Disturbi del gusto e dell’olfatto nei pazienti oncologici: una revisione esplorativa

 

Sevryugin O., Kasvis P., Vigano M., Vigano A.

Taste and smell disturbances in cancer patients: a scoping review of available treatments

Supportive Care in Cancer (2021) 29:49–66

 

Obiettivo: I disturbi del gusto e dell’olfatto nei pazienti oncologici sono molto comuni, ma spesso sintomi non riconosciuti. Se non affrontati correttamente, possono avere un impatto sullo stato nutrizionale, sul godimento degli alimenti e sulla qualità della vita. Gli strumenti a disposizione dei medici per il trattamento e la gestione delle alterazioni chemiosensoriche sono limitati e sono spesso basati su esperienze cliniche personali. Lo scopo di questo studio era valutare l’attuale letteratura oncologica e palliativa attraverso una revisione esplorativa, al fine di identificare i trattamenti disponibili per le alterazioni del gusto e dell’olfatto nei pazienti oncologici.

Metodi: Sono stati interrogati Medline, Embase, CINAHL, ProQuest Dissertations and Theses, e Google Scholar dall’inizio fino a gennaio 2020, con parole chiave relative ai settori delle alterazioni chemiosensoriche, palliative e della cura del cancro.  Sono state revisionate un totale di 10,718 pubblicazioni in lingua inglese e francese, ottenendo 43 articoli sul tema della ricerca.

Risultati: L’eterogeneità degli articoli selezionati ha determinato difficoltà di interpretazione e di analisi degli elementi di prova disponibili. Le pubblicazioni incluse differivano nella progettazione dello studio, nel campione della popolazione, nei trattamenti antitumorali e nelle misure di valutazione dei disturbi del gusto e dell’olfatto. Sono state descritte un’ampia varietà di opzioni per il trattamento inclusi zinco e polaprezinc, radioprotettori, vitamine e integratori, agenti anti-xerostomia, esercizi di deglutizione attivi, interventi nutrizionali, delta-9-tetraidrocannabinolo e fotobiomodulazione.

Conclusioni: La presente revisione esplorativa identifica lo stato attuale delle conoscenze riguardanti le alterazioni chemiosensoriali nelle cure oncologiche di supporto. Pur non giungendo a conclusioni definitive, questo articolo offre spazi terapeutici da esplorare ulteriormente in studi più ampi e con maggior validità metodologica.

 

Abstract

Taste and smell disturbances in cancer patients: a scoping review of available treatments

Purpose Taste and smell disturbances in patients affected by cancer are very common, but often under-recognized symptoms. If not addressed properly, they may impact nutritional status, food enjoyment, and quality of life. Treatment tools available for clinicians to manage chemosensory alterations are limited and are often based on personal clinical experiences. The aim of this study was to assess current oncological and palliative care literature through a scoping review, in order to identify available treatments for taste and smell alterations in cancer patients.

Methods Medline, Embase, CINAHL, ProQuest Dissertations and Theses, and Google Scholar were searched from inception until January 2020, with subject headings relevant to the domains of chemosensory alterations, palliative, and cancer care. A total of 10,718 English and French language publications were reviewed, yielding 43 articles on the researched topic.

Results The heterogeneity of selected articles led to difficulties in interpretation and analysis of the available evidence. Included publications differed in study design, population sample, anticancer treatments, and measures of assessment for taste and smell disturbances. A broad variety of treatment options were described including zinc and polaprezinc, radio-protectors, vitamins and supplements, anti-xerostomia agents, active swallowing exercises, nutritional interventions, delta-9-tetrahydrocannabinol, and photobiomodulation.

Conclusion This scoping review identifies the current state of knowledge regarding chemosensory alterations within supportive cancer care. Despite not reaching firm conclusions, this article offers therapeutic venues to further explore in larger and more methodologically sound studies.

 

Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32734392/



Solitudine e appartenenza: esplorare le esperienze con la pandemia COVID-19 in psico-oncologia

Schellekens MPJ, van der Lee ML.

Loneliness and belonging: Exploring experiences with the COVID-19 pandemic in psycho-oncology.

Psycho-Oncology.2020;29:1399–1401.

 

Sono state esplorate le esperienze con la pandemia da COVID-19 in pazienti o familiari che hanno cercato aiuto in un istituto di salute mentale di psico-oncologia. Si noti che i membri della famiglia hanno cercato aiuto per se stessi, a volte indipendentemente dal malato di cancro.

Il 12 marzo i Paesi Bassi sono entrati in lockdown. Sette settimane dopo il lockdown, i clienti (pazienti esterni e familiari) sono stati invitati a partecipare ad una indagine sulla pressione psicosociale della pandemia da Covid-19. Nei 274 partecipanti sono stati principalmente diagnosticati disturbi d’ansia (incluso il disturbo post traumatico da stress), disturbi somatici o disturbi depressivi.

La pandemia aggiunge incertezza in molti pazienti, aggiungendo ulteriori preoccupazioni. I timori riguardavano principalmente l’infezione da COVID-19 (50,5%) e la necessità di un trattamento nell’unità di terapia intensiva (58,0%). Molti pazienti hanno dichiarato la preoccupazione di essere soli in ospedale (45,6%) e non essere in grado di dire addio a familiari e amici in caso di morte da COVID-19 (44,5%). I familiari sono risultati principalmente preoccupati di infettare il paziente (65,9%).

Accanto alla paura, la solitudine è risultata essere la preoccupazione principale di molti clienti: il 36.3% dei pazienti e il 41.4% dei membri della famiglia si sentiva più solo di prima della pandemia. Questi sentimenti di solitudine sembravano alimentare le loro preoccupazioni per quanto riguarda il cancro. Le uscite sociali offrivano una gradita distrazione, allontanando i pensieri dal cancro. Ora che se ne sono andati, la loro vita è di nuovo completamente concentrata sul cancro.

Tuttavia, un grande gruppo di pazienti (45,5%) e di familiari (41,5%) si è sentito più a suo agio a causa del lockdown. Il lockdown ha offerto alle persone il tempo di riflettere positivamente sulla loro vita: il 39,8% dei pazienti e il 36,6% dei familiari hanno espresso di essere ora in grado di concentrarsi di più sulle cose davvero importanti per loro.

Per molti clienti, che già soffrivano di problemi mentali a causa del cancro, la pandemia COVID-19 ha causato ulteriori timori. Per altri, la pandemia ha prodotto un senso di pace. Le esperienze positive possono fornire un contributo per aiutare i pazienti e i membri della famiglia a coltivare la resilienza. Ad esempio, i terapisti possono aiutare i loro clienti ad esplorare quali valori sono importanti per loro e come possono vivere secondo questi valori, anche nel caso in cui le loro attività siano limitate a causa del cancro e del lockdown. Per essere preparati ad un futuro lockdown, può essere utile sollecitare i clienti a cercare forme sicure di contatto sociale (online). Questi risultati potrebbero facilitare la comunicazione tra i pazienti e gli operatori sanitari. Quando la paura e i sentimenti di solitudine vengono affrontati e normalizzati, spesso si allevia l’angoscia che li accompagna. In aggiunta, affrontare questi sentimenti potrebbe anche aiutare a indirizzarsi per cercare cure psicologiche, se necessario.

 

Loneliness and belonging: Exploring experiences with the COVID-19 pandemic in psycho-oncology

We explored experiences with the COVID-19 pandemic in patients or family members who sought help at a mental health care institute for psycho-oncology. Note that family members sought help for themselves, sometimes independently from the cancer patient.

On March 12, the Netherlands went into lockdown. Seven weeks after the lockdown, clients (outpatients and family members) were invited to participate in a survey on the psychosocial burden of the COVID-19 pandemic. Clients were mainly diagnosed with an anxiety disorder (including post-traumatic stress), somatic symptom disorder or depressive disorder.

The pandemic adds uncertainty for many patients, leading to additional worries. Their fears mainly concerned getting infected with COVID-19 (50.5%) and requiring treatment on the intensive care unit (58.0%). Many patients worried about being alone in the hospital (45.6%) and not being able to say farewell to family and friends in case of dying from COVID-19 (44.5%). Family members are mainly worried about infecting the patient (65.9%).

Next to fear, loneliness appeared to be a main concern of many clients: 36.3% of patients and 41.4% of family members reported feeling lonelier than before the pandemic. These feelings of loneliness seemed to fuel their worries regarding the cancer. Social outings offered a welcome distraction, leading their thoughts away from cancer. With that gone, their life is completely focused on cancer again.

However, a large group of patients (45.5%) and family members (41.5%) felt more at ease because of the lockdown. The lockdown offered people time to reflect positively on their lives: 39.8% of patients and 36.6% of family members expressed they were now able to focus more on things that are really important to them.

For many clients, who already suffered from mental problems due to cancer, the COVID-19 pandemic caused additional fears. For others, the pandemic created a sense of peace. These positive experiences can provide input for helping patients and family members to cultivate resilience. For example, therapists can help clients to explore what values are important to them and how they can live by these values, also in case their activities are limited due to cancer and lockdown. To be prepared for a future lockdown, it may be helpful to urge clients to seek safe forms of social contact (online). These findings might facilitate communication between clients and health care professionals. When fear and feelings of loneliness are addressed and normalized, it often relieves accompanying distress. Importantly, addressing these feelings might also help to take the step to seek psychological care if needed.

 

 

Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32628307/

 



Fatica cancro – correlata: Linee guida cliniche ESMO per la diagnosi e il trattamento

Fabi A., Bhargava R., Fatigoni S., Guglielmo M., Horneber M., Roila F., Weis J., Jordan K. & Ripamonti C.I.

Annals of Oncology, 2020; 31 (6), 713 – 723

 

Introduzione: La stanchezza è il sintomo più comune sperimentato dai pazienti durante il percorso della malattia oncologica, dalla diagnosi al fine vita, ed è definito come un angosciante, persistente, soggettivo senso di spossamento fisico, con stanchezza emotiva e/o cognitiva o esaurimento legato al cancro o al trattamento del cancro che non è proporzionale alla recente attività fisica e che interferisce con il normale funzionamento della persona. L’affaticamento legato al cancro (CRF) è diverso da altri tipi di affaticamento per la sua gravità e persistenza e per l’incapacità di alleviarlo attraverso il riposo o il sonno. Ne sono affetti circa il 65% dei malati di cancro. L’eziologia del CRF non è stata ancora completamente chiarita, anche se può comportare diversi sistemi fisiologici e i biochimici che, a loro volta, possono variare a seconda del tipo di tumore, dello stadio di malattia e del trattamento. La CRF probabilmente inizia nei muscoli scheletrici a causa di una riduzione progressiva dell’attività fisica (a volte con interruzione fisica), ma anche il cervello svolge un ruolo critico come regolatore centrale della percezione di fatica.

Durante la diagnosi e in tutte le fasi dell’assistenza, dovrebbero svolgersi processi decisionali condivisi tra i pazienti malati di cancro e gli operatori sanitari (oncologi e infermieri specializzati, se disponibili).

 

Diagnosi: Nel tentativo di affrontare ciò che costituisce la CRF, sono stati elaborati e proposti criteri diagnostici specifici per l’inclusione nella Classificazione Statistica Internazionale delle malattie e problemi di salute correlati, 10a edizione (ICD-10). I criteri definiscono la CRF come una sindrome in presenza dei seguenti sintomi specifici: energia diminuita, aumento della necessità di riposo (che è sproporzionato ai cambiamenti nel livello di attività) e sintomi correlati tra i domini fisico, emotivo e cognitivo. I sintomi devono persistere in un periodo di tempo definito e causare un significativo disagio o difficoltà sociali, occupazionali o in altre importanti aree di funzionamento.

 

Screening e valutazione dei rischi: Data la prevalenza della CRF e il suo impatto sul funzionamento dei pazienti oncologici e la loro qualità di vita complessiva (Qol), nonché l’aderenza al trattamento, vi è una conformità tra le linee guida sul fatto che i pazienti oncologici devono essere sottoposti a screening per la presenza dei sintomi della fatigue. Lo screening dovrebbe essere effettuato nell’ambito di una valutazione dei bisogni olistici, a intervalli regolari durante la terapia e la post-terapia e, se possibile, da un infermiere specialista clinico. Inoltre, a causa della sovrapposizione della CRF con la depressione, la diagnosi differenziale deve essere effettuata con strumenti convalidati.

Come esperienza soggettiva, la CRF è misurata nel modo più efficiente attraverso modalità self-report. Al momento non vi è alcuna raccomandazione chiara in merito alla misura soggettiva più appropriata. Più di recente, è stato sviluppato e valutato il questionario multidimensionale Qol (QLQ-FA12) sulla base delle linee guida metodologiche dell’Organizzazione europea per la ricerca e il trattamento del cancro (EORTC).

 

Management

Attività fisica: Vi è una crescente evidenza che l’esercizio fisico può attenuare l’infiammazione sistemica e migliorare la CRF, consentendo ai pazienti con o senza cachessia di essere maggiormente in grado di svolgere le attività della vita quotidiana (ADL) e quindi di migliorare il Qol funzionale. Nonostante le prove significative per l’esercizio nella gestione della CRF, non esiste attualmente una prescrizione precisa e dedicata di esercizio per i pazienti con CRF. Le attuali linee guida di prescrizione dell’attività fisica si concentrano in generale sul benessere generico dei pazienti con cancro, incoraggiando 150 minuti a settimana di esercizio aerobico, due giorni a settimana di esercizi di forza e di flessibilità nei giorni in cui non viene effettuato alcun esercizio aerobico o di resistenza. Alcuni studi hanno suggerito inoltre che i pazienti con cancro che si impegnano in almeno 3/5 ore di attività moderata settimanale possono sperimentare risultati migliori e hanno meno effetti collaterali della terapia antitumorale, tra cui CRF.

 

Tipo di attività fisica: Tra gli esercizi di intensità moderata rientrano la camminata veloce (5km/h), la cyclette con sforzo leggero e gli esercizi svolti in casa. Il “ricondizionamento” di forza e massa muscolare può essere ottenuto attraverso un programma strutturato di esercizi progettato per aumentare la massa muscolare scheletrica e la forza del paziente, migliorando così anche il Qol di questi pazienti. E’ stato dimostrato anche che la forza muscolare e un migliore funzionamento fisico sono significativamente maggiori in pazienti sottoposti ad esercizi combinati di resistenza e aerobici da moderata ad alta intensità. Esempi di esercizi aerobici includono passeggiate, corsa, ciclismo e nuoto. Aerobica, resistenza ed esercizi fisici moderati sono raccomandate nei pazienti con CRF perché forniscono sollievo ai sintomi della depressione, ansia, dolore e migliora la forza muscolare. Le revisioni sistematiche e le meta-analisi dei pazienti con cancro avanzato indicano che i benefici di Qol derivanti dall’attività fisica aumentata possono variare con la fase del cancro, la modalità di trattamento e lo stile di vita corrente del paziente.

 

Trattamenti farmacologici: Diversi studi clinici randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo, di fase II e III che valutano farmaci e interventi nutraceutici per il trattamento di CRF sono stati effettuati in pazienti oncologici durante tutte le fasi della malattia. Tuttavia, questi studi presentano molte limitazioni dovute alla variabilità nei pazienti iscritti ed il tipo di cancro, il tipo di interventi e le scale usate per valutare la CRF.

 

Trattamenti nutraceuticiIndicazioni: Per quanto riguarda l’uso del ginseng Wisconsin, la commissione non ha raggiunto un consenso. L’uso di L-carnitina, coenzima Q10, Astragalus e guaranà non è attualmente raccomandato per il controllo della CRF. Per quanto riguarda l’uso di estratti di vischio, la commissione non ha raggiunto un consenso.

 

Interventi psicosociali: Gli interventi psicosociali per il trattamento della CRF coprono una vasta gamma di vari interventi come la consulenza psicosociale, la psicoterapia o la psicoeducazione e gli interventi mente-corpo. Oltre a comunicare informazioni sulla CRF, gli obiettivi principali degli interventi sono aiutare i pazienti a ristrutturare la loro valutazione cognitiva della CRF, cambiare le loro strategie e comportamenti di coping e affrontare strategie di auto-aiuto o di auto-cura. La maggior parte degli interventi psicosociali possono essere effettuati sia come interventi individuali che di gruppo. Alcuni degli interventi psicosociali sono combinati con l’attività fisica o la formazione. L’informazione e la consulenza sono raccomandate ai malati di cancro e ai loro accompagnatori per aiutarli a comprendere la CRF e per educarli sui modi per prevenire la stanchezza, evitare che diventi una condizione cronica o per gestirla. Anche gli interventi psicoeducativi e la terapia cognitivo-comportamentale sono raccomandati. Gli interventi clinici basati sulla consapevolezza (mente-corpo) vengono indicati come un’opzione per migliorare la stanchezza cancro-correlata, mentre lo yoga sembrerebbe indicato per una miglore qualità della vita e per l’affaticamento cronico nei lungoviventi. Per quanto riguarda l’uso dell’agopuntura, la commissione non ha raggiunto un consenso.

 

Pazienti oncologici anziani e fatigue: Nell’ambiente degli anziani, l’obiettivo della terapia CRF è quello di mantenere l’indipendenza funzionale dei pazienti. L’intervento sulla fatica deve essere personalizzato individualmente. Solo una relazione accurata sulla storia del paziente può identificare la questione rilevante che deve essere trattata. Pochissime prove sul trattamento nell’ECP sono disponibili.

 

Cancer-related fatigue: ESMO Clinical Practice Guidelines for diagnosis and treatment

 

Available at Annals of Oncology online https://www.annalsofoncology.org/article/S0923-7534(20)36077-4/fulltext



Efficacia degli interventi degli esercizi fisici nella modulazione della fatigue cancro correlata tra adulti sopravvissuti al cancro: una meta analisi

Justin C. Brown, Tania B. Huedo-Medina, Linda S. Pescatello, et al. Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention. 2011; 20 (1), 123-133

 

Background: Lo scopo di questa meta analisi era esplorare l’efficacia degli esercizi fisici come un intervento non farmacologico per ridurre la fatigue cancro correlata (CRF) tra adulti sopravvissuti al cancro. E’ stato inoltre investigato come diverse componenti degli esercizi prescritti (Ex Rx), considerazioni metodologiche e caratteristiche soggettive modulino la CRF.

 

Metodi: E’ stata condotta una ricerca sistematica per studi clinici randomizzati utilizzando parole relative a cancro, esercizio e fatigue.

 

Risultati: In totale, 44 studi con 48 interventi qualificati, inclusi 3,254 partecipanti con vari tipi di tumore, stadi di diagnosi, trattamenti ed interventi di esercizi fisici. I sopravvissuti al cancro sottoposti ad esercizi hanno ridotto i loro livelli di CRF di una maggior portata rispetto agli abituali trattamenti di controllo, dþ ¼ 0.31 (95% CI ¼ 0.22–0.40), un effetto che è apparso generale attraverso i vari tipi di cancro. I livelli di CRF sono migliorati in proporzione all’intensità della resistenza dell’esercizio (b ¼ 0.60, P ¼ 0.01), un andamento che è stato più forte in una più alta qualità di studi (b ¼ 0.23, P < 0.05). I livelli di CRF sono stati inoltre ridotti fino ad una grande estensione quando gli interventi sono stati teoricamente guidati(b ¼ 0.48, P < 0.001) o quando i sopravvissuti al tumore erano più anziani (b ¼ 0.24, P ¼ 0.04).

 

Conclusioni: L’esercizio fisico riduce la CFR specialmente in programmi che impiegano un’intensità moderata, esercizi di resistenza tra i sopravvissuti più anziani e quando sono stati guidati dalla teoria che accompagna l’esecuzione degli esercizi.

 

Implicazioni: I risultati indicano che gli esercizi fisici rivolti agli adulti sopravvissuti al cancro dovrebbero essere multidimensionali e individualizzati in base ai risultati sanitari e ai tipi di cancro.

 

Efficacy of exercise interventions in modulating cancer-related fatigue among adult cancer survivors: a meta-analysis.   

 

Abstract

Background: The purpose of this meta-analysis was to explore the efficacy of exercise as a nonpharmacologic intervention to reduce cancer-related fatigue (CRF) among adult cancer survivors. We also investigated how different components of the exercise prescription (Ex Rx), methodologic considerations, and subject characteristics modulate CRF.

Methods: A systematic search for randomized controlled trials was conducted using words related to cancer, exercise, and fatigue.

Results: In total, 44 studies with 48 interventions qualified, including 3,254 participants of varying cancer types, stages of diagnosis, treatments, and exercise interventions. Cancer survivors in exercise interventions reduced their CRF levels to a greater extent than usual care controls, dþ ¼ 0.31 (95% CI ¼ 0.22–0.40), an effect that appeared to generalize across several types of cancer. CRF levels improved in direct proportion to the intensity of resistance exercise (b ¼ 0.60, P ¼ 0.01), a pattern that was stronger in higher quality studies (b ¼ 0.23, P < 0.05). CRF levels also reduced to a greater extent when interventions were theoretically driven (b ¼ 0.48, P < 0.001) or cancer survivors were older (b ¼ 0.24, P ¼ 0.04).

Conclusions: Exercise reduced CRF especially in programs that involved moderate-intensity, resistance exercise among older cancer survivors and that were guided by theory.

Impact: Our results indicate exercise interventions for adult cancer survivors should be multi-dimensional and individualized according to health outcome and cancer type.



Fatigue cancro – correlata e qualità della vita in pazienti con cancro alla prostata avanzato sottoposti a chemioterapia

Andreas Charalambous, Christiana Kouta. BioMed Research International, vol. 2016

 

La fatica cancro – correlata (CRF) è un sintomo comune e debilitante che può influenzare la qualità della vita (QoL) dei pazienti oncologici. L’aumento dei tempi di sopravvivenza sollecita una miglior comprensione di come la CRF influenza la QoL dei pazienti.

Questo lavoro è stato impostato con uno studio trasversale descrittivo riguardante 148 pazienti affetti da cancro alla prostata reclutati casualmente allo scopo di esplorare la CRF e il suo impatto sulla QoL. Gli strumenti di valutazione hanno incluso la Cancer Fatigue Scale, EORTC QLQ-C30, ed EORTC QLQ-PR25. In aggiunta, sono state condotte 15 interviste strutturate di approfondimento. I dati quantitativi sono stati analizzati con analisi regressive semplici e multiple e test di campione indipendenti. I dati qualitativi sono stati analizzati con l’utilizzo dell’analisi del contenuto tematico.

Il 66.9% dei pazienti ha sperimentato la CRF con livelli elevati registrati per la sottoscala affettiva. Sono emerse differenze statisticamente significative tra i pazienti che hanno dichiarato la CRF e bassi livelli di QoL  (media = 49.1) e i pazienti che non hanno riportato la fatigue con alti livelli di QoL (media = 72.1). Le interviste hanno evidenziato il profondo impatto della CRF sulle vite dei pazienti che è stato espresso dai seguenti aspetti: “dipendere dagli altri”, “perdita di potere sul processo decisionale”, “sconvolgimento della vita quotidiana”.

La fatica cancro correlata è un problema rilevante per i pazienti con cancro avanzato alla prostata e influisce sulla loro QoL in svariati modi.

 

Cancer Related Fatigue and Quality of Life in Patients with Advanced Prostate Cancer Undergoing Chemotherapy.

 

Abstract

Cancer related fatigue (CRF) is a common and debilitating symptom that can influence quality of life (QoL) in cancer patients. The increase in survival times stresses for a better understanding of how CRF affects patients’ QoL.

This was a cross-sectional descriptive study with 148 randomly recruited prostate cancer patients aiming to explore CRF and its impact on QoL. Assessments included the Cancer Fatigue Scale, EORTC QLQ-C30, and EORTC QLQ-PR25. Additionally, 15 in-depth structured interviews were performed. Quantitative data were analyzed with simple and multiple regression analysis and independent samples -test. Qualitative data were analyzed with the use of thematic content analysis.

The 66.9% of the patients experienced CRF with higher levels being recorded for the affective subscale. Statistically significant differences were found between the patients reporting CRF and lower levels of QoL (mean = 49.1) and those that did not report fatigue and had higher levels of QoL (mean = 72.1). The interviews emphasized CRF’s profound impact on the patients’ lives that was reflected on the following themes: “dependency on others,” “loss of power over decision making,” and “daily living disruption.”

Cancer related fatigue is a significant problem for patients with advanced prostate cancer and one that affects their QoL in various ways.



Perdita di peso dopo il cancro della testa e del collo: una relazione dinamica con i sintomi depressivi

Julia R. Van Liew, Rebecca L. Brock, Alan J. Christensen, Lucy Hynds Karnell, Nitin A. Pagedar, Gerry F. Funk. Head & Neck. 2017; 39 (2), 370 – 379

 

 

Premesse: La perdita di peso e i sintomi depressivi sono effetti critici del tumore della testa e del collo, sebbene la loro relazione nel decorso della malattia non sia ancora chiara.

 

Metodi: Sono state esaminate le associazioni tra sintomi depressivi auto riportati e l’oggettiva perdita di peso durante l’anno successivo alla diagnosi di tumore della testa e del collo utilizzando le tecniche del modello della curva di crescita (n = 564).

 

Risultati: Lo schema di covariazione reciproca ha fatto emergere dei cambiamenti nei sintomi depressivi nel corso del tempo, che sono stati associati a cambiamenti nello stesso mese della perdita di peso (t [1148] = 2.05; p = .041), e i cambiamenti nella perdita di peso sono stati associati a variazioni nello stesso mese dei sintomi depressivi (t [556] = 2.43; p = .015). Nella misura in cui i sintomi depressivi sono aumentati, i pazienti hanno perso gradualmente più peso rispetto a quanto è stato perso a causa del trascorrere del tempo e vice versa. I risultati suggeriscono inoltre che il dolore e la qualità della vita relativa all’alimentazione potrebbero spiegare la reciproca associazione tra sintomi depressivi e perdita di peso.

 

Conclusioni: Nel tumore della testa e del collo, l’influsso reciproco transazionale tra sintomi depressivi e perdita di peso si evolve nel tempo.

 

Weight loss after head and neck cancer: A dynamic relationship with depressive symptoms

 

Abstract

 

Background. Weight loss and depressive symptoms are critical head and neck cancer outcomes, yet their relation over the illness course is unclear.

 

Methods. Associations between self-reported depressive symptoms and objective weight loss across the year after head and neck cancer diagnosis were examined using growth curve modeling techniques (n = 564).

 

Results. A reciprocal covariation pattern emerged–changes in depressive symptoms over time were associated with same-month changes in weight loss (t [1148] = 2.05; p = .041), and changes in weight loss were associated with same-month changes in depressive symptoms (t [556] = 2.43; p = .015). To the extent that depressive symptoms increased, patients lost incrementally more weight than was lost due to the passage of time and vice versa. Results also suggested that pain and eating-related quality of life might explain the reciprocal association between depressive symptoms and weight loss.

 

Conclusion. In head and neck cancer, a transactional interplay between depressive symptoms and weight loss unfolds over time.