Anacardo
Famiglia: Anacardiaceae
Genere: Anacardium
Specie: Anacardium occidentale L.
Storia degli anacardi
L’anacardo (Anacardium occidentale L.) è un albero da frutta tropicale originario dell’Amazzonia in Brasile. La pianta poi si è diffusa in India, Sudamerica, Europa e, non temendo la siccità viene coltivata anche in Asia e in Africa.
Nel mondo i Paesi produttori sono 32 e attualmente i principali produttori sono India, Brasile, Mozambico, Tanzania e Nigeria.
Tipi di anacardo
Non esistono vere e proprie cultivar, la distinzione avviene in base alla colorazione del pomo, gialla o rossa, e in base alla tipologia commerciale, americana e indicum.
L’anacardio americano è caratterizzato da un pomo grosso e succoso, mentre l’anacardio indicum è dotato di un pomo piccolo, utilizzato esclusivamente per la sua noce.
Proprietà nutrizionali dell’anacardo
Valori nutrizionali dell’anacardo
Dal punto di vista nutrizionale gli anacardi sono ricchi di grassi, per la maggior parte monoinsaturi.
Una porzione di anacardi apporta anche proteine, carboidrati complessi e fibra alimentare.
A livello di micronutrienti i più presenti sono fosforo, magnesio e vitamina K.
Benefici dell’anacardo
Gli acidi grassi monoinsaturi contenuti negli anacardi hanno proprietà protettive nei confronti della salute cardiovascolare e il loro consumo, in base ad una revisione condotta dall’EFSA, sarebbe in grado di promuovere l’aumento dei livelli di colesterolo HDL, comunemente chiamato “colesterolo buono”.
Gli anacardi potrebbero inoltre favorire la salute delle ossa grazie al magnesio contenuto nei loro semi, che aiuta anche a controllare il tono nervoso e muscolare combattendo così pressione alta, spasmi muscolari, emicrania, tensioni e affaticamento.
Il consumo di questo alimento risulta utile nel caso di perdita di peso o perdita di appetito causata dalle terapie oncologiche.
La porzione consigliata è di 30 grammi, che corrisponde a 3 cucchiai rasi di anacardi.
Per questo vi consigliamo di consumarli nelle giuste quantità e non considerarne esclusivamente il loro contributo calorico, in quanto apportano nutrienti di alta qualità.
Interazioni dell’anacardo
Gli anacardi contengono però anche ossalati che, in concentrazioni elevate, possono causare la formazione di calcoli; per questo motivo il loro consumo potrebbe essere sconsigliato in caso di problemi a reni o cistifellea.
Il loro consumo inoltre potrebbe interferire con l’azione di farmaci antidiabetici.
Produzione e Tecnologia degli anacardi
Caratteri botanici degli anacardi
L’anacardo è un albero tropicale che può raggiungere anche i 15 metri di altezza e tollera temperature fra i 5° e i 45°C.
La pianta trova il su habitat naturale nei Paesi tropicali e non necessita di molta acqua, dimostrando una forte resistenza alla siccità, ma è bisognosa di luce, tanto che non fruttifica nelle parti di chioma ombreggiate.
Nelle zone tropicali vicino all’equatore la coltivazione dell’anacardio si spinge oltre ai 1000 metri di altitudine, invece nelle aree subtropicali più distanti arriva ai 600 metri.
Presenta una caratteristica forma di fruttificazione, ovvero fornisce un doppio frutto intimamente unito: uno è il frutto fresco, chiamato la “mela d’anacardio“ (in Brasile “mela di acagiù”), e uno è il frutto secco, chiamato la “mandorla o nocciola d’anacardio“ (in Brasile “noce di acagiù o mandorla di acagiù”) che la pianta custodisce all’interno di una noce.
La mela d’anacardio dal punto di vista botanico è un falso frutto in quanto nasce dall’ingrossamento del peduncolo fiorale, arriva a raggiungere le dimensioni di una mela e ha una superficie liscia, sottile e fragile, con un colore che varia dal giallo al rosso vivo e con una massa polposa ma fibrosa.
La mandorla o nocciola d’anacardio invece è il vero frutto ed è una noce reniforme provvista di un duro pericarpo, contenente un seme oleoso e commestibile.
Produzione degli anacardi
La produzione dei frutti va da novembre a gennaio.
La raccolta avviene alla fine della stagione secca, a cui segue una procedura di lavorazione dei frutti molto complessa.
Il seme viene staccato dal frutto, bollito e fritto in olio vegetale, scolato e spremuto per ricavarne il succo che viene bevuto dopo essere stato leggermente fermentato. Successivamente, si estrae la noce dal seme, a mano, con un martelletto.
Una volta estratte, le noci sono essiccate in forno a 250°C. Il seme infatti contiene un olio irritante che deve essere eliminato con il calore prima che il seme possa essere estratto con molta cura per evitare di contaminarlo.
Dopo tre giorni, si toglie la pellicola che le avvolge e si mettono di nuovo le noci ad asciugare al sole. Solo a questo punto, gli anacardi sono pronti per essere tostati. La produzione è così complessa che solo il 10% dei frutti arriva alle fasi di trasformazione e al confezionamento.
Inoltre l’anacardo è un frutto che tende a irrancidire molto facilmente per cui, per ben conservarlo, occorre limitare il contatto con l’aria.
Stagionalità dell’anacardo
In Italia l’anacardo è reperibile sul mercato tutto l’anno.
Preparazione e Conservazione dell’anacardo
Sono venduti crudi e salati. Se sono confezionati viene indicata la data di scadenza.
Tuttavia, dopo aver strappato la confezione, gli anacardi devono essere mangiati durante il giorno, anche se messi in frigorifero, e in generale non possono essere conservati per più di pochi giorni.
Dal punto di vista della conservazione, bisogna sottolineare come tale alimento si caratterizza per una buona percentuale di grassi che spesso possono subire l’irrancidimento.
Di conseguenza, dopo averli comprati bisogna provvedere alla conservazione in un posto piuttosto fresco, privo di luce e asciutto.
Per quanto riguarda la conservazione in frigo, si consiglia di utilizzare sempre un contenitore con chiusura ermetica e, in questo modo, possono durare anche fino ad un anno. In caso contrario, si può sempre provvedere alla conservazione in freezer.
Si suggerisce anche di frullare gli anacardi utilizzando un robot da cucina oppure un normale frullatore.
In questo modo si ottiene un vero e proprio burro di anacardi che si può consumare specialmente al mattino a colazione, magari spalmandolo su delle fette di pane integrale tostate.
In alternativa si possono aggiungere uno o due cucchiaini di anacardi ad una bella insalata fresca. Infine, dopo averli fatti a granelli, tali semi si possono aggiungere allo yogurt, oppure si possono sfruttare come una vera e propria impanatura.
Le nostre proposte di ricette
- Frullato di mango, banana e anacardi
- Rollo di rombo e salmone con anacardi tostati asparagi e olio di Lino