, indicando la necessità di ulteriori studi con una migliore qualità metodologica.
Abstract
The use of guarana (Paullinia cupana) as a dietary supplement for fatigue in cancer patients: a systematic review with a meta-analysis
Objective:
The objective of the present study was to carry out a systematic review with a meta-analysis to assess evidence about the use of guarana fruit to manage fatigue in cancer patients.
Methodology:
The data were extracted from the EMBASE, Scopus, MEDLINE, CENTRAL, and CINAHL databases, in any language, using the descriptors “neoplasms” and “Paullinia” or “guarana powder” and “placebos” and “fatigue”. Searches were also conducted to identify any grey literature. Clinical studies with patients who presented cancer-related fatigue as a primary outcome and who used guarana as a dietary supplement were included. The risk of bias in randomized clinical trials was analyzed according to the Cochrane recommendations. The quality of the evidence was assessed using the GRADE system. For studies with the same types of tumors and treatments, meta-analysis was also conducted.
Results:
A total of 383 studies were found and, of these, seven were included in the review, for a total of 427 cancer patients. The instruments used to analyze fatigue were the Brief Fatigue Inventory (BFI), the Chalder Fatigue Scale, the Functional Assessment of Chronic Illness Therapy-Fatigue (FACIT-FATIGUE), and the Piper Scale. Some studies presented a low risk of bias for all the categories. Meta-analysis was conducted for three studies about breast cancer, which presented sufficient data. The use of guarana did not reduce cancer-related fatigue compared with placebo groups (mean of – 0.02 [95% CI – 1.54, 1.50]; p = 0.98) and the quality of evidence according to GRADE was very low.
Conclusion:
Dietary supplements are used to improve cancer-related fatigue. The results of this review showed that the use of guarana was not superior to the placebo groups, pointing to the need for further studies with better methodological quality.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34146166/
Ashrafizadeh M. et al.
Review Food Chem Toxicol. 2021 Nov;157:112576.
Acido gallico per la terapia del cancro: meccanismi molecolari e aumento dell’efficacia mediante somministrazione nanoscopica
Il cancro è la seconda causa di morte in tutto il mondo. La maggior parte dei recenti sforzi di ricerca nel campo mirano ad affrontare il motivo per cui si sviluppa la resistenza al cancro alla terapia e come superarla o prevenirla.
In linea con questo, nuovi composti anti-cancro sono disperatamente necessari per le cellule tumorali chemoresistenti.
I fitochimici, in considerazione della loro attività farmacologica e della capacità di indirizzare vari percorsi molecolari, sono di grande interesse nello sviluppo di terapie contro il cancro. I prodotti naturali di origine vegetale hanno una scarsa biodisponibilità che limita la loro attività antitumorale.
L’acido gallico (GA) è un acido fenolico che si trova esclusivamente in fonti naturali come noce galla, sommacco, foglie di tè e corteccia di quercia.
In questa recensione, si riportano le ricerche più recenti relative alle attività antitumorali di GA in vari tumori con particolare attenzione ai suoi meccanismi molecolari sottostanti e alle vie cellulari che portano all’apoptosi e alla migrazione delle cellule tumorali.
GA down-regola l’espressione di percorsi molecolari coinvolti nella progressione del cancro come PI3K / Akt. La co-somministrazione di GA con agenti chemioterapici mostra miglioramenti nella soppressione della malignità del cancro. Vari nano-veicoli come nano-materiali organici e inorganici sono stati sviluppati per la consegna mirata di GA nel sito tumorale. Qui, si suggerisce che i nano-veicoli migliorino la biodisponibilità di GA e la sua capacità di soppressione del tumore.
Abstract
Gallic acid for cancer therapy: Molecular mechanisms and boosting efficacy by nanoscopical delivery
Cancer is the second leading cause of death worldwide. Majority of recent research efforts in the field aim to address why cancer resistance to therapy develops and how to overcome or prevent it.
In line with this, novel anti-cancer compounds are desperately needed for chemoresistant cancer cells.
Phytochemicals, in view of their pharmacological activities and capacity to target various molecular pathways, are of great interest in the development of therapeutics against cancer. Plant-derived-natural products have poor bioavailability which restricts their anti-tumor activity.
Gallic acid (GA) is a phenolic acid exclusively found in natural sources such as gallnut, sumac, tea leaves, and oak bark.
In this review, we report on the most recent research related to anti-tumor activities of GA in various cancers with a focus on its underlying molecular mechanisms and cellular pathwaysthat that lead to apoptosis and migration of cancer cells.
GA down-regulates the expression of molecular pathways involved in cancer progression such as PI3K/Akt. The co-administration of GA with chemotherapeutic agents shows improvements in suppressing cancer malignancy. Various nano-vehicles such as organic- and inorganic nano-materials have been developed for targeted delivery of GA at the tumor site. Here, we suggest that nano-vehicles improve GA bioavailability and its ability for tumor suppression.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34571052/
Ma ZF et al.
Review Oxid Med Cell Longev . 2019 Jan 9;2019:2437397.
Bacche di Goji come potenziale medicinale antiossidante naturale: una panoramica dei loro meccanismi d’azione molecolari
Le bacche di Goji (frutti di Lycium) si trovano solitamente in Asia, in particolare nelle regioni nord-occidentali della Cina.
Tradizionalmente, le bacche di Goji essiccate vengono cotte prima di essere consumate. Sono comunemente usate nelle zuppe cinesi e come tisane. Inoltre, le bacche di Goji vengono utilizzate per la produzione di tintura, vino e succo.
Le bacche di Goji sono frutti ad alto potenziale antiossidante che alleviano lo stress ossidativo per conferire molti benefici protettivi per la salute come impedire ai radicali liberi di danneggiare DNA, lipidi e proteine. Pertanto, l’obiettivo della revisione era di concentrarsi sui composti bioattivi e sulle proprietà farmacologiche delle bacche di Goji, compresi i loro meccanismi molecolari d’azione.
I benefici per la salute delle bacche di Goji includono miglioramento dell’emopoiesi, antiradiazione, antiinvecchiamento, antitumorale, miglioramento dell’immunità e antiossidante. C’è una migliore protezione attraverso effetti sinergici e additivi in frutta e prodotti erboristici da una complessa miscela di sostanze fitochimiche rispetto a un singolo fitochimico.
Abstract
Goji Berries as a Potential Natural Antioxidant Medicine: An Insight into Their Molecular Mechanisms of Action
Goji berries (Lycium fruits) are usually found in Asia, particularly in northwest regions of China.
Traditionally, dried goji berries are cooked before they are consumed. They are commonly used in Chinese soups and as herbal tea. Moreover, goji berries are used for the production of tincture, wine, and juice.
Goji berries are high antioxidant potential fruits which alleviate oxidative stress to confer many health protective benefits such as preventing free radicals from damaging DNA, lipids, and proteins. Therefore, the aim of the review was to focus on the bioactive compounds and pharmacological properties of goji berries including their molecular mechanisms of action.
The health benefits of goji berries include enhancing hemopoiesis, antiradiation, antiaging, anticancer, improvement of immunity, and antioxidation. There is a better protection through synergistic and additive effects in fruits and herbal products from a complex mixture of phytochemicals when compared to one single phytochemical.
Link all’articolo: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30728882/
Hazafa A. et al.
Review Clin Transl Oncol. 2021 Oct 5.
Effetto inibitorio dei polifenoli (acidi fenolici, lignani e stilbeni) sul cancro attraverso la regolazione delle vie di trasduzione del segnale: una revisione
I prodotti naturali, in particolare i polifenoli (acidi fenolici, lignani e stilbeni), vengono ritenuti le più potenti sostanze antitumorali per via dei loro ridotti effetti negativi o della loro assenza, della loro elevata disponibilità, dall’accurata precisione e della sicura modalità d’azione.
Nella presente revisione, i potenziali meccanismi d’azione antitumorale di alcuni polifenoli tra cui acidi fenolici, lignani e stilbeni sono discussi sulla base di studi clinici, epidemiologici, in vivo e in vitro.
Le prove emergenti hanno rivelato che acidi fenolici, lignani e stilbeni hanno indotto apoptosi nel trattamento delle cellule tumorali mammarie (MCF-7), del colon (Caco-2), polmonari (SKLU-1), della prostata (DU-145 e LNCaP), epatocellulari (hepG-2) e cervicali (A-431), dell’arresto del ciclo cellulare (S/G2/M/G1-fasi) nelle cellule tumorali gastriche (MKN-45 e MKN-74), colorettali (HCT-116), vescica (T-24 e 5637), orali (H-400), leucemiche (HL-60 e MOLT-4) e del colon (Caco-2), e inibiscono la proliferazione cellulare contro la prostata (PC-3), il fegato (LI-90), il seno (T47D e MDA-MB-231), il colon (HT-29 e Caco-2), le cellule tumorali cervicali (HTB-35) e MIC-1 attraverso le vie caspasi-3, MAPK, AMPK, Akt, NF-κB, Wnt, CD95 e SIRT1.
Sulla base dei dati accumulati, viene suggerito che i polifenoli potrebbero essere considerati come una valida opzione terapeutica nel trattamento delle cellule tumorali nel prossimo futuro.
Abstract
Inhibitory effect of polyphenols (phenolic acids, lignans, and stilbenes) on cancer by regulating signal transduction pathways: a review
Natural products, especially polyphenols (phenolic acids, lignans, and stilbenes) are suggested to be more potent anticancer drugs because of their no or less adverse effects, excess availability, high accuracy, and secure mode of action.
In the present review, potential anticancer mechanisms of action of some polyphenols including phenolic acids, lignans, and stilbenes are discussed based on clinical, epidemiological, in vivo, and in vitro studies.
The emerging evidence revealed that phenolic acids, lignans, and stilbenes induced apoptosis in the treatment of breast (MCF-7), colon (Caco-2), lung (SKLU-1), prostate (DU-145 and LNCaP), hepatocellular (hepG-2), and cervical (A-431) cancer cells, cell cycle arrest (S/G2/M/G1-phases) in gastric (MKN-45 and MKN-74), colorectal (HCT-116), bladder (T-24 and 5637), oral (H-400), leukemic (HL-60 and MOLT-4) and colon (Caco-2) cancer cells, and inhibit cell proliferation against the prostate (PC-3), liver (LI-90), breast (T47D and MDA-MB-231), colon (HT-29 and Caco-2), cervical (HTB-35), and MIC-1 cancer cells through caspase-3, MAPK, AMPK, Akt, NF-κB, Wnt, CD95, and SIRT1 pathways.
Based on accumulated data, we suggested that polyphenols could be considered as a viable therapeutic option in the treatment of cancer cells in the near future.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34609675/
Salehi B. et al.
Review Phytother Res. 2021 Jul;35(7):3533-3557.
Potenziale antiossidante della famiglia Cucurbitaceae con particolare attenzione al genere Cucurbita: una chiave per alleviare i disturbi ossidativi mediati dallo stress
Lo stress ossidativo è lo squilibrio tra la produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS), l’accumulo e la capacità di un sistema biologico di eliminare questi prodotti reattivi. Questo squilibrio comporta danni alle cellule e ai tessuti che causano diversi disturbi nel corpo umano, come la neurodegenerazione, i problemi metabolici, le malattie cardiovascolari e il cancro.
La famiglia delle Cucurbitaceae è composta da circa 100 generi e 1.000 specie di piante tra cui per lo più erbe tropicali, annuali o perenni, monoiche e dioiche. Le piante delle specie Cucurbita sono ricche fonti di sostanze fitochimiche e agiscono come una ricca fonte di antiossidanti.
Le sostanze fitochimiche più importanti presenti nelle cucurbitacee sono cucurbitacine, saponine, carotenoidi, fitosteroli e polifenoli.
Questi fito-costituenti bioattivi sono responsabili degli effetti farmacologici tra cui antiossidante, antitumorale, antidiabetico, epatoprotettivo, antimicrobico, anti-obesità, diuretico, anti-ulcera e antigenotossico.
Un ampio numero di studi in vitro e in vivo hanno attribuito questi effetti di promozione della salute del genere Cucurbita.
I risultati degli studi clinici suggeriscono che Cucurbita fornisce benefici per la salute per i pazienti diabetici, i pazienti con iperplasia prostatica benigna, le donne non fertili, le donne in postmenopausa e l’incontinenza urinaria da stress nelle donne.
L’intenzione della presente revisione è quella di concentrarsi sul ruolo protettivo dei composti fitochimici di Cucurbita spp. sui disturbi legati allo stress ossidativo sulla base di studi preclinici e umani. La revisione fornirà anche approfondimenti sul potenziale antiossidante in vitro e in vivo della famiglia delle Cucurbitaceae nel suo complesso.
Abstract
Antioxidant potential of family Cucurbitaceae with special emphasis on Cucurbita genus: A key to alleviate oxidative stress-mediated disorders
Oxidative stress is the imbalance between reactive oxygen species (ROS) production, and accumulation and the ability of a biological system to clear these reactive products. This imbalance leads to cell and tissue damage causing several disorders in human body, such as neurodegeneration, metabolic problems, cardiovascular diseases, and cancer.
Cucurbitaceae family consists of about 100 genera and 1,000 species of plants including mostly tropical, annual or perennial, monoecious, and dioecious herbs. The plants from Cucurbita species are rich sources of phytochemicals and act as a rich source of antioxidants.
The most important phytochemicals present in the cucurbits are cucurbitacins, saponins, carotenoids, phytosterols, and polyphenols.
These bioactive phyto-constituents are responsible for the pharmacological effects including antioxidant, antitumor, antidiabetic, hepatoprotective, antimicrobial, anti-obesity, diuretic, anti-ulcer activity, and antigenotoxic.
A wide number of in vitro and in vivo studies have ascribed these health-promoting effects of Cucurbita genus.
Results of clinical trials suggest that Cucurbita provides health benefits for diabetic patients, patients with benign prostate hyperplasia, infertile women, postmenopausal women, and stress urinary incontinence in women.
The intend of the present review is to focus on the protective role of Cucurbita spp. phytochemicals on oxidative stress-related disorders on the basis of preclinical and human studies. The review will also give insights on the in vitro and in vivo antioxidant potential of the Cucurbitaceae family as a whole.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33590924/
Md Tanvir Kabir et al.
Review Biomolecules. 2021 Mar 7;11(3):392.
Ruolo potenziale della curcumina e delle sue nanoformulazioni per il trattamento di vari tipi di tumori
Il cancro è il maggiore carico di malattia a livello globale. Ogni anno, a decine di milioni di persone viene diagnosticato un cancro in tutto il mondo e più della metà dei pazienti alla fine muore a causa di esso.
Progressi significativi sono stati notati nel trattamento del cancro ma i tassi di mortalità e incidenza dei tumori sono ancora alti. Pertanto, vi è un crescente interesse della ricerca nello sviluppo di approcci di trattamento del cancro più efficaci e meno tossici.
La curcumina (CUR), il principale componente attivo della curcuma (Curcuma longa L.), ha guadagnato un grande interesse di ricerca come antiossidante, antitumorale e agente antinfiammatorio. Questo composto naturale mostra il suo effetto antitumorale attraverso diverse vie tra cui l’interferenza con molteplici meccanismi cellulari e l’inibizione / induzione della generazione di citochine multiple, enzimi o fattori di crescita tra cui IκB chinasi β (IκKβ), fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-α), trasduttore di segnale e attivatore della trascrizione 3 (STAT3), cicloossigenasi II (COX-2), proteina chinasi D1 (PKD1), fattore nucleare kappa B (NF-κB), fattore di crescita epidermico e protein chinasi attivata dal mitogeno (MAPK).
È interessante notare che l’attività antitumorale della CUR è stata limitata principalmente a causa della sua scarsa solubilità in acqua, che può portare a una bassa stabilità chimica, bassa biodisponibilità orale e basso assorbimento cellulare.
La somministrazione di farmaci a un ritmo controllato, la consegna lenta e la consegna mirata sono altri metodi molto interessanti e sono stati perseguiti vigorosamente. Finora sono state sviluppate anche nanoformulazioni CUR multiple per migliorare la solubilità e la biodisponibilità del CUR e per fornire protezione al CUR contro l’inattivazione dell’idrolisi.
In questa recensione, è stata riassunta l’attività antitumorale della CUR contro diversi tumori, ad esempio i tumori gastrointestinali, della testa e del collo, del cervello, del pancreas, del colon-retto, della mammella e della prostata.
Inoltre, ci si è anche concentrati sui risultati ottenuti da molteplici studi sperimentali e clinici riguardanti l’effetto antitumorale della CUR in modelli animali, soggetti umani e linee cellulari tumorali.
Abstract
Potential Role of Curcumin and Its Nanoformulations to Treat Various Types of Cancers
Cancer is a major burden of disease globally. Each year, tens of millions of people are diagnosed with cancer worldwide, and more than half of the patients eventually die from it.
Significant advances have been noticed in cancer treatment, but the mortality and incidence rates of cancers are still high. Thus, there is a growing research interest in developing more effective and less toxic cancer treatment approaches.
Curcumin (CUR), the major active component of turmeric (Curcuma longa L.), has gained great research interest as an antioxidant, anticancer, and anti-inflammatory agent. This natural compound shows its anticancer effect through several pathways including interfering with multiple cellular mechanisms and inhibiting/inducing the generation of multiple cytokines, enzymes, or growth factors including IκB kinase β (IκKβ), tumor necrosis factor-alpha (TNF-α), signal transducer, and activator of transcription 3 (STAT3), cyclooxygenase II (COX-2), protein kinase D1 (PKD1), nuclear factor-kappa B (NF-κB), epidermal growth factor, and mitogen-activated protein kinase (MAPK).
Interestingly, the anticancer activity of CUR has been limited primarily due to its poor water solubility, which can lead to low chemical stability, low oral bioavailability, and low cellular uptake.
Delivering drugs at a controlled rate, slow delivery, and targeted delivery are other very attractive methods and have been pursued vigorously. Multiple CUR nanoformulations have also been developed so far to ameliorate solubility and bioavailability of CUR and to provide protection to CUR against hydrolysis inactivation.
In this review, we have summarized the anticancer activity of CUR against several cancers, for example, gastrointestinal, head and neck, brain, pancreatic, colorectal, breast, and prostate cancers.
In addition, we have also focused on the findings obtained from multiple experimental and clinical studies regarding the anticancer effect of CUR in animal models, human subjects, and cancer cell lines.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33800000/
Cunha MR, Tavares MT, Fernandes TB, Parise-Filho R.
Review Molecules. 2021 Mar 10;26(6):1521.
Peperoni: una fonte naturale “piccante” per i composti antitumorali
Piper, Capsicum e Pimenta sono i principali generi di peperoni consumati in tutto il mondo.
L’uso tradizionale dei peperoni da parte delle antiche civiltà o delle società moderne ha suscitato interesse per le loro applicazioni biologiche, compresi gli effetti citotossici e antiproliferativi.
Le risposte cellulari al trattamento con composti isolati derivati dal pepe coinvolgono meccanismi di morte cellulare, specialmente attraverso stimoli proapoptotici nelle cellule tumorigeniche.
In questa recensione, si evidenziano i metaboliti secondari naturali dei peperoni con effetti citotossici sulle linee cellulari tumorali.
Meccanismi disponibili di morte cellulare e lo sviluppo di analoghi vengono inoltre discussi.
Abstract
Peppers: A “Hot” Natural Source for Antitumor Compounds
Piper, Capsicum, and Pimenta are the main genera of peppers consumed worldwide.
The traditional use of peppers by either ancient civilizations or modern societies has raised interest in their biological applications, including cytotoxic and antiproliferative effects.
Cellular responses upon treatment with isolated pepper-derived compounds involve mechanisms of cell death, especially through proapoptotic stimuli in tumorigenic cells.
In this review, we highlight naturally occurring secondary metabolites of peppers with cytotoxic effects on cancer cell lines.
Available mechanisms of cell death, as well as the development of analogues, are also discussed.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33802144/
Chan-Zapata I., Rubí Segura-Campos M.
Review J Food Biochem. 2021 May;45(5):e13613.
Miele e suoi componenti proteici: effetti nell’immunologia del cancro
Il sistema immunitario svolge un ruolo importante nello sviluppo del cancro, ma alcune cellule tumorali possono eludere o inibire i processi di immunità innata e adattativa.
Questa recensione ha fatto una descrizione del miele e del suo effetto proteico su diversi mediatori del sistema immunitario.
Prove scientifiche hanno riportato che molti tipi di miele (giungla, manuka, pascolo e altri) e alcune proteine isolate hanno migliorato il rilascio di specie reattive dell’ossigeno (O2 – e H2 O2 ) e citochine (principalmente IL-1β, IL-6 e TNF-α) da parte delle cellule del sistema immunitario innato.
Inoltre, il miele ha suscitato proliferazione e funzioni dei linfociti T, cellule correlate a specifiche risposte immunitarie adattative.
Questi studi hanno stabilito un precedente sul miele e sulle sue proprietà sul sistema immunitario, dimostrando che può promuovere l’immunità innata e adattativa.
APPLICAZIONI PRATICHE: Il cancro è una malattia genetica che rappresenta un problema di salute mondiale.
Riconoscendo il potenziale della terapia dietetica nella prevenzione e nel trattamento delle malattie croniche, il presente lavoro riassume gli effetti del miele sul sistema immunitario e sui mediatori coinvolti nei processi di eliminazione del cancro, stabilendo l’importanza di questo prodotto naturale come futuro agente antitumorale.
Abstract
Honey and its protein components: Effects in the cancer immunology
The immune system plays an important role in cancer development, but some tumor cells can evade or inhibit the processes of innate and adaptive immunity.
This review made a description of honey and its proteins effect on diverse mediators from the immune system.
Scientific evidence reported that many types of honey (jungle, manuka, pasture, and others) and some isolated proteins enhanced the release of reactive oxygen species (O2 – and H2 O2 ) and cytokines (mostly IL-1β, IL-6, and TNF-α) by innate immune system cells.
Furthermore, honey elicited proliferation and functions of T lymphocytes, cells related to specific adaptive immune responses.
These studies have established a precedent over the honey and its properties on the immune system, demonstrating that it can promote the innate and adaptive immunity.
PRACTICAL APPLICATIONS: Cancer is a genetic illness that represents a world health problem.
Recognizing the potential of diet therapy in the prevention and treatment of chronic diseases, the present work summarizes the effects of honey on the immune system and mediators involved in cancer elimination processes, establishing the importance of this natural product as a future anticancer agent.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33768550/
Mirza B. et al.
Review Crit Rev Food Sci Nutr. 2021;61(13):2125-2151.
Mango (Mangifera indica L.) una magnifica pianta con potenziale terapeutico preventivo e antitumorale
Mangifera indica L. (mango), una pianta sempreverde longeva appartenente alla famiglia delle Anacardiaceae, è coltivata da migliaia di anni nel subcontinente indiano per i suoi eccellenti frutti che rappresentano una ricca fonte di fibre, vitamina A e C, aminoacidi essenziali e una pletora di sostanze fitochimiche.
M. indica è ampiamente utilizzato in vari sistemi tradizionali di medicina per prevenire e curare diverse malattie. Gli effetti di promozione della salute e di prevenzione delle malattie di M. indica sono attribuiti a una serie di sostanze fitochimiche bioattive, tra cui polifenoli, terpenoidi, carotenoidi e fitosteroli, presenti nella foglia, nella corteccia, nella carne commestibile, nella buccia e nel seme.
M. indica ha dimostrato di esibire varie attività biologiche e farmacologiche, come effetti antiossidanti, antinfiammatori, immunomodulatori, antimicrobici, antidiabetici, antiobesità e antitumorali. Ci sono alcuni studi condotti che hanno indicato la natura non tossica dei costituenti del mango.
Tuttavia, mentre ci sono numerosi studi individuali che studiano gli effetti antitumorali di vari costituenti dell’albero di mango, una revisione aggiornata, completa e critica dei dati di ricerca disponibili non è stata eseguita secondo le nostre conoscenze.
Lo scopo di questa revisione è quello di presentare una valutazione completa e critica del potenziale terapeutico preventivo e antitumorale di M. indica e delle sue sostanze fitochimiche, con particolare attenzione ai meccanismi d’azione cellulari e molecolari.
Sono stati inoltre discussi la biodisponibilità, la farmacocinetica e il profilo di sicurezza dei singoli fitocomponenti di M. indica, nonché le attuali limitazioni, sfide e direzioni future della ricerca.
Abstract
Mango ( Mangifera indica L.): a magnificent plant with cancer preventive and anticancer therapeutic potential
Mangifera indica L. (mango), a long-living evergreen plant belonging to the Anacardiaceae family, has been cultivated for thousands of years in the Indian subcontinent for its excellent fruits which represent a rich source of fiber, vitamin A and C, essential amino acids, and a plethora of phytochemicals.
M. indica is extensively used in various traditional systems of medicine to prevent and treat several diseases. The health-promoting and disease-preventing effects of M. indica are attributed to a number of bioactive phytochemicals, including polyphenols, terpenoids, carotenoid and phytosterols, found in the leaf, bark, edible flesh, peel, and seed.
M. indica has been shown to exhibit various biological and pharmacological activities, such as antioxidant, anti-inflammatory, immunomodulatory, antimicrobial, antidiabetic, antiobesity, and anticancer effects. There are a few studies conducted that have indicated the nontoxic nature of mango constituents.
However, while there are numerous individual studies investigating anticancer effects of various constituents from the mango tree, an up-to-date, comprehensive and critical review of available research data has not been performed according to our knowledge.
The purpose of this review is to present a comprehensive and critical evaluation of cancer preventive and anticancer therapeutic potential of M. indica and its phytochemicals with special focus on the cellular and molecular mechanisms of action. The bioavailability, pharmacokinetics, and safety profile of individual phytocomponents of M. indica as well as current limitations, challenges, and future directions of research have also been discussed.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32506936/
Masad R.J.
Review Nutrients. 2021 Apr 13;13(4):1269.
Gli effetti immunomodulatori del miele e dei flavonoidi associati nel cancro
Il miele ha esercitato un alto impatto nel campo della medicina alternativa per molti secoli.
Oltre alle sue proprietà di guarigione delle ferite, antimicrobiche e antiossidanti, diverse linee di prova hanno evidenziato l’efficienza del miele e dei costituenti bioattivi associati come agenti antitumorali contro una serie di tipi di cancro.
Meccanicamente, il miele ha dimostrato di inibire la crescita delle cellule tumorali attraverso i suoi effetti pro-apoptotici, anti-proliferativi e anti-metastatici. Tuttavia, il potenziale del miele nel regolare le risposte immunitarie antitumorali è relativamente inesplorato.
Un piccolo numero di studi in vitro e in vivo hanno dimostrato la capacità del miele di modulare il sistema immunitario inducendo effetti immunostimolatori e antinfiammatori.
Nella presente revisione, riassumiamo i risultati di diversi studi che miravano a studiare le proprietà immunomodulatorie del miele e dei suoi componenti flavonoidi in relazione al cancro. Mentre questi studi forniscono dati promettenti, sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire ulteriormente le proprietà immunomodulatorie del miele e per consentirne l’utilizzo come terapia adiuvante nel cancro.
Abstract
The Immunomodulatory Effects of Honey and Associated Flavonoids in Cancer
Honey has exerted a high impact in the field of alternative medicine over many centuries.
In addition to its wound healing, anti-microbial and antioxidant properties, several lines of evidence have highlighted the efficiency of honey and associated bioactive constituents as anti-tumor agents against a range of cancer types.
Mechanistically, honey was shown to inhibit cancer cell growth through its pro-apoptotic, anti-proliferative and anti-metastatic effects. However, the potential of honey to regulate anti-tumor immune responses is relatively unexplored.
A small number of in vitro and in vivo studies have demonstrated the ability of honey to modulate the immune system by inducing immunostimulatory as well as anti-inflammatory effects.
In the present review, we summarize the findings from different studies that aimed to investigate the immunomodulatory properties of honey and its flavonoid components in relation to cancer. While these studies provide promising data, additional research is needed to further elucidate the immunomodulatory properties of honey, and to enable its utilization as an adjuvant therapy in cancer.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33924384/
Huang Y. et al.
Review Food Chem. 2021 Sep 15;356:129697.
Consumo di carne rossa e lavorata e risultati del cancro: una panoramica della revisione
Lo scopo di questa panoramica della revisione era quello di valutare la qualità delle prove, la validità e i pregiudizi delle associazioni tra consumo di carne rossa e lavorata e molteplici esiti del cancro secondo le revisioni sistematiche e le meta-analisi esistenti.
La revisione a ombrello ha identificato 72 meta-analisi con 20 risultati unici per la carne rossa e 19 risultati unici per la carne lavorata.
Il consumo di carne rossa è stato associato ad un aumentato rischio di mortalità complessiva per cancro, linfoma non-Hodgkin (NHL), cancro a vescica, seno, colon-retto, endometriale, esofageo, gastrico, polmonare e rinofaringeo. Il consumo di carne lavorata potrebbe aumentare il rischio di mortalità complessiva per cancro, NHL, cancro a vescica, seno, colon-retto, esofageo, gastrico, rinofaringeo, cavità orale e orofaringeo e alla prostata.
Le analisi dose-risposta hanno rivelato che l’incremento di 100 g/d di carne rossa e l’incremento di 50 g/d del consumo di carne lavorata erano associati rispettivamente a un rischio maggiore dell’11%-51% e dell’8%-72% di esiti multipli del cancro, e sembravano non essere correlati ad alcun beneficio.
Abstract
Red and processed meat consumption and cancer outcomes: Umbrella review
The purpose of this umbrella review was to evaluate the quality of evidence, validity and biases of the associations between red and processed meat consumption and multiple cancer outcomes according to existing systematic reviews and meta-analyses.
The umbrella review identified 72 meta-analyses with 20 unique outcomes for red meat and 19 unique outcomes for processed meat.
Red meat consumption was associated with increased risk of overall cancer mortality, non-Hodgkin lymphoma (NHL), bladder, breast, colorectal, endometrial, esophageal, gastric, lung and nasopharyngeal cancer. Processed meat consumption might increase the risk of overall cancer mortality, NHL, bladder, breast, colorectal, esophageal, gastric, nasopharyngeal, oral cavity and oropharynx and prostate cancer.
Dose-response analyses revealed that 100 g/d increment of red meat and 50 g/d increment of processed meat consumption were associated with 11%-51% and 8%-72% higher risk of multiple cancer outcomes, respectively, and seemed to be not correlated with any benefit.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33838606/
Mei Lan Tan, Shahrul Bariyah, Sahul Hamid
Review J Cancer Prev. 2021 Mar 30;26(1):1-17.
Barbabietola come potenziale alimento funzionale per la chemioprevenzione del cancro, una revisione narrativa
I pazienti con cancro sono inclini a diversi effetti collaterali debilitanti tra cui affaticamento, insonnia, depressione e disturbi cognitivi.
La barbabietola (Beta vulgaris L.) come alimento funzionale che promuove la salute può essere potenzialmente utile nel cancro. Come fonte di polifenoli, flavonoidi, nitrati alimentari e altri nutrienti utili, l’integrazione di barbabietola può fornire un mezzo olistico per prevenire il cancro e gestire gli effetti indesiderati associati alla chemioterapia.
L’obiettivo principale di questa revisione narrativa è quello di discutere la composizione nutritiva della barbabietola, gli studi attuali sulla sua potenziale utilità nella chemioprevenzione e l’affaticamento correlato al cancro o gli effetti collaterali correlati al trattamento come la cardiotossicità. Questa revisione mira a fornire lo stato attuale delle conoscenze e a identificare le relative lacune di ricerca in questo settore.
I flavonoidi e i componenti polifenolici presenti in abbondanza nella barbabietola supportano le sue significative capacità antiossidanti e antinfiammatorie.
La maggior parte degli studi in vitro e in vivo hanno mostrato risultati promettenti; tuttavia, i meccanismi molecolari alla base degli effetti chemiopreventivi e chemioprotettivi della barbabietola non sono stati completamente chiariti.
Sebbene recenti studi clinici abbiano dimostrato che l’integrazione di barbabietola migliora le prestazioni umane, mancano ancora studi traslazionali sulla barbabietola e sui suoi benefici funzionali nella gestione della fatica o di altri sintomi nei pazienti con cancro.
Abstract
Beetroot as a Potential Functional Food for Cancer Chemoprevention, a Narrative Review
Patients with cancer are prone to several debilitating side effects including fatigue, insomnia, depression and cognitive disturbances.
Beetroot (Beta vulgaris L.) as a health promoting functional food may be potentially beneficial in cancer. As a source of polyphenols, flavonoids, dietary nitrates and other useful nutrients, beetroot supplementation may provide a holistic means to prevent cancer and manage undesired effects associated with chemotherapy.
The main aim of this narrative review is to discuss beetroot’s nutrient composition, current studies on its potential utility in chemoprevention and cancer-related fatigue or treatment-related side effects such as cardiotoxicity. This review aims to provide the current status of knowledge and to identify the related research gaps in this area.
The flavonoids and polyphenolic components present in abundance in beetroot support its significant antioxidant and anti-inflammatory capacities.
Most in vitro and in vivo studies have shown promising results; however, the molecular mechanisms underlying chemopreventive and chemoprotective effects of beetroot have not been completely elucidated.
Although recent clinical trials have shown that beetroot supplementation improves human performance, translational studies on beetroot and its functional benefits in managing fatigue or other symptoms in patients with cancer are still lacking.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33842401/
Naghshi S. et al.
Meta-Analysis Adv Nutr. 2021 Jun 1;12(3):793-808.
Associazione del consumo totale di noci, frutta a guscio, arachidi e burro di arachidi con incidenza e mortalità del cancro: una revisione sistematica completa e una meta-analisi dose-risposta degli studi osservazionali
I dati sull’associazione del consumo di noci con il rischio di cancro e la sua mortalità sono contrastanti.
Sebbene le precedenti meta-analisi riassumevano i risultati disponibili a questo proposito, alcune limitazioni possono distorcere i loro risultati.
Inoltre, nessuna di queste meta-analisi ha esaminato le associazioni dose-risposta dell’assunzione totale di noci con il rischio di tumori specifici, nonché le associazioni tra tipi specifici di noci e mortalità per cancro.
Pertanto, questo studio mirava a riassumere i risultati disponibili sulle associazioni di noci totali (frutta a guscio e arachidi), frutta a guscio (noci, pistacchi, noci di macadamia, noci pecan, anacardi, mandorle, nocciole e noci del Brasile), arachidi (arachidi intere senza considerare il burro di arachidi) e consumo di burro di arachidi con rischio di cancro e la sua mortalità considerando i punti sopra menzionati.
È stato cercato nei database online fino a marzo 2020 per identificare gli articoli idonei.
In totale, 43 articoli sul rischio di cancro e 9 articoli sulla mortalità per cancro sono stati inclusi nell’attuale revisione sistematica e meta-analisi.
La dimensione dell’effetto riassuntivo (ES) per il rischio di cancro, confrontando il più alto con le assunzioni più basse di noci totali, era 0,86 (IC 95%: 0,81, 0,92, P < 0,001, I2 = 58,1%; P < 0,01), che indica un’associazione inversa significativa. Un’associazione inversa così significativa è stata osservata anche per l’assunzione di frutta a guscio (ES raggruppato: 0,87, IC 95%: 0,78-0,96, P < 0,01, I2 = 15,8%; P = 0,28).
Sulla base dell’analisi dose-risposta, un aumento di 5 g/d nell’assunzione totale di noci è stato associato a rischi inferiori del 3%, 6% e 25% rispettivamente di tumori complessivi, pancreatici e del colon.
In termini di mortalità per cancro, sono state riscontrate riduzioni del rischio del 13%, 18% e 8% con maggiori assunzioni rispettivamente di noci totali, noci e arachidi. Inoltre, un aumento di 5 g/d nell’assunzione totale di noci è stato associato a un rischio inferiore del 4% di mortalità per cancro.
In conclusione, i risultati supportano l’associazione protettiva tra l’assunzione totale di noci e frutta a guscio e il rischio di cancro e la sua mortalità.
Abstract
Association of Total Nut, Tree Nut, Peanut, and Peanut Butter Consumption with Cancer Incidence and Mortality: A Comprehensive Systematic Review and Dose-Response Meta-Analysis of Observational Studies
Data on the association of nut intake with risk of cancer and its mortality are conflicting.
Although previous meta-analyses summarized available findings in this regard, some limitations may distort their findings.
Moreover, none of these meta-analyses examined the dose-response associations of total nut intake with the risk of specific cancers as well as associations between specific types of nuts and cancer mortality.
Therefore, this study aimed to summarize available findings on the associations of total nut (tree nuts and peanuts), tree nut (walnuts, pistachios, macadamia nuts, pecans, cashews, almonds, hazelnuts, and Brazil nuts), peanut (whole peanuts without considering peanut butter), and peanut butter consumption with risk of cancer and its mortality by considering the above-mentioned points.
We searched the online databases until March 2020 to identify eligible articles.
In total, 43 articles on cancer risk and 9 articles on cancer mortality were included in the current systematic review and meta-analysis.
The summary effect size (ES) for risk of cancer, comparing the highest with lowest intakes of total nuts, was 0.86 (95% CI: 0.81, 0.92, P < 0.001, I2 = 58.1%; P < 0.01), indicating a significant inverse association. Such a significant inverse association was also seen for tree nut intake (pooled ES: 0.87, 95% CI: 0.78-0.96, P < 0.01, I2 = 15.8%; P = 0.28).
Based on the dose-response analysis, a 5-g/d increase in total nut intake was associated with 3%, 6%, and 25% lower risks of overall, pancreatic, and colon cancers, respectively.
In terms of cancer mortality, we found 13%, 18%, and 8% risk reductions with higher intakes of total nuts, tree nuts, and peanuts, respectively. Inaddition, a 5-g/d increase in total nut intake was associated with a 4% lower risk of cancer mortality.
In conclusion, our findings support the protective association between total nut and tree nut intake and the risk of cancer and its mortality.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33307550/
Guldiken B. et al.
Int J Mol Sci. 2016 Jun; 17(6): 858.
Prodotti di barbabietola rossa (Beta vulgaris L.) lavorati in casa: cambiamenti nelle proprietà antiossidanti e nella bioaccessibilità
In questo lavoro sono stati studiati gli effetti della lavorazione domestica sulle proprietà antiossidanti e sulla bioaccessibilità in vitro dei bioattivi della barbabietola rossa.
A tale scopo, la barbabietola rossa fresca e sei diversi prodotti di barbabietola rossa lavorati in casa, tra cui bolliti, essiccati al forno, in salamoia, passati, trasformati in succo e trasformati in marmellata, sono stati analizzati e confrontati per il loro contenuto fenolico totale (TP), contenuto di flavonoidi totale (TF), capacità antiossidanti totali (TAC) e contenuto di antociani individuali.
Inoltre, è stata determinata la bioaccessibilità degli antiossidanti della barbabietola rossa utilizzando un metodo di digestione gastrointestinale simulato in vitro.
I campioni di barbabietola rossa essiccata, passata e fresca avevano i valori più alti di TP, TF e TAC, che erano 347 ± 23 mg di equivalente di acido gallico (GAE)/100 g, 289 ± 53 mg di rutina equivalente (RE)/100 g, 3889 ± 982 mg di capacità antiossidante trolox equivalente (TEAC)/100 g, rispettivamente. Il metodo di digestione in vitro ha rivelato il più alto recupero di TP (16%) e TAC (1,3%) nella marmellata.
Questo studio fornisce dati comparativi per valutare gli effetti di varie tecniche di lavorazione domestica sul potenziale antiossidante dei prodotti di barbabietola rossa.
Abstract
Home-Processed Red Beetroot (Beta vulgaris L.) Products: Changes in Antioxidant Properties and Bioaccessibility
In this study, the effects of home-processing on the antioxidant properties and in vitro bioaccessibility of red beetroot bioactives were investigated.
For this purpose, fresh red beetroot and six different home-processed red beetroot products—including boiled, oven-dried, pickled, pureed, juice-processed, and jam-processed—were analyzed and compared for their total phenolic (TP) and total flavonoid (TF) contents, total antioxidant capacities (TAC), and individual anthocyanin contents.
In addition, bioaccessibility of red beetroot antioxidants was determined using an in vitro simulated gastrointestinal digestion method.
Dried, pureed, and fresh red beetroot samples had the highest TP, TF, and TAC values, which were 347 ± 23 mg gallic acid equivalent (GAE)/100 g, 289 ± 53 mg rutin equivalent (RE)/100 g, 3889 ± 982 mg trolox equivalent antioxidant capacity (TEAC)/100 g, respectively. The in vitro digestion method revealed the highest recovery for TP (16%) and TAC (1.3%) in jam.
This study provides comparative data to evaluate the effects of various home-processing techniques on antioxidant potential of red beetroot products.
Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4926392/
Ballistreri G. et al.
Food Chem. 2013 Oct 15;140(4):630-8.
Qualità dei frutti e composti bioattivi rilevanti per la salute umana delle cultivar di ciliegio dolce (Prunus avium L.) coltivate in Italia
Sono state valutate le caratteristiche qualitative dei frutti, i composti fenolici e le capacità antiossidanti di 24 cultivar di ciliegio dolce (Prunus avium L.) coltivate sulle pendici del vulcano Etna (Sicilia, Italia).
Sono stati utilizzati metodi cromatografici liquidi ad alte prestazioni per identificare e quantificare zuccheri, acidi organici e composti fenolici.
Un totale di sette composti fenolici sono stati caratterizzati come derivati dell’acido idrossicinnamico (acido neoclorogenico, acido p-cumaroilchinico e acido clorogenico) e antociani (cianidina 3-glucoside, cianidina 3-rutinoside, pelargonidina 3-rutinoside e peonidina 3-rutinoside).
Il contenuto totale di antociani variava da 6,21 a 94,20 mg equivalenti di cianidina 3-glucoside/100 g di peso fresco (FW), mentre il contenuto totale di fenoli variava da 84,96 a 162,21 mg equivalenti di acido gallico/100 g FW.
L’analisi della capacità di assorbimento dei radicali dell’ossigeno (ORAC) ha indicato che i frutti di tutti i genotipi possedevano una notevole attività antiossidante.
L’alto livello di composti fenolici e la capacità antiossidante di alcuni frutti di ciliegie dolci implicavano che potessero essere fonti di composti bioattivi rilevanti per la salute umana.
Abstract
Fruit quality and bioactive compounds relevant to human health of sweet cherry (Prunus avium L.) cultivars grown in Italy
The fruit quality characteristics, phenolic compounds and antioxidant capacities of 24 sweet cherry (Prunus avium L.) cultivars grown on the mountainsides of the Etna volcano (Sicily, Italy) were evaluated.
High-performance liquid chromatographic methods were used to identify and quantify sugars, organic acids and phenolics.
A total of seven phenolic compounds were characterised as hydroxycinnamic acid derivatives (neochlorogenic acid, p-coumaroylquinic acid and chlorogenic acid) and anthocyanins (cyanidin 3-glucoside, cyanidin 3-rutinoside, pelargonidin 3-rutinoside and peonidin 3-rutinoside).
The total anthocyanin content ranged from 6.21 to 94.20mg cyanidin 3-glucoside equivalents/100g fresh weight (FW), while the total phenol content ranged from 84.96 to 162.21mg gallic acid equivalents/100g FW.
The oxygen radical absorbance capacity (ORAC) assay indicated that fruit of all genotypes possessed considerable antioxidant activity.
The high level of phenolic compounds and antioxidant capacity of some sweet cherry fruits implied that they might be sources of bioactive compounds that are relevant to human health.
Link all’articolo: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23692746/
de Oliveira Leite AM et al.
Braz J Microbiol. 2013; 44(2): 341–349.
Proprietà microbiologiche, tecnologiche e terapeutiche del kefir: una bevanda probiotica naturale
Il kefir è una bevanda a base di latte fermentato prodotta dall’azione di batteri e lieviti che esistono in associazione simbiotica nei grani di kefir.
La produzione artigianale del kefir si basa sulla tradizione dei popoli del Caucaso, che si è diffusa in altre parti del mondo, dalla fine del XIX secolo, e oggi integra le sue indicazioni nutrizionali e terapeutiche alle scelte alimentari quotidiane di diverse popolazioni.
Il gran numero di microrganismi presenti nel kefir e le loro interazioni microbiche, i possibili composti bioattivi risultanti dal metabolismo microbico e i benefici associati all’uso di questa bevanda conferiscono al kefir lo status di probiotico naturale, designato come yogurt del 21° secolo.
Diversi studi hanno dimostrato che il kefir e i suoi costituenti hanno attività antimicrobica, antitumorale, anticancerogena e immunomodulante e migliorano, tra gli altri, anche la digestione del lattosio.
Questa revisione include dati sugli aspetti tecnologici, i principali effetti benefici sulla salute umana del kefir e la sua composizione microbiologica. Generalmente, i grani di kefir contengono un microbiota relativamente stabile e specifico racchiuso in una matrice di polisaccaridi e proteine.
Le interazioni microbiche nel kefir sono complesse a causa della composizione dei grani di kefir, che sembra differire tra i diversi studi, sebbene siano sempre presenti alcune specie predominanti di Lactobacillus. Inoltre, le popolazioni specifiche dei singoli grani sembrano contribuire alle particolari caratteristiche sensoriali presenti nelle bevande fermentate.
La recensione include anche nuovi dati di microscopia elettronica sulla distribuzione dei microrganismi all’interno di diversi grani di kefir brasiliano, che hanno mostrato un cambiamento relativo nella sua distribuzione in base all’origine del grano.
Abstract
Microbiological, technological and therapeutic properties of kefir: a natural probiotic beverage
Kefir is a fermented milk beverage produced by the action of bacteria and yeasts that exist in symbiotic association in kefir grains.
The artisanal production of the kefir is based on the tradition of the peoples of Caucasus, which has spread to other parts of the world, from the late 19th century, and nowadays integrates its nutritional and therapeutic indications to the everyday food choices of several populations.
The large number of microorganisms present in kefir and their microbial interactions, the possible bioactive compounds resulting of microbial metabolism, and the benefits associated with the use this beverage confers kefir the status of a natural probiotic, designated as the 21th century yoghurt.
Several studies have shown that kefir and its constituents have antimicrobial, antitumor, anticarcinogenic and immunomodulatory activity and also improve lactose digestion, among others.
This review includes data on the technological aspects, the main beneficial effects on human health of kefir and its microbiological composition. Generally, kefir grains contain a relatively stable and specific microbiota enclosed in a matrix of polysaccharides and proteins.
Microbial interactions in kefir are complex due to the composition of kefir grains, which seems to differ among different studies, although some predominant Lactobacillus species are always present. Besides, the specific populations of individual grains seem to contribute to the particular sensory characteristics present in fermented beverages.
This review also includes new electron microscopy data on the distribution of microorganisms within different Brazilian kefir grains, which showed a relative change in its distribution according to grain origin.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24294220/
Lin H L, An Q Z, Wang Q Z, Liu C X
Review Public Health. 2013 Jul;127(7):607-13.
Assunzione di folati e rischio di cancro al pancreas: una meta-analisi globale e dose-risposta
Obiettivo:
In letteratura sono stati osservati risultati incoerenti di associazione tra consumo supplementare di folati e rischio di cancro al pancreas. Questo studio mira a riassumere la relazione tra l’assunzione di folati e il rischio di cancro al pancreas.
Disegno dello studio:
gli studi pertinenti pubblicati prima di novembre 2011 sono stati identificati effettuando una ricerca su PubMed ed Embase e rivedendo gli elenchi di riferimento degli articoli recuperati. I rischi relativi riassuntivi sono stati stimati dal modello a effetti casuali.
È stata effettuata un’analisi di regressione lineare del logaritmo naturale del rischio relativo (RR) per valutare una possibile relazione dose-risposta tra l’assunzione di folati e il rischio di cancro al pancreas.
Risultati:
nella meta-analisi sono stati inclusi dieci studi sull’assunzione di folati nella dieta e supplementare e sul cancro del pancreas (4 studi caso-controllo e 6 di coorte). Gli RR aggregati di cancro al pancreas per le categorie più alte rispetto a quelle più basse di assunzione di folati nella dieta e assunzione supplementare di folati erano rispettivamente 0,66 (95% CI: 0,49-0,88) e 1,08 (95% CI, 0,82-1,41). La meta-analisi dose-risposta ha indicato che un incremento di 100 μg/giorno nell’assunzione di folati nella dieta conferiva un RR di 0,93 (IC 95%: 0,90-0,97).
Questi risultati supportano l’ipotesi che il folato alimentare possa svolgere un ruolo protettivo nella carcinogenesi del cancro del pancreas.
Abstract
Folate intake and pancreatic cancer risk: an overall and dose-response meta-analysis
Objective:
Inconsistent findings of association between supplemental folate consumption and pancreatic cancer risk have been observed in the literature. This study aims to summarize the relationship between folate intake and risk of pancreatic cancer.
Study design:
Pertinent studies published before November 2011 were identified by searching PubMed and Embase and by reviewing the reference lists of retrieved articles. The summary relative risks were estimated by the random effects model.
A linear regression analysis of the natural logarithm of the relative risk (RR) was carried out to assess a possible dose-response relationship between folate intake and pancreatic cancer risk.
Results:
Ten studies on dietary and supplemental folate intake and pancreatic cancer (4 case-control and 6 cohort studies) were included in the meta-analysis. The pooled RRs of pancreatic cancer for the highest vs lowest categories of dietary folate intake and supplemental folate intake were 0.66 (95% CI: 0.49-0.88) and 1.08 (95% CI, 0.82-1.41), respectively. The dose-response meta-analysis indicated that a 100 μg/day increment in dietary folate intake conferred a RR of 0.93 (95% CI: 0.90-0.97).
These findings support the hypothesis that dietary folate may play a protective role in carcinogenesis of pancreatic cancer.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23769243/
Igwe EO, Charlton KE
Review Phytother Res. 2016 May;30(5):701-31.
Una revisione sistematica degli effetti sulla salute delle prugne (Prunus domestica e Prunus salicina)
In tempi recenti, le prugne sono state descritte come alimenti con proprietà benefiche per la salute. La ricerca sugli effetti sulla salute della prugna continua a mostrare risultati promettenti sulle sue caratteristiche antinfiammatorie, antiossidanti e di miglioramento della memoria.
Il crescente interesse per la ricerca sulla prugna è stato attribuito al suo alto contenuto fenolico, principalmente di antociani, che sono noti per essere antiossidanti naturali.
È stata condotta una revisione sistematica della letteratura per riassumere le prove disponibili sull’impatto delle prugne (specie Prunus; domestica e salicina) sui fattori di rischio di malattia e sugli esiti sulla salute. Sono stati cercati numerosi database in base alle linee guida Preferred Reporting Items for Systematic Reviews e Meta-Analyzes per studi pertinenti sugli effetti sulla salute delle prugne in vitro, studi su animali e studi clinici. In questa revisione sono stati inclusi un totale di 73 articoli di riviste peer-reviewed pertinenti.
Il livello di evidenza rimane basso. Dei 25 studi sull’uomo, 6 erano studi di conferma di qualità moderata, mentre 19 erano esplorativi.
È stato dimostrato che le prugne possiedono proprietà antiossidanti e antiallergiche e il consumo è associato a un miglioramento della funzione cognitiva, dei parametri di salute delle ossa e dei fattori di rischio cardiovascolare.
La maggior parte degli studi sull’uomo ha utilizzato la versione essiccata delle prugne piuttosto che la frutta fresca, limitando così la traduzione ai messaggi dietetici del posizionamento delle prugne in una dieta sana. Le prove sugli effetti sulla salute delle prugne non sono state ampiamente studiate e le prove disponibili necessitano di ulteriori conferme.
Abstract
A Systematic Review on the Health Effects of Plums (Prunus domestica and Prunus salicina)
In recent times, plums have been described as foods with health-promoting properties. Research on the health effects of plum continue to show promising results on its antiinflammatory, antioxidant and memory-improving characteristics.
The increased interest in plum research has been attributed to its high phenolic content, mostly the anthocyanins, which are known to be natural antioxidants.
A systematic review of literature was carried out to summarize the available evidence on the impact of plums (Prunus species; domestica and salicina) on disease risk factors and health outcomes. A number of databases were searched according to the Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analyses guidelines for relevant studies on plum health effects in vitro, animal studies and clinical trials. A total of 73 relevant peer-reviewed journal articles were included in this review.
The level of evidence remains low. Of the 25 human studies, 6 were confirmatory studies of moderate quality, while 19 were exploratory.
Plums have been shown to possess antioxidant and antiallergic properties, and consumption is associated with improved cognitive function, bone health parameters and cardiovascular risk factors.
Most of the human trials used the dried version of plums rather than fresh fruit, thus limiting translation to dietary messages of the positioning of plums in a healthy diet. Evidence on the health effect of plums has not been extensively studied, and the available evidence needs further confirmation.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26992121/
Carillon J. et al.
Food Nutr Res. 2016 Nov 7;60:32729.
L’integrazione alimentare con uno specifico concentrato di melone inverte la disfunzione vascolare indotta dalla dieta della mensa
Background:
la sindrome metabolica correlata all’obesità è associata ad un’elevata incidenza di malattie cardiovascolari parzialmente consecutive alla disfunzione vascolare. Le strategie terapeutiche costituite da interventi multidisciplinari includono approcci nutrizionali.
I benefici dell’integrazione con uno specifico concentrato di melone, arricchito in superossido dismutasi (SOD), sono stati precedentemente dimostrati sullo sviluppo dell’insulino-resistenza e dell’infiammazione in un modello nutrizionale di obesità di criceto.
Obiettivo:
Abbiamo studiato ulteriormente la funzione arteriosa in questo modello animale di sindrome metabolica e studiato l’effetto dell’integrazione di concentrato di melone sull’attività contrattile arteriosa.
Design e risultati:
lo studio è stato condotto su un modello di criceto di obesità indotta dalla dieta. Dopo un periodo di 15 settimane di dieta da mensa, gli animali sono stati integrati per 4 settimane con uno specifico concentrato di melone (Cucumis melo L.) Le risposte contrattili dell’aorta isolata a vari agonisti e antagonisti sono state studiate ex vivo. La dieta della caffetteria ha indotto una disfunzione contrattile vascolare associata a rimodellamento morfologico.
La supplementazione di concentrato di melone ha parzialmente corretto queste disfunzioni; ridotte alterazioni morfologiche; e una migliore funzione contrattile, soprattutto aumentando la biodisponibilità dell’ossido nitrico e l’espressione di SOD endogena.
Conclusioni:
l’integrazione con il concentrato specifico di melone migliora la disfunzione vascolare associata all’obesità. Questo effetto benefico può essere spiegato dall’induzione della difesa antiossidante endogena.
Un tale approccio in linea con gli interventi nutrizionali potrebbe essere una strategia utile per gestire i disturbi cardiovascolari indotti dalla sindrome metabolica.
Abstract
Dietary supplementation with a specific melon concentrate reverses vascular dysfunction induced by cafeteria diet
Background:
Obesity-related metabolic syndrome is associated with high incidence of cardiovascular diseases partially consecutive to vascular dysfunction. Therapeutic strategies consisting of multidisciplinary interventions include nutritional approaches.
Benefits of supplementation with a specific melon concentrate, enriched in superoxide dismutase (SOD), have previously been shown on the development of insulin resistance and inflammation in a nutritional hamster model of obesity.
Objective:
We further investigated arterial function in this animal model of metabolic syndrome and studied the effect of melon concentrate supplementation on arterial contractile activity.
Design and results:
The study was performed on a hamster model of diet-induced obesity. After a 15-week period of cafeteria diet, animals were supplemented during 4 weeks with a specific melon concentrate (Cucumis melo L.) Contractile responses of isolated aorta to various agonists and antagonists were studied ex vivo. Cafeteria diet induced vascular contractile dysfunction associated with morphological remodeling.
Melon concentrate supplementation partially corrected these dysfunctions; reduced morphological alterations; and improved contractile function, especially by increasing nitric oxide bioavailability and expression of endogenous SOD.
Conclusions:
Supplementation with the specific melon concentrate improves vascular dysfunction associated with obesity. This beneficial effect may be accounted for by induction of endogenous antioxidant defense.
Such an approach in line with nutritional interventions could be a useful strategy to manage metabolic syndrome-induced cardiovascular trouble.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27834185/
Egoumenides L. et al.
Nutrients 2018, 10(4), 437;
Uno specifico concentrato di melone mostra effetti fotoprotettivi dell’attività antiossidante negli adulti sani
La pelle è il più grande organo del corpo e la prima barriera alle minacce esogene. Questo organo è costantemente esposto a fattori esterni come la radiazione ultravioletta, che induce molti effetti negativi tra cui scottature solari, depigmentazione, fotoinvecchiamento, fotoimmunosoppressione e persino cancro della pelle.
Gli antiossidanti sembrano essere dei buoni candidati per ridurre i danni mediati dai raggi ultravioletti e per prevenire le conseguenze sulla salute dell’esposizione ai raggi ultravioletti.
La presente indagine mira a caratterizzare ulteriormente i potenziali effetti fotoprotettivi sulla pelle di un’integrazione alimentare e una somministrazione topica di un concentrato di melone da solo o in combinazione.
Uno studio clinico per valutare la dose minima di eritema (MED) è stato inizialmente istituito per valutare la fotoprotezione.
Successivamente, è stato condotto uno studio in vitro indipendente su espianti di pelle umana da un donatore per valutare l’effetto del concentrato di melone a diversi livelli, tra cui sulla formazione delle cellule bruciate dal sole e sugli enzimi antiossidanti endogeni e la sua influenza sulla melanina.
I risultati degli studi clinici dimostrano che l’applicazione e / o l’integrazione di concentrato di melone hanno aumentato la MED. Ha anche aumentato gli enzimi antiossidanti endogeni e ridotto le cellule bruciate dal sole e il livello di melanina sugli espianti di pelle irradiata.
Pertanto, si suggerisce che la somministrazione di concentrato di melone (orale e / o topico) potrebbe essere una strategia utile per la fotoprotezione grazie alle sue proprietà antiossidanti.
Abstract
A Specific Melon Concentrate Exhibits Photoprotective Effects from Antioxidant Activity in Healthy Adults
Skin is the largest body organ and the first barrier to exogenous threats. This organ is constantly exposed to external factors such as ultraviolet radiation, which induces many adverse effects including sunburn, depigmentation, photo aging, photo immune suppression, and even skin cancer.
Antioxidants seem to be good candidates in order to reduce ultraviolet-mediated damages and to prevent the health consequences of ultraviolet exposure.
The present investigation aims to further characterize the potential skin photoprotective effects of a food supplementation and a topical administration of a melon concentrate alone or in combination.
A clinical study assessing the Minimal Erythema Dose (MED) was first set up to evaluate photoprotection.
Afterward, an independent in vitro study was performed on human skin explants from a donor to evaluate the effect of the melon concentrate at different levels including on the sunburn cells formation and on the endogenous antioxidant enzymes and its influence on melanin.
Clinical study results demonstrate that melon concentrate application and/or supplementation increased MED. It also increased the endogenous antioxidant enzymes and reduced sunburn cells and melanin level on irradiated skin explants.
Therefore, it is suggested that melon concentrate administration (oral and/or topical) could be a useful strategy for photoprotection due to its antioxidant properties.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29614719/
Hong MY et al.
Nutr Res. 2015 Mar;35(3):251-8.
Il consumo di anguria migliora l’infiammazione e la capacità antiossidante nei ratti alimentati con una dieta aterogenica
Le malattie cardiovascolari (CVD) sono la principale causa di morte negli Stati Uniti. L’anguria, ricca di antiossidanti e altri componenti bioattivi, può essere un metodo praticabile per migliorare i fattori di rischio CVD attraverso la riduzione dello stress ossidativo.
Lo scopo dello studio era determinare gli effetti del consumo di polvere di anguria sui profili lipidici, sulla capacità antiossidante e sull’infiammazione nei ratti trattati con destrano sodio solfato (DSS) alimentati con una dieta aterogena. E’ stato ipotizzato che l’anguria aumenterebbe la capacità antiossidante e ridurrebbe i lipidi nel sangue e l’infiammazione attraverso la modulazione dell’espressione genica correlata.
Quaranta ratti Sprague-Dawley maschi svezzati (21 giorni di età) sono stati divisi in 4 gruppi (10 per gruppo, totale N = 40) in un disegno fattoriale di 2 diete (controllo o anguria 0,33%) × 2 trattamenti (con o senza DSS) utilizzando una dieta aterogenica.
I gruppi nutriti con anguria hanno mostrato trigliceridi sierici, colesterolo totale e colesterolo lipoproteico a bassa densità significativamente più bassi (P <.05). I livelli di proteina C reattiva erano significativamente più bassi nei ratti nutriti con anguria rispetto al controllo (P = .001). Inoltre, lo stress ossidativo misurato dalle sostanze reattive dell’acido tiobarbiturico era significativamente inferiore nei gruppi di anguria (P = .001).
La capacità antiossidante totale, le attività della superossido dismutasi e della catalasi erano maggiori nei gruppi di anguria (P <.05). Aspartato aminotransferasi, alanina aminotransferasi, fosfatasi alcalina e lattato deidrogenasi erano significativamente inferiori nei ratti trattati con DSS quando l’anguria veniva consumata (P <0,05). La sintasi degli acidi grassi, la 3-idrossi-3metil-glutaril-CoA reduttasi, la proteina 1 legante gli elementi regolatori degli steroli, la proteina 2 legante gli elementi regolatori degli steroli e l’espressione genica della cicloossigenasi-2 erano significativamente sottoregolate nel gruppo anguria senza DSS (P <. 05).
Questi risultati indicano che l’anguria migliora i fattori di rischio per CVD nei ratti attraverso migliori profili lipidici, minore infiammazione e maggiore capacità antiossidante alterando l’espressione genica per il metabolismo lipidico.
Abstract
Watermelon consumption improves inflammation and antioxidant capacity in rats fed an atherogenic diet
Cardiovascular disease (CVD) is the leading cause of death in the United States. Watermelon, rich in antioxidants and other bioactive components, may be a viable method to improve CVD risk factors through reduced oxidative stress.
The purpose of the study was to determine the effects of watermelon powder consumption on lipid profiles, antioxidant capacity, and inflammation in dextran sodium sulfate (DSS)-treated rats fed an atherogenic diet. We hypothesized that watermelon would increase antioxidant capacity and reduce blood lipids and inflammation through modulation of related gene expression.
Forty male-weanling (21 days old) Sprague-Dawley rats were divided into 4 groups (10 per group, total N = 40) in a 2 diets (control or 0.33% watermelon) × 2 treatments (with or without DSS) factorial design using an atherogenic diet.
Watermelon-fed groups exhibited significantly lower serum triglycerides, total cholesterol, and low-density lipoprotein cholesterol (P< .05). C-reactive protein levels were significantly lower in watermelon-fed rats than the control (P= .001). In addition, oxidative stress as measured by thiobarbituric acid reactive substances was significantly lower in watermelon groups (P= .001).
Total antioxidant capacity, superoxide dismutase, and catalase activities were greater in watermelon groups (P< .05). Aspartate aminotransferase, alanine aminotransferase, alkaline phosphatase, and lactate dehydrogenase were significantly lower in DSS-treated rats when watermelon was consumed (P< .05). Fatty acid synthase, 3-hydroxy-3methyl-glutaryl-CoA reductase, sterol regulatory element-binding protein 1, sterol regulatory element-binding protein 2, and cyclooxygenase-2 gene expression was significantly downregulated in the watermelon group without DSS (P< .05).
These findings indicate that watermelon improves risk factors for CVD in rats through better lipid profiles, lower inflammation, and greater antioxidant capacity by altering gene expression for lipid metabolism.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25631716/
Mordente A. et al.
Review Curr Med Chem. 2011;18(8):1146-63.
Licopene e malattie cardiovascolari: un aggiornamento
Le malattie cardiovascolari (CVD) sono la principale causa di morte nelle società occidentali e rappresentano fino a un terzo di tutti i decessi nel mondo.
Rispetto al Nord Europa o ad altri paesi occidentali, l’area mediterranea presenta tassi di mortalità per malattie cardiovascolari e cancro inferiori, e questo è attribuito, almeno in parte, alla cosiddetta dieta mediterranea, ricca di sostanze fitochimiche bioattive di origine vegetale.
L’identificazione dei costituenti attivi della dieta mediterranea è quindi fondamentale per la formulazione di appropriate linee guida dietetiche.
Il licopene è un carotenoide naturale presente nel pomodoro, componente essenziale della dieta mediterranea, che, pur appartenendo alla famiglia dei carotenoidi, non ha attività pro-vitamina A ma molte altre funzioni biochimiche come scavenger antiossidante, agente ipolipemico, inibitore di fattori pro-infiammatori e pro-trombotici, quindi potenzialmente di beneficio nelle malattie cardiovascolari.
In particolare, la revisione intende condurre un’analisi sistematica della letteratura (studi epidemiologici e sperimentazioni interventistiche) al fine di valutare criticamente l’associazione tra integrazione di licopene (o derivati del pomodoro) e progressione dei fattori di rischio di malattie cardiovascolari e / o malattie cardiovascolari, e per preparare la fornitura di linee guida basate sull’evidenza per pazienti e medici.
Sono apparsi diversi rapporti a sostegno del ruolo del licopene nella prevenzione della CVD, per lo più basati su studi epidemiologici che mostrano una relazione dose-risposta tra licopene e CVD.
Un quadro meno chiaro e più complesso emerge dagli studi interventistici, dove diversi lavori hanno riportato risultati contrastanti.
Sebbene molti aspetti del metabolismo, delle funzioni e delle indicazioni cliniche del licopene in vivo restino da chiarire, l’integrazione di basse dosi di licopene è già stata suggerita come misura preventiva per contrastare e migliorare molti aspetti della CVD.
Abstract
Lycopene and cardiovascular diseases: an update
Cardiovascular disease (CVD) is the leading cause of death in Western societies and accounts for up to a third of all deaths worldwide.
In comparison to the Northern European or other Western countries, the Mediterranean area has lower rates of mortality from cardiovascular diseases and cancer, and this is attributed, at least in part, to the so-called Mediterranean diet, which is rich in plantderived bioactive phytochemicals.
Identification of the active constituents of the Mediterranean diet is therefore crucial to the formulation of appropriate dietary guidelines.
Lycopene is a natural carotenoid found in tomato, an essential component of the Mediterranean diet, which, although belonging to the carotenoid family, does not have pro-vitamin A activity but many other biochemical functions as an antioxidant scavenger, hypolipaemic agent, inhibitor of pro-inflammatory and pro-thrombotic factors, thus potentially of benefit in CVD.
In particular, the review intends to conduct a systematic analysis of the literature (epidemiological studies and interventional trials) in order to critically evaluate the association between lycopene (or tomato products) supplementation and cardiovascular diseases and/or cardiovascular disease risk factors progression, and to prepare provision of evidence-based guidelines for patients and clinicians.
Several reports have appeared in support of the role of lycopene in the prevention of CVD, mostly based on epidemiological studies showing a dose-response relationship between lycopene and CVD.
A less clear and more complex picture emerges from the interventional trials, where several works have reported conflicting results.
Although many aspects of lycopene in vivo metabolism, functions and clinical indications remain to be clarified, supplementation of low doses of lycopene has been already suggested as a preventive measure for contrasting and ameliorating many aspects of CVD.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21291369/
Abidi W et al.
Int J Mol Sci. 2011; 12(10): 6919–6935.
Valutazione dei composti antiossidanti e del contenuto totale di zucchero in una nettarina [Prunus persica (L.) Batsch] Progeny
Studi epidemiologici suggeriscono che il consumo di frutta ricca di composti fenolici è associato ad effetti protettivi per la salute grazie alle loro proprietà antiossidanti. Per questi motivi la valutazione della qualità è diventata una questione importante nell’industria della frutta e nei programmi di selezione.
I tratti fitochimici come i fenoli totali, i flavonoidi, gli antociani, l’acido L-ascorbico, il contenuto di zucchero e la relativa capacità antiossidante (RAC) sono stati analizzati in quattro anni nel frutto della polpa di una popolazione F1 “Venere” × nettarine “Big Top”.
Nella progenie sono stati determinati anche altri tratti come la data di raccolta, la resa, il peso del frutto, la consistenza, la concentrazione di solidi solubili (SSC), il pH, l’acidità titolabile (TA) e l’indice di maturazione (RI).
I risultati hanno mostrato un’elevata variabilità tra i genotipi per tutti i tratti analizzati.
I fenoli totali e i flavonoidi hanno mostrato correlazioni positive significative con il RAC, il che implica che entrambi sono importanti composti bioattivi antiossidanti nelle pesche. Sono stati trovati genotipi con una maggiore capacità antiossidante e una migliore performance rispetto ai progenitori, e di conseguenza la migliore commerciabilità.
Abstract
Evaluation of Antioxidant Compounds and Total Sugar Content in a Nectarine [Prunus persica (L.) Batsch] Progeny
Epidemiological studies suggest that consumption of fruit rich in phenolic compounds is associated with health-protective effects due to their antioxidant properties. For these reasons quality evaluation has become an important issue in fruit industry and in breeding programs.
Phytochemical traits such as total phenolics, flavonoids, anthocyanins, L-ascorbic acid, sugar content and relative antioxidant capacity (RAC) were analyzed over four years in flesh fruit of an F1 population “Venus” × “Big Top” nectarines.
Other traits such as harvesting date, yield, fruit weight, firmness, soluble solids concentration (SSC), pH, titratable acidity (TA) and ripening index (RI) were also determined in the progeny.
Results showed high variability among genotypes for all analyzed traits.
Total phenolics and flavonoids showed significant positive correlations with RAC implying that both are important antioxidant bioactive compounds in peaches. We found genotypes with enhanced antioxidant capacity and a better performance than progenitors, and in consequence the best marketability.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22072927/
Loizzo MR et al.
Plant Foods Hum Nutr. 2015 Sep;70(3):331-7.
Prunus persica var. platycarpa (Tabacchiera Peach): Composti bioattivi e attività antiossidante di polpa, buccia ed estratti etanolici di semi
È stata condotta un’analisi comparativa degli estratti di etanolo da buccia, polpa e seme di Prunus persica var. platycarpa (Tabacchiera peach).
È stato valutato il contenuto totale di fenoli, flavonoidi e carotenoidi, nonché le proprietà antiossidanti utilizzando diversi test in vitro (DPPH, ABTS, FRAP, Fe-chelante, β-carotene bleaching test). L’estratto di polpa è stato sottoposto a cromatografia liquida-elettrospray-spettrometria di massa in tandem (HPLC-ESI-MS / MS).
L’acido gallico, l’acido protocatecuico, la protocatecualdeide, l’acido clorogenico, l’acido p-cumarico e l’acido ferulico sono stati identificati come costituenti principali. L’estratto di polpa è stato caratterizzato dal più alto contenuto totale di fitonutrienti e ha mostrato la più alta attività antiossidante in tutti i test in vitro (valori IC (50) di 2,2 μg / mL dopo 60 min di incubazione utilizzando il test di sbiancamento del β-carotene e utilizzando il dosaggio Fe-chelante).
Nel complesso, i risultati ottenuti suggeriscono che P. persica var. platycarpa mostra una buona attività antiossidante e il suo consumo potrebbe essere promosso.
Abstract
Prunus persica var. platycarpa (Tabacchiera Peach): Bioactive Compounds and Antioxidant Activity of Pulp, Peel and Seed Ethanolic Extracts
A comparative analysis of ethanol extracts from peel, pulp and seed of Prunus persica var. platycarpa (Tabacchiera peach) was done.
The total phenol, flavonoid and carotenoid content as well as the antioxidant properties by using different in vitro assays (DPPH, ABTS, FRAP, Fe-chelating, β-carotene bleaching test) were evaluated. Pulp extract was subjected to liquid chromatography-electrospray-tandem mass spectrometry (HPLC-ESI-MS/MS).
Gallic acid, protocatechuic acid, protocatechualdehyde, chlorogenic acid, p-coumaric acid, and ferulic acid were identified as main constituents. Pulp extract was characterized by the highest total phytonutrients content and exhibited the highest antioxidant activity in all in vitro assays (IC(50) values of 2.2 μg/mL after 60 min of incubation by using β-carotene bleaching test and 2.9 μg/mL by using Fe-chelating assay).
Overall, the obtained results suggest that P. persica var. platycarpa displays a good antioxidant activity and its consumption could be promoted.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26138775/
Zorenc Z. et al.
Planta. 2017 Aug;246(2):217-226.
Metabolismo dei polifenoli in cultivar di ribes rosso (Ribes rubrum L.) di diverso colore attraverso la maturazione dei frutti
I rari colori di ribes rosso causati dal basso contenuto di antociani nel rosa e dalla mancanza di antociani nella cultivar bianca erano correlati con una bassa espressione genica ANS, attività enzimatica e aumento del rapporto zucchero / acido.
Le variazioni nel contenuto di polifenoli, zuccheri e acidi organici nelle bacche delle tre cultivar di Ribes rubrum L. di colore diverso (‘Jonkheer van Tets’, ‘Pink Champagne’ e ‘Zitavia’) sono state determinate da LC-MS e HPLC a 4 tempi di campionamento durante l’ultimo mese di maturazione dei frutti.
Sono state inoltre misurate le attività dei principali enzimi flavonoidi, calcone sintasi / calcone isomerasi (CHS / CHI), flavanone 3-idrossilasi (FHT) e diidroflavonolo 4-riduttasi (DFR) e l’espressione di antocianidina sintasi (ANS).
Nonostante molti tentativi, le attività di flavonolo sintasi e glicosiltransferasi non hanno mostrato risultati affidabili, il motivo per cui non è stato possibile dimostrare in questo studio. La cultivar a frutto rosa “Pink Champagne” ha mostrato un’attività enzimatica generalmente inferiore rispetto alla cultivar rossa “Jonkheer van Tets”. La cultivar bianca “Zitavia” ha mostrato un’attività CHS / CHI e un’espressione ANS molto basse e non sono state rilevate attività di FHT e DFR. Il DFR di R. rubrum L. preferiva chiaramente la diidromiricetina come substrato sebbene non fossero presenti antociani idrossilati 3 ‘, 4’, 5 ‘.
Il contenuto in antociani della cultivar rossa è leggermente aumentato durante le ultime tre settimane di maturazione e ha raggiunto un massimo di 890 mg kg-1 FW. Al contrario, la cultivar rosa ha mostrato un basso accumulo di antociani; tuttavia, nelle ultime tre settimane di maturazione, il loro contenuto è passato da 14 a 105 mg kg-1 FW.
Contemporaneamente, il contenuto di polifenoli è leggermente diminuito in tutte e 3 le cultivar, mentre è aumentato il rapporto zucchero / acido. La cultivar bianca non aveva antociani, ma il rapporto zucchero / acido era il più alto. Nelle cultivar bianche e rosa, la riduzione / mancanza di antociani è stata principalmente compensata da concentrazioni relative aumentate di acidi idrossicinnamici e flavonoli.
Abstract
Polyphenol metabolism in differently colored cultivars of red currant (Ribes rubrum L.) through fruit ripening
Rare red currants colors caused by low anthocyanin content in the pink and a lack of anthocyanins in the white cultivar correlated with low ANS gene expression, enzyme activity, and increased sugar/acid ratios.
Changes in the contents of polyphenols, sugars, and organic acids in berries of the three differently colored Ribes rubrum L. cultivars (‘Jonkheer van Tets’, ‘Pink Champagne’, and ‘Zitavia’) were determined by LC-MS and HPLC at 4 sampling times during the last month of fruit ripening.
The activities of the main flavonoid enzymes, chalcone synthase/chalcone isomerase (CHS/CHI), flavanone 3-hydroxylase (FHT), and dihydroflavonol 4-reductase (DFR), and the expression of anthocyanidin synthase (ANS) were additionally measured.
Despite many attempts, activities of flavonol synthase and glycosyltransferase did not show reliable results, the reason of which they could not be demonstrated in this study. The pink fruited cultivar ‘Pink Champagne’ showed generally lower enzyme activity than the red cultivar ‘Jonkheer van Tets’. The white cultivar ‘Zitavia’ showed very low CHS/CHI activity and ANS expression and no FHT and DFR activities were detected. The DFR of R. rubrum L. clearly preferred dihydromyricetin as substrate although no 3′,4′,5′-hydroxylated anthocyanins were present.
The anthocyanin content of the red cultivar slightly increased during the last three weeks of ripening and reached a maximum of 890 mg kg-1 FW. Contrary to this, the pink cultivar showed low accumulation of anthocyanins; however, in the last three weeks of ripening, their content increased from 14 to 105 mg kg-1 FW.
Simultaneously, the content of polyphenols slightly decreased in all 3 cultivars, while the sugar/acid ratio increased. The white cultivar had no anthocyanins, but the sugar/acid ratios were the highest. In the white and pink cultivars, reduction/lack of anthocyanins was mainly compensated by increased relative concentrations of hydroxycinnamic acids and flavonols.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28315000/
Mattila P.H. et al.
Food Chem. 2016 Aug 1;204:14-20.
Elevata variabilità del contenuto e della composizione di flavonoidi tra le diverse varietà di ribes nordeuropeo (Ribes spp.)
Questo studio fornisce informazioni sulla variazione del contenuto e della composizione di antociani e flavonoli in 32 varietà di ribes nero e 12 varietà di ribes rosso, nonché sul contenuto e sulla composizione di flavonoli in due varietà di ribes nero a frutto verde (ribes verde) e una varietà di ribes bianco conservate in una raccolta nazionale di germoplasma ex situ in Finlandia, Nord Europa.
I flavonoli sono stati analizzati come agliconi e antociani come composti autentici utilizzando metodi HPLC.
Nel ribes nero, il contenuto di antocianine totali variava da 1260-2878 mg / 100 g di peso secco e il contenuto totale di flavonoli da 43,6 a 89,9 mg / 100 g di peso secco. Nel ribes rosso, il contenuto di antociani e flavonoli variava rispettivamente da 138 a 462 mg / 100 g di peso secco e da non rilevabile a 17,7 mg / 100 g di peso secco. Il ribes verde conteneva flavonoli 26,1 e 15,4 mg / 100 g di peso secco, mentre nella varietà bianca non sono stati rilevati flavonoli.
È stata riscontrata una correlazione positiva tra il contenuto totale di antociani e flavonoli sia nel ribes nero che in quello rosso. La dimensione delle bacche era correlata negativamente al contenuto di flavonoidi nel ribes rosso ma non nel ribes nero.
I risultati hanno rivelato che alcune vecchie varietà possono essere di particolare interesse quando si desidera un contenuto elevato o una composizione speciale di flavonoidi.
Abstract
High variability in flavonoid contents and composition between different North-European currant (Ribes spp.) varieties
This study provides information on the variation of anthocyanin and flavonol contents and composition in 32 black and 12 redcurrant varieties, as well as flavonol contents and composition in two green-fruited blackcurrant (green currant) and one white currant varieties conserved in a national ex situ germplasm field collection in Finland, North Europe.
Flavonols were analysed as aglycones and anthocyanins as authentic compounds using HPLC methods.
In blackcurrants, total anthocyanin content varied 1260-2878mg/100g dry weight and total flavonol content 43.6-89.9mg/100g dry weight. In redcurrants, the content of anthocyanins and flavonols varied 138-462mg/100g dry weight and from not detectable to 17.7mg/100g dry weight, respectively. The green currants contained flavonols 26.1 and 15.4mg/100g dry weight, while in the white variety no flavonols were detected.
A positive correlation was found between the total content of anthocyanins and flavonols in both black and redcurrants. Berry size was negatively related to the flavonoid content in redcurrants but not in blackcurrants.
The results revealed that some old varieties may be of particular interest when high contents or special composition of flavonoids are desired.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26988470/
Veberic R. et al.
J Agric Food Chem. 2014 Jul 23;62(29):6926-35.
Cambiamenti nel contenuto di antociani e altri composti nei frutti di more a causa del congelamento e della conservazione congelata a lungo termine
Lo scopo di questo studio era valutare l’effetto del congelamento lento e veloce e dello stoccaggio congelato sul contenuto di metaboliti di sei cultivar di more.
Il contenuto di metaboliti determinato con HPLC RI / PDA-MS nelle more conservate è stato confrontato con il contenuto iniziale del frutto.
Durante la conservazione congelata dei frutti è stata registrata una perdita di vitamina C fino all’80% insieme a cambiamenti dei valori di colore, che sono passati alle tonalità blu e gialle. I cambiamenti di colore sono stati accompagnati da un aumento dei livelli di pH e del contenuto di antociani.
La maggior parte dei gruppi fenolici, degli zuccheri e degli acidi organici ha mostrato una migliore estrazione dopo la conservazione, specialmente nel trattamento di congelamento lento a causa di un grado più elevato di danno tissutale da congelamento.
La cultivar “Thornless Evergreen” era particolarmente ricca di zuccheri, vitamina C e composti fenolici, ma i livelli più elevati di antociani sono stati determinati nella cultivar “Loch Ness”.
Abstract
Changes in the contents of anthocyanins and other compounds in blackberry fruits due to freezing and long-term frozen storage
The aim of this study was to evaluate the effect of fast and slow freezing and frozen storage on the metabolite content of six blackberry cultivars.
The content of metabolites determined with HPLC RI/PDA-MS in stored blackberries was compared with the initial content of the fruit.
During frozen storage of fruits a loss of vitamin C up to 80% has been recorded along with changes of color values, which shifted to blue and yellow hues. The color changes were accompanied with increased pH levels and content of anthocyanins.
Most of the phenolic groups, sugars, and organic acids showed a better extraction after storage, especially in the slow freezing treatment due to a higher degree of tissue damage by freezing.
The ‘Thornless Evergreen’ cultivar was especially rich in sugars, vitamin C, and phenolic compounds, but the highest levels of anthocyanins were determined in ‘Loch Ness’ cultivar.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24422506/
Bhadoriya S.S: et al.
Pharmacogn Rev. 2011 Jan;5(9):73-81.
Tamarindus indica: estensione del potenziale esplorato
Tamarindus è un genere monotipico e appartiene alla sottofamiglia Caesalpinioideae della famiglia Leguminosae (Fabaceae), Tamarindus indica L., comunemente noto come albero di Tamarindo, è una delle più importanti specie di alberi da frutto tropicali multiuso nel subcontinente indiano.
All’inizio si pensava che il frutto del tamarindo fosse prodotto da una palma indiana, poiché il nome Tamarindo deriva da una parola persiana “Tamar-I-hind”, che significa data dell’India. Il suo nome “Amlika” in sanscrito indica la sua antica presenza nel paese.
T. indica è usata come medicina tradizionale in India, Africa, Pakistan, Bangladesh, Nigeria e nella maggior parte dei paesi tropicali.
È usato tradizionalmente nel dolore addominale, nella diarrea e nella dissenteria, nelle infezioni da elminti, nella guarigione delle ferite, nella malaria e nella febbre, nella stitichezza, nell’infiammazione, nella citotossicità cellulare, nella gonorrea e nelle malattie degli occhi.
Ha numerosi valori chimici ed è ricca di sostanze fitochimiche, e quindi la pianta è segnalata per possedere attività antidiabetica, attività antimicrobica, attività antivenomica, attività antiossidante, attività antimalarica, attività epatoprotettiva, attività antiasmatica, attività lassativa e attività anti-iperlipidemica.
Ogni parte della pianta, dalle radici alle punte delle foglie, è utile per i bisogni umani.
Pertanto lo scopo della presente revisione è descrivere la sua morfologia ed esplorare i costituenti fitochimici, l’utilizzo commerciale delle parti della pianta e le attività medicinali e farmacologiche in modo che il potenziale di T. indica come specie di albero multiuso possa essere compreso.
Abstract
Tamarindus indica: Extent of explored potential
Tamarindus is a monotypic genus and belongs to the subfamily Caesalpinioideae of the family Leguminosae (Fabaceae), Tamarindus indica L., commonly known as Tamarind tree is one of the most important multipurpose tropical fruit tree species in the Indian subcontinent.
Tamarind fruit was at first thought to be produced by an Indian palm, as the name Tamarind comes from a Persian word “Tamar-I-hind,” meaning date of India. Its name “Amlika” in Sanskrit indicates its ancient presence in the country.
T.indica is used as traditional medicine in India, Africa, Pakistan, Bangladesh, Nigeria,and most of the tropical countries.
It is used traditionally in abdominal pain, diarrhea and dysentery, helminthes infections, wound healing, malaria and fever, constipation, inflammation, cell cytotoxicity, gonorrhea, and eye diseases.
It has numerous chemical values and is rich in phytochemicals, and hence the plant is reported to possess antidiabetic activity, antimicrobial activity, antivenomic activity, antioxidant activity, antimalarial activity, hepatoprotective activity, antiasthmatic activity, laxative activity, and anti-hyperlipidemic activity.
Every part of the plant from root to leaf tips is useful for human needs.
Thus the aim of the present review is to describe its morphology, and explore the phytochemical constituents, commercial utilization of the parts of the plant, and medicinal and pharmacologic activities so that T. indica’s potential as multipurpose tree species can be understood.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/22096321/
Kajla P. et al.
J Food Sci Technol. 2015 Apr; 52(4): 1857–1871.
Semi di lino: una potenziale fonte di cibo funzionale
Attualmente c’è molto interesse per i fitochimici intesi come molecole bioattive del cibo.
Gli alimenti funzionali sono un campo emergente nella scienza alimentare a causa della loro crescente popolarità tra i consumatori attenti alla salute.
Il seme di lino è coltivato in molte parti del mondo per via della sua fibra, dell’olio, per scopi medicinali e anche come prodotto nutrizionale.
In questa recensione, vengono discussi nutrienti, anti-nutrienti, proprietà funzionali, elaborazione, metabolismo e benefici per la salute delle molecole bioattive, ovvero acidi grassi essenziali, lignani e fibre alimentari di semi di lino.
Abstract
Flaxseed—a potential functional food source
There is currently much interest in phytochemicals as bioactive molecules of food.
Functional foods are an emerging field in food science due to their increasing popularity among health conscious consumers.
Flaxseed is cultivated in many parts of world for fiber, oil as well as for medicinal purposes and also as nutritional product.
In this review, nutrients, anti-nutrients, functional properties, processing, metabolism and health benefits of bioactive molecules viz., essential fatty acids, lignans and dietary fiber of flaxseed are discussed.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25829567/
Goyal A. et al.
J Food Sci Technol. 2014 Sep; 51(9): 1633–1653.
Lino e olio di semi di lino: una medicina antica e un alimento funzionale moderno
Il seme di lino sta emergendo come un importante ingrediente alimentare funzionale a causa del suo ricco contenuto di acido α-linolenico (ALA, acido grasso omega-3), lignani e fibre.
Olio di semi di lino, fibre e lino lignani hanno potenziali benefici per la salute come la riduzione di malattie cardiovascolari, aterosclerosi, diabete, cancro, artrite, osteoporosi, disturbi autoimmuni e neurologici.
Le proteine del lino aiutano nella prevenzione e nel trattamento delle malattie cardiache e nel sostegno del sistema immunitario.
Come ingrediente alimentare funzionale, l’olio di lino o di semi di lino è stato incorporato in alimenti da forno, succhi, latte e latticini, muffin, pasta secca, maccheroni e prodotti a base di carne.
La presente revisione si concentra sulle prove dei potenziali benefici per la salute dei semi di lino attraverso studi recenti su esseri umani e animali e l’uso commerciale in vari prodotti alimentari.
Abstract
Flax and flaxseed oil: an ancient medicine & modern functional food
Flaxseed is emerging as an important functional food ingredient because of its rich contents of α-linolenic acid (ALA, omega-3 fatty acid), lignans, and fiber.
Flaxseed oil, fibers and flax lignans have potential health benefits such as in reduction of cardiovascular disease, atherosclerosis, diabetes, cancer, arthritis, osteoporosis, autoimmune and neurological disorders.
Flax protein helps in the prevention and treatment of heart disease and in supporting the immune system.
As a functional food ingredient, flax or flaxseed oil has been incorporated into baked foods, juices, milk and dairy products, muffins, dry pasta products, macaroni and meat products.
The present review focuses on the evidences of the potential health benefits of flaxseed through human and animals’ recent studies and commercial use in various food products.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25190822/
Khan N. et al.
Antioxid Redox Signal. 2013 Jul 10;19(2):151-62.
Fisetina: un antiossidante alimentare per la promozione della salute
Significato:
gli antiossidanti derivati dalla dieta sono ora sempre più studiati per i loro effetti di promozione della salute, compreso il loro ruolo nella chemioprevenzione del cancro. In generale, gli antiossidanti botanici hanno ricevuto molta attenzione, poiché possono essere consumati per periodi di tempo più lunghi senza effetti negativi. I flavonoidi sono una classe ampiamente distribuita di pigmenti vegetali che vengono regolarmente consumati nella dieta umana a causa della loro abbondanza. Uno di questi flavonoidi, la fisetina (3,3 ‘, 4’, 7-tetraidrossiflavone), si trova in vari frutti e verdure, come fragole, mele, cachi, uva, cipolla e cetriolo.
Recenti progressi:
diversi studi hanno dimostrato gli effetti della fisetina contro numerose malattie. È stato riferito che ha effetti neurotrofici, anticancerogeni, antinfiammatori e altri benefici per la salute.
Problemi critici:
sebbene la fisetina sia stata segnalata come agente anticancerogeno, sono necessari ulteriori studi approfonditi in vitro e in vivo per delineare le basi meccanicistiche dei suoi effetti osservati. In questo articolo di revisione, descriviamo i molteplici effetti della fisetina con particolare enfasi sulla sua attività antitumorale come studiato in colture cellulari e modelli animali.
Orientamenti futuri:
ulteriori ricerche incentrate sull’identificazione di bersagli molecolari potrebbero portare allo sviluppo della fisetina come agente chemiopreventivo / chemioterapico contro il cancro e altre malattie.
Abstract
Fisetin: a dietary antioxidant for health promotion
Significance:
Diet-derived antioxidants are now being increasingly investigated for their health-promoting effects, including their role in the chemoprevention of cancer. In general, botanical antioxidants have received much attention, as they can be consumed for longer periods of time without any adverse effects. Flavonoids are a broadly distributed class of plant pigments that are regularly consumed in the human diet due to their abundance. One such flavonoid, fisetin (3,3′,4′,7-tetrahydroxyflavone), is found in various fruits and vegetables, such as strawberry, apple, persimmon, grape, onion, and cucumber.
Recent advances:
Several studies have demonstrated the effects of fisetin against numerous diseases. It is reported to have neurotrophic, anticarcinogenic, anti-inflammatory, and other health beneficial effects.
Critical issues:
Although fisetin has been reported as an anticarcinogenic agent, further in-depth in vitro and in vivo studies are required to delineate the mechanistic basis of its observed effects. In this review article, we describe the multiple effects of fisetin with special emphasis on its anticancer activity as investigated in cell culture and animal models.
Future directions:
Additional research focused toward the identification of molecular targets could lead to the development of fisetin as a chemopreventive/chemotherapeutic agent against cancer and other diseases.
Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23121441/
Giampieri F. et al.
Food Funct. 2015 May;6(5):1386-98.
Fragola come promotore della salute: una revisione basata sull’evidenza
Da quando un elevato apporto di frutta e verdura è inversamente correlato all’incidenza di diverse malattie degenerative, l’importanza di una dieta equilibrata in relazione alla salute umana ha ricevuto una maggiore attenzione da parte dei consumatori in tutto il mondo.
Le fragole (Fragaria X ananassa, Duch.) sono una ricca fonte di un’ampia varietà di composti nutritivi come zuccheri, vitamine e minerali, nonché composti non nutritivi e bioattivi come flavonoidi, antociani e acidi fenolici. Tutti questi composti esercitano un effetto sinergico e cumulativo sulla promozione della salute umana e sulla prevenzione delle malattie.
I fenoli della fragola sono infatti in grado (i) di disintossicare i radicali liberi bloccandone la produzione, (ii) di modulare l’espressione dei geni coinvolti nel metabolismo, sopravvivenza e proliferazione cellulare e difesa antiossidante, e (iii) proteggere e riparare i danni al DNA.
L’obiettivo generale della presente revisione è aggiornare e discutere i principali risultati, da recenti studi in vivo, sugli effetti delle fragole sulla salute umana.
Particolare attenzione sarà riservata ai meccanismi molecolari proposti per spiegare gli effetti sulla salute dei polifenoli contro le più comuni malattie legate a patologie legate allo stress ossidativo, come cancro, malattie cardiovascolari, diabete di tipo II, obesità e malattie neurodegenerative e infiammazioni.
Abstract
Strawberry as a health promoter: an evidence based review
Since a high intake of fruits and vegetables is inversely related to the incidence of several degenerative diseases, the importance of a balanced diet in relation to human health has received increased consumer attention worldwide.
Strawberries (Fragaria X ananassa, Duch.) are a rich source of a wide variety of nutritive compounds such as sugars, vitamins, and minerals, as well as non-nutritive, bioactive compounds such as flavonoids, anthocyanins and phenolic acids. All of these compounds exert a synergistic and cumulative effect on human health promotion and in disease prevention.
Strawberry phenolics are indeed able (i) to detoxify free radicals blocking their production, (ii) to modulate the expression of genes involved in metabolism, cell survival and proliferation and antioxidant defense, and (iii) to protect and repair DNA damage.
The overall objective of the present review is to update and discuss the key findings, from recent in vivo studies, on the effects of strawberries on human health.
Particular attention will be paid to the molecular mechanisms proposed to explain the health effects of polyphenols against the most common diseases related to oxidative stress driven pathologies, such as cancer, cardiovascular diseases, type II diabetes, obesity and neurodegenerative diseases, and inflammation.
Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/25803191/
Dong JY et al.
Meta-Analysis Br J Nutr. 2011 Aug;106(3):317-26.
Effetto della proteina di soia sulla pressione sanguigna: una meta-analisi di studi randomizzati controllati
Studi osservazionali hanno indicato che il consumo di cibo a base di soia è inversamente associato alla pressione sanguigna (PA).
L’evidenza da studi randomizzati controllati (RCT) sugli effetti di riduzione della pressione arteriosa dell’assunzione di proteine di soia non è conclusiva. Si è voluto valutare l’efficacia dell’assunzione di proteine di soia nell’abbassamento della pressione arteriosa.
La ricerca sul database PubMed è stata condotta cercando RCT pubblicato in lingua inglese fino ad aprile 2010, che confrontava una dieta a base di proteine di soia con una dieta di controllo.
È stata condotta una meta-analisi a effetti casuali per esaminare gli effetti delle proteine di soia sulla pressione arteriosa. Sono state eseguite analisi di sottogruppi e meta-regressione per esplorare possibili spiegazioni per l’eterogeneità tra gli studi.
Le meta-analisi di ventisette RCT hanno mostrato una diminuzione media di 2 · 21 mmHg (95 % CI – 4·10, – 0·33; P = 0·021) per la pressione sistolica (SBP) e 1 44 mmHg (95 % CI – 2·56, – 0·31; P = 0·012) per la pressione diastolica (DBP), confrontando i partecipanti nel gruppo della proteina di soia con quelli del gruppo di controllo.
Il consumo di proteine di soia ha ridotto significativamente la SBP e la DBP sia nei soggetti ipertesi che in quelli normotesi e le riduzioni sono state notevolmente maggiori nei soggetti ipertesi. Riduzioni significative e maggiori della pressione arteriosa sono state osservate anche negli studi che utilizzano carboidrati, ma non prodotti lattiero-caseari, come dieta di controllo.
Le analisi di meta-regressione hanno inoltre rivelato un’associazione significativamente inversa tra la pressione arteriosa pre-trattamento e il livello di riduzione della pressione arteriosa.
In conclusione, l’assunzione di proteine della soia, rispetto a una dieta di controllo, riduce significativamente sia la SBP che la DBP, ma le riduzioni della PA sono legate ai livelli di pressione arteriosa pre-trattamento dei soggetti e al tipo di dieta di controllo utilizzata come confronto
Abstract
Effect of soya protein on blood pressure: a meta-analysis of randomised controlled trials
Observational studies have indicated that soya food consumption is inversely associated with blood pressure (BP).
Evidence from randomised controlled trials (RCT) on the BP-lowering effects of soya protein intake is inconclusive. We aimed to evaluate the effectiveness of soya protein intake in lowering BP.
The PubMed database was searched for published RCT in the English language through to April 2010, which compared a soya protein diet with a control diet.
We conducted a random-effects meta-analysis to examine the effects of soya protein on BP. Subgroup and meta-regression analyses were performed to explore possible explanations for heterogeneity among trials.
Meta-analyses of twenty-seven RCT showed a mean decrease of 2·21 mmHg (95 % CI – 4·10, – 0·33; P = 0·021) for systolic BP (SBP) and 1·44 mmHg (95 % CI – 2·56, – 0·31; P = 0·012) for diastolic BP (DBP), comparing the participants in the soya protein group with those in the control group.
Soya protein consumption significantly reduced SBP and DBP in both hypertensive and normotensive subjects, and the reductions were markedly greater in hypertensive subjects. Significant and greater BP reductions were also observed in trials using carbohydrate, but not milk products, as the control diet.
Meta-regression analyses further revealed a significantly inverse association between pre-treatment BP and the level of BP reductions.
In conclusion, soya protein intake, compared with a control diet, significantly reduces both SBP and DBP, but the BP reductions are related to pre-treatment BP levels of subjects and the type of control diet used as comparison.
Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/21342608/
Qualità della vita e Alimentazione
David E. Barajas Galindo, Alfonso Vidal-Casariego, Alicia Calleja-Fernández, Ana Hernández-Moreno, Begoña Pintor de la Maza, Manuela Pedraza-Lorenzo, María Asunción Rodríguez-García, Dalia María Ávila-Turcios, Miran Alejo-Ramos, Rocío Villar-Taibo, Ana Urioste-Fondo, Isidoro Cano-Rodríguez, María D. Ballesteros-Pomar. Appetite. 2017; 114, 23-27
I pazienti oncologici sono ad alto rischio di malnutrizione a causa di diversi sintomi come la perdita di appetito. L’obiettivo di questo studio era determinare la prevalenza di differenti disturbi dell’appetito in pazienti oncologici e la loro influenza sul consumo alimentare, sullo stato nutrizionale e sulla qualità della vita.
E’ stato condotto uno studio trasversale su pazienti malati di cancro ad alto rischio di malnutrizione. Lo stato nutrizionale è stato studiato utilizzando il Subjective Global Assessment, l’antropometria e la forza di prensione. Il consumo alimentare è stato valutato con un recall a 24 ore e i pazienti sono stati interrogati sulla presenza di cambiamenti nell’appetito (nessuno, anoressia, sazietà anticipata o entrambe). La qualità della vita è stata misurata utilizzando l’ EORTC-QLQ-C30. Analisi multivariate sono state eseguite utilizzando la regressione lineare. 128 pazienti sono stati valutati. Il 61,7% ha sperimentato cambiamenti nell’appetito: 31% anoressia, 13.3% sazietà anticipata e il 17.2% entrambi. I disturbi dell’appetito sono stati più comuni nelle donne ed in presenza di cachessia. La combinazione di anoressia e sazietà precoce è risultata correlata con indici di peso e BMI bassi.
Riguardo alla qualità della vita, i pazienti che hanno conservato l’appetito presentano funzioni cognitive ed emozionali migliori. I disturbi dell’appetito alterano la percezione della salute globale, del funzionamento fisico, della funzione di ruolo, delle funzioni cognitive e sono accompagnati da sintomi quali l’affaticamento e l’anoressia. I pazienti che presentano una combinazione di anoressia e sazietà anticipata hanno avuto la peggior percezione di salute complessiva, funzione di ruolo e affaticamento.
In conclusione, i disturbi dell’appetito sono significativamente presenti tra i pazienti oncologici ad alto rischio di malnutrizione ed hanno un impatto significativo sullo stato nutrizionale e sulla qualità della vita, in particolare quando l’anoressia è combinata con il senso di sazietà precoce.
Appetite disorders in cancer patients: Impact on nutritional status and quality of life
Abstract
Cancer patients are at high risk of malnutrition due to several symptoms such as lack of appetite. The aim of this study was to determine the prevalence of different appetite disorders in cancer patients and their influence on dietary intake, nutritional status, and quality of life.
We conducted a cross-sectional study of cancer patients at risk of malnutrition. Nutritional status was studied using Subjective Global Assessment, anthropometry, and grip strength. Dietary intake was evaluated with a 24-h recall, and patients were questioned about the presence of changes in appetite (none, anorexia, early satiety, or both). Quality of life was measured using EORTC-QLQ-C30. Multivariate analysis was performed using linear regression. 128 patients were evaluated. 61.7% experienced changes in appetite: 31% anorexia, 13.3% early satiety, and 17.2% both. Appetite disorders were more common in women and with the presence of cachexia. The combination of anorexia and satiety resulted in a lower weight and BMI. However, there were no significant effects on energy or macronutrient intake among different appetite alterations.
Patients with a combination of anorexia and early satiety had worse overall health perception, role function, and fatigue. Appetite disorders are highly prevalent among cancer patients at risk of malnutrition. They have a significant impact on nutritional status and quality of life, especially when anorexia and early satiety are combined.
Yan He, Liping Chen, Linmin Chen, Wen Hu, Cong Wang, Linquan Tang, Haiqiang Mai, Jianmei Li, Liping Wu, Yuying Fan, Nutrition and Cancer. 2017; 69 (3), 436
Questo studio si pone l’obiettivo di esplorare il rapporto tra il comprehensive nutritional index (CNI) e la qualità della vita in pazienti con carcinoma nasofaringeo (NPC) che hanno ricevuto una terapia con radiazioni ad intensità modulata (IMRT). L’indice nutrizionale, che include la conta linfocitaria totale, i livelli di emoglobina e albumina, l’indice di massa corporea e la percentuale di peso corporeo usuale, è stata valutata in pre-trattamento e post-trattamento in pazienti sottoposti a IMRT. La qualità della vita dei pazienti NPC è stata misurata con il questionario dell’Organizzazione Europea per la ricerca e il trattamento della qualità della vita oncologica – modulo cancro della testa e del collo (EORTC QLQ-H&N35) in quattro intervalli di tempo: pre-trattamento, post-trattamento e al terzo e al sesto mese successivi all’IMRT. Un modello nutrizionale comprensivo è stato utilizzato per valutare la correlazione con l’QLQ-H&N35.
L’indice nutrizionale è diminuito significativamente dopo il trattamento.
Il CNI è stato associato con l’immunoterapia, stadi avanzati dell’UICC, contemporanea chemioterapia, problemi di linguaggio, difficoltà nei contatti sociali, sensazione di sentirsi male e di avere problemi dentali prima del trattamento, sessualità al terzo mese dopo il trattamento, problemi sensoriali e xerostomia al sesto mese dopo il trattamento.
Lo stato nutrizionale e i punteggi dell’QLQ-H&N35 in pazienti NPC diminuiscono durante l’IMRT.
Il nostro studio prevede una futura misurazione del CNI per migliorare il sistema di valutazione QLQ-H&N35 per pazienti con NPC.
Relationship Between the Comprehensive Nutritional Index and the EORTC QLQ-H&N35 in Nasopharyngeal Carcinoma Patients Treated with Intensity-Modulated Radiation Therapy
Abstract
This study aimed to explore the relationship between the comprehensive nutritional index (CNI) and quality of life in nasopharyngeal carcinoma (NPC) patients receiving intensity-modulated radiation therapy (IMRT).
The nutritional index, which includes total lymphocyte count, hemoglobin and albumin levels, body mass index, and usual body weight percentage, was evaluated pre-treatment and post-treatment in patients who underwent IMRT. The quality of life of NPC patients was measured by the European Organization for Research and Treatment of Cancer Quality of Life Questionnaire Head and Neck Cancer Module (EORTC QLQ-H&N35) at four time points: pre-treatment, post-treatment, and 3 and 6 mo after IMRT. A comprehensive nutritional model was used to assess the correlation with QLQ-H&N35. The nutritional index decreased significantly post-treatment. The CNI was associated with immunotherapy; the International Union Against Cancer (UICC) stage; concurrent chemotherapy; speech problems, trouble with social contact, feeling ill and having dental problems at pre-treatment; sexuality at 3 mos post-treatment; and sensory problems and xerostomia at 6 mo post-treatment (P < 0.05).
The nutritional status and QLQ-H&N35 scores in NPC patients decreased during IMRT. Our study provides an alternative measure of the CNI to improve the QLQ-H&N35 evaluation system for patients with NPC.
Eva Leedo, Josephine Gade, Sabrina Granov, Anders Mellemgaard, Tobias Wirenfeldt Klausen, Katrine Rask, Arne Astrup, Nutrition and Cancer, 2017, 69, 3, 444
La denutrizione è prevalente nei pazienti oncologici ed è associata ad un incremento dell’incidenza di complicazioni e mortalità. Abbiamo investigato gli effetti del servizio di consegna pasti a domicilio, fornendo una selezione di pasti proteici ed energetici, sulla qualità della vita (QoL) in pazienti malnutriti affetti da cancro polmonare.
Quaranta pazienti oncologici polmonari con punteggio ≥3 di rischio nutrizionale (NRS-2002) sono stati randomizzati per il controllo o per l’intervento. Al gruppo di intervento sono stati consegnati i pasti principali e degli snack ad alto contenuto energetico e proteico, distribuiti 3 volte a settimana. Il gruppo di controllo ha continuato la dieta abituale.
L’endpoint primario, la QoL, e i secondari sono stati valutati alla partenza e dopo 6 e 12 settimane. I dati sui ricoveri ospedalieri non programmati, sulla durata della permanenza in ospedale e sulla mortalità sono stati raccolti a 3 e 6 mesi dal post intervento.
Il gruppo di intervento ha migliorato il livello al Chair Stand Test (30-s CST) dopo 6 e 12 settimane (P < 0.01) comparato al gruppo di controllo. L’intervento ha esercitato un positivo effetto significativo nei punteggi di performance dopo 12 settimane (P D 0.047). L’aumento di energia e l’assunzione di proteine sono state fortemente associate con il miglioramento della QoL, punteggi funzionali, forza di prensione manuale, sintomi e punteggi di performance.
Il servizio di pasti e snack proteici ed energizzanti a domicilio può migliorare una scarsa forza corporea e la condizione delle prestazioni nei pazienti oncologici polmonari malnutriti.
The Effect of a Home Delivery Meal Service of Energy- and Protein-Rich Meals on Quality of Life in Malnourished Outpatients Suffering from Lung Cancer: A Randomized Controlled Trial
Abstract
Undernutrition is prevalent in cancer patients and associated with increased incidence of complications and mortality. We investigated the effects of a home delivery meal service, providing
a selection of energy-dense, protein-rich meals, on quality of life (QoL) in malnourished lung cancer
patients. Forty lung cancer patients with nutritional risk score ≥3 (NRS-2002) were randomized to control or intervention. The intervention group was offered energy- and protein-rich main meals
and snacks, delivered 3 times per week. The control group continued their habitual diet. Primary
endpoint, QoL, and secondary endpoints were assessed at baseline, and after 6 and 12 wk. Data on
unplanned readmissions, length of hospital stay, and mortality were collected 3 and 6 mo postintervention.
Intervention group improved standard Chair Stand Test (30-s CST) after 6 and 12 wk (P < 0.01) compared to control. Intervention exerted a significant positive effect on performance score after 12 wk (P D 0.047). Increased energy and protein intakes were strongly associated with improved QoL, functional score, hand grip strength, symptom and performance scores. Food delivery service with energy- and protein-rich main meals and snacks can improve lower body strength and performance status in malnourished lung cancer patients.
Climent M, et al., European Journal of Surgical Oncology. 2017; 43(7), 1337-1343
La malnutrizione è comune nei pazienti sottoposti a rimozione di cancro gastrico e conduce ad una perdita di peso, anche se sono ancora poco conosciuti gli impatti sulla qualità della vita connessi alla salute (HRQL). Questo studio si propone di esplorare l’associazione tra l’HRQL e la perdita di peso in pazienti a due anni dalla rimozione curativa del cancro gastrico.
Sono stati reclutati pazienti sottoposti a rimozione curativa del tumore gastrico e sopravvissuti per almeno 2 anni senza recidive. I pazienti hanno completato l’European Organisation for Research and Treatment of Cancer Quality of Life Questionnaire (EORTC QLQ-C30) e il modulo specifico per il tumore gastrico (STO22) prima e dopo 2 anni dall’intervento e sono state esaminate le associazioni tra i punteggi HRQL e pazienti con e senza indice di massa corporea (BWL) ≥ 10%.
Sono stati inclusi 76 pazienti totali, dei quali 51 (67%) con BWL ≥10%. A due anni dal post operatorio il BWL ≥10% è stato associato al deterioramento di tutti gli aspetti funzionali della qualità della vita, con dolore persistente (21.6%), diarrea (13.7%), nausea e vomito (13.7%). All’opposto, nessuno dei pazienti con BWL <10% ha sperimentato gravi nausee o vomito, dolore o diarrea.
Sintomi invalidanti accadono più frequentemente in pazienti con ≥10% BWL rispetto a quelli con <10% BWL, con un rilevante impatto negativo sulla HRQL. La relazione di causa-effetto tra la perdita di peso e la sopravvivenza postoperatoria rimane irrisolta.
Weight loss and quality of life in patients surviving 2 years after gastric cancer resection
Abstract
Malnutrition is common in patients undergoing gastric cancer resection, leading to weight loss, although little is known about how this impacts on health-related quality of life (HRQL). This study aimed to explore the association between HRQL and weight loss in patients 2 years after curative gastric cancer resection.
Consecutive patients undergoing curative gastric cancer resection and surviving at least 2 years without disease recurrence were recruited. Patients completed the European Organisation for Research and Treatment of Cancer Quality of Life Questionnaire (EORTC QLQ-C30) and the specific module for gastric cancer (STO22) before and 2 years postoperatively and associations between HRQL scores and patients with and without ≥ 10% body weight loss (BWL) were examined.
A total of 76 patients were included, of whom 51 (67%) had BWL ≥10%. At 2 years postoperatively, BWL ≥10% was associated with deterioration of all functional aspects of quality of life, with persistent pain (21.6%), diarrhoea (13.7%) and nausea/vomiting (13.7%). By contrast, none of the patients with BWL <10% experienced severe nausea/vomiting, pain or diarrhoea.
Disabling symptoms occurred more frequently in patients with ≥10% BWL than in those with <10% BWL, with a relevant negative impact on HRQL. A cause-effect relationship between weight loss and postoperative outcome remains unsolved.
Polański J. et al. In: Advances in Experimental Medicine and Biology. Springer, Boston, MA. (2017)
La perdita di peso comunemente riduce le prestazioni e la qualità della vita nei pazienti affetti da tumore polmonare avanzato. Ad ogni modo, c’è un’insufficienza di studi mirati sullo stato e sulla qualità della vita dei pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC). Il presente lavoro intende stabilire lo stato nutrizionale e la sua relazione con la qualità della vita nei pazienti NSCLC.
180 pazienti NSCLC (con età media di 62.8 ± 9.6 anni) sono stati valutati durante la terapia presso il Lower Silesian Center of Lung Diseases in Wroclaw, in Polonia. Lo stato nutrizionale è stato valutato mediante il Mini-Nutritional Assessment (MNA) e la qualità della vita tramite due strumenti sviluppati dall’European Organization for the Research and Treatment of Cancer (EORTC): i questionari QLQ-C30 and QLQ-LC13. L’MNA ha rivelato che più del 51.1% dei pazienti erano malnutriti, il 23.9% era a rischio malnutrizione e solo il 25.0% ha mostrato una alimentazione normale. Gli intervistati ben nutriti hanno valutato la loro qualità della vita migliore in tutte le scale funzionali (33.3 vs. 41.7 vs. 66.7, rispettivamente) e hanno presentato minori sintomi intensivi al questionario generale QLQ-C30 e in quello specifico LC13. Nelle analisi univariate, la malnutrizione è risultata significativamente correlata con un decremento della qualità della vita e dell’intensità dei sintomi in entrambi i questionari. Nelle analisi multivariate, la malnutrizione è risultata una variabile indipendente del peggioramento della qualità della vita nel settore del funzionamento fisico (β = −0.015; p < 0.001).
In conclusione, la malnutrizione ha un impatto sulla qualità della vita e su altre presentazioni di sintomi nei pazienti NSCLC. Di conseguenza, l’assistenza nutrizionale dovrebbe essere integrata nell’oncologia globale in aggiunta al trattamento sintomatico.
Malnutrition and Quality of Life in Patients with Non-Small-Cell Lung Cancer
Abstract
Progressive weight loss, common reduces performance and quality of life in patients with advanced lung cancer. However, there is a paucity of studies that focus on nutritional status and quality of life of non-small cell lung cancer (NSCLC) patients. The present study seeks to determine the nutritional status, and its relation to quality of life, of NSCLC patients. One hundred and eighty NSCLC patients (mean age 62.8 ± 9.6 years) were evaluated during therapy at the Lower Silesian Center of Lung Diseases in Wroclaw, Poland. Nutritional status was evaluated by means of the Mini-Nutritional Assessment (MNA) and quality of life by means of two instruments developed by the European Organization for the Research and Treatment of Cancer (EORTC): QLQ-C30 and QLQ-LC13 questionnaires. The MNA revealed that up to 51.1% of patients were undernourished, 23.9% were at risk of malnutrition, and only 25.0% showed a normal nutrition. The well-nourished respondents evaluated their quality of life better in all functional scales (33.3 vs. 41.7 vs. 66.7, respectively) and presented less intensive symptoms in general QLQ-C30 and specific LC13 questionnaires. In univariate analysis, malnutrition significantly correlated with decreased quality of life and the intensity of symptoms in both questionnaires. In multivariate analysis, malnutrition was an independent determinant of decreased quality of life in physical functioning domain (β = −0.015; p < 0.001). We conclude that malnutrition has an impact on quality of life and on the presentation of symptoms in NSCLC patients. Therefore, nutritional care should be integrated into the global oncology as an adjunct to symptomatic treatment.
Katherine (Kay) Watson-Jarvis, Lorna Driedger, Tanis R. Fenton. Canadian Journal of Dietetic Practice and Research. 2017; 78 (2), 81-85
Sulla base delle valutazioni dei bisogni nel 1999 è stata creata una comunità pediatrica di consulenze nutrizionali ambulatoriali. Dal 2010 le consulenze nutrizionali sono aumentate a circa 1500 (62% da medici; 38% da infermieri delle strutture sanitarie pubbliche). E’ stata intrapresa una valutazione per raccogliere i punti di vista dei professionisti e dei genitori riguardo all’accesso, la soddisfazione, le consulenze cliniche e i cambiamenti sulle competenze, abitudini, comportamenti e benessere del bambino.
Il personale sanitario ha risposto all’indagine via email ed era composto da 62 pediatri (percentuale di risposta 71%), 25 medici di famiglia (21%), 87 operatori del servizio sanitario pubblico (31%) e 7 dietologi (100%). I genitori (n=93, percentuale di risposta 75% di quelli contattati) sono stati intervistati telefonicamente.
I pediatri hanno riportato una significativa diminuzione del 7% (95% indice di affidabilità (CI), 0.8%–23%) dei ricoveri ospedalieri infantili nell’ambito nutrizionale, comparato al 39% del 1999 (95% CI, 22%–59%) (P = 0.005). Il personale sanitario ha riportato un alto livello di consenso sui benefici del servizio di consulenza sulla loro professione e sui problemi sanitari infantili e un alto livello di soddisfazione per il servizio. I genitori hanno riferito di aver acquisito conoscenze (76%), fiducia (93%), e di star facendo dei cambiamenti comportamentali riguardo al cibo proposto (77%).
La nostra valutazione ha dimostrato che gli operatori sanitari hanno notato la necessità dell’accesso al dietologo per una consulenza pediatrica nutrizionale e i genitori hanno riportato maggior fiducia e miglioramenti nell’alimentazione del bambino dopo la consulenza nutrizionale.
Evaluation of Dietitian Counselling Access Revealed Reduced Pediatrician-Reported Hospital Admissions and Increased Parental Knowledge and Confidence
Abstract
Based on a 1999 needs assessment a pediatric community-based outpatient dietitian counselling service was created. By 2010 annual referrals had grown to almost 1500 (62% from physicians; 38% from public health nurses). An evaluation was undertaken to gather perspectives of practitioners and parents about access, satisfaction, referral practices, and changes in knowledge, attitudes, behaviour, and child well-being. Health professionals surveyed via email were 62 pediatricians (response rate 71%), 25 family physicians (21%), 87 public health nurses (31%), and 7 dietitian providers (100%). Parents (n = 93, response rate 75% of those contacted) were interviewed by telephone. Pediatricians reported a significantly lower rate of 7% (95% confidence interval (CI), 0.8%–23%) for admitting children to hospital to access a dietitian, compared to 1999 of 39% (95% CI, 22%–59%) (P = 0.005). Health professionals reported a high degree of agreement on benefits of the service to their practice and on child health problems and a high degree of satisfaction with the service. Parents reported gaining knowledge (76%), confidence (93%), and making behaviour changes in foods offered (77%). Our evaluation demonstrated health practitioners saw a need for access to dietitians for pediatric dietitian counselling and parents reported more confidence and improved child feeding practices after dietitian counselling.
Elizabeth Doyle, Natalie Simmance, Helen Wilding, Judi Porter. Nutrition & Dietetics. 2017; 74 (2), 116
Obiettivo: La conoscenza dell’efficacia degli interventi di ristorazione sugli effetti nutrizionali nei pazienti adulti con cancro è necessaria per sostenere un processo decisionale clinico. La presente rassegna sistematica ha lo scopo di determinare gli effetti degli interventi di ristorazione attraverso una gamma di esiti nutrizionali e di soddisfacimento di pazienti oncologici adulti ambulatoriali e ospedalizzati.
Metodi: Il protocollo di revisione è stato registrato con PROSPERO (CRD42016045772). Sei banche dati sono state interrogate attraverso la ricerca di termini associati all’intervento e alla popolazione. Non sono state applicate restrizioni di tempo o linguistiche. Gli autori hanno applicato i criteri di inclusione dei lavori dal titolo all’abstract fino al full text. L’archivio finale è stato valutato dal rischio di bias. I dati sugli esiti sono stati riuniti narrativamente e, dove possibile, tramite meta analisi.
Risultati: Dalla revisione di titoli ed abstract di 4412 studi, 12 lavori che hanno testato gli effetti degli interventi dei servizi di ristorazione sono stati inclusi in questa rassegna. La meta analisi ha dimostrato un’assunzione significativamente maggiore di energia (differenza media di 1.54 MJ/al giorno; 95% CI 0.85–2.23 MJ/al giorno) e proteine (differenza media 18.98 g/al giorno; 95% CI 11.58–26.39 g/al giorno) attraverso l’aggiunta di integratori orali. Sono stati registrati altri effetti positivi nei risultati antropometrici. La soddisfazione dei pazienti è stata rafforzata attraverso altri interventi di ristorazione.
Conclusioni: Il limite della ricerca originale è emerso nell’eplorazione degli effetti degli interventi di ristorazione nei pazienti oncologici. Scoperte significative sono state trovate a beneficio degli interventi attraverso una gamma di risultati nutrizionali, suggerendo che gli interventi di ristorazione possono migliorare i risultati clinici e il soddisfacimento in questa popolazione. Gli interventi di ristorazione efficaci per i pazienti oncologici rimangono poco ricercati, per questo incoraggiamo i dietisti e il personale della ristorazione ad implementare studi rigorosi col progetto di valutare e pubblicare interventi in questo gruppo clinico.
Systematic review and meta-analyses of foodservice interventions and their effect on nutritional outcomes and satisfaction of adult oncology patients
Abstract
Aim: An understanding of effective foodservice interventions on nutrition outcomes in adult patients with cancer is required to support clinical decision making. This systematic review aimed to determine the effect of foodservice interventions across a range of nutritional outcomes and satisfaction of hospitalised and ambulatory adult oncology patients.
Methods: The review protocol was registered with PROSPERO (CRD42016045772). Six databases were searched using search terms associated with the intervention and population. No date or language restrictions were applied. Authors applied the inclusion criteria to titles and abstracts and then full-text papers. The final library was assessed for risk of bias. Outcome data were combined narratively and, where possible, by meta-analysis.
Results: From the title and abstract review of 4414 studies, 12 studies testing the effect of foodservice interventions were included in this review. Meta-analyses demonstrated significantly greater energy (mean difference 1.54 MJ/day; 95% CI 0.85–2.23 MJ/day) and protein (mean difference 18.98 g/day; 95% CI 11.58–26.39 g/day) intake through the addition of oral nutrition supplements. Other positive effects on anthropometric outcomes were also recorded. Patient satisfaction was enhanced through other foodservice interventions.
Conclusions: Limited original research was found exploring the effect of foodservice interventions in oncology patients. Significant findings were found in favour of the intervention across a range of nutritional outcomes, suggesting that foodservice interventions may improve clinical outcomes and satisfaction in this population. Effective foodservice interventions for oncology patients remain under-researched, so we encourage dietitians and foodservice staff to implement rigorous study designs to evaluate and publish interventions in this clinical group
Lis et al. Nutrition Journal. 2012; 11:27
La malnutrizione è un fattore significativo nella predizione della qualità della vita (QoL) dei pazienti malati di cancro. Abbiamo passato sistematicamente in rassegna la letteratura riguardante il ruolo dello stato nutrizionale in predizione della QoL nel cancro. Abbiamo ricercato tramite il database MEDLINE usando i temini “stato nutrizionale” in combinazione con “qualità della vita” unitamente a “cancro”. Sono stati inclusi gli studi umani pubblicati in inglese che presentavano lo stato nutrizionale come una delle variabili predittive e la qualità della vita come una delle misurazioni ottenute. Dei 26 studi inclusi, 6 investigavano il cancro della testa e del collo, 8 quello gastrointestinale, 1 polmonare, 1 ginecologico e 10 tipo di cancro eterogenei.
24 studi hanno dimostrato che un miglior stato nutrizionale è associato con una migliore qualità della vita, 1 studio ha mostrato che un miglior stato nutrizionale è associato ad una migliore qualità della vita solo in pazienti ad alto rischio mentre 1 studio ha concluso che non ci sono associazioni tra lo stato nutrizionale e qualità della vita.
Lo stato nutrizionale è un forte predittore della qualità della vita in pazienti oncologici. Raccomandiamo che si implementino le linee guida per i pazienti oncologici della American Society of Parenteral and Enteral Nutrition (ASPEN), che include screening nutrizionali, valutazioni nutrizionali ed interventi appropriati. Intervenendo sulla malnutrizione si può migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici, un importante risultato di interesse per i pazienti malati di cancro, i loro caregivers e le loro famiglie.
Role of nutritional status in predicting quality of life outcomes in cancer – a systematic review of the epidemiological literature
Abstract
Malnutrition is a significant factor in predicting cancer patients’ quality of life (QoL).
We systematically reviewed the literature on the role of nutritional status in predicting QoL in cancer. We searched MEDLINE database using the terms “nutritional status” in combination with “quality of life” together with “cancer”. Human studies published in English, having nutritional status as one of the predictor variables, and QoL as one of the outcome measures were included. Of the 26 included studies, 6 investigated head and neck cancer, 8 gastrointestinal, 1 lung, 1 gynecologic and 10 heterogeneous cancers. 24 studies concluded that better nutritional status was associated with better QoL, 1 study showed that better nutritional status was associated with better QoL only in high-risk patients, while 1 study concluded that there was no association between nutritional status and QoL.
Nutritional status is a strong predictor of QoL in cancer patients. We recommend that more providers implement the American Society of Parenteral and Enteral Nutrition (ASPEN) guidelines for oncology patients, which includes nutritional screening, nutritional assessment and intervention as appropriate. Correcting malnutrition may improve QoL in cancer patients, an important outcome of interest to cancer patients, their caregivers, and families.
A. Nourissat,M.P. Vasson,Y. Merrouche,C. Bouteloup,M. Goutte,D. Mille,J.P. Jacquin,O. Collard,P. Michaud,F. Chauvin . European Journal of Cancer. 2008; 1238-1242
I pazienti malati di cancro patiscono frequentemente un deterioramento della qualità della vita e questo è un fattore importante nella decisione terapeutica. La correlazione tra la qualità della vita e la malnutrizione appare ovvia e bidirezionale. Lo scopo del nostro studio era descrivere la qualità della vita globale e le sue varie dimensioni in pazienti oncologici, come una funzione dello stato nutrizionale.
E’ stato condotto uno studio trasversale basato sull’osservazione nei reparti degli ospedali di Clermont Ferrand e di Saint Etienne su 907 pazienti. Per valutare la qualità della vita è stato utilizzato il questionario EORTC QLQ-C30.
Il punteggio significativo per la qualità della vita globale era di 48.8 per pazienti che avevano avuto una perdita di peso superiore al 10% dall’inizio della malattia, comparata con un punteggio di 62.8 degli altri pazienti (p < 0.001). Una significativa associazione con il peso è stata osservata per le principali dimensioni della qualità della vita: fisica, funzionale, cognitiva, sociale, affaticamento, nausea, dolore, perdita di appetito, costipazione e diarrea.
Questa decisiva relazione tra qualità della vita e perdita di peso mostra l’importanza di una gestione alimentare in pazienti oncologici.
Relationship between nutritional status and quality of life in patients with cancer
Abstract
Patients with cancer frequently suffer a deteriorated quality of life and this is an important factor in the therapeutic decision. The correlation between quality of life and malnutrition seems obvious and bidirectional. The aim of our study was to describe the global quality of life and its various dimensions in patients with cancer, as a function of the nutritional status.
A transversal observational study was performed in wards in hospitals in Clermont Ferrand and Saint Etienne on 907 patients. The EORTC questionnaire, QLQ-C30, was used to assess the quality of life.
The mean global quality of life score was 48.8 for patients who had a weight loss of more than 10% since the beginning of their illness, compared with 62.8 for the other patients (p < 0.001). A significant association with weight was observed for the main dimensions of the quality of life: physical, functional, cognitive, social, fatigue, nausea, pain, loss of appetite, constipation and diarrhoea. This strong relation between quality of life and weight loss shows the importance of dietary management in patients with cancer.
Mónica María Marín Caro, Alessandro Laviano, Claude Pichard . Clinical Nutrition. 2007; 26 (3), 289-301
Lo studio della qualità della vita (QoL) valuta il benessere dei pazienti tenendo conto delle condizioni fisiche, psicologiche e sociali. Il cancro e il suo trattamento hanno come conseguenza gravi alterazioni biochimiche e fisiologiche associate ad un deterioramento della QoL. Questi cambiamenti metabolici conducono ad una dimunuzione di consumo di cibo favorendo la perdita. La malnutrizione cancro-correlata può evolversia nella cachessia oncologica dovuta ad interazioni complesse tra citochine proinfiammatorie e il metabolismo dell’ospite. Accanto e oltre gli effetti fisici e metabolici del cancro, i pazienti spesso soffrono di distress psicologico, inclusa la depressione.
A seconda del tipo di trattamento oncologico (curativo o palliativo) e dalle condizioni cliniche del paziente e dello stato nutrizionale, sarebbe opportuno prescrivere un intervento nutrizionale (consulenza alimentare, integratore orale, nutrizione parenterale totale o enterale) adeguati e adattati alle esigenze del paziente.
Tale impostazione, che dovrebbe iniziare il prima possibile, può rallentare e persino invertire il loro scarso stato nutrizionale, migliorando le prestazioni e conseguentemente la QoL. Gli interventi nutrizionali che accompagnano i trattamenti curativi hanno un ulteriore e preciso ruolo, che è aumentare la tolleranza e la risposta al trattamento oncologico, diminuendo il tasso di complicanze e riducendo potenzialmente la morbosità ottimizzando il rapporto tra dispendio energetico e l’assunzione di cibo. Nelle cure palliative, lo scopo del supporto nutrizionale può migliorare la QoL dei pazienti controllando I sintomi quali la nausea, vomito e dolore relativamente al cibo ingerito posticipando la perdita di autonomia.
La rassegna della letteratura supporta l’assunto che l’assistenza nutrizionale dovrebbe essere integrata nell’assistenza oncologica globale per il suo significativo contributo alla QoL. Infine, la valutazione della QoL dovrebbe essere parte della valutazione di qualsiasi supporto nutrizionale al fine di ottimizzare la sua adeguatezza ai bisogni e alle aspettative del paziente.
Nutritional intervention and quality of life in adult oncology patients
Abstract
The evaluation of quality of life (QoL) assesses patients’ well-being by taking into account physical, psychological and social conditions. Cancer and its treatment result in severe biochemical and physiological alterations associated with a deterioration of QoL. These metabolic changes lead to decreased food intake and promote wasting. Cancer-related malnutrition can evolve to cancer cachexia due to complex interactions between proinflammatory cytokines and host metabolism. Beside and beyond the physical and the metabolic effects of cancer, patients often suffer as well from psychological distress, including depression.
Depending on the type of cancer treatment (either curative or palliative) and on patients’ clinical conditions and nutritional status, adequate and patient-tailored nutritional intervention should be prescribed (diet counselling, oral supplementation, enteral or total parenteral nutrition). Such an approach, which should be started as early as possible, can reduce or even reverse their poor nutritional status, improve their performance status and consequently their QoL. Nutritional intervention accompanying curative treatment has an additional and specific role, which is to increase the tolerance and response to the oncology treatment, decrease the rate of complications and possibly reduce morbidity by optimizing the balance between energy expenditure and food intake. In palliative care, nutritional support aims at improving patient’s QoL by controlling symptoms such as nausea, vomiting and pain related to food intake and postponing loss of autonomy.
The literature review supports that nutritional care should be integrated into the global oncology care because of its significant contribution to QoL. Furthermore, the assessment of QoL should be part of the evaluation of any nutritional support to optimize its adequacy to the patient’s needs and expectations.
Gupta D, Lis CG, Granick J, Grutsch JF, Vashi PG, Lammersfeld CA . Journal of Clinical Epidemiology. 2006; 59(7), 704–709
La malnutrizione è una causa significativa di morbosità e mortalità nel cancro avanzato del colon-retto e si conosce ancora poco sulla relazione con la qualità della vita(QoL). Investighiamo il rapport tra lo stato nutrizionale e la QoL nel cancro colonrettale.
Sono stati esaminati una serie di casi di 58 pazienti affetti da cancro del colon-retto al III-IV stadio trattati al Cancer Treatment Centers of America.
Lo status nutrizionale è stato valutato utilizzando misurazioni di laboratorio di sieroalbumina, prealbumina e transferrina, valutazione globale soggettiva (SGA) e analisi di impedenza bioelettrica. QoL è stata studiata utilizzando l’European Organization for Research and Treatment of Cancer Quality of Life Questionnaire-Core 30 (QLQ-C30).
La prevalenza della malnutrizione, come determinata dall’SGA, è stata del 41% (24 su 58). I pazienti ben nutriti hanno ottenuto punteggi migliori statisticamente significativi nella QoL nella dimensione globale, fisica e di ruolo rispetto ai pazienti malnutriti. E’ interessante notare che il punteggio del funzionamento medio di ruolo nei pazienti ben nutriti è stato di 41.6 punti più alto rispetto al punteggio corrispondente dei pazienti malnutriti, indicata come una funzione “decisamente migliorata” dalla prospettiva dei pazienti. Analogamente, i punteggi della QoL su scale di sintomi multipli sono stati significativamente e statisticamente migliori nei pazienti ben nutriti.
Questo studio suggerisce che la malnutrizione è associata a scarsa QoL, così come misurata con il QLQ-C30 nel cancro del colon retto.
Malnutrition was associated with poor quality of life in colorectal cancer: a retrospective analysis.
Abstract
Malnutrition is a significant cause of morbidity and mortality in advanced colorectal cancer, and little is known about its relationship with quality of life (QoL). We investigated the relationship between nutritional status and QoL in colorectal cancer.
We examined a case series of 58 stage III–IV colorectal cancer patients treated at Cancer Treatment Centers of America.
Nutritional status was evaluated using laboratory measures of serum albumin, prealbumin, and transferrin, subjective global assessment (SGA) and bioelectrical impedance analysis. QoL was evaluated using the European Organization for Research and Treatment of Cancer Quality of Life Questionnaire-Core 30 (QLQ-C30).
The prevalence of malnutrition, as determined by SGA, was 41% (24 of 58). Well-nourished patients had statistically significantly better QoL scores on the global, physical, and role functions compared to malnourished patients. Interestingly, the median role function score in well-nourished patients was 41.6 points higher than the corresponding score in malnourished patients, indicating a ‘‘much
better’’ functioning from a patient’s perspective. Similarly, QoL scores on multiple symptom scales were statistically significantly better among well-nourished patients.
This study suggests that malnutrition is associated with poor QoL, as measured by the QLQ-C30 in colorectal cancer.
Trabal J, Leyes P, Forga MT, Hervas S. Nutrición Hospitalaria. 2006; 21(4), 505–510
Obiettivi: Gli obiettivi di questo studio sono stati valutare la qualità della vita (QoL), lo stato nutrizionale e la quantità di cibo assunto in pazienti oncologici non terminali ricoverati trattati con alimentazione orale. Così come valutare quale tipo di relazione esiste tra la qualità della vita e lo stato nutrizionale e l’attuale assunzione nel campo di applicazione: servizi di radioterapia e oncologia medica dei reparti dell’ Hospital Clínic di Barcellona.
Soggetti: Cinquanta pazienti ricoverati al reparto di assistenza.
Interventi: E’ stato fatto un follow up dell’assunzione alimentare durante 3 giorni lavorativi attraverso osservazioni dirette, così come una valutazione di parametri antropometrici e biochimici, una raccolta di dati connessi alla sintomatologia e una valutazione della QoL eseguita attraverso il questionario EORTC QLQC30.
Risultati: I dati mostrano che il 32.6% dei pazienti non raggiunge le 25 kcal/kg/al giorno, e il 23.3% non riesce neanche a soddisfare 1g protein/kg/al giorno. Per quanto concerne la QoL, i valori medi per lo stato di salute globale e complessivamente per la QoL era per tutti i pazienti di 46.2. Comparato con la popolazione generale, ci sono importanti lacune tra i pazienti oncologici per quanto riguarda le funzioni fisiche, di ruolo e sociali. Le differenze più accentuate nelle scale dei sintomi sono riferite all’affaticamento, e in un singolo item per la perdita di appetito e la costipazione. Una minor assunzione proteica è stata associata ad una percezione più scarsa nella funzionalità fisica (p=0.01), e l’affaticamento era prossimo alla significatività (p=0.058). Differenze non rilevanti sono state trovate per quanto riguarda l’assunzione calorica e la QoL.
Conclusioni: Una significativa percentuale di pazienti che ha ricevuto esclusivamente alimentazione orale non ha coperto una quantità minima accettabile del loro fabbisogno di energia/proteine. I nostri risultati sottolineano che la scarsità di cibo assunto può pregiudicare la loro QoL.
Quality of life, dietary intake and nutritional status assessment in hospital admitted cancer patients.
Abstract
Objectives: The objectives of this study were to assess the quality of life (QoL), nutritional status, and quantitative food intakes of non-terminal admitted cancer patients receiving oral feeding. As well as to evaluate what kind of relation exists between the quality of life, and the nutritional status and current intake Scope: Medical Oncology and Radiotherapy Service ward at the Hospital Clínic de Barcelona.
Subjects: Fifty admitted patients in the Service ward.
Interventions: There was a follow-up of the dietary intake during 3 working days through direct observation, as well as an assessment of anthropometrical and biochemical parameters, a record of symptomatology related data, and a QoL assessment through the EORTC QLQC30 questionnaire. Results: Our data show that 32.6% of the patients did not reach 25 kcal/kg/day, and 23.3% did not even fulfill 1g protein/kg/day. Concerning QoL, mean score for global health status and overall QoL for all patients was 46.2. Compared to the general population, there were important deficits among cancer patients regarding physical, role and social functioning. The most pronounced differences in the symptom scales were for fatigue, and in single items for appetite loss and constipation. A low protein intake was associated to a poorer perception on physical functioning (p=0.01), and fatigue was close to significance (p=0.058). No significant differences were found regarding caloric intake and QoL.
Conclusions: A significant percentage of patients who received exclusive oral feeding did not cover a minimum acceptable quantity of their protein-energy requirements. Our results point-out that poor food intakes can affect QoL by themselves.
Bauer, J.D. & Capra, Supportive Care in Cancer. 2005; 13, 270–274
Lo scopo di questo studio era esaminare gli effetti degli interventi nutrizionali sugli esiti dell’assunzione alimentare, struttura corporea, stato nutrizionale, capacità funzionale e qualità della vita in pazienti con cachessia tumorale sottoposti a chemioterapia.
I pazienti hanno ricevuto settimanalmente una consulenza da un dietologo ed è stato consigliato loro di assumere un integratore alimentare orale proteico ed energico con acido eicosapentaenoico per 8 settimane. Il medico oncologo ha determinato il protocollo chemioterapico. Sono stati arruolati 8 pazienti e 7 hanno hanno completato lo studio.
Ci sono stati miglioramenti significativi nell’assunzione totale di proteine (variazioni medie 0.3 g/kg al giorno, intervallo −0.1 to 0.8 g/kg a giorno), apporto di energia totale (variazioni media 36 kJ/kg al giorno, intervallo −2 to 82 kJ/kg a giorno), consumo totale di fibre (variazioni medie 6.3 g/giornalieri, intervallo −3.4 to 20.1 g/giornalieri), indice nutrizionale (punteggi di valutazione globale soggettivi generati dai pazienti, variazioni medie 9, intervallo −5 to 17), performance status secondo Karnofsky (variazioni medie 10, intervallo 0–30) e qualità della vita (variazioni medie 16.7, range 0–33.3). Si sono verificati cambiamenti clinici rilevanti nel peso (variazioni medie 2.3 kg; range −2.7 to 4.5 kg) e nella massa corporea magra (variazioni medie 4.4 kg, intervallo −4.4 fino a 4.7 kg), sebbene questi non siano stati statisticamente significativi. Il cambiamento nello stato nutrizionale è stato nettamente associato alla qualità della vita, alle variazioni del performance status di Karnofsky e alle variazioni della massa corporea magra.
L’intervento nutrizionale unitamente alla chemioterapia migliorano i risultati ottenuti in pazienti con cancro pancreatico e carcinoma polmonare non a piccole cellule oltre le 8 settimane. L’assunzione di integratori non ha inibito il consumo dei pasti.
Nutrition intervention improves outcomes in patients with cancer cachexia receiving chemotherapy—a pilot study
Abstract
The aim of this study was to examine the effect of nutrition intervention on outcomes of dietary intake, body composition, nutritional status, functional capacity and quality of life in patients with cancer cachexia receiving chemotherapy.
Patients received weekly counselling by a dietitian and were advised to consume a protein- and energy-dense oral nutritional supplement with eicosapentaenoic acid for 8 weeks. The medical oncologist determined the chemotherapy protocol. Eight patients enrolled and seven completed the study.
There were significant improvements in total protein intake (median change 0.3 g/kg per day, range −0.1 to 0.8 g/kg per day), total energy intake (median change 36 kJ/kg per day, range −2 to 82 kJ/kg per day), total fibre intake (median change 6.3 g/day, range −3.4 to 20.1 g/day), nutritional status (patient-generated subjective global assessment score, median change 9, range −5 to 17), Karnofsky performance status (median change 10, range 0–30) and quality of life (median change 16.7, range 0–33.3). There were clinically significant improvements in weight (median change 2.3 kg; range −2.7 to 4.5 kg) and lean body mass (median change 4.4 kg, range −4.4 to 4.7 kg), although these were not statistically significant. Change in nutritional status was significantly associated with change in quality of life, change in Karnofsky performance status and change in lean body mass.
Nutrition intervention together with chemotherapy improved outcomes in patients with pancreatic and non-small-cell lung cancer over 8 weeks. Supplement intake does not inhibit meal intake.
Paula Ravasco, Isabel Monteiro-Grillo, Pedro Marques Vidal, and Maria Ermelinda Camilo. Journal of Clinical Oncology. 2005; 23 (7), 1431-1438
Scopo: Investigare l’impatto della consulenza nutrizionale o di integratori alimentari sugli effetti in pazienti oncologici: nutrizionali, morbilità e qualità della vita (QoL) durante e dopo 3 mesi dalla radioterapia.
Pazienti e metodi: Un totale 111 pazienti ambulatoriali con tumore colonrettale sottoposti a radioterapia, suddivisi per stadialità, sono stati assegnati casualmente a: gruppo 1 (G1; n = 37), consulenza alimentare (cibo regolare); gruppo 2 (G2; n = 37), integratori proteici; gruppo 3 (G3; n = 37), assunzione ad libitum. Apporto nutrizionale (precedenti regimi alimentari), stato (Ottery’s Subjective Global Assessment), e qualità della vita (European Organisation for Research and Treatment of Cancer Quality of Life Questionnaire versione 3.0) sono stati valutati alla partenza, alla fine e 3 mesi dopo la radioterapia.
Risultati: A radioterapia terminata l’energia assorbita è aumentata in G1/G2 (P ≤ .04), G1 più di G2 (P = .001), ed è diminuita in G3 (P < .01). L’apporto di proteine è aumentato in G1/G2 (P ≤ .007), G1 meno di G2 (non significativo), ed è diminuita in G3 (P < .01). A 3 mesi, G1 ha mantenuto l’apporto nutrizionale e G2/G3 sono tornati alla partenza. Dopo la radioterapia e a 3 mesi, l’incidenza di anoressia, nausea, vomito e diarrea sono stati alti in G3 (P < .05). A radioterapia ultimata in G1 tutti i punteggi funzionali di QoL sono migliorati proporzionalmente ad un’adeguata assunzione o stato nutrizionale (P < .05); invece in G2 solo tre di sei punteggi funzionali sono migliorati proporzionalmente alle proteine assunte (P = .04), e in G3 tutti I punteggi sono peggiorati (P < .05). A 3 mesi, i pazienti G1 hanno mantenuto/migliorato I punteggi delle funzioni, sintomi e dei singoli item (P < .02); in G2 solo poche scale funzionali e di sintomi sono migliorate (P < .05); in G3, la QoL è rimasta scarsa come dopo la radioterapia. In G1/G2, rispettivamente, il miglioramento/deterioramento della QoL è correlato con un migliore o minor assorbimento o stato nutrizionale (P < .003).
Conclusioni: Durante la radioterapia, entrambi gli interventi hanno influenzato positivamente I risultati; la consulenza nutrizionale è stata di analogo o superiore beneficio, considerando che nemmeno 3 mesi dopo la RT, è stato l’unico metodo per sostenere un significativo impatto sugli esiti del paziente.
Dietary counseling improves patient outcomes: a prospective, randomized, controlled trial in colorectal cancer patients undergoing radiotherapy
Abstract
Purpose: To investigate the impact of dietary counseling or nutritional supplements on outcomes in cancer patients: nutritional, morbidity, and quality of life (QoL) during and 3 months after radiotherapy.
Patients and Methods: A total of 111 colorectal cancer outpatients referred for radiotherapy, stratified by staging, were randomly assigned: group 1 (G1; n = 37), dietary counseling (regular foods); group 2 (G2; n = 37), protein supplements; and group 3 (G3; n = 37), ad libitum intake. Nutritional intake (diet history), status (Ottery’s Subjective Global Assessment), and QoL (European Organisation for Research and Treatment of Cancer Quality of Life Questionnaire version 3.0) were evaluated at baseline, at the end, and 3 months after radiotherapy.
Results: At radiotherapy completion, energy intake increased in G1/G2 (P ≤ .04), G1 more than G2 (P = .001), and decreased in G3 (P < .01). Protein intake increased in G1/G2 (P ≤ .007), G1 less than G2 (not significant), and decreased in G3 (P < .01). At 3 months, G1 maintained nutritional intake and G2/G3 returned to baseline. After radiotherapy and at 3 months, rates of anorexia, nausea, vomiting, and diarrhea were higher in G3 (P < .05). At radiotherapy completion, in G1 all QoL function scores improved proportionally to adequate intake or nutritional status (P < .05); whereas in G2 only three of six function scores improved proportionally to protein intake (P = .04), and in G3 all scores worsened (P < .05). At 3 months, G1 patients maintained/improved function, symptoms, and single-item scores (P < .02); in G2, only few function and symptom scales improved (P < .05); in G3, QoL remained as poor as after radiotherapy. In G1/G2, respectively,improvement/deterioration of QoL correlated with better or poorer intake or nutritional status (P < .003).
Conclusion: During radiotherapy, both interventions positively influenced outcomes; dietary counseling was of similar or higher benefit, whereas even 3 months after RT, it was the only method to sustain a significant impact on patient outcomes.
Ravasco, P., Monteiro-Grillo, I., Marques Vidal, P. and Camilo, M. E. Head Neck. 2005; 27, 659–668
Ci siamo proposti di determinare l’effetto della consulenza alimentare o di integratori orali sugli esiti per i pazienti con cancro, specificatamente per gli effetti nutrizionali, morbilità e qualità della vita (QoL), durante e 3 mesi dopo la radioterapia.
Settantacinque pazienti affetti da cancro della testa e del collo sottoposti a radioteapia (RT) sono stati randomizzati per i seguenti gruppi: gruppo 1 (n = 25), pazienti che hanno ricevuto consulenza alimentare con nutrienti regolari; gruppo 2 (n = 25), pazienti che hanno mantenuto la dieta abituale con aggiunta di integratori; gruppo 3 (n = 25), pazienti che hanno mantenuto l’assunzione ad libitum. L’assunzione nutrizionale ( determinata da precedenti regimi alimentari), lo stato nutrizionale (determinato da Ottery’s Subjective Global Assessment) e la QoL (determinata dall’ European Organization for the Research and Treatment of Cancer Quality of Life Questionnaire version 3.0 [EORTC QLQ-C30]) sono state valutate alla partenza, al termine della RT e a 3 mesi di distanza.
L’energia assunta dopo la RT è aumentata nei gruppi 1 e 2 (p ≤ .05). Anche l’assunzione proteica è aumentata nei gruppi 1 e 2 (p ≤ .006). Sia l’assorbimento proteico che energetico è diminuito significativamente nel gruppo 3 (p < .01). A distanza di 3 mesi, il gruppo 1 ha mantenuto i valori mentre I gruppi 2 e 3 sono ritornati ai livelli di partenza o anche al di sotto. Dopo la radioterapia, >90% dei pazienti ha sperimentato la tossicità della RT; questo dato non è stato significativamente differente tra i gruppi, con una tendenza di sintomatologia ridotta nel gruppo 1 rispetto ai gruppi 2/3 (p < .07). A distanza di 3 mesi, la riduzione dell’incidenza/gravità di grado 1+2 di anoressia, nausea/vomito, secchezza delle fauci e alterazione del senso del gusto sono state differenti: 90% dei pazienti hanno ottenuto dei miglioramenti nel gruppo 1 rispetto al 67% del gruppo 2 contro il 51% del gruppo 3 (p < .0001). Dopo la RT, I punteggi funzionali della QoL sono migliorati (p < .003) proporzionalmente ai miglioramenti dell’assunzione e dello stato nutrizionale nei gruppi 1 e 2 (p < .05) e sono peggiorati nel gruppo 3 (p < .05); a distanza di 3 mesi, i pazienti del gruppo 1 hanno mantenuto o migliorato la QoL generale mentre I pazienti del gruppo 2 e 3 hanno mantenuto o peggiorato la QoL.
Durante la RT, gli interventi nutrizionali hanno influenzato positivamente i risultati, e la consulenza è stata il vantaggio maggiore; nel medio termine, solo la consulenza ha esercitato un impatto significativo sugli effetti nei pazienti.
Impact of nutrition on outcome: A prospective randomized controlled trial in patients with head and neck cancer undergoing radiotherapy
Abstract
Background.
We aimed to determine the effect of dietary counseling or oral supplements on outcome for patients with cancer, specifically, nutritional outcome, morbidity, and quality of life (QOL), during and 3 months after radiotherapy.
Methods.
Seventy-five patients with head and neck cancer who were referred for radiotherapy (RT) were randomized to the following groups: group 1 (n = 25), patients who received dietary counseling with regular foods; group 2 (n = 25), patients who maintained usual diet plus supplements; and group 3 (n = 25), patients who maintained intake ad lib. Nutritional intake (determined by diet history) and status (determined by Ottery’s Subjective Global Assessment), and QOL (determined by the European Organization for the Research and Treatment of Cancer Quality of Life Questionnaire version 3.0 [EORTC QLQ-C30]) were evaluated at baseline, at the end of RT, and at 3 months.
Results.
Energy intake after RT increased in both groups 1 and 2 (p ≤ .05). Protein intake also increased in both groups 1 and 2 (p ≤ .006). Both energy and protein intake decreased significantly in group 3 (p < .01). At 3 months, group 1 maintained intakes, whereas groups 2 and 3 returned to or below baseline levels. After RT, >90% of patients experienced RT toxicity; this was not significantly different between groups, with a trend for reduced symptomatology in group 1 versus group 2/group 3 (p < .07). At 3 months, the reduction of incidence/severity of grade 1+2 anorexia, nausea/vomiting, xerostomia, and dysgeusia was different: 90% of the patients improved in group 1 versus 67% in group 2 versus 51% in group 3 (p < .0001). After RT, QOL function scores improved (p < .003) proportionally with improved nutritional intake and status in group 1/group 2 (p < .05) and worsened in group 3 (p < .05); at 3 months, patients in group 1 maintained or improved overall QOL, whereas patients in groups 2 and 3 maintained or worsened overall QOL.
Conclusions.
During RT, nutritional interventions positively influenced outcomes, and counseling was of similar/higher benefit; in the medium term, only counseling exerted a significant impact on patient outcomes.
EA Isenring, S. Capra, JD Bauer. British Journal of Cancer. 2004; 91(3), 447 – 452
La malnutrizione si verifica frequentemente in pazienti con cancro gastrointestinale (GI) o dell’area del collo e della testa e può condurre ad esiti negativi. Lo scopo di questo studio è determinare l’impatto dell’intervento nutrizionale tempestivo e intensivo (NI) sul peso corporeo, sulla struttura corporea, sullo stato nutrizionale, sulla qualità della vita globale (QoL) e sulle funzioni fisiche rispetto alla prassi abituale nei pazienti ambulatoriali sottoposti a radioterapia nella zona gastrointestinale o nell’area della testa e del collo.
Pazienti che hanno avviato come minimo 20 frazioni di radioterapia nella zona GI o nell’area della testa e del collo sono stati randomizzati per ricevere consulenza nutrizionale intensiva ed individualizzata da un dietista utilizzando un protocollo standard e integratori orali, se richiesti, oppure la prassi abituale del centro ( consigli generali e diario alimentare). I parametri degli esiti sono stati misurati alla partenza, a 4, 8 e 12 settimane dopo l’avvio della radioterapia utilizzando strumenti validi ed affidabili. Un totale di 60 pazienti (51M : 9F; età media da 61.9714.0 anni) sono stati randomizzati per ricevere o l’NI (n¼29) oppure il normale trattamento (UC) (n¼31). Il gruppo NI ha riportato alterazioni statisticamente più ridotte nel peso (Po0.001), nello stato nutrizionale (P¼0.020) e nella qualità della vita globale (P¼0.009) rispetto al gruppo UC. Clinicamente, differenze nella massa grassa non statisticamente significative sono state osservate tra i gruppi(P¼0.195).
L’intervento nutrizionale tempestivo e intensivo mostra benefici in termini di riduzione al minimo della perdita di peso, deterioramento dello stato nutrizionale, qualità della vita globale e funzioni fisiche in pazienti ambulatoriali oncologici sottoposti a radioterapia al GI o alla zona della testa e del collo. Il mantenimento del peso in questa popolazione conduce a risultati vantaggiosi e suggerisce che questo, piuttosto che un aumento di peso, può essere uno scopo più appropriato dell’intervento nutrizionale.
Nutrition intervention is beneficial in oncology outpatients receiving radiotherapy to the gastrointestinal or head and neck area
Abstract
Malnutrition occurs frequently in patients with cancer of the gastrointestinal (GI) or head and neck area and can lead to negative outcomes. The aim of this study is to determine the impact of early and intensive nutrition intervention (NI) on body weight, body composition, nutritional status, global quality of life (QoL) and physical function compared to usual practice in oncology outpatients
receiving radiotherapy to the GI or head and neck area. Outpatients commencing at least 20 fractions of radiotherapy to the GI or head and neck area were randomised to receive intensive, individualised nutrition counselling by a dietitian using a standard protocol and oral supplements if required, or the usual practice of the centre (general advice and nutrition booklet). Outcome parameters were measured at baseline and 4, 8 and 12 weeks after commencing radiotherapy using valid and reliable tools. A total of 60 patients (51M : 9F; mean age 61.9714.0 years) were randomised to receive either NI (n¼29) or usual care (UC) (n¼31). The NI group had statistically smaller deteriorations in weight (Po0.001), nutritional status (P¼0.020) and global QoL (P¼0.009) compared with those receiving UC. Clinically, but not statistically significant differences in fat-free mass were observed between the groups (P¼0.195). Early and intensive NI appears beneficial in terms of minimising weight loss, deterioration in nutritional status, global QoL and physical function in oncology outpatients receiving radiotherapy to the GI or head and neck area. Weight maintenance in this population leads to beneficial outcomes and suggests that this, rather than weight gain, may be a more appropriate aim of NI.
Ravasco, P., Monteiro-Grillo, I., Vidal, P.M. et al. Support Care Cancer. 2004; 12, 246-252
Obiettivo del lavoro: Gli scopi di questo studio sono stati: (1) valutare la qualità della vita (QoL), lo stato nutrizionale e l’assunzione alimentare prendendo in considerazione lo stadio della malattia e gli interventi terapeutici, (2) determinare le potenziali interrelazioni, (3) quantificare i contributi relativi al cancro, alimentazione e trattamenti sulla QoL.
Pazienti e metodi: In questa prospettiva trasverale lo studio è stato condotto in 271 pazienti con cancro alla testa e al collo, all’esofago, allo stomaco e al colon retto, i seguenti aspetti sono stati valutati: QoL (EORTC-QLQ C30), stato nutrizionale (percentuale di peso perso oltre i sei mesi previsti), dieta abituale (comprensivo di precedenti regimi alimentari), dieta attuale (richiamo a 24 ore) e una gamma di variabili cliniche.
Risultati principali: L’assunzione abituale e attuale differisce in base alla sede del tumore (P=0.02). Pazienti al III/IV stadio della malattia hanno mostrato un’educazione significativa dalle loro usuali energie/proteine assunte (P=0.001), mentre quelle attualmente assimilate erano inferiori rispetto ai pazienti al I/II stadio della malattia (P=0.0002). La perdita di peso è stata maggiore nei pazienti al III/IV stadio della malattia rispetto a quelli al I/II stadio (P=0.001). Le stime delle dimensioni dell’effetto rivelano che i punteggi delle funzioni della QoL sono state determinate nel 30% dalla localizzazione del tumore, nel 20% dall’assunzione alimentare, nel 30% dalla perdita di peso, nel 10% dalla chemioterapia, nel 6% dall’intervento chirurgico, nel 3% dalla durata della malattia e nell’1% dallo stadio della malattia. Analogamente nei casi delle scale dei sintomi, il 41% è stato attribuito alla localizzazione del tumore, il 22% allo stadio, il 7% all’assunzione alimentare, il 7% alla durata della malattia, il 4% all’intervento chirurgico, l’1% alla perdita di peso e lo 0,01% alla chemioterapia. Infine per i singoli item, il 30% sono stati determinati dallo stadio, il 20% dalla localizzazione del cancro, il 9% dall’assunzione, il 4% dall’operazione, il 3% dalla perdita di peso, il 3% dalla durata della malattia e l’1% dalla chemioterapia.
Conclusioni: Sebbene lo stadio del tumore è stato il principale elemento determinante nella QoL globale dei pazienti, ci sono state alcune diagnosi per le quali l’impatto del deterioramento nutrizionale combinato con carenze nell’assunzione alimentare potrebbero essere più importanti dello stadio del processo di malattia.
Cancer: disease and nutrition are key determinants of patients’ quality of life
Abstract
Goals of work: The aims of this study were (1) to evaluate quality of life (QoL), nutritional status and dietary intake taking into account the stage of disease and therapeutic interventions, (2) to determine potential interrelationships, and (3) to quantify the relative contributions of the cancer,
nutrition and treatments on QoL.
Patients and methods: In this prospective cross-sectional study conducted in 271 head and neck, oesophagus, stomach and colorectal cancer patients, the following aspects were evaluated: QoL (EORTC-QLQ C30), nutritional status (percent weight loss over the previous 6 months), usual diet (comprehensive diet history), current diet (24-h recall) and a range of clinical variables.
Main results: Usual and current intakes differed according to the site of the tumour (P=0.02). Patients with stage III/IV disease showed a significant eduction from their usual energy/ protein intake (P=0.001), while their current intakes were lower than in patients with stage I/II disease (P=0.0002). Weight loss was greater in patients with stage III/IV disease than in those with stage I/II disease (P=0.001). Estimates of effect size revealed that QoL function scores were determined in 30% by cancer location, in 20% by nutritional intake, in 30% by weight loss, in 10% by chemotherapy, in 6% by surgery, in 3% by disease duration and in 1% by stage of disease. Likewise in the case of symptom scales, 41% were attributed to cancer location, 22% to stage, 7% to nutritional intake, 7% to disease duration, 4% to surgery, 1% to weight loss and 0.01% to chemotherapy. Finally for single items, 30% were determined by stage, 20% by cancer location, 9% by intake, 4% by surgery, 3% by weight loss, 3% by disease duration and 1% by chemotherapy.
Conclusions: Although cancer stage was the major determinant of patients’ QoL globally, there were some diagnoses for which the impact of nutritional deterioration combined with deficiencies in nutritional intake may be more important than the stage of the disease process.
Paula Ravasco,Isabel Monteiro-Grillo,Maria Ermelinda Camilo. Radiotherapy and Oncology. 2003; 67, 213-220.
Il proposito dello studio è investigare nei pazienti oncologici indirizzati alla radioterapia (RT):
- La qualità della vita (QoL), stato nutrizionale e apporto di nutrienti all’inizio e al termine della RT;
- Verificare se la consulenza nutrizionale individualizzata, malgrado i sintomi, sia capace di migliorare l’assunzione di alimenti nutritivi e verificare quest’ultima influenza sulla QoL del paziente;
- Quali sintomi possono anticipare una scarsa QoL e/o ridurre l’apporto nutrizionale.
Materiali e metodi: 125 pazienti affetti da tumore della testa/collo e del tratto gastrointestinale (alto rischio: HR), della prostata, del seno, del polmone, del cervello, della cistifellea, dell’utero (basso rischio: LR) sono stati valutati all’inizio e alla fine della RT. Lo stato nutrizionale è stato valutato con Ottery’s Subjective Global Assessment, l’apporto nutrizionale tramite un questionario sull’alimentazione con un recall a 24 ore e la QoL con due strumenti: EUROQOL e l’European Organisation for the Research and Treatment of Cancer (EORTC) Quality of Life Questionnaire (QLQ)-C30.
Risultati: la malnutrizione di partenza era prevalente in HR vs. LR (P ¼ 0:02); l’apporto nutrizionale era associato con lo stato nutrizionale (P ¼ 0:007); quest’ultimo non è cambiato significativamente durante la RT. Nei soggetti a basso rischio, l’apporto energetico di partenza era più alto dell’ EER (P ¼ 0:001) e più alto dell’apporto dei soggetti ad alto rischio (P ¼ 0:002). Quest’ultimo è aumentato (P , 0:03), a prescindere dall’aumento della ricomparsa dei sintomi e/o della gravità (P ¼ 0:0001).
Secondo entrambi gli strumenti la QoL è sempre stata meglio in soggetti LR rispetto agli HR (P ¼ 0:01); al termine della RT, il miglioramento della QoL nei soggetti HR è stata correlata con l’incremento dell’apporto nutrizionale (P ¼ 0:001), entrambe sono rimaste stabili in LR.
Conclusioni: una consulenza nutrizionale individualizzata al pari dello stato nutrizionale e delle condizioni cliniche, è stata capace di migliorare l’apporto nutrizionale e la QoL dei pazienti, nonostante i sintomi auto riportati.
Does nutrition influence quality of life in cancer patients undergoing radiotherapy?
Abstract
To investigate in cancer patients referred for radiotherapy (RT): (1) quality of life (QoL), nutritional status and nutrient intake, at the onset and at the end of RT; (2) whether individualised nutritional counselling, despite symptoms, was able to enhance nutrient intake over time and whether the latter influenced the patient’s QoL; and (3) which symptoms may anticipate poorer QoL and/or reduced nutritional intake.
Material and methods: One hundred and twenty-five patients with tumours of the head–neck/gastrointestinal tract (high-risk: HR), prostate, breast, lung, brain, gallbladder, uterus (low-risk: LR) were evaluated before and at the end of RT. Nutritional status was evaluated by Ottery’s Subjective Global Assessment, nutritional intake by a 24-h recall food questionnaire and QoL by two instruments: EUROQOL and the European Organisation for the Research and Treatment of Cancer (EORTC) Quality of Life Questionnaire (QLQ)-C30.
Results: Baseline malnutrition was prevalent in HR vs. LR (P ¼ 0:02); nutritional intake was associated with nutritional status (P ¼ 0:007); the latter did not change significantly during RT. In LR, baseline energy intake was higher than EER (P ¼ 0:001), and higher than HR’ intake (P ¼ 0:002); the latter increased (P , 0:03), in spite of symptom increase anew and/or in severity (P ¼ 0:0001). According to both instruments, QoL was always better in LR vs. HR (P ¼ 0:01); at the end of RT, QoL improvement in HR was correlated with increased nutritional intake (P ¼ 0:001), both remained stable in LR.
Conclusions: Individualised nutritional counselling accounting for nutritional status and clinical condition, was able to improve nutritional intake and patients’ QoL, despite self-reported symptoms.
Ovesen L, Hannibal J, Mortensen EL . Nutrition and Cancer . 1993; 19(2), 159–167
Centoquattro pazienti a seguito di una nuova diagnosi di carcinoma polmonare a piccole cellule, cancro metastatizzato della mammella e tumore ovarico, in buone condizioni funzionali fisiche (valutazione delle prestazioni 0-1 sulla scala Eastern Cooperative Oncology Group), sono stati divisi in un gruppo caratterizzato da perdita di peso (>5% perdita di peso non intenzionale nei 3 mesi; n = 48) e in un gruppo con peso stabile (n = 56).
L’assunzione alimentare in relazione alla massa magra non è stata differente nei due gruppi. In base al Quality of Life index e al General Health Questionnaire, i pazienti con perdita di peso hanno significativamente abbassato la qualità della vita rispetto ai pazienti con peso stabile. Nei pazienti con perdita di peso, l’assunzione dietetica di energia e proteine è stata correlata significativamente con i punteggi del General Health Questionnaire.
Questo studio ha dimostrato che molti pazienti oncologici ambulatoriali non si alimentano a sufficienza al fine di mantenere il peso stabile e che persino una moderata perdita di peso è associata a distress psicologico e ad una scarsa qualità della vita.
The interrelationship of weight loss, dietary intake, and quality of life in ambulatory patients with cancer of the lung, breast, and ovary
Abstract
One hundred four consecutive patients with newly diagnosed small cell lung cancer, metastatic breast cancer, and ovarian cancer in good physical functional condition (performance rating 0-1 on Eastern Cooperative Oncology Group scale) were divided into a weight-losing group (>5% unintentional weight loss within 3 mo; n = 48) and a weight-stable group (n = 56). Dietary intakes in relation to fat-free mass were not different in the two groups. According to the Quality of Life index and the General Health Questionnaire, weight-losing patients had significantly lower quality of life than weight-stable patients. In patients with weight loss, daily intakes of energy and protein correlated significantly with scores on the General Health Questionnaire. This study has shown that many ambulatory cancer patients do not eat enough to maintain weight and that even a moderate weight loss is associated with psychological distress and lower quality of life.
Cheryl Pritlove, Geremy Capone, Helena Kita, Stephanie Gladman, Manjula Maganti, Jennifer M. Jones
Cooking for Vitality: Pilot Study of an Innovative Culinary Nutrition Intervention for Cancer-Related Fatigue in Cancer Survivors
Nutrients. 2020; 12, 2760
Contesto: La fatica cancro correlata (CRF) è uno degli effetti collaterali più frequenti e angoscianti sperimentati dai pazienti oncologici, durante e dopo i trattamenti, e ha un impatto negativo su tutti gli aspetti della qualità della vita. Una quantità crescente di evidenze scientifiche supportano il ruolo di un deficit dello stato nutrizionale nell’eziologia della CRF e di diete specifiche capaci di mitigarla. E’ stato progettato in intervento a due sessioni di nutrizione culinaria per la CRF, Cucinare per la vitalità (C4V), con l’obiettivo di migliorare la comprensione di come le scelte alimentari possono influenzare i livelli energetici e stabilire le competenze di base di preparazione e cottura degli alimenti, nonché l’applicazione di tecniche culinarie che riducono al minimo lo sforzo/ energia necessaria per preparare i pasti. Lo scopo di questo studio pilota era valutare: la fattibilità dei metodi sperimentali e degli interventi; l’accettabilità e la disponibilità percepita dell’intervento; ottenere una stima preliminare dell’efficacia dell’intervento sulla fatica cancro correlata (risultato primario), sull’energia, sulla disabilità complessiva e sulla fiducia nella gestione della fatigue (risultati secondari).
Metodi: È stato condotto uno studio di fattibilità con metodi misti prospettici, a braccio singolo, su soggetti sopravvissuti al cancro affetti da fatica cancro correlata (fatigue). I partecipanti hanno completato le misurazioni in partenza (TO), subito dopo l’intervento (T1) e 3 mesi dopo l’ultima sessione (T2). Le interviste qualitative sono state condotte durante la fase T2.
Risultati: I tassi di assunzione (70%) e di mantenimento (72%), insieme ai risultati qualitativi, supportano la fattibilità dell’intervento C4V per i sopravvissuti al cancro che vivono sperimentando la fatica cancro correlata (lunghezza e frequenza del programma, facilità di realizzazione e la flessibilità del programma). Anche l’accettabilità è stata elevata e i partecipanti hanno fornito feedback utili per i miglioramenti del programma. I punteggi della fatigue (FACT-F) sono significativamente migliorati rispetto a T0-T1 e T0-T2 (p < 0.001). C’è stata anche una significativa diminuzione dei punteggi di disabilità (OMS-DAS 2.0) da T0-T2 (p = 0.006) e un aumento del POMS-Vigor (Profilo degli stati umorali) da T0-T1 (p = 0.018) e T0-T2 (p = 0.013). La fiducia nella gestione della fatigue è migliorata significativamente rispetto a T0-T1 e T0-T2 (p < 0,001).
Conclusioni: I risultati suggeriscono che il programma C4V è accettabile e utile per i pazienti e può essere efficace nel migliorare i livelli di fatigue e le capacità di autogestione. E’ necessario uno studio randomizzato controllato per confermare questi risultati.
Abstract
Cooking for Vitality: Pilot Study of an Innovative Culinary Nutrition Intervention for Cancer-Related Fatigue in Cancer Survivors
Background: Cancer-related fatigue (CRF) is one of the most prevalent and distressing side effects experienced by patients with cancer during and after treatment, and this negatively impacts all aspects of quality of life. An increasing body of evidence supports the role of poor nutritional status in the etiology of CRF and of specific diets in mitigating CRF. We designed a group-based two session culinary nutrition intervention for CRF, Cooking for Vitality (C4V), aimed at increasing understanding of how food choices can impact energy levels and establishing basic food preparation and cooking skills as well as the application of culinary techniques that minimize the effort/energy required to prepare meals. The purpose of this pilot mixed-method study was to evaluate: Feasibility of the experimental methods and intervention; acceptability and perceived helpfulness of intervention; and to obtain a preliminary estimate of the effectiveness of the intervention on fatigue (primary outcome), energy, overall disability, and confidence to manage fatigue (secondary outcomes).
Methods: Prospective, single arm, embedded mixed-methods feasibility study of cancer survivors with cancer-related fatigue was conducted. Participants completed measures at baseline (T0), immediately following the intervention (T1), and three months after the last session (T2). Qualitative interviews were conducted at T2.
Results: Recruitment (70%) and retention (72%) rates along with qualitative findings support the feasibility of the C4V intervention for cancer survivors living with CRF (program length and frequency, ease of implementation, and program flexibility). Acceptability was also high and participants provided useful feedback for program improvements. Fatigue (FACT-F) scores significantly improved from T0-T1 and T0-T2 (p < 0.001). There was also a significant decrease in disability scores (WHO-DAS 2.0) from T0-T2 (p = 0.006) and an increase in POMS-Vigor (Profile of Mood States) from T0-T1 (p = 0.018) and T0-T2 (p = 0.013). Confidence in managing fatigue improved significantly from T0-T1 and T0-T2 (p < 0.001).
Conclusions: The results suggest that the C4V program was acceptable and helpful to patients and may be effective in improving fatigue levels and self-management skills. A randomized controlled trial is required to confirm these findings.
Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32927752/
Qualità Della Vita E Rapporto Medico/ Paziente
Arraras JI, Wintner LM, Sztankay M, Tomaszewski KA, Hofmeister D, Costantini A, Bredart A, Young T, Kuljanic K, Tomaszewska IM, Kontogianni M, Chie WC, Kulis D, Greimel E; Condotto a nome dell’EORTC Gruppo Qualità della vita. Support Care Cancer. 2017;25(5), 1485-1494
Obiettivo: La comunicazione tra pazienti e professionisti è uno dei maggior aspetti del sostegno offerto ai pazienti oncologici. L’Organizzazione Europea per la Ricerca e il Trattamento del Cancro (EORTC) Gruppo Qualità della vita (QLG) ha sviluppato uno strumento cancro – specifico per la misurazione di diversi aspetti relativi alla comunicazione tra malati di cancro e altri professionisti dei servizi sanitari.
Metodi: Lo sviluppo del questionario ha seguito le linee guida del modello di sviluppo dell’EORTC QLG. E’ stato pre testato un questionario provvisorio (fase III) in uno studio multicentrico in dieci paesi di cinque aree culturali (nord e sud Europa, Regno Unito, Polonia e Taiwan). Sono stati reclutati pazienti da sette sottogruppi (prima, durante e dopo il trattamento, per ogni malattia localizzata e avanzata, più i pazienti palliativi). Sono state condotte interviste strutturate. Sono state poi condotte analisi qualitative e quantitative.
Risultati: Sono stati intervistati centoquaranta pazienti. Sono stati eliminati nove item ed uno è stato ridotto. Le osservazioni dei pazienti hanno avuto un ruolo chiave nella selezione degli item. Nessun item è stato cancellato a causa di criteri quantitativi. La congruenza è stata rilevata dalle risposte dei pazienti attraverso le aree culturali. La versione riveduta del modulo EORTC QLQ-COMU26 ha 26 items, organizzati in 6 scale e 4 item individuali.
Conclusioni: Il questionario EORTC COMU26 può essere utilizzato nella prassi clinica quotidiana e nella ricerca, in molteplici gruppi di pazienti di differenti culture. Il prossimo passo sarà una sperimentazione in ambito internazionale con un consistente gruppo eterogeneo di pazienti oncologici.
EORTC QLQ-COMU26: a questionnaire for the assessment of communication between patients and professionals. Phase III of the module development in ten countries
Abstract
PURPOSE: Communication between patients and professionals is one major aspect of the support offered to cancer patients. The European Organisation for Research and Treatment of Cancer (EORTC) Quality of Life Group (QLG) has developed a cancer-specific instrument for the measurement of different issues related to the communication between cancer patients and their health care professionals.
METHODS: Questionnaire development followed the EORTC QLG Module Development Guidelines. A provisional questionnaire was pre-tested (phase III) in a multicenter study within ten countries from five cultural areas (Northern and South Europe, UK, Poland and Taiwan). Patients from seven subgroups (before, during and after treatment, for localized and advanced disease each, plus palliative patients) were recruited. Structured interviews were conducted. Qualitative and quantitative analyses have been performed.
RESULTS: One hundred forty patients were interviewed. Nine items were deleted and one shortened. Patients’ comments had a key role in item selection. No item was deleted due to just quantitative criteria. Consistency was observed in patients’ answers across cultural areas. The revised version of the module EORTC QLQ-COMU26 has 26 items, organized in 6 scales and 4 individual items.
CONCLUSIONS:
The EORTC COMU26 questionnaire can be used in daily clinical practice and research, in various patient groups from different cultures. The next step will be an international field test with a large heterogeneous group of cancer patients.
D. Hopanci Bicakli, O. Ozkaya Akagunduz, R. Meseri Dalak, M. Esassolak, R. Uslu, M. Uyar. Journal of Nutrition and Metabolism. 2017; 1-7
Background: La radioterapia (RT) è stata associata all’aumento del rischio di malnutrizione nei pazienti oncologici, in particolare in quegli affetti da cancro della testa e del collo (HNC). Lo scopo di questo studio prospettico è stato valutare gli effetti della compliance nei pazienti HNC sottoposti a radioterapia e ad una consulenza nutrizionale individuale sui parametri della composizione corporea.
Materiali e Metodi: Sessantanove pazienti (età media: 61.0±13.8) sono stati seguiti prospetticamente. Sono state effettuate analisi di impedenza bioelettrica (BIA) per determinare la composizione corporea prima, durante e al termine della RT. Tutti I pazienti hanno ricevuto una consulenza nutrizionale e la maggior parte di loro (94.6%) hanno ricevuto integratori alimentari orali (ONS) durante la RT o la chemioterapia. Se un paziente assumeva ≥ 75% di energia e proteine raccomandate mediante ONS e cibo regolare veniva considerato “aderente (compliant)” (? = 18), mentre chi non riusciva a soddisfare questi criteri veniva considerate “non aderente (noncompliant)” (? = 30 ).
Risultati: L’indice di massa corporea, il peso, la percentuale di grasso, la massa magra e la massa muscolare non sono diminuiti significativamente nel corso del tempo nei pazienti “aderenti”, ma nei pazienti “non aderenti” tutti questi indici sono diminuiti sensibilmente dall’inizio rispetto alla fine del trattamento (? < 0.001). La forza di presa non differiva in maniera considerevole tra i due gruppi alla partenza e col passare del tempo in ciascun gruppo. Quando sono stati valutati retrospettivamente, sono state osservate meno frequentemente le gravi mucositi nei pazienti “aderenti” rispetto a quelli “non aderenti” (11.1% versus 88.9%, resp.) (? < 0.009).
Conclusioni: Si conclude che i parametri della composizione corporea sono stati migliori nei pazienti affetti da cancro della testa e del collo considerati “aderenti” alla consulenza nutrizionale rispetto a quelli “non aderenti” durante il period della RT.
The Effects of Compliance with Nutritional Counselling on Body Composition Parameters in Head and Neck Cancer Patients under Radiotherapy
Abstract
Background. Radiotherapy (RT) has been associated with increased risk of malnutrition in cancer patients, particularly in those with head and neck cancer (HNC). The aim of this prospective study was to evaluate the effects of compliance of patients with individual dietary counselling on body composition parameters in HNC patients under RT.
Material and Methods. Sixty-nine consecutive patients (meanage:61.0±13.8) were prospectively followed. Bioelectrical impedance analysis (BIA)was performed to determine body composition parameters before, in the middle of, and at the end of RT. All patients received nutritional counselling and majority of them (94.6%) received oral nutritional supplement (ONS) during RT or chemoradiotherapy. If a patient consumed ≥ 75% of the recommended energy and protein intake via ONS and regular food, he/she was considered to be “compliant” (? = 18), while those who failed to meet this criteria were considered to be “noncompliant” (? = 30 ).
Results. Body mass index, weight, fat percentage, fat mass, fat free mass, and muscle mass did not decrease significantly over time in compliant patients, but in noncompliant patients, all of these indices decreased significantly from baseline compared to the end of treatment (? < 0.001). Handgrip strength did not differ significantly between the two group sat baseline and overtime in each group. When retrospectively evaluated, heavy mucositis was less commonly observed in compliant than noncompliant patients (11.1% versus 88.9%, resp.) (? < 0.009).
Conclusion. We conclude that body composition parameters were better in head and neck cancer patients considered as compliant with nutritional counseling than non compliant ones during RT period.
Trudel TG, Leduc N, Dumont S. Psychooncology. 2014; 23, 531–538
Obiettivi: La comunicazione tra malati oncologici e gli operatori sanitari è riconosciuta come un aspetto importante della qualità della vita salute – correlata dei pazienti (HRQOL). Tuttavia nessuno studio ha ancora esaminato la percezione della comunicazione tra medici e pazienti con cancro al seno come fattore determinante la loro HRQOL durante il percorso della loro malattia. Il presente studio longitudinale ha lo scopo di verificare se tale comunicazione ha influenzato la HRQOL di queste pazienti in tre momenti del percorso.
Metodi: Il campione era composto da 120 donne di lingua francese al I o al II stadio di malattia dai 18 anni in su ( media = 55 anni) sottoposte ad un intervento conservativo con terapia adiuvante. Le pazienti hanno compilato i questionari in tre tempi: nel periodo della diagnosi, a metà della radioterapia e al follow – up. Sono stati compilati, sia a casa che in ospedale, i dati demografici e sanitari coi seguenti questionari, il Medical Outcomes Study-Social Support Survey, un questionario HRQOL (EORTC QLQ-C30/BR23) e il Medical Communication Competence Scale.
Risultati: Le analisi delle equazioni generiche stimate hanno indicato che le percezioni delle donne sulle proprie competenze comunicative nei confronti dei medici hanno un impatto maggiore sulla loro HRQOL rispetto alla percezione delle pazienti delle competenze comunicative dei medici. Le donne hanno una miglior salute globale e un miglior ruolo, un miglior funzionamento emotivo, cognitivo e sessuale nonchè minori effetti collaterali e sintomi durante la radioterapia e il follow up quando percepiscono se stesse come comunicatrici competenti al momento della diagnosi e durante la radioterapia.
Conclusioni: I risultati sottolineano l’importanza, per le pazienti affette da cancro al seno, di essere proattive nel ricercare le informazioni e nell’aspetto socio emozionale della loro relazione coi medici per migliorare la loro HRQOL.
Perceived communication between physicians and breast cancer patients as a predicting factor of patients’ health-related quality of life: a longitudinal analysis.
Objective: Communication between cancer patients and healthcare providers is recognized as an important aspect of these patients’ health-related quality of life (HRQOL). Nevertheless, no study has examined whether perceived communication between physicians and breast cancer patients is a determining factor in their HRQOL along the disease’s trajectory. This longitudinal study aimed to ascertain whether such communication influenced the HRQOL of such women at three points in time.
Methods: The sample consisted of 120 French-speaking women with stage I or II breast cancer aged 18 years or over (mean=55 years) who underwent a lumpectomy with adjuvant treatment. The women filled out questionnaires at three different times: around the time of diagnosis, halfway through radiotherapy and at follow-up. Either at the hospital or at home, they completed demographic and medical data questionnaires, the Medical Outcomes Study-Social Support Survey, an HRQOL questionnaire (EORTC QLQ-C30/BR23) and the Medical Communication Competence Scale.
Results: Generalized estimated equations analyses indicated that the women’s perceptions of their own communication skills towards physicians had a greater impact on their HRQOL than the women’s perception of physicians’ communication skills. The women had better global health and better role, emotional, cognitive and sexual functioning as well as fewer side effects and symptoms during radiotherapy and at follow-up when they perceived themselves as competent communicators at diagnosis and during radiotherapy. Conclusions: The results underscore the importance for breast cancer patients of being proactive in information seeking and in the socio-emotional aspect of their relationship with physicians to enhance their HRQOL.
Farin E, Nagl M. Quality of Life Research. 2013; 22, 283–294
Obiettivo: Lo scopo di questo studio era esaminare se gli aspetti della relazione medico – paziente relative a pazienti con cancro al seno hanno un’influenza sul cambiamento della qualità della vita correlata alla salute (HRQOL) dopo il ricovero ospedaliero.
Metodi: N = 329 pazienti con cancro al seno sottoposte a riabilitazione ospedaliera in Germania sono state esaminate utilizzando questionari all’inizio, alla fine e a 6 mesi dopo la riabilitazione. Per le analisi dei dati sono state utilizzate attribuzioni multiple e modelli di variazione multilivello.
Risultati: Anche a seguito degli adattamenti globali delle variabili sociodemografiche, mediche e psicologiche e delle principali conseguenze, gli elementi della relazione medico – paziente sono stati predittori statisticamente e clinicamente rilevanti della HRQOL dopo la riabilitazione. La soddisfazione per l’assistenza prestata dal medico sembra avere un effetto di breve durata, ma l’effetto della promozione del coinvolgimento del paziente può ancora essere parzialmente determinato 6 mesi dopo la riabilitazione. Altri importanti predittori che migliorano la HRQOL sono l’ottimismo, un maggior livello di istruzione, reddito elevato, vivere con un partner e la capacità di lavorare.
Conclusioni: Tenendo conto delle esigenze di comunicazione e di partecipazione del paziente, i medici possono contribuire a migliore l’HRQOL dopo la riabilitazione. L’elevato potere predittivo dei fattori socioeconomici mostra che l’assistenza medica nella riabilitazione può essere più efficace se contribuisce alla specifica situazione di individui socialmente svantaggiati.
The patient-physician relationship in patients with breast cancer: influence on changes in quality of life after rehabilitation
Purpose: The objective of this study was to examine whether aspects of the patient–physician relationship for breast cancer patients have an influence on the change in health-related quality of life (HRQOL) after inpatient rehabilitation.
Methods: N = 329 breast cancer patients undergoing inpatient rehabilitation in Germany were surveyed using questionnaires at the beginning of rehabilitation, end of rehabilitation, and 6 months after rehabilitation. Multiple imputations and multilevel models of change were used in the data analyses.
Results: Even after comprehensive adjustment for sociodemographic, medical, psychological variables, and center effects, aspects of the physician–patient relationship were statistically and clinically relevant predictors of HRQOL after rehabilitation. Satisfaction with physician’s care appears to have a rather short-term effect, but the effect of promoting patient participation can still be partially determined 6 months after rehabilitation. Other important predictors of HRQOL improvement are optimism, higher level of education, higher income, living with a partner, and the ability to work.
Conclusions: By taking into consideration the patient’s communication and participation needs, physicians can contribute to an improved HRQOL after rehabilitation. The high predictive power of socioeconomic factors shows that rehabilitation care can be more effective if it accounts for the specific situation of socially disadvantaged individuals.
Arraras JI, Greimel E, Sezer O, Chie WC, Bergenmar M, Costantini A, Young T, Vlasic KK, Velikova G. European Journal of Cancer. 2010; 46, 2726 – 2738
Scopo: Il gruppo di Qualità della vita (QOL) dell’EORTC ha sviluppato uno strumento per valutare le informazioni ricevute dai pazienti oncologici. Il presente studio ha valutato le caratteristiche psicometriche dell’EORTC modulo INFO in un ampio campione internazionale/multi – culturale di pazienti oncologici.
Metodi: I 26 item provvisori del modulo sull’informazione (EORTC INFO26) sono stati somministrati insieme all’EORTC QLQ-C30 e alle scale informative del modulo di soddisfazione ospedaliera EORTC IN-PATSAT32 in due occasioni, durante il trattamento dei pazienti e nel periodo del follow up. Sono state valutate la struttura della scala del questionario ipotizzato, l’attendibilità, la validità e la rispondenza ai cambiamenti attraverso analisi psicometriche standard. L’ammissibilità del paziente è stata valutata tramite un colloquio informativo.
Risultati: Lo studio ha compreso 509 pazienti da 8 Paesi ( 7 Paesi europei e Taiwan) con differenti tumori e stadi di malattia. Le analisi di variazione multi tratto hanno condotto alla cancellazione di un item, ma hanno confermato le 4 scale multi item ipotizzate (informazioni riguardo la malattia, esami medici, trattamento e altri servizi) e otto item singoli. La coerenza interna per tutte le scale è stata buona (α>0.70), così come l’attendibilità test-retest (correlazioni intra classi >0.70). Tutti gli item possono essere combinati per creare un singolo punteggio (α>0.90). La validità convergente è stata supportata da correlazioni significative con le relative area dell’IN-PATSAT32 (r>0.40). Scarse correlazioni con le scale dell’EORTC QLQC30 hanno confermato la validità discordante (r<0.30). Il modulo INFO-25 dell’EORTC ha discriminato tra i gruppi basati sul genere, l’età, l’educazione, i livelli di ansia e depressione, informazioni desiderate e soddisfazione. Solo una scala ha avuto un’evoluzione nel tempo.
Conclusioni: L’EORTC QLQ-INFO 25 è un valido ed attendibile strumento di autovalutazione. Il modulo può essere utilizzato in osservazioni cross culturali e studi di mediazione.
An international validation study of the EORTC QLQ-INFO25 questionnaire: an instrument to assess the information given to cancer patients
AIM: The EORTC Quality of Life (QOL) Group has developed an instrument to evaluate the information received by cancer patients. This study assessed the psychometric characteristics of the EORTC INFO module in a large international/multi-cultural sample of cancer patients.
METHODS: The provisional 26-item information module (EORTC INFO26) was administered with the EORTC QLQ-C30 and the information scales of the inpatient satisfaction module EORTC IN-PATSAT32 on two occasions during the patients’ treatment and follow-up period. Questionnaire-hypothesised scale structure, reliability, validity and responsiveness to changes were evaluated through standard psychometric analyses. Patient acceptability was assessed with a debriefing questionnaire.
RESULTS: The study comprised 509 patients from 8 countries (7 European countries and Taiwan) with different cancers and disease stages. Multi-trait scaling analysis led to the deletion of one item but confirmed the hypothesised 4 multi-item scales (information about disease, medical tests, treatment and other services) and eight single items. Internal consistency for all scales was good (α>0.70), as was test-retest reliability (intraclass correlations>0.70). All items can be combined to generate a single score (α>0.90). Convergent validity was supported by significant correlations with related areas of IN-PATSAT32 (r>0.40). Low correlations with EORTC QLQ-C30 scales confirmed divergent validity (r<0.30) The EORTC INFO-25 module discriminated among groups based on gender, age, education, levels of anxiety and depression, information wishes and satisfaction. Only one scale captured changes over time.
CONCLUSIONS: The EORTC QLQ-INFO 25 is a reliable and valid self-reported instrument. The module can be used in cross-cultural observational and intervention studies.
Ansmann L, Kowalski C, Ernstmann N, Ommen O, Pfaff H. International Journal for Quality in Health Care. 2012; 24 (5), 501–508
Obiettivo: Mediante la comunicazione medico – paziente, i medici possono essere di sostegno ai pazienti con cancro al seno nel far fronte alla diagnosi e al trattamento del cancro. La ricerca sull’influenza delle peculiarità ospedaliere basata sulle autovalutazioni dei pazienti suggerisce che la comunicazione medico – paziente potrebbe essere modellata dall’ambiente ospedaliero. Lo scopo di questo studio è investigare la relazione tra le caratteristiche dell’ospedale e la percezione dei pazienti con cancro al seno rispetto al sostegno fornito dai medici.
Progettazione: Sono stati combinati i dati provenienti da due studi trasversali condotti nel 2007 e calcolati modelli gerarchici di regressione logistica.
Setting: Pazienti con cancro al seno con diagnosi recente in cura presso i centri ospedalieri in Nord Rhine-Westphalia e non meno di una persona-chiave intervistata in questi ospedali.
Campione: I dati raccolti provengono da 3285 pazienti con cancro al seno con diagnosi recente e 172 persone-chiave da 87 centri senologici ospedalieri.
Parametri dei risultati principali: La percezione dei pazienti rispetto al sostegno fornito dai medici è stata misurata con tre item del Cologne Patient Questionnaire. Il supporto dei medici è stato studiato in relazione alle caratteristiche dei pazienti unitamente alla struttura ospedaliera e ai trattamenti.
Risultati: Il modello multilivello ha mostrato che i pazienti con cancro al seno percepiscono di ricevere meno sostegno quando si verificano problemi all’interno dell’organizzazione dell’assistenza ospedaliera, indipendentemente dalle caratteristiche del paziente.
Conclusioni: Questo studio fornisce le prove preliminari che la qualità della comunicazione medico – paziente non dipende soltanto dal paziente o dal medico ma anche dall’organizzazione ospedaliera. Dovrebbero essere condotti ulteriori studi per determinare la misura in cui gli interventi di miglioramento della qualità a livello ospedaliero possano modificare il rendimento della comunicazione dei medici.
Patients’ perceived support from physicians and the role of hospital characteristics
Objective. Through patient-physician communication, physicians can support breast cancer patients in coping with the diagnosis and treatment of their cancer. Research on the influence of hospital characteristics on patient-reported outcomes suggests that patient-physician communication may be shaped by the hospital environment. The aim of this study is to investigate the relationship between hospital characteristics and breast cancer patients’ perceptions of the support provided by physicians.
Design. Data from two cross-sectional surveys conducted in 2007 were combined and hierarchical logistic regression models were calculated.
Setting. Newly diagnosed breast cancer patients treated in breast center hospitals in North Rhine-Westphalia and at least one key person from these hospitals were surveyed. Participants. Data from 3285 newly diagnosed breast cancer patients and 172 key persons from 87 breast center hospitals were used.
Main Outcome Measure. The patients’ perceptions of support from physicians were measured with three items from the Cologne Patient Questionnaire. Physician support was studied in relation to patient characteristics as well as hospital structure and processes.
Results. The multilevel model showed that breast cancer patients perceived themselves as receiving less support from the physician when there were problems within the hospitals’ organization of care, independent of patient characteristics.
Conclusion. This study provides preliminary evidence that the quality of patient-physician communication depends not only on the patient or physician but also on hospital organization. Further studies should be conducted to determine the extent to which interventions for improving quality at the hospital level can modify physician communication performance.
Mauri E, Vegni E, Lozza E, Parker PA, Moja EA. Support Care Cancer. 2009; 17, 1523–1530
Obiettivo: Le maggiori differenze cross culturali nei comportamenti e atteggiamenti nel dire la verità sono state dimostrate. Fino a poco tempo fa, in Italia il medico poteva nascondere sia la diagnosi che la prognosi ai pazienti gravemente ammalati, in una sorta di beneficenza. Sono stati rilevati segnali di cambiamento, ma la misura e il modo in cui i pazienti vengono informati è ancora sconosciuta. Lo scopo di questo studio era di valutare le preferenze dei pazienti italiani relative a come vorrebbero sentirsi comunicare la diagnosi di cancro e il trattamento terapeutico. Abbiamo esaminato il fattore strutturale del Measure of Patients’ Preferences – versione italiana (MPP-It) e se le variabili demografiche e mediche erano associate con le dimensioni di preferenze dei pazienti.
Materiali e metodi: I pazienti sono stati invitati a partecipare durante una sessione di chemioterapia o una visita di follow up al dipartimento oncologico dell’ospedale di Lecco (Italia). E’ stata somministrata la versione italiana dell’ MPP-It. I dati sono stati analizzati attraverso l’analisi fattoriale.
Risultati principali: Un totale di 210 pazienti oncologici ha acconsentito a partecipare. Sono stati identificati tre fattori principali: (1) Informazione (parlare della malattia). Gli item in questo fattore riguardavano il dialogo sulla malattia e le possibilità di cura; (2) Supporto (il mondo emozionale del paziente). Questi item si riferivano agli aspetti relazioni e di sostegno del rapporto medico – paziente; (3) Cura (il medico ideale). Questi item erano relazionati ai desideri dei pazienti riguardo alle caratteristiche personali del medico.
Conclusioni: I primi due fattori, informazione e supporto, sono paragonabili a quelli di analoghi studi americani e asiatici. Lo studio indica un’uniformità cross culturale tra i pazienti oncologici che apprezzano gli aspetti chiari ed informativi della comunicazione come aspetti di primaria importanza, attribuendo al tempo stesso alti punteggi agli aspetti relazionali. Il terzo fattore appare esclusivo del contesto italiano.
An exploratory study on the Italian patients’ preferences regarding how they would like to be told about their cancer.
GOAL:
Major cross-cultural differences in truth-telling attitudes and practices have been demonstrated. Until recently, in Italy the doctor could conceal both diagnosis and prognosis to seriously ill patients out of beneficence. Signs of change have been reported, but the extent and way patients would be informed is still unknown. The aim of the study was to assess Italian patients’ preferences regarding how they would like to be told about their cancer and its treatment. We examined the factor structure of the Measure of Patients’ Preferences–Italian version (MPP-It) and whether demographical and medical variables were associated with the dimensions of patients’ preferences.
MATERIALS AND METHODS:
Patients were invited to participate during a visit to the oncology department of the Lecco hospital (Italy) for chemotherapy or follow-up. An Italian version of the MPP-It was administered. Data were analyzed through a factor analysis.
MAIN RESULTS:
A total of 210 cancer patients agreed to participate. Three main factors were identified: (1) Information (Talking About the Disease). Items in this factor were concerned with the dialogue about the disease and treatment options; (2) Support (The Emotional World of the Patient). These items referred to the supportive and relational aspects of the physician-patient encounter; (3) Care (The Ideal Doctor). These items related to the patients’ desires about the doctor’s personal attributes.
CONCLUSIONS:
The first two factors, information and support, were comparable to those of similar American and Asian studies. The study suggests a cross-cultural uniformity among cancer patients who appreciate the informative and clearness of the communication aspects as being primarily important, while also giving high points to relationship aspects. The third factor appears unique to the Italian context.
Neumann M, Wirtz M, Bollschweiler E, Mercer SW, Warm M, Wolf J, Pfaff H. Patient Education and Counseling. 2007; 69, 63–75
Obiettivo: Lo scopo del presente studio trasversale era di esplorare i fattori specifici dei pazienti e dei medici rispetto all’empatia dei medici (PE) e analizzare l’influenza della PE sui risultati a lungo termine riportati dai pazienti in un campione di malati oncologici tedeschi.
Metodi: E’ stato somministrato un sondaggio a mezzo posta a 710 pazienti oncologici che erano stati ricoverati all’Ospedale Universitario di Colonia (percentuale di risposta 49.5%). La PE è stata misurata con la traduzione tedesca del “consultation and relational empathy (CARE) measure” e le autovalutazioni dei pazienti sui risultati a lungo termine sono state valutate utilizzando l’inventario per la depressione maggiore (ICD-10), il MDI, e il questionario dell’EORTC qualità della vita (QoL), il QLQ-C30. Le ipotesi sono state verificate tramite modelli di equazione strutturale.
Risultati: La PE ha (a) un moderato effetto indiretto sulla depressione e un minor effetto indiretto sulla qualità della vita socio – emozionale – cognitiva che viene influenzato dal desiderio di maggiori informazioni da parte dei medici riguardo a scoperte o alternative terapeutiche e (b) un moderato effetto indiretto sulla qualità della vita socio – emozionale – cognitiva e un effetto minore sulla depressione attraverso il desiderio di maggiori informazioni relative alla promozione della salute. Il fattore di maggiore importanza è stata la percezione generale dei pazienti sul lavoro dello staff ospedaliero: questo ha avuto una forte influenza negativa sulla PE, influenzando indirettamente il desiderio di maggiori informazioni da parte dei medici riguardo a scoperte e alternative terapeutiche ed inoltre la depressione dei pazienti.
Conclusioni: La PE sembra essere un importante prerequisito per le informazioni date dai medici e attraverso questo sentiero può avere un effetto preventivo sulla depressione e migliorare la QoL. Al contrario, la tensione dei medici influenza negativamente queste relazioni.
Implicazioni pratiche: I risultati della ricerca suggeriscono che ridurre la tensione dei medici, sia organizzativa che individuale, può essere necessario per migliorare la comunicazione medico – paziente. L’empatia, come conseguenza rilevante della competenza professionale, deve essere valutata e sviluppata più intensamente negli studenti di medicina e negli operatori sanitari.
Determinants and patient-reported long-term outcomes of physician empathy in oncology: a structural equation modelling approach
Abstract
OBJECTIVE:
The aim of the present cross-sectional study was to explore patient- and physician-specific determinants of physician empathy (PE) and to analyse the influence of PE on patient-reported long-term outcomes in German cancer patients.
METHODS:
A postal survey was administered to 710 cancer patients, who had been inpatients at the University Hospital Cologne (response rate 49.5%). PE was measured with the German translation of the consultation and relational empathy (CARE) measure, and patient-reported long-term outcomes were assessed using the major (ICD-10) depression inventory (MDI) and the EORTC quality of life (Qol) questionnaire QLQ-C30. Hypotheses were tested by structural equation modelling.
RESULTS:
PE had (a) a moderate indirect effect on “depression” and a smaller indirect effect on “socio-emotional-cognitive Qol” by affecting “desire for more information from the physician regarding findings and treatment options” and (b) a moderate indirect effect on “socio-emotional-cognitive Qol” and a smaller effect on “depression” via “desire for more information about health promotion”. The determinant with the greatest importance was “patient-perceived general busyness of hospital staff”: it had a strong negative influence on PE, indirectly influencing “desire for more information from the physician regarding findings and treatment options” and also patients’ “depression”.
CONCLUSION:
PE seems to be an important pre-requisite for information giving by physicians and through this pathway having a preventive effect on depression and improving Qol. Conversely, physicians’ stress negatively influences these relationships.
PRACTICE IMPLICATIONS:
The research findings suggest that reducing physicians’ stress at the organizational and individual may be required to enhance patient-physician communication. Empathy, as an outcome-relevant professional competence needs to be assessed and developed more intensively in medical students and physicians.
Arraras JI, Wright S, Greimel E, Holzner B, Kuljanic-Vlasic K, Velikova G, Eisemann M, Visser A, EORTC Quality of Life Group. Patient Education and Counseling. 2004; 54 (2), 235 – 241
La divulgazione delle informazioni è una delle aree fondamentali del supporto che i pazienti possono ricevere.
L’Organizzazione Europea per la Ricerca e il Trattamento del Cancro (EORTC) Gruppo Qualità della vita ha costituito un gruppo di lavoro sull’elaborazione di un questionario che valuti informazioni percepite dai pazienti oncologici a differenti stadi della loro malattia – EORTC QLQ INFO30.
Questo strumento è stato sviluppato da professionisti da più regioni europee.
Gli scopi del questionario sono valutare l’informazione ricevuta dai pazienti oncologici nei differenti aspetti di malattia, diagnosi, trattamento e cura. Inoltre lo strumento può valutare aspetti qualitativi dell’informazione che essi hanno ricevuto.
Questo studio presenta le prime due fasi del modulo del processo di sviluppo che include la rassegna della letteratura, interviste con pazienti e professionisti e definizione degli item. Tutte queste fasi sono state condotte in diversi paesi e sono state approvate dell’EORTC QLG.
Development of a questionnaire to evaluate the information needs of cancer patients: the EORTC questionnaire
Abstract
Information disclosure is one of the key areas of support that patients may receive.
The European Organisation for Research and Treatment of Cancer (EORTC) Quality of Life Group has a group working on the development of a questionnaire that evaluates information received by cancer patients at different stages of their disease—EORTC QLQ-INFO30. This instrument is being developed by professionals from most European regions. The questionnaire aims to evaluate the information received by cancer patients on different areas of the disease, diagnosis, treatment and care. Besides, the instrument also assesses qualitative aspects of the information they have received.
The present paper presents the first two phases of the module development process that include literature review, interviews with patients and professionals, and formulation of the items. All these steps have been carried out in different countries and have been approved by the EORTC QLG.
Ong LM, Visser MR, Lammes FB, de Haes JC. Patient Education and Counseling. 2000; 41, 145–156
In questo studio è stata esaminata la relazione tra la comunicazione medico-paziente durante la consultazione oncologica e la qualità della vita e soddisfazione dei pazienti.
Sono state registrate 96 consulenze di pazienti oncologici e i contenuti sono stati analizzati mediante il Roter Interaction Analysis System. I dati raccolti (da questionari) sono stati presi dopo una settimana e dopo tre mesi.
I comportamenti degli oncologi non sono risultati correlati alla qualità della vita dei pazienti. I loro comportamenti socio – emozionali sono stati collegati sia alla soddisfazione globale che alla visita specialista dei pazienti.
I comportamenti dei pazienti sono stati correlati sia dai risultati ottenuti dai pazienti che dalla soddisfazione. Le analisi di regressioni multiple hanno mostrato che la qualità della vita e la soddisfazione sono state più chiaramente previste dalla qualità affettiva della consultazione. Inaspettatamente, gli oncologi centrati sui pazienti sono stati correlati negativamente alla soddisfazione globale dei pazienti a distanza di tre mesi.
In conclusione, la comunicazione medico-paziente durante le consultazioni oncologiche è correlata alla qualità della vita e alla soddisfazione dei pazienti. La qualità affettiva della consultazione sembra essere il fattore più importante nel determinare questi risultati.
Doctor-Patient communication and cancer patients’ quality of life and satisfaction
In this study, the relationship between (a) doctors’ and patients’ communication and (b) doctors’ patient-centredness during the oncological consultation and patients’ quality of life and satisfaction was examined. Consultations of 96 consecutive cancer patients were recorded and content analysed by means of the Roter Interaction Analysis System. Data collection (mailed questionnaires) took place after 1 week and after 3 months. Oncologists’ behaviours were unrelated to patients’ quality of life. Their socio–emotional behaviours related to both patients’ visit-specific and global satisfaction. Patients’ behaviours related to both patient outcomes although mostly to satisfaction. Multiple regression analyses showed that patients’ quality of life and satisfaction were most clearly predicted by the affective quality of the consultation. Surprisingly, oncologists’ patient-centredness was negatively related to patients’ global satisfaction after 3 months. In summary, doctor–patient communication during the oncological consultation is related to patients’ quality of life and satisfaction. The affective quality of the consultation seems to be the most important factor in determining these outcomes.
Schellekens MPJ, van der Lee ML.
Loneliness and belonging: Exploring experiences with the COVID-19 pandemic in psycho-oncology.
Psycho-Oncology.2020;29:1399–1401.
Sono state esplorate le esperienze con la pandemia da COVID-19 in pazienti o familiari che hanno cercato aiuto in un istituto di salute mentale di psico-oncologia. Si noti che i membri della famiglia hanno cercato aiuto per se stessi, a volte indipendentemente dal malato di cancro.
Il 12 marzo i Paesi Bassi sono entrati in lockdown. Sette settimane dopo il lockdown, i clienti (pazienti esterni e familiari) sono stati invitati a partecipare ad una indagine sulla pressione psicosociale della pandemia da Covid-19. Nei 274 partecipanti sono stati principalmente diagnosticati disturbi d’ansia (incluso il disturbo post traumatico da stress), disturbi somatici o disturbi depressivi.
La pandemia aggiunge incertezza in molti pazienti, aggiungendo ulteriori preoccupazioni. I timori riguardavano principalmente l’infezione da COVID-19 (50,5%) e la necessità di un trattamento nell’unità di terapia intensiva (58,0%). Molti pazienti hanno dichiarato la preoccupazione di essere soli in ospedale (45,6%) e non essere in grado di dire addio a familiari e amici in caso di morte da COVID-19 (44,5%). I familiari sono risultati principalmente preoccupati di infettare il paziente (65,9%).
Accanto alla paura, la solitudine è risultata essere la preoccupazione principale di molti clienti: il 36.3% dei pazienti e il 41.4% dei membri della famiglia si sentiva più solo di prima della pandemia. Questi sentimenti di solitudine sembravano alimentare le loro preoccupazioni per quanto riguarda il cancro. Le uscite sociali offrivano una gradita distrazione, allontanando i pensieri dal cancro. Ora che se ne sono andati, la loro vita è di nuovo completamente concentrata sul cancro.
Tuttavia, un grande gruppo di pazienti (45,5%) e di familiari (41,5%) si è sentito più a suo agio a causa del lockdown. Il lockdown ha offerto alle persone il tempo di riflettere positivamente sulla loro vita: il 39,8% dei pazienti e il 36,6% dei familiari hanno espresso di essere ora in grado di concentrarsi di più sulle cose davvero importanti per loro.
Per molti clienti, che già soffrivano di problemi mentali a causa del cancro, la pandemia COVID-19 ha causato ulteriori timori. Per altri, la pandemia ha prodotto un senso di pace. Le esperienze positive possono fornire un contributo per aiutare i pazienti e i membri della famiglia a coltivare la resilienza. Ad esempio, i terapisti possono aiutare i loro clienti ad esplorare quali valori sono importanti per loro e come possono vivere secondo questi valori, anche nel caso in cui le loro attività siano limitate a causa del cancro e del lockdown. Per essere preparati ad un futuro lockdown, può essere utile sollecitare i clienti a cercare forme sicure di contatto sociale (online). Questi risultati potrebbero facilitare la comunicazione tra i pazienti e gli operatori sanitari. Quando la paura e i sentimenti di solitudine vengono affrontati e normalizzati, spesso si allevia l’angoscia che li accompagna. In aggiunta, affrontare questi sentimenti potrebbe anche aiutare a indirizzarsi per cercare cure psicologiche, se necessario.
Loneliness and belonging: Exploring experiences with the COVID-19 pandemic in psycho-oncology
We explored experiences with the COVID-19 pandemic in patients or family members who sought help at a mental health care institute for psycho-oncology. Note that family members sought help for themselves, sometimes independently from the cancer patient.
On March 12, the Netherlands went into lockdown. Seven weeks after the lockdown, clients (outpatients and family members) were invited to participate in a survey on the psychosocial burden of the COVID-19 pandemic. Clients were mainly diagnosed with an anxiety disorder (including post-traumatic stress), somatic symptom disorder or depressive disorder.
The pandemic adds uncertainty for many patients, leading to additional worries. Their fears mainly concerned getting infected with COVID-19 (50.5%) and requiring treatment on the intensive care unit (58.0%). Many patients worried about being alone in the hospital (45.6%) and not being able to say farewell to family and friends in case of dying from COVID-19 (44.5%). Family members are mainly worried about infecting the patient (65.9%).
Next to fear, loneliness appeared to be a main concern of many clients: 36.3% of patients and 41.4% of family members reported feeling lonelier than before the pandemic. These feelings of loneliness seemed to fuel their worries regarding the cancer. Social outings offered a welcome distraction, leading their thoughts away from cancer. With that gone, their life is completely focused on cancer again.
However, a large group of patients (45.5%) and family members (41.5%) felt more at ease because of the lockdown. The lockdown offered people time to reflect positively on their lives: 39.8% of patients and 36.6% of family members expressed they were now able to focus more on things that are really important to them.
For many clients, who already suffered from mental problems due to cancer, the COVID-19 pandemic caused additional fears. For others, the pandemic created a sense of peace. These positive experiences can provide input for helping patients and family members to cultivate resilience. For example, therapists can help clients to explore what values are important to them and how they can live by these values, also in case their activities are limited due to cancer and lockdown. To be prepared for a future lockdown, it may be helpful to urge clients to seek safe forms of social contact (online). These findings might facilitate communication between clients and health care professionals. When fear and feelings of loneliness are addressed and normalized, it often relieves accompanying distress. Importantly, addressing these feelings might also help to take the step to seek psychological care if needed.
Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32628307/
Qualità Della Vita E Stili Di Vita
Fabi A., Bhargava R., Fatigoni S., Guglielmo M., Horneber M., Roila F., Weis J., Jordan K. & Ripamonti C.I.
Annals of Oncology, 2020; 31 (6), 713 – 723
Introduzione: La stanchezza è il sintomo più comune sperimentato dai pazienti durante il percorso della malattia oncologica, dalla diagnosi al fine vita, ed è definito come un angosciante, persistente, soggettivo senso di spossamento fisico, con stanchezza emotiva e/o cognitiva o esaurimento legato al cancro o al trattamento del cancro che non è proporzionale alla recente attività fisica e che interferisce con il normale funzionamento della persona. L’affaticamento legato al cancro (CRF) è diverso da altri tipi di affaticamento per la sua gravità e persistenza e per l’incapacità di alleviarlo attraverso il riposo o il sonno. Ne sono affetti circa il 65% dei malati di cancro. L’eziologia del CRF non è stata ancora completamente chiarita, anche se può comportare diversi sistemi fisiologici e i biochimici che, a loro volta, possono variare a seconda del tipo di tumore, dello stadio di malattia e del trattamento. La CRF probabilmente inizia nei muscoli scheletrici a causa di una riduzione progressiva dell’attività fisica (a volte con interruzione fisica), ma anche il cervello svolge un ruolo critico come regolatore centrale della percezione di fatica.
Durante la diagnosi e in tutte le fasi dell’assistenza, dovrebbero svolgersi processi decisionali condivisi tra i pazienti malati di cancro e gli operatori sanitari (oncologi e infermieri specializzati, se disponibili).
Diagnosi: Nel tentativo di affrontare ciò che costituisce la CRF, sono stati elaborati e proposti criteri diagnostici specifici per l’inclusione nella Classificazione Statistica Internazionale delle malattie e problemi di salute correlati, 10a edizione (ICD-10). I criteri definiscono la CRF come una sindrome in presenza dei seguenti sintomi specifici: energia diminuita, aumento della necessità di riposo (che è sproporzionato ai cambiamenti nel livello di attività) e sintomi correlati tra i domini fisico, emotivo e cognitivo. I sintomi devono persistere in un periodo di tempo definito e causare un significativo disagio o difficoltà sociali, occupazionali o in altre importanti aree di funzionamento.
Screening e valutazione dei rischi: Data la prevalenza della CRF e il suo impatto sul funzionamento dei pazienti oncologici e la loro qualità di vita complessiva (Qol), nonché l’aderenza al trattamento, vi è una conformità tra le linee guida sul fatto che i pazienti oncologici devono essere sottoposti a screening per la presenza dei sintomi della fatigue. Lo screening dovrebbe essere effettuato nell’ambito di una valutazione dei bisogni olistici, a intervalli regolari durante la terapia e la post-terapia e, se possibile, da un infermiere specialista clinico. Inoltre, a causa della sovrapposizione della CRF con la depressione, la diagnosi differenziale deve essere effettuata con strumenti convalidati.
Come esperienza soggettiva, la CRF è misurata nel modo più efficiente attraverso modalità self-report. Al momento non vi è alcuna raccomandazione chiara in merito alla misura soggettiva più appropriata. Più di recente, è stato sviluppato e valutato il questionario multidimensionale Qol (QLQ-FA12) sulla base delle linee guida metodologiche dell’Organizzazione europea per la ricerca e il trattamento del cancro (EORTC).
Management
Attività fisica: Vi è una crescente evidenza che l’esercizio fisico può attenuare l’infiammazione sistemica e migliorare la CRF, consentendo ai pazienti con o senza cachessia di essere maggiormente in grado di svolgere le attività della vita quotidiana (ADL) e quindi di migliorare il Qol funzionale. Nonostante le prove significative per l’esercizio nella gestione della CRF, non esiste attualmente una prescrizione precisa e dedicata di esercizio per i pazienti con CRF. Le attuali linee guida di prescrizione dell’attività fisica si concentrano in generale sul benessere generico dei pazienti con cancro, incoraggiando 150 minuti a settimana di esercizio aerobico, due giorni a settimana di esercizi di forza e di flessibilità nei giorni in cui non viene effettuato alcun esercizio aerobico o di resistenza. Alcuni studi hanno suggerito inoltre che i pazienti con cancro che si impegnano in almeno 3/5 ore di attività moderata settimanale possono sperimentare risultati migliori e hanno meno effetti collaterali della terapia antitumorale, tra cui CRF.
Tipo di attività fisica: Tra gli esercizi di intensità moderata rientrano la camminata veloce (5km/h), la cyclette con sforzo leggero e gli esercizi svolti in casa. Il “ricondizionamento” di forza e massa muscolare può essere ottenuto attraverso un programma strutturato di esercizi progettato per aumentare la massa muscolare scheletrica e la forza del paziente, migliorando così anche il Qol di questi pazienti. E’ stato dimostrato anche che la forza muscolare e un migliore funzionamento fisico sono significativamente maggiori in pazienti sottoposti ad esercizi combinati di resistenza e aerobici da moderata ad alta intensità. Esempi di esercizi aerobici includono passeggiate, corsa, ciclismo e nuoto. Aerobica, resistenza ed esercizi fisici moderati sono raccomandate nei pazienti con CRF perché forniscono sollievo ai sintomi della depressione, ansia, dolore e migliora la forza muscolare. Le revisioni sistematiche e le meta-analisi dei pazienti con cancro avanzato indicano che i benefici di Qol derivanti dall’attività fisica aumentata possono variare con la fase del cancro, la modalità di trattamento e lo stile di vita corrente del paziente.
Trattamenti farmacologici: Diversi studi clinici randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo, di fase II e III che valutano farmaci e interventi nutraceutici per il trattamento di CRF sono stati effettuati in pazienti oncologici durante tutte le fasi della malattia. Tuttavia, questi studi presentano molte limitazioni dovute alla variabilità nei pazienti iscritti ed il tipo di cancro, il tipo di interventi e le scale usate per valutare la CRF.
Trattamenti nutraceutici – Indicazioni: Per quanto riguarda l’uso del ginseng Wisconsin, la commissione non ha raggiunto un consenso. L’uso di L-carnitina, coenzima Q10, Astragalus e guaranà non è attualmente raccomandato per il controllo della CRF. Per quanto riguarda l’uso di estratti di vischio, la commissione non ha raggiunto un consenso.
Interventi psicosociali: Gli interventi psicosociali per il trattamento della CRF coprono una vasta gamma di vari interventi come la consulenza psicosociale, la psicoterapia o la psicoeducazione e gli interventi mente-corpo. Oltre a comunicare informazioni sulla CRF, gli obiettivi principali degli interventi sono aiutare i pazienti a ristrutturare la loro valutazione cognitiva della CRF, cambiare le loro strategie e comportamenti di coping e affrontare strategie di auto-aiuto o di auto-cura. La maggior parte degli interventi psicosociali possono essere effettuati sia come interventi individuali che di gruppo. Alcuni degli interventi psicosociali sono combinati con l’attività fisica o la formazione. L’informazione e la consulenza sono raccomandate ai malati di cancro e ai loro accompagnatori per aiutarli a comprendere la CRF e per educarli sui modi per prevenire la stanchezza, evitare che diventi una condizione cronica o per gestirla. Anche gli interventi psicoeducativi e la terapia cognitivo-comportamentale sono raccomandati. Gli interventi clinici basati sulla consapevolezza (mente-corpo) vengono indicati come un’opzione per migliorare la stanchezza cancro-correlata, mentre lo yoga sembrerebbe indicato per una miglore qualità della vita e per l’affaticamento cronico nei lungoviventi. Per quanto riguarda l’uso dell’agopuntura, la commissione non ha raggiunto un consenso.
Pazienti oncologici anziani e fatigue: Nell’ambiente degli anziani, l’obiettivo della terapia CRF è quello di mantenere l’indipendenza funzionale dei pazienti. L’intervento sulla fatica deve essere personalizzato individualmente. Solo una relazione accurata sulla storia del paziente può identificare la questione rilevante che deve essere trattata. Pochissime prove sul trattamento nell’ECP sono disponibili.
Cancer-related fatigue: ESMO Clinical Practice Guidelines for diagnosis and treatment
Available at Annals of Oncology online https://www.annalsofoncology.org/article/S0923-7534(20)36077-4/fulltext
Tsianakas V, Harris J, Ream E, et al. BMJ Open. 2017;7 (2)
Obiettivi: Camminare è una forma di attività fisica adattabile, economica e accessibile. Nonostante ciò, l’impatto sulla qualità della vita (QoL) e sull’intensità dei sintomi in persone con cancro in fase avanzata è poco conosciuto. Questo studio si pone l’obiettivo di valutare l’attuabilità e l’ammissibilità di uno studio randomizzato controllato (RCT) su interventi di camminata di gruppo allo scopo di migliorare la QoL in persone affette da cancro ricorrente o metastatico.
Metodi: Sono state utilizzate metodologie varie che comprendono 2 raggruppamenti per lo studio randomizzato controllato e interviste qualitative.
Partecipanti: Pazienti con cancro avanzato al seno, alla prostata, con tumori ginecologici o ematologici, scelti con metodo casuale per mantenere la proporzione 1:1 tra il gruppo di controllo e quello di intervento.
Intervento: L’intervento comprendeva il Macmillan’s ‘Move More’ information, una breve intervista motivazionale unita alla raccomandazione di camminare per almeno 30 minuti a giorni alterni e a partecipare ad una passeggiata di gruppo una volta a settimana.
Risultati: Sono state valutate la validità e l’attuabilità dell’intervento e dell’RCT attraverso la valutazione di procedure di analisi (percentuali di reclutamento, approvazione, mantenimento, aderenza agli effetti avversi) e utilizzando un questionario a fine studio e interviste qualitative. I risultati misurati e riportati dai pazienti (PROMs) valutavano la QoL, l’attività, l’affaticamento, l’umore e l’autoefficacia e sono stati compilati alla partenza e a 6, 12 e 24 settimane di distanza.
Risultati: Sono stati reclutati 42 partecipanti idonei (38%). Il reclutamento è stato inferiore rispetto a quanto anticipato (obiettivo n=60) e la ragione più comunemente riportata è stata l’incapacità di impegnarsi in camminate di gruppo (n=19). Le procedure randomizzate hanno dato dei buoni risultati nei gruppi, uniformando gli accoppiamenti per età, sesso e attività. Dalla 24esima settimana si è verificata una percentuale del 45% di logoramento. La maggior parte dei PROMs, sebbene ammissibili/accettabili, non sono stati sensibili ai cambiamenti e non hanno colto i principali vantaggi.
Conclusioni: L’intervento è stato soddisfacente, ben tollerato e il disegno sperimentale è stato ritenuto soddisfacente e praticabile. I risultati sono incoraggianti e dimostrano che l’esercizio è stato apprezzato e ha portato beneficio ai partecipanti. Per questo motivo un efficace RCT è necessario, con alcuni adeguamenti all’intervento che includono un maggior adattamento e una più appropriata selezione di PROMs.
CanWalk: a feasibility study with embedded randomised controlled trial pilot of a walking intervention for people with recurrent or metastatic cancer
Abstract
Objectives Walking is an adaptable, inexpensive and accessible form of physical activity. However, its impact on quality of life (QoL) and symptom severity in people with advanced cancer is unknown. This study aimed to assess the feasibility and acceptability of a randomised controlled trial (RCT) of a community-based walking intervention to enhance QoL in people with recurrent/metastatic cancer.
Design We used a mixed-methods design comprising a 2-centre RCT and nested qualitative interviews.
Participants Patients with advanced breast, prostate, gynaecological or haematological cancers randomised 1:1 between intervention and usual care.
Intervention The intervention comprised Macmillan’s ‘Move More’ information, a short motivational interview with a recommendation to walk for at least 30 min on alternate days and attend a volunteer-led group walk weekly.
Outcomes We assessed feasibility and acceptability of the intervention and RCT by evaluating study processes (rates of recruitment, consent, retention, adherence and adverse events), and using end-of-study questionnaires and qualitative interviews. Patient-reported outcome measures (PROMs) assessing QoL, activity, fatigue, mood and self-efficacy were completed at baseline and 6, 12 and 24 weeks.
Results We recruited 42 (38%) eligible participants. Recruitment was lower than anticipated (goal n=60), the most commonly reported reason being unable to commit to walking groups (n=19). Randomisation procedures worked well with groups evenly matched for age, sex and activity. By week 24, there was a 45% attrition rate. Most PROMs while acceptable were not sensitive to change and did not capture key benefits.
Conclusions The intervention was acceptable, well tolerated and the study design was judged acceptable and feasible. Results are encouraging and demonstrate that exercise was popular and conveyed benefit to participants. Consequently, an effectiveness RCT is warranted, with some modifications to the intervention to include greater tailoring and more appropriate PROMs selected.
van Roekel, Eline H., Winkler, Elisabeth A.H., Bours, Martijn J.L., Lynch, Brigid M., Willems, Paul J.B., Meijer, Kenneth, Kant, IJmert, Beets, Geerard L., Sanduleanu, Silvia, Healy, Genevieve N., Weijenberg, Matty P. Preventive Medicine Reports. 2016; 1 (4), 262-269
I comportamenti sedentari (stare seduti/distesi al minimo del dispendio energetico mentre si è svegli) stanno emergendo come un importante fattore di rischio che può compromettere la qualità della vita connessa alla salute (HRQoL) di pazienti sopravvissuti al cancro del colon-retto (CRC). Sono state esaminate le associazioni tra la sedentarietà e la HRQoL in sopravvissuti al CRC 2-10 anni dopo la diagnosi.
In uno studio trasversale, i sopravvissuti al I-III stadio del CRC (n=145) precedentemente diagnosticati (2002-2010) al Maastricht University Medical Center, nei Paesi Bassi, hanno indossato 24 ore al giorno per sette giorni consecutivi il monitor dei movimenti MOX installato sulla coscia. I risultati della HRQoL sono stati valutati tramite questionati validati (EORTC QLQ-C30, WHODAS II, Checklist Individual Strength, e l’Hospital Anxiety and Depression Scale). Modelli di regressione lineare adeguati per i dati confondenti sono stati utilizzati per valutare le associazioni tra i risultati della HRQoL derivati dalla MOX per la sedentarietà totale e prolungata (nella sedentarietà prolungata i periodi erano di ≥30 minuti) e cicli di sedentarietà abituale, tenedo conto del tempo necessario al risveglio mattutino.
In media i partecipanti hanno trascorso 10.2 ore/giorno di sedentarietà (SD, 1.6), e 4.5 ore/al giorno in periodi sedentari prolungati (2.3). La durata media abituale del periodo di sedentarietà è stata di 27.3 minuti (SD, 16.8). L’aumento del tempo sedentario totale e prolungato e la lunghezza del periodo abituale di sedentarietà sono state associate ad un funzionamento fisico significativamente più basso (P<0.05) e a punteggi più elevati di disabilità ed affaticamento. L’aumento del tempo sedentario totale e prolungato e la durata del periodo abituale di sedentarietà hanno inoltre mostrato associazioni significative relative ad una scarsa qualità della vita globale e funzionamento di ruolo. Le associazioni con il distress e il funzionamento sociale non sono state significative.
Il tempo sedentario è stato associato trasversalmente con risultati scarsi nella HRQoL in pazienti sopravvissuti al CRC. Sono necessari studi futuri per investigare se una riduzione della sedentarietà possa essere un potenziale obiettivo per gli interventi sugli stili di vita allo scopo di migliorare l’HRQoL nei pazienti sopravvissuti al CRC.
Associations of sedentary time and patterns of sedentary time accumulation with health-related quality of life in colorectal cancer survivors
Abstract
Sedentary behavior (sitting/lying at low energy expenditure while awake) is emerging as an important risk factor that may compromise the health-related quality of life (HRQoL) of colorectal cancer (CRC) survivors. We examined associations of sedentary time with HRQoL in CRC survivors, 2-10 years post-diagnosis. In a cross-sectional study, stage I‒III CRC survivors (n=145) diagnosed (2002-2010) at Maastricht University Medical Center+, the Netherlands, wore the thigh-mounted MOX activity monitor 24 hours/day for seven consecutive days. HRQoL outcomes were assessed by validated questionnaires (EORTC QLQ-C30, WHODAS II, Checklist Individual Strength, and Hospital Anxiety and Depression Scale). Confounder-adjusted linear regression models were used to estimate associations with HRQoL outcomes of MOX-derived total and prolonged sedentary time (in prolonged sedentary bouts ≥30 minutes), and usual sedentary bout duration, corrected for waking wear time. On average, participants spent 10.2 hours/day sedentary (SD, 1.6), and 4.5 hours/day in prolonged sedentary time (2.3). Mean usual sedentary bout duration was 27.3 minutes (SD, 16.8). Greater total and prolonged sedentary time, and longer usual sedentary bout duration were associated with significantly (P<0.05) lower physical functioning, and higher disability and fatigue scores. Greater prolonged sedentary time and longer usual sedentary bout duration also showed significant associations with lower global quality of life and role functioning. Associations with distress and social functioning were non-significant. Sedentary time was cross-sectionally associated with poorer HRQoL
outcomes in CRC survivors. Prospective studies are needed to investigate whether sedentary time reduction is a potential target for lifestyle interventions aiming to improve the HRQoL of CRC survivors.
L Bourke, K E Homer, M A Thaha, L Steed, D J Rosario, K A Robb, J M Saxton and S J C Taylor. British Journal of Cancer. 2014; 110, 831-841
Contesto: Una rassegna sistematica sugli effetti degli interventi per migliorare le abitudini motorie in persone sedentarie che vivono con e oltre il cancro.
Metodi: Studi randomizzati controllati (RCTs) che confrontano interventi motori rispetto alle occupazioni abituali in persone sedentarie con diagnosi di cancro omogeneo primario, oltre all’età ammessa di 18 anni. Sono stati consultati i seguenti databases elettronici: Cochrane Central Register of Controlled Trials MEDLINE; EMBASE; AMED; CINAHL; PsycINFO; SportDiscus; PEDro, dall’avvio ad Agosto 2012.
Risultati: quattordici studi sono stati inclusi in questa rassegna, coinvolgendo un totale di 648 partecipanti. Sei studi appena hanno incluso le prescrizioni di doversi incontrare periodicamente per delle indicazioni circa l’esercizio aerobico. Peraltro nessuno degli studi inclusi in questa rassegna ha riportato un’aderenza all’intervento del 75% o più circa l’indicazione di incontrarsi periodicamente per aderire alle linee guida degli esercizi aerobici. Nonostante l’incertezza riguardo l’aderenza di alcuni studi inclusi, gli interventi hanno ottenuto miglioramenti nella tolleranza degli esercizi aerobici a 8/12 settimane (SMD¼0.73, 95% CI¼0.51–0.95) nei partecipanti rispetto al gruppo di controllo. A 6 mesi inoltre, la tolleranza all’esercizio aerobico è migliorata (SMD¼0.70, 95% CI¼0.45–0.94), sebbene quattro dei cinque studi hanno ottenuto un alto rischio di distorsione; pertanto si raccomanda cautela nell’interpretazione.
Conclusioni: Le aspettative della maggior parte dei sopravvissuti sedentari di realizzare le linee guida degli esercizi motori correnti sono state probabilmente irrealistiche. Come per tutti i programmi di esercizi ginnici ben progettati, si dovrebbe progettare sulle capacità individuali e sulla periodicità, durata e intensità o serie, ripetizioni, intensità dell’allenamento di resistenza e creare un programma da queste basi.
Interventions to improve exercise behaviour in sedentary people living with and beyond cancer: a systematic review
Abstract
Background: To systematically review the effects of interventions to improve exercise behaviour in sedentary people living with and beyond cancer.
Methods: Only randomised controlled trials (RCTs) that compared an exercise intervention to a usual care comparison in sedentary people with a homogeneous primary cancer diagnosis, over the age of 18 years were eligible. The following electronic databases were searched: Cochrane Central Register of Controlled Trials MEDLINE; EMBASE; AMED; CINAHL; PsycINFO; SportDiscus; PEDro from inception to August 2012.
Results: Fourteen trials were included in this review, involving a total of 648 participants. Just six trials incorporated prescriptions that would meet current recommendations for aerobic exercise. However, none of the trials included in this review reported intervention adherence of 75% or more for a set prescription that would meet current aerobic exercise guidelines. Despite uncertainty around adherence in many of the included trials, the interventions caused improvements in aerobic exercise tolerance at 8–12 weeks (SMD¼0.73, 95% CI¼0.51–0.95) in intervention participants compared with controls. At 6 months, aerobic exercise tolerance is also improved (SMD¼0.70, 95% CI¼0.45–0.94), although four of the five trials had a high risk of bias; hence, caution is warranted in its interpretation.
Conclusion: Expecting the majority of sedentary survivors to achieve the current exercise guidelines is likely to be unrealistic. As with all well-designed exercise programmes, prescriptions should be designed around individual capabilities and frequency, duration and intensity or sets, repetitions, intensity of resistance training should be generated on this basis.
Mishra S.I., Scherer R.W., Geigle P.M. et al. (2012) Cochrane Database of Systematic Reviews . 2012 (8)
Contesto: I sopravvissuti al cancro manifestano numerosi disturbi ed effetti avversi dovuti al trattamento e una scarsa qualità della vita salute – correlata (HRQoL). Si ipotizza che gli interventi motori possano attenuare questi effetti avversi. L’HRQoL e i suoi settori sono misurazioni che hanno rilevanza per i sopravvissuti al cancro.
Obiettivi: Valutare l’efficacia degli interventi sulla HRQoL complessiva e settoriale tra adulti in post trattamento sopravvissuti al cancro.
Metodi di ricerca: Sono state interrogate la Cochrane Central Register of Controlled Trials (CENTRAL), PubMed, MEDLINE, EMBASE, CINAHL, PsycINFO, PEDRO, LILACS, SIGLE, SportDiscus, OTSeeker e Sociological Abstracts dall’avvio dello studio fino ad ottobre 2011, senza restrizioni di lingua e data. Sono state ricercate, inoltre, citazioni attraverso Web of Science e Scopus, articoli correlati a Pub Med e diversi siti web. Sono stati esaminati gli elenchi di consultazione bibliografica, includendo nei campi di ricerca gli studi clinici e altre rassegne della letteratura.
Criteri di selezione: Sono stati inclusi tutti gli studi randomizzati (RCTs) e gli studi clinici controllati (CCTs) confrontando gli interventi motori con il normale trattamento o altri interventi senza esercizi fisici per valutare l’HRQoL complessiva o quanto meno uno dei settori della HRQoL negli adulti. Sono stati inclusi studi che analizzavano gli interventi motori iniziati dopo il completamento della terapia attiva oncologica. Sono stati esclusi gli studi che includevano malati terminali o di pazienti che stavano ricevendo cure in hospice o entrambi, e la maggior parte dei partecipanti alla sperimentazione sottoposti a terapie attive per un cancro primario o recidivante.
Raccolta e analisi dei dati: Da cinque rassegne abbinate di autori indipendenti sono state estratte informazioni sui parametri, che includono sperimentazioni, dati sugli effetti dell’intervento e valutazione del rischio di distorsioni basate su criteri predefiniti. Dove possibile, i risultati delle meta analisi sono stati effettuati per la HRQoL e per i settori della HRQoL per riportare differenze tra i valori iniziali e quelli del follow up, utilizzando variazioni medie standardizzate (SMD) e il modello degli effetti aleatori in base alla lunghezza del follow up. Sono state riportate inoltre le SMD tra i valori medi del follow up sugli interventi motori e del gruppo di controllo. Dato che i ricercatori hanno utilizzato differenti strumenti per valutare l’ HRQoL e l’ HRQoL per settore specifico, e spesso più di uno strumento per valutare il medesimo settore dell’HRQoL, sono stati selezionati gli strumenti più comunemente utilizzati da includere nella meta analisi SMD. E’ stata inoltre documentata la variazione media per ciascun tipo di strumento separatamente.
Risultati principali: Sono stati inclusi 40 studi clinici con 3694 partecipanti scelti con metodo casuale per il gruppo d’intervento (n = 1927) e il gruppo di controllo (n = 1764). Le diagnosi di cancro dei partecipanti allo studio hanno incluso cancro al seno, colonrettale, della testa e del collo, linfoma ed altri. Trenta studi sono stati condotti tra partecipanti che hanno concluso le terapie attive per il cancro primario o recidivo e dieci studi hanno incluso partecipanti sia durante che dopo il trattamento. La modalità dell’intervento motorio ha incluso esercizi di rafforzamento, di resistenza, di camminata, di bicicletta, di yoga, di Qigong o Tai Chi. L’ HRQoL e i suoi settori sono stati misurati utilizzando un’ampia gamma di strumenti. I risultati suggeriscono che l’esercizio, confrontato con il gruppo di controllo, ha un impatto positivo sulla HRQoL e sicuramente sugli aspetti specifici della HRQoL. E’ risultato che l’esercizio ginnico migliora: l’HRQoL globale a 12 settimane (SMD 0.48; 95% margine di affidabilità (CI) 0.16 fino a 0.81) e a 6 mesi al follow up 0.46; 95% CI 0.09 fino a 0.84), i rischi per il cancro al seno tra le 12 settimane e i 6 mesi al follow up (SMD 0.99; 95% CI 0.41 fino a 1.57), l’immagine corporea e l’autostima valutata utilizzando il Rosenberg Self-Esteem a 12 settimane (MD 4.50; 95% CI 3.40 fino a 5.60) e tra le 12 settimane e i 6 mesi al follow up (variazione media (MD) 2.70; 95% CI 0.73 fino a 4.67), benessere emotivo a 12 settimane al follow up (SMD 0.33; 95% CI 0.05 fino a 0.61), sessualità a 6 mesi al follow up (SMD 0.40; 95% CI 0.11 fino a 0.68), disturbi del sonno confrontando i valori del follow up e quelli del gruppo di controllo a 12 settimane (SMD -0.46; 95% CI -0.72 fino a -0.20), e il funzionamento sociale a 12 settimane (SMD 0.45; 95% CI 0.02 fino a 0.87) e a 6 mesi al follow up (SMD 0.49; 95% CI 0.11 fino a 0.87). In aggiunta, è risultato che gli interventi motori hanno diminuito l’ansia a 12 settimane al follow up (SMD -0.26; 95% CI -0.07 fino a -0.44), affaticamento alla dodicesima settimana (SMD -0.82; 95% CI -1.50 fino a -0.14) e tra la dodicesima settimana e i 6 mesi al follow up (SMD -0.42; 95% CI -0.02 fino a -0.83) e il dolore alla dodicesima settimana al follow up SMD -0.29; 95% CI -0.55 fino a-0.04) comparando il gruppo di ricerca e quello di controllo. L’andamento positivo e l’impatto degli interventi motori si riscontra anche per la depressione e per l’immagine corporea (quando analizzata in combinazione con gli strumenti di misurazione); tuttavia, data la scarsità di studi che hanno misurato questi effetti, l’affidabilità di queste scoperte è incerta. Nessuna conclusione si può trarre per quanto riguarda gli effetti degli interventi motori sui settori della HRQoL quali funzioni cognitive, funzionamento fisico, percezione della salute generale, funzione di ruolo e spiritualità. I risultati della rassegna andrebbero interpretati con cautela a causa del rischio di distorsioni. Tutti gli studi passati in rassegna presentano un alto rischio di produrre distorsioni. In aggiunta, la maggior parte degli studi erano con un alto rischio di rilevamento, logoramento e una selezione di distorsioni.
Conclusioni degli autori: Questa rassegna sistematica rivela che il moto potrebbe avere degli effetti benefici sulla HRQoL e certamente sui settori della HRQoL inclusi i timori specifi per il cancro (ad esempio, cancro al seno), immagine corporea e autostima, benessere emotivo, sessualità, disturbi del sonno, funzionamento sociale, ansia, affaticamento e dolore a vari periodi di follow up.
Exercise interventions on health-related quality of life for cancer survivors.
Background: Cancer survivors experience numerous disease and treatment-related adverse outcomes and poorer health-related quality of life (HRQoL). Exercise interventions are hypothesized to alleviate these adverse outcomes. HRQoL and its domains are important measures for cancer survivorship.
Objectives: To evaluate the effectiveness of exercise on overall HRQoL and HRQoL domains among adult post-treatment cancer survivors.
Search methods: We searched the Cochrane Central Register of Controlled Trials (CENTRAL), PubMed, MEDLINE, EMBASE, CINAHL, PsycINFO, PEDRO, LILACS, SIGLE, SportDiscus, OTSeeker, and Sociological Abstracts from inception to October 2011 with no language or date restrictions. We also searched citations through Web of Science and Scopus, PubMed’s related article feature, and several websites. We reviewed reference lists of included trials and other reviews in the field.
Selection criteria: We included all randomized controlled trials (RCTs) and controlled clinical trials (CCTs) comparing exercise interventions with usual care or other nonexercise intervention to assess overall HRQoL or at least one HRQoL domain in adults. Included trials tested exercise interventions that were initiated after completion of active cancer treatment. We excluded trials including people who were terminally ill, or receiving hospice care, or both, and where the majority of trial participants were undergoing active treatment for either the primary or recurrent cancer.
Data collection and analysis: Five paired review authors independently extracted information on characteristics of included trials, data on effects of the intervention, and assessed risk of bias based on predefined criteria. Where possible, meta-analyses results were performed for HRQoL and HRQoL domains for the reported difference between baseline values and follow-up values using standardized mean differences (SMD) and a random-effects model by length of follow-up. We also reported the SMDs between mean follow-up values of exercise and control group. Because investigators used many different HRQoL and HRQoL domain instruments and often more than one for the same domain, we selected the more commonly used instrument to include in the SMD meta-analyses. We also report the mean difference for each type of instrument separately.
Main results: We included 40 trials with 3694 participants randomized to an exercise (n = 1927) or comparison (n = 1764) group. Cancer diagnoses in study participants included breast, colorectal, head and neck, lymphoma, and other. Thirty trials were conducted among participants who had completed active treatment for their primary or recurrent cancer and 10 trials included participants both during and post cancer treatment. Mode of the exercise intervention included strength training, resistance training, walking, cycling, yoga, Qigong, or Tai Chi. HRQoL and its domains were measured using a wide range of measures. The results suggested that exercise compared with control has a positive impact on HRQoL and certain HRQoL domains. Exercise resulted in improvement in: global HRQoL at 12 weeks’ (SMD 0.48; 95% confidence interval (CI) 0.16 to 0.81) and 6 months’ (0.46; 95% CI 0.09 to 0.84) follow-up, breast cancer concerns between 12 weeks’ and 6 months’ follow-up (SMD 0.99; 95% CI 0.41 to 1.57), body image/self-esteem when assessed using the Rosenberg Self-Esteem scale at 12 weeks (MD 4.50; 95% CI 3.40 to 5.60) and between 12 weeks’ and 6 months’ (mean difference (MD) 2.70; 95% CI 0.73 to 4.67) follow-up, emotional well-being at 12 weeks’ follow-up (SMD 0.33; 95% CI 0.05 to 0.61), sexuality at 6 months’ follow-up (SMD 0.40; 95% CI 0.11 to 0.68), sleep disturbance when comparing follow-up values by comparison group at 12 weeks’ follow-up (SMD -0.46; 95% CI -0.72 to -0.20), and social functioning at 12 weeks’ (SMD 0.45; 95% CI 0.02 to 0.87) and 6 months’ (SMD 0.49; 95% CI 0.11 to 0.87) follow-up. Further, exercise interventions resulted in decreased anxiety at 12 weeks’ follow-up (SMD -0.26; 95% CI -0.07 to -0.44), fatigue at 12 weeks’ (SMD -0.82; 95% CI -1.50 to -0.14) and between 12 weeks’ and 6 months’ (SMD -0.42; 95% CI -0.02 to -0.83) follow-up, and pain at 12 weeks’ follow-up (SMD -0.29; 95% CI -0.55 to -0.04) when comparing follow-up values by comparison group. Positive trends and impact of exercise intervention existed for depression and body image (when analyzing combined instruments); however, because few studies measured these outcomes the robustness of findings is uncertain. No conclusions can be drawn regarding the effects of exercise interventions on HRQoL domains of cognitive function, physical functioning, general health perspective, role function, and spirituality. Results of the review need to be interpreted cautiously owing to the risk of bias. All the trials reviewed were at high risk for performance bias. In addition, the majority of trials were at high risk for detection, attrition, and selection bias.
Authors’ conclusions: This systematic review indicates that exercise may have beneficial effects on HRQoL and certain HRQoL domains including cancerspecific concerns (e.g. breast cancer), body image/self-esteem, emotional well-being, sexuality, sleep disturbance, social functioning, anxiety, fatigue, and pain at varying follow-up periods. The positive results must be interpreted cautiously due to the heterogeneity of exercise programs tested and measures used to assess HRQoL and HRQoL domains, and the risk of bias in many trials. Further research is required to investigate how to sustain positive effects of exercise over time and to determine essential attributes of exercise (mode, intensity, frequency, duration, timing) by cancer type and cancer treatment for optimal effects on HRQoL and its domains.
NJ Davies, L Batehup, R Thomas. British journal of cancer. 2011; 105, S52 – S73
CONTESTO: La dimostrazione del ruolo dell’alimentazione e dell’attività fisica sull’incidenza del cancro è ben documentata e tenendo conto dell’aumento della sopravvivenza al cancro la conoscenza di questi fattori di stile di vita dopo una diagnosi tumorale risulta di fondamentale importanza. L’obiettivo di questa rassegna era di aggiornare la letteratura con una revisione effettuata dal National Cancer Survivorship Initiative e di includere studi osservazionali che non erano stati inclusi nella rassegna sistematica dei sopravvissuti del WCRF.
METODI: Le prove sono state inizialmente raccolte con una ricerca predefinita sul Cochrane Library Database e su PubMed da marzo 2006 a febbraio 2010. Dopo la rassegna complessiva relativa a cancro e stili di vita, secondo l’obiettivo di questo articolo, qualsiasi studio non correlato ad alimentazione ed attività fisica, esiti prognostici e cancro al seno, colon retto o prostata sono stati esclusi. E’ stata condotta un’ulteriore ricerca della letteratura del 2011 per aggiornare la documentazione.
RISULTATI: In questa rassegna sono stati inclusi 43 studi totali. La documentazione degli studi osservazionali suggerisce che un’alimentazione a basso contenuti di grassi e con un elevato contenuto di fibre potrebbe essere protettiva contro la ricomparsa e la progressione del cancro. Tuttavia c’è una scarsità di studi RCT comprovanti questo. Quando abbiamo sintetizzato i risultati ottenuti della rassegna del World Cancer Research Fund sugli RCT che investigavano gli effetti degli interventi nutrizionali e motori su sopravvissuti al cancro, i risultati hanno mostrato che il meccanismo benefico dell’alimentazione e dell’attività fisica riguarda il peso corporeo, con l’obesità come fattore di rischio, la quale è modificabile attraverso lo stile di vita.
IMPLICAZIONI: I sopravvissuti al cancro vorrebbero avere un maggior ruolo attivo nelle loro cure sanitarie e vorrebbero saper prendersi cura di se stessi dopo la diagnosi, includendo la conoscenza di quali cambiamenti dovrebbero effettuare nell’alimentazione e nello stile di vita. La sfida sta nell’integrare un supporto nello stile di vita in un modello standardizzato di assistenza post operatoria.
The role of diet and physical activity in breast, colorectal, and prostate cancer survivorship: a review of the literature
Abstract
BACKGROUND: Evidence for the role of diet and physical activity in cancer incidence is well documented, but owing to increased cancer survivorship, an understanding of these lifestyle factors after a cancer diagnosis is of crucial importance. The purpose of this review was to update the literature in a review undertaken for the National Cancer Survivorship Initiative and to include observational studies that were not included in the WCRF survivorship systematic review.
METHODS: Evidence was initially gathered from pre-defined searches of the Cochrane Library Database and PubMed from March 2006 to February 2010. After a comprehensive review regarding lifestyle and cancer, for the purpose of this article, any studies not related to diet and physical activity, prognostic outcomes, and breast, colorectal or prostate cancers were excluded. Another search of 2011 literature was conducted to update the evidence.
RESULTS: A total of 43 records were included in this review. Evidence from observational studies suggests that a low-fat, high-fibre diet might be protective against cancer recurrence and progression. However, there is a paucity of RCTs substantiating this. There is more support for physical activity, with a dose response for better outcomes. When synthesized with findings from the World Cancer Research Fund review of RCTs investigating the effect of diet and physical activity interventions on cancer survival, evidence suggests that the mechanism of benefit from diet and physical activity pertains to body weight, with excess body weight being a risk factor, which is modifiable through lifestyle.
IMPLICATIONS: Cancer survivors would like to have a more active role in their health care and to know how to look after themselves after diagnosis, including what diet and lifestyle changes they should make. The challenge is in integrating lifestyle support into standardised models of aftercare.
Henoch I, Bergman B, Gustafsson M, Gaston-Johansson F, Danielson E. Journal of Pain and Symptom Management. 2007; 34(4), 370–379
L’obiettivo di questo studio era di investigare la qualità della vita (QoL) di pazienti affetti da tumore polmonare nel corso del tempo in un setting palliativo e di determinare quanto la QoL viene influenzata dai sintomi, capacità di coping e supporto sociale.
Sono stati inclusi 105 pazienti con cancro polmonare incurabile. E’ stata utilizzata all’avvio della ricerca una serie completa di questionari, inclusi l’ Assessment of Quality of Life at the End of Life, Cancer Dyspnea Scale, Visual Analog Scale of Dyspnea, Hospital Anxiety and Depression scale, Sense of Coherence Questionnaire, and Social Support Survey, e i primi quattro questionari sono stati inoltre somministrati a distanza di 3, 6, 9 e 12 mesi dall’avvio.
La dispnea, la depressione e la qualità della vita globale sono peggiorate nel tempo. La condizione delle prestazioni, l’ansia, la depressione, i componenti della dispnea, il dolore e l’adeguatezza degli elementi delle capacità di coping sono risultati correlati con la QoL, tranne che per una misurazione di follow up. Nelle analisi multivariate nelle quali la QoL era una variabile dipendente, la depressione è risultata essere un predittore significativo su quattro delle cinque analisi, considerando che la capacità di coping, l’ansia, le prestazioni di stato, il dolore e il supporto sociale sono rientrate nel modello con una o due analisi.
Lo stress emotivo e la capacità di coping influenzano la QoL e potrebbero essere degli obiettivi per gli interventi in cure palliative.
The impact of symptoms, coping capacity, and social support on quality of life experience over time in patients with lung cancer.
Abstract
The aims of the study were to investigate lung cancer patients’ quality of life (QoL) over time in a palliative setting and to determine how QoL is influenced by symptoms, coping capacity, and social support.
One hundred and five consecutive patients with incurable lung cancer were included. A comprehensive set of questionnaires was used at baseline, including the Assessment of Quality of Life at the End of Life, Cancer Dyspnea Scale, Visual Analog Scale of Dyspnea, Hospital Anxiety and Depression scale, Sense of Coherence Questionnaire, and Social Support Survey, of which the first four were used also at three, six, nine, and 12 months.
Dyspnea, depression, and global QoL deteriorated over time. Performance status,anxiety, depression, components of dyspnea, pain, and the meaningfulness component of coping capacity correlated with global QoL at all, or all but one follow-up measurements. In a multivariate analysis with global QoL as the dependent variable, depression was a significant predictor at four out of five assessments, whereas coping capacity, anxiety, performance status, pain, and social support entered the model at one or two assessments.
Emotional distress and coping capacity influence QoL and might be targets for intervention
in palliative care.
Warburton DE, Nicol CW, Bredin SS. Canadian Medical Association. 2007; 174 (6), 801–809
Lo scopo primario di questa rassegna narrativa era valutare la letteratura esistente e fornire ulteriori indizi sul ruolo che gioca l’inattività fisica nello sviluppo di malattie croniche e morti premature.
Confermiamo che esistono prove inconfutabili sulla validità dell’attività fisica regolare nella prevenzione primaria e secondaria di numerose malattie croniche (ad es., malattie cardiovascolari, diabete, cancro, ipertensione, obesità, depressione e osteoporosi) e decessi prematuri. Evidenziamo inoltre che le attuali linee guida sull’attività fisica dell’Health Canada sono sufficienti per suscitare benefici per la salute, specialmente per la prevenzione di persone sedentarie.
Sembrerebbe esserci una relazione lineare tra l’attività fisica e le condizioni di salute, tale per cui un maggior aumento dell’attività fisica e del fitness porterebbe ad ulteriori miglioramenti nelle condizioni di salute.
Health benefits of physical activity: the evidence
Abstract
The primary purpose of this narrative review was to evaluate the current literature and to provide further insight into the role physical inactivity plays in the development of chronic disease and premature death. We confirm that there is irrefutable evidence of the effectiveness of regular physical activity in the primary and secondary prevention of several chronic diseases (e.g., cardiovascular disease, diabetes, cancer, hypertension, obesity, depression and osteoporosis) and premature death. We also reveal that the current Health Canada physical activity guidelines are sufficient to elicit health benefits, especially in previously sedentary people. There appears to be a linear relation between physical activity and health status, such that a further increase in physical activity and fitness will lead to additional improvements in health status.
Rogers L.Q., Courneya K.S., Robbins K.T. et al. Support Care Cancer. 2006; 14 (1012–1019)
Obiettivo: Esaminare la prevalenza di esercizio nei sopravvissuti al cancro della testa e del collo e determinare associazioni preliminary con la qualità della vita (QoL), affaticamento e depressione.
Materiale e metodi: Sono stati reclutati 59 sopravvissuti idonei su 65 (91%) da una clinica accademica oncologica. I partecipanti hanno concluso uno studio autosomministrato che includeva la versione adattata del Godin Leisure-Time Exercise Questionnaire e del Functional Assessment of Cancer Therapy-Head & Neck (FACT-H&N), il quale comprende il benessere fisico, sociale, emotivo e funzionale (FWB) oltre ad altre tematiche, e il FACTGeneral (FACT-G). Le variabili mediche sono state ottenute da una analisi delle cartelle cliniche.
Risultati: La maggior parte dei partecipanti erano uomini (83%), caucasici (92%), con età media di 58±12.8. Le sedi del cancro erano principalmente nel cavo orale (24%), orofaringe (37%) o laringe (25%), con il 20% al I stadio, 7% al II stadio, 19% al III stadio e il 54% al IV stadio di malattia. La chemioterapia e/o la radioterapia erano in corso nel 14% dei partecipanti. La maggior parte dei partecipanti (51%) erano stati diagnosticati meno di 6 mesi prima. Solamente 3 partecipanti (5%) hanno riportato qualche minuto di esercizio fisico energico (M=7.3±35.4), e solo 7 (12%) hanno riferito qualche minuto di esercizio fisico moderato (M=19.5±70.6). 26 partecipanti (44%) hanno dichiarato un esercizio leggero (M=83.4± 147.1). Solamente 5 soggetti (8,5%) si sono conformati alle attuali linee guida dell’attività fisica per la salute dei cittadini. Correlazioni parziali, tenendo conto dell’età, comorbilità clinica e ricorso all’alcol, hanno mostrato che i minuti totali di esercizio (i.e., leggero + moderato + energico) sono stati positivamente associati a FWB (r=0.30, p=0.027), FACT-G (r=0.25, p=0.071) e FACT-H&N (r=0.26, p=0.064), negativamente associati con l’affaticamento (r=−0.27, p=0.051) mentre non ci sono state associazioni con la depressione (r=0.10, p=0.500).
Conclusioni: pochi pazienti sopravvissuti al cancro della testa e del collo hanno partecipato ad una qualche attività energica o moderata e oltre la metà dei partecipanti sono stati sedentari. Associazioni significative e potenzialmente benefiche tra minuti totali di attività fisica, QoL e affaticamento sono state dimostrate. Un intervento motorio potrebbe essere di utilità in questo gruppo ancora poco studiato di pazienti sopravvissuti al cancro. Un ulteriore ricerca si rende necessaria.
Physical activity and quality of life in head and neck cancer survivors
Abstract
Purpose: To examine the prevalence of exercise in head and neck cancer survivors and determine preliminary associations with quality of life (QoL), fatigue, and depression.
Materials and methods: Fifty-nine of 65 (91%) eligible head and neck cancer survivors recruited from an academic oncology clinic completed a self-administered survey including the modified Godin Leisure-Time Exercise Questionnaire and Functional Assessment of Cancer Therapy-Head & Neck (FACT-H&N), which includes physical, social, emotional and functional well-being (FWB) as well as additional concerns, and the FACTGeneral (FACT-G). Medical variables were obtained by medical record review.
Results: The majority of participants were men (83%) and were Caucasian (92%), with mean age of 58±12.8. Cancer sites were primarily the oral cavity (24%), oropharynx (37%), or larynx (25%), with 20% being stage I, 7% stage II, 19% stage III, and 54% stage IV disease. Chemotherapy and/or radiation were ongoing in 14% of the participants. Half of the participants (51%) were diagnosed <6 months ago. Only three (5%) participants reported any vigorous exercise minutes (M=7.3±35.4), and only seven (12%) participants reported any moderate exercise minutes (M=19.5±70.6). Light exercise was reported by 26 (44%) (M=83.4± 147.1). Only five (8.5%) participants were meeting current public health exercise guidelines. Partial correlations adjusting for age, medical comorbidity, and alcohol use showed that the total exercise minutes (i.e., light + moderate + vigoroussi) was positively associated with FWB (r=0.30, p=0.027), FACT-G (r=0.25, p=0.071), and FACT-H&N (r=0.26, p=0.064), was negatively associated with fatigue (r=−0.27, p=0.051), and had no association with depression (r=0.10, p=0.500).
Conclusions: Few head and neck cancer survivors are participating in any moderate or vigorous exercise, and over half are completely sedentary. Meaningful and potentially beneficial associations between total exercise minutes, QoL, and fatigue were demonstrated. An exercise intervention may have utility in this understudied cancer survivor group. Further research is warranted.
Chirico A. et al.
Virtual reality and music therapy as distraction interventions to alleviate anxiety and improve mood states in breast cancer patients during chemotherapy
J Cell Physiol. 2020;235:5353–5362.
l disagio psicologico è una conseguenza comune della diagnosi e del trattamento del cancro al seno e potrebbe aggravare ulteriormente gli effetti collaterali della terapia. Interventi che aumentano la tolleranza al trattamento sono cruciali per migliorare la qualità della vita dei pazienti e l’aderenza alle terapie. La realtà virtuale (VR) è emersa come un efficace strumento di distrazione per diverse procedure mediche. E’ stata valutata l’efficacia della realtà virtuale immersiva e interattiva nell’alleviare il disagio psicologico correlato alla chemioterapia in una coorte di pazienti italiani affetti da cancro al seno, anche confrontando i suoi effetti con quelli di musicoterapia (MT). Trenta pazienti sono stati inclusi nel gruppo VR, 30 nel gruppo di musicoterapia e 34 nel gruppo di controllo, consistente in pazienti che ricevono cure standard durante la chemioterapia. I dati dello studio suggeriscono che sia la realtà virtuale (VR) che la musicoterapia (MT) si sono rivelate interventi utili per alleviare l’ansia e per migliorare lo stato d’animo nei pazienti con cancro al seno durante la chemioterapia. Inoltre, la VR sembra più efficace della MT nell’alleviare l’ansia, la depressione, e la stanchezza.
Abstract
Virtual reality and music therapy as distraction interventions to alleviate anxiety and improve mood states in breast cancer patients during chemotherapy
Psychological distress is a common consequence of breast cancer diagnosis and treatment and could further exacerbate therapy side effects. Interventions increasing treatment tolerance are crucial to improve both patients’ quality of life and adherence to therapies. Virtual reality (VR) has emerged as an effective distraction tool for different medical procedures. Here, we assessed the efficacy of immersive and interactive VR in alleviating chemotherapy‐related psychological distress in a cohort of Italian breast cancer patients, also comparing its effects with those of music therapy (MT). Thirty patients were included in the VR group, 30 in the MT group, and 34 in the control group, consisting of patients receiving standard care during chemotherapy. Our data suggest that both VR and MT are useful interventions for alleviating anxiety and for improving mood states in breast cancer patients during chemotherapy. Moreover, VR seems more effective than MT in relieving anxiety, depression, and fatigue.
Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31957873/
Fancourt D, Finn S.
What is the evidence on the role of the arts in improving health and well-being? A scoping review.
Copenhagen: WHO Regional Office for Europe; 2019 (Health Evidence Network (HEN) synthesis report 67)
Nell’ultimo ventennio vi è stato un forte aumento della ricerca sugli effetti delle arti sulla salute e sul benessere, parallelamente agli sviluppi nella pratica e alle attività politiche nei vari Paesi. Questa revisione sintetizza le evidenze globali sul ruolo delle arti nel migliorare la salute e il benessere. I risultati di oltre 3000 studi identificano un ruolo importante delle arti nella prevenzione della malattia, nella promozione della salute e nella gestione e nel trattamento della malattia nel corso della vita. Le evidenze revisionate includono progetti di studio come studi pilota non controllati, studio di casi, indagini trasversali su piccola scala, studi di coorte longitudinali rappresentativi a livello nazionale, etnografie comunitarie e sperimentazioni controllate randomizzate di diverse discipline. L’impatto benefico delle arti potrebbe essere promosso attraverso il riconoscimento e l’attuazione sulla base delle evidenze crescenti; promuovendo l’impegno artistico a livello individuale, locale e nazionale; e sostenendo la collaborazione intersettoriale.
Abstract
What is the evidence on the role of the arts in improving health and well-being? A scoping review.
Over the past two decades, there has been a major increase in research into the effects of the arts on health and well-being, alongside developments in practice and policy activities in different countries across the WHO European Region and further afield. This report synthesizes the global evidence on the role of the arts in improving health and well-being, with a specific focus on the WHO European Region. Results from over 3000 studies identified a major role for the arts in the prevention of ill health, promotion of health, and management and treatment of illness across the lifespan. The reviewed evidence included study designs such as uncontrolled pilot studies, case studies, small-scale cross-sectional surveys, nationally representative longitudinal cohort studies, community-wide ethnographies and randomized controlled trials from diverse disciplines. The beneficial impact of the arts could be furthered through acknowledging and acting on the growing evidence base; promoting arts engagement at the individual, local and national levels; and supporting cross-sectoral collaboration.
Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32091683/
Lleras de Frutos M, Casellas‐Grau A, Sumalla EC, de Gracia M, Borràs JM, Ochoa Arnedo C.
A systematic and comprehensive review of internet use in cancer patients: Psychological factors
Psycho‐Oncology. 2020;29:6–16.
Obiettivi: Le risorse online stanno modificando il rapporto medico-paziente e l’assistenza medica, consentendo ai pazienti di prendere decisioni per far fronte alla loro malattia e modificare dei comportamenti. Questa revisione analizza i fattori psicologici associati all’utilizzo spontaneo e sanitario di Internet nei pazienti oncologici.
Metodi: Le ricerche sono state effettuate tramite i database di PubMed (MEDLINE), PsycINFO e Scopus. Gli studi inclusi hanno coinvolto i malati oncologici e si sono focalizzati sulla relazione tra pazienti e professionisti sanitari, descrivendo l’uso spontaneo di Internet da parte dei pazienti o l’intervento psicosociale strutturato e guidato da un eHealth.
Risultati: Sono stati inclusi settantasette lavori scientifici. I risultati hanno descritto gli esiti emotivi e comportamentali nei pazienti affetti da cancro che hanno avuto accesso alle informazioni online. Internet è stato a lungo utilizzato spontaneamente non solo come fonte di informazioni mediche o di gestione dei sintomi, ma anche per il processo decisionale o per supporto emotivo e sociale. I professionisti sanitari possono guidare l’uso di Internet, fornire raccomandazioni specifiche basate sul web e sviluppare programmi di intervento per meglio soddisfare le esigenze dei pazienti, come programmi educativi o di informazione.
Conclusioni: L’accesso online è una forma complementare di assistenza che i medici possono fornire. I pazienti beneficiano delle risorse online, soprattutto quando sia loro che i loro operatori sanitari aumentano il loro impegno con interventi online come sistemi integrati o comunità online.
Abstract
A systematic and comprehensive review of internet use in cancer patients: Psychological factors
Objectives: Online resources are changing patient‐professional relationship and care delivery by empowering patients to engage in decisions in order to cope with their illness and modify behaviors. This review analyses the psychological factors associated with spontaneous and health professional–guided internet use in cancer patients.
Methods: Searches were performed in the PubMed (MEDLINE), PsycINFO, and Scopus databases. Studies were included if they involved cancer patients or focused on the relationship between cancer patients and health professionals, describing either patients’ spontaneous use of interne or a guided‐structured eHealth psychosocial intervention.
Results: Seventy‐seven scientific papers were finally included. Results described emotional and behavioral outcomes in cancer patients who accessed online information. Internet has long been used spontaneously not only as a source of medical information or symptom management but also for decision making or emotional and social support. Health professionals can guide internet use, providing specific web‐based recommendations and developing intervention programs to better meet patients’needs, such as educational or information programs.
Conclusion: Online access is a complementary form of care that physicians can provide. Patients benefit from online resources, especially when both they and their health professionals increase their engagement with online interventions such as integrated systems or online communities.
Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31385400/
Laura Keaver, MPH, RD; Aisling M. McGough, MSc; Mengxi Du, MS, MPH, RD; Winnie Chang; Virginia Chomitz, PhD, FACS; Jennifer D. Allen, ScD, MPH; Deanna J. Attai, MD, FACS; Lisa Gualtieri, PhD; Fang Fang Zhang, MD, PhD
Self-Reported Changes and Perceived Barriers to Healthy Eating and Physical Activity among Global Breast Cancer Survivors: Results from an Exploratory Online Novel Survey
J Acad Nutr Diet. 2021;121(2):233-241.
Background I sopravvissuti al cancro, sebbene siano motivati a migliorare i loro comportamenti nutrizionali e l’attività fisica, sono ancora appesantiti da un’assunzione dietetica non ottimale e da bassi livelli di attività fisica.
Obiettivo Lo scopo di questo studio era quello di valutare i cambiamenti nella nutrizione e nell’attività fisica dopo la diagnosi o il trattamento oncologico, gli ostacoli a una dieta sana e al mantenimento dell’attività fisica, e le fonti per la ricerca di consigli nutrizionali segnalati dalle sopravvissute al cancro al seno.
Progettazione Studio trasversale
Partecipanti/setting Lo studio ha incluso 315 lungoviventi che sono state reclutate attraverso i social media e hanno fornito risposte complete a un’indagine esplorativa online.
Risultati principali misurati Sono stati rilevati i cambiamenti autoriferiti nei comportamenti nutrizionali e di attività fisica dopo aver ricevuto la diagnosi o il trattamento, gli ostacoli percepiti a una alimentazione sana e all’attività fisica e le fonti per la ricerca di consigli nutrizionali.
Analisi statistiche Distribuzione di frequenza dei comportamenti e dei cambiamenti dell’alimentazione e dell’attività fisica, gli ostacoli e le fonti di ricerca
Risultati Circa l’84.4% delle sopravvissute al cancro al seno hanno riportato almeno un comportamento positivo nel migliorare l’alimentazione e l’attività fisica dopo la diagnosi di cancro e di trattamento. La fatica cancro correlata (fatigue) è stato l’ostacolo ad entrambe le scelte salutari, 72.1% per l’alimentazione e 65.7% per l’inattività, seguite, per quanto riguarda le sane scelte alimentari, dallo stress (69.5%) e dai cambiamenti nelle abitudini alimentari dovuti agli effetti avversi dei trattamenti (es, cambiamenti nel gusto, perdita di appetito, e il desiderio di alimenti non salutari) (dal 31.4% al 48.6%), e dal dolore o malesseri (53.7%) come ostacoli per l’attività fisica. La ricerca in Internet (74.9%) si è rivelata la fonte primaria per la ricerca di consigli nutrizionali. Meno della metà delle intervistate ha chiesto consulenza nutrizionale a specialisti sanitari.
Conclusioni Nonostante i cambiamenti positivi nei comportamenti nutrizionali e di attività fisica dopo la diagnosi del cancro o il trattamento, le sopravvissute al cancro al seno sperimentano delle difficoltà legate al trattamento oncologico che ostacolano una dieta sana e il rimanere fisicamente attivi. I risultati dello studio rafforzano la necessità di sviluppare programmi di intervento su misura e integrare la nutrizione nella cura oncologica.
Self-Reported Changes and Perceived Barriers to Healthy Eating and Physical Activity among Global Breast Cancer Survivors: Results from an Exploratory Online Novel Survey
Background Despite being motivated to improve nutrition and physical activity behaviors, cancer survivors are still burdened by suboptimal dietary intake and low levels of physical activity.
Objective The aim of this study was to assess changes in nutrition and physical activity behaviors after cancer diagnosis or treatment, barriers to eating a healthy diet and staying physically active, and sources for seeking nutrition advice reported by breast cancer survivors.
Design This was a cross-sectional study.
Participants/setting The study included 315 survivors of breast cancer who were recruited through social media and provided completed responses to an online exploratory survey.
Main outcome measures Self-reported changes in nutrition and physical activity behaviors after cancer diagnosis or treatment, perceived barriers to healthy eating and physical activity, and sources of nutrition advice were measured.
Statistical analysis Frequency distribution of nutrition and physical activity behaviors and changes, barriers to healthy eating and physical activity, and sources of nutrition advice were estimated.
Results About 84.4% of the breast cancer survivors reported at least 1 positive behavior for improving nutrition and physical activity after cancer diagnosis or treatment. Fatigue was the top barrier to both making healthy food choices (72.1%) and staying physically active (65.7%), followed by stress (69.5%) and treatment-related changes in eating habits (eg, change in tastes, loss of appetite, and craving unhealthy food) (31.4% to 48.6%) as barriers to healthy eating, and pain or discomfort (53.7%) as barriers to being physically active. Internet search (74.9%) was the primary source for seeking nutrition advice. Fewer than half reported seeking nutrition advice from health care providers.
Conclusions Despite making positive changes in nutrition and physical activity behaviors after cancer diagnosis or treatment, breast cancer survivors experience treatment-related barriers to eating a healthy diet and staying physically active. Our results reinforce the need for developing tailored intervention programs and integrating nutrition into oncology care.
Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33109503/
Tullio Proserpio 1, Andrea Ferrari, Salvatore Lo Vullo, Maura Massimino, Carlo Alfredo Clerici, Laura Veneroni, Carlo Bresciani, Paolo G Casali, Mauro Ferrari, Paolo Bossi, Gustavo Galmozzi, Andrea Pierantozzi, Lisa Licitra, Sara Marceglia, Luigi Mariani
Hope in cancer patients: the relational domain as a crucial factor
Tumori. Jul-Aug 2015;101(4):447-54.
Obiettivo e contesto: La speranza è cruciale per i pazienti oncologici. Sono stati esplorati i fattori determinanti della speranza nei pazienti affetti da cancro utilizzando un questionario somministrato nel corso di 1 giorno ad un campione non selezionato di pazienti di un centro oncologico italiano.
Metodi: Un team di oncologi, statistici e cappellani ha sviluppato un questionario con contenuti medici, psicologici, spirituali e religiosi. E’ stato condotto uno studio trasversale su 320 pazienti che hanno risposto al questionario.
Risultati: Nel gruppo dei partecipanti, il 92,8% aveva una fede religiosa. Donne, pazienti con un’istruzione formale limitata, e credenti si sono rivelati i più speranzosi. I pazienti riponevano fiducia in Dio, nei loro partner e figli, nella ricerca scientifica e nei medici. Sull’analisi univariata e multivariata, la speranza è stata trovata sensibile alla condivisione delle esperienze dei pazienti con gli altri (compresi familiari e amici), alla loro percezione positiva delle persone intorno a loro e al loro rapporto con medici e infermieri.
Conclusioni: Se convalidati da ulteriori studi, questi risultati supportano l’idea che un paziente con il senso di speranza nella malattia oncologica è sensibile alla qualità delle relazioni con gli operatori sanitari. Ciò può essere importante per l’organizzazione sanitaria e lo stanziamento delle risorse.
Hope in cancer patients: the relational domain as a crucial factor
Aims and background: Hope is crucial for patients with cancer. We explored the determinants of hope in patients with cancer using a questionnaire administered over the course of 1 day to an unselected sample of patients at an Italian cancer center.
Methods: A team of oncologists, statisticians, and chaplains developed a questionnaire with medical, psychological, spiritual, and religious content. A cross-sectional study was conducted on 320 patients who answered the questionnaire.
Results: In the group of participants, 92.8% had a religious belief. Women, patients with limited formal education, and believers were more hopeful. Patients placed trust in God, their partners and children, scientific research, and doctors. On univariate and multivariate analysis, hope was found sensitive to patients’ sharing their experiences with others (including family and friends), their positive perception of the people around them, and their relationship with doctors and nurses.
Conclusions: If validated in further studies, these results support the notion that a patient with cancer’s sense of hope is sensitive to the quality of relationships with caregivers. This may be important to health care organization and resource allocation.
Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26045106/
Steven K Clinton, Edward L Giovannucci, Stephen D Hursting
The Journal of Nutrition. 2020;150:663–671.
La terza relazione di esperti del WCRF e dell’AIRC sul tema dieta, alimentazione, attività fisica e cancro rappresenta rappresenta l’analisi più completa, dettagliata e obiettiva della ricerca accumulata nella disciplina. Il report Il fornisce un quadro degli sforzi della sanità pubblica mondiale da parte dei governi e di altre organizzazioni con l’obiettivo di ridurre significativamente il fardello del cancro, migliorare la salute e la qualità della vita per i sopravvissuti al cancro. Insieme ai rapporti del WCRF/AICR dei gruppi di aggiornamento continui su specifici tumori, questi sforzi forniscono anche una guida ai professionisti sanitari impegnati nella consulenza di individui che possono trarre benefici dai cambiamenti della dieta e degli stili di vita. Più criticamente, la presente relazione definisce le priorità per i futuri sforzi di ricerca che miglioreranno la base delle prove comprovate per le future raccomandazioni sia per la popolazione generale negli sforzi per la salute pubblica e sempre più per aumentare le strategie più personalizzate rivolte alle persone che sopravvivono al cancro o che sono a rischio a causa di una predisposizione genetica o per esposizioni ad agenti cancerogeni.
The World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research Third Expert Report on Diet, Nutrition, Physical Activity, and Cancer: Impact and Future Directions
ABSTRACT
The Third Expert Report on Diet, Nutrition, Physical Activity, and Cancer: A Global Perspective by the World Cancer Research Fund (WCRF) and the American Institute for Cancer Research (AICR) represents the most comprehensive, detailed, and objective analysis of the accumulated research in the discipline. The report provides a framework for public health efforts around the globe by governments and other organizations with the goal of significantly reducing the burden of cancer, enhancing health, and improving quality of life for cancer survivors. Coupled with the WCRF/AICR Continuous Update Panel reports on specific cancers, these efforts also provide guidance to healthcare practitioners engaged in counseling individuals who may benefit from diet and lifestyle changes. Most critically, this report defines priorities for future research efforts that will improve the evidence base of future recommendations both for population-based public health efforts and increasingly for more personalized strategies targeting individuals who are cancer survivors or at risk due to genetic predisposition or carcinogenic exposures.
Link all’articolo originale https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7317613/pdf/nxz268.pdf
Qualità Della Vita Ed Effetti Avversi
Julia R. Van Liew, Rebecca L. Brock, Alan J. Christensen, Lucy Hynds Karnell, Nitin A. Pagedar, Gerry F. Funk. Head & Neck. 2017; 39 (2), 370 – 379
Premesse: La perdita di peso e i sintomi depressivi sono effetti critici del tumore della testa e del collo, sebbene la loro relazione nel decorso della malattia non sia ancora chiara.
Metodi: Sono state esaminate le associazioni tra sintomi depressivi auto riportati e l’oggettiva perdita di peso durante l’anno successivo alla diagnosi di tumore della testa e del collo utilizzando le tecniche del modello della curva di crescita (n = 564).
Risultati: Lo schema di covariazione reciproca ha fatto emergere dei cambiamenti nei sintomi depressivi nel corso del tempo, che sono stati associati a cambiamenti nello stesso mese della perdita di peso (t [1148] = 2.05; p = .041), e i cambiamenti nella perdita di peso sono stati associati a variazioni nello stesso mese dei sintomi depressivi (t [556] = 2.43; p = .015). Nella misura in cui i sintomi depressivi sono aumentati, i pazienti hanno perso gradualmente più peso rispetto a quanto è stato perso a causa del trascorrere del tempo e vice versa. I risultati suggeriscono inoltre che il dolore e la qualità della vita relativa all’alimentazione potrebbero spiegare la reciproca associazione tra sintomi depressivi e perdita di peso.
Conclusioni: Nel tumore della testa e del collo, l’influsso reciproco transazionale tra sintomi depressivi e perdita di peso si evolve nel tempo.
Weight loss after head and neck cancer: A dynamic relationship with depressive symptoms
Abstract
Background. Weight loss and depressive symptoms are critical head and neck cancer outcomes, yet their relation over the illness course is unclear.
Methods. Associations between self-reported depressive symptoms and objective weight loss across the year after head and neck cancer diagnosis were examined using growth curve modeling techniques (n = 564).
Results. A reciprocal covariation pattern emerged–changes in depressive symptoms over time were associated with same-month changes in weight loss (t [1148] = 2.05; p = .041), and changes in weight loss were associated with same-month changes in depressive symptoms (t [556] = 2.43; p = .015). To the extent that depressive symptoms increased, patients lost incrementally more weight than was lost due to the passage of time and vice versa. Results also suggested that pain and eating-related quality of life might explain the reciprocal association between depressive symptoms and weight loss.
Conclusion. In head and neck cancer, a transactional interplay between depressive symptoms and weight loss unfolds over time.
Wolfgang Marx, Nicole Kiss, Alexandra L. McCarthy, Dan McKavanagh, Liz Isenring. Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics. 2016; 116 (5), 819 – 827
La nausea e il vomito indotti dalla chemioterapia (CINV) sono sintomi comuni esperiti dai pazienti affetti da cancro e influiscono sull’alimentazione. Esercitano un effetto dannoso su assunzione alimentare, rischio di malnutrizione e qualità della vita.
Considerando che la CINV viene primariamente gestita con farmaci, alimentazione e professionisti nutrizionali, gioca un ruolo importante nella gestione delle complicazioni connesse alla CINV come la riduzione dell’assunzione alimentare.
Questa rassegna esamina l’incidenza della nausea e del vomito in pazienti con cancro che ne fanno esperienza, includendo gli effetti sulla qualità della vita, sullo stato nutrizionale e sugli esiti dei trattamenti. Le implicazioni per la prassi nutrizionale includono la necessità di esplorare la natura dei sintomi riportati, identificare i fattori di rischio predisponenti e considerare l’uso di una varietà di interventi personalizzati in base ai sintomi dei pazienti. Esistono una scarsità di dati clinici relativi agli effettivi interventi nutrizionali specifici per nausea e vomito.
In conclusione, questa rassegna esamina la problematica relativa alla nutrizione riguardo alla CINV, includendo la patofisiologia, i fattori di rischio, l’incidenza di entrambe le opzioni dei trattamenti farmacologici e di quelli alimentari.
Chemotherapy-Induced Nausea and Vomiting: A Narrative Review to Inform Dietetics Practice
Abstract
Chemotherapy-induced nausea and vomiting (CINV) are common symptoms experienced
by patients with cancer that influence nutrition. They exert a detrimental effect on dietary intake, risk of malnutrition, and quality of life. Whereas CINV are primarily managed with medication, nutrition and dietetics practitioners play an important role in the management of CINV-related complications such as reduced dietary intake. This review discusses the burden of nausea and vomiting that patients with cancer can experience, including the effect on quality of life, nutritional status, and treatment outcomes. Implications for dietetics practice include the need to explore the nature of reported symptoms, identify predisposing risk factors, and to consider the use of a variety of interventions that are individualized to a patient’s symptoms. There are little clinical data regarding effective dietetic interventions for nausea and vomiting. In summary, this review discusses dietetics-related issues surrounding CINV, including the pathophysiology, risk factors, prevalence, and both pharmacologic and dietetic treatment options.
Andreas Charalambous, Christiana Kouta. BioMed Research International, vol. 2016
La fatica cancro – correlata (CRF) è un sintomo comune e debilitante che può influenzare la qualità della vita (QoL) dei pazienti oncologici. L’aumento dei tempi di sopravvivenza sollecita una miglior comprensione di come la CRF influenza la QoL dei pazienti.
Questo lavoro è stato impostato con uno studio trasversale descrittivo riguardante 148 pazienti affetti da cancro alla prostata reclutati casualmente allo scopo di esplorare la CRF e il suo impatto sulla QoL. Gli strumenti di valutazione hanno incluso la Cancer Fatigue Scale, EORTC QLQ-C30, ed EORTC QLQ-PR25. In aggiunta, sono state condotte 15 interviste strutturate di approfondimento. I dati quantitativi sono stati analizzati con analisi regressive semplici e multiple e test di campione indipendenti. I dati qualitativi sono stati analizzati con l’utilizzo dell’analisi del contenuto tematico.
Il 66.9% dei pazienti ha sperimentato la CRF con livelli elevati registrati per la sottoscala affettiva. Sono emerse differenze statisticamente significative tra i pazienti che hanno dichiarato la CRF e bassi livelli di QoL (media = 49.1) e i pazienti che non hanno riportato la fatigue con alti livelli di QoL (media = 72.1). Le interviste hanno evidenziato il profondo impatto della CRF sulle vite dei pazienti che è stato espresso dai seguenti aspetti: “dipendere dagli altri”, “perdita di potere sul processo decisionale”, “sconvolgimento della vita quotidiana”.
La fatica cancro correlata è un problema rilevante per i pazienti con cancro avanzato alla prostata e influisce sulla loro QoL in svariati modi.
Cancer Related Fatigue and Quality of Life in Patients with Advanced Prostate Cancer Undergoing Chemotherapy.
Abstract
Cancer related fatigue (CRF) is a common and debilitating symptom that can influence quality of life (QoL) in cancer patients. The increase in survival times stresses for a better understanding of how CRF affects patients’ QoL.
This was a cross-sectional descriptive study with 148 randomly recruited prostate cancer patients aiming to explore CRF and its impact on QoL. Assessments included the Cancer Fatigue Scale, EORTC QLQ-C30, and EORTC QLQ-PR25. Additionally, 15 in-depth structured interviews were performed. Quantitative data were analyzed with simple and multiple regression analysis and independent samples -test. Qualitative data were analyzed with the use of thematic content analysis.
The 66.9% of the patients experienced CRF with higher levels being recorded for the affective subscale. Statistically significant differences were found between the patients reporting CRF and lower levels of QoL (mean = 49.1) and those that did not report fatigue and had higher levels of QoL (mean = 72.1). The interviews emphasized CRF’s profound impact on the patients’ lives that was reflected on the following themes: “dependency on others,” “loss of power over decision making,” and “daily living disruption.”
Cancer related fatigue is a significant problem for patients with advanced prostate cancer and one that affects their QoL in various ways.
Joachim Weis, Juan Ignacio Arraras, Thierry Conroy, Fabio Efficace, Claudia Fleissner, Attila Görög, Eva Hammerlid, Bernhard Holzner, Louise Jones, Anne Lanceley, Susanne Singer, Markus Wirtz, Henning Flechtner, Andrew Bottomley. Psycho-Oncology. 2013; 22(5),
1002–1007
Background: L’European Organisation for Research and Treatment of Cancer (EORTC) ha sviluppato un nuovo strumento di misurazione multidimensionale per la fatigue cancro correlata che può essere utilizzato in combinazione al questionario di base della qualità della vita, l’ EORTC QLQ-C30. Il lavoro si concentra sullo sviluppo del modulo della fase III, in collaborazione con sette paesi europei, includendo un campione di 318 pazienti.
Metodi: La metodologia ha seguito le linee guida dell’EORTC per lo sviluppo del modulo della fase III. I pazienti sono stati valutati dai questionari (EORTC QLQ-C30 con l’EORTC Fatigue Module FA15) a cui hanno fatto seguito interviste nelle quali si domandava le opinioni dei pazienti riguardo alla difficoltà di comprensione, i disagi e l’intrusività.
Risultati: La fase II FA15 è stata rivista in considerazione di analisi qualitative (commenti dei pazienti), risultati quantitativi (statistiche descrittive) così come analisi teoriche su risposte multi – item. Le tre dimensioni della scala (fisica, emozionale e cognitiva) potrebbero essere confermate.
Conclusioni: Il risultato è che l’ EORTC QLQ-FA13 è ora disponibile con una valida misurazione della fase III del modulo fatigue cancro correlata in sperimentazioni cliniche e sarà implementata psicometricamente per la futura fase IV.
Development of an EORTC quality of life phase III module measuring cancer-related fatigue (EORTC QLQ-FA13)
Abstract
Background: European Organisation for Research and Treatment of Cancer (EORTC) has developed a new multidimensional instrument measuring cancer-related fatigue that can be used in conjunction with the quality of life core questionnaire, EORTCQLQ-C30. The paper focuses on the development of the phase III module, collaborating with seven European countries, including a patient sample of 318 patients.
Methods: The methodology followed the EORTC guidelines for developing phase III modules. Patients were assessed by questionnaires (EORTC QLQ-C30 with the EORTC Fatigue Module FA15) followed by an interview, asking for their opinions on the difficulty in understanding, on annoyance and on intrusiveness.
Results: The phase II FA15 was revised on the basis of qualitative analyses (comments of the patients), quantitative results (descriptive statistics) as well as the multi-item response theory analyses. The three dimensions (physical, emotional and cognitive) of the scale could be confirmed
Conclusions: As a result, EORTC QLQ-FA13 is now available as a valid phase III module measuring cancer-related fatigue in clinical trials and will be psychometrically improved in the upcoming phase IV.
Justin C. Brown, Tania B. Huedo-Medina, Linda S. Pescatello, et al. Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention. 2011; 20 (1), 123-133
Background: Lo scopo di questa meta analisi era esplorare l’efficacia degli esercizi fisici come un intervento non farmacologico per ridurre la fatigue cancro correlata (CRF) tra adulti sopravvissuti al cancro. E’ stato inoltre investigato come diverse componenti degli esercizi prescritti (Ex Rx), considerazioni metodologiche e caratteristiche soggettive modulino la CRF.
Metodi: E’ stata condotta una ricerca sistematica per studi clinici randomizzati utilizzando parole relative a cancro, esercizio e fatigue.
Risultati: In totale, 44 studi con 48 interventi qualificati, inclusi 3,254 partecipanti con vari tipi di tumore, stadi di diagnosi, trattamenti ed interventi di esercizi fisici. I sopravvissuti al cancro sottoposti ad esercizi hanno ridotto i loro livelli di CRF di una maggior portata rispetto agli abituali trattamenti di controllo, dþ ¼ 0.31 (95% CI ¼ 0.22–0.40), un effetto che è apparso generale attraverso i vari tipi di cancro. I livelli di CRF sono migliorati in proporzione all’intensità della resistenza dell’esercizio (b ¼ 0.60, P ¼ 0.01), un andamento che è stato più forte in una più alta qualità di studi (b ¼ 0.23, P < 0.05). I livelli di CRF sono stati inoltre ridotti fino ad una grande estensione quando gli interventi sono stati teoricamente guidati(b ¼ 0.48, P < 0.001) o quando i sopravvissuti al tumore erano più anziani (b ¼ 0.24, P ¼ 0.04).
Conclusioni: L’esercizio fisico riduce la CFR specialmente in programmi che impiegano un’intensità moderata, esercizi di resistenza tra i sopravvissuti più anziani e quando sono stati guidati dalla teoria che accompagna l’esecuzione degli esercizi.
Implicazioni: I risultati indicano che gli esercizi fisici rivolti agli adulti sopravvissuti al cancro dovrebbero essere multidimensionali e individualizzati in base ai risultati sanitari e ai tipi di cancro.
Efficacy of exercise interventions in modulating cancer-related fatigue among adult cancer survivors: a meta-analysis.
Abstract
Background: The purpose of this meta-analysis was to explore the efficacy of exercise as a nonpharmacologic intervention to reduce cancer-related fatigue (CRF) among adult cancer survivors. We also investigated how different components of the exercise prescription (Ex Rx), methodologic considerations, and subject characteristics modulate CRF.
Methods: A systematic search for randomized controlled trials was conducted using words related to cancer, exercise, and fatigue.
Results: In total, 44 studies with 48 interventions qualified, including 3,254 participants of varying cancer types, stages of diagnosis, treatments, and exercise interventions. Cancer survivors in exercise interventions reduced their CRF levels to a greater extent than usual care controls, dþ ¼ 0.31 (95% CI ¼ 0.22–0.40), an effect that appeared to generalize across several types of cancer. CRF levels improved in direct proportion to the intensity of resistance exercise (b ¼ 0.60, P ¼ 0.01), a pattern that was stronger in higher quality studies (b ¼ 0.23, P < 0.05). CRF levels also reduced to a greater extent when interventions were theoretically driven (b ¼ 0.48, P < 0.001) or cancer survivors were older (b ¼ 0.24, P ¼ 0.04).
Conclusions: Exercise reduced CRF especially in programs that involved moderate-intensity, resistance exercise among older cancer survivors and that were guided by theory.
Impact: Our results indicate exercise interventions for adult cancer survivors should be multi-dimensional and individualized according to health outcome and cancer type.
S. Alexander, O. Minton, P. Andrews, P. Stone. European Journal of Cancer. 2009; 45 (3), 384 – 392
Obiettivo: Determinare la prevalenza della sindrome da fatigue cancro – correlata (CRFS) in una popolazione di sopravvissuti al cancro al seno senza recidive e investigare la relazione tra CRFS e le variabili cliniche.
Pazienti e metodi: Sono state reclutate 200 donne. Tutte le partecipanti avevano completato la terapia primaria per il cancro al seno in un arco di tempo compreso tra i 3 mesi e i due anni precedenti ed erano libere dalla malattia. I soggetti hanno completato un’intervista diagnostica per la CRFS e un’intervista psichiatrica strutturata. I partecipanti hanno inoltre completato i questionari relativi alla qualità della vita, umore e fatigue e hanno fornito un campione di sangue per le analisi ematologiche e biochimiche ed un campione di urine raccolte nelle 24 ore per la stima del cortisolo. I soggetti hanno indossato un monitor da polso per 7 giorni per misurare l’attività e il sonno.
Risultati: 60 donne ( il 30% dei partecipanti) sono risultate conformi ai criteri per il CRFS. Si sono verificate differenze statisticamente significative tra le donne con fatigue e quelle senza rispetto alla gravità della fatigue (p < 0.01), all’umore (p < 0.01) e ai punteggi della qualità della vita (p < 0.05). Sono state riscontrate differenze rilevanti nelle variabili del sangue incluso l’aumento della conta totale dei globuli bianchi e bassi livelli di sodio (all p < 0.02). Non si sono verificate differenze nei livelli di cortisolo libero nelle urine delle 24 ore. Le registrazioni del monitor hanno dimostrato differenze significative nella qualità del sonno e nei disturbi, ma non in tutti i livelli di attività diurna o dei ritmi circadiani.
Conclusioni: La CRFS colpisce il 30% delle donne a seguito del trattamento per il tumore al seno ed ha degli effetti significativi sulla qualità della vita e sull’umore. Vi sono alcuni elementi che correlano la CRFS ai disturbi del sonno o a infiammazione persistente o a risposte immunitarie.
A comparison of the characteristics of disease-free breast cancer survivors with or without cancer-related fatigue syndrome
Abstract
Purpose: To determine the prevalence of cancer-related fatigue syndrome (CRFS) in a population of disease-free breast cancer survivors and to investigate the relationship between CRFS and clinical variables.
Patients and methods: Women (200) were recruited. All participants were between 3 months and 2 years after completion of primary therapy for breast cancer and were disease free. Subjects completed a diagnostic interview for CRFS and structured psychiatric interview. Participants also completed quality of life, mood and fatigue questionnaires, and provided a blood sample for haematological and biochemical analysis and a 24-h urine specimen for cortisol estimation. Subjects wore a wrist actigraph for 7 days to measure activity and sleep.
Results: Sixty women (30% of participants) were found to fulfil the criteria for CRFS. There were statistically significant differences between fatigued and non-fatigued women with respect to fatigue severity (p < 0.01), mood (p < 0.01) and quality of life scores (p < 0.05). There were significant differences in blood variables including raised total white cell count and lower sodium (all p < 0.02). There was no difference in the 24 h urinary free cortisol levels. Actigraphic data demonstrated significant differences in sleep quality and disturbance, but not in overall levels of daytime activity or circadian rhythm.
Conclusion: CRFS affects 30% of women after breast cancer treatment and has significant effects on quality of life and mood. There is some evidence that CRFS is related to sleep disturbance or to a persistent inflammatory or immune response.
Mathew A., Doorenbos A.Z., Jang M.K., Hershberger P.E.
Acceptance and commitment therapy in adult cancer survivors: a systematic review and conceptual model.
J Cancer Surviv. 2020 Sep 19
Obiettivo I malati oncologici sperimentano sintomi fisici e psicologici significativi, durante e dopo il trattamento oncologico primario. L’Acceptance and Commitment Therapy (ACT), un intervento psicologico, riduce entrambi i tipi di sintomi tra le persone con dolore cronico e distress emotivo. Tenendo conto delle problematiche specifiche della sopravvivenza al cancro, questa revisione sistematica valuta e sintetizza la letteratura sul contesto, sui meccanismi e sugli effetti dell’ACT tra adulti sopravvissuti al cancro.
Metodi Gli articoli sono stati ricercati utilizzando le seguenti banche dati: CINAHL, MEDLINE via Ovid, Web of Science, PsycInfo, Scopus, Embase, Google Scholar e Cochrane. Sono stati interrogati anche alcuni portali di letteratura grigia, i registri delle sperimentazioni cliniche e gli atti di conferenze. Sono stati utilizzati gli strumenti degli NIH per valutare la qualità dello studio e lo strumento Cochrane Risk-of-Bias rivisto per valutare il rischio di distorsione.
Risultati Sono stati inclusi tredici articoli che si riferiscono a 537 sopravvissuti al cancro, di vario tipo. L’ACT ha significativamente ridotto l’ansia, la depressione, il timore di una recidiva e ha migliorato la flessibilità psicologica e la qualità della vita. Invece i risultati sulla diminuzione del dolore e sull’insonnia non sono chiari. I problemi metodologici più importanti sono stati le assegnazioni non casuali e la mancanza del partecipante cieco. E’ stato proposto un modello concettuale che descrive i possibili fattori di influenza dell’intervento basato sull’ACT nei sopravvissuti al cancro.
Conclusioni I risultati della review suggeriscono che l’ACT è un intervento efficace per migliorare alcune delle preoccupazioni comuni tra i sopravvissuti al cancro. Sebbene tutti gli studi della revisione sono stati recenti (pubblicati tra il 2015 e il 2019), essi hanno esaminato solo un numero limitato di risultati. Pertanto sono giustificati ulteriori studi metodologicamente rigorosi che esaminino gli effetti dell’ACT su altri sintomi problematici tra i sopravvissuti al cancro.
Implicazioni per i sopravvissuti al cancro Integrare l’ACT in un’assistenza completa per la sopravvivenza post-trattamento potrebbe potenziare la flessibilità psicologica e ridurre ansia, depressione e paura.
Abstract
Acceptance and commitment therapy in adult cancer survivors: a systematic review and conceptual model
Purpose People with cancer experience significant physical and psychological symptoms, during as well as after primary treatment. Acceptance and Commitment Therapy (ACT), a psychological intervention, reduces both types of symptoms among individuals with chronic pain and emotional distress. Due to the unique challenges of cancer survivorship, this systematic review critically evaluates and synthesizes the literature on the context, mechanisms, and effect of ACT among adult cancer survivors.
Methods Articles were retrieved from the CINAHL, MEDLINE via Ovid, Web of Science, PsycInfo, Scopus, Embase, Google Scholar, and Cochrane databases. Selected grey literature portals, clinical trial registries, and conference proceedings were also searched. The NIH tools were used to assess study quality and the revised Cochrane Risk-of-Bias tool to assess risk of bias
Results Thirteen articles, reporting on 537 cancer survivors with various cancer types, were included. ACT significantly reduced anxiety, depression, and fear of cancer recurrence and improved psychological flexibility and quality of life. Outcomes such as pain and insomnia were understudied. Lack of participant blinding and non-random assignment were the most common methodological issues. A conceptual model is proposed that describes the possible influencing factors of anACT-based intervention in cancer survivors.
Conclusion Review findings suggest that ACT is an effective intervention to improve some of the common concerns among cancer survivors. While all the studies in the review were recent (published 2015–2019), they examined only a limited number of outcomes. Hence, more methodologically rigorous studies which examine the effect of ACT on other troubling symptoms among cancer survivors are warranted.
Implications for Cancer Survivors Incorporating ACT into comprehensive post-treatment survivorship care can enhance psychological flexibility and reduce anxiety, depression, and fear.
Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32949353/
Drareni K., Bensafi M., Giboreau A., Dougkas A.
Chemotherapy-induced taste and smell changes influence food perception in cancer patients
Supportive Care in Cancer. 2021; 29, 2125–2132
Obiettivo: Le alterazioni del gusto e dell’olfatto indotte dalla chemioterapia possono avere un impatto negativo sulla qualità della vita e sullo stato nutrizionale. Quando si tratta di alterazioni del gusto e dell’olfatto, con le loro conseguenze sul comportamento alimentare e il benessere, emerge un problema importante nella variazione derivante dalle differenze individuali nelle percezioni chemiosensoriali. L’obietto principale di questo studio era esaminare l’effetto della variazione dell’individuo nella gravità delle alterazioni del gusto e dell’olfatto rispetto alla fase di chemioterapia sul comportamento alimentare autoriferito e sulla percezione del cibo.
Metodi: 89 pazienti oncologici hanno completato un questionario suddiviso in due parti: una parte chemiosensoriale che ha permesso la classificazione dei pazienti in tre gruppi (“nessuna alterazione”, “alterazioni moderate” e “gravi alterazioni”) e una parte sul comportamento alimentare.
Risultati: I risultati hanno evidenziato un impatto negativo delle alterazioni chemiosensoriali sulla percezione del cibo. Confrontati con pazienti senza alterazioni del gusto e dell’olfatto, i pazienti con gravi alterazioni chemiosensoriali hanno segnalato problemi di percezione alimentare significativamente più frequenti, incluso la modificazione della percezione del gusto del cibo, trovare un cattivo gusto in tutto il cibo e non essere in grado di percepire il gusto del cibo. Mentre il 72% dei pazienti con alterazioni gravi erano in fase avanzata, solo il 37% dei pazienti era in fase avanzata nel gruppo senza alterazioni, indicando con questo un effetto della fase di trattamento sulle alterazioni del gusto e dell’olfatto.
Conclusioni: I risultati sottendono l’importanza di prestare particolare attenzione alla gravità delle alterazioni indotte dalla chemioterapia nel gusto e nell’olfatto, considerando le differenze individuali tra i pazienti per una migliore gestione nutrizionale.
Abstract
Chemotherapy-induced taste and smell changes influence food perception in cancer patients
Purpose Chemotherapy-induced taste and smell alterations may have a negative impact on the quality of life and nutritional status. A prominent issue when dealing with taste and smell alterations and their consequences on food behavior and well-being lies in the variation arising from individual differences in chemosensory perceptions. The main aim of this study was to examine the effect of individuals’ variation in the severity of taste and smell alterations relative to the stage of chemotherapy on selfreported food behavior and food perception.
Methods Eighty-nine cancer patients completed a questionnaire subdivided into two parts: a chemosensory part that allowed classification of patients in three groups (“no alterations,” “moderate alterations,” and “severe alterations”) and a food behavior part.
Results The results highlighted a negative impact of chemosensory alterations on food perception. Compared with patients without taste and smell alterations, patients with severe chemosensory alterations reported significantly more frequent food perception problems, including modification of the perceived taste of food, finding bad taste in all food, and being unable to perceive food taste. Whereas 72% of patients with severe alterations were in late stage, only 37% of patients were in late stage in the no alterations group, indicating an effect of the treatment stage on taste and smell alterations.
Conclusion Our results underlie the importance of providing specific attention to the severity of chemotherapy-induced taste and smell alterations and considering the individual differences among patients for a better nutritional management.
Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32870414/
Sevryugin O., Kasvis P., Vigano M., Vigano A.
Taste and smell disturbances in cancer patients: a scoping review of available treatments
Supportive Care in Cancer (2021) 29:49–66
Obiettivo: I disturbi del gusto e dell’olfatto nei pazienti oncologici sono molto comuni, ma spesso sintomi non riconosciuti. Se non affrontati correttamente, possono avere un impatto sullo stato nutrizionale, sul godimento degli alimenti e sulla qualità della vita. Gli strumenti a disposizione dei medici per il trattamento e la gestione delle alterazioni chemiosensoriche sono limitati e sono spesso basati su esperienze cliniche personali. Lo scopo di questo studio era valutare l’attuale letteratura oncologica e palliativa attraverso una revisione esplorativa, al fine di identificare i trattamenti disponibili per le alterazioni del gusto e dell’olfatto nei pazienti oncologici.
Metodi: Sono stati interrogati Medline, Embase, CINAHL, ProQuest Dissertations and Theses, e Google Scholar dall’inizio fino a gennaio 2020, con parole chiave relative ai settori delle alterazioni chemiosensoriche, palliative e della cura del cancro. Sono state revisionate un totale di 10,718 pubblicazioni in lingua inglese e francese, ottenendo 43 articoli sul tema della ricerca.
Risultati: L’eterogeneità degli articoli selezionati ha determinato difficoltà di interpretazione e di analisi degli elementi di prova disponibili. Le pubblicazioni incluse differivano nella progettazione dello studio, nel campione della popolazione, nei trattamenti antitumorali e nelle misure di valutazione dei disturbi del gusto e dell’olfatto. Sono state descritte un’ampia varietà di opzioni per il trattamento inclusi zinco e polaprezinc, radioprotettori, vitamine e integratori, agenti anti-xerostomia, esercizi di deglutizione attivi, interventi nutrizionali, delta-9-tetraidrocannabinolo e fotobiomodulazione.
Conclusioni: La presente revisione esplorativa identifica lo stato attuale delle conoscenze riguardanti le alterazioni chemiosensoriali nelle cure oncologiche di supporto. Pur non giungendo a conclusioni definitive, questo articolo offre spazi terapeutici da esplorare ulteriormente in studi più ampi e con maggior validità metodologica.
Abstract
Taste and smell disturbances in cancer patients: a scoping review of available treatments
Purpose Taste and smell disturbances in patients affected by cancer are very common, but often under-recognized symptoms. If not addressed properly, they may impact nutritional status, food enjoyment, and quality of life. Treatment tools available for clinicians to manage chemosensory alterations are limited and are often based on personal clinical experiences. The aim of this study was to assess current oncological and palliative care literature through a scoping review, in order to identify available treatments for taste and smell alterations in cancer patients.
Methods Medline, Embase, CINAHL, ProQuest Dissertations and Theses, and Google Scholar were searched from inception until January 2020, with subject headings relevant to the domains of chemosensory alterations, palliative, and cancer care. A total of 10,718 English and French language publications were reviewed, yielding 43 articles on the researched topic.
Results The heterogeneity of selected articles led to difficulties in interpretation and analysis of the available evidence. Included publications differed in study design, population sample, anticancer treatments, and measures of assessment for taste and smell disturbances. A broad variety of treatment options were described including zinc and polaprezinc, radio-protectors, vitamins and supplements, anti-xerostomia agents, active swallowing exercises, nutritional interventions, delta-9-tetrahydrocannabinol, and photobiomodulation.
Conclusion This scoping review identifies the current state of knowledge regarding chemosensory alterations within supportive cancer care. Despite not reaching firm conclusions, this article offers therapeutic venues to further explore in larger and more methodologically sound studies.
Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32734392/
Strumenti Di Misurazione Della Qualità Della Vita
Melissant HC, Verdonck-de Leeuw IM, Lissenberg-Witte BI, Konings IR, Cuijpers P, Van Uden-Kraan CF. Acta Oncologica. 2018; 16, 1-11
Background: Chi sopravvive al cancro deve affrontare i sintomi relativi al tumore e al trattamento. In Oncokompas, i sopravvissuti al cancro monitorano la loro qualità della vita compilando delle misure di autovalutazione (PROMs), seguite da riscontri personalizzati, consulenze sull’autoassistenza e possibilità di terapie di supporto per stimolare l’attivazione del paziente. L’obiettivo del presente studio era esaminare la fattibilità e le differenze pre test – post test di Oncokompas includendo il recente modulo sviluppato per il carcinoma mammario (BC) tra le pazienti sopravvissute al BC.
Materiali e metodi: E’ stato utilizzato un modello pre test – post test. La fattibilità è stata studiata mediante l’approvazione, l’utilizzo e il tasso di soddisfazione. Sono stati esplorati numerosi fattori clinici e sociodemografici e la qualità della vita salute correlata, che potrebbero essere associati alla soddisfazione del paziente. Sono stati analizzati ostacoli e facilitatori della fattibilità di Oncokompas valutando le relazioni delle consulenze assistenziali. Sono state inoltre approfondite le differenze nell’attivazione dei pazienti (Misura dell’Attivazione del Paziente) e nell’interazione medico-paziente (Efficacia Percepita nelle Interazioni Medico-Paziente) prima e dopo l’utilizzo di Oncokompas.
Risultati: Complessivamente hanno partecipato 101 sopravvissute al BC. Oncokompas ha registrato una percentuale di adozione del 75%, con un tasso di utilizzazione del 75-84%, con un punteggio medio di soddisfacimento del 6.9 (range 0-10) e un Net Promoter Score (NPS) di -36 (range -100-100) (N = 68). Il modulo BC ha ottenuto un punteggio di soddisfazione media di 7.6. Le sopravvissute al BC che hanno ricevuto interventi, inclusi radioterapia e/o chemioterapia, sono state significativamente più soddisfatte di Oncokompas rispetto alle sopravvissute al BC che avevano sperimentato solo l’intervento chirurgico (p = .013). Sono stati identificati sei facilitatori e dieci ostacoli alla fattibilità di Oncokompas. Dopo l’utilizzo di Oncokompas, le sopravvissute al BC hanno ottenuto un punteggio significativamente più alto per quanto riguarda l’attivazione del paziente (p = .007; r = .24), ma non nell’interazione medico-paziente (p = .75).
Conclusioni: Oncokompas include un modulo BC che è stato considerato fattibile, ma necessita di ulteriori ottimizzazioni per aumentare la soddisfazione degli utenti. Il presente studio mostra il valore dell’adattamento delle applicazioni eHealth rivolte ai sopravvissuti al cancro al loro specifico tipo di tumore. Il modulo BC di Oncokompas sembra migliorare l’attivazione del paziente tra i sopravvissuti al BC.
‘Oncokompas’, a web-based self-management application to support patient activation and optimal supportive care: a feasibility study among breast cancer survivors
Abstract
BACKGROUND: Cancer survivors have to deal with symptoms related to cancer and its treatment. In Oncokompas, cancer survivors monitor their quality of life by completing patient reported outcome measures (PROMs), followed by personalized feedback, self-care advice, and supportive care options to stimulate patient activation. The aim of this study was to investigate feasibility and pretest-posttest differences of Oncokompas including a newly developed breast cancer (BC) module among BC survivors.
MATERIAL AND METHODS: A pretest-posttest design was used. Feasibility was investigated by means of adoption, usage, and satisfaction rates. Several socio-demographic and clinical factors, and health-related quality of life (HRQOL) were explored that might be associated with patient satisfaction. Barriers and facilitators of Oncokompas feasibility were investigated by evaluating nurse consultation reports. Differences in patient activation (Patient Activation Measure) and patient-physician interaction (Perceived Efficacy in Patient-Physician Interactions) before and after Oncokompas use were investigated.
RESULTS: In total, 101 BC survivors participated. Oncokompas had an adoption rate of 75%, a usage rate of 75-84%, a mean satisfaction score of 6.9 (range 0-10) and a Net Promoter Score (NPS) of -36 (range -100-100) (N = 68). The BC module had a mean satisfaction score of 7.6. BC survivors who received surgery including chemotherapy and/or radiotherapy were significantly more satisfied with Oncokompas than BC survivors with surgery alone (p = .013). Six facilitators and 10 barriers of Oncokompas feasibility were identified. After using Oncokompas, BC survivors scored significantly higher on patient activation (p = .007; r = .24), but not on patient-physician interaction (p = .75).
CONCLUSION: Oncokompas including a BC module is considered feasible, but needs further optimization to increase user satisfaction. This study shows the value of tailoring eHealth applications for cancer survivors to their specific tumor type. Oncokompas including the BC module seems to improve patient activation among BC survivors.
Li D., Madoff DC. Seminars in Interventional Radiology. 2017; 34(04), 313-321
I radiologi interventisti assistono un numero considerevole di pazienti oncologici con l’intento di offrire delle procedure poco invasive nel campo delle cure palliative. Capendo il loro impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti, risulta essenziale convalidare il loro ruolo nel palliativo per i pazienti oncologici. Pertanto, è di fondamentale importanza per i radiologi interventisti capire gli strumenti comuni utilizzati per misurare la qualità della vita dei pazienti. Gli strumenti comuni utilizzati per misurare il dolore e la qualità della vita dei pazienti oncologici includono scala di valutazione numerica, scala analogica visuale, l’inventario breve del dolore, il questionario della Qualità della vita dell’Organizzazione Europea per la Ricerca e il Trattamento del Cancro e la Valutazione Funzionale della terapia oncologica. Uno strumento ottimale per la qualità della vita dovrebbe prevedere misure di autovalutazione dei pazienti interessando più ambiti (ad es., salute fisica, psicologica e sociale) e che sia al tempo stesso validato e attendibile.
Incorporating Quality of Life Metrics in Interventional Oncology Practice
Abstract
Interventional radiologists care for a large number of cancer patients with the breadth of palliative intent minimally invasive procedures that we provide. Understanding our meaningful impact on patients’ quality of life is essential toward validating our role in the palliation of cancer patients. As such, it is critically important for interventional radiologists to understand common instruments used for the reporting of patient’s quality of life measures. Common instruments used to measure pain and quality of life for cancer patients include the numerical rating scale, visual analog scale, brief pain inventory, the European Organization for Research and Treatment of Cancer Quality of Life Questionnaire, and the Functional Assessment of Cancer Therapy. An ideal quality of life instrument should be a patient reported outcome measure across multiple domains (e.g., physical health, psychological, social), and be both validated and reliable.
Hamidou et al. Health and Quality of Life Outcomes. 2017; 15 – 99
Background: Obiettivi del presente studio, effettuato su un vasto campione formato da coppie di pazienti oncologici e caregiver, sono: i) indagare simultaneamente, utilizzando uno strumento di misurazione individualizzato (Schedule for the Evaluation of Individual QoL, SEIQoL) per la qualità della vita (QoL), gli ambiti della QoL liberamente espressi dai pazienti oncologici e dai loro caregivers, e ii) esplorare le sovrapposizioni tra la valutazione del SEIQoL e la valutazione della QoL utilizzando gli strumenti tradizionali.
Metodi: Lo studio ha impiegato un progetto trasversale che ha incluso pazienti oncologici che hanno ricevuto un trattamento chemioterapico e i loro caregivers. La qualità della vita è stata valutata attraverso questionari specifici (EORTC QLQ-C30 e CarGOQoL), questionari generici di salute correlata (SF-36) e misurazioni individualizzate libere (SEIQoL).
Risultati: Il campione finale ha incluso 205 coppie paziente-caregiver. Dal SEIQoL, gli ambiti della QoL più liberamente espressi dai pazienti e dai caregiver sono stati Famiglia, Salute e Tempo Libero, ma riportati con pesi differenti. La vita affettiva e i problemi economici sono stati menzionati meno spontaneamente. I valori del SEIQoL sono stati moderatamente correlati con le condizioni specifiche dei questionari QoL (R inferiore a |0.40|) e dell’ SF-36 (coefficienti di correlazione: R compresi tra 0.17 to 0.31).
Conclusioni: Le misurazioni individualizzate della QoL permettono alle persone di esprimere spontaneamente ambiti importanti e non predefiniti. Il presente studio sottolinea la necessità di esplorare la QoL utilizzando una combinazione di questionari individualizzati e standardizzati, immortalando sfaccettature supplementari che per i pazienti sono ritenuti importanti nella loro vita.
Domains of quality of life freely expressed by cancer patients and their caregivers: contribution of the SEIQoL
Background: The purposes of this study, performed on a large sample of cancer patient-caregiver dyads, were: i) to simultaneously investigate, using an individualized quality of life (QoL) measure (Schedule for the Evaluation of Individual QoL, SEIQoL), the QoL domains freely expressed by cancer patients and their caregivers, and ii) to explore overlapping between the SEIQoL assessment and QoL assessment using traditional instruments.
Methods: The study employed a cross-sectional design including cancer patients who were going to receive chemotherapy treatment and their caregivers. Quality of life was assessed using condition-specific questionnaires (EORTC QLQ-C30 and CarGOQoL), generic health-related questionnaire (SF-36), and open individualized measure (SEIQoL).
Results: The final sample included 205 patient-caregiver dyads. From the SEIQoL, Family, Health, and Leisures were the most freely expressed QoL domains by patients and caregivers, but reported with different weights. Love life and financial issues were less spontaneously mentioned. The SEIQoL index was moderately correlated to the condition-specific QoL questionnaires (R lower than |0.40|) and to SF-36 (correlation coefficients: R ranging from 0.17 to 0.31).
Conclusion: Individualized QoL measures allow individuals to spontaneously express important, non-predefined domains. This study highlights the need to explore QoL using a combination of individualized questionnaires and standardized questionnaires, capturing complementary facets that patients consider important in their life.
Tracey A. Young, PhD, Clara Mukuria, PhD, Donna Rowen, PhD, John E. Brazier, PhD, and Louise Longworth, PhD. Medical Decision Making. 2015; 35(7), 912–926
Background: Gli studi clinici in oncologia includo spesso misurazioni cancro specifiche della salute, ma non misurazioni basate sulle preferenze come l’EQ-5D, I quali sarebbero più adatti per una valutazione economica. Le funzioni di mappatura sono state sviluppate per predire i valori EQ-5D da queste misurazioni, ma c’è una considerevole incertezza riguardo al modello più appropriato da utilizzare e molti modelli esistenti sono scarsamente capaci di prevedere I valori EQ-5D. Questo studio ha l’obiettivo di indagare una serie di eventuali modelli per sviluppare le funzioni di mappatura da due strumenti cancro-specifici ampiamente utilizzati (FACT-G ed EORTC-QLQ-C30) e identificare il modello migliore.
Metodi: I modelli mappati sono stati predisposti per predire I valori EQ-5D utilizzando il comune metodo dei minimi quadrati (OLS), il modello Tobit, i modelli a 2 parti, la funzione spline e gli items di risposta utilizzati per le reazioni di mappatura dal FACT-G e dal QLQ-C30. Sono stati valutati una moltitudine di modelli specifici. Sono state comparate la prestazione del modello e la capacità predittiva. Le analisi si sono basate su 530 pazienti con diverse tipologie di cancro con il FACT-G e 771 con mieloma multiplo, cancro al seno e carcinoma polmonare con il QLQ-C30.
Risultati: Per il FACT-G, i modelli OLS hanno predetto con precisione la media dei valori EQ-5D, con il miglior modello predittivo utilizzato con gli item del FACT-G con risultati simili utilizzando il metodo Tobit. Le risposte di mappatura hanno una scarsa capacità predittiva. Al contrario, per quanto riguarda il QLQ-C30 la risposta di mappatura ha ottenuto la miglior accuratezza di previsione utilizzando le dimensioni del QLQ-C30. Il QLQ-C30 ha una miglior predizione di valori EQ-5D attraverso un range di valori possibili; tuttavia, alcuni intervistati con il FACT-G hanno ottenuto una serie di dati con bassi valori EQ-5D, il che riduce l’accuratezza finale.
Conclusioni: Le funzioni di mappatura OLS e Tobit hanno ottenuto buoni risultati con entrambi gli strumenti. Le risposte di mappatura hanno dato come miglior modello predittivo il QLQ-C30. La generalizzazione per le funzioni di mappatura del FACT-G è limitata ad una popolazione mediamente in buona salute.
Mapping Functions in Health-Related Quality of Life: Mapping from Two Cancer-Specific Health-Related Quality-of-Life Instruments to EQ-5D-3L
Abstract
Background. Clinical trials in cancer frequently include cancer-specific measures of health but not preference-based measures such as the EQ-5D that are suitable for economic evaluation. Mapping functions have been developed to predict EQ-5D values from these measures, but there is considerable uncertainty about the most appropriate model to use, and many existing models are poor at predicting EQ-5D values. This study aims to investigate a range of potential models to develop mapping functions from 2 widely used cancer-specific measures (FACT-G and EORTC-QLQ-C30) and to identify the best model. Methods. Mapping models are fitted to predict EQ-5D-3L values using ordinary least squares (OLS), tobit, 2-part models, splining, and to EQ-5D item-level responses using response mapping from the FACT-G and QLQ-C30. A variety of model specifications are estimated. Model performance and predictive ability are compared. Analysis is based on 530 patients with various cancers for the FACT-G and 771 patients with multiple myeloma, breast cancer, and lung cancer for the QLQ-C30.
Results. For FACT-G, OLS models most accurately predict mean EQ-5D values with the best predicting model using FACT-G items with similar results using tobit. Response mapping has low predictive ability. In contrast, for the QLQ-C30, response mapping has the most accurate predictions using QLQ-C30 dimensions. The QLQ-C30 has better predicted EQ-5D values across the range of possible values; however, few respondents in the FACT-G data set have low EQ-5D values, which reduces the accuracy at the severe end.
Conclusions. OLS and tobit mapping functions perform well for both instruments. Response mapping gives the best model predictions for QLQ-C30. The generalizability of the FACT-G mapping function is limited to populations in moderate to good health.
David Osoba. Therapeutic Advances in Medical Oncology. 2011; 3(2), 57–71.
La misurazione degli esiti riportata dai pazienti, inclusa la qualità della vita salute correlata, è un’iniziativa recente che è emersa e si è diffusa nelle ultime quattro decadi. Seguendo lo sviluppo di attendibilità e validità dei questionari di autovalutazione, la qualità della vita salute correlata è stata valutata in decine di migliaia di pazienti e in un’ampia varietà di forme tumorali. La presente rassegna si è basata su una selezione di dati pubblicati nell’ultima decade ed è destinata essenzialmente ai professionisti sanitari. Le valutazioni degli studi clinici sono stati particolarmente utili ad illustare gli effetti delle forme forme di cancro e dei loro trattamenti sulle vite dei pazienti ed hanno fornito informazioni supplementari per migliorare gli usauali parametri clinici utilizzati per determinare I benefici e la tossicità dei trattamenti. Con il crescere dell’esperienza sugli studi di qualità della vita salute correlata sono migliorati e, in generale, gli studi recenti sono metodologicamente più validi rispetto a quelli degli anni precedenti. La qualità della vita salute correlata è diventata un predittore accurato della sopravvivenza più di altri parametri clinici, come le prestazioni di status. La prospettiva generale per la valutazione di routine degli esiti auto riportati dai pazienti negli studi clinici è garantita e diventerà probabilmente una componente standard della pratica clinica. In ogni caso, si verifica la necessità di avere un metodo chiaro per determinare l’adeguatezza clinica dei cambiamenti nei punteggi. La risposta giungerà probabilmente dall’utilizzo più diffuso dei risultati auto riportati dai pazienti e dalla conseguente crescita di prassi che è necessaria per fare ulteriori valutazioni.
Health-related quality of life and cancer clinical trials
The measurement of patient-reported outcomes, including health-related quality of life, is a new initiative which has emerged and grown over the past four decades. Following the development of reliable and valid self-report questionnaires, health-related quality of life has been assessed in tens of thousands of patients and a wide variety of cancers. This review is based on a selection of data published in the last decade and is intended primarily for healthcare professionals. The assessments in clinical trials have been particularly useful for elucidating the effects of various cancers and their treatments on patients’ lives and have provided additional information that enhances the usual clinical endpoints used for determining the benefits and toxicity of treatment. With growing experience the quality of the health-related quality of studies has improved and, in general, recent studies are more likely to be methodologically robust than those that were performed in earlier decades. Health-related quality of life has become a more accurate predictor of survival than some other clinical parameters, such as performance status. The overall outlook for the routine assessment of patient-reported outcomes in clinical trials is assured and, eventually, it is likely to become a standard part of clinical practice. However, there is still a need for a clear method for determining the clinical meaningfulness of changes in scores. The answer will probably come from the greater use of patient-reported outcomes and the consequent growth of experience that is necessary to make such judgements.
Snyder, C.F., Dy S.M., Hendricks, D.E. et al. Support Care Cancer. 2007; 15 (9), 1075–1085
Obiettivo del lavoro: I questionari utilizzati nella pratica oncologica per la gestione individuale del paziente affrontano problematiche ritenute importanti per i pazienti e per le quali vorrebbero un aiuto e anche questioni che vorebbero affrontare con il personale sanitario del centro oncologico. Abbiamo esaminato l’item contenuto in due questionari sulla qualità della vita salute-correlata (HRQOL) e due valutazioni delle esigenze a tal fine.
Pazienti e metodi: In questo studio preliminare, 61 pazienti oncologici e 19 professionisti sanitari oncologici hanno valutato l’item contenuto nell’EORTC-QLQ-C30, FACT-G, Supportive Care Needs Survey-34 (SCNS) e il Kingston Needs Assessment–Cancer. I pazienti hanno classificato l’importanza di ciascun item indicando se avessero voluto un aiuto relativo a quell’item. Gli operatori sanitari hanno classificato l’importanza di ciascun item e dichiarando se si sentivano in grado di affrontarlo per aiutare i pazienti. I pazienti e gli operatori sanitari hanno inoltre indicato la loro preferenza generale per un questionario.
Risultati principali: I pazienti hanno indicato le informazioni circa i trattamenti (alternative disponibili, benefici, effetti collaterali) e il coordinamento dell’assistenza come aspetti più importanti, oltre a quelli per cui desideravano avere sostegno dai medici. Gli operatori sanitari hanno valutato il dolore e altri sintomi/effetti collaterali come i più importanti per i pazienti e quelli per i quali sono in grado di aiutarli. I risultati sono coerenti con i vari tipi di tumore e il trattamento ricevuto. I pazienti hanno dimostrato una preferenza generale per l’ SCNS. Gli operatori sanitari non hanno espresso una preferenza chiara per i questionari.
Conclusioni: Questo studio preliminare suggerisce che i problemi per i quali i pazienti vorrebbero aiuto non sono gli stessi che i medici si sentono in grado di affrontare. Se queste scoperte verranno confermate in un campione più rappresentativo, potrebbero essere necessari degli interventi per sostenere gli operatori sanitari nel gestire i problemi dei pazienti oncologici e i loro bisogni.
Asking the right questions: investigating needs assessments and health-related quality-of-life questionnaires for use in oncology clinical practice
GOALS OF WORK: Questionnaires used in oncology practice for individual patient management need to address issues patients find important and want help with and issues cancer center health professionals can address. We investigated the item content from two health-related quality-of-life (HRQOL) questionnaires and two needs assessments for this purpose.
PATIENTS AND METHODS: In this preliminary study, 61 cancer patients and 19 cancer center health professionals rated the item content from the EORTC-QLQ-C30, FACT-G, Supportive Care Needs Survey-34 (SCNS), and Kingston Needs Assessment–Cancer. Patients rated each item’s importance and whether they wanted help with it; health professionals rated each item’s importance and whether they felt able to help patients address it. Patients and health professionals also reported their overall questionnaire preference.
MAIN RESULTS: Patients rated information about treatments (options, benefits, side effects) and care coordination as the most important issues and those for which they most wanted help from their health professionals. Health professionals rated pain and other symptom/side effect items as most important to patients and those for which they were most able to help. Findings were consistent across tumor type and treatment status. Patients had an overall preference for the SCNS. Health professionals had no clear questionnaire preference.
CONCLUSIONS: This preliminary study suggests that the issues patients most want help with may not be the issues that health professionals feel most able to address. If these findings are confirmed in more representative samples, interventions may be needed to assist health professionals in managing cancer patients’ HRQOL issues and needs.
Llewellyn, C.D., McGurk, M., Weinman, J. British Journal of Oral and Maxillofacial Surgery. 2006; 44 (5), 351-357
Obiettivi: Valutare la misura in cui la qualità della vita individuale (QoL) sia correlata alla qualità della vita salute correlata standardizzata (HR-QoL) e valutare quanto le variazioni in ciascuna di queste misurazioni possono essere spiegate dalle variabili psicologiche.
Metodi: Cinquantacinque pazienti con una nuova diagnosi di cancro alla testa e del collo hanno completato le seguenti misurazioni degli esiti: il Patient Generated Index (PGI), l’Organizzazione Europea per la Ricerca e il Trattamento del Cancro (EORTC) QLQ-C30 e la forma breve 12 versione 2 (SF-12v2). I fattori esplicativi sono stati misurati con i seguenti: l’ Illness Perceptions Questionnaire-Revised (IPQ-R), il Beliefs about Medicines Questionnaire (BMQ), l’ Hospital Anxiety and Depression Scale (HADS) e il Brief COPE (una versione ridotta del COPE).
Risultati principali: Le misure della QoL sia individuali che standardizzate sono state correlate sono parzialmente. Il PGI è stato correlato solo con il settore del funzionamento cognitivo ed emozionale dell’EORTC QLQ C-30 e con i settori della salute mentale, ruolo emotico, sociale e fisico dell’SF-12. I fattori psicologici sottostanti spiegano come ciascuno dei tre indicatori della salute fosse diverso.
Conclusioni: Le misure ottenute dalle persone intervistate, come il PGI, possono essere utilizzate in aggiunta a un maggior numero di misure standardizzate dell’HR-QoL clinica. Questo ha delle implicazioni per la valutazione dell’impatto del tumore della testa e del collo sulla QoL individuale e inoltre per poter migliorare i risultati ottenuti dai pazienti attraverso interventi volti a far convergere i sottostanti fattori psicologici.
Head and neck cancer: To what extent can psychological factors explain differences between health-related quality of life and individual quality of life?
AIMS: To assess the extent to which individualised quality of life (QoL) was related to standardised health-related quality of life (HR-QoL), and to assess how much of the variation in each of these measures could be explained by psychological variables.
METHODS: Fifty-five patients with newly diagnosed head and neck cancer completed the following outcome measures: the Patient Generated Index (PGI), the European Organisation for Research and Treatment of Cancer (EORTC) QLQ-C30 and the Short Form 12 version 2 (SF-12v2). Explanatory factors were measured with the following: the Illness Perceptions Questionnaire-Revised (IPQ-R), the Beliefs about Medicines Questionnaire (BMQ), the Hospital Anxiety and Depression Scale (HADS), and the Brief COPE (a shortened version of the COPE).
MAIN FINDINGS: Standardised and individualised QoL measures were correlated only partly. The PGI correlated only with EORTC QLQ-C30 domains of emotional and cognitive functioning and SF-12 domains of mental health, emotional role, social, and physical role. The underlying psychological factors explaining each of the three outcome measures were different.
CONCLUSIONS: Respondent-generated measures such as the PGI could be used as an adjunct to more standardised measures of HR-QoL clinically. This has implications for assessing the impact of head and neck cancer on individualised QoL and also for improving patients’ outcome through interventions aimed at targeting underlying psychological factors.
Cheung YB1, Goh C, Wong LC, Ng GY, Lim WT, Leong SS, Tan EH, Khoo KS. British Journal of Cancer. 2004; 90(9), 1747–1752.
Una misurazione della qualità della vita utile nella pratica clinica dovrebbe essere semplice e veloce da completare. E’ stata recentemente proposta una versione cinese breve del Functional Living Index – Cancer (FLIC), chiamata Quick-FLIC. Questo studio ha l’obiettivo di valutare le qualità di misurazione del Quick-FLIC.
Un totale di 190 pazienti che avevano ricevuto cure presso il National Cancer Centre di Singapore hanno completato un questionario all’avvio dello studio. I pazienti hanno ripetuto il test in media due settimane dopo la partenza per valutare l’attendibilità e la responsività al cambiamento. I punteggi del Quick-FLIC sono stati correlati bene con il Functional Assessment of Chronic Therapy – punteggi generali (r¼0.78). I pazienti con differenti trattamenti ricevuti, prestazioni di status e di salute autovalutati, hanno avuto punteggi significativamente differenti al Quick-FLIC nella direzione prevista (ANOVA; ogni Po0.001). Sono state inoltre soddisfacenti la coerenza interna (Cronbach’s alpha¼0.87) e l’attendibilità test-retest a 2 settimane (correlazione intraclasse ¼0.81). La misura è stata reattiva al cambiamento nello status di salute (Po0.001).
Il Quick-FLIC è una misura valida e attendibile della qualità della vita salute-correlata per I pazienti oncologici. La forma breve accertata dello strumento per la qualità della vita salute-correlata deve essere considerate al fine di ridurre il peso che provano i pazienti nel rispondere ad interminabili questionari.
Quick-FLIC: validation of a short questionnaire for assessing quality of life of cancer patients
A practically useful measure of quality of life should be simple and quick to complete. A shortened Chinese version of the Functional Living Index – Cancer (FLIC) was recently proposed and was called Quick-FLIC. This study aims to assess the measurement properties of the Quick-FLIC. A total of 190 patients who received care from the National Cancer Centre of Singapore completed a questionnaire package at baseline. Patients filled in a retest questionnaire on average 2 weeks after baseline to assess test–retest reliability and responsiveness to change. The Quick-FLIC scores correlated well with the Functional Assessment of Chronic Therapy – General scores (r¼0.78). Patients with different treatment status, performance status and self-rated health had significantly different Quick-FLIC scores in the expected directions (ANOVA; each Po0.001). Internal consistency (Cronbach’s alpha¼0.87) and 2-week test–retest reliability (intraclass correlation¼0.81) were also satisfactory. The measure was responsive to changes in health status (Po0.001). The Quick-FLIC is a valid and reliable measure of health-related quality of life of cancer patients. The shortening of established health-related quality of life instruments should be considered in order to reduce the burden of having patients to answer lengthy questionnaires.
Apolone G, Mosconi P. Journal of Clinical Epidemiology. 1998; 51 (11), 1025-1036
Questo articolo riporta lo sviluppo e la validazione della versione italiana del questionario sullo stato di salute SF-36, utilizzando dati provenienti da sette studi nei quali è stata somministrata la versione italiana dell’SF-36 a più di 7000 soggetti tra il 1991 e il 1995. I risultati empirici provenienti da un ampia gamma di studi e patologie indicano che la prestazione del questionario è stata migliorata da quando la traduzione italiana è stata rivista e che ha raggiunto i requisiti proposti dalla letteratura in termini di fattibilità, parametri psicometrici e interpretabilità. Questo quadro complessivamente soddisfacente rafforza l’idea che l’SF-36 italiano è valido e attendibile quanto lo strumento originale e applicabile e valido in tutte le età, generi e patologie. Le evidenze empiriche provenienti da indagini trasversali che hanno condotto alla versione finale normata con un campione rappresentativo di 2031 individui confermano che le caratteristiche del questionario in termini di costrutti ipotizzati e azioni psicometriche e consegna un quadro migliore della propria validità esterna (i.e., affidabilità e generalizzazione) quando viene somministrato in settings molto vicini alla vita reale.
The Italian SF-36 Health Survey: Translation, validation and norming
This article reports on the development and validation of the Italian SF-36 Health Survey using data from seven studies in which an Italian version of the SF-36 was administered to more than 7000 subjects between 1991 and 1995. Empirical findings from a wide array of studies and diseases indicate that the performance of the questionnaire improved as the Italian translation was revised and that it met the standards suggested by the literature in terms of feasibility, psychometric tests, and interpretability. This generally satisfactory picture strengthens the idea that the Italian SF-36 is as valid and reliable as the original instrument and applicable and valid across age, gender, and disease. Empirical evidence from a cross-sectional survey carried out to norm the final version in a representative sample of 2031 individuals confirms the questionnaire’s characteristics in terms of hypothesized constructs and psychometric behavior and gives a better picture of its external validity (i.e., robustness and generalizability) when administered in settings that are very close to real world.
G. Apolone, A. Filiberti, S. Cifani, R. Ruggiata, P. Mosconi. Annals of Oncology. 1998; 9, 549-557
Background: Nonostante l’elevata quantità di dati disponibili riguardo il questionario EORTC QLQ-C30, ci sono stati scarsi studi focalizzati sui pazienti oncologici sopravvissuti a lungo termine e nessun dato disponibile sulle sue prestazioni nel setting italiano.
Pazienti e metodi: Entro il quadro del progetto volto alla valutazione delle caratteristiche disponibili del questionario HR-QOL in lingua italiana, sono stati somministrati per posta il questionario EORTC QLQ-C30 insieme alla forma breve a 36 item dell’ Health Survey (SF-36) ad un campione di pazienti precedentemente reclutati in due ampio studi clinici multicentrici randomizzati sul tumore mammario precoce e del colon. Le proprietà del questionario sono state valutate utilizzando le tecniche standard psicometriche e analisi di correlazione con variabili cliniche indipendenti e demografiche.
Risultati: Nel campione di pazienti che hanno riconsegnato il questionario oggetto di valutazione l’EORTC QLQ-C30 ha mostrato soddisfacente accettabilità (percentuale di risposta = 64% e una bassa prevalenza di dati mancanti a livello di scale e di item) e le analisi psicometriche hanno confermato la concettualizzazione multidimensionale a livello di convergenza e di validità discriminante.
Inoltre, le scale dell’EORTC QLQ C-30 hanno mostrato una sostanziale concordanza con le omologhe scale dell’SF 36. Alcune variabile sociodemografiche (età, genere, scolarizzazione) e cliniche (tipologia di malattia oncologica) sono state associate con l’HR QOL. Pazienti affette da tumore alla mammella hanno riportato, in media, un peggioramento dei punteggi relativi alla salute fisica, ma dopo alcuni aggiustamenti in base all’età e alla scolarizzazione la maggior parte delle differenze sono scomparse.
Risultati: Queste scoperte confermano la validità e la fondatezza dell’EORTC QLQ C-30 in questo campione di pazienti oncologici italiani sopravvissuti a lungo termine. Sono necessari ulteriori studi di convalida ad hoc per valutare l’importanza in questi particolari pazienti.
Evaluation of the EORTC QLQ-C30 questionnaire: a comparison with SF-36 Health Survey in a cohort of Italian long-survival cancer patients
BACKGROUND: Despite the large amount of data available about the EORTC QLQ-C30 questionnaire, there have been very few studies focussed on long-survival cancer patients, and no data are available on its performance in the Italian setting.
PATIENTS AND METHODS: Within the framework of a project aimed at evaluating the characteristics of available HR-QOL questionnaires in the Italian language, the EORTC QLQ-C30 questionnaire together with the Short Form 36-item Health Survey (SF-36) were mail-administered to a sample of patients previously recruited in two large multicenter randomized clinical trials on early breast and colon cancers. The properties of the questionnaire were evaluated using standard psychometric techniques and correlation analyses with demographic and clinical independent variables.
RESULTS: In the sample of patients who sent back the questionnaires under evaluation, the EORTC QLQ-C30 showed satisfactory acceptability (response rate = 64% and very low prevalence of missing at item and scale level), and the psychometric analyses confirmed the multi-dimensional conceptualisation in terms of convergent and discriminant validity. Moreover, EORTC QLQ-C30 scales showed substantial correlation with the homologous SF-36 scales. Few socio-demographic (age, gender, schooling) and clinical (type of cancer disease) variables were associated with HR-QOL. Breast cancer patients reported, on average, worse physical health-related scores, but after adjustment for age and education, most of the differences disappeared.
CONCLUSIONS: These findings confirm the validity and robustness of the EORTC QLQ-C30 in this sample of long-survival Italian cancer patients. Further ad hoc validation studies are required to evaluate its significance in these particular patients.
Hughes, C., Hwang, B., Kim, J. H., Eisenman, L. T., & Killian, D. J. American Journal of Mental Retardation: AJMR. 1995; 99(6), 623-641
Una lista consensuale di 15 dimensioni e corrispondenze di componenti della qualità della vita è stata derivata dalla letteratura e proposta come modello concettuale.
Sono stati individuati e analizzati ottantasette studi empirici nella ricerca applicata e il modello proposto è stato supportato da 1,243 misurazioni empiriche. Inoltre, gli studi sono stati analizzati in relazione a: a) variabili demografiche, b) tipo di indagine, c) metodo di valutazione, d) proprietà psicometriche delle valutazioni utilizzate, e) dimensioni comuni delle misure investigate e loro frequenza di misurazione.
In base ai risultati, sono state discusse le questioni relative la metodologia, le implicazioni nella politica e nella prassi del settore e suggerimenti per il futuro.
Quality of life in applied research: a review and analysis of empirical measures
A consensus list of 15 dimensions and corresponding components of quality of life was derived from the literature and proposed as a conceptual model. Eighty-seven empirical studies found in the applied research then were analyzed, and the proposed model was found to be supported by 1,243 empirical measures. In addition, studies were analyzed with respect to (a) demographic variables, (b) type of investigation, (c) method of assessment, (d) psychometric properties of assessments used, and (e) common dimensions of measures investigated and their frequency of measurement. Based upon findings, issues regarding methodology, implications for policy and practice in the field, and recommendations for future research were discussed.
Aaronson N., Ahmedzai S., Bergman B., Bullinger M., Cull A., Duez N., Filiberti A., Flechtner H., Fleishman S., De Haes J., Kaasa S., Klee M., Osoba D., Razavi D., Rofe P., Sullivan M., Schraub S., Snneuw K. And Takeda F. Journal of The National Cancer Institute. 1993; 85, 365-376
Background: Nel 1986, l’Organizzazione Europea per la Ricerca e il Trattamento del cancro (EORTC) ha avviato un programma di ricerca per sviluppare un approccio modulare integrato per la valutazione della qualità della vita di pazienti partecipanti a studi clinici internazionali.
Intento: Riportiamo in questa sede i risultati della ricerca sul campo internazionale sulla fattibilità, attendibilità e validità dell’EORTC QLQ-C30, l’attuale questionario principale. Il QLQ-C30 contiene nove scale multi-item: cinque scale funzionali (fisica, di ruolo, cognitive, emozionale e sociale); tre scale sintomatologiche (affaticamento, dolore e nausea e vomito); e una scala di salute globale e qualità della vita. Sono inoltre incluse misurazioni di item individuali per alcuni sintomi.
Metodi: Il questionario è stato somministrato prima della terapia e una volta durante il trattamento di 305 pazienti affetti da carcinoma polmonare non operabile da 13 Paesi. Le variabili cliniche valutate includevano lo stadio della malattia, la perdita di peso, le performance di stato e la tossicità del trattamento.
Risultati: La durata media richiesta per completare il questionario è stata approssimativamente di 11 minuti e la maggior parte dei pazienti non hanno richiesto assistenza nella compilazione. I dati hanno avvalorato la struttura delle scale ipotizzata con l’eccezione del funzionamento di ruolo (attività lavorative e casalinghe), che inoltre è stata l’unica scala multi-item che ha fallito nel soddisfare gli standard minimi di affidabilità (coefficiente alpha di Cronbach coefficient > or = .70) sia prima che durante il trattamento. La validità è stata dimostrata da tre risultati. Primo, mentre tutte le correlazioni interscale sono state statisticamente significative, la correlazione è stata moderata, indicando che le scale sono state valutate con componenti distinti del costrutto della qualità della vita. Secondo, la maggior parte delle misurazioni funzionali e sintomatologiche hanno discriminato chiaramente tra pazienti che differiscono nello status clinico così come definito dall’ Eastern Cooperative Oncology Group per la scala della performance di status, perdita di peso e tossicità del trattamento. Terzo, ci sono stati cambiamenti statisticamente significativi, nella direzione prevista, nel funzionamento fisico e di ruolo, qualità della vita globale, affaticamento, nausea e vomito per i pazienti per i quali le performance di status sono migliorate o peggiorate durante il trattamento. L’attendibilità e la validità del questionario sono state molto coerenti tra i tre gruppi linguistici e culturali studiati: pazienti provenienti da Paesi di lingua inglese, del Nord Europa e del Sud Europa.
Conclusioni: Questi risultati supportano l’EORTC QLQ-C30 come una misurazione valida e attendibile della qualità della vita dei pazienti oncologici nell’ambito delle ricerche cliniche multiculturali. Sono in corso i lavori per esaminare la prestazione del questionario in un maggior campione eterogeneo di pazienti e negli studi clinici al secondo e al terzo stadio.
The EORTC QLQ-C30: a quality of life instrument for use in international clinical trials in oncology
Abstract
BACKGROUND: In 1986, the European Organization for Research and Treatment of Cancer (EORTC) initiated a research program to develop an integrated, modular approach for evaluating the quality of life of patients participating in international clinical trials.
PURPOSE: We report here the results of an international field study of the practicality, reliability, and validity of the EORTC QLQ-C30, the current core questionnaire. The QLQ-C30 incorporates nine multi-item scales: five functional scales (physical, role, cognitive, emotional, and social); three symptom scales (fatigue, pain, and nausea and vomiting); and a global health and quality-of-life scale. Several single-item symptom measures are also included.
METHODS: The questionnaire was administered before treatment and once during treatment to 305 patients with nonresectable lung cancer from centers in 13 countries. Clinical variables assessed included disease stage, weight loss, performance status, and treatment toxicity.
RESULTS: The average time required to complete the questionnaire was approximately 11 minutes, and most patients required no assistance. The data supported the hypothesized scale structure of the questionnaire with the exception of role functioning (work and household activities), which was also the only multi-item scale that failed to meet the minimal standards for reliability (Cronbach’s alpha coefficient > or = .70) either before or during treatment. Validity was shown by three findings. First, while all interscale correlations were statistically significant, the correlation was moderate, indicating that the scales were assessing distinct components of the quality-of-life construct. Second, most of the functional and symptom measures discriminated clearly between patients differing in clinical status as defined by the Eastern Cooperative Oncology Group performance status scale, weight loss, and treatment toxicity. Third, there were statistically significant changes, in the expected direction, in physical and role functioning, global quality of life, fatigue, and nausea and vomiting, for patients whose performance status had improved or worsened during treatment. The reliability and validity of the questionnaire were highly consistent across the three language-cultural groups studied: patients from English-speaking countries, Northern Europe, and Southern Europe.
CONCLUSIONS: These results support the EORTC QLQ-C30 as a reliable and valid measure of the quality of life of cancer patients in multicultural clinical research settings. Work is ongoing to examine the performance of the questionnaire among more heterogenous patient samples and in phase II and phase III clinical trials.