Maggiorana

Maggiorana

 

maggiorana proprietà

Famiglia: Lamiaceae

Genere: Origanum

Specie: Origanum majorana

 

Storia della maggiorana

La maggiorana è una pianta erbacea perenne, diffusa come erba aromatica, appartenente alla stessa famiglia di origano, timo, cumino, anice e finocchio.

Il suo nome scientifico è Origanum majorana ma è conosciuta anche come Majorana hortensis.

 

È originaria dell’Africa settentrionale e in Europa, in Africa e in Asia centrale può crescere anche spontaneamente in quanto favorita dal clima piuttosto caldo. Nelle zone fredde, non riuscendo a sopravvivere alle temperature rigide, viene coltivata come annuale.

 

Il suo utilizzo nella cucina tradizionale mediterranea è molto diffuso e le sue foglie, sia fresche che secche, possono essere usate per speziare qualsiasi alimento.

 

Proprietà nutrizionali della maggiorana

tabella con i valori nutrizionali della maggiorana

Valori nutrizionali della maggiorana

La maggiorana è un’erba aromatica fonte di ferro, betacarotene, beta- criptoxantina, luteina ed oli essenziali.

 

In cucina la maggiorana può sostituire l’uso di sale. Ridurre il consumo di sale favorisce un minore rischio di patologie croniche, come malattie cardiovascolari e tumori.

Le raccomandazioni indicano di non superare i 5 grammi al giorno, in Italia il consumo è ben superiore. Oltre a prediligere alimenti poveri di sale, la sostituzione con erbe aromatiche è un’ottima strategia per far educare il palato a cibi meno salati.

 

Benefici della maggiorana

La maggiorana gode di proprietà antisettiche, antibatteriche e antinfiammatorie. Quest’ultima azione è esercitata soprattutto da una molecola chiamata eugenolo che riduce l’attività della ciclossigenasi, un enzima implicato in patologie come l’artrite reumatoide o patologie infiammatorie intestinali.

 

Molto usati sono gli infusi a base di maggiorana, in grado di combattere nausea e flatulenza.

 

La maggiorana è inoltre una buona fonte di antiossidanti, alleati del sistema immunitario, della salute cardiovascolare e di quella di ossa e denti.

 

I minerali maggiormente presenti sono il calcio e il potassio. Il primo favorisce la salute di ossa e denti, mentre il secondo

 

La porzione di consumo giornaliera standard consigliata è 5 grammi.

 

Interazioni della maggiorana

In caso di gravidanza, menorragia o assunzione di litio bisogna prestare attenzione al consumo di maggiorana.

 

Produzione e Tecnologia della maggiorana

Caratteri botanici della pianta di maggiorana

La maggiorana è una pianta erbacea perenne caratterizzata da un fusto dal portamento eretto, di colore rossastro, che può raggiungere i 60-80 cm di altezza.

 

Le foglie sono opposte, ovato-ellittiche, pelose e verde chiaro-biancastre. I fiori, violacei o rosei, sono riuniti in dense spighette che formano delle pannocchie terminali.

 

La maggiorana viene spesso confusa con l’origano per l’aspetto simile ma il gusto e l’aroma sono molti diversi in quanto la maggiorana non contiene gli oli essenziali propri dell’origano.

 

Coltivazione della maggiorana

Per la sua coltivazione la maggiorana privilegia le posizioni soleggiate e riparate dal vento, i terreni secchi e ben drenati.

Si propaga per semina, da effettuare durante la primavera, o per divisione delle piante accestite, in primavera o dopo la fioritura.

 

La raccolta delle foglie e delle estremità fiorite deve avvenire all’inizio della fioritura, ovvero durante il periodo estivo.

 

Produzione della maggiorana

In seguito alla raccolta le foglie possono essere utilizzate fresche oppure subire diverse tipologie di conservazione quali l‘essiccazione, il congelamento oppure la macerazione in olio e aceto.

L’essiccazione deve essere fatta in un luogo ombroso e ventilato e questa tecnica permette di avere la maggiorana reperibile sul mercato tutto l’anno.

 

Preparazione e Conservazione della maggiorana

In seguito alla sua raccolta è bene lavarla ed asciugarla per poi porla ad essiccare in un luogo asciutto e al riparo dalla luce del sole.

Dopo alcuni giorni le foglie saranno diventate secche e di color verde scuro ed a questo punto potrete sbriciolarle con le mani e conservarle in un barattolo.

 

Potrete utilizzarla in ogni caso sia fresca che secca per dare più sapore alle vostre ricette senza utilizzare sale in eccesso, nella preparazione di salse e nell’accompagnamento soprattutto dei pomodori freschi.

 

La maggiorana è impiegata, oltre che come erba aromatica, nella preparazione di tisane ed infusi.



Timo

Timo

 

timo

Famiglia: Labiatae

Genere: Thymus

Specie: Thymus vulgaris L.

 

Timo: cos’è e varietà

Il timo è una pianta di origine mediterranea e in Italia cresce quasi su tutto il territorio sia spontaneamente sia coltivata.

Le due varietà maggiormente utilizzate in cucina sono il timo vulgaris e il timo limonato, impiegati nei condimenti oppure per la preparazione di salse e piatti a base di pesce. Il timo vulgaris in generale è la varietà di timo più utilizzata, mentre il timo limonato prende il suo nome dall’aroma che emana al profumo di limone.

Tra le altre varietà troviamo anche il timo cedrato, che può essere usato per scopi terapeutici e con l’aroma simile all’origano o alla melissa, il timo erba barona, caratterizzato da un aroma forte e pungente, mangiato dagli animali al pascolo.

 

Proprietà nutrizionali del timo fresco e secco

tabella con i valori nutrizionali del timo fresco e del timo secco macinato
Tabella con i valori nutrizionali del timo fresco e del timo secco macinato.

Valori nutrizionali del timo

Come si può notare dalla tabella, il timo ha un ottimo contenuto di minerali e vitamine.

In particolare tra i minerali spiccano soprattutto il ferro e il calcio; infatti 100 grammi di timo secco contengono 123,6 mg di ferro e 1890 mg di calcio; una quantità minore, ma comunque elevata, è presente anche nel timo fresco.

Anche il potassio e il fosforo sono contenuti in buone quantità.

 

Le vitamine più abbondanti nel timo sono la vitamina E e la niacina. Il timo secco, inoltre, contiene una discreta quantità di retinolo, cioè di vitamina A e di β-carotene, un suo precursore.

Nello specifico il β-carotene è un pigmento vegetale, di colore rosso giallo o arancione, che ha caratteristiche antiossidanti e contrasta l’azione dei radicali liberi.

 

La differenza più evidente tra il timo secco e quello fresco è il contenuto di acqua; infatti per 100 grammi di timo fresco c’è un quantitativo di acqua pari a 69,3 grammi, che scende a 7,8 grammi in quello secco.

 

Il profumo caratteristico del timo è dovuto dal timolo, una componente responsabile delle proprietà balsamiche.

 

Il timo, così come tutte le spezie e le erbe aromatiche, può aiutare a ridurre il consumo di sale, senza rinunciare al gusto. Il consumo di sale, infatti, dovrebbe non superare i 5 g al giorno e ridurne il suo utilizzo è un fattore protettivo nei confronti delle malattie cardiovascolari.

 

Benefici del timo

Il timo ha caratteristiche anti-infiammatorie e antiossidanti. Quest’ultima è data dalla presenza di molecole come il timolo e il b-carotene che contrastano lo stress ossidativo.

 

Questa spezia sotto forma di infuso aiuta a trattare le infezioni delle vie aeree perchè risulta essere antibatterico, caratteristica che è utile anche quando si intinge un batuffolo di cotone nell’infuso di timo e poi si pone sulle ferite per aiutare la rimarginazione aiutandone la cicatrizzazione. Inoltre può essere usato sotto forma di olio essenziale per trattare i muscoli.

 

La porzione standard è 5 grammi, che corrisponde a circa 2 cucchiai di timo secco.

 

Ricordiamo che in 2 cucchiai di timo secco sono presenti 12,4 mg di ferro, superando la dose giornaliera raccomandata (RDA) di questo minerale per gli uomini nella popolazione adulta (che corrisponde a 10 mg); per le donne invece la RDA è fissata a 18 mg.

 

Il consumo di questa erba aromatica inoltre può essere utile in caso di alterazioni del gusto o di anemia sideropenica.

 

Interazioni del timo

Si sconsiglia il suo consumo in soggetti ipotiroidei.

 

Produzione e Tecnologia del timo fresco e secco

Caratteri botanici della pianta di timo

Il timo è una pianta aromatica cespugliosa che riesce a colonizzare terreni aridi e sassosi.

Le foglie sono piccole, poco allungate e ricoperte di peluria. I fiori sono bianchi, rosa o lilla e da questi, ricchi di nettare, si ricava un miele dal sapore intenso.

 

Coltivazione e produzione del timo secco

La semina del timo avviene su un terreno sabbioso; le piantine, una volta cresciute, sono successivamente trapiantate in vasi o in terra piena in zone con molto sole e senza ristagni idrici.

 

A seguito dello sviluppo delle piante, si asportano le foglie e i rametti fioriti facendoli essiccare al vento e all’ombra.

L’essiccazione rende molto accentuato il profumo del timolo, una molecola responsabile delle proprietà balsamiche del timo. Se l’essiccazione viene fatta durante il periodo balsamico della pianta, ovvero nel momento in cui la concentrazione degli oli essenziali all’interno è massima, il profumo risulta ancora più intenso.

 

Stagionalità del timo

Il timo è reperibile in qualsiasi momento sul mercato grazie ai trattamenti a cui viene sottoposto, come l’essiccazione.

 

Preparazione e Conservazione del timo fresco e secco

Il timo, essendo un ingrediente che si abbina bene a tanti prodotti diversi come carne, pesce,verdure e legumi, è molto utilizzato in cucina.

Nel pesce è usato soprattutto con le cotture al forno oppure nei guazzetti, come nell’acqua pazza; per la carne si può usare sia il timo secco che quello fresco per dare un tocco di freschezza ai piatti; si abbina bene anche con i legumi, soprattutto i fagioli, rendendoli più digeribili, e con ortaggi estivi che sono utilizzati anche per zuppe e minestre.

Questa erba aromatica viene usata anche per aromatizzare vini e preparare liquori come il Benedictine.

 

La facilità di abbinare il timo a molti alimenti è dovuta al fatto che il timo non perde il suo aroma durante l’essiccazione, anzi l’essiccazione rende il profumo accentuato.

 

Le proposte di ricetta di FBO con il timo

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Erba cipollina

Erba cipollina

 

erba cipollina

Famiglia: Liliaceae

Genere: Allium

Specie: Allium schoenoprasum L.

 

Storia dell’erba cipollina

L’erba cipollina, il cui nome scientifico è Allium schoenoprasum L., è una pianta perenne originaria dell’Europa, Asia e America del Nord.

 

Deve il suo nome al sapore e all’aroma delicati che ricordano quelli della cipolla.

Infatti di questa pianta sono commestibili sia i fiori sia le foglie.

 

Proprietà nutrizionali dell’erba cipollina

tabella con i valori nutrizionali dell'erba cipollina

I suoi valori nutrizionali

L’erba cipollina è un alimento ricco di proprietà nutritive che sono date soprattutto da vitamine, sali minerali e dal contenuto di acqua presente.

Infatti 100 grammi di erba cipollina contengono 91 grammi di acqua.

 

Tra le vitamine spiccano soprattutto la vitamina C e il beta-carotene, seguiti dalla vitamina E.

 

All’interno troviamo un’altra molecola con potere antiossidante: l’acido glicolico, un acido carbossilico contenuto anche nella frutta utilizzato sia in ambito medico che cosmetico.

 

Tra i sali minerali i principali contenuti in maggior quantità troviamo il potassio, il calcio e il fosforo.

 

I suoi effetti benefici

L’erba cipollina, come accennato sopra, ha un buon contenuto di vitamina C che gli conferisce caratteristiche antiossidanti.

Le stesse proprietà antiossidanti si riscontrano nel beta-carotene ,un pigmento vegetale di colore rosso giallo o arancione.

 

Gli antiossidanti sono molecole che proteggono il nostro organismo dall’effetto dei radicali liberi (ovvero composti reattivi dell’ossigeno) prodotti normalmente durante il metabolismo cellulare che, se in eccesso, possono provocare stati patologici.

 

Questa pianta aromatica, inoltre, apporta altri benefici a livello dei minerali e delle vitamine che contiene.

Infatti, il potassio presente agisce regolando la pressione arteriosa mentre tra le vitamine, oltre alla C precedentemente citata, i folati svolgono una funzione positiva a livello gestazionale e la vitamina K nella coagulazione del sangue.

 

L’erba cipollina inoltre è ricca di fibre che contrastano l’ipercolesterolemia e contribuiscono a regolare l’assorbimento degli zuccheri.

 

Il suo consumo è indicato in caso di alterazione del gusto, un possibile effetto collaterale derivante dal trattamento oncologico.

 

La porzione standard consigliata per le piante aromatiche è di 5 grammi.

 

Produzione e Tecnologia dell’erba cipollina

Caratteri botanici della pianta

La pianta dell’erba cipollina presenta un bulbo ovale rivestito da tuniche grigio-brune che giunto a maturità forma bulbilli (spicchi).

 

Le foglie, che hanno una lunghezza che può arrivare a 40 centimetri, hanno forma cava e cilindrica; sono molto aromatiche, infatti quando vengono tagliate rilasciano un aroma simile a quello delle foglie della cipolla o del porro.

 

I fiori presentano una colorazione che va dal rosa al violetto e nell’insieme assumono forma globosa.

 

Cresce in località fredde-temperate. In Italia cresce spontanea in numerose regioni, soprattutto in zone umide fino a 2500 metri di altitudine.

 

Coltivazione della pianta

Le piante si ottengono mediante semina.

Una volta spuntati i ciuffetti si dovranno trapiantare in un vaso con un terreno più ricco di nutrienti per favorire la crescita della pianta e successivamente, per ultimarla, porla in un terreno soleggiato.

 

La raccolta consiste nel recidere le foglie alla base. Le foglie, una volta raccolte, possono essere consumate fresche.

 

L’erba cipollina ha una caratteristica comune a tutte le piante appartenenti al genere allium: contiene l’alliina, una molecola che sprigiona il suo profumo pungente nel momento in cui si taglia la pianta. Tuttavia questo aroma viene perso con la cottura.

 

Stagionalità dell’erba cipollina

Sul mercato si trova soprattutto nei mesi primaverili (aprile-maggio).

 

Preparazione e Conservazione dell’erba cipollina

Nella preparazione delle portate è consigliabile utilizzare le foglie crude in modo da sfruttare al meglio tutte le proprietà evitando che si disperdano con la cottura.

Questa pianta può aromatizzare alimenti come insalate, minestre, piatti di pesce e formaggi morbidi.

 

Si consiglia di consumare la pianta fresca per godere al meglio di tutte le sue proprietà aromatiche e organolettiche, tuttavia è possibile conservarla congelando la piantina tagliata ad anelli in piccoli sacchetti chiusi.



Salvia

Salvia

 

salvia

Famiglia: Lamiaceae

Genere: Salvia

Specie: Salvia officinalis L.

 

La Salvia officinalis L. o salvia comune è originaria delle zone dell’Europa meridionale caratterizzate da un clima mite.

 

Specie di salvia

Ne esistono due specie.

La prima è la Salvia officinalis, specie selvatica, in cui rientrano le cultivar Salvia officinalis “Albiflora” (con fiori bianchi, considerata la migliore per un uso culinario) e la Salvia officinalis “Purpurascens” (con fiori rossi, foglie un po’ dure, ottima per le sue proprietà terapeutiche).

 

L’altra specie è la Salvia sclarea, caratterizzata da foglie cuoriformi e fiori di colore azzurro-bianco, dotata di aromi particolari e per questo usata come pianta ornamentale.

 

La salvia si può trovare in commercio come spezia sia fresca, sia secca macinata.

 

Proprietà nutrizionali della salvia fresca e della salvia secca

tabella con i valori nutrizionali della salvia fresca e della salvia secca macinata
Tabella con i valori nutrizionali della salvia fresca e della salvia secca macinata.

Valori nutrizionali della salvia fresca e della salvia secca

Da come si può notare in tabella la salvia secca (macinata) presenta un quantitativo maggiore, a parità di peso, di macronutrienti e sali minerali rispetto alla salvia fresca, in quanto con l’essicazione i nutrienti si concentrano.

 

La salvia è un’ottima fonte di calcio e potassio e presenta anche un buon contenuto di potassio e ferro; è inoltre molto ricca di carotenoidi.

 

Le foglie della salvia contengono un olio essenziale composto da tujone (fino al 50%), canfora, cineolo, borneolo, linalolo, β-terpineolo e β-cariofillene, che conferiscono alla pianta il tipico aroma.

 

Benefici della salvia

La salvia è ricca di antiossidanti, molecole che proteggono il nostro organismo dall’azione dei radicali liberi (ovvero composti reattivi dell’ossigeno che se in eccesso possono essere dannosi).

 

Oltre a questa caratteristica, anche i prodotti della salvia come l’olio hanno effetti benefici. Esso infatti agisce positivamente sulla memoria e su patologie associate ad essa come l’Alzheimer. L’olio di salvia inoltre è formato da composti con proprietà antinfiammatorie, antimicotiche, toniche, antiallergiche, antisettiche etc.

 

La porzione giornaliera di consumo consigliata è 5 grammi di salvia.

 

Il consumo di questa erba aromatica potrebbe essere d’aiuto per contrastare le alterazioni del gusto, effetto collaterale derivante dal trattamento oncologico.

 

Interazioni della salvia

I soggetti che assumono antidiabetici, anticonvulsivanti e sedativi devono prestare attenzione al consumo della salvia. In generale, per evitare controindicazioni, sarebbe meglio non eccedere con le dosi.

 

Produzione e Tecnologia della salvia fresca e secca

Caratteri botanici della salvia

È una specie perenne che può raggiungere anche un metro di altezza formando dei veri e propri cespugli.

 

Il fusto inizialmente è di colore verde, a sezione quadrangolare e molto ramificato; con il tempo poi diventa legnoso. Le foglie sono ovali-lanceolate, di colore grigio-verde, persistenti in inverno, ricche di oli essenziali che conferiscono alla pianta il caratteristico aroma. I fiori invece, si trovano principalmente nella parte terminale dello stelo, hanno una corolla violacea e fioriscono in primavera.

 

Coltivazione della salvia

La salvia è una pianta presente in tutte le regioni italiane e richiede un clima mite (è infatti una specie termofila ed eliofila) e non tollera gli inverni lunghi e freddi.

Per il terreno è preferibile una concimazione azotata che permette di aumentare la produzione e di prolungare la vita del salvieto fino a 4-5 anni.

 

La semina viene effettuata all’inizio della primavera, al coperto ad una temperatura di 18°C e la germinazione avviene dopo 1-2 settimane. Si può anche seminare in tarda primavera, in campo aperto quando la temperatura rimane sopra i 7°C.; la germinazione in questo caso avviene dopo 2-3 settimane.

La semina può essere diretta o effettuata attraverso un trapianto di plantule o di talee radicate; in quest’ultimo caso l’operazione va effettuata su piccole superfici durante il mese di agosto. Il periodo ottimale di trapianto è quello compreso tra ottobre ed aprile nel meridione, ad aprile al settentrione.

 

Produzione della salvia fresca e della salvia secca

Il periodo migliore per raccogliere, conservare ed essiccare le foglie (e le sommità floreali) è compreso tra maggio e luglio, ovvero al momento della fioritura e nel periodo balsamico più intenso.

 

Le foglie vengono separate dai fusti e si lasciano essiccare in luogo ombroso e ventilato ad una temperatura di 35°C-45°C.

Nelle foglie il contenuto di olio è compreso tra 0,2-0,35% sul prodotto fresco e, per ridurre al minimo le perdite di frazione volatile, la temperatura di essiccazione non deve superare 45°C.

Una volta essiccate, le foglie vengono macinate e conservate in vasetti di vetro sigillati.

 

Preparazione e Conservazione della salvia fresca e secca

Le foglie di salvia fresche sono caratterizzate da un colore vivace e prive di macchie nere o giallognole.

Prima dell’uso devono essere strofinate con un panno umido e possono essere conservate in frigorifero per diversi giorni avvolte in un tovagliolo.

 

Le foglie essiccate invece (intere, macinate o in polvere) vengono conservate in un contenitore chiuso ermeticamente in luogo fresco, buio ed asciutto per circa 6 mesi.

La salvia, una volta essiccata, acquista un aroma più intenso, perdendo la componente leggermente amara delle foglie fresche.

 

È una delle spezie maggiormente utilizzate in cucina per aromatizzare carne, pesce, minestre e verdure.

Generalmente viene usata da sola in quanto copre le altre spezie in virtù del suo aroma inteso, ciò consente anche di ridurre l’utilizzo di sale in una preparazione alimentare. Il sale infatti rappresenta un fattore di rischio per molte malattie croniche, tra cui ipertensione e tumori.



Menta

Menta

 

varietà di menta

Famiglia: Lamiaceae

Genere: Mentha

Specie: Mentha spicata

 

Storia della menta

Il genere Mentha comprende piante originarie dell’Europa, appartenenti alla famiglia delle Lamiaceae, la cui coltivazione iniziò nel 1750 in Inghilterra e da lì si diffuse in Asia, in Nord America ed in Australia.

 

E’ una pianta molto diffusa, coltivata in quasi tutte le parti del mondo a clima temperato, nota per la produzione di un olio essenziale di cui sono ricche le ghiandole situate sotto l’epidermide delle foglie.

 

Varietà di menta

In natura esistono specie differenti di menta, ciascuna con specifiche proprietà e un differente aroma.

 

Le più note sono:

 

– Mentha piperita, è la varietà di menta più conosciuta, dall’aroma molto intenso e balsamico. Si usa in tisane, decotti ed è la varietà di menta scelta per la produzione dello sciroppo e dei liquori. La pianta raggiunge i 70 cm, con fusto legnoso.

Ne esistono diverse sottovarietà: come la menta nera, pianta molto rustica e la menta bianca, varietà più rinomata per il suo aroma.

 

– Mentha gentilis ha un gusto meno pronunciato e per questo è ottima come spezia in cucina.

 

– Mentha arvensis, varietà campestre dalle foglie ricoperte da peluria, tipica di zone sub montane.

 

In commercio è possibile trovare sia la menta fresca che la menta secca.

 

Proprietà nutrizionali della menta

tabella con i valori nutrizionali della menta fresca e della menta secca
Tabella con i valori nutrizionali della menta fresca e menta secca.

Valori nutrizionali della menta fresca e menta secca

Le foglie della menta ne rappresentano la parte commestibile e hanno un apprezzabile contenuto di fibra e proteine, mentre presentano un basso contenuto lipidico.

 

Presentano, inoltre, un buon contenuto di vitamine, soprattutto del gruppo B, di vitamina C e E e di sali minerali, come potassio, calcio, fosforo e ferro.

 

Dall’olio essenziale di questa pianta si ricava il mentolo, composto ampiamente utilizzato in ambito alimentare, farmaceutico e cosmetico.

 

La menta secca, contenendo un minor quantitativo di acqua rispetto alla fresca, a parità di peso presenta una maggior concentrazione di nutrienti.

 

Benefici della menta

La menta ha caratteristiche rinfrescanti e gode di proprietà antiossidanti. Quest’ultima caratteristica è da riconoscere alla vitamina C contenuta in questa pianta che, oltre a neutralizzare l’azione dei radicali liberi, innalza le difese immunitarie.

 

Anche i minerali, come il potassio e il calcio che sono quelli presenti in quantità maggiore, hanno una funzione positiva. Nello specifico il calcio influenza positivamente la salute di ossa e denti e il potassio regola la pressione arteriosa.

 

La porzione giornaliera consigliata per la menta è 5 grammi.

 

La menta fresca per aromatizzare l’acqua potrebbe essere utile per combattere la disidratazione e per contrastare il gonfiore sottocutaneo o edema.

 

Interazioni della menta

I soggetti con reflusso gastroesofageo o che assumono farmaci trasformati dal fegato o la ciclosporina devono prestare attenzione al consumo di menta.

 

Produzione e Tecnologia della menta

Caratteri botanici della pianta di menta

La menta è una pianta erbacea perenne con radici rizomatose che si sviluppano profondamente nel terreno.

E’ un genere polimorfo, ovvero di aspetto molto variabile a seconda della specie.

 

Il fusto ha una lunghezza variabile da 30 cm fino ad un metro; può avere una colorazione che va dal verde al violetto; in genere molto ramificato ed a sezione quadrangolare.

Le foglie, nella maggior parte delle specie contengono ghiandole ricche di oli essenziali che conferiscono il caratteristico aroma. Sono semplici, di colore verde più o meno intenso, opposte, per lo più lanceolate e ricoperte da una leggera peluria.

I fiori sono portati da infiorescenze disposte a capolino o a spicastro (insieme di fiori inseriti all’ascella delle foglie disposte a corona sui nodi, molto ravvicinati simili ad una spiga) con fiori lobati tipici della famiglia.

 

Coltivazione della menta

La menta è una pianta che cresce in climi diversi da ritrovarsi dall’Alaska al Kenya, ma è più frequente in zone con primavera fredda e umida e estate calda e asciutta. Da qui ne deriva che può crescere in pieno sole e in zone ombreggiate, anche se una maggiore luminosità favorisce una maggiore formazione di oli essenziali.

La quantità di oli essenziali è influenzata positivamente dalle temperature: maggiore è la temperatura, maggiore sarà la produzione di oli essenziali.

 

La menta può essere coltivata sia in vaso, sia in terra e richiede delle annaffiature regolari e generose soprattutto durante il periodo estivo.

E’ importante evitare di bagnare le foglie in quanto l’evaporazione favorisce la dispersione degli oli essenziali.

 

La menta non ha particolari esigenze in fatto di terreno, l’importante è che si tratti di un terreno fertile ricco di humus, poroso, a pH neutro o leggermente acido (pH 6-7), ben drenante per evitare i ristagni idrici; sono assolutamente da evitare terreni pesanti ed argillosi.

Essendo una pianta che ha necessità di sostanza organica nel terreno, è bene rinnovare il terriccio ogni 2-3 anni considerando che si tratta di una pianta longeva e dalla crescita abbondante.

 

Produzione della menta

Le foglie di menta si possono raccogliere tutto l’anno, anche al momento della piena fioritura, per lo più nel mese di agosto, hanno il maggior contenuto di oli essenziali e di mentolo libero e un basso contenuto in mentone, altro componente dell’olio essenziale, che conferisce però un odore aspro.

 

Una volta raccolta va consumata allo stato fresco oppure essiccata all’aria e all’ombra, infatti anche secca mantiene il suo aroma.

 

Stagionalità della menta

La menta è sempre reperibile sul mercato essendo una pianta perenne.

 

Preparazione e Conservazione della menta

La menta è più aromatica appena colta ma può essere essiccata, sia con un essiccatore, sia ponendo i rami in un luogo asciutto e arieggiato.

Le foglie secche vengono impiegate soprattutto nella preparazione di tisane e del tè alla menta.

 

È un’erba aromatica diffusa nelle cucine di tutto il mondo. In genere in cucina non si usa la Mentha piperita per l’aroma troppo marcato, ma la varietà di Menta spicata. Viene impiegata per aromatizzare insalate, frittate, torte salate e verdure.

 

Può essere impiegata anche per preparare infusi o per aromatizzare l’acqua naturale, insieme eventualmente a limone o lime, per rendere più gradevole l’acqua, specialmente nella stagione calda.