Tamarindo
Famiglia: Fabaceae
Genere: Tamarindus
Specie: Tamarindus indica L.
Cos’è il tamarindo
Il tamarindo è il frutto del Tamarindus indica, pianta appartenente alla famiglia delle Papilionacee, anche detta delle Fabacee o delle Leguminose; la caratteristica di questa famiglia è quella di produrre come frutti dei baccelli contenti semi.
È un albero sempreverde nativo dell’Africa che si trova in tutte le aree subtropicali del mondo, ovvero Africa, Asia del Sud, Sud America e Caraibi.
Proprietà nutrizionali del tamarindo
Tamarindo valori nutrizionali
Il tamarindo è fonte di beta-carotene (18 µg in 100 g), acido tartarico e diversi fitocomposti.
La polpa del frutto è composta di acqua per il 31%, per il 57% di zuccheri, per il 3% da proteine e per il 5% da fibre.
Anche il contenuto di grassi è ragguardevole, 0,6%.
Tamarindo benefici
Il tamarindo ha molti componenti che apportano benefici all’organismo.
Le sue fibre aiutano a proteggere l’intestino da sostanze cancerogene e aiutano a ridurre il colesterolo. Il potassio aiuta invece a controllare la frequenza cardiaca e a ridurre la pressione.
Infine, l’acido tartarico è un potente antiossidante, così come diverse proteine presenti in questo frutto. Secondo i più recenti studi condotti, gli antiossidanti del tamarindo, in particolare dei semi, possono intervenire efficacemente nel rallentamento dei processi degenerativi che portano all’invecchiamento dell’organismo causato dai responsabili del danno ossidativo.
La polpa del tamarindo è da tempo utilizzata nella medicina popolare come lassativo, digestivo e rimedio a problemi al fegato e alla cistifellea. Viene inoltre consigliata contro le sindromi da raffreddamento, la febbre, la nausea in gravidanza e i vermi intestinali nei bambini. Le molecole presenti nel tamarindo esercitano inoltre una blanda azione antibatterica e antimicotica.
Tamarindo e interazioni
Devono prestare attenzione i soggetti che assumono aspirina e ibuprofene in quanto il tamarindo potrebbe interferire con essi.
Produzione e Tecnologia del tamarindo
Caratteri botanici della pianta di tamarindo
Il tamarindo è un albero sempreverde tipico delle zone tropicali, con fusti poco sviluppati e con rami che raggiungono anche i 25 metri di altezza.
Le foglie sono alterne, paripennate, brevemente picciolate, di colore verde lucido nella pagina superiore e pallido in quella inferiore. Le foglioline sono piccole (meno di 3 cm), in numero di 10-12 paia, di colore verde-chiaro, opposte, ravvicinate, oblunghe, ottuse e glabre. I fiori sono grandi, giallo-verdastri, irregolari, riuniti in infiorescenze a racemo.
Il frutto è un baccello dal guscio legnoso ma fragile di colore nocciola, indeiscente (ovvero non si apre spontaneamente a maturazione avvenuta), dalla forma quasi cilindrica e dalle estremità arrotondate, liscio in superficie, lungo 10-15 cm, largo 2 cm.
Il periodo di fioritura nella maggior parte delle aree solitamente avviene in primavera e i frutti vengono raccolti tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate.
La pianta fruttifica tra i 7 e i 12 anni dopo la semina e la rendita dei baccelli si stabilizza intorno ai 15 anni.
Il tamarindo predilige un clima caldo, terreni acidi argillosi misti di terriccio e sabbia; è sensibile al gelo e non cresce bene sotto i 7°C.
La polpa di tamarindo
Del frutto viene utilizzata la polpa che, opportunamente purificata mediante dissoluzione in acqua bollente, viene setacciata e il liquido ottenuto si concentra a bagnomaria o posto al sole ad essiccare.
La polpa di tamarindo può essere utilizzata come frutta essiccata, per la preparazione di bevande e sciroppi e per uso medico.
Stagionalità del tamarindo
La maturazione del tamarindo avviene nel periodo di fine primavera e inizio estate.
Preparazione e Conservazione del tamarindo
Nel nostro Paese e in tutto il mondo occidentale viene poco considerato come alimento.
A livello domestico, la polpa dei frutti di tamarindo veniva estratta dai baccelli o silique mediante un processo di purificazione che consisteva nell’immergere la polpa in acqua bollente.
Il liquido in cui si era disciolta la polpa veniva poi passato con un setaccio di crine e lasciato concentrare a fuoco lento fino a trarne un estratto molle, una massa nerastra di sapore decisamente acido. Ancora oggi l’estratto è ampiamente usato nella medicina tradizionale sia come lassativo, sia come antidiarroico.
I decotti e gli oli essenziali di tamarindo, oltre che come antimalarici e antimicrobici, vengono utilizzati comunemente per numerose infezioni.