Alimentazione Paziente Oncologico

La nutrizione gioca un ruolo in molti aspetti dello sviluppo e del trattamento dei tumori.

 

Le buone pratiche nutrizionali, con un’adeguata alimentazione, possono aiutare il paziente oncologico a mantenere o migliorare il peso in funzione dei trattamenti a cui è sottoposto.

 

L’alimentazione nel paziente oncologico può offrire un aiuto concreto nella gestione di alcuni sintomi e migliorare nel complesso la qualità della vita.

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1) Qual è il tuo Indice di Massa Corporea (IMC)*?
a) 18,5 - 24,9b) 25 - 30c) > 30

*L’IMC è il rapporto tra il peso corporeo espresso in Kg e il quadrato dell’altezza espressa in metri. Es. peso: 50 kg; altezza: 1,50 m à BMI=50/(1,50)2=22

 

2) Quanto tempo dedichi all’attività fisica durante la settimana?
a) Più di 150 minuti a settimanab) Tra i 50 e i 150 minuti a settimanac) Meno di 50 minuti a settimana

 

3) Quante porzioni di frutta e verdura consumi ogni giorno?
a) Da 3 a 5 porzionib) Da 1 a 3 porzionic) Nessuna

 

4) Quante porzioni di carne rossa consumi a settimana?
a) Da 0 a 1 porzioneb) Da 2 a 3 porzionic) Più di 3 porzioni

 

5) Quante porzioni di salumi consumi a settimana?
a) Da 0 a 1 porzioneb) 2 – 3 porzionic) Più di 3 porzioni

 

6) Quante volte a settimana consumi alimenti integrali?
a) Tutti i giornib) Poche volte a settimanac) Mai

 

7) Quante Unità Alcoliche* (vino, birra, superalcolici) assumi al giorno?

Selezionare in base al sesso:
a) Da 0 a 1 U.A. al giorno (DONNA)b) Da 2 a 3 U.A. al giorno (DONNA)c) Più di 3 U.A. al giorno (DONNA)a) Da 0 a 2 U.A. al giorno (UOMO)b) Da 3 a 4 U.A. al giorno (UOMO)c) Più di 4 U.A. al giorno (UOMO)

*1 Unità Alcolica = 125 ml di vino = 330 ml di birra = 40 ml di superalcolico

 

8) Quante volte a settimana consumi alimenti industriali confezionati (chips, merendine, croissant ecc.) e/o bevande zuccherate?
a) Maib) Qualche volta a settimanac) Tutti i giorni

 

9) Durante l’anno, quando ti esponi al sole, quante volte ti capita di ustionarti?
a) Maib) 1 – 2 voltec) Spesso

 

10) Sei un fumatore?
a) Non sono un fumatoreb) Ho smesso, ma prima lo eroc) Sono un fumatore

 

 

Maggioranza di risposte A

Complimenti!

Il tuo stile di vita è in linea con le nuove linee guida su dieta, nutrizione, attività fisica e cancro del World Cancer Research Fund (che trovi su questo sito alla sezione – IN FOLLOW UP – Dieta e stili di vita dopo i trattamenti).

Sei a conoscenza che una dieta sana e ben bilanciata si basa su un elevato consumo di alimenti di origine vegetale ricchi in fibre come frutta e verdura, cibi integrali e legumi, e un ridotto consumo di carni rosse e lavorate, alimenti ad alta densità calorica e alcol.

Le tue sane abitudini alimentari, il mantenimento del normopeso, lo stile di vita attivo, l’astensione dal fumo e la corretta esposizione solare ti aiuteranno a mantenere più basso possibile il rischio di patologie tumorali e di altre patologie croniche. Continua così!

 

Maggioranza di risposte B

C’è sempre tempo per migliorare!

Prova a introdurre piccoli cambiamenti nel tuo stile di vita: consuma almeno 5 porzioni tra frutta e verdura ogni giorno, magari aggiungendo la frutta a colazione o preferendola come spuntino, e non dimenticare mai le verdure ai pasti principali; riduci il consumo di carni rosse e lavorate a 1 porzione a settimana, dando preferenza a legumi e pesce azzurro; limita le bevande alcoliche ad 1 bicchiere al giorno se sei donna e 2 se sei uomo.

Evita di fumare e prova a fare qualche camminata in più durante la settimana.

Inoltre non dimenticare mai la crema solare quando sei in vacanza!

Per avere uno stile di vita sano e ridurre al minimo il rischio di patologie tumorali di altre patologie croniche segui le nuove linee guida del World Cancer Research Fund (che trovi su questo sito alla sezione – IN FOLLOW UP – Dieta e stili di vita dopo i trattamenti).

 

Maggioranza risposte C

Devi assolutamente migliorare il tuo stile di vita!

Le tue abitudini non salutari, come il fumo e l’elevato consumo di carni rosse e lavorate, di alcol e il sovrappeso e l’obesità, possono aumentare il rischio di patologie tumorali.

Le nuove raccomandazioni su dieta e cancro del World Cancer Research Fund (che trovi su questo sito alla sezione – IN FOLLOW UP – Dieta e stili di vita dopo i trattamenti) suggeriscono invece di aumentare il consumo di alimenti di origine vegetale, ricchi in fibre e nutrienti preziosi, alternando il più possibile durante la settimana le varie fonti proteiche: prova a sostituire una bistecca con del pesce azzurro o con una porzione di legumi, anche piccoli cambiamenti possono fare la differenza!

L’elevata assunzione di bevande alcoliche è correlata ad 8 tipi di tumori: riducine il consumo per abbassare il tuo rischio.

Non stare fermo, ma inizia a fare qualche piccolo passo, nel vero senso della parola! Le maggiori società scientifiche internazionali consigliano 150 minuti di attività fisica moderata a settimana (camminata, nuoto, attività domestiche) oppure 75 minuti di attività fisica vigorosa (corsa, ciclismo, aerobica).

Riduci gradualmente il numero di sigarette che fumi a settimana ed esponiti al sole sempre solo dopo aver applicato la protezione solare.

1. Il modo di cucinare può influire sullo sviluppo del tumore?

I metodi di cottura ad alte temperature, come la cottura alla brace o alla griglia, favoriscono la produzione di composti potenzialmente cancerogeni come le amine eterocicliche e gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA).

Tuttavia una grigliata ogni tanto non basta per farci ammalare!
È bene limitare la frequenza delle grigliate alle occasioni veramente importanti, evitando una cottura eccessiva della carne e sempre rimuovendo le parti carbonizzate. Sarebbe inoltre opportuno scartare tagli di carne molto grassi che, colando sulla brace, danno origine a fiammate, e al contatto con la carne determinano una maggior produzione di sostanze tossiche.

L’utilizzo di marinature a base di erbe aromatiche può contribuire a ridurre la produzione degli IPA in cottura. Se si include nel pasto una porzione di frutta e verdura, ricche in antiossidanti e fibre, si può attenuare l’effetto ossidante della carne alla brace, riducendo al minimo i tempi di permanenza nell’intestino di eventuali sostanze tossiche.

Un altro metodo a rischio risulta essere la frittura, durante la quale si produce acrilamide, una sostanza potenzialmente cancerogena per l’uomo. Sebbene non ci siano ancora dati certi, le autorità scientifiche consigliano di limitarne il consumo. Quindi frittura occasionalmente, utilizzando preferibilmente olio d’oliva o olio di arachidi, poiché più stabili alle alte temperature, grazie al loro contenuto elevato in acidi grassi monoinsaturi.

Contrariamente a ciò che si è soliti pensare, la cottura al microonde non risulta essere pericolosa per la salute e non provoca il cancro.

Il cibo scaldato al microonde non è radioattivo, perché produce radiazioni a bassa energia e non ionizzanti. Anzi, nella cottura al microonde alcuni cibi, cuocendo senza acqua e in breve tempo, conservano maggiormente il loro contenuto in micronutrienti e fitocomposti.

In generale le cotture preferibili sono quelle al vapore, al forno, al microonde e in padella con acqua, per tempi brevi.

 

2. Esistono indicazioni alimentari specifiche in base alla tipologia di tumore?

Si, esistono indicazioni alimentari specifiche per tipologia di tumore. Ogni tipo di tumore rappresenta infatti una patologia a sé stante con specifiche caratteristiche, risulta quindi fondamentale adattare le strategie nutrizionali alla sede tumorale, al trattamento farmacologico e agli eventuali effetti collaterali da esso provocati.

Tuttavia il cancro è una patologia nella quale entrano in gioco numerosi fattori strettamente legati alle caratteristiche dell’individuo che valgono per qualsiasi tipo di tumore: dieta, attività fisica, peso corporeo, fumo. A tal proposito sono state elaborate dal Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro 10 raccomandazioni generali  valide sia per la prevenzione che durante la malattia.Ci sono ovviamente tumori più sensibili all’effetto del cibo, come confermato dal grande studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition), e sono quelli che colpiscono l’apparato gastrointestinale. Tuttavia sappiamo che l’alimentazione influisce in generale sullo stato dell’intero organismo, promuovendo o meno lo sviluppo della malattia in qualsiasi altra sede.

Ricordiamo inoltre che per ogni tipo di tumore ci sono tanti altri fattori, oltre l’alimentazione, che possono aumentare il rischio di insorgenza, quali il sesso, l’età, la predisposizione genetica. Per saperne di più consulta la sezione “Indicazioni su dieta e stili di vita per sede tumorale”.

 

3. Cosa fare per perdere peso durante la terapia ormonale?

Per recuperare il normopeso durante la terapia ormonale è fondamentale avere uno stile di vita sano e attivo. Per prima cosa è importante svolgere attività fisica di qualsiasi tipo, purchè diventi un’abitudine quotidiana: camminata, cyclette, nuoto, ballo… iniziando a piccole dosi, 20-30 minuti ad esempio, per poi aumentare gradualmente, secondo il grado di allenamento, la durata e l’intensità.

Per smaltire i chili di troppo è importante inoltre intervenire sull’alimentazione, specie dopo la menopausa, quando l’organismo tende maggiormente all’accumulo di massa grassa. Diamo quindi un taglio agli zuccheri semplici contenuti in dolci, succhi di frutta e alcolici, che non saziano, ma apportano solo calorie vuote, alimentando i depositi di grasso.Risulta importante strutturare la giornata a tavola secondo le regole del “Piatto Sano”, un’innovazione della piramide alimentare studiata per prevenire e combattere le malattie della società del benessere, tra le quali il cancro. Il “Piatto Sano” si suddivide in 4 parti: verdure e ortaggi, frutta di stagione, cereali e derivati, preferibilmente integrali e fonti proteiche animali (pesce, carne bianca, uova, formaggi freschi magri) o vegetali (legumi), privilegiando le seconde alle prime. Da limitare invece carni rosse, insaccati e formaggi stagionati, poiché ricchi di grassi saturi e sale. I condimenti consigliati sono olio extra vergine di oliva e spezie, da ridurre invece il consumo di sale, grassi animali e salse troppo elaborate.

Vanno sempre evitati i rimedi “fai da te” e sarebbe sempre meglio rivolgersi ad uno specialista della nutrizione per un piano nutrizionale personalizzato.

 

4. Esistono cibi anti-tumorali?

Nessun alimento da solo è in grado di proteggerci da una malattia multifattoriale come il cancro o al contrario di provocarne l’insorgenza. Sono la qualità, la quantità e la frequenza degli alimenti che riescono a modulare il rischio neoplastico, quello che si chiama “pattern alimentare”, come la Dieta Mediterranea. Diete ricche di fibre e vegetali sembrano avere un ruolo protettivo, mentre un eccessivo consumo di carni rosse, insaccati e cibi ipercalorici, abuso di alcol, sovrappeso, obesità e scarsa attività fisica fanno lievitare il rischio di un tumore.

Il consumo regolare di fibra è infatti associato in maniera convincente ad una riduzione del rischio di tumore del colon-retto. Risulta fondamentale quindi aumentare il consumo di cereali integrali, verdura, frutta e legumi per coprire il fabbisogno di fibra raccomandato, pari a circa 25-30 grammi al giorno.

Tuttavia alcuni alimenti, grazie alla presenza di preziose molecole, risultano avere un particolare effetto protettivo. Carote, pomodori, peperoni, zucca, anguria e albicocche contengono tante varietà di carotenoidi, micronutrienti che sembrano proteggerci dal tumore del polmone, tuttavia le evidenze sono ancora limitate.

Il WCRF ha recentemente evidenziato che bere abitualmente caffè può ridurre il rischio di cancro al fegato ed endometrio. Latte e yogurt inoltre rappresentano un probabile fattore di riduzione del rischio di cancro del colon-retto, sia per gli uomini sia per le donne.

 

5. È vero che l’aloe ha un’azione anti-tumorale?

No, non esistono studi scientifici che dimostrano un ruolo anti-tumorale dell’aloe. Le teorie secondo le quali questa pianta sarebbe in grado di curare molti tipi di tumore, anche quelli in fase avanzata, non sono scientificamente dimostrate. Sono tutt’ora in corso ricerche sugli effetti di alcuni composti contenuti in questa pianta, ma non c’è ancora nessun dato sull’uomo.

Non esistono ad oggi prove certe che l’aloe e i suoi derivati siano in grado di eliminare o ridurre gli effetti collaterali delle terapie oncologiche, come i danni cutanei da radioterapia o la mucosite. Tuttavia l’utilizzo a livello cutaneo di gel a base di aloe non è pericoloso e può essere utile per curare piccole ferite e lievi ustioni.È importante sottolineare che i principi attivi della pianta possono talvolta causare notevoli disturbi all’organismo, specialmente a carico del sistema gastrointestinale, come ad esempio diarrea, dolore addominale, nausea e vomito, provocati soprattutto dalla presenza di antrachinoni, molecole con potente azione lassativa. I derivati dell’aloe possono oltretutto interferire con altri principi attivi di farmaci o integratori a base di erbe, provocando ad esempio problemi alla coagulazione del sangue. Inoltre i soggetti allergici a cipolla, aglio, tulipani e piante simili, se utilizzano prodotti a base di aloe, sono a rischio di reazioni incrociate.

Capsule, compresse e sciroppi a base di aloe possono provocare nell’organismo gravi effetti collaterali. È assolutamente sconsigliato e pericoloso sospendere la terapia oncologica o assumere contemporaneamente questa sostanza o suoi derivati. Prima dell’utilizzo quindi si consiglia sempre di consultare il medico.

 

6. Il latte va evitato dopo un tumore?

No, non esistono evidenze scientifiche che il latte e i suoi derivati debbano essere esclusi dalla dieta in caso di tumore. Al contrario ci sono evidenze che mostrano come questi alimenti (nelle quantità raccomandate dalle linee guida) sembrano avere un moderato effetto protettivo. Ad oggi quindi non esiste alcuna dimostrazione che il consumo di latte e derivati, in quantità adeguate, possa contribuire alla comparsa o alla progressione della malattia.

Tuttavia si raccomanda di avere prudenza con i derivati del latte, in particolar modo i formaggi stagionati, più ricchi di grassi saturi e sale. Le linee guida per la popolazione italiana suggeriscono 1-2 porzioni al giorno tra latte e yogurt, dove una porzione è costituita da 125 g, e 2 porzioni di formaggi a settimana, preferendo quelli freschi e magri, con un contenuto di grassi inferiore al 25%, possibilmente a ridotto contenuto di sale, facendo sempre attenzione al contenuto presente in etichetta.

 

7. Gli zuccheri possono influire sullo sviluppo del tumore?

Non ci sono evidenze che dimostrano una relazione diretta tra il consumo di zucchero e l’insorgenza di cancro, tuttavia lo zucchero rappresenta un fattore di rischio oncologico indiretto: l’eccesso di zuccheri semplici può cioè favorire lo sviluppo di sovrappeso e obesità, a loro volta direttamente implicati in molte patologie cronico degenerative tra le quali 12 tipi di tumori.

Non c’è differenza inoltre tra zucchero bianco, di canna o grezzo. Lo stesso vale per sciroppo d’acero o d’agave, miele, malto e fruttosio: in fatto di zuccheri semplici quello che conta è la quantità, che andrebbe sempre tenuta sotto controllo. I dolcificanti artificiali, come l’aspartame, non apportano calorie, ma neppure benefici sostanziali, in quanto non aiutano l’organismo ad abituarsi al gusto meno dolce. Le bevande dolci inoltre (come le bevande gassate, il tè freddo e i succhi di frutta) hanno un ruolo cruciale nell’aumento del peso, soprattutto se consumate con regolarità. Il consiglio per la prevenzione di sovrappeso e obesità, e quindi indirettamente di molti tipi di cancro, è quello di non consumarle.Infine, altre fonti di zuccheri semplici che andrebbero limitate sono rappresentate da yogurt aromatizzati, biscotti, dolciumi vari e creme spalmabili. L’unica fonte di zuccheri che fa eccezione è la frutta, poiché grazie alla presenza di fibra, micronutrienti e fitocomposti influisce positivamente sulla salute.

Non ci sono quindi dati scientifici tali da consigliare l’esclusione completa dello zucchero dalla dieta, neppure da quella dei pazienti oncologici. In generale è bene provare ad abituarsi ad un gusto meno dolce, riducendo gradualmente l’aggiunta di zucchero (da qualsiasi fonte) nel tè o nel caffè fino alla completa eliminazione, o ancora sostituendo gli yogurt aromatizzati con quelli bianchi senza zuccheri, aggiungendo eventualmente frutta fresca e secca.

 

8. Quali sono le proprietà della soia e che ruolo ha nello sviluppo di un tumore?

La soia rappresenta una delle più abbondanti fonti di proteine vegetali, con una concentrazione del 37% rispetto al contenuto totale. I benefici che questo legume apporta sono attribuibili ai fitoestrogeni (isoflavoni, cumestani e lignani), molecole con struttura chimica e funzione molto simile agli estrogeni femminili. La soia ne contiene circa 100 tipi differenti tra i quali genisteina, daidzeina e gliciteina.

I fitoestrogeni sono contenuti in piccole concentrazioni in diversi altri alimenti di origine vegetale come legumi, cereali integrali e verdure. Questi composti sembrano avere un ruolo vantaggioso per il sistema cardiovascolare nel modulare i livelli plasmatici di colesterolo, in particolar modo agendo sulla frazione LDL, ovvero quello “cattivo”.Il ruolo dei fitoestrogeni nello sviluppo del tumore è ancora molto dibattuto. In studi in vitro ed in vivo si sono osservate interessanti proprietà di questi composti, specialmente nei confronti dei tumori ormono-correlati: essi infatti sembrerebbero in grado di ridurre i livelli di ormoni sessuali, contrastando quindi lo stimolo alla proliferazione cellulare. Alcuni dati, al contrario, suggeriscono un probabile ruolo dei fitoestrogeni nella promozione del tumore o nell’interazione con gli effetti della terapia, ma non ci sono conferme.

Alcuni degli effetti sulla salute della soia possono dipendere dalla capacità del singolo individuo di convertire, nel tratto digestivo, l’isoflavone daidzeina nella sua forma attiva, l’equolo. Tale attività dipende dalla composizione del microbiota intestinale, quindi la capacità dei fitoestrogeni di ampliare o ridurre l’effetto degli estrogeni endogeni può cambiare notevolmente da soggetto a soggetto.

In attesa di ulteriori dati, gli esperti non ne vietano l’assunzione, neppure per chi ha avuto un tumore al seno. L’uso di integratori dietetici a base di fitoestrogeni non risulta necessario. Comunque in caso di assunzione il Ministero della Salute suggerisce un apporto giornaliero di fitoestrogeni non superiore agli 80 mg al giorno. In ogni caso è sempre bene rivolgersi al proprio medico oncologo prima dell’assunzione di qualsiasi integratore.

 

9. Esiste una relazione tra consumo di poliammine degli alimenti e rischio di recidiva?

Il ruolo delle poliammine nel rischio di recidiva non è ancora del tutto chiaro. Le poliammine sono molecole organiche essenziali in numerosi processi fisiologici, quali l’invecchiamento cellulare, la resistenza allo stress, la crescita e la morte cellulare.

Le poliammine presenti nel nostro organismo provengono da tre fonti diverse: gli alimenti, la sintesi ad opera dei batteri intestinali e la sintesi cellulare. È noto che vi sia un aumento della sintesi di poliammine nei tumori dei tessuti epiteliali e che esse siano assolutamente necessarie per il processo di crescita tumorale, ma il loro ruolo nella genesi del cancro non è ancora del tutto chiaro.Tuttavia, non risultano ancora studi clinici riguardanti il rischio di recidiva nell’uomo. L’esclusione di alimenti contenenti poliammine (arance, pompelmi, pomodori, melanzane, peperoni, molluschi bivalvi e frutti tropicali) dalla dieta di chi si è ammalato, tanto meno da quella di soggetti sani, non è ritenuta necessaria fino a quando non verrà giustificata da solide basi scientifiche.

 

10. L’acrilamide aumenta il rischio di cancro?

È probabile che l’acrilamide aumenti il rischio di cancro, ma gli studi sull’uomo sono ancora insufficienti per dare una risposta certa. L’acrilamide è una sostanza che si forma dalla reazione tra alcuni zuccheri e l’aminoacido asparagina, durante la cottura di alimenti che contengono amido (patate, biscotti, cereali, pane, caffè ecc.) ma solamente a temperature molto alte, come la frittura, la cottura in forno o alla griglia per periodi prolungati. Secondo l’EFSA, autorità europea per la sicurezza alimentare, tra gli adulti i cibi consumati a più alto contenuto di acrilamide sono i prodotti fritti a base di patate (fino al 49% dell’assunzione totale), seguiti dal caffè (34%) e dal pane morbido (23%).

Il fumo di sigaretta e alcuni ambienti di lavoro (industria della carta, industria tessile, fonderia, costruzioni) sono un’ulteriore fonte di acrilamide.L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato l’acrilamide tra i “probabili cancerogeni per l’uomo“, mentre l’EFSA, pur dichiarando che il rischio è molto basso, invita a limitarne il consumo, visto che non esiste una dose soglia al di sotto della quale si può stare completamente tranquilli.

La conservazione, la lavorazione e il metodo di cottura degli alimenti possono influenzare notevolmente la formazione di acrilamide e la conseguente esposizione: ad esempio mettere in ammollo le patate prima della cottura può ridurre anche del 40% la formazione di acrilamide.

Nella vita quotidiana si può ridurre la formazione di questo composto adottando piccoli accorgimenti: 1) Prediligere modalità di cottura a basse temperature, quali bollitura, cottura al vapore o in padella con acqua; 2) limitare ad occasioni saltuarie il consumo di alimenti fritti o cotti alla griglia; 3) scartare le parti bruciate dei cibi.

Una dieta bilanciata riduce in genere il rischio di esposizione ai potenziali rischi alimentari. Seguire una dieta equilibrata, con una più ampia varietà di alimenti, ad es. legumi, pesce, verdura e frutta, oltre a prodotti amidacei che possono contenere acrilammide, può aiutare i consumatori a ridurre l’assunzione di questa sostanza.

 

11. La dieta vegetariana: consigliata dopo un tumore?

Non ci sono specifiche indicazioni all’adozione di una dieta vegetariana dopo il tumore. Sicuramente gli esperti concordano sul fatto che l’aumento del consumo di alimenti di origine vegetale, per il loro elevato contenuto di composti protettivi e di fibra, apporti benefici sia in prevenzione che durante la malattia.

I ricercatori del progetto EPIC hanno concluso che non c’è una relazione diretta tra quantità di carne rossa, uova o latticini consumati e rischio di sviluppare un cancro del seno, mentre esiste con altri tipi di tumore, come quello del colon (soprattutto in relazione alla carne rossa e alla carne lavorata e conservata).Il maggior consumo di vegetali, specialmente di verdure a foglia verde, sembrano in generale contrastare l’insorgenza della malattia. Nel 2015 in uno studio della Loma Linda University è emerso che i vegetariani hanno un rischio ridotto del 22% di sviluppare qualsiasi tipo di cancro del colon-retto rispetto ai non vegetariani: sicuramente la fibra, contenuta in abbondanza nei vegetali, gioca il suo importante ruolo protettivo in questa patologia.

Tuttavia non è indispensabile eliminare totalmente gli alimenti di origine animale dalla dieta, ma sicuramente se ne consiglia una riduzione in favore di alimenti di origine vegetale, e in particolare di ridurre il consumo di carni rosse e lavorate. Il WCRF  suggerisce di non consumare più di 500 grammi alla settimana di carne rossa e di contenere il consumo di carne conservata in genere.

 

12. Quali sono le interazioni tra cibi e farmaci antitumorali?

Ad oggi c’è ancora molto da scoprire sull’interazione tra alimenti o singoli nutrienti e terapie oncologiche. Uno degli alimenti che influenza maggiormente l’azione di molti farmaci, tra i quali gli antitumorali, è il pompelmo: sia intero che spremuto, aumenterebbe la biodisponibilità del principio attivo, determinando un effetto di sovradosaggio. Questa azione è esercitata da un gruppo di sostanze in esso contenute, le furanocumarine, in grado di inattivare in maniera irreversibile un enzima coinvolto nel metabolismo dei medicinali, provocando effetti collaterali anche gravi. La gravità dell’effetto dipende dall’individuo, ma già un bicchiere da 200 ml di succo o il frutto intero sono in grado di causare un’interazione.

La composizione dei pasti o specifici alimenti possono ridurre, aumentare o ritardare l’assorbimento di alcuni farmaci chemioterapici orali, interagendo con i meccanismi di trasporto e i sistemi enzimatici intestinali. La concentrazione ematica dell’etoposide orale ad esempio è ridotta del 50% quando assunto con succo di pompelmo; la contemporanea somministrazione dell’erlotinib e di pasti iperproteici o di alcuni vegetali richiede invece un aumento della dose del farmaco per ottenere la stessa efficacia. La disponibilità di lapatinib, farmaco impiegato nel tumore al seno, aumenta del 167% se assunto a stomaco pieno e i pasti ricchi in grassi ne aumentano i livelli del 325%.Anche specifici nutrienti possono interagire con i farmaci antitumorali: ad esempio i cibi ad alto contenuto di tiramina (formaggi, insaccati, carni e pesce affumicati o in salamoia, lievito, bevande alcoliche, frutta troppo matura, latte non pastorizzato, crauti, fave) devono essere evitati durante il trattamento con Procarbazina.

Altre sostanze sono invece in grado di migliorare la risposta al trattamento: i folati (presenti nelle verdure a foglia verde, crucifere, agrumi, frutta secca, cereali integrali, legumi) sembrano ridurre gli effetti tossici del Metotrexate.

Tuttavia ancora molto c’è da valutare riguardo l’interazione tra cibo e farmaci antitumorali. Poiché queste interferenze, molto complesse e non generalizzabili, possono aumentare il rischio di fallimento terapeutico e di effetti collaterali, risulta opportuno durante la terapia seguire attentamente le indicazioni contenute nel foglietto illustrativo del farmaco e rivolgersi al proprio oncologo prescrittore per qualsiasi dubbio riguardante le possibili interazioni del medicinale con cibi e bevande.

 

13. Cosa sono gli antiossidanti e che ruolo hanno?

Per “antiossidanti” si intende una classe di sostanze in grado di difendere il nostro organismo dall’azione dei radicali liberi o “specie reattive dell’ossigeno”, entità molecolari molto reattive e instabili.  Essi infatti sono in grado di sottrarre elettroni o atomi di idrogeno ad altre molecole organiche, compromettendone la funzione e sono responsabili, se prodotti in eccesso, della condizione di “stress ossidativo”, ovvero di squilibrio tra produzione ed eliminazione di specie chimiche ossidanti, associata all’insorgenza di moltissime patologie e implicata nei processi di invecchiamento cellulare.

Molti altri fattori contribuiscono all’incremento della produzione di radicali liberi nell’organismo: lo stress psicofisico, l’esercizio fisico intenso, il fumo, l’alcol, i farmaci, l’inquinamento, la prolungata esposizione solare, gli sbalzi termici, gli additivi, le sostanze tossiche presenti negli alimenti o sviluppatesi durante la cottura.Le cellule si difendono dalla produzione di queste molecole dannose attraverso diverse sostanze antiossidanti, alcune delle quali prodotte endogenamente dall’organismo, come la superossido dismutasi, la catalasi e il glutatione, altre provenienti dalla nostra dieta. Tra questi ultimi troviamo la vitamina C, la vitamina E, il licopene, il betacarotene, i polifenoli, la luteina, il selenio, contenuti principalmente in alimenti di origine vegetale come frutta e verdura. Ognuna di queste sostanze ha delle caratteristiche chimiche e biologiche differenti, pertanto i benefici per la salute sono dovuti alla loro azione sinergica. La loro concentrazione inoltre varia da alimento ad alimento e il loro effetto può essere influenzato dalla cottura e dalla conservazione dei cibi.

Alimenti conservati o cotti per lungo tempo presentano infatti una quantità notevolmente inferiore di queste sostanze rispetto ai prodotti freschi. L’assunzione di alimenti fonti di antiossidanti svolge un ruolo importante per la prevenzione di patologie cardiovascolari, tumori e malattie legate all’invecchiamento. L’adozione di una dieta varia, ricca specialmente in frutta e verdura, fornisce all’organismo la quantità di antiossidanti necessaria.

L’uso di supplementi a base di antiossidanti non risulta necessario, a meno che non vi siano carenze accertate. Queste molecole infatti, se assunte in eccesso, possono diventare addirittura pericolose per la salute. Prima di iniziare un’integrazione quindi, si consiglia sempre di consultare il parere del proprio medico.

 

14.Quali benefici apportano gli alimenti integrali per la prevenzione dei tumori?

Il consumo regolare di alimenti integrali apporta notevoli benefici per la salute. I cereali integrali, a differenza di quelli raffinati, mantengono tutte le componenti del chicco, conservando tutti i nutrienti in esso presenti, quali vitamine, minerali, proteine, grassi buoni (quando presente anche il germe) e fibre.

Queste ultime, del tipo insolubile, non vengono digerite dal nostro organismo e hanno la capacità di assorbire acqua, svolgendo diverse azioni vantaggiose: rallentano lo svuotamento gastrico, aumentando il senso di sazietà; aumentano il volume e la morbidezza delle feci; rallentano e diminuiscono l’assorbimento di zuccheri e grassi, riducendo l’indice glicemico dell’alimento; riducono il contatto tra la mucosa intestinale e composti potenzialmente dannosi; stimolano la crescita di microrganismi benefici per l’organismo; vengono fermentate dal microbiota intestinale producendo composti protettivi.La quantità giornaliera di fibra raccomandata dalla SINU equivale a circa 25 grammi al giorno per un adulto medio. Già con un’assunzione giornaliera di 10 grammi di fibra alimentare, sembra ridursi del 10% il rischio di tumore del colon-retto. Gli alimenti integrali inoltre, a più basso indice glicemico, sono associati a riduzione della circonferenza vita e del grasso addominale.

Per raggiungere la quota giornaliera di fibre raccomandata è opportuno:

  • consumare almeno una volta al giorno cereali integrali, specialmente in chicco;
  • consumare 2-3 porzioni di verdura al giorno (400 g); 2 porzioni di frutta al giorno; almeno 3 porzioni di legumi a settimana; 1 porzione di frutta secca in guscio al giorno (30 gr).

 

15. Dieta mediterranea e dieta vegetariana a confronto: quale scegliere?

A causa delle crescenti evidenze che dimostrano il legame tra un elevato consumo di carni rosse e lavorate e l’aumento del rischio di tumore al colon e di altre patologie, l’interesse nei confronti della dieta vegetariana è sicuramente aumentato.

La dieta vegetariana si suddivide in latto-ovo vegetarianesimo, che ammette il consumo di vegetali, latte, formaggi, uova, ma non di carne e pesce; il latto-vegetarianesimo, che esclude anche le uova; il veganismo, che elimina tutti i prodotti animali e prevede il consumo esclusivamente di alimenti vegetali.La dieta mediterranea si basa sul consumo prevalente di alimenti di origine vegetale come cereali integrali e derivati, verdura, legumi, frutta e sulla riduzione del consumo di alimenti ricchi di grassi saturi come carne (specialmente rossa e lavorata) e formaggi, a favore invece dei grassi insaturi, contenuti nel pesce e nell’olio extra vergine di oliva.

I due modelli alimentari hanno in comune diversi punti: sono entrambe ricchi in fibre, antiossidanti e grassi monoinsaturi, e assicurano un basso apporto di grassi saturi. Ad oggi non abbiamo molti dati sulle due diete a confronto e sul loro effetto nel tempo sullo stesso gruppo di soggetti. Sembrerebbero entrambe efficaci nella riduzione del peso corporeo e della percentuale di grasso, e svolgono tutte e due una funzione protettiva, riconducibile ai preziosi nutrienti che entrambe apportano all’organismo.

Sicuramente l’elevato consumo di alimenti vegetali e di fibre a discapito di quelli animali, ricchi di grassi saturi, caratteristiche riscontrabili in entrambi i modelli, svolge un ruolo fondamentale per la prevenzione di patologie cardiovascolari, diabete, obesità e cancro.

 

16. Che ruolo ha la carne nell’insorgenza dei tumori?

Nessuna patologia, neppure il cancro, è causata soltanto dal consumo di un singolo alimento. Anche la carne mangiata con moderazione non è nociva per la salute dell’uomo e apporta inoltre importanti nutrienti. Tuttavia esagerare porta spiacevoli conseguenze di salute ed ambientali.

Secondo la comunità scientifica, esiste una correlazione consistente tra aumento del rischio di cancro al colon ed elevato consumo di carne rossa e carne lavorata e conservata. I motivi per cui il consumo eccessivo di carne rossa aumenterebbe il rischio di tumore al colon sono ancora da definire: tra i meccanismi proposti, vi è il possibile ruolo del ferro eme, ferro in forma libera che può portare alla formazione di radicali liberi e attivare fattori di trascrizione e citochine proinfiammatorie.Un altro fattore importante sembra essere la cottura della carne, in particolare la cottura alla brace e alla griglia, durante le quali possono prodursi composti potenzialmente cancerogeni come amine eterocicliche e idrocarburi policiclici aromatici.

Nelle nuove raccomandazioni per la prevenzione del cancro il WCRF suggerisce di non superare le 3 porzioni di carne rossa a settimana e di consumare solo occasionalmente quella conservata (salumi, insaccati, affettati).

È bene inoltre preferire i metodi di cottura al vapore, al forno o in padella, limitando le grigliate ad occasioni saltuarie, evitando una cottura eccessiva della carne e rimuovendo sempre le eventuali parti carbonizzate.

 

17. Quali sono le fonti di proteine vegetali?

I gruppi di alimenti fonte di proteine vegetali sono i legumi, i cereali, la frutta secca a guscio, i semi oleosi. Il contenuto proteico ovviamente cambia da alimento ad alimento, fino a raggiungere i 37 grammi di proteine nella soia.

I legumi sono gli alimenti a più alto contenuto di proteine vegetali. Ciononostante la composizione delle loro proteine risulta diversa da quella delle proteine animali, a causa di una diversa presenza e quantità di aminoacidi essenziali (le più piccole unità che costituiscono le proteine).Le uova, il latte, la carne e il pesce sono invece fonti proteiche con una composizione ottimale in aminoacidi essenziali.

Gli amminoacidi mancanti nei legumi sono però contenuti nella frazione proteica dei cereali: dalla loro unione nasce un pasto dall’apporto proteico paragonabile per qualità e quantità a quello di una bistecca. I legumi sono un’ottima fonte non solo di proteine, ma anche di fibra e sali minerali, e apportano una piccola quota di grassi, per di più grassi insaturi, ovvero “buoni”.

Per la prevenzione in generale è bene consumare almeno 3-4 volte alla settimana fonti proteiche vegetali. I legumi possono essere consumati freschi, secchi o surgelati. Se si scelgono in scatola, devono essere sciacquati con abbondante acqua corrente per eliminare il sale in eccesso. Anche i prodotti a base di soia come tofu o tempeh possono rappresentare una valida alternativa una volta a settimana. Per gli hamburger o gli altri preparati vegetali è meglio invece leggere sempre bene l’etichetta ed accertarsi che non vi sia un eccesso di sale e/o di grassi.

 

18. È possibile ridurre il rischio di insorgenza di tumori solo attraverso l’alimentazione?

La sola alimentazione non è in grado di proteggerci da una malattia multifattoriale come il cancro, alla quale concorrono diversi fattori, come l’età, fattori ereditari, fattori ambientali e più in generale diversi aspetti dello stile di vita.

Sicuramente le cattive abitudini alimentari sono responsabili di circa 3 tumori su 10 che potrebbero essere evitati se si seguissero le raccomandazioni per la prevenzione oncologica del WCRF. Anche sovrappeso e obesità, sono considerati importanti fattori di rischio per 12 tipi di tumore.Inoltre esistono tumori più sensibili all’effetto del cibo e sono quelli che colpiscono l’apparato gastrointestinale, e in particolare l’esofago, lo stomaco, il colon-retto, il fegato: sembrerebbe che fino a tre quarti di questi tumori si potrebbero prevenire con un’alimentazione salutare.

Tuttavia la sola alimentazione non basta a proteggerci se non abbiamo uno stile di vita sano nel complesso: l’abitudine al fumo, la sedentarietà, l’esposizione al sole e ai raggi ultravioletti costituiscono altri importanti fattori di rischio.

 

19. Esistono alimenti che aumentano l’efficacia della terapia oncologica?

È ormai stato dimostrato da molti studi come lo stile alimentare influenzi il rischio di sviluppare un tumore, ma pochi studi hanno analizzato gli effetti della dieta sulla guarigione e la progressione della malattia.

Il WCRF nelle ultime raccomandazioni su dieta, nutrizione, attività fisica e cancro afferma che nei limiti dei pochi studi disponibili sulla prevenzione delle recidive, le raccomandazioni per la prevenzione alimentare del cancro valgono anche per chi si è già ammalato. Il mantenimento di un buon stato nutrizionale durante la malattia infatti aumenta l’efficacia della terapia.

Chi si è ammalato, se in sovrappeso o in sottopeso, ha più difficoltà a guarire. Nei pazienti affetti da malnutrizione infatti l’adozione di una dieta varia ed equilibrata, basata sul consumo principalmente di cereali integrali a basso indice glicemico, frutta, verdura, legumi, frutta secca e semi oleosi, eventualmente associata a supplementi nutrizionali, e uno stile di vita attivo migliorerebbero la risposta al trattamento e la sopravvivenza.

Le pro-antocianidine contenute nei frutti rossi e nell’uva, gli acidi grassi polinsaturi e il CoQ10 ridurrebbero invece, secondo alcuni studi di base, la cardiotossicità indotta da alcuni farmaci antitumorali (antracicline).

Mettendo in atto specifiche raccomandazioni nutrizionali in base al tipo di effetto collaterale provocato dalla terapia è possibile aumentarne la tollerabilità e migliorarne l’efficacia.  In generale, in attesa di ulteriori studi a riguardo, le raccomandazioni nutrizionali per chi è in terapia, se non consigliato diversamente dal proprio oncologo, coincidono con quelle formulate dal Fondo Mondiale della Ricerca sul Cancro per la prevenzione primaria.

 

20. Che ruolo ha l’attività fisica nel paziente oncologico?

L’attività fisica aiuta a rimanere in forma in tutte le fasce d’età, anche in chi è ammalato di cancro. Sembrerebbe che il rischio di sviluppo di cancro al colon nelle persone fisicamente attive sia inferiore del 30-40% rispetto alle persone sedentarie.

Muoversi infatti aiuta a mantenersi normopeso, ma aumenta anche la motilità intestinale, riducendo il tempo di contatto tra le sostanze potenzialmente dannose e la parete intestinale.30-60 minuti di attività fisica giornaliera aerobica di media intensità sono sufficienti per apportare benefici al mantenimento del peso corporeo, al metabolismo energetico, ai livelli di glicemia e insulina, allo stato infiammatorio e al sistema immunitario. Inoltre l’attività fisica anche leggera praticata durante la chemioterapia sembra ridurre il rischio di recidiva e di mortalità.

Il movimento risulta utile per ridurre e gestire gli effetti collaterali delle terapie come l’affaticamento, il dolore, la nausea e di conseguenza consente una maggiore tolleranza ai trattamenti e un recupero più rapido; aiuta inoltre a combattere ansia e depressione.

L’attività fisica più indicata durante i trattamenti, se si è in grado di svolgerla, risulta essere quella aerobica di moderata intensità come la camminata veloce, il nuoto, la bicicletta. Anche l’attività fisica, come l’alimentazione, deve essere dosata e personalizzata, quindi si sconsiglia il fai da te, ma si raccomanda di affidarsi a professionisti del settore per l’elaborazione di un programma di allenamento adatto alle caratteristiche e alle esigenze del singolo individuo.

 

21. Esistono alimenti realmente cancerogeni?

Le evidenze sul legame tra singoli alimenti e tumore sono ancora poche, molto probabilmente perché i singoli alimenti, benché abbiano un ruolo benefico, non vengono mai consumati da soli ma sempre all’interno di un pasto e in generale insieme ad altri alimenti. Ecco perché negli ultimi anni ci si sta orientando verso lo studio di “pattern alimentari”, per raccogliere informazioni sulle abitudini alimentari ma anche su altri fattori legati allo stile di vita, come il fumo, l’attività fisica, il peso. Sono stati identificati dei pattern protettivi, ovvero associati ad un minor rischio di cancro, come la Dieta Mediterranea.

Lo IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ha raggruppato le sostanze cancerogene di origine in 4 gruppi, sulla base del livello di cancerogenità dimostrato in studi scientifici. Nel gruppo 1 tra i cancerogeni umani certi troviamo sostanze di origine alimentare come l’acrilammide, l’etanolo, l’aflatossina B1 e le carni lavorate, nel gruppo 2, tra i cancerogeni probabili invece le carni rosse, i nitrati, i nitriti, il glifosato e le bevande bevute molto calde.Le sostanze elencate dallo IARC nel gruppo 1 e 2 però non sono sempre vietate, poiché il loro effetto cancerogeno dipende dalla dose. Una sostanza può risultare infatti cancerogena se assunta ad alte dosi, ma non alla dose con la quale l’uomo viene in contatto quotidianamente. Se consideriamo ad esempio le carni rosse e lavorate, benché siano classificate nei primi due gruppi, non devono essere escluse totalmente dalla dieta, ma gli esperti del WCRF suggeriscono un loro consumo controllato. È impossibile evitare la totale esposizione a queste sostanze, ma il consumo di una dieta varia e ben bilanciata consente di controllarne l’assunzione.

È la dose a fare la differenza.

 

22. Esistono alimenti alcalini in grado di influenzare il pH nell’organismo?

No, non esistono alimenti alcalini in grado di influenzare il pH dell’organismo. Nessun alimento infatti è in grado di modificare l’acidità o la basicità dei tessuti.

Tutte le sostanze si dividono in acide o basiche in base al valore del pH, che va da 0 per gli acidi più forti a 14 per le basi più forti. Ogni giorno quotidianamente il nostro organismo entra in contatto con sostanze acide (caffè, limone, aceto ecc.) o basiche (sapone, ammoniaca ecc.).Il pH del nostro organismo ha un valore medio di 7,4, mantenuto in equilibrio da meccanismi fisiologici molto efficienti come la respirazione o l’attività renale, che in caso di squilibrio riportano il pH ai valori di normalità. Quando questi meccanismi non funzionano bene si può generare uno stato di acidosi metabolica o alcalosi metabolica, condizioni che richiedono un immediato intervento medico poiché possono condurre anche alla morte.

Qualsiasi valore di pH abbiano gli alimenti che ingeriamo, anche i più alcalini, quando raggiungono lo stomaco vengono attaccati dai succhi gastrici, che sono fortemente acidi, e resi neutri o acidi prima di essere assimilati.

Gli studi che sostengono i benefici di una dieta alcalina si basano su teorie non scientifiche, che non hanno nessun nesso tra causa ed effetto. È impossibile modificare il pH dell’organismo poiché l’organismo è strutturato per evitare che ciò avvenga, poiché in tal caso si verificherebbero gravi danni.

Le diete alcaline non hanno alcun effetto di prevenzione o di cura del cancro per la loro azione sul pH. Sicuramente l’aumento del consumo di alimenti vegetali ha un ruolo protettivo nei confronti del cancro, ma non è di certo attribuibile alle modifiche del pH. Nessuna sostanza basica presente negli alimenti è in grado di modificare l’ambiente acido che si sviluppa intorno alla massa tumorale.

 

23. Quali sono i benefici del digiuno?

I benefici del digiuno nell’uomo sono attualmente materia di numerosi studi, volti ad ottenere effetti analoghi a quelli verificati sugli animali con la restrizione calorica.

Ridurre del 30% circa le calorie rispetto all’alimentazione “ad libitum” porterebbe, in diversi modelli animali tra cui i primati, ad un allungamento della vita, poiché in carenza di cibo l’organismo mette in atto un meccanismo di protezione: utilizza la poca energia rimasta per la conservazione delle cellule, attivando i cosiddetti geni della longevità, che impongono di sfruttare tutta l’energia disponibile per il mantenimento della salute, prolungando la durata della vita.Al contrario un eccesso di cibo innesca l’espressione dei geni dell’invecchiamento, con conseguente produzione di radicali liberi e infiammazione. Sono in corso studi sull’uomo per sperimentare forme di digiuno compatibili con una buona qualità di vita, ma si tratta di esperimenti e c’è ancora parecchia strada da percorrere prima di dare raccomandazioni precise alla popolazione.

Di certo è bandito il “fai da te”: il digiuno prolungato non si può seguire senza il controllo di un medico. Un digiuno protratto oltre le 12/13 ore può avere gravi conseguenze specialmente per i soggetti più “fragili” come bambini, anziani, donne in gravidanza, persone sottopeso o malate. Non esiste ancora una “posologia” di digiuno condivisa dalla comunità scientifica.

 

24. Esiste una relazione tra alimentazione e genetica nello sviluppo di un tumore?

Si, esiste una relazione tra alimentazione e genetica nello sviluppo del tumore.  Studi di nutrigenomica e nutrigenetica hanno evidenziato infatti che la predisposizione dell’individuo a sviluppare un tumore non risiede solo nel corredo genetico, ma anche nella capacità di determinati nutrienti di “accendere” o “spegnere” specifici geni.

Abitudini alimentari errate possono compromettere il meccanismo di difesa che l’organismo mette in atto, ovvero la “morte cellulare programmata” o apoptosi, e impedire il suicido della cellula malata che inizia così a proliferare.Certe sostanze, sul lungo periodo, possono influenzare l’espressione di uno o più geni, modificandone la funzione, senza alterarne la struttura. Alcune molecole presenti negli alimenti sembrerebbero addirittura in grado, secondo diversi studi di laboratorio, di inibire i geni dell’invecchiamento e attivare quelli della longevità: la quercetina, il resveratrolo, la curcumina, le antocianine, l’epigalocatechingallato, la fisetina, la capsaicina.

Le raccomandazioni nutrizionali in materia di prevenzione del cancro hanno però maggiore efficacia in alcune persone e meno in altre, poiché i geni di ogni individuo rispondono diversamente alle diverse componenti dei cibi. Sappiamo che esistono delle sostanze potenzialmente protettive, ma dobbiamo ancora conoscere in maniera approfondita i meccanismi con cui un alimento o un singolo nutriente agisce sulla cellula per capire a chi può essere utile. Probabilmente in futuro nuove scoperte di nutrigenomica ci aiuteranno a stabilire la dieta migliore per il singolo e a formulare consigli dietetici personalizzati per la prevenzione delle malattie.

 

25. Gli alimenti raffinati (come ad esempio le farine) sono dannosi?

Si, se assunti in abbondante quantità. È importante infatti sempre considerare frequenza e porzioni di consumo.

Per alimenti raffinati si intendono tutti quei prodotti sottoposti a ripetuti processi di lavorazione per migliorarne le caratteristiche e aumentarne il gusto, divenendo più adatti al consumo in termini di facilità di utilizzo e velocità di preparazione.Per renderli più appetibili e più facili da cucinare, questi cibi vengono spesso privati di sostanze nutritive importanti quali fibra, vitamine, sali minerali, acidi grassi essenziali. Inoltre per avere più sapore o durare più a lungo, vengono addizionati di additivi alimentari, zuccheri, grassi idrogenati e sale, il cui consumo andrebbe fortemente limitato.

Nel caso delle farine raffinate vengono allontanati in parte o del tutto gli strati esterni, la cosiddetta crusca, ed il germe, allo scopo di trattenere la parte più consistente del chicco: la mandorla amilifera, ricca di amido dalla cui macinazione si ottengono le farine e di conseguenza tutti i prodotti derivati. Con la raffinazione dei cereali quindi si perdono fibra, proteine, minerali e vitamine, acidi grassi e vari fitocomposti.

Un elevato consumo di cibi raffinati e ad alto contenuto calorico risulta strettamente correlato allo sviluppo di sovrappeso, obesità, diabete, patologie cardiovascolari e indirettamente anche il rischio di cancro per cui sovrappeso e obesità rappresentano un importante fattore di rischio.

Il WCRF, nelle ultime raccomandazioni in materia di dieta e cancro, ha ribadito l’importanza di evitarne il consumo, a favore invece di alimenti freschi e di stagione, ricchi di fibra e di molecole protettive per l’organismo.

 

26. Integratori alimentari e tumore: hanno reali benefici? Quali e quando possono essere assunti?

Secondo il Ministero della Salute gli integratori alimentari sono prodotti presentati in piccole unità di consumo come capsule, compresse, fialoidi e simili, a base di nutrienti o altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico, ideati e proposti per favorire il regolare svolgimento delle funzioni dell’organismo, senza alcuna finalità di cura.

Negli ultimi anni, in relazione al numero di formulazioni disponibili in commercio e alla loro composizione sono aumentate le motivazioni che inducono a ricorrere a questi prodotti: per dimagrire o favorire l’aumento della massa muscolare, per rinforzare le difese immunitarie, per contrastare le alterazioni del metabolismo osseo, per proteggere il sistema cardiovascolare, per contrastare l’invecchiamento, per compensare le carenze nutrizionali.Gli integratori alimentari però non possono e non devono essere considerati un’alternativa ad una dieta varia, sana e bilanciata. Nessun integratore può in alcun modo sostituire i normali alimenti.

Al contrario, sembra che i benefici di un frutto intero siano superiori a quelli di qualsiasi integratore: le sostanze contenute nel cibo infatti interagiscono fra loro determinando un effetto sinergico superiore alla somma delle singole parti.

In ambito oncologico, le ricerche sul ruolo degli integratori sono ancora in fieri. Si indaga sull’efficacia di prodotti per il trattamento della malnutrizione e della sarcopenia e sull’effetto di alcuni principi nutritivi per contrastare gli effetti collaterali delle terapie, ma gli studi sono solo agli inizi.

Una cosa è certa: i supplementi nutrizionali non sono indicati né per la prevenzione né per la cura del cancro. Attenzione inoltre al fai da te: alcune sostanze contenute in essi possono interagire con i farmaci chemioterapici e un loro inadeguato impiego può determinare anche conseguenze spiacevoli per la salute. Prima dell’utilizzo quindi è fondamentale consultare sempre il proprio oncologo.

 

27. Il consumo di proteine aumenta il rischio di tumore?

No, un consumo equilibrato di proteine non aumenta il rischio di cancro. La quantità giornaliera raccomandata dalla SINU sia per gli uomini che per le donne adulte in buona salute è di 0,9 gr/kg. È importante inoltre variare nell’arco della settimana le varie fonti proteiche prediligendo quelle vegetali.

Ecco qualche consiglio pratico per un consumo salutare di proteine:

  • Consuma il pesce, in particolare pesce azzurro di piccola taglia, importante fonte di grassi essenziali, 3 volte alla settimana.
  • I legumi rappresentano un’ottima fonte proteica ricca di fibra. Uniscili ad una porzione di cereali in freschi piatti unici o in calde zuppe, almeno 3-5 volte alla settimana.
  • Altre fonti proteiche, da consumare ognuna max 2 volte alla settimana, possono essere la carne bianca (pollo, tacchino, coniglio), le uova e i formaggi freschi e magri.
  • Limita il consumo di carne rossa (manzo, maiale, agnello) ed evita i salumi e gli insaccati.

 

28. Esiste una relazione tra pesticidi negli alimenti e tumore?

I pesticidi possono contenere diverse sostanze potenzialmente pericolose per l’uomo, come ad esempio il benzene e l’arsenico, classificati dallo IARC come “cancerogeno per l’uomo” o il glifosato, il palathion, il diazinone e il malatione definiti come “probabili cancerogeni per l’uomo”.

Il glifosato, ad esempio, un erbicida molto diffuso in agricoltura, è oggetto di studi scientifici da molti anni, ma i risultati ottenuti appaiono discordanti. Sembra essere associato ad un lieve aumento del rischio di malattie oncologiche tra gli agricoltori esposti per lavoro a questa sostanza.L’EFSA, l’OMS e la FAO hanno espresso recentemente giudizi rassicuranti a riguardo, applicando comunque misure di cautela, come la valutazione dei residui di glifosato nei cibi e il divieto di utilizzarlo in aeree densamente popolate. Non è quindi vietato l’uso, ma sono stati istituiti limiti e controlli nell’attesa di ulteriori studi.

Nell’ultimo rapporto dell’EFSA sulla presenza di composti chimici estranei nei cibi, il 97,4% degli alimenti di origine vegetale presenta valori entro i limiti di sicurezza. Esistono alimenti più esposti alla contaminazione di arsenico, ma il pericolo rappresenta un’eccezione piuttosto che la regola, grazie ai numerosi controlli effettuati sui prodotti. Adottare una dieta varia e lavare accuratamente gli alimenti consente di ridurre l’esposizione ai contaminanti.

 

29. Esiste una relazione tra qualità dell’acqua potabile e tumore?

Ad oggi non ci sono dimostrazioni che le sostanze chimiche presenti nell’acqua potabile, nelle basse concentrazioni stabilite dalla legge, siano cancerogene. La relazione tra qualità dell’acqua potabile e tumori dipende infatti dalla concentrazione di agenti di rischio chimico in essa contenuti, quali ad esempio arsenico, piombo, mercurio, rame, cromo, nitrati ecc.

La presenza di agenti chimici al di sopra dei limiti di sicurezza nelle acque destinate al consumo umano si associa ad un potenziale rischio di malattie cronico-degenerative, in primo luogo le patologie tumorali.  All’esposizione cronica all’arsenico specialmente sono associate diverse forme tumorali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha proposto come valore limite per l’acqua potabile la concentrazione di arsenico di 0,01 mg/litro. Anche per le altre sostanze sono stati stabiliti dei valori limite da rispettare.La pericolosità dipende quindi non solo dalla natura della sostanza contaminante ma anche dalla dose di esposizione, dalla via di esposizione e dal tempo di esposizione. L’acqua dei nostri rubinetti è sicura perché sottoposta continuamente a numerosi e frequenti controlli che garantiscono qualità e sicurezza da un punto di vista sia chimico che microbiologico. Gli esperti quindi affermano che non è necessario utilizzare filtri di depurazione dell’acqua per l’eliminazione di contaminanti, come ad esempio i nitrati. Al contrario l’utilizzo di filtri può talvolta impoverire le acque dei sali minerali fondamentali per il nostro organismo.

 

30. Quali sono i reali benefici di un’alimentazione a base di prodotti biologici?

Gli alimenti biologici seguono processi produttivi di coltivazione e raccolta che non prevedono l’utilizzo di pesticidi chimici, fertilizzanti sintetici, OGM, antibiotici e ammettono pesticidi di origine naturale e organica in grado di migliorare la resistenza alle piante, nel rispetto dell’agrosistema e dell’ambiente.

Gli studi condotti per analizzare i benefici dell’agricoltura biologica e le differenze con quella convenzionale mostrano risposte contrastanti. Qualche ricerca ha evidenziato che frutta e verdura biologiche siano più ricche di micronutrienti, ma altri dati mostrano che le variazioni negli apporti nutritivi non sono rilevanti dal punto di vista della salute. Senza dubbio è da scartare la convinzione molto diffusa negli ultimi anni che tutto ciò che non è biologico sia più pericoloso. Piuttosto le indagini che evidenziano il valore protettivo di frutta e verdura, anche contro i tumori, riguardano prodotti dell’agricoltura tradizionale. I prodotti biologici possono essere più gustosi, la loro produzione ha un minore impatto sull’ambiente e l’introito di fitofarmaci risulta quasi nullo. L’uso di prodotti biologici può rappresentare una scelta virtuosa per ragioni di ecosostenibilità, ma dal punto di vista scientifico mancano ancora risposte sufficienti per promuovere il bio per la salute a discapito dei prodotti convenzionali.

 

31. Quali alimenti svolgono un’azione antiinfiammatoria?

Esistono alimenti che possono contribuire alla regolazione dei processi pro-infiammatori che a lungo andare possono condurre allo sviluppo di malattie croniche. Si tratta essenzialmente di cibi di origine vegetale, tipici della Dieta Mediterranea.

Aglio, cereali integrali, erbe aromatiche, frutta fresca, frutta secca, legumi, olio d’oliva, olio di semi, semi oleosi, verdura sono accomunati dalla presenza di particolari sostanze con azione benefica, quali gli acidi grassi insaturi, i fitocomposti, come carotenoidi, polifenoliglucosinolati, fitosteroli e vitamine. I cereali integrali ad esempio, conservando tutte le parti del chicco, forniscono vitamina E e del gruppo B, sali minerali, fibra e acidi alfa-linoleici. Le erbe aromatiche apportano carotenoidi, come la luteina e il betacarotene del basilico e del prezzemolo, i polifenoli, come la quercetina dell’origano. Frutta fresca e verdura forniscono vitamine, come la vitamina C contenuta nei kiwi e negli agrumi, i polifenoli, come le antocianine dei frutti blu-viola, i carotenoidi nei pomodori, nell’anguria, nella zucca e nelle carote. Il pesce azzurro, le noci, i semi di lino sono ricchi di acidi grassi omega-3, che aiutano a contrastare l’infiammazione.

 

32. Esiste una relazione tra additivi alimentari e tumori?

Ad oggi la maggior parte degli additivi alimentari utilizzati dall’industria non costituisce un pericolo per la salute umana. Non ci sono dati infatti sulla relazione tra sviluppo di tumori e consumo di additivi in quantità limitate, ad eccezione dei nitrati e dei nitriti. Questi vengono utilizzati come conservanti in molti prodotti in scatola e nelle carni lavorate. Vengono aggiunti agli alimenti per conservarli e contribuiscono ad ostacolare la crescita di microrganismi nocivi.

Lo IARC ha classificato i nitriti e i nitrati come probabilmente cancerogeni per gli esseri umani (Gruppo 2A). Di per sé non sono cancerogeni, si trovano infatti naturalmente in diversi alimenti, tra cui le verdure e nell’acqua potabile, ma a causa dell’azione del metabolismo e attraverso la cottura ad alte temperature vengono convertiti in N-nitrosammine, composti considerati invece cancerogeni. Esiste comunque un limite massimo di nitriti ammissibile per la legge italiana, ovvero 150 mg per kg di prodotto alimentare, quantità minima considerata innocua per la salute.Gli esperti dell’Autorità per la Sicurezza Alimentare (EFSA) hanno stimato che l’esposizione dei consumatori al nitrato proveniente esclusivamente da additivi alimentari è inferiore al 5% dell’esposizione complessiva al nitrato negli alimenti, e non supera i livelli di sicurezza. Tuttavia, se si considerano tutte le fonti di nitrato alimentare (additivo alimentare, presenza naturale negli alimenti e contaminanti ambientali), il livello di sicurezza può essere superato da individui con esposizione da media ad alta.

Sulla base delle evidenze disponibili, gli esperti dell’EFSA hanno concluso che gli attuali livelli di sicurezza per nitriti e nitrati aggiunti agli alimenti tutelano a sufficienza i consumatori. È importante quindi avere un’alimentazione varia ed equilibrata per non avere un’esposizione eccessiva ai prodotti conservati.

 

33. Esistono alimenti in grado di contribuire all’eliminazione di tossine dopo chemioterapia? Sono utili le diete detox?

Non ci sono dati che mostrano la capacità di specifici alimenti di eliminare le tossine dopo chemioterapia. Il nostro organismo possiede infatti naturalmente organi come fegato, reni, intestino e pelle, deputati a metabolizzare continuamente sostanze tossiche e di scarto.

Non è necessario quindi intraprendere regimi dietetici particolari dopo la chemioterapia. Le famose diete “detox” non hanno alcun fondamento scientifico. Al contrario si tratta di regimi alimentari ipocalorici e sbilanciati, basati spesso sul consumo di sostituti del pasto o altri rimedi alternativi non sempre salutari.Si tratta più di un mito commerciale che di una realtà provata e molte delle loro promesse sono esagerate, non basate su dati scientifici, e i benefici di breve durata. Anche prodotti a base di vegetali ed erbe possono avere seri effetti collaterali e talvolta interferire con le terapie.

Molti trattamenti detox contengono agenti diuretici e/o lassativi, volti ad aumentare l’eliminazione di acqua e sali minerali, rischiando l’eccessiva disidratazione e indebolendo ulteriormente l’organismo del paziente oncologico, che in seguito a terapia, risulta molto fragile.

Per ridurre la tossicità dei farmaci e contrastare gli effetti avversi, gli esperti suggeriscono di seguire una dieta sana, varia e bilanciata, basata prevalentemente sul consumo di alimenti di origine vegetale, come legumi, cereali integrali, frutta, verdura, frutta secca, alternando il più possibile le fonti proteiche degli alimenti e utilizzando metodi di cottura sani.

In ogni caso è opportuno sempre rivolgersi al proprio oncologo o nutrizionista per indicazioni nutrizionali personalizzate, specifiche per ogni individuo.

 

34. Esiste una relazione tra OGM e tumore?

No, non esistono dati certi che confermino la relazione tra OGM e tumore. Il termine OGM fa riferimento ad organismi non umani modificati attraverso l’ingegneria genetica, la scienza che utilizza tecniche volte ad inserire, togliere o modificare porzioni di DNA, il materiale genetico presente in tutte le cellule degli organismi viventi.

Negli OGM solo una piccola parte del corredo cromosomico dell’organismo viene modificata in maniera mirata, precisa ed efficiente, mentre il resto del genoma rimane invariato.Gli studi condotti finora hanno dimostrato che gli OGM non hanno un impatto sulla salute umana diverso da quello degli analoghi prodotti non OGM. Essi sono sicuri almeno quanto i prodotti tradizionali. Le ricerche che hanno evidenziato gli effetti dannosi di questi prodotti infatti mostrano risultati parziali e quindi poco attendibili.

A differenza degli alimenti convenzionali, gli OGM commercializzati sono sottoposti a studi e a rigidi controlli per verificare l’assenza di effetti collaterali per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Non si può parlare di rischio zero per nessun alimento, sia esso OGM o meno.

 

35. Che ruolo ha la vitamina D nella prevenzione?

Il ruolo della vitamina D nella prevenzione del cancro è ancora oggetto di studio. I dati sulla sua potenziale attività in grado di prevenire o rallentare lo sviluppo dei tumori sono ancora insufficienti.

Le ricerche sul ruolo protettivo della vitamina D contro il tumore della pelle nelle popolazioni più esposte al sole hanno fornito risultati incerti. Secondo lo studio europeo EPIC le persone con più alti livelli di questa vitamina nel sangue hanno un rischio di cancro al colon inferiore di circa il 40% rispetto a chi invece ne è carente.L’assunzione di supplementi a base di vitamina D non sembra però conferire effetti protettivi. Probabilmente quindi il rischio minore non sarebbe associato agli alti livelli di questa vitamina, ma piuttosto ad abitudini sane, in grado di proteggere l’individuo dal cancro.

Gli alimenti con maggior contenuto di vitamina D sono il pesce, le uova e il fegato. In parte questa vitamina si forma nella pelle in seguito all’esposizione ai raggi UVB. È ancora da chiarire se gli effetti benefici di questo micronutriente siano attribuibili alla molecola stessa o piuttosto siano indice di uno stile di vita più sano, basato su un’alimentazione corretta e su un’adeguata quantità di tempo trascorsa all’aria aperta, associati solitamente a maggior attività fisica e al normopeso.

In attesa di ulteriori studi volti a chiarire il suo ruolo protettivo, gli esperti sostengono che per coprire il fabbisogno giornaliero di vitamina D è sufficiente trascorrere più tempo all’aria aperta e adottare una dieta varia.

Controllo glicemico ed esiti tumorali nei pazienti oncologici con diabete: una visione critica multidisciplinare

Natalicchio A. et al.

J Endocrinol Invest. 27 giugno 2024.

 

Controllo glicemico ed esiti tumorali nei pazienti oncologici con diabete: una visione critica multidisciplinare dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dell’Associazione Italiana Diabetologi Medici (AMD), della Società Italiana di Diabetologia (SID), della Società Italiana di Endocrinologia (SIE), della Società Italiana di Farmacologia (SIF)

Sfondo:

Prove crescenti suggeriscono che il diabete aumenta il rischio di sviluppare diversi tipi di cancro. L’iperinsulinemia, l’iperglicemia e l’infiammazione cronica, caratteristiche del diabete, potrebbero rappresentare possibili meccanismi coinvolti nello sviluppo del cancro nei pazienti diabetici.

Allo stesso tempo, il cancro aumenta il rischio di sviluppare diabete di nuova insorgenza, causato principalmente dall’uso di terapie antitumorali specifiche.

Da notare che il diabete è stato associato a un aumento del 10% della mortalità per tutti i tumori rispetto ai soggetti che non avevano il diabete. Il diabete è associato a una prognosi peggiore nei pazienti affetti da cancro e scoperte più recenti suggeriscono un ruolo chiave per uno scarso controllo glicemico in questo senso.

Tuttavia, l’associazione tra controllo glicemico ed esiti tumorali nei pazienti oncologici con diabete rimane incerta e scarsamente dibattuta.

 

Scopo:

L’attuale revisione cerca di riassumere le evidenze disponibili sull’effetto del controllo glicemico sugli esiti del cancro, nonché sulla possibilità che il trattamento tempestivo dell’iperglicemia e il miglioramento del controllo glicemico nei pazienti con cancro e diabete possano influenzare favorevolmente gli esiti del cancro.

 

 

Abstract

 

Glycemic control and cancer outcomes in oncologic patients with diabetes: an Italian Association of Medical Oncology (AIOM), Italian Association of Medical Diabetologists (AMD), Italian Society of Diabetology (SID), Italian Society of Endocrinology (SIE), Italian Society of Pharmacology (SIF) multidisciplinary critical view

Background:

Increasing evidence suggests that diabetes increases the risk of developing different types of cancer. Hyperinsulinemia, hyperglycemia and chronic inflammation, characteristic of diabetes, could represent possible mechanisms involved in cancer development in diabetic patients.

At the same time, cancer increases the risk of developing new-onset diabetes, mainly caused by the use of specific anticancer therapies.

Of note, diabetes has been associated with a ∼10% increase in mortality for all cancers in comparison with subjects who did not have diabetes. Diabetes is associated with a worse prognosis in patients with cancer, and more recent findings suggest a key role for poor glycemic control in this regard.

Nevertheless, the association between glycemic control and cancer outcomes in oncologic patients with diabetes remains unsettled and poorly debated.

 

Purpose:

The current review seeks to summarize the available evidence on the effect of glycemic control on cancer outcomes, as well as on the possibility that timely treatment of hyperglycemia and improved glycemic control in patients with cancer and diabetes may favorably affect cancer outcomes.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38935200/

Ancora troppo poche evidenze: il ruolo della dieta nella sopravvivenza al cancro del colon-retto – una revisione sistematica

Fretwell A. et al.

Crit Rev Food Sci Nutr. 2024 Jun 11:1-13.

 

Ancora troppo poche evidenze: il ruolo della dieta nella sopravvivenza al cancro del colon-retto – una revisione sistematica

L’incidenza del cancro del colon-retto (CRC) è influenzata da fattori dietetici, ma l’impatto della dieta sulla mortalità specifica per CRC e sulla sopravvivenza libera da recidiva (RFS) rimane poco chiaro.

 

Questa revisione fornisce una sintesi narrativa della ricerca esistente sui fattori dietetici che influenzano la mortalità specifica per CRC, la RFS e la sopravvivenza libera da malattia (DFS). Questo studio ha cercato nei database elettronici per identificare la ricerca trasversale/prospettica che indaga l’assunzione dietetica sulla mortalità specifica per CRC, RFS o DFS.

 

Ventotto studi sono stati inclusi nel corpus. A causa dell’elevata eterogeneità degli studi, è stata eseguita una sintesi narrativa degli studi.

Prove limitate, ma suggestive, indicano gli effetti benefici dell’adesione alle linee guida dell’American Cancer Society (ACS) e di una dieta ricca di piante a basso contenuto di carboidrati sul rischio di mortalità specifica per CRC, potenzialmente guidata dalla fibra di cereali, verdure e cereali integrali, ma non dalla frutta.

Per RFS e DFS, un modello dietetico occidentale, un’elevata assunzione di cereali raffinati e bevande zuccherate sono correlate a un aumento del rischio di recidiva del CRC e allo sviluppo di malattia/morte.

Al contrario, una maggiore aderenza alle linee guida dietetiche e alcoliche dell’ACS, acidi grassi polinsaturi ω-3 più elevati e il consumo di pesce scuro hanno ridotto il rischio.

 

I risultati sottolineano la necessità di (i) indagini standardizzate sul ruolo della dieta nella sopravvivenza al CRC, compresi gli endpoint, e (ii) analisi complete per isolare effetti specifici all’interno di componenti dello stile di vita correlati.

 

 

Abstract

 

Still too little evidence: the role of diet in colorectal cancer survivorship – a systematic review

Colorectal cancer incidence (CRC) is influenced by dietary factors, yet the impact of diet on CRC-specific mortality and recurrence-free survival (RFS) remains unclear.

 

This review provides a narrative summary of existing research on dietary factors affecting CRC-specific mortality, RFS, and disease-free survival (DFS). This study searched electronic databases to identify cross-sectional/prospective research investigating dietary intake on CRC-specific mortality, RFS, or DFS.

 

Twenty-eight studies were included in the corpus. Because of high study heterogeneity, we performed a narrative synthesis of studies.

Limited, but suggestive evidence indicates beneficial effects of adhering to the American Cancer Society (ACS) guidelines and a plant rich low-carbohydrate diet on risk of CRC-specific mortality, potentially driven by fiber from cereals, vegetables, and wholegrains, but not fruit.

For RFS and DFS, a Western dietary pattern, high intake of refined grains, and sugar sweetened beverages correlated with increased risk of CRC recurrence and development of disease/death.

Conversely, greater adherence to the ACS dietary and alcohol guidelines, higher ω-3 polyunsaturated fatty acids, and dark fish consumption reduced risk.

 

Our findings underscore the need for (i) standardized investigations into diet’s role in CRC survivorship, including endpoints, and (ii) comprehensive analyses to isolate specific effects within correlated lifestyle components.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38860747/

Gli eventi avversi correlati alla nutrizione associati al trattamento con inibitori del checkpoint immunitario per i pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule: una revisione sistematica

Graham KL et al.

Nutr Diet. 2024 May 28.

 

Gli eventi avversi correlati alla nutrizione associati al trattamento con inibitori del checkpoint immunitario per i pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule: una revisione sistematica

Scopo:

La terapia con inibitori del checkpoint immunitario utilizzata per il cancro del polmone ha modificato significativamente i tassi di risposta e sopravvivenza, tuttavia, l’impatto sullo stato nutrizionale dei pazienti rimane in gran parte inesplorato. Questa revisione mira a identificare gli eventi avversi comuni che aumentano il rischio nutrizionale indotto nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule trattati con terapia con inibitori del checkpoint immunitario e valutare l’impatto sullo stato nutrizionale.

 

Metodi:

PubMed, Medline e CINAHL sono stati sistematicamente ricercati nel settembre 2023 per studi randomizzati controllati che confrontassero il trattamento con inibitori del checkpoint immunitario del carcinoma polmonare non a piccole cellule con un gruppo di controllo. Gli eventi avversi correlati al trattamento che hanno aumentato i sintomi dell’impatto nutrizionale identificati nella valutazione globale soggettiva generata dal paziente e nelle linee guida cliniche sono stati estratti e analizzati qualitativamente. Il rischio di bias è stato valutato utilizzando lo strumento Cochrane Risk of Bias 2.

 

Risultati:

Sono stati identificati e analizzati undici studi randomizzati controllati idonei. I dati hanno dimostrato che il trattamento con inibitori del checkpoint immunitario è stato associato a una percentuale inferiore di sintomi di impatto nutrizionale riportati, ad esempio diminuzione dell’appetito, nausea, vomito, rispetto al trattamento chemioterapico. Al contrario, i pazienti trattati con inibitori del checkpoint immunitario hanno registrato una percentuale maggiore di eventi avversi immuno-correlati che alterano il metabolismo o l’assorbimento dei nutrienti.

 

Conclusione:

I pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule trattati con inibitori del checkpoint immunitario manifestano ancora sintomi di impatto nutrizionale, ma meno frequentemente rispetto ai pazienti trattati con chemioterapia. Questo, combinato con le conseguenze uniche legate alla nutrizione della colite e dei disturbi della tiroide indotti dalla terapia con inibitori del checkpoint immunitario, indica che i pazienti dovrebbero essere sottoposti a screening, valutati e attuati interventi per migliorare la nutrizione.

 

 

Abstract

 

The nutrition-related adverse events associated with immune checkpoint inhibitor treatment for patients with non-small cell lung cancer: A systematic review

Aims:

Immune checkpoint inhibitor therapy used for lung cancer has significantly changed response and survival rates, however, the impact on patients’ nutritional status remains largely unexplored. This review aims to identify common adverse events that increase nutrition risk induced in non-small cell lung cancer patients treated with immune checkpoint inhibitor therapy and assess impact on nutritional status.

 

Methods:

PubMed, Medline and CINAHL were systematically searched in September 2023 for randomised controlled trials comparing immune checkpoint inhibitor treatment of non-small cell lung cancer to a control group. Treatment-related adverse events that increased nutrition impact symptoms identified in the patient-generated subjective global assessment and clinical guidelines were extracted and qualitatively analysed. Risk of bias was assessed using Cochrane Risk of Bias tool 2.

 

Results:

Eleven eligible randomised controlled trial studies were identified and analysed. The data demonstrated immune checkpoint inhibitor treatment was associated with a lower percentage of reported nutrition impact symptoms, for example, decreased appetite, nausea, vomiting, compared to chemotherapy treatment. Conversely, immune checkpoint inhibitor treated patients recorded a greater percentage of immune-related adverse events that alter metabolism or nutrient absorption.

 

Conclusion:

Non-small cell lung cancer patients treated with immune checkpoint inhibitors still experience nutrition impact symptoms but less frequently than patients treated with chemotherapy. This combined with unique nutrition-related consequences from colitis and thyroid disorders induced by immune checkpoint inhibitor therapy indicates patients should be screened, assessed and interventions implemented to improve nutrition.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38804022/

Efficacia delle cure dietetiche per i sopravvissuti al cancro nel contesto delle cure primarie: una revisione sistematica e una meta-analisi di studi randomizzati controllati

Ryding HG et al.

J Cancer Surviv. 2024 May 6.

 

Efficacia delle cure dietetiche per i sopravvissuti al cancro nel contesto delle cure primarie: una revisione sistematica e una meta-analisi di studi randomizzati controllati

Scopo:

L’alimentazione gioca un ruolo importante nella sopravvivenza al cancro. Questa revisione sistematica e meta-analisi mirano a valutare e quantificare criticamente l’efficacia degli interventi di cura nutrizionale forniti dai dietisti ai sopravvissuti che hanno completato il trattamento per il cancro.

 

Metodi:

È stata condotta una revisione sistematica di studi randomizzati controllati (RCT) pubblicati da gennaio 2004 a novembre 2023 che riportavano l’efficacia degli interventi dietetici di assistenza primaria con sopravvissuti al cancro adulti. Sono stati ricercati i database PubMed, Scopus, CINAHL, Embase, ProQuest e PsycINFO per i termini chiave. Le meta-analisi sono state condotte dove c’erano studi sufficienti sullo stesso tipo di cancro e sugli stessi risultati.

 

Risultati:

Sono stati inclusi dodici RCT che rappresentano 1138 sopravvissuti al cancro (519 cancro al seno; 75 cancro alla prostata; 544 cancro del colon-retto). Le misure di esito primarie includevano la perdita di peso (n = 6), la qualità della vita (n = 2), la riduzione del volume del braccio correlato al linfedema (n = 2), lo stato nutrizionale (n = 1) e l’aumento dell’assunzione di frutta e verdura (n = 1). La perdita di peso è stata osservata in studi in cui questo era l’esito primario. I risultati per la qualità della vita variavano. Le meta-analisi degli RCT con i sopravvissuti al cancro al seno hanno mostrato che l’intervento del dietista ha ottenuto una media di 3,7 kg in più di perdita di peso intenzionale e una diminuzione del grasso corporeo maggiore del 2,3% rispetto al controllo (p < 0,0001).

 

Conclusioni:

Questo studio fornisce prove dell’efficacia degli interventi dietetici di assistenza primaria da parte dei dietisti con sopravvissuti al cancro, in particolare per quanto riguarda la perdita intenzionale di peso e grasso nei sopravvissuti al cancro al seno.

 

Implicazioni per i sopravvissuti al cancro:

I dietisti possono svolgere un ruolo chiave nella gestione del peso e nel miglioramento dei risultati di salute a lungo termine e della prognosi per i sopravvissuti al cancro al di là dell’ambito di terapia intensiva.

 

 

Abstract

 

Effectiveness of dietetic care for cancer survivors in the primary care setting: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials

Purpose:

Nutrition plays an important role in cancer survivorship. This systematic review and meta-analysis aim to critically assess and quantify the effectiveness of nutrition care interventions provided by dietitians to survivors who have completed treatment for cancer.

 

Methods:

A systematic review of randomized controlled trials (RCTs) published from January 2004 to November 2023 reporting the effectiveness of primary care dietetic interventions with adult cancer survivors was conducted. PubMed, Scopus, CINAHL, Embase, ProQuest and PsycINFO databases were searched for key terms. Meta-analyses were conducted where there were sufficient studies of the same cancer type and outcomes.

 

Results:

Twelve RCTs representing 1138 cancer survivors (519 breast cancer; 75 prostate cancer; 544 colorectal cancer) were included. Primary outcome measures included weight loss (n = 6), quality of life (n = 2), reducing lymphedema-related arm volume (n = 2), nutritional status (n = 1) and increasing fruit and vegetable intake (n = 1). Weight loss was observed in studies where this was the primary outcome. Results for quality of life varied. Meta-analyses of RCTs with breast cancer survivors showed that dietitian intervention achieved a mean of 3.7 kg greater intentional weight loss and 2.3% greater body fat decrease than control (p < 0.0001).

 

Conclusions:

This study provides evidence for the effectiveness of primary care dietetic interventions by dietitians with cancer survivors, particularly with respect to intentional weight and fat loss in breast cancer survivors.

 

Implications for cancer survivors:

Dietitians can play a key role in managing weight and improving long term health outcomes and prognosis for cancer survivors beyond the acute care setting.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38710853/

Intestino e microbiota locale nei pazienti affetti da cancro: evidenze crescenti e potenziali applicazioni cliniche

Valsecchi A.A. et al.

Crit Rev Oncol Hematol. 2024 May;197:104328.

 

Intestino e microbiota locale nei pazienti affetti da cancro: evidenze crescenti e potenziali applicazioni cliniche

Negli ultimi anni, la ricerca sul cancro ha evidenziato il ruolo del microbiota alterato nella carcinogenesi e nella recidiva del cancro.

Tuttavia, il microbiota può anche interferire con il metabolismo dei farmaci, influenzando l’efficacia dei farmaci antitumorali, in particolare l’immunoterapia, e modulando l’insorgenza di eventi avversi.

 

I microrganismi intestinali possono essere alterati da fattori esterni, come l’uso di antibiotici, il trattamento con inibitori della pompa protonica, lo stile di vita e l’uso di prebiotici o probiotici.

 

Lo scopo della revisione è quello di fornire un quadro delle attuali evidenze sui dati preclinici e clinici del ruolo del microbiota intestinale e locale nelle neoplasie maligne e del suo potenziale ruolo clinico nei trattamenti antitumorali.

La standardizzazione degli approcci di sequenziamento del microbiota e delle sue strategie di modulazione all’interno di studi clinici prospettici potrebbe essere intrigante per due obiettivi: in primo luogo, fornire nuovi potenziali biomarcatori sia per la diagnosi precoce del cancro che per l’efficacia terapeutica; in secondo luogo, proporre strategie di trattamento personalizzate e “microbiota-tailored”.

 

 

Abstract

 

Gut and local microbiota in patients with cancer: increasing evidence and potential clinical applications

In recent years, cancer research has highlighted the role of disrupted microbiota in carcinogenesis and cancer recurrence.

However, microbiota may also interfere with drug metabolism, influencing the efficacy of cancer drugs, especially immunotherapy, and modulating the onset of adverse events.

 

Intestinal micro-organisms can be altered by external factors, such as use of antibiotics, proton pump inhibitors treatment, lifestyle and the use of prebiotics or probiotics.

 

The aim of our review is to provide a picture of the current evidence about preclinical and clinical data of the role of gut and local microbiota in malignancies and its potential clinical role in cancer treatments.

Standardization of microbiota sequencing approaches and its modulating strategies within prospective clinical trials could be intriguing for two aims: first, to provide novel potential biomarkers both for early cancer detection and for therapeutic effectiveness; second, to propose personalized and “microbiota-tailored” treatment strategies.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38490281/

Nutrizione a lungo termine in pazienti candidati a trattamenti neoadiuvanti e adiuvanti

Lovey J., Molnar A., Banky B.

Eur J Surg Oncol. 2024 May;50(5):106850.

 

Nutrizione a lungo termine in pazienti candidati a trattamenti neoadiuvanti e adiuvanti

Per migliorare gli esiti, per ridurre il tasso di recidiva locale e lo sviluppo di metastasi a distanza, le terapie neoadiuvanti e adiuvanti sono impiegate nei pazienti oncologici nelle forme di radioterapia, chemioterapia, terapia endocrina, terapia mirata e immunoterapia o una loro combinazione.

La terapia nutrizionale svolge un ruolo importante in tutte le fasi del percorso oncologico.

Dalla terapia neoadiuvante alla preriabilitazione, dalla nutrizione postoperatoria precoce alla cura nutrizionale a lungo termine durante la fase adiuvante e la sopravvivenza, determina la sopravvivenza e la qualità della vita dei pazienti oncologici.

 

Durante la fase neoadiuvante i pazienti possono trovarsi in cattive condizioni nutrizionali che possono essere aggravate dal trattamento oncologico applicato. Oltre a questa apparente minaccia, questo periodo offre anche un’eccellente opportunità per mantenere o addirittura migliorare lo stato nutrizionale dei pazienti attraverso la terapia nutrizionale.

Dopo l’intervento chirurgico gli effetti gravosi dell’intervento possono compromettere l’esecuzione della terapia adiuvante.

Dopo l’alimentazione postoperatoria precoce, dovrebbe essere sviluppata una strategia nutrizionale a lungo termine per i pazienti oncologici al fine di evitare il deterioramento nutrizionale durante la terapia postoperatoria, solitamente lunga.

 

In questa revisione narrativa discutiamo di come lo stato nutrizionale preoperatorio e la terapia nutrizionale medica influenzino i risultati dell’intervento chirurgico e, dopo l’operazione, quali sono le evidenze disponibili sullo stato nutrizionale e sull’esito e le potenzialità di influenzarli con la terapia nutrizionale.

 

 

Abstract

 

Long-term nutrition in patients candidate to neoadjuvant and adjuvant treatments

To improve outcomes, to decrease the rate of local recurrence and development of distant metastases neoadjuvant and adjuvant therapies are employed in cancer patients in forms of radiation, chemo-, endocrine-, targeted-, and immunotherapy or their combination.

Nutrition therapy plays important role in all phases of the cancer journey.

From neoadjuvant therapy to prehabilitation, early postoperative nutrition, and long-term nutrition care during the adjuvant phase and survivorship determines the survival and quality of life of cancer patients.

 

During the neoadjuvant phase patients may be in poor nutritional condition which can be aggravated by the applied oncological treatment. Beside this apparent threat this period also gives an excellent opportunity to maintain or even improve the nutritional status of the patients by nutrition therapy.

After surgery the burdening effects of the operation may jeopardize the execution of adjuvant therapy.

After early postoperative feeding a long-term nutrition strategy should be developed for cancer patients in order to avoid nutritional deterioration during the usually lengthy postoperative therapy.

 

In this narrative review we discuss how preoperative nutritional status and medical nutrition therapy influence the results of surgery and after the operation what is the available evidence about nutritional status and outcome and the potentials to influence them by nutrition therapy.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36841694/

Preriabilitazione: chi può beneficiarne?

Coca-Martinez M., Carli F.

Eur J Surg Oncol. 2024 May;50(5):106979.

 

Preriabilitazione: chi può beneficiarne?

La preriabilitazione è un intervento che si verifica tra la diagnosi di cancro e l’inizio di un trattamento acuto. Si tratta di valutazioni fisiche, nutrizionali e psicologiche per stabilire un livello funzionale di base e fornire interventi mirati per migliorare la salute di una persona e prevenire future menomazioni.

 

La preriabilitazione è stata applicata all’oncologia chirurgica e ha mostrato risultati positivi nel migliorare la capacità funzionale, ridurre la degenza ospedaliera, diminuire le complicanze e migliorare la qualità della vita correlata alla salute.

L’importanza della collaborazione tra vari professionisti sanitari e l’implementazione di interventi multimodali, tra cui l’allenamento fisico, l’ottimizzazione della nutrizione e il supporto emotivo è discussa in questo manoscritto.

La necessità di screening e valutazione di condizioni come la sarcopenia, la fragilità o il basso stato funzionale al fine di identificare i pazienti che trarrebbero il massimo beneficio dalla preriabilitazione è vitale e dovrebbe far parte di tutti i programmi di preriabilitazione.

 

L’esercizio fisico e l’alimentazione svolgono ruoli complementari nella riabilitazione, migliorando l’anabolismo e le prestazioni. Tuttavia, in presenza di malnutrizione e sarcopenia, il dispendio energetico correlato all’esercizio fisico senza un apporto proteico sufficiente può portare all’atrofia muscolare e all’ulteriore deterioramento della capacità funzionale, quindi in questi casi è necessario porre particolare enfasi sull’alimentazione e sull’assunzione di proteine.

 

Infine, vengono discusse le sfide e la necessità di un cambiamento di paradigma nell’assistenza perioperatoria per implementare efficacemente programmi di riabilitazione personalizzati.

 

 

Abstract

 

Prehabilitation: Who can benefit?

Prehabilitation is an intervention that occurs between cancer diagnosis and the start of an acute treatment. It involves physical, nutritional, and psychological assessments to establish a baseline functional level and provide targeted interventions to improve a person’s health and prevent future impairments.

 

Prehabilitation has been applied to surgical oncology and has shown positive results at improving functional capacity, reducing hospital stay, decreasing complications, and enhancing health-related quality of life.

The importance of collaboration between various healthcare professionals and the implementation of multimodal interventions, including exercise training, nutrition optimization, and emotional support is discussed in this manuscript.

The need for screening and assessment of conditions such as sarcopenia, frailty, or low functional status in order to identify patients who would benefit the most from prehabilitation is vital and should be a part of all prehabilitation programs.

 

Exercise and nutrition play complementary roles in prehabilitation, enhancing anabolism and performance. However, in the presence of malnutrition and sarcopenia, exercise-related energy expenditure without sufficient protein intake can lead to muscle wasting and further deterioration of functional capacity, thus special emphasis on nutrition and protein intake should be made in these cases.

 

Finally, the challenges and the need for a paradigm shift in perioperative care are discussed to effectively implement personalized prehabilitation programs.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37451924/

Assunzione dietetica di vitamina C e cancro gastrico: un’analisi aggregata nell’ambito del progetto Stomach cancer Pooling (StoP)

Sassano M. et al.

Gastric Cancer. 2024 May;27(3):461-472.

 

Assunzione dietetica di vitamina C e cancro gastrico: un’analisi aggregata nell’ambito del progetto Stomach cancer Pooling (StoP)

Sfondo:

Studi precedenti suggeriscono che la vitamina C nella dieta è inversamente associata al cancro gastrico (GC), ma la maggior parte di essi non ha considerato l’assunzione di frutta e verdura. Pertanto, abbiamo cercato di valutare questa associazione all’interno del progetto Stomach cancer Pooling (StoP), un consorzio di studi epidemiologici sulla GC.

 

Metodi:

Quattordici studi caso-controllo sono stati inclusi nell’analisi (5362 casi, 11.497 controlli). Sono stati stimati gli odds ratio (OR) e i corrispondenti intervalli di confidenza al 95% (CI) per l’associazione tra l’assunzione alimentare di vitamina C e GC, aggiustati per i fattori confondenti rilevanti e per l’assunzione di frutta e verdura. La relazione dose-risposta è stata valutata utilizzando modelli logistici a effetti misti con polinomi frazionari del secondo ordine.

 

Risultati:

Gli individui nel quartile più alto di assunzione di vitamina C nella dieta avevano probabilità ridotte di GC rispetto a quelli nel quartile più basso (OR: 0,64; IC 95%: 0,58, 0,72). Un ulteriore aggiustamento per l’assunzione di frutta e verdura ha portato a un OR di 0,85 (IC 95%: 0,73, 0,98). È stata osservata una significativa associazione inversa per la GC non cardiaca e per i tipi intestinali e diffusi della malattia. I risultati dell’analisi dose-risposta hanno mostrato una diminuzione degli OR di GC fino a 150-200 mg/die di vitamina C (OR: 0,54; IC 95%: 0,41, 0,71), mentre gli OR per assunzioni più elevate erano vicini a 1,0.

 

Conclusioni:

I risultati del nostro studio aggregato suggeriscono che la vitamina C è inversamente associata alla GC, con un effetto potenzialmente benefico anche per le assunzioni superiori alla dose giornaliera attualmente raccomandata (90 mg per gli uomini e 75 mg per le donne).

 

 

Abstract

 

Dietary intake of vitamin C and gastric cancer: a pooled analysis within the Stomach cancer Pooling (StoP) Project

Background:

Previous studies suggest that dietary vitamin C is inversely associated with gastric cancer (GC), but most of them did not consider intake of fruit and vegetables. Thus, we aimed to evaluate this association within the Stomach cancer Pooling (StoP) Project, a consortium of epidemiological studies on GC.

 

Methods:

Fourteen case-control studies were included in the analysis (5362 cases, 11,497 controls). We estimated odds ratios (ORs) and corresponding 95% confidence intervals (CIs) for the association between dietary intake of vitamin C and GC, adjusted for relevant confounders and for intake of fruit and vegetables. The dose-response relationship was evaluated using mixed-effects logistic models with second-order fractional polynomials.

 

Results:

Individuals in the highest quartile of dietary vitamin C intake had reduced odds of GC compared with those in the lowest quartile (OR: 0.64; 95% CI: 0.58, 0.72). Additional adjustment for fruit and vegetables intake led to an OR of 0.85 (95% CI: 0.73, 0.98). A significant inverse association was observed for noncardia GC, as well as for both intestinal and diffuse types of the disease. The results of the dose-response analysis showed decreasing ORs of GC up to 150-200 mg/day of vitamin C (OR: 0.54; 95% CI: 0.41, 0.71), whereas ORs for higher intakes were close to 1.0.

 

Conclusions:

The findings of our pooled study suggest that vitamin C is inversely associated with GC, with a potentially beneficial effect also for intakes above the currently recommended daily intake (90 mg for men and 75 mg for women).

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38436761/

Associazione tra il rischio di malnutrizione definito dalla valutazione globale soggettiva generata dal paziente e gli esiti avversi nei pazienti con cancro: una revisione sistematica e una meta-analisi

Zhang J., Xu W., Zhang H., Fan Y.

Public Health Nutr. 2024 Mar 27;27(1):e105.

 

Associazione tra il rischio di malnutrizione definito dalla valutazione globale soggettiva generata dal paziente e gli esiti avversi nei pazienti con cancro: una revisione sistematica e una meta-analisi

Obiettivo:

Valutare l’associazione tra il rischio di malnutrizione, come stimato dai punteggi numerici PG-SGA (Patient-Generated Subjective Global Assessment), e gli esiti avversi nei pazienti oncologici.

 

Disegno:

Revisione sistematica e meta-analisi.

 

Impostazioni:

È stata condotta una ricerca completa nei database PubMed, Web of Science, Embase, CKNI, VIP, Sinomed e Wanfang. Sono stati inclusi studi che hanno esaminato l’associazione tra il rischio di malnutrizione, come stimato dai punteggi numerici PG-SGA, e la sopravvivenza globale (OS) o le complicanze postoperatorie nei pazienti oncologici. I pazienti sono stati classificati come a basso rischio (PG-SGA ≤ 3), a medio rischio (PG-SGA 4-8) e ad alto rischio di malnutrizione (PG-SGA > 8).

 

Oggetto:

Diciannove studi che riportano venti articoli (n 9286 pazienti).

 

Risultati:

La prevalenza del rischio medio e alto di malnutrizione variava dal 16,0% al 71,6%. Una meta-analisi ha mostrato che i pazienti oncologici con rischio medio e alto di malnutrizione avevano una OS più povera (hazard ratio aggiustato (HR) 1.98; IC 95% 1.77, 2.21) rispetto a quelli con un basso rischio di malnutrizione. L’analisi stratificata ha rivelato che l’HR aggregato era di 1,55 (IC 95% 1,17, 2,06) per il rischio medio di malnutrizione e di 2,65 (IC 95% 1,90, 3,70) per l’alto rischio di malnutrizione. Inoltre, l’OR aggiustato aggregato per le complicanze postoperatorie è stato di 4.65 (IC 95% 1.61, 13.44) per i pazienti a rischio medio e alto di malnutrizione.

 

Conclusioni:

La presenza di un rischio medio e alto di malnutrizione, come stimato dai punteggi numerici PG-SGA, è significativamente legata a una OS più scarsa e a un aumentato rischio di complicanze postoperatorie nei pazienti oncologici.

 

 

Abstract

 

Association between risk of malnutrition defined by patient-generated subjective global assessment and adverse outcomes in patients with cancer: a systematic review and meta-analysis

Objective:

To assess the association between the risk of malnutrition, as estimated by the Patient-Generated Subjective Global Assessment (PG-SGA) numerical scores, and adverse outcomes in oncology patients.

 

Design:

Systematic review and meta-analysis.

 

Settings:

A comprehensive search was conducted in PubMed, Web of Science, Embase, CKNI, VIP, Sinomed and Wanfang databases. Studies that examined the association between the risk of malnutrition, as estimated by the PG-SGA numerical scores, and overall survival (OS) or postoperative complications in oncology patients were included. Patients were classified as low risk (PG-SGA ≤ 3), medium risk (PG-SGA 4-8) and high risk of malnutrition (PG-SGA > 8).

 

Subject:

Nineteen studies reporting on twenty articles (n 9286 patients).

 

Results:

The prevalence of medium and high risk of malnutrition ranged from 16·0 % to 71·6 %. A meta-analysis showed that cancer patients with medium and high risk of malnutrition had a poorer OS (adjusted hazard ratios (HR) 1·98; 95 % CI 1·77, 2·21) compared with those with a low risk of malnutrition. Stratified analysis revealed that the pooled HR was 1·55 (95 % CI 1·17, 2·06) for medium risk of malnutrition and 2·65 (95 % CI 1·90, 3·70) for high risk of malnutrition. Additionally, the pooled adjusted OR for postoperative complications was 4·65 (95 % CI 1·61, 13·44) for patients at medium and high risk of malnutrition.

 

Conclusions:

The presence of medium and high risk of malnutrition, as estimated by the PG-SGA numerical scores, is significantly linked to poorer OS and an increased risk of postoperative complications in oncology patients.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38533774/

Fattori dietetici e loro influenza sulle strategie di immunoterapia in oncologia: una revisione completa

Golonko A. et al.

Cell Death Dis. 2024 Apr 9;15(4):254.

 

Fattori dietetici e loro influenza sulle strategie di immunoterapia in oncologia: una revisione completa

L’immunoterapia sta emergendo come una strada promettente in oncologia, acquisendo sempre più importanza e offrendo vantaggi sostanziali rispetto alla chemioterapia o alla radioterapia. Tuttavia, nel contesto dell’immunoterapia, esiste la possibilità che il sistema immunitario sostenga o ostacoli il trattamento somministrato.

 

Questa revisione comprende studi recenti e cardine che valutano l’influenza degli elementi dietetici, tra cui vitamine, acidi grassi, sostanze nutritive, piccole molecole alimentari, modelli dietetici e restrizione calorica, sulla capacità di modulare le risposte immunitarie.

Inoltre, l’articolo sottolinea come questi fattori dietetici abbiano il potenziale per modificare e migliorare l’efficacia dell’immunoterapia antitumorale. Sottolinea la necessità di ulteriori ricerche per comprendere i meccanismi alla base dell’ottimizzazione dell’efficacia della terapia antitumorale e la definizione di strategie dietetiche che possano ridurre la morbilità e la mortalità correlate al cancro.

La ricerca persistente in questo campo è molto promettente per migliorare i risultati del trattamento del cancro e massimizzare i benefici dell’immunoterapia.

 

 

Abstract

 

Dietary factors and their influence on immunotherapy strategies in oncology: a comprehensive review

Immunotherapy is emerging as a promising avenue in oncology, gaining increasing importance and offering substantial advantages when compared to chemotherapy or radiotherapy. However, in the context of immunotherapy, there is the potential for the immune system to either support or hinder the administered treatment.

 

This review encompasses recent and pivotal studies that assess the influence of dietary elements, including vitamins, fatty acids, nutrients, small dietary molecules, dietary patterns, and caloric restriction, on the ability to modulate immune responses.

Furthermore, the article underscores how these dietary factors have the potential to modify and enhance the effectiveness of anticancer immunotherapy. It emphasizes the necessity for additional research to comprehend the underlying mechanisms for optimizing the efficacy of anticancer therapy and defining dietary strategies that may reduce cancer-related morbidity and mortality.

Persistent investigation in this field holds significant promise for improving cancer treatment outcomes and maximizing the benefits of immunotherapy.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38594256/

Bevande: una revisione dell’ambito per le raccomandazioni nutrizionali nordiche 2023

Sonestedt E., Lukic M.

Food Nutr Res. 2024 Apr 2;68.

 

Bevande: una revisione dell’ambito per le raccomandazioni nutrizionali nordiche 2023

Sfondo:

Caffè, , bevande zuccherate (SSB) e bevande zuccherate a basso contenuto calorico e senza calorie (LNCSB) sono generalmente frequentemente consumate nei paesi nordici e baltici. Queste bevande sono state anche correlate a potenziali effetti sulla salute.

Questa revisione descrive le prove del ruolo di caffè, tè, SSB e LNCSB per gli esiti relativi alla salute come base per la definizione e l’aggiornamento delle linee guida dietetiche basate sugli alimenti.

Sono state utilizzate le evidenze di diverse revisioni sistematiche qualificate (ad esempio il World Cancer Research Fund, il Comitato consultivo per le linee guida dietetiche degli Stati Uniti, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare e l’Organizzazione mondiale della sanità) e sono state eseguite ricerche di ulteriori revisioni sistematiche.

 

L’evidenza suggerisce che il consumo moderato di caffè e tè non ha effetti negativi sulla salute a lungo termine. Gli effetti favorevoli a lungo termine del consumo di caffè sono legati alla riduzione del rischio di cancro dell’endometrio e del fegato, diabete di tipo 2 e morte cardiovascolare.

Tuttavia, i risultati di studi randomizzati controllati (RCT) suggeriscono che gli infusi di caffè ricchi di diterpeni, come il caffè bollito, aumentano le concentrazioni sieriche di colesterolo.

Un’elevata assunzione di caffeina in gravidanza è associata a un rischio più elevato di aborto spontaneo, parto pretermine e basso peso alla nascita.

L’elevato consumo di SSB è stato associato ad un aumento del rischio di obesità, diabete di tipo 2, ipertensione e malattie cardiovascolari, sulla base dei dati degli RCT e degli studi prospettici di coorte.

Il consumo di LNCSB può comportare una piccola riduzione del peso corporeo negli adulti, probabilmente mediata dall’effetto di un ridotto apporto energetico, ma ha effetti neutri su altri marcatori di rischio cardiometabolico utilizzando evidenze da RCT. Tuttavia, le evidenze degli studi osservazionali indicano un aumento del rischio di malattie cardiometaboliche tra i consumatori di LNCSB elevato.

 

In conclusione,

le prove attuali suggeriscono che il consumo moderato di caffè e tè non ha effetti negativi sulla salute a lungo termine.

L’evidenza degli effetti benefici del consumo di caffè sul rischio di cancro al fegato e all’endometrio, e alcuni esiti cardiovascolari, proviene da studi osservazionali. Un elevato consumo di caffè bollito dovrebbe essere evitato a causa dell’effetto negativo sul profilo lipidico. Le donne in gravidanza non devono superare la dose giornaliera raccomandata di assunzione di caffeina di 200 mg fissata dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare come livello sicuro per il feto. L’elevato consumo di SSB è stato costantemente associato a effetti negativi sulla salute, dovuti principalmente all’eccessivo apporto energetico, e dovrebbe essere limitato. I risultati contrastanti degli RCT e degli studi osservazionali riguardanti le LNCSB possono essere dovuti a una causalità riverita e dovrebbero essere esplorati ulteriormente.

 

 

Abstract

 

Beverages – a scoping review for Nordic Nutrition Recommendations 2023

Background:

Coffee, tea, sugar-sweetened beverages (SSBs), and low- and no-calorie sweetened beverages (LNCSBs) are generally frequently consumed in the Nordic and Baltic countries. These beverages have also been related to potential health effects.

This scoping review describes the evidence for the role of coffee, tea, SSBs, and LNCSBs for health-related outcomes as a basis for setting and updating food-based dietary guidelines.

We used evidence from several qualified systematic reviews (i.e. World Cancer Research Fund, US Dietary Guidelines Advisory Committee, European Food Safety Authority, and World Health Organization) and performed a search for additional systematic reviews.

 

The evidence suggests that moderate coffee and tea consumption do not have long-term adverse health effects. The long-term favorable effects of coffee consumption are related to reduced risk of endometrial and liver cancer, type 2 diabetes, and cardiovascular deaths.

However, results from randomized controlled trials (RCTs) suggest that coffee brews that are rich in diterpenes, such as boiled coffee, increase serum cholesterol concentrations.

High caffeine intake in pregnancy is associated with higher risk of pregnancy loss, preterm birth, and low birth weight.

High consumption of SSBs has been associated with increased risk of obesity, type 2 diabetes, hypertension, and cardiovascular disease, based on data from RCTs and prospective cohort studies.

The consumption of LNCSBs may result in a small reduction in body weight in adults, likely mediated through the effect of reduced energy intake, but has neutral effects on other cardiometabolic risk markers using evidence from RCTs. However, evidence from observational studies indicates increased risk of cardiometabolic diseases among high LNCSB consumers.

 

In conclusion,

current evidence suggests that moderate coffee and tea consumption have no long-term adverse health effects.

The evidence of beneficial effects of coffee consumption on liver and endometrial cancer risk, and some cardiovascular outcomes, comes from observational studies. High consumption of boiled coffee should be avoided due to negative effect on lipid profile. Pregnant women should not exceed the recommended daily dose of caffeine intake of 200 mg set by the European Food Safety Authority as a safe level for the fetus. High consumption of SSBs has consistently been associated with adverse health effects, which is mainly due to excess energy intake, and should be limited. The conflicting results from RCTs and observational studies regarding LNCSBs may be due to revere causation and should be explored further.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38571923/

Stile di vita sano e rischio di cancro: fattori di rischio modificabili per prevenire il cancro

Marino P. et al.

Nutrients. 2024 Mar 11;16(6):800.

 

Stile di vita sano e rischio di cancro: fattori di rischio modificabili per prevenire il cancro

Il cancro è diventato un problema serio in tutto il mondo, in quanto rappresenta la principale causa di morte, e la sua incidenza è aumentata nel corso degli anni.

 

Una potenziale strategia per contrastare la crescente diffusione di varie forme di cancro è l’adozione di strategie di prevenzione, in particolare, l’utilizzo di stili di vita sani, come il mantenimento di un peso forma, seguendo una dieta sana; essere fisicamente attivi; evitare il fumo, il consumo di alcol e l’esposizione al sole; e l’integrazione di vitamina D. Questi fattori di rischio modificabili sono associati a questa malattia, contribuendo al suo sviluppo, alla sua progressione e alla sua gravità.

 

Questa revisione valuta la relazione tra i fattori di rischio potenzialmente modificabili e lo sviluppo generale del cancro, in particolare il cancro al seno, al colon-retto e alla prostata, ed evidenzia le raccomandazioni aggiornate sulla prevenzione del cancro.

I risultati di numerosi studi clinici ed epidemiologici mostrano chiaramente l’influenza degli stili di vita sullo sviluppo e sulla prevenzione del cancro.

Un’alimentazione scorretta, composta principalmente da grassi saturi e prodotti trasformati, con conseguente aumento del peso corporeo, unita all’inattività fisica, al consumo di alcol e al fumo, ha indotto un aumento dell’incidenza di tutti e tre i tipi di tumore oggetto di studio.

 

Data l’importanza di adottare stili di vita corretti e sani per prevenire il cancro, le istituzioni globali dovrebbero sviluppare strategie e ambienti che incoraggino le persone ad adottare comportamenti sani e regolari.

 

 

Abstract

 

Healthy Lifestyle and Cancer Risk: Modifiable Risk Factors to Prevent Cancer

Cancer has become a serious problem worldwide, as it represents the main cause of death, and its incidence has increased over the years.

 

A potential strategy to counter the growing spread of various forms of cancer is the adoption of prevention strategies, in particular, the use of healthy lifestyles, such as maintaining a healthy weight, following a healthy diet; being physically active; avoiding smoking, alcohol consumption, and sun exposure; and vitamin D supplementation. These modifiable risk factors are associated with this disease, contributing to its development, progression, and severity.

 

This review evaluates the relationship between potentially modifiable risk factors and overall cancer development, specifically breast, colorectal, and prostate cancer, and highlights updated recommendations on cancer prevention.

The results of numerous clinical and epidemiological studies clearly show the influence of lifestyles on the development and prevention of cancer.

An incorrect diet, composed mainly of saturated fats and processed products, resulting in increased body weight, combined with physical inactivity, alcohol consumption, and smoking, has induced an increase in the incidence of all three types of cancer under study.

 

Given the importance of adopting correct and healthy lifestyles to prevent cancer, global institutions should develop strategies and environments that encourage individuals to adopt healthy and regular behaviors.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38542712/

Interventi sullo stile di vita con strategie dietetiche dopo la diagnosi di cancro al seno: una revisione sistematica

Buro AW et al.

Breast Cancer Res Treat. 2024 Jul;206(1):1-18.

 

Interventi sullo stile di vita con strategie dietetiche dopo la diagnosi di cancro al seno: una revisione sistematica

Scopo:

L’obesità può aumentare la mortalità e la morbilità nelle sopravvissute al cancro al seno. Fattori di stile di vita sani come la dieta possono aiutare a gestire il peso in questa popolazione. Questa revisione sistematica ha esaminato gli interventi sullo stile di vita con strategie dietetiche per i sopravvissuti al cancro al seno e il loro effetto sulla dieta e/o sugli esiti correlati al peso.

 

Metodi:

Le ricerche sono state condotte in Ovidio MEDLINE®ALL (1946-14 febbraio 2022), Embase (Elsevier), CINAHL Complete (EBSCO) e APA PsycArticles (EBSCO), utilizzando parole chiave per dieta, cancro al seno e intervento. La ricerca è stata limitata agli studi sull’uomo, alla lingua inglese e alla data di elaborazione della pubblicazione 2016-2023.

 

Risultati:

La ricerca ha prodotto 3427 articoli. Dopo la revisione del titolo e dell’abstract, sono stati vagliati 225 articoli full-text e 67 articoli con 61 campioni e interventi distinti hanno soddisfatto i criteri di inclusione. Di questi 61 interventi sullo stile di vita con strategie dietetiche, 43 interventi hanno riguardato anche l’attività fisica.

La maggior parte degli studi sono stati randomizzati controllati (n = 41) e condotti dopo il trattamento (n = 45). L’età media dei partecipanti era di 54 anni. Dei 29 studi che riportavano razza/etnia, 20 (69%) riportavano il ≥50% di partecipanti bianchi. Dei 36 che hanno riportato risultati dietetici, 29 (81%) hanno riportato risultati significativi. Dei 57 che hanno riportato esiti correlati al peso, 51 (89%) hanno riportato risultati significativi.

 

Conclusione:

Questa revisione ha dimostrato prove promettenti per l’efficacia degli interventi sullo stile di vita con strategie dietetiche nei sopravvissuti al cancro al seno. Tuttavia, mancano interventi culturalmente personalizzati e interventi condotti prima e durante il trattamento.

 

 

Abstract

 

Lifestyle interventions with dietary strategies after breast cancer diagnosis: a systematic review

Purpose:

Obesity can increase mortality and morbidity in breast cancer survivors. Healthy lifestyle factors such as diet can help manage weight in this population. This systematic review examined lifestyle interventions with dietary strategies for breast cancer survivors and their effect on diet and/or weight-related outcomes.

 

Methods:

Searches were conducted in Ovid MEDLINE® ALL (1946-February 14, 2022), Embase (Elsevier), CINAHL Complete (EBSCO), and APA PsycArticles (EBSCO), using keywords for diet, breast cancer, and intervention. The search was limited to human studies, English language, and publication processing date 2016-2023.

 

Results:

The search yielded 3427 articles. After title and abstract review, 225 full-text articles were screened, and 67 articles with 61 distinct samples and interventions met inclusion criteria. Of these 61 lifestyle interventions with dietary strategies, 43 interventions also addressed physical activity.

Most studies were randomized controlled trials (n = 41) and conducted post-treatment (n = 45). Mean participant age was 54 years. Of 29 studies that reported race/ethnicity, 20 (69%) reported ≥50% White participants. Of 36 that reported dietary outcomes, 29 (81%) reported significant findings. Of 57 that reported weight-related outcomes, 51 (89%) reported significant findings.

 

Conclusion:

This review demonstrated promising evidence for the efficacy of lifestyle interventions with dietary strategies in breast cancer survivors. However, culturally tailored interventions and interventions conducted before and during treatment are lacking.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38551752/

Revisione sistematica dei fattori di rischio di malnutrizione per identificare i pazienti a rischio nutrizionale con cancro della testa e del collo

Wang P. et al.

Clin J Oncol Nurs. 2024 Mar 15;28(2):197-208.

 

Revisione sistematica dei fattori di rischio di malnutrizione per identificare i pazienti a rischio nutrizionale con cancro della testa e del collo

Sfondo:

I pazienti con cancro della testa e del collo sono inclini alla malnutrizione, che può portare a esiti negativi per la salute. Una revisione della letteratura ha rivelato una mancanza di revisioni sistematiche che affrontino i fattori di rischio per la malnutrizione in questa popolazione.

 

Obiettivi:

Questo studio mirava a colmare la lacuna di conoscenza identificando i fattori di rischio per la malnutrizione nei pazienti con cancro della testa e del collo.

 

Metodi:

È stata condotta una ricerca completa nei database di PubMed®, Web of Science, Embase® e Cochrane Library, dal loro inizio fino a giugno 2023.

Tre ricercatori hanno valutato criticamente i criteri di inclusione ed esclusione. Due ricercatori hanno esaminato in modo indipendente la letteratura e hanno estratto i dati, risolvendo eventuali discrepanze attraverso il consenso.

 

Risultati:

Questa revisione sistematica comprende 18 studi. I risultati hanno indicato che i fattori di rischio per la malnutrizione nei pazienti con cancro della testa e del collo comprendono fattori legati alla malattia, genetici, di stile di vita, di salute nutrizionale, fisiologici, psicologici e correlati al trattamento.

 

 

Abstract

 

Systematic Review of Malnutrition Risk Factors to Identify Nutritionally At-Risk Patients With Head and Neck Cancer

Background:

Patients with head and neck cancer are prone to malnutrition, which can lead to adverse health outcomes. A review of the literature revealed a lack of systematic reviews addressing risk factors for malnutrition in this population.

 

Objectives:

This study aimed to fill the knowledge gap by identifying risk factors for malnutrition in patients with head and neck cancer.

 

Methods:

A comprehensive search was conducted in PubMed®, Web of Science, Embase®, and Cochrane Library databases, spanning from their inception until June 2023.

Three researchers critically evaluated the inclusion and exclusion criteria. Two investigators independently screened the literature and extracted data, resolving any discrepancies through consensus.

 

Findings:

This systematic review includes 18 studies. The results indicated that risk factors for malnutrition in patients with head and neck cancer encompass disease-related, genetic, lifestyle, nutritional health, physiologic, psychological, and treatment-related factors.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38511915/

Una meta-analisi dose-risposta di studi clinici randomizzati che indagano gli effetti della supplementazione di omega-3 sul peso corporeo in pazienti con cachessia tumorale

Hosseini F. et al. 

Clin Nutr ESPEN. 2024 Feb;59:378-386.

 

Una meta-analisi dose-risposta di studi clinici randomizzati che indagano gli effetti della supplementazione di omega-3 sul peso corporeo in pazienti con cachessia tumorale

Sfondo:

La cachessia è uno degli effetti collaterali delle malattie tumorali che può essere una riduzione del peso e una minore sopravvivenza globale.

La perdita di peso è stata associata a esiti avversi sia nei pazienti oncologici che nei pazienti con malattie benigne. Non esiste un trattamento definitivo per la cachessia completamente inversa. Gli studi hanno mostrato livelli più elevati di marcatori infiammatori nei pazienti con cancro cachettico.

Pertanto, questo studio mirava a indagare gli effetti dose-risposta degli omega-3 come integratore antinfiammatorio sul peso corporeo nei pazienti con cachessia tumorale.

 

Metodi:

Fino a gennaio 2022 le banche dati online, tra cui PubMed, Scopus e Web of Science, sono state sistematicamente ricercate per parole chiave pertinenti. L’analisi degli effetti casuali è stata applicata per eseguire la meta-analisi. Sono state eseguite analisi di sottogruppi per trovare fonti di eterogeneità. La valutazione della qualità è stata condotta utilizzando lo strumento II della Revised Cochrane Collaboration. Sono state inoltre effettuate analisi di trim e fill in caso di presenza di bias di pubblicazione. La certezza delle valutazioni è stata valutata con l’approccio GRADE.

 

Risultati:

L’integrazione di Omega-3 ha determinato un aumento significativo del peso corporeo nei pazienti con cachessia tumorale quando l’età dei partecipanti allo studio era di ≥67 anni e il peso basale di loro era di ≤60 kg (WMD = 0,99; IC 95%: 0,06, 1,92 e WMD = 1,22; IC 95%: 0,14, 2,30, rispettivamente).

Inoltre, c’era una relazione lineare non significativa tra il dosaggio di integrazione di omega-3 e il peso corporeo nei pazienti con cachessia tumorale.

 

Conclusione:

L’integrazione di Omega-3 può essere un agente promettente per aumentare il peso corporeo nei pazienti con cachessia tumorale. Inoltre, in questi pazienti è stata riscontrata una relazione lineare non significativa tra il dosaggio dell’integrazione di omega-3 e il peso corporeo.

 

 

Abstract

 

A dose-response meta-analysis of randomized clinical trials investigating the effects of omega-3 supplementation on body weight in patients with cancer cachexia

Background:

Cachexia is one of the side effects of cancer diseases that can be reduced weight, and lower overall survival.

Weight loss has been associated with adverse outcomes in both cancer patients and patients with benign diseases. There is no definitive treatment for fully reverse cachexia. studies showed higher levels of inflammatory markers in patient with cachectic cancer.

Therefore, this study aimed to investigate the dose-response effects of omega-3 as an anti-inflammatory supplement on body weight in patients with cancer cachexia.

 

Methods:

Online databases including PubMed, Scopus, and Web of Science were systematically searched by relevant keywords up to January 2022. Random effect analysis was applied to perform meta-analysis. Subgroup analyses were performed to find heterogeneity sources. Quality assessment was conducted using Revised Cochrane Collaboration’s tool II. Trim and fill analysis were also carried out in case of the presence of publication bias. The certainty in the evaluations was assessed by the GRADE approach.

 

Results:

Omega-3 supplementation resulted in a significant increase of body weight in patients with cancer cachexia when the age of study participants was ≥67 years and the baseline weight of them was ≤60 kg (WMD = 0.99; 95 % CI: 0.06, 1.92 and WMD = 1.22; 95 % CI: 0.14, 2.30, respectively).

Also, there was a non-significant linear relationship between the dosage of omega-3 supplementation and body weight in patients with cancer cachexia.

 

Conclusion:

Omega-3 supplementation may be a promising agent to increase body weight in patients with cancer cachexia. Also, a non-significant linear relationship between the dosage of omega-3 supplementation and body weight was found in these patients.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38220400/

Effetti del microbioma intestinale e dell’obesità sullo sviluppo, la progressione e la prevenzione del cancro (Recensione)

Kumavath R. et al.

Int J Oncol. 2024 Jan;64(1):4.

 

Effetti del microbioma intestinale e dell’obesità sullo sviluppo, la progressione e la prevenzione del cancro (Recensione)

Il cancro è una delle principali cause di morte in tutto il mondo e si stima che il tasso di mortalità del cancro aumenterà nei prossimi anni.

L’eziologia dello sviluppo e della progressione del cancro è multifattoriale.

Sono state acquisite conoscenze sull’associazione tra il microbioma umano e la malignità delle cellule tumorali.

 

Un certo numero di specie microbiche commensali sono presenti nell’intestino umano. Svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento di diverse condizioni di salute e malattia, come le malattie infiammatorie intestinali, la sindrome dell’intestino irritabile, l’obesità e il diabete.

I principali fattori noti coinvolti nello sviluppo del cancro includono l’età, i livelli ormonali, il consumo di alcol, la dieta, il sovrappeso, l’obesità e le infezioni, indipendentemente dal tipo di cancro.

Pertanto, la presente revisione mira a discutere la relazione tra il microbioma intestinale e le neoplasie associate all’obesità, tra cui il cancro del colon-retto, dello stomaco e del fegato. È stato segnalato che l’obesità contribuisce allo sviluppo di numerosi tipi di cancro causati principalmente dall’assunzione di cibi grassi. Inoltre, le alterazioni del microbioma associate all’obesità possono portare al cancro e alla sua progressione.

La disbiosi del microbiota intestinale può alterare il profilo dei metaboliti, aumentando al contempo i livelli di tossine, come la tossina Bacteroides fragilis e la colibattina e la tossina distendente citoletale, responsabili dell’oncogenesi.

La presente revisione fornisce approfondimenti sull’impatto della disbiosi del microbioma intestinale sulla progressione di diversi tipi di tumori associati all’obesità. Discute anche le possibili strategie per preservare un microbioma intestinale sano. Sono disponibili diversi modelli preclinici e clinici per lo studio dello sviluppo del cancro a valle della disbiosi del microbioma intestinale. Inoltre, verrà discusso il ruolo dei metaboliti o dei farmaci impiegati nella terapia del cancro del colon-retto, dello stomaco e del fegato.

 

 

Abstract

 

Effects of gut microbiome and obesity on the development, progression and prevention of cancer (Review)

Cancer is one of the leading causes of death worldwide and it is estimated that the mortality rate of cancer will increase in the coming years.

The etiology of the development and progression of cancer is multifactorial.

Insights have been gained on the association between the human microbiome and tumor cell malignancy.

 

A number of commensal microbe species are present in the human gut. They serve pivotal roles in maintaining several health and disease conditions, such as inflammatory bowel disease, irritable bowel syndrome, obesity and diabetes.

Known major factors involved in cancer development include age, hormone levels, alcohol consumption, diet, being overweight, obesity, and infections, regardless of the type of cancer.

Therefore, the present review aims to discuss the relationship between the gut microbiome and obesity‑associated malignancies, including colorectal, gastric and liver cancer. Obesity has been reported to contribute to the development of numerous types of cancer primarily caused by high fatty food intake. In addition, obesity‑associated microbiome alterations can lead to cancer and its progression.

Dysbiosis of the gut microbiota can alter the metabolite profile, whilst increasing the levels of toxins, such as Bacteroides fragilis toxin and colibactin and cytolethal distending toxin, which are responsible for oncogenesis.

The present review provides insights into the impact of gut microbiome dysbiosis on the progression of different types of cancers associated with obesity. It also discusses possible strategies for preserving a healthy gut microbiome. Different pre‑clinical and clinical models are available for studying cancer development downstream of gut microbiome dysbiosis. Furthermore, the role of metabolites or drugs employed in colorectal, gastric and liver cancer therapy would be discussed.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37997816/

Bevande zuccherate, succhi di frutta naturali e cancro: cosa sappiamo e cosa c’è ancora da valutare

Eshaghian N. et al.

Front Nutr. 2023 Dec 21;10:1301335.

 

Bevande zuccherate, succhi di frutta naturali e cancro: cosa sappiamo e cosa c’è ancora da valutare

Il cancro è noto come una delle principali cause di morte nel mondo. Oltre alla mortalità precoce, il cancro è associato alla disabilità nei pazienti affetti.

Tra i fattori di rischio ambientali, particolare attenzione è stata rivolta al ruolo dei fattori dietetici.

 

Negli ultimi decenni è aumentato il consumo di bevande zuccherate (SSB) e succhi di frutta naturali.

Diversi studi hanno valutato gli effetti di queste bevande sulla salute umana e hanno scoperto che una maggiore assunzione di SSB è associata a un maggiore rischio di obesità, diabete, malattie cardiovascolari, ipertensione e steatosi epatica non alcolica.

Tuttavia, le prove attuali sull’incidenza e la mortalità del cancro non sono conclusive.

 

Nella presente revisione, si è concluso che l’assunzione di SSB potrebbe essere positivamente associata all’incidenza/mortalità del cancro attraverso i loro effetti crescenti sull’obesità, sui biomarcatori infiammatori, sui livelli sierici del fattore di crescita insulino-simile I (IGF-I) e sui prodotti finali della glicazione avanzata.

Un’associazione così positiva è stata osservata anche per i succhi di frutta naturali. Tuttavia, i tipi di succhi di frutta naturali non sono stati considerati nella maggior parte degli studi precedenti.

Inoltre, alcuni tipi di cancro, tra cui i tumori cerebrali, polmonari e renali, non sono stati valutati in relazione agli SSB e ai succhi di frutta naturali. Pertanto, sono necessari ulteriori studi al riguardo.

 

 

Abstract

 

Sugar sweetened beverages, natural fruit juices, and cancer: what we know and what still needs to be assessed

Cancer is known as one of the leading causes of death in the world. In addition to early mortality, cancer is associated with disability in affected patients.

Among environmental risk factors, special attention has been paid to the role of dietary factors.

 

In recent decades, the consumption of sugar-sweetened beverages (SSBs) and natural fruit juices has increased.

Several studies have assessed the effects of these beverages on human health and found that a higher intake of SSBs is associated with a greater risk of obesity, diabetes, cardiovascular diseases, hypertension, and non-alcoholic fatty liver disease.

However, current evidence for cancer incidence and mortality is not conclusive.

 

In the current review, we concluded that SSBs intake might be positively associated with cancer incidence/mortality through their increasing effects on obesity, inflammatory biomarkers, serum levels of insulin-like growth factor-I (IGF-I), and advanced glycation end-products.

Such a positive association was also seen for natural fruit juices. However, types of natural fruit juices were not considered in most previous studies.

In addition, some types of cancer including brain, lung, and renal cancers were not assessed in relation to SSBs and natural fruit juices. Therefore, further studies are needed in this regard.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38178975/

Approccio multi-omico per comprendere l’influenza dei polifenoli nel carcinoma ovarico per la nutrizione di precisione: una mini-review

Tecchio Borsoi F. et al.

Crit Rev Food Sci Nutr. 2023 Dec 13:1-18.

 

Approccio multi-omico per comprendere l’influenza dei polifenoli nel carcinoma ovarico per la nutrizione di precisione: una mini-review

L’impatto dei polifenoli nel carcinoma ovarico è ampiamente studiato osservando l’espressione genica, le alterazioni epigenetiche e i meccanismi molecolari basati su nuove tecnologie “omiche”. Pertanto, la combinazione di tecnologie omiche con l’uso di composti fenolici può rappresentare un approccio promettente alla nutrizione di precisione nel cancro.

 

Questo articolo fornisce una rassegna aggiornata che coinvolge le attuali applicazioni delle tecnologie ad alto rendimento nel carcinoma ovarico, il ruolo dei polifenoli alimentari e i loro effetti meccanicistici nel carcinoma ovarico, e lo stato attuale e le sfide della nutrizione di precisione e la loro relazione con i big data.

Le tecnologie ad alto rendimento in diverse scienze omiche possono fornire informazioni rilevanti da diversi aspetti per l’identificazione di biomarcatori per la diagnosi, la prognosi e la selezione di terapie specifiche per un trattamento personalizzato. Inoltre, il campo delle scienze omiche può fornire una migliore comprensione del ruolo dei polifenoli e della loro funzione come molecole di segnalazione nella prevenzione e nel trattamento del cancro ovarico.

 

Sebbene sia stato osservato un aumento del numero di indagini, ci sono diversi approcci di acquisizione, analisi e integrazione dei dati che devono ancora essere migliorati e la standardizzazione di queste pratiche deve ancora essere implementata negli studi clinici.

 

 

Abstract

 

A multi-omics approach to understand the influence of polyphenols in ovarian cancer for precision nutrition: a mini-review

The impact of polyphenols in ovarian cancer is widely studied observing gene expression, epigenetic alterations, and molecular mechanisms based on new ‘omics’ technologies. Therefore, the combination of omics technologies with the use of phenolic compounds may represent a promising approach to precision nutrition in cancer.

 

This article provides an updated review involving the current applications of high-throughput technologies in ovarian cancer, the role of dietary polyphenols and their mechanistic effects in ovarian cancer, and the current status and challenges of precision nutrition and their relationship with big data.

High-throughput technologies in different omics science can provide relevant information from different facets for identifying biomarkers for diagnosis, prognosis, and selection of specific therapies for personalized treatment. Furthermore, the field of omics sciences can provide a better understanding of the role of polyphenols and their function as signaling molecules in the prevention and treatment of ovarian cancer.

 

Although we observed an increase in the number of investigations, there are several approaches to data acquisition, analysis, and integration that still need to be improved, and the standardization of these practices still needs to be implemented in clinical trials.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/38091344/

Gestire i problemi alimentari dopo il cancro

Kristensen MB.

Maturitas. 2023 Dec;178:107843.

 

Gestire i problemi alimentari dopo il cancro

Il trattamento del cancro può causare problemi alimentari limitanti che persistono o insorgono mesi o anni dopo il trattamento, con conseguenze negative per lo stato nutrizionale, la funzione fisica e sociale e la qualità della vita del sopravvissuto. Pertanto, i servizi di follow-up post-trattamento e di riabilitazione oncologica dovrebbero mirare a supportare il sopravvissuto nella gestione dei problemi alimentari correlati al trattamento.

 

Questa revisione narrativa riassume le evidenze e fornisce una panoramica degli interventi per gestire i problemi alimentari dopo il cancro.

Gli interventi sono raggruppati in quattro: 1) interventi a base alimentare, tra cui l’alternanza di cibo/liquidi e la sperimentazione attraverso la strategia per tentativi ed errori per trovare alimenti tollerati; 2) interventi comportamentali alimentari, comprese le istruzioni sulle tecniche di deglutizione, la postura e gli utensili; 3) interventi di supporto psicosociale, compresi gli interventi di gruppo e gli interventi che coinvolgono i parenti; e 4) interventi fisici, compresi esercizi per migliorare la disfagia o il trisma.

Mentre gli interventi fisici sono supportati da prove provenienti da diversi studi di intervento, sono stati identificati pochi studi che valutano l’effetto di altri tipi di interventi nei sopravvissuti. Invece, i dati qualitativi e osservativi che forniscono approfondimenti sulle esperienze e sulle strategie di coping applicate dai sopravvissuti con problemi alimentari sono alla base della necessità di altri tipi di interventi.

Poiché la ricerca esistente si concentra principalmente sui sopravvissuti al cancro della testa e del collo, sono rilevanti studi futuri sull’organizzazione e sugli effetti degli interventi volti a gestire i problemi alimentari tra diversi gruppi di sopravvissuti.

 

 

Abstract

 

Managing eating problems after cancer

Cancer treatment can cause food-limiting eating problems that persist or arise months or years after treatment, with negative consequences for the survivor’s nutritional status, physical and social function, and quality of life. Hence, post-treatment follow-up and cancer rehabilitation services should aim to support the survivor in managing treatment-related eating problems.

 

This narrative review summarizes the evidence on and provides an overview of interventions to manage eating problems after cancer.

Interventions are grouped into four: 1) food-based interventions, including alternating food/fluids and experimenting through the trial-and-error strategy to find tolerated foods; 2) eating behavioral interventions, including instructions on swallowing techniques, posture, and utensils; 3) psychosocial support interventions, including group-based interventions and interventions including relatives; and 4) physical interventions, including exercises to improve dysphagia or trismus.

While physical interventions are supported by evidence from several intervention studies, few studies evaluating the effect of other types of interventions in survivors were identified. Instead, qualitative and observational data providing insights on experiences of and coping strategies applied by survivors with eating problems underpin the need for the other types of interventions.

Since existing research primarily focuses on survivors of head and neck cancer, future studies on the organization and effects of interventions aimed at managing eating problems among different groups of survivors are relevant.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37659131/

Immunosorveglianza nella gestione clinica del cancro

Kroemer G, Chan TA, Eggermont AMM, Galluzzi L.

CA Cancer J Clin. 2024 Mar-Apr;74(2):187-202.

 

Immunosorveglianza nella gestione clinica del cancro

La progressione del cancro comporta un passaggio critico in cui le cellule maligne sfuggono al controllo del sistema immunitario.

Gli agenti antineoplastici sono particolarmente efficaci quando riescono a ripristinare tale controllo (immunosorveglianza) o almeno a stabilire uno stato di equilibrio che rallenta la progressione della malattia.

Questo è vero non solo per le immunoterapie, come gli inibitori del checkpoint immunitario (ICI), ma anche per la chemioterapia convenzionale, gli agenti antitumorali mirati e la radioterapia. Pertanto, le terapie che stressano e uccidono le cellule tumorali provocando una risposta immunitaria mirata al tumore, nota come morte cellulare immunogenica, sono particolarmente utili in combinazione con gli ICI.

I moderni regimi oncologici utilizzano sempre più spesso tali combinazioni, denominate chemioimmunoterapia, nonché combinazioni di più ICI. Tuttavia, questi ultimi sono generalmente associati a gravi effetti collaterali rispetto agli ICI a singolo agente.

Da notare che il successo di queste strategie combinatorie contro i tumori localmente avanzati o metastatici sta ora stimolando i tentativi di successo di spostarle dal setting postoperatorio (adiuvante) al setting preoperatorio (neoadiuvante), anche per i pazienti con tumori operabili.

 

Qui, gli autori discutono criticamente l’importanza dell’immunosorveglianza nella moderna gestione clinica del cancro.

 

 

Abstract

 

Immunosurveillance in clinical cancer management

The progression of cancer involves a critical step in which malignant cells escape from control by the immune system.

Antineoplastic agents are particularly efficient when they succeed in restoring such control (immunosurveillance) or at least establish an equilibrium state that slows down disease progression.

This is true not only for immunotherapies, such as immune checkpoint inhibitors (ICIs), but also for conventional chemotherapy, targeted anticancer agents, and radiation therapy. Thus, therapeutics that stress and kill cancer cells while provoking a tumor-targeting immune response, referred to as immunogenic cell death, are particularly useful in combination with ICIs.

Modern oncology regimens are increasingly using such combinations, which are referred to as chemoimmunotherapy, as well as combinations of multiple ICIs. However, the latter are generally associated with severe side effects compared with single-agent ICIs.

Of note, the success of these combinatorial strategies against locally advanced or metastatic cancers is now spurring successful attempts to move them past the postoperative (adjuvant) setting to the preoperative (neoadjuvant) setting, even for patients with operable cancers.

 

Here, the authors critically discuss the importance of immunosurveillance in modern clinical cancer management.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37880100/

Interventi nutrizionali per la prevenzione e il trattamento della mucosite orale indotta dalla terapia del cancro: una revisione ombrello di revisioni sistematiche e meta-analisi

Amiri Khosroshahi R. et al.

Nutr Rev. 2023 Aug 10;81(9):1200-1212.

 

Interventi nutrizionali per la prevenzione e il trattamento della mucosite orale indotta dalla terapia del cancro: una revisione ombrello di revisioni sistematiche e meta-analisi

Contesto:

Ad oggi, l’efficacia degli interventi nutrizionali sulla mucosite orale (OM) nei pazienti con cancro e la qualità di questa evidenza non sono state esplorate.

 

Obiettivo:

L’obiettivo di questa revisione ad ombrello era quello di fornire una valutazione completa degli interventi nutrizionali per i pazienti con cancro con OM, nonché di valutare la qualità di questa evidenza.

 

Fonti dei dati:

Le meta-analisi sono state ricercate utilizzando i database PubMed, Scopus e ISI Web of Science fino a dicembre 2021, senza limiti di tempo.

 

Estrazione dei dati:

Le meta-analisi di studi di controllo randomizzati che hanno valutato gli effetti degli interventi nutrizionali sull’incidenza di OM nei pazienti con cancro hanno avuto criteri di inclusione per questa revisione ad ombrello. L’estrazione dei dati, la valutazione della qualità delle meta-analisi e gli studi primari sono stati condotti in modo indipendente da 2 autori. La tecnica di valutazione, sviluppo e valutazione delle raccomandazioni è stata utilizzata per valutare la certezza delle prove.

 

Analisi dei dati:

Un totale di 26 meta-analisi sono state incluse in questa revisione ad ombrello.

I risultati hanno mostrato che miele, glutammina e propoli possono ridurre l’incidenza di OM grave, sulla base di una moderata qualità dell’evidenza. Inoltre, l’integrazione di zinco ha ridotto significativamente l’incidenza di OM, indipendentemente dalla gravità dei sintomi; tuttavia, è stata osservata una bassa certezza delle prove. Gli effetti della vitamina E, della curcumina e dei probiotici sull’OM non erano statisticamente significativi.

 

Conclusione:

Questa revisione dell’ombrello mostra che miele, glutammina e propoli possono ridurre significativamente l’incidenza di OM grave. Questi risultati devono essere confermati con studi randomizzati longitudinali controllati ben progettati.

 

 

Abstract

 

Nutritional interventions for the prevention and treatment of cancer therapy-induced oral mucositis: an umbrella review of systematic reviews and meta-analysis

Context:

To date, the efficacy of nutritional interventions on oral mucositis (OM) in patients with cancer, and the quality of this evidence have not been explored.

 

Objective:

The goal of this umbrella review was to provide a comprehensive evaluation of nutritional interventions for patients with cancer with OM, as well as to assess the quality of this evidence.

 

Data sources:

Meta-analyses were searched for using PubMed, Scopus, and ISI Web of Science databases until December 2021, with no time restrictions.

 

Data extraction:

Meta-analyses of randomized control trials that evaluated the effects of nutritional interventions on the incidence of OM in patients with cancer had inclusion criteria for this umbrella review. Data extraction, quality assessment of meta-analyses, and primary studies were done independently by 2 authors. The Grading of Recommendations Assessment, Development, and Evaluation technique was used to grade the certainty of evidence.

 

Data analysis:

A total of 26 meta-analyses were included in this umbrella review.

The results showed that honey, glutamine, and propolis can reduce the incidence of severe OM, based on moderate evidence quality. In addition, zinc supplementation significantly reduced the incidence of OM, regardless of symptom severity; however, low certainty of the evidence was observed. The effects of vitamin E, curcumin, and probiotics on OM were not statistically significant.

 

Conclusion:

This umbrella review shows that honey, glutamine, and propolis can significantly reduce the incidence of severe OM. These findings need to be confirmed with well-designed, longitudinal randomized controlled trials.

 

Systematic review registration: PROSPERO registration no. CRD42022301010.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36763701/

Assunzione di cibo e cancro del colon-retto

Kumar A, Chinnathambi S, Kumar M, Pandian GN.

Nutr Cancer. 2023;75(9):1710-1742.

 

Assunzione di cibo e cancro del colon-retto

Il cancro del colon-retto (CRC) è responsabile di notevoli decessi in tutto il mondo. Diversi fattori di rischio modificabili, tra cui un’elevata assunzione di determinati alimenti e bevande possono causare CRC.

 

Questa revisione ha riassunto le ultime scoperte sull’assunzione di vari alimenti, nutrienti, ingredienti e bevande sullo sviluppo del CRC, con l’obiettivo di classificarli come fattore di rischio o protettivo.

I prodotti alimentari ad alto rischio includono carne rossa, carne lavorata, uova, elevato consumo di alcol, bevande zuccherate e caramelle al cioccolato.

I prodotti alimentari che sono protettivi includono latte, formaggio e altri prodotti lattiero-caseari, frutta, verdura (in particolare crocifere), cereali integrali, legumi (in particolare semi di soia), pesce, tè (in particolare tè verde), caffè (in particolare tra gli asiatici), cioccolato e consumo moderato di alcol (in particolare vino).

 

I nutrienti / ingredienti ad alto rischio includono grassi alimentari da fonti animali e acidi grassi trans industriali (oli idrogenati semisolidi / solidi), coloranti alimentari sintetici, glutammato monosodico, biossido di titanio e sciroppo di mais ad alto contenuto di fruttosio.

I nutrienti / ingredienti protettivi includono fibre alimentari (in particolare da cereali), acidi grassi (acidi grassi saturi a catena media e dispari e acidi grassi altamente insaturi, compresi gli acidi grassi polinsaturi omega-3), calcio, polifenoli, curcumina, selenio, zinco, magnesio e vitamine A, C, D, E e B (in particolare B6, B9e B2).

Una combinazione di micronutrienti e multivitaminici sembra anche essere utile nel ridurre l’incidenza ricorrente dell’adenoma.

 

 

Abstract

 

Food Intake and Colorectal Cancer

Colorectal cancer (CRC) accounts for considerable mortalities worldwide. Several modifiable risk factors, including a high intake of certain foods and beverages can cause CRC.

 

This review summarized the latest findings on the intake of various foods, nutrients, ingredients, and beverages on CRC development, with the objective of classifying them as a risk or protective factor.

High-risk food items include red meat, processed meat, eggs, high alcohol consumption, sugar-sweetened beverages, and chocolate candy.

Food items that are protective include milk, cheese and other dairy products, fruits, vegetables (particularly cruciferous), whole grains, legumes (particularly soy beans), fish, tea (particularly green tea), coffee (particularly among Asians), chocolate, and moderate alcohol consumption (particularly wine).

 

High-risk nutrients/ingredients include dietary fat from animal sources and industrial trans-fatty acids (semisolid/solid hydrogenated oils), synthetic food coloring, monosodium glutamate, titanium dioxide, and high-fructose corn sirup.

Nutrients/ingredients that are protective include dietary fiber (particularly from cereals), fatty acids (medium-chain and odd-chain saturated fatty acids and highly unsaturated fatty acids, including omega-3 polyunsaturated fatty acids), calcium, polyphenols, curcumin, selenium, zinc, magnesium, and vitamins A, C, D, E, and B (particularly B6, B9, and B2).

A combination of micronutrients and multi-vitamins also appears to be beneficial in reducing recurrent adenoma incidence.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37572059/

Folati, acido folico e tossicità indotte dalla chemioterapia: una revisione sistematica della letteratura

Zwart NRK. et al.

Crit Rev Oncol Hematol. 2023 Aug;188:104061.

 

Folati, acido folico e tossicità indotte dalla chemioterapia: una revisione sistematica della letteratura

Il metabolismo dei folati è un bersaglio per vari farmaci chemioterapici. Il folato e la sua variante sintetica dell’acido folico sono vitamine del gruppo B.

In che misura queste vitamine influenzano la tolleranza al trattamento nei pazienti con cancro rimane poco chiaro.

 

È stata condotta una revisione sistematica della letteratura sull’assunzione e lo stato di folato e acido folico in relazione alle tossicità indotte dalla chemioterapia nei bambini e negli adulti con cancro.

 

Sono state identificate un totale di 6231 pubblicazioni, di cui 40 hanno soddisfatto i criteri di inclusione.

In 12 studi su 22 incentrati sugli antifolati, uno stato carente di folato e una minore assunzione di folato e acido folico sono stati associati a un rischio più elevato di tossicità. In 8 dei 14 studi incentrati sui trattamenti con fluoropirimidine, uno stato e un’assunzione di folato più elevati sono stati associati a un rischio più elevato di tossicità.

Questi risultati potrebbero spiegare le differenze interindividuali nella tolleranza al trattamento ed evidenziare l’importanza di valutare lo stato nutrizionale nella cura oncologica.

 

 

Abstract

 

Folate, folic acid, and chemotherapy-induced toxicities: A systematic literature review

Folate metabolism is a target for various chemotherapeutic drugs. Folate and its synthetic variant folic acid are B-vitamins.

To what extent these vitamins impact treatment tolerance in patients with cancer remains unclear.

 

A systematic literature review was conducted on intake and status of folate and folic acid in relation to chemotherapy-induced toxicities in children and adults with cancer.

 

A total of 6231 publications were identified, of which 40 publications met the inclusion criteria.

In 12 out of 22 studies focusing on antifolates, a deficient folate status and lower folate and folic acid intake were associated with a higher risk of toxicities. In 8 out of 14 studies focusing on fluoropyrimidine treatments, a higher folate status and intake were associated with a higher risk of toxicities.

These findings might explain interindividual differences in treatment tolerance and highlight the importance of evaluating nutritional status in oncology care.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37353179/

Carenze di micronutrienti nei pazienti con cancro gastrointestinale: trattare o non trattare

Turkiewicz J, Garcia M, Li Z, Surampudi V.

Nutr Clin Pract. 2023 Aug;38(4):749-760.

 

Carenze di micronutrienti nei pazienti con cancro gastrointestinale: trattare o non trattare

Gli integratori alimentari sono ampiamente utilizzati tra i pazienti con cancro.

Il pubblico in generale percepisce gli integratori come agenti antitumorali e antitossici più naturali e spesso gli integratori vengono utilizzati senza la conoscenza del medico curante.

 

In ambito clinico, ci sono preoccupazioni che gli integratori possano ridurre l’efficacia della chemioterapia e / o della radioterapia e, di conseguenza, l’integrazione è evitata.

 

Esiste un corpo di letteratura che valuta le carenze di micronutrienti, l’integrazione e il rischio di cancro; Tuttavia, si sa poco sui rischi del trattamento delle carenze di micronutrienti in tumori specifici. Tra i tipi di tumori, i pazienti con tumori gastrointestinali sono ad alto rischio di sviluppare malnutrizione e, successivamente, possibili carenze di micronutrienti.

Questa revisione mira a valutare gli effetti dell’integrazione di micronutrienti specifici in pazienti con cancro dell’apparato digerente.

 

 

Abstract

 

Micronutrient deficiencies in patients with gastrointestinal cancer: To treat or not to treat

Nutrition supplements are widely used among patients with cancer.

The general public perceives supplements as more natural anticancer and antitoxicity agents, and often supplements are used without the knowledge of the treating physician.

 

In the clinical setting, there are concerns that supplements may decrease effectiveness of chemotherapy and/or radiotherapy and, as a result, supplementation is avoided.

 

There is a body of literature evaluating micronutrient deficiencies, supplementation, and cancer risk; however, little is known about the risks of treatment of micronutrient deficiencies in specific cancers. Of the types of cancers, patients with gastrointestinal cancers are at high risk of developing malnutrition and, subsequently, possible micronutrient deficiencies.

This review aims to evaluate the effects of supplementation of specific micronutrients in patients with cancer of the digestive tract.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37280762/

Il ruolo dei nutraceutici e degli alimenti funzionali nel cancro della pelle: meccanismi e potenziale terapeutico

Peterle L. et al.

Foods. 2023 Jul 7;12(13):2629.

 

Il ruolo dei nutraceutici e degli alimenti funzionali nel cancro della pelle: meccanismi e potenziale terapeutico

Il cancro della pelle è un tipo prevalente di cancro in tutto il mondo e ha un alto tasso di crescita rispetto ad altre malattie.

Sebbene le moderne terapie mirate abbiano migliorato la gestione delle neoplasie cutanee, vi è un urgente bisogno di una strategia di chemioprevenzione e trattamento più sicura, più economica ed efficace per il cancro della pelle.

 

I nutraceutici, che sono sostanze naturali derivate dal cibo, sono emersi come una potenziale opzione di trattamento alternativo o aggiuntivo.

 

In questa recensione, vengono esplorate le attuali prove sull’uso di acidi grassi omega-3 e polifenoli (curcumina, epigallocatechina gallato, apigenina, resveratrolo e genisteina) per il trattamento del melanoma e del cancro della pelle non melanoma (NMSC), nonché nella loro prevenzione. Vengono discussi i meccanismi d’azione dei suddetti nutraceutici e i loro probabili benefici terapeutici nel cancro della pelle.

Gli acidi grassi omega-3, la curcumina, l’epigallocatechina gallato, l’apigenina, il resveratrolo e la genisteina hanno diverse proprietà, tra cui antinfiammatorie e antitumorali, che possono aiutare a prevenire e curare il cancro della pelle. Tuttavia, la loro efficacia è limitata a causa della scarsa biodisponibilità. Le nanoparticelle e altri sistemi di rilascio possono migliorare il loro assorbimento e targeting.

Sono necessarie ulteriori ricerche per valutare la loro sicurezza ed efficacia come approccio naturale alla prevenzione e al trattamento del cancro della pelle. Questi composti non dovrebbero sostituire i trattamenti convenzionali contro il cancro, ma possono essere utilizzati come terapia complementare sotto la guida di un operatore sanitario.

 

 

Abstract

 

The Role of Nutraceuticals and Functional Foods in Skin Cancer: Mechanisms and Therapeutic Potential

Skin cancer is a prevalent type of cancer worldwide and has a high growth rate compared to other diseases.

Although modern targeted therapies have improved the management of cutaneous neoplasms, there is an urgent requirement for a safer, more affordable, and effective chemoprevention and treatment strategy for skin cancer.

 

Nutraceuticals, which are natural substances derived from food, have emerged as a potential alternative or adjunctive treatment option.

 

In this review, we explore the current evidence on the use of omega-3 fatty acids and polyphenols (curcumin, epigallocatechin gallate, apigenin, resveratrol, and genistein) for the treatment of melanoma and non-melanoma skin cancer (NMSC), as well as in their prevention. We discuss the mechanisms of action of the aforementioned nutraceuticals and their probable therapeutic benefits in skin cancer.

Omega-3 fatty acids, curcumin, epigallocatechin gallate, apigenin, resveratrol, and genistein have several properties, among which are anti-inflammatory and anti-tumor, which can help to prevent and treat skin cancer. However, their effectiveness is limited due to poor bioavailability. Nanoparticles and other delivery systems can improve their absorption and targeting.

More research is needed to evaluate their safety and effectiveness as a natural approach to skin cancer prevention and treatment. These compounds should not replace conventional cancer treatments, but may be used as complementary therapy under the guidance of a healthcare professional.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37444367/

Bevande zuccherate artificialmente e risultati sulla salute: una revisione ombrello

Diaz C. et al.

Adv Nutr. 2023 Jul;14(4):710-717.

 

Bevande zuccherate artificialmente e risultati sulla salute: una revisione ombrello

Il consumo di bevande zuccherate artificialmente (ASB) è in aumento in alcuni paesi. Tuttavia, alcune meta-analisi hanno rilevato che i consumatori abituali di ASB (rispetto al consumo basso o nullo) avevano un rischio maggiore su alcuni esiti di salute.

 

E’ stata eseguita una revisione ombrello di meta-analisi per valutare la credibilità delle prove di presunte associazioni osservazionali tra ASB e risultati sulla salute.

 

I dati sono stati cercati in Web of Science, Embase e PubMed per revisioni sistematiche pubblicate fino al 25 maggio 2022, esaminando l’associazione tra ASB e qualsiasi risultato sulla salute.

La certezza delle prove per ciascun risultato sanitario è stata ottenuta sulla base dei risultati statistici dei test utilizzati nelle revisioni ombrello. Lo strumento AMSTAR-2 (16 elementi) è stato utilizzato per identificare revisioni sistematiche di alta qualità. Le risposte di ciascun elemento sono state valutate come sì, no o sì parziale (per una parziale aderenza allo standard).

Sono stati inclusi i dati di 11 meta-analisi con popolazione unica, esposizione, gruppo di confronto, esito ottenuto da 7 revisioni sistematiche (51 studi di coorte e 4 studi caso-controllo).

 

Gli ASB sono stati associati a un rischio più elevato di obesità, diabete di tipo 2, mortalità per tutte le cause, ipertensione e incidenza di malattie cardiovascolari (supportate da prove altamente suggestive). Le prove per altri esiti (cancro del colon-retto, cancro del pancreas, cancro gastrointestinale, mortalità per cancro, mortalità cardiovascolare, malattia renale cronica, malattia coronarica e ictus) erano deboli.

 

I risultati della valutazione della qualità delle revisioni sistematiche utilizzando AMSTAR-2 hanno mostrato alcune notevoli carenze: fonti poco chiare di finanziamento degli studi ammissibili e mancanza di protocolli di studio predefiniti per guidare gli autori.

Il consumo di ASB è stato associato a un rischio più elevato di obesità, diabete di tipo 2, mortalità per tutte le cause, ipertensione e incidenza di malattie cardiovascolari.

Tuttavia, sono ancora necessari ulteriori studi di coorte e studi clinici sugli esseri umani per comprendere l’impatto degli ASB sui risultati di salute.

 

 

Abstract

 

Artificially Sweetened Beverages and Health Outcomes: An Umbrella Review

The consumption of artificially sweetened beverages (ASBs) is increasing in some countries. However, some meta-analyses have found that habitual consumers of ASBs (compared with low or no consumption) had an increased risk on some health outcomes.

 

We performed an umbrella review of meta-analyses to grade the credibility of the evidence of claimed observational associations between ASBs and health outcomes.

 

Data were searched in Web of Science, Embase, and PubMed for systematic reviews published up to 25 May 2022, examining association between ASBs and any health outcomes.

Certainty of the evidence for each health outcome was obtained based on statistical results of tests used in umbrella reviews. The AMSTAR-2 tool (16 items) was used to identify high-quality systematic reviews. Answers of each item were rated as yes, no, or partial yes (for a partial adherence to the standard).

We included data from 11 meta-analyses with unique population, exposure, comparison group, outcome obtained from 7 systematic reviews (51 cohort studies and 4 case-control studies).

 

ASBs were associated with higher risk of obesity, type 2 diabetes, all-cause mortality, hypertension, and cardiovascular disease incidence (supported by highly suggestive evidence). Evidence for other outcomes (colorectal cancer, pancreatic cancer, gastrointestinal cancer, cancer mortality, cardiovascular mortality, chronic kidney disease, coronary artery disease, and stroke) was weak.

 

Results of the quality assessment of systematic reviews using AMSTAR-2 showed some notable deficiencies: unclear sources of funding of eligible studies and lack of predefined study protocols to guide authors.

The consumption of ASBs was associated with a higher risk of obesity, type 2 diabetes, all-cause mortality, hypertension, and cardiovascular disease incidence.

However, further cohort studies and clinical trials in humans are still needed to understand the impact of ASBs on health outcomes.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37187453/

Effetti della supplementazione di vitamina D sulla risposta infiammatoria in pazienti con cancro e lesioni precancerose: revisione sistematica e meta-analisi di studi randomizzati

Gwenzi T. et al.

Clin Nutr. 2023 Jul;42(7):1142-1150. 

 

Effetti della supplementazione di vitamina D sulla risposta infiammatoria in pazienti con cancro e lesioni precancerose: revisione sistematica e meta-analisi di studi randomizzati

Contesto e obiettivi:

L’infiammazione svolge un ruolo chiave nello sviluppo e nella progressione del tumore. La vitamina D ha potenziali effetti di soppressione del tumore attraverso la modulazione dei processi infiammatori. Lo scopo di questa revisione sistematica e meta-analisi di studi randomizzati controllati (RCT) era quello di riassumere e valutare gli effetti della vitamina D3 (VID3S) su biomarcatori infiammatori sierici tra pazienti con cancro o lesioni precancerose.

 

Metodi:

Abbiamo cercato nei database PubMed, Web of Science e Cochrane fino a novembre 2022. Gli effetti di VID3S sono stati stimati dalle differenze medie standardizzate aggregate (SMD) con i loro intervalli di confidenza (CI) del 95% per i livelli di follow-up dei biomarcatori infiammatori tra i gruppi di intervento e di controllo.

 

Risultati:

La meta-analisi di otto RCT (totale di 592 pazienti con cancro o condizioni precancerose) ha mostrato che VID3S ha abbassato significativamente i livelli di fattore di necrosi tumorale sierica (TNF)-α (SMD [IC 95%: -1,65 [-3,07; -0,24]). VID3S ha anche determinato livelli sierici statisticamente non significativamente più bassi di interleuchina (IL)-6 (SMD [95% CI]: -0,83, [-1,78; 0,13]) e proteina C-reattiva (CRP) (SMD [95% CI]: -0,09, [-0,35; 0,16]), mentre i livelli di IL-10 erano inalterati (SMD [95% CI]: -0,00, [-0,50; 0,49]).

 

Conclusione:

Lo studio mostra prove di una significativa riduzione dei livelli di TNF-α da VID3S per i pazienti con cancro o lesioni precancerose. I pazienti con cancro o lesioni precancerose possono trarre beneficio da VID3S personalizzato nel sopprimere la risposta infiammatoria che promuove il tumore.

 

 

Abstract

 

Effects of vitamin D supplementation on inflammatory response in patients with cancer and precancerous lesions: Systematic review and meta-analysis of randomized trials

Background & aims:

Inflammation plays a key role in tumor development and progression. Vitamin D has potential tumor suppressing effects through modulation of inflammatory processes. The aim of this systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials (RCTs) was to summarize and evaluate the effects of vitamin D3 supplementation (VID3S) on serum inflammatory biomarkers among patients with cancer or pre-cancerous lesions.

 

Methods:

We searched PubMed, Web of Science and Cochrane databases until November 2022. The effects of VID3S were estimated from pooled standardized mean differences (SMDs) with their 95% confidence intervals (CIs) for inflammatory biomarker follow-up levels between intervention and control groups.

 

Results:

Meta-analysis of eight RCTs (total of 592 patients with cancer or pre-cancerous conditions) showed that VID3S significantly lowered levels of serum tumor necrosis factor (TNF)-α (SMD [95%CI]: -1.65 [-3.07; -0.24]). VID3S also resulted in statistically non-significantly lower serum levels of interleukin (IL)-6 (SMD [95%CI]: -0.83, [-1.78; 0.13]) and C-reactive protein (CRP) (SMD [95%CI]: -0.09, [-0.35; 0.16]), whereas IL-10 levels were unaltered (SMD [95%CI]: -0.00, [-0.50; 0.49]).

 

Conclusion:

Our study shows evidence of a significant reduction of TNF-α levels by VID3S for patients with cancer or precancerous lesions. Patients with cancer or precancerous lesions may benefit from personalized VID3S in suppressing tumour-promoting inflammatory response.

 

Prospero registration number: CRD42022295694.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37244755/

Aggiornamento sul trattamento della cachessia tumorale

Nishie K, Nishie T, Sato S, Hanaoka M.

Drug Discov Today. 2023 Sep;28(9):103689.

 

Aggiornamento sul trattamento della cachessia tumorale

La cachessia tumorale è una sindrome complessa multiforme che coinvolge compromissione funzionale e cambiamenti nella composizione corporea che non possono essere invertiti dal supporto nutrizionale. La cachessia del cancro è caratterizzata da diminuzione della massa muscolare scheletrica, aumento della lipolisi e diminuzione dell’assunzione di cibo. Tale condizione diminuisce la tolleranza alla chemioterapia e la qualità della vita.

Tuttavia, poiché non sono disponibili interventi pienamente efficaci, la cachessia tumorale rimane un bisogno insoddisfatto nel trattamento del cancro. Negli ultimi anni sono state studiate diverse scoperte e trattamenti per la cachessia del cancro e sono state pubblicate linee guida. Riteniamo che lo sviluppo di strategie efficaci per la diagnosi e il trattamento della cachessia tumorale porterà a scoperte nel trattamento del cancro.

 

 

Abstract

 

Update on the treatment of cancer cachexia

Cancer cachexia is a complex multifaceted syndrome involving functional impairment and changes in body composition that cannot be reversed by nutritional support. Cancer cachexia is characterized by decreased skeletal muscle mass, increased lipolysis, and decreased food intake. .Cancer cachexia decreases chemotherapy tolerance as well as quality of life.

However, because no fully effective interventions are available, cancer cachexia remains an unmet need in cancer treatment. In recent years, several discoveries and treatments for cancer cachexia have been studied, and guidelines have been published. We believe that the development of effective strategies for the diagnosis and treatment of cancer cachexia will lead to breakthroughs in cancer treatment.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37385369/

Associazioni tra gruppi alimentari e cancro al fegato: una revisione sistematica e una meta-analisi degli studi osservazionali

Liu K. et al.

Nutr J. 2023 Jun 22;22(1):30. 

 

Associazioni tra gruppi alimentari e cancro al fegato: una revisione sistematica e una meta-analisi degli studi osservazionali

Contesto:

La dieta sta emergendo come componente modificabile dello stile di vita per influenzare l’incidenza del cancro al fegato.

 

Obiettivo:

Indagare e quantificare la potenziale relazione tra gruppi alimentari e cancro al fegato.

 

Fonti dei dati:

PubMed e Web of Science sono stati cercati per studi osservazionali idonei fino al 31 marzo 2023.

 

Estrazione dei dati:

La meta-analisi è stata condotta raggruppando il rischio relativo (RR), l’odds ratio (OR) o l’hazards ratio (HR) con intervalli di confidenza (CI) del 95%. Le potenziali fonti di eterogeneità sono state rilevate mediante analisi dei sottogruppi. Sono stati inoltre effettuati test di sensitività e bias di pubblicazione.

 

Analisi dei dati:

Attraverso lo screening graduale, sono stati inclusi un totale di 27 studi. Le stime aggregate del cancro al fegato per l’assunzione di cereali integrali e legumi erano 0,66 (IC 95%: 0,54-0,82; Io2 = 25,3%) e 0,86 (IC 95%: 0,75-0,99; Io2 = 14,3%), rispettivamente. Tuttavia, c’erano associazioni nulle di consumo di noci, pollame, uova e bevande zuccherate con il cancro al fegato e l’associazione tra cereali raffinati e cancro al fegato era inconcludente. Nella meta-analisi dose-risposta, le stime aggregate del cancro al fegato erano 0,77 (IC 95%: 0,65-0,91) per ogni incremento di 50 g / giorno nell’assunzione di cereali integrali. La relazione dose-risposta non lineare (P = 0,031) è stata osservata nell’associazione tra l’assunzione di legumi e il cancro del fegato e l’effetto protettivo si è verificato con la dose compresa tra 8 g / die e 40 g / die.

 

Conclusioni:

Questa meta-analisi mostra che i cereali integrali e i legumi erano inversamente associati al cancro al fegato, mentre l’assunzione di noci, pollame, uova e bevande zuccherate potrebbe non essere associata al cancro al fegato. Ulteriori ricerche quantitative devono essere intraprese all’interno di una gamma di popolazioni per studiare la relazione tra gruppi alimentari e cancro al fegato.

 

 

Abstract

 

Associations between food groups and liver cancer: a systematic review and meta-analysis of observational studies

Context:

 

Diet is emerging as a modifiable component of lifestyle for influencing the incidence of liver cancer.

 

Objective:

To investigate and quantify the potential relationship between food groups and liver cancer.

 

Data sources:

PubMed and Web of Science were searched for eligible observational studies until 31st March, 2023.

 

Data extraction:

The meta-analysis was conducted by pooling relative risk (RR), odds ratio (OR) or hazards ratio (HR) with 95% confidence intervals (CIs). Potential sources of heterogeneity were detected by subgroup analysis. Sensitivity analysis and publication bias test were also carried out.

 

Data analysis:

Through stepwise screening, a total of 27 studies were included. The pooled estimates of liver cancer for whole grains and legumes intake were 0.66 (95% CI: 0.54-0.82; I2 = 25.3%) and 0.86 (95% CI: 0.75-0.99; I2 = 14.3%), respectively. However, there were null associations of nuts, poultry, egg and sweetened beverages consumption with liver cancer and the association between refined grains and liver cancer was inconclusive. In dose-response meta-analysis, the pooled estimates of liver cancer were 0.77 (95% CI: 0.65-0.91) for every 50 g/day increment in whole grains intake. Non-linear dose-response relationship (P = 0.031) was observed in the association between the intake of legumes and liver cancer, and the protective effect occurred with the dose ranging from 8 g/day to 40 g/day.

 

Conclusions:

This meta-analysis shows that whole grains and legumes were inversely associated with liver cancer, whereas intake of nuts, poultry, egg and sweetened beverages may not be associated with liver cancer. Further quantitative research needs to be undertaken within a range of populations to investigate the relationship between food groups and liver cancer.

Systematic review registration: PROSPERO registration no. CRD42021246142.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37349735/

Esplorare la complessa e sfaccettata interazione del microbioma intestinale e della prevenzione e terapia del cancro

Kashyap S, Das A.

Acta Microbiol Immunol Hung. 2023 Jun 12;70(2):85-99.

 

Esplorare la complessa e sfaccettata interazione del microbioma intestinale e della prevenzione e terapia del cancro

Recenti ricerche scientifiche hanno indicato che il microbiota intestinale costituisce un ecosistema sfumato e diversificato di microrganismi che hanno guadagnato un’attenzione significativa grazie al suo coinvolgimento cruciale nel plasmare la salute e le malattie umane.

In particolare, il microbiota intestinale svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione del cancro e disturbi nella sua composizione e funzione, noti come disbiosi, che sono stati collegati ad un aumentato rischio di sviluppare vari tumori maligni.

 

Il microbiota intestinale esercita una miriade di effetti sulla produzione di composti anti-cancro, sul sistema immunitario dell’ospite e sull’infiammazione, sottolineando il suo coinvolgimento cruciale nel cancro.

Inoltre, studi recenti hanno dimostrato che il microbiota intestinale ha un ruolo nello sviluppo del cancro, influenzando il rischio di cancro, le co-infezioni, la progressione della malattia e la risposta al trattamento.

 

L’osservazione di una ridotta efficacia dell’immunoterapia nei pazienti sottoposti a trattamento antibiotico indica una sostanziale influenza del microbiota nel mediare la tossicità e la risposta della terapia antitumorale, in particolare l’immunoterapia, e i suoi effetti collaterali immuno-correlati. Un crescente corpo di ricerca si è concentrato sui trattamenti contro il cancro che colpiscono il microbioma, compresi i probiotici, le modifiche dietetiche e il trapianto di microbiota fecale (FMT).

Si prevede che l’imminente era delle terapie oncologiche personalizzate darà priorità all’evoluzione del tumore, all’eterogeneità molecolare e fenotipica e alla profilazione immunologica, con il microbiota intestinale che assume una posizione centrale in questo dominio.

 

Questa revisione mira a offrire ai medici una prospettiva completa sull’asse microbiota-cancro, compresa la sua influenza sulla prevenzione e la terapia del cancro e sottolinea l’importanza di integrare la scienza del microbioma nella progettazione e nell’implementazione delle terapie contro il cancro.

 

 

Abstract

 

Exploring the complex and multifaceted interplay of the gut microbiome and cancer prevention and therapy

Recent scientific research has indicated that the gut microbiota constitutes a nuanced, diverse ecosystem of microorganisms that have gained significant attention due to its crucial involvement in shaping human health and diseases.

In particular, the gut microbiota plays a pivotal role in cancer prevention, and disturbances in its composition and function, known as dysbiosis, that have been linked to an increased risk of developing various malignancies.

 

The gut microbiota exerts a myriad of effects on the production of anti-cancer compounds, the host’s immune system and inflammation, underscoring its crucial involvement in cancer.

Additionally, recent studies have shown that the gut microbiota has a role in the development of cancer, influencing cancer risk, co-infections, disease progression, and treatment response.

 

The observation of reduced efficacy of immunotherapy in patients receiving antibiotic treatment indicates a substantial influence of the microbiota in mediating the toxicity and response of cancer therapy, notably immunotherapy, and its immune-related side effects. A growing body of research has focused on cancer treatments that target the microbiome, including probiotics, dietary modifications, and faecal microbiota transplantation (FMT).

The forthcoming era of personalised cancer therapies is anticipated to prioritise tumor evolution, molecular and phenotypic heterogeneity, and immunological profiling, with gut microbiota assuming a pivotal position in this domain.

 

This review aims to offer clinicians a comprehensive perspective on the microbiota-cancer axis, including its influence on cancer prevention and therapy and highlights the importance of integrating microbiome science into the design and implementation of cancer therapies.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37307215/

Comprendere la relazione tra cachessia associata al cancro e fattore 1 inducibile dell’ipossia

Muthamil S. et al.

Biomed Pharmacother. 2023 Jul;163:114802.

 

Comprendere la relazione tra cachessia associata al cancro e fattore 1 inducibile dell’ipossia

La cachessia associata al cancro (CAC) è una malattia multifattoriale caratterizzata da una perdita illimitata di peso corporeo a causa dell’atrofia muscolare e del tessuto adiposo. La cachessia è influenzata da diversi fattori, tra cui la diminuzione dell’attività metabolica e dell’assunzione di cibo, uno squilibrio tra assorbimento e spesa energetica, catabolismo eccessivo e infiammazione.

 

La cachessia è altamente associata a tutti i tipi di tumori responsabili di oltre la metà delle morti correlate al cancro in tutto il mondo.

 

Negli individui sani, il tessuto adiposo regola significativamente l’equilibrio energetico e l’omeostasi del glucosio. Tuttavia, nei pazienti con cancro metastatico, la CAC si verifica principalmente a causa di uno squilibrio tra sintesi e degradazione delle proteine muscolari che sono organizzate da alcuni ligandi extracellulari e vie di segnalazione associate.

In condizioni ipossiche, il fattore-1 inducibile dell’ipossia (HIF-1α) si accumula e trasloca nel nucleo e attiva numerosi geni coinvolti nella sopravvivenza cellulare, nell’invasione, nell’angiogenesi, nelle metastasi, nella riprogrammazione metabolica e nella staminalità del cancro.

D’altra parte, la via del proteasoma di ubiquitinazione è inibita durante bassi livelli di O2 che promuovono lo spreco muscolare nei pazienti oncologici.

Pertanto, comprendere il meccanismo della via HIF-1 e il suo adattamento metabolico alle biomolecole è importante per lo sviluppo di un nuovo metodo terapeutico per la terapia del cancro e della cachessia. Anche se molti inibitori HIF sono già in uno studio clinico, il loro meccanismo d’azione rimane sconosciuto.

 

Con questo background, questa revisione riassume i concetti di base della cachessia, il ruolo delle citochine infiammatorie, le vie connesse con la cachessia con particolare riferimento alla via HIF-1 e alla sua regolazione, i cambiamenti metabolici e gli inibitori degli HIF.

 

 

Abstract

 

Understanding the relationship between cancer associated cachexia and hypoxia-inducible factor-1

Cancer-associated cachexia (CAC) is a multifactorial disorder characterized by an unrestricted loss of body weight as a result of muscle and adipose tissue atrophy. Cachexia is influenced by several factors, including decreased metabolic activity and food intake, an imbalance between energy uptake and expenditure, excessive catabolism, and inflammation.

 

Cachexia is highly associated with all types of cancers responsible for more than half of cancer-related mortalities worldwide.

 

In healthy individuals, adipose tissue significantly regulates energy balance and glucose homeostasis. However, in metastatic cancer patients, CAC occurs mainly because of an imbalance between muscle protein synthesis and degradation which are organized by certain extracellular ligands and associated signaling pathways.

Under hypoxic conditions, hypoxia-inducible factor-1 (HIF-1α) accumulated and translocated to the nucleus and activate numerous genes involved in cell survival, invasion, angiogenesis, metastasis, metabolic reprogramming, and cancer stemness.

On the other hand, the ubiquitination proteasome pathway is inhibited during low O2 levels which promote muscle wasting in cancer patients.

Therefore, understanding the mechanism of the HIF-1 pathway and its metabolic adaptation to biomolecules is important for developing a novel therapeutic method for cancer and cachexia therapy. Even though many HIF inhibitors are already in a clinical trial, their mechanism of action remains unknown.

 

With this background, this review summarizes the basic concepts of cachexia, the role of inflammatory cytokines, pathways connected with cachexia with special reference to the HIF-1 pathway and its regulation, metabolic changes, and inhibitors of HIFs.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37146421/

Trasformazione alimentare e rischio di cancro in Europa: risultati dello studio prospettico di coorte EPIC

Kliemann N. et al.

Lancet Planet Health. 2023 Mar;7(3):e219-e232.

 

Trasformazione alimentare e rischio di cancro in Europa: risultati dello studio prospettico di coorte EPIC

Sfondo:

È stato ipotizzato che la trasformazione alimentare svolga un ruolo nello sviluppo del cancro; tuttavia, i dati provenienti da studi epidemiologici su larga scala sono scarsi.

Questo studio ha studiato l’associazione tra assunzione dietetica in base alla quantità di trasformazione alimentare e rischio di cancro in 25 siti anatomici utilizzando i dati dello studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition).

 

Metodi:

Questo studio ha utilizzato i dati dello studio prospettico di coorte EPIC, che ha reclutato partecipanti tra il 18 marzo 1991 e il 2 luglio 2001, da 23 centri in dieci paesi europei. L’ammissibilità dei partecipanti all’interno di ciascuna coorte era basata su confini geografici o amministrativi. I partecipanti sono stati esclusi se avevano una diagnosi di cancro prima del reclutamento, avevano informazioni mancanti per la classificazione della lavorazione degli alimenti NOVA o erano all’interno dell’1% superiore e inferiore per rapporto tra assunzione di energia e fabbisogno energetico.

Sono stati utilizzati questionari dietetici convalidati per ottenere informazioni sul consumo di cibi e bevande.

I partecipanti con cancro sono stati identificati utilizzando i registri dei tumori o durante il follow-up da una combinazione di fonti, tra cui centri di cancro e patologia, cartelle cliniche di assicurazione sanitaria e follow-up attivo dei partecipanti.

E’ stata eseguita un’analisi di sostituzione per valutare l’effetto della sostituzione del 10% di alimenti trasformati e alimenti ultra-elaborati con il 10% di alimenti minimamente trasformati sul rischio di cancro in 25 siti anatomici utilizzando modelli di rischio proporzionale di Cox.

 

Risultati:

521.324 partecipanti sono stati reclutati in EPIC e 450.111 sono stati inclusi in questa analisi (318.686 [70,8%] partecipanti erano individui di sesso femminile e 131.425 [29,2%] erano individui di sesso maschile).

In un modello multivariato aggiustato per sesso, fumo, istruzione, attività fisica, altezza e diabete, una sostituzione del 10% di alimenti trasformati con una quantità uguale di alimenti minimamente trasformati è stata associata a un ridotto rischio di cancro complessivo (hazard ratio 0,96, 95% CI 0,95-0,97), tumori della testa e del collo (0,80, 0,75-0,85), carcinoma esofageo a cellule squamose (0,57, 0·51-0·64), cancro del colon (0·88, 0·85-0·92), cancro del retto (0·90, 0·85-0·94), carcinoma epatocellulare (0·77, 0·68-0·87) e carcinoma mammario in postmenopausa (0·93, 0·90-0·97). La sostituzione del 10% di alimenti ultra-elaborati con il 10% di alimenti minimamente trasformati è stata associata a un ridotto rischio di tumori della testa e del collo (0·80, 0,74-0·88), cancro del colon (0,93, 0,89-0,97) e carcinoma epatocellulare (0,73, 0,62-0·86).

La maggior parte di queste associazioni è rimasta significativa quando i modelli sono stati ulteriormente aggiustati per BMI, alcol e assunzione dietetica e qualità.

 

Interpretazione:

Questo studio suggerisce che la sostituzione di alimenti e bevande trasformati e ultra-elaborati con una quantità uguale di alimenti minimamente trasformati potrebbe ridurre il rischio di vari tipi di cancro.

 

 

Abstract

 

Food processing and cancer risk in Europe: results from the prospective EPIC cohort study

Background:

Food processing has been hypothesised to play a role in cancer development; however, data from large-scale epidemiological studies are scarce.

This study investigated the association between dietary intake according to amount of food processing and risk of cancer at 25 anatomical sites using data from the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC) study.

 

Methods:

This study used data from the prospective EPIC cohort study, which recruited participants between March 18, 1991, and July 2, 2001, from 23 centres in ten European countries. Participant eligibility within each cohort was based on geographical or administrative boundaries. Participants were excluded if they had a cancer diagnosis before recruitment, had missing information for the NOVA food processing classification, or were within the top and bottom 1% for ratio of energy intake to energy requirement.

Validated dietary questionnaires were used to obtain information on food and drink consumption.

Participants with cancer were identified using cancer registries or during follow-up from a combination of sources, including cancer and pathology centres, health insurance records, and active follow-up of participants.

We performed a substitution analysis to assess the effect of replacing 10% of processed foods and ultra-processed foods with 10% of minimally processed foods on cancer risk at 25 anatomical sites using Cox proportional hazard models.

 

Findings:

521 324 participants were recruited into EPIC, and 450 111 were included in this analysis (318 686 [70·8%] participants were female individuals and 131 425 [29·2%] were male individuals).

In a multivariate model adjusted for sex, smoking, education, physical activity, height, and diabetes, a substitution of 10% of processed foods with an equal amount of minimally processed foods was associated with reduced risk of overall cancer (hazard ratio 0·96, 95% CI 0·95-0·97), head and neck cancers (0·80, 0·75-0·85), oesophageal squamous cell carcinoma (0·57, 0·51-0·64), colon cancer (0·88, 0·85-0·92), rectal cancer (0·90, 0·85-0·94), hepatocellular carcinoma (0·77, 0·68-0·87), and postmenopausal breast cancer (0·93, 0·90-0·97). The substitution of 10% of ultra-processed foods with 10% of minimally processed foods was associated with a reduced risk of head and neck cancers (0·80, 0·74-0·88), colon cancer (0·93, 0·89-0·97), and hepatocellular carcinoma (0·73, 0·62-0·86).

Most of these associations remained significant when models were additionally adjusted for BMI, alcohol and dietary intake, and quality.

 

Interpretation:

This study suggests that the replacement of processed and ultra-processed foods and drinks with an equal amount of minimally processed foods might reduce the risk of various cancer types.

 

Funding:

Cancer Research UK, l’Institut National du Cancer, and World Cancer Research Fund International.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36889863/

Proprietà della consistenza degli alimenti destinati a individui con limitate capacità di elaborazione orale: anziani, disfagici e pazienti affetti da cancro della testa e del collo

Makame J, Nolden AA, Emmambux MN.

Food Funct. 2023 May 11;14(9):3949-3965.

 

Proprietà della consistenza degli alimenti destinati a individui con limitate capacità di elaborazione orale: anziani, disfagici e pazienti affetti da cancro della testa e del collo

La consistenza del cibo rimane un attributo sensoriale chiave per il piacere del cibo, con il potenziale di modulare l’assunzione di cibo, in particolare negli individui con limitate capacità di elaborazione orale (OPC) come gli anziani, i disfagici e i pazienti con cancro della testa e del collo (HNC).

Tuttavia, le informazioni relative alla qualità strutturale degli alimenti per questi consumatori sono limitate.

 

Le consistenze alimentari inadatte possono causare l’aspirazione del cibo, ridurre il piacere dei pasti, ridurre l’assunzione di cibo / nutrienti e potenzialmente portare alla malnutrizione.

 

L’obiettivo di questa revisione era esaminare criticamente la letteratura scientifica all’avanguardia sulle proprietà strutturali degli alimenti per individui con OPC limitato, identificare le lacune esistenti nella ricerca e valutare la progettazione strutturale reologico-sensoriale di alimenti ottimali per individui con OPC limitato per migliorare la sicurezza alimentare, l’assunzione di cibo e lo stato nutrizionale.

 

A seconda del tipo di alimento e della natura dell’ipofunzione orale, molti alimenti per individui con OPC limitato hanno viscosità molto bassa o troppo alta, con bassa coesione e valori elevati di durezza, spessore, fermezza, adesività, viscosità e scivolosità.

Gli approcci frammentati delle parti interessate, la natura non newtoniana degli alimenti, la complessità della valutazione oggettiva della lavorazione orale degli alimenti in vivo, l’applicazione subottimale della scienza sensoriale e della psicoreologia e le debolezze metodologiche della ricerca sono alcuni degli ostacoli per affrontare le sfide dietetiche legate alla consistenza per gli individui con OPC limitato.

È necessario esplorare varie strategie multidisciplinari per l’ottimizzazione della consistenza degli alimenti e interventi per migliorare l’assunzione di cibo e lo stato nutrizionale tra le persone con OPC limitato.

 

 

Abstract

 

Texture properties of foods targeted for individuals with limited oral processing capabilities: the elderly, dysphagia, and head and neck cancer patients

Food texture remains a key sensory attribute for food enjoyment, with the potential to modulate food intake, particularly in individuals with limited oral processing capabilities (OPC) such as the elderly, dysphagia, and head and neck cancer (HNC) patients.

However, information relating to the textural quality of foods for these consumers is limited.

 

Unsuitable food textures can cause food aspiration, lower meal enjoyment, reduce food/nutrient intake, and potentially lead to malnutrition.

 

The objective of this review was to critically examine the state-of-the-art scientific literature on the textural properties of foods for individuals with limited OPC, identify existing gaps in research, and appraise the rheological-sensory textural design of optimal foods for individuals with limited OPC to improve eating safety, food intake, and nutritional status.

 

Depending on the food type and nature of oral hypofunction, many foods for individuals with limited OPC have very low or too high viscosity, with low cohesiveness and high values for hardness, thickness, firmness, adhesiveness, stickiness, and slipperiness.

Fragmented stakeholder approaches, the non-Newtonian nature of foods, the complexity of in vivo, objective food oral processing evaluation, suboptimal application of sensory science and psycho rheology, and research methodological weaknesses are some of the obstacles to addressing texture-related dietary challenges for individuals with limited OPC.

There is a need to explore various multidisciplinary strategies for food texture optimization and interventions to improve food intake and nutritional status amongst people with limited OPC.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37013649/

Le persone cambiano le loro abitudini alimentari dopo una diagnosi di cancro? Una revisione sistematica

Aldossari A. et al.

J Hum Nutr Diet. 2023 Apr;36(2):566-579.

 

Le persone cambiano le loro abitudini alimentari dopo una diagnosi di cancro? Una revisione sistematica

Sfondo:

Le persone che vivono con e oltre il cancro sono considerate motivate a cambiare la loro dieta. Tuttavia, vi è una mancanza di revisioni condotte su quali specifici cambiamenti dietetici le persone fanno e ulteriori valutazioni possono informare futuri studi interventistici. Quindi, si mira a riassumere le prove sui cambiamenti nelle abitudini alimentari negli studi osservazionali prima e dopo una diagnosi di cancro.

 

Metodi:

Questa revisione sistematica ha seguito le linee guida di Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analysis. Le ricerche elettroniche sono state condotte in quattro database per identificare studi di coorte e trasversali sui cambiamenti dietetici prima e dopo una diagnosi di cancro, esclusi gli studi che hanno valutato un intervento. È stata intrapresa una valutazione della qualità e, se del caso, sono state condotte meta-analisi.

 

Risultati:

Sono stati identificati 14 studi con 16.443 partecipanti con diagnosi di cancro, con fascia di età 18-75 anni. Il cambiamento nella dieta è stato valutato <1-5 anni prima della diagnosi e fino a 12 anni dopo la diagnosi. Le meta-analisi hanno mostrato che la differenza media standard (SMD) per l’energia (SMD-0,32, intervallo di confidenza al 95% = da -0,46 a -0,17) e il consumo di carboidrati (SMD 0,20, intervallo di confidenza al 95% = da -0,27 a -0,14). Gli studi hanno mostrato risultati incoerenti per grassi, proteine e fibre, la maggior parte dei gruppi alimentari e l’assunzione di integratori. È stata costantemente segnalata una piccola diminuzione del consumo di carne rossa e lavorata.

 

Conclusioni:

Tutti gli studi hanno riportato alcuni cambiamenti positivi nell’assunzione dietetica e nel consumo di integratori dopo aver ricevuto una diagnosi di cancro senza alcun intervento. Tuttavia, le differenze per i gruppi alimentari e i nutrienti erano principalmente piccole e non necessariamente clinicamente significative.

L’evidenza dimostra che una diagnosi di cancro da sola è insufficiente a motivare le persone a cambiare la loro assunzione dietetica, indicando che la maggior parte delle persone trarrebbe beneficio da un intervento dietetico per facilitare il cambiamento.

 

 

Abstract

 

Do people change their eating habits after a diagnosis of cancer? A systematic review

Background:

People who live with and beyond cancer are considered to be motivated to change their diet. However, there is a lack of reviews conducted on what specific dietary changes people make and further evaluation may inform future interventional studies. Hence, we aim to summarise the evidence on dietary changes in observational studies before and after a cancer diagnosis.

 

Methods:

This systematic review followed the guidelines of Preferred Reporting Items for Systematic Reviews and Meta-Analysis. Electronic searches were conducted in four databases to identify cohort and cross-sectional studies on dietary changes before and after a cancer diagnosis, excluding studies that evaluated an intervention. Quality assessment was undertaken, and meta-analyses were conducted where suitable.

 

Results:

We identified 14 studies with 16,443 participants diagnosed with cancer, with age range 18-75 years. Dietary change was assessed <1-5 years before diagnosis and up to 12 years post-diagnosis. Meta-analyses showed that the standard mean difference (SMD) for energy (SMD-0.32, 95% confidence interval = -0.46 to -0.17) and carbohydrate consumption (SMD 0.20, 95% confidence interval = -0.27 to -0.14). Studies showed inconsistent findings for fat, protein and fibre, most food groups, and supplement intake. A small decrease in red and processed meat consumption was consistently reported.

 

Conclusions:

All studies reported some positive changes in dietary intake and supplement consumption after receiving a cancer diagnosis without any intervention. However, differences for food groups and nutrients were mainly small and not necessarily clinically meaningful.

Evidence demonstrates that a cancer diagnosis alone is insufficient to motivate people to change their dietary intake, indicating that most people would benefit from a dietary intervention to facilitate change.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35312110/

Scelte dietetiche dopo una diagnosi di cancro: una revisione narrativa

Orsso CE. et al.

Nutrition. 2022 Nov-Dec;103-104:111838.

 

Scelte dietetiche dopo una diagnosi di cancro: una revisione narrativa

Gli individui con cancro possono essere motivati a fare cambiamenti nello stile di vita e scelte dietetiche informate, ma sono esposti a informazioni nutrizionali contrastanti ed errate, in particolare da fonti online e social media.

I cambiamenti nelle scelte dietetiche che derivano da una diagnosi di cancro non sono completamente compresi.

 

Pertanto, è stata condotta una revisione narrativa per riassumere la letteratura incentrata sulle scelte dietetiche dopo una diagnosi di cancro e sono stati evidenziati fattori influenti.

I cambiamenti dietetici post-diagnosi sono stati studiati principalmente in pazienti di sesso femminile con cancro al seno nei paesi europei. I cambiamenti riportati in genere includevano una diminuzione dell’assunzione di carne rossa e lavorata e un aumento del consumo di frutta e verdura. Questi cambiamenti si allineano con le raccomandazioni per la prevenzione del cancro, ma sono stati implementati dopo la diagnosi e potrebbero non soddisfare le linee guida nutrizionali per i pazienti con cancro.

L’età e il tempo trascorso dalla diagnosi sono stati tra i fattori influenti che hanno influenzato questi cambiamenti post-diagnosi.

 

I dati sui cambiamenti dietetici implementati dopo una diagnosi di vari tipi di cancro nella popolazione nordamericana sono carenti e fornirebbero ai professionisti una migliore comprensione delle esigenze di informazione dei pazienti e delle ragioni delle scelte dietetiche.

 

 

Abstract

 

Dietary choices after a cancer diagnosis: A narrative review

Individuals with cancer may be motivated to make lifestyle changes and informed dietary choices, but are exposed to conflicting and erroneous nutrition information, particularly from online and social media sources.

Changes to dietary choices that stem from a diagnosis of cancer are not fully understood.

 

Thus, we conducted a narrative review to summarize the literature focused on dietary choices after a cancer diagnosis, and highlighted influential factors.

Postdiagnosis dietary changes have been studied primarily in female patients with breast cancer in European countries. Reported changes typically included decreased red and processed meat intake and increased consumption of fruits and vegetables. These changes align with the recommendations for cancer prevention but were implemented after diagnosis, and may not meet nutrition guidelines for patients with cancer.

Age and time since diagnosis were among the influential factors that affected these postdiagnosis changes.

 

Data on dietary changes implemented after a diagnosis of varying cancer types in the North American population are lacking, and would provide practitioners with an enhanced understanding of patient information needs and reasons for dietary choices.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36183484/

Il ruolo dei fattori dietetici nella steatosi epatica non alcolica nella progressione del carcinoma epatocellulare: una revisione sistematica

Zheng J. et al.

Clin Nutr. 2022 Oct;41(10):2295-2307.

 

Il ruolo dei fattori dietetici nella steatosi epatica non alcolica nella progressione del carcinoma epatocellulare: una revisione sistematica

Contesto e obiettivi:

I fattori dietetici svolgono un ruolo importante nel promuovere lo sviluppo del carcinoma epatocellulare (HCC) correlato alla steatosi epatica non alcolica (NAFLD) attraverso la regolazione del metabolismo e dell’infiammazione. Tuttavia, finora non c’erano prove su come i fattori dietetici possano influenzare i diversi esiti della malattia nella NAFLD alla progressione dell’HCC.

Lo studio mirava a valutare in modo completo il ruolo dei fattori dietetici sul rischio di progressione da NAFLD a HCC.

 

Metodi:

Una ricerca bibliografica completa è stata condotta nei database PubMed, Web of Science ed Embase per identificare studi caso-controllo e di coorte pubblicati fino al 15 marzo 2022 in inglese. Sono stati inclusi studi che indagano associazioni di alimenti e bevande (escluso l’alcol), gruppi alimentari, modelli dietetici e abitudini alimentari con rischio di incidenza di quattro principali malattie epatiche croniche coinvolte nella progressione da NAFLD a HCC (cioè NAFLD, fibrosi epatica, cirrosi epatica e HCC).

Tre ricercatori hanno eseguito in modo indipendente la ricerca bibliografica, selezionato articoli idonei, eseguito l’astrazione dei dati e valutato la qualità dello studio.

Dopo aver valutato l’adeguatezza e la credibilità delle associazioni riportate per ciascun fattore dietetico e ogni esito della malattia epatica, si è riassunto e valutato la coerenza delle associazioni sulla base di criteri determinati a priori considerando il disegno dello studio e la proporzione di associazioni significative.

 

Risultati:

Ci sono stati 109 studi inclusi in questa revisione (47 su NAFLD, 1 su fibrosi epatica, 6 su cirrosi epatica e 55 su HCC).

Prove consistenti hanno suggerito che un maggiore potenziale infiammatorio dietetico era associato ad un aumentato rischio di NAFLD e HCC, mentre la dieta mediterranea era associata a un minor rischio di entrambe le malattie. Inoltre, una maggiore conformità all’indice di alimentazione sana, agli approcci dietetici per fermare il punteggio di ipertensione e al punteggio della dieta mediterranea e ai modelli dietetici con elevata capacità antiossidante dietetica hanno ridotto il rischio di NAFLD.

Alcuni alimenti specifici, tra cui bevande analcoliche e carne rossa e/o lavorata, sono stati associati ad un aumento del rischio di NAFLD, mentre le verdure totali e gli spinaci sono stati associati a un ridotto rischio di NAFLD. Il consumo di caffè e carne bianca era inversamente correlato al rischio di HCC.

 

Conclusioni:

I modelli dietetici o i singoli alimenti che rappresentano un potenziale più antinfiammatorio sono stati associati a un ridotto rischio di NAFLD e HCC, il che implica che l’infiammazione indotta dalla dieta può avere un impatto sulla progressione della NAFLD verso l’HCC.

 

 

Abstract

 

The role of dietary factors in nonalcoholic fatty liver disease to hepatocellular carcinoma progression: A systematic review

Background and aims:

Dietary factors play an important role in promoting nonalcoholic fatty liver disease (NAFLD)-related hepatocellular carcinoma (HCC) development through regulation of metabolism and inflammation. However, so far there was no evidence regarding how dietary factors may influence different disease outcomes in the NAFLD to HCC progression.

Our study aimed to comprehensively evaluate the role of dietary factors on the risk of progression from NAFLD to HCC.

 

Methods:

A comprehensive literature research was conducted in PubMed, Web of Science and Embase databases to identify case-control and cohort studies published up to March 15, 2022 in English. We included studies investigating associations of food and beverage items (excluding alcohol), food groups, dietary patterns, and dietary habits with incidence risk of four main chronic liver diseases involved in the NAFLD-to-HCC progression (i.e., NAFLD, liver fibrosis, liver cirrhosis, and HCC).

Three researchers independently performed the literature search, selected eligible articles, performed data abstraction and evaluated study quality.

After evaluating adequacy and credibility of the associations reported for each dietary factor and each liver disease outcome, we summarized and evaluated the consistency of associations based on a priori determined criteria considering study design and the proportion of significant associations.

 

Results:

There were 109 studies included in this review (47 on NAFLD, 1 on liver fibrosis, 6 on liver cirrhosis, and 55 on HCC).

Consistent evidence suggested that higher dietary inflammatory potential was associated with increased risk of both NAFLD and HCC whereas Mediterranean diet was associated with lower risk of both diseases. Additionally, greater conformity to the Healthy Eating Index, Dietary Approaches to Stop Hypertension score, and Mediterranean Diet Score, and dietary patterns with high dietary antioxidant capacity reduced NAFLD risk.

Some specific foods including soft drinks and red and/or processed meat were associated with increased NAFLD risk while total vegetables and spinach were associated with reduced NAFLD risk. Coffee and white meat consumption were inversely related to HCC risk.

 

Conclusions:

Dietary patterns or individual foods representing a more anti-inflammatory potential were associated with reduced risk of both NAFLD and HCC, which implied diet-induced inflammation may impact NAFLD progression towards HCC.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36096063/

L’effetto della supplementazione di vitamina D sul dolore indotto dal trattamento nei pazienti oncologici: una revisione sistematica

Zarrati M. et al.

Pain Manag Nurs. 2022 Aug;23(4):458-466.

 

L’effetto della supplementazione di vitamina D sul dolore indotto dal trattamento nei pazienti oncologici: una revisione sistematica

Obiettivi:

Nonostante l’uso diffuso della medicina complementare e alternativa da parte di pazienti e medici, non ci sono prove accurate per quanto riguarda gli effetti della supplementazione di vitamina D sul dolore indotto dal trattamento nei pazienti oncologici.

Pertanto, lo scopo di questa revisione sistematica di studi randomizzati controllati (RCT) era quello di valutare l’impatto della somministrazione di vitamina D sul dolore correlato alla terapia in soggetti con diagnosi di disturbi maligni.

 

Rivedere i metodi di analisi:

Si è cercato nei database Web of Science, Scopus, PubMed / Medline, Embase e Google Scholar fino a ottobre 2020 per identificare RCT pubblicati che hanno studiato l’uso della vitamina D nella gestione del dolore indotto dal trattamento in individui con cancro.

 

Risultati:

Sono stati rilevati nove RCT. La durata mediana dell’intervento è stata di 24 settimane (intervallo 12-52 settimane) e la dose di vitamina D impiegata è stata di 2000-50000 UI di vitamina D3 settimanalmente per via orale ogni giorno. Sei RCT hanno riportato una significativa riduzione del dolore, mentre tre non hanno rilevato una notevole diminuzione di questa variabile.

Dei sei studi che hanno riportato un alleviamento del dolore, un RCT che ha reclutato 60 partecipanti ed è durato per 24 settimane consisteva nell’integrazione con alte dosi di vitamina D2 settimanale per 8 settimane in donne che ricevevano anastrozolo come terapia adiuvante, quindi l’integrazione con vitamina D2 mensile per 4 mesi, ha efficacemente alleviato la sindrome muscolo-scheletrica associata all’inibitore dell’aromatasi (AIMSS). I risultati dello stesso RCT hanno anche suggerito un effetto benefico della vitamina D sul dolore muscolo-scheletrico.

 

Conclusioni:

I risultati suggeriscono che l’integrazione con alte dosi di vitamina D nei pazienti oncologici con bassi livelli sierici di vitamina D può essere efficace nel ridurre il dolore correlato al trattamento.

 

 

Abstract

 

The Effect of Vitamin D Supplementation on Treatment-Induced Pain in Cancer Patients: A Systematic Review

Objectives:

Despite the widespread use of complementary and alternative medicine by patients and physicians alike, there is no accurate evidence regarding the effects of vitamin D supplementation on treatment-induced pain in cancer patients.

Thus, the aim of this systematic review of randomized controlled trials (RCTs) was to evaluate the impact of vitamin D administration on therapy-related pain in subjects diagnosed with malignant disorders.

 

Review analysis methods:

We searched the Web of Science, Scopus, PubMed/Medline, Embase, and Google Scholar databases up to October 2020 to identify published RCTs that investigated the use of vitamin D in the management of treatment-induced pain in individuals with cancer.

 

Results:

Nine RCTs were detected. The median duration of the intervention was of 24 weeks (range 12-52 weeks) and dose of vitamin D employed was 2000-50000 IU of vitamin D3 weekly orally each day. Six RCTs reported a significant reduction in pain, whereas three did not detect a notable decrease of this variable.

Of the six studies that reported an alleviation of pain, an RCT which recruited 60 participants and lasted for 24 weeks consisted of supplementation with high doses of vitamin D2 weekly for 8 weeks in women receiving anastrozole as adjuvant therapy, then supplementation with vitamin D2 monthly for 4 months, effectively alleviated the aromatase inhibitor-associated musculoskeletal syndrome (AIMSS). The results of the same RCT also suggested a beneficial effect of vitamin D on musculoskeletal pain.

 

Conclusions:

Our results suggest that the supplementation with high doses of vitamin D in cancer patients with low serum levels of vitamin D, can be effective in reducing treatment-related pain.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35279360/

Il ruolo della saliva nella disfunzione del gusto tra i malati di cancro: meccanismi e potenziale trattamento

Galaniha LT, Nolden AA.

Oral Oncol. 2022 Oct;133:106030.

 

Il ruolo della saliva nella disfunzione del gusto tra i malati di cancro: meccanismi e potenziale trattamento

Due dei sintomi maggiormente prevalenti riportati dai malati di cancro sono la disfunzione del gusto (17,6-93%) e la secchezza delle fauci / xerostomia (40,4-93%).

Mentre è stato ipotizzato che la riduzione della saliva possa compromettere la funzione del gusto, pochi studi indagano la co-occorrenza dei sintomi del gusto e della secchezza delle fauci nei pazienti oncologici.

 

Questa recensione fornisce un riassunto della relazione fisiologica tra saliva e gusto, concentrandosi sul meccanismo di trasduzione del gusto, sulla regolazione della sensibilità al gusto e sulla protezione delle cellule recettrici del gusto, incluso l’impatto dei trattamenti contro il cancro e la malignità sulla funzione della saliva, sui componenti salivari e sui meccanismi in cui può avere un impatto negativo sulla funzione del gusto.

Gli autori presentano una revisione dell’ambito della recente letteratura che riporta l’associazione tra disfunzione del gusto e secchezza delle fauci nei pazienti oncologici, comprese le segnalazioni di agenti liposomiali non farmaceutici o farmaci assunti per migliorare i sintomi della bocca secca che valutano anche la disfunzione del gusto.

 

Considerando le complessità del cancro e del trattamento del cancro, la comprensione della relazione fisiologica tra saliva e funzione del gusto può fornire informazioni importanti sull’identificazione dei trattamenti per alleviare la disfunzione del gusto e i sintomi della secchezza delle fauci. Ci sono sostanziali lacune di ricerca dati gli studi limitati che valutano la co-occorrenza di perdita di gusto e secchezza delle fauci e incongruenze nella valutazione di questi sintomi.

 

Gli studi clinici che esaminano la disfunzione del gusto forniranno una base fondamentale che aiuterà a comprendere la relazione tra gusto e saliva.

Considerando l’aumento dei tassi di sopravvivenza e il significativo impatto negativo della disfunzione del gusto sulla qualità della vita, sono necessarie ulteriori ricerche per ridurre la sofferenza dei malati di cancro

 

 

Abstract

 

The role of saliva in taste dysfunction among cancer patients: Mechanisms and potential treatment

Two of the highest prevalent symptoms reported by cancer patients are taste dysfunction (17.6-93%) and dry mouth/xerostomia (40.4-93%).

While it has been hypothesized that reduced saliva may impair taste function, few studies investigate the co-occurrence of taste and dry mouth symptoms in cancer patients.

 

This review provides a summary of the physiological relationship between saliva and taste, focusing on taste transduction mechanism, regulation of the taste sensitivity, and protection of taste receptor cells, including the impact of cancer treatments and malignancy on saliva function, salivary components, and the mechanisms in which it can negatively impact the taste function.

Here, the authors present a scoping review of the recent literature reporting on the association between taste dysfunction and dry mouth in cancer patients, including reports of non-pharmaceutical liposomal agents or drugs taken to improve dry mouth symptoms that also assess taste dysfunction.

 

Considering the complexities of cancer and cancer treatment, understanding the physiological relationship between saliva and taste function may provide important insight into identifying treatments for alleviating taste dysfunction and dry mouth symptoms. There are substantial research gaps given the limited studies assessing the co-occurrence of taste loss and dry mouth and inconsistencies in the assessment of these symptoms.

 

Clinical studies examining taste dysfunction will provide a foundational groundwork that will help understand the relationship between taste and saliva.

Considering the increased rates in survivorship and the significant negative impact of taste dysfunction on quality of life, more research is needed to reduce the suffering of cancer patients.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35868097/

“Cosa dovrei mangiare?” -Affrontare domande e sfide relative alla nutrizione nel contesto dell’oncologia integrativa

Frenkel M. et al.

Curr Oncol Rep. 2022 Nov;24(11):1557-1567.

 

“Cosa dovrei mangiare?” -Affrontare domande e sfide relative alla nutrizione nel contesto dell’oncologia integrativa

Scopo della revisione:

Questa revisione mira a valutare come la nutrizione può essere affrontata nel contesto oncologico integrativo, tenendo conto dei bisogni insoddisfatti dei malati di cancro in relazione alla nutrizione nella cura del cancro e delle informazioni basate sull’evidenza disponibili su questo argomento.

 

Risultati recenti:

Durante e dopo il trattamento del cancro, la nutrizione è una componente importante delle cure di supporto, per i pazienti e i loro familiari.

Gli attuali dati scientifici mostrano costantemente che una cattiva alimentazione può ridurre la sopravvivenza e diminuire l’aderenza ai trattamenti contro il cancro. Sfortunatamente, la limitata disponibilità di dietologi rende difficile l’accesso alla consulenza nutrizionale individualizzata e molti malati di cancro non ricevono ancora un adeguato supporto nutrizionale.

Di conseguenza, uno dei principali bisogni insoddisfatti dei pazienti e delle loro famiglie attraverso l’intera traiettoria del cancro è la consulenza nutrizionale accessibile e aggiornata basata sull’evidenza che enfatizza la nutrizione sana di base.

La popolarità della medicina complementare e integrativa tra i pazienti con cancro rende l’oncologia integrativa una strada eccellente per fornire tale supporto.

 

Viene descritto un approccio semplice suggerito che utilizza le informazioni di base del World Cancer Research Fund / American Institute for Cancer Research e American Cancer Society.

Questo approccio può essere facilmente incorporato in contesti oncologici integrativi, riservando il ruolo al dietologo registrato per affrontare pazienti sottopeso, pazienti con malnutrizione e pazienti con situazioni dietetiche più complicate.

L’ambiente oncologico integrativo si trova in un posto unico in oncologia che può essere utilizzato per migliorare la diffusione di informazioni nutrizionali sane e affrontare i bisogni insoddisfatti espressi da pazienti e famiglie.

 

 

Abstract

 

“What Should I Eat?”-Addressing Questions and Challenges Related to Nutrition in the Integrative Oncology Setting

Purpose of review:

This review aims to assess how nutrition can be addressed in the integrative oncology setting, taking into account cancer patients’ unmet needs as they relate to nutrition in cancer care and the evidence-based information that is available on this topic.

 

Recent findings:

During and after cancer treatment, nutrition is an important component of supportive care, for patients and their family members.

Current scientific data consistently show that poor nutrition can reduce survival and decrease adherence to cancer treatments. Unfortunately, the limited availability of dietitians makes access to individualized nutrition counseling challenging, and many cancer patients still do not receive adequate nutritional support.

As a result, one of the main unmet needs of patients and their families through the whole cancer trajectory is accessible and up-to-date evidence-based nutritional counseling that emphasizes basic healthy nutrition.

The popularity of complementary and integrative medicine among patients with cancer makes the integrative oncology setting an excellent avenue for providing such support.

 

A suggested simple approach that utilizes World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research and American Cancer Society basic information is described.

This approach can be easily incorporated into integrative oncology settings, while reserving the role for the registered dietician to address underweight patients, patients with malnutrition, and patients with more complicated dietary situations.

The integrative oncology setting is in a unique place in oncology that can be utilized for enhancing dissemination of healthy nutrition information and addressing the unmet needs expressed by patients and families.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35788876/

Inquinamento da micro(nano)plastiche e salute umana: in che modo la plastica può indurre carcinogenesi per l’uomo?

Kumar R. et al.

Chemosphere. 2022 Jul;298:134267.

 

Inquinamento da micro(nano)plastiche e salute umana: in che modo la plastica può indurre carcinogenesi per l’uomo?

Le microplastiche (MP) e le nanoplastiche (NP) sono indicatori chiave dell’era della plastilina, ampiamente diffuse in diversi ecosistemi. MP e NP diventano fattori di stress globali a causa delle loro caratteristiche fisico-chimiche intrinseche e del potenziale impatto sugli ecosistemi e sugli esseri umani.

MP e NP sono state esposte agli esseri umani attraverso vari percorsi, come acqua del rubinetto, acqua in bottiglia, frutti di mare, bevande, latte, pesce, sali, frutta e verdura.

 

Questo documento evidenzia i percorsi di MP e NP verso le catene alimentari e come queste particelle di plastica possono causare rischi per la salute umana.

 

Le MP sono evidenti in vivo e in vitro e sono un rischio per la salute, ad esempio per i sistemi respiratorio, immunitario, riproduttivo e digestivo.

Il presente lavoro sottolinea come varie MP e NP e sostanze chimiche tossiche associate, come gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e i bifenili policlorurati (PCB), abbiano un impatto sulla salute umana. Il polistirene (PS) e il cloruro di polivinile (PVC) sono MP e NP comuni, segnalati negli impianti umani tramite ingestione, inalazione ed esposizione cutanea, che possono causare carcinogenesi, secondo i rapporti dell’Agenzia per le sostanze tossiche e il registro delle malattie (ATSDR).

L’inalazione, l’ingestione e l’esposizione-risposta cutanea causano genotossicità, divisione e vitalità cellulare, citotossicità, induzione dello stress ossidativo, interruzione del metabolismo, danno al DNA, infiammazione e risposte immunologiche negli esseri umani.

 

Infine, questo lavoro di revisione si è concluso con le attuali conoscenze sui potenziali rischi per la salute umana e sulle lacune nelle conoscenze con raccomandazioni per ulteriori indagini in questo campo.

 

 

Abstract

 

Micro(nano)plastics pollution and human health: How plastics can induce carcinogenesis to humans?

Microplastics (MPs) and nanoplastics (NPs) are key indicators of the plasticine era, widely spread across different ecosystems. MPs and NPs become global stressors due to their inherent physicochemical characteristics and potential impact on ecosystems and humans.

MPs and NPs have been exposed to humans via various pathways, such as tap water, bottled water, seafood, beverages, milk, fish, salts, fruits, and vegetables.

 

This paper highlights MPs and NPs pathways to the food chains and how these plastic particles can cause risks to human health.

 

MPs have been evident in vivo and vitro and have been at health risks, such as respiratory, immune, reproductive, and digestive systems.

The present work emphasizes how various MPs and NPs, and associated toxic chemicals, such as polycyclic aromatic hydrocarbons (PAHs) and polychlorinated biphenyls (PCBs), impact human health. Polystyrene (PS) and polyvinyl chloride (PVC) are common MPs and NPs, reported in human implants via ingestion, inhalation, and dermal exposure, which can cause carcinogenesis, according to Agency for Toxic Substances and Disease Registry (ATSDR) reports.

Inhalation, ingestion, and dermal exposure-response cause genotoxicity, cell division and viability, cytotoxicity, oxidative stress induction, metabolism disruption, DNA damage, inflammation, and immunological responses in humans.

 

Lastly, this review work concluded with current knowledge on potential risks to human health and knowledge gaps with recommendations for further investigation in this field.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35301996/

Influenze dietetiche sulle tossicità sintomatiche e non sintomatiche durante il trattamento del cancro: una revisione narrativa

Kim AJ, Hong DS, George GC.

Cancer Treat Rev. 2022 Jul;108:102408.

 

Influenze dietetiche sulle tossicità sintomatiche e non sintomatiche durante il trattamento del cancro: una revisione narrativa

Lo stato nutrizionale generale dei malati di cancro potrebbe essere un determinante centrale della tossicità correlata al trattamento del cancro e un indicatore dei sintomi del cancro come la cachessia correlata al cancro e la perdita di peso.

 

Questa revisione scientifica narrativa copre l’impatto dei modelli dietetici (ad esempio, dieta mediterranea, digiuno a breve termine, dieta chetogenica), componenti dietetici (ad esempio, frutta e verdura, oli di pesce, curcuma/curcumina, fibre alimentari, sostanze fitochimiche, integratori alimentari vitaminici/minerali) e il microbiota intestinale su sintomi, tossicità ed eventi avversi associati al trattamento del cancro.

 

Sebbene diversi studi abbiano prodotto risultati controversi o inconcludenti, alcuni studi preclinici promettenti e studi clinici iniziali suggeriscono che gli interventi dietetici possono alleviare alcuni sintomi e tossicità correlati al trattamento del cancro.

I possibili meccanismi con cui i componenti dietetici possono influenzare le tossicità sintomatiche e non sintomatiche durante il trattamento del cancro includono l’impatto sull’infiammazione, lo stress ossidativo, la massa muscolare, la salute cardiaca e la regolazione del microbioma intestinale.

Gli attuali studi in corso continueranno a far luce sul fatto che specifici interventi dietetici, con particolare attenzione al microbiota intestinale, siano un metodo efficace per migliorare i risultati del trattamento del cancro.

Studi futuri dovrebbero esaminare gli effetti sinergici della combinazione di diversi interventi nutrizionali e stabilire linee guida relative alla dieta per il trattamento del cancro.

 

 

Abstract

 

Dietary influences on symptomatic and non-symptomatic toxicities during cancer treatment: A narrative review

The general nutritional status of cancer patients could be a central determinant of cancer treatment-related toxicity and an indicator of cancer symptoms such as cancer-related cachexia and weight loss.

 

This narrative scientific review covers the impact of dietary patterns (for example, Mediterranean diet, short-term fasting, ketogenic diet), dietary components (for example, fruits and vegetables, fish oils, turmeric/curcumin, dietary fiber, phytochemicals, vitamin/mineral dietary supplements), and the gut microbiota on symptoms, toxicities, and adverse events associated with cancer treatment.

 

Although several studies have produced controversial or inconclusive results, some promising preclinical studies and initial clinical trials suggest that dietary interventions may alleviate certain cancer treatment-related symptoms and toxicities.

Possible mechanisms by which dietary components may influence symptomatic and non-symptomatic toxicities during cancer treatment include through impacting inflammation, oxidative stress, muscle mass, cardiac health and regulating the gut microbiome.

Current ongoing studies will continue to shed light on whether specific dietary interventions, with a special emphasis on the gut microbiota, are an effective method to improve cancer treatment outcomes.

Future studies should examine the synergistic effects of combining different nutritional interventions and establish diet-related guidelines for cancer treatment.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35623220/

Farmacomicrobiomica del cancro: mirare al microbiota per ottimizzare i risultati della terapia antitumorale

Ting NL, Lau HC, Yu J.

Gut. 2022 Jul;71(7):1412-1425.

 

Farmacomicrobiomica del cancro: mirare al microbiota per ottimizzare i risultati della terapia antitumorale

Nonostante i promettenti progressi nelle nuove terapie antitumorali, come gli inibitori del checkpoint immunitario (ICI), permangono limitazioni, tra cui la resistenza terapeutica e la tossicità. Negli ultimi anni, la relazione tra microbiota intestinale e cancro è stata ampiamente studiata.

L’accumulo di prove rivela il ruolo del microbiota nella definizione dell’efficacia e della tossicità terapeutica del cancro.

 

A differenza della genetica dell’ospite, il microbiota può essere facilmente modificato attraverso molteplici strategie, tra cui il trapianto di microbiota fecale (FMT), probiotici e antibiotici.

Studi preclinici hanno identificato i meccanismi su come i microbi influenzano i risultati del trattamento del cancro. Gli studi clinici hanno anche dimostrato il potenziale della modulazione del microbiota nei trattamenti antitumorali.

 

In questo articolo, esaminiamo le intuizioni meccanicistiche delle interazioni microbiche intestinali con la chemioterapia e gli ICI, concentrandoci in particolare sull’interazione tra i batteri intestinali e la farmacocinetica (p.es., metabolismo, degradazione enzimatica) o la farmacodinamica (p.es., immunomodulazione) del trattamento del cancro.

Viene quindi esplorato il potenziale traslazionale dei risultati di base in contesti clinici, incluso l’utilizzo di microbi come biomarcatori predittivi e la modulazione microbica da parte di antibiotici, probiotici, prebiotici, modulazioni dietetiche e FMT. Vengono discussi ulteriormente gli attuali limiti della modulazione del microbiota intestinale nei pazienti con cancro e suggerite direzioni essenziali per studi futuri.

 

Nell’era della medicina personalizzata, è fondamentale comprendere il microbiota e le sue interazioni con il cancro. La manipolazione del microbiota intestinale per aumentare le risposte terapeutiche al cancro può fornire nuove intuizioni sul trattamento del cancro.

 

 

Abstract

 

Cancer pharmacomicrobiomics: targeting microbiota to optimise cancer therapy outcomes

Despite the promising advances in novel cancer therapy such as immune checkpoint inhibitors (ICIs), limitations including therapeutic resistance and toxicity remain. In recent years, the relationship between gut microbiota and cancer has been extensively studied.

Accumulating evidence reveals the role of microbiota in defining cancer therapeutic efficacy and toxicity.

 

Unlike host genetics, microbiota can be easily modified via multiple strategies, including faecal microbiota transplantation (FMT), probiotics and antibiotics.

Preclinical studies have identified the mechanisms on how microbes influence cancer treatment outcomes. Clinical trials have also demonstrated the potential of microbiota modulation in cancer treatments.

 

Herein, we review the mechanistic insights of gut microbial interactions with chemotherapy and ICIs, particularly focusing on the interplay between gut bacteria and the pharmacokinetics (eg, metabolism, enzymatic degradation) or pharmacodynamics (eg, immunomodulation) of cancer treatment.

The translational potential of basic findings in clinical settings is then explored, including using microbes as predictive biomarkers and microbial modulation by antibiotics, probiotics, prebiotics, dietary modulations and FMT. We further discuss the current limitations of gut microbiota modulation in patients with cancer and suggest essential directions for future study.

 

In the era of personalised medicine, it is crucial to understand the microbiota and its interactions with cancer. Manipulating the gut microbiota to augment cancer therapeutic responses can provide new insights into cancer treatment.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35277453/

Obesità sarcopenica: e nel contesto del cancro?

Gortan Cappellari G. et al.; Obesity Programs of Nutrition, Education, Research and Assessment (OPERA) group. 

Nutrition. 2022 Jun;98:111624.

 

Obesità sarcopenica: e nel contesto del cancro?

Prove crescenti suggeriscono che i cambiamenti nella massa e nella funzione muscolare possono contribuire ulteriormente alla valutazione del rischio per la salute negli individui obesi. Poiché i numeri per i sottogruppi di popolazione obesa e anziana sono in aumento in tutto il mondo, l’obesità sarcopenica sta emergendo come un fattore rilevante associato a un rischio più elevato di eventi avversi ed esiti in diversi contesti clinici, incluso il cancro.

 

Recenti studi che dimostrano che la prevalenza dell’obesità sarcopenica può coinvolgere fino a un terzo dei pazienti con cancro nonostante l’indice di massa corporea supportano fortemente la necessità di una sua valutazione nella pratica clinica oncologica. Infatti, in diversi tipi di cancro, l’obesità sarcopenica è associata a esiti peggiori che includono complicanze metaboliche e chirurgiche, ospedalizzazione più lunga, disabilità fisica e sopravvivenza più breve.

È importante sottolineare che l’obesità sarcopenica può anche avere un effetto sulla chemioterapia, in quanto può indurre un rischio più elevato di tossicità dose-limitante.

 

Lo scopo di questa revisione è stato quello di presentare una panoramica aggiornata sulla definizione, gli effetti, i meccanismi e la rilevanza clinica della sarcopenia in questo contesto.

 

 

Abstract

 

Sarcopenic obesity: What about in the cancer setting?

Growing evidence suggests that changes in muscle mass and function may further contribute to health risk assessment in individuals who are obese. As numbers for both obese and aged population subgroups are increasing worldwide, sarcopenic obesity is emerging as a relevant factor associated with higher risk for adverse events and outcomes in several clinical settings, including cancer.

 

Recent reports showing that prevalence of sarcopenic obesity may involve up to one-third of patients with cancer despite body mass index strongly support the need for its evaluation in oncological clinical practice. In fact, in several cancer types, sarcopenic obesity is associated with poorer outcomes that include metabolic and surgical complications, longer hospitalization, physical disability, and shorter survival.

Importantly, sarcopenic obesity may also have an effect on chemotherapy, as it may induce a higher risk for dose-limiting-toxicity.

 

The aim of this review was to present an updated overview on the definition, effects, mechanisms, and clinical relevance of sarcopenia in this setting.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35436691/

Esame delle linee guida e delle nuove evidenze in nutrizione oncologica: un position paper sulle lacune e le opportunità negli approcci multimodali per migliorare la cura del paziente

Prado CM et al. 

Support Care Cancer. 2022 Apr;30(4):3073-3083.

 

Esame delle linee guida e delle nuove evidenze in nutrizione oncologica: un position paper sulle lacune e le opportunità negli approcci multimodali per migliorare la cura del paziente

La malnutrizione, la perdita muscolare e la cachessia sono prevalenti nel cancro e rimangono sfide chiave in oncologia oggi. Queste condizioni sono spesso sottovalutate e sottotrattate e hanno conseguenze devastanti per i pazienti.

Lo screening/valutazione e l’intervento nutrizionale precoce sono associati a migliori risultati per i pazienti. Essendo una malattia multiforme, il cancro richiede cure multimodali che integrino interventi di supporto, in particolare nutrizione ed esercizio fisico, per migliorare l’assunzione di nutrienti, la massa muscolare, il funzionamento fisico, la qualità della vita e i risultati del trattamento.

 

Un team integrato di operatori sanitari che incorpori le raccomandazioni della società nella pratica clinica può aiutare a ottenere i migliori risultati possibili.

Un gruppo multidisciplinare di esperti in oncologia, nutrizione, esercizio fisico e medicina ha partecipato a una tavola rotonda virtuale di 2 giorni nell’ottobre 2020 per discutere le lacune e le opportunità nella nutrizione oncologica, da sola e in combinazione con l’esercizio fisico, rispetto alle prove attuali e alle raccomandazioni delle società internazionali.

Il gruppo ha raccomandato cinque principi per ottimizzare la pratica dell’oncologia clinica:

(1) posizionare la nutrizione oncologica al centro dell’assistenza multidisciplinare;

(2) collaborare con colleghi e amministratori per integrare un processo di cura nutrizionale nell’approccio multidisciplinare alla cura del cancro;

(3) sottoporre a screening tutti i pazienti per il rischio di malnutrizione alla diagnosi e regolarmente durante il trattamento;

(4) combinare l’esercizio fisico e gli interventi nutrizionali prima (ad esempio, la preabilitazione), durante e dopo il trattamento come standard di cura oncologica per ottimizzare lo stato nutrizionale e la massa muscolare;

e (5) incorporare un approccio centrato sul paziente nell’assistenza multidisciplinare.

 

 

Abstract

 

Examining guidelines and new evidence in oncology nutrition: a position paper on gaps and opportunities in multimodal approaches to improve patient care

Malnutrition, muscle loss, and cachexia are prevalent in cancer and remain key challenges in oncology today. These conditions are frequently underrecognized and undertreated and have devastating consequences for patients.

Early nutrition screening/assessment and intervention are associated with improved patient outcomes. As a multifaceted disease, cancer requires multimodal care that integrates supportive interventions, specifically nutrition and exercise, to improve nutrient intake, muscle mass, physical functioning, quality of life, and treatment outcomes.

 

An integrated team of healthcare providers that incorporates societies’ recommendations into clinical practice can help achieve the best possible outcomes.

A multidisciplinary panel of experts in oncology, nutrition, exercise, and medicine participated in a 2-day virtual roundtable in October 2020 to discuss gaps and opportunities in oncology nutrition, alone and in combination with exercise, relative to current evidence and international societies’ recommendations.

The panel recommended five principles to optimize clinical oncology practice:

(1) position oncology nutrition at the center of multidisciplinary care;

(2) partner with colleagues and administrators to integrate a nutrition care process into the multidisciplinary cancer care approach;

(3) screen all patients for malnutrition risk at diagnosis and regularly throughout treatment;

(4) combine exercise and nutrition interventions before (e.g., prehabilitation), during, and after treatment as oncology standard of care to optimize nutrition status and muscle mass;

and (5) incorporate a patient-centered approach into multidisciplinary care.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34811570/

Terapia multi-mirata del cancro con acidi grassi omega-3: un aggiornamento

Wei L, Wu Z, Chen YQ.

Cancro Lett. 2022 febbraio 1;526:193-204.

 

Terapia multi-mirata del cancro con acidi grassi omega-3: un aggiornamento

Il basso consumo di acidi grassi polinsaturi ω3 (PUFA) nella dieta è stato associato a un aumento dell’incidenza di tumori.

Negli ultimi decenni sono stati condotti molti studi di base e clinici. E’ già stata esaminata la terapia multi-target del cancro con acidi grassi omega-3 nel 2008 e da allora sono in corso centinaia di nuovi studi clinici per convalidare l’efficacia dei PUFA ω3 nella terapia del cancro.

 

A causa della disponibilità di una così grande quantità di dati sugli studi clinici, in questo aggiornamento vengono riassunti i dati clinici, vengono selezionati gli studi che mostrano risultati promettenti e discussi i potenziali meccanismi responsabili degli esiti clinici.

Sembra che l’ω3 PUFA influenzi principalmente i sintomi associati al cancro, vale a dire cachessia, infiammazione, neuropatia, complicanze postoperatorie e qualità della vita. I meccanismi responsabili di questi effetti sono la possibile regolazione del turnover proteico del muscolo scheletrico, la risposta infiammatoria e la sopravvivenza delle cellule neuronali mediante ω3 PUFA.

 

 

Abstract

 

Multi-targeted therapy of cancer by omega-3 fatty acids-an update

Low in dietary ω3 polyunsaturated fatty acid (PUFA) consumption has been associated with increased incidence of cancers. Many basic and clinical studies have been conducted over the last several decades.

We previously reviewed multi-targeted therapy of cancer by omega-3 fatty acids in 2008, and since hundreds of new clinical trials are being conducted to validate the effectiveness of ω3 PUFA in cancer therapy.

 

Because of the availability of such large amount of clinical trial data, in this update we summarize clinical data, sort out trials that show promising results, and discuss potential mechanism(s) responsible for the clinical outcomes.

It appears that ω3 PUFA mainly affects cancer-associated symptoms, namely cachexia, inflammation, neuropathy, post operative complications and quality of life. Mechanisms responsible for these effects are possible regulation of skeletal muscle protein turnover, inflammatory response and neuron cell survive by ω3 PUFA.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34843864/

Il frigo e la dispensa

Di seguito alcune accortezze e consigli su come disporre gli alimenti in frigo e nella dispensa:

 

  • Posiziona gli alimenti secondo la data di scadenza, disponendo quelli che sono maggiormente deperibili a portata di mano.

 

  • I prodotti acquistati nel banco frigo devono seguire la catena del freddo e quindi essere conservati in frigorifero.

 

  • Ricorda che la temperatura all’interno del frigorifero non è uguale.
    I ripiani più bassi sono da dedicare a carne e pesce, mentre quelli centrali sono più adatti alla conservazione di confezioni aperte e latticini.
    I cassetti presentano una temperatura maggiore per questo sono ideali per frutta e verdura.
    La porta del frigorifero presenta le temperature più calde, nelle mensole puoi riporre i prodotti che hanno bisogno di una leggera refrigerazione.

 

  • Non tutti gli alimenti di origine vegetale devono essere conservati in frigorifero, le basse temperature possono danneggiarli. Ad esempio agrumi, fagiolini, pomodori, zucchine, cetrioli, carote possono essere conservati a temperatura ambiente.

 

  • Poni attenzione al luogo di conservazione riportato in etichetta, ad esempio può essere indicato di tenere il prodotto lontano da fonti di calore o al riparo dalla luce.

 

  • I prodotti aperti possono avere modalità di conservazione diverse dalle confezioni chiuse, fai attenzione alle indicazioni presenti in etichetta.

 

  • All’interno del frigorifero non posizionare i prodotti crudi vicino a quelli già cotti o pronti al consumo, evitando cosi una contaminazione di quest’ultimi.

Organizzare la spesa

Ecco alcuni consigli su come organizzare al meglio la tua spesa:

 

  • Prepara una lista della spesa per non farti condizionare dalla vasta offerta del mercato.
    Quando finisci gli alimenti dentro casa (come legumi, cereali, frutta secca, pesce in scatola ecc.) puoi segnarli in una lavagnetta. Prima di andare a fare la spesa, scriverti in un foglietto cosa acquistare.

 

  • Controlla il tuo calendario, se durante la settimana hai qualche pranzo o cena fuori casa, evita di fare una spesa abbondante di prodotti freschi.

 

  • Alterna le varietà di frutta e ortaggi e segui la stagionalità.
    Ricordati di acquistare frutta comoda da portare in borsa, ad esempio una banana, una mela o dei mandarini, ed anche verdure da consumare crude come antipasto o spuntino (carote, finocchio, sedano).

 

  • Avere una scorta di prodotti a lunga conservazione, prodotti in scatola o surgelati, è sicuramente una buona opzione quando si ha poco tempo per cucinare ed è anche una valida alternativa salutare al cibo d’asporto.

 

  • Confrontare l’elenco degli ingredienti di due o più prodotti trasformati, appartenenti alla stessa classe merceologica, può aiutarti a scegliere quello più salutare.

 

  • Poni attenzione agli alimenti sponsorizzati come più salutari. Un esempio, burger e crocchette vegetali confezionate possono contenere grandi quantitativi di sale.

 

  • Tra i latticini un occhio di riguardo per lo yogurt, spesso presenta elevate quantità di zuccheri.
    Prediligi quelli senza zuccheri aggiunti, tenendo presente che hanno un contenuto di circa 4% di carboidrati.
    Inoltre anche nei prodotti vegetali, sostituti di latte e yogurt, se il quantitativo di zucchero supera il 5%, il loro consumo dovrebbe essere limitato a poche occasioni.

 

  • Leggere la lista degli ingredienti e la tabella nutrizionale nei prodotti dichiarati integrali, come il pane, la pasta ed altri prodotti confezionati, può essere utile per capire se veramente è un buon prodotto.
    Il primo ingrediente nella lista deve essere la farina integrale.

 

Microbioma

Con il termine microbioma si indicano tutti i microrganismi presenti in un ambiente, in questo caso andremo principalmente ad indagare sul microbioma intestinale.

 

I batteri che lo costituiscono svolgono numerose funzioni:

difendono l’organismo dai patogeni, contribuiscono alla regolazione dell’assorbimento dei nutrienti, della produzione di vitamine e di energia e delle difese immunitarie.

 

Microbioma: “core” e composizione

Prima di tutto bisogna sapere che il “core” del microbioma di ciascuno di noi si forma nei primi 3-4 anni di vita e tale rimarrà. Quindi sembra importante, per lo sviluppo di un microbiota sano, nascere con parto naturale (non cesareo) ed essere allattati al seno.

L’intestino del feto, sterile fino alla nascita, sarà colonizzato da batteri presenti nel canale vaginale in caso di parto naturale, o incontrerà quelli più aggressivi della sala operatoria, in caso di parto cesareo.

L’allattamento al seno fornisce dal canto suo i nutrienti più adatti non solo alla crescita dell’organismo del neonato, ma anche alla selezione del microbiota migliore per il suo intestino.

I tempi dello svezzamento sono indicati per permettere alla barriera intestinale di maturare prima di venire a contatto con proteine o altre sostanze potenzialmente allergizzanti.

 

Se il “core” del microbiota non si modifica per tutta la vita, la gran parte della sua composizione è invece destinata a cambiare, in funzione dei diversi fattori ambientali, l’alimentazione su tutti. Ecco perché il microbiota si diversifica da continente a continente, da nazione a nazione, ma anche da città a città e, addirittura, da quartiere a quartiere.

 

Studi sul microbioma

Il microbioma è recentemente al centro di numerosi studi, come il Progetto microbioma umano, nato nel 2008 negli Stati Uniti, con lo scopo di capire chi sono i batteri che lo compongono e che funzioni svolgono per l’uomo.

 

Negli ultimi anni il mondo del microbioma è al centro anche della ricerca oncologica in quanto sono stati scoperti diversi ceppi di batteri intestinali in grado di influenzare le malattie tumorali.

Inoltre per i pazienti in terapia è stato scoperto che il microbiota intestinale modula sia l’efficacia che la tossicità di alcuni tipi di chemioterapie e immunoterapie contro il cancro, ma deve ancora essere studiato a fondo nel contesto della radioterapia.

 

In campo clinico lo studio del microbioma è fondamentale in termini di diagnosi precoce e ai fini di utilizzare idonei probiotici in ambito preventivo e durante la cura dei tumori.

 

La ricerca sul legame tra microbiota generale e cancro è ancora agli inizi, ma sono già molti i microrganismi per i quali è già stata identificata una possibile associazione con lo sviluppo di tumori o, al contrario, con un rischio più basso di ammalarsi di cancro, o ancora con una maggiore efficacia delle terapie.

 

Microrganismi “cattivi”

Helycobacter pylori, per esempio, è uno dei primi scoperti associato allo sviluppo del cancro ed in particolare del tumore allo stomaco, ma rientrano nella lista dei “cattivi” anche altri come Bacteroides fragilis, Fusobacterium nucleatum e un ceppo di Escherichia coli.

 

Microrganismi “buoni”

Andando ad indagare nella lista dei “buoni” invece sono stati studiati i ceppi Bifidobacterium pseudolongum, Lactobacillus johnsonii, Olsenella, Akkermansia muciniphila e Erysipelotrichaceae che potrebbero rappresentare le nuove strategie per rendere più efficaci le terapie anti-cancro, in particolare per l’immunoterapia.

 

I dati ad oggi disponibili non ci permettono ancora di definire con certezza cosa si intenda con l’espressione “microbiota sano”, inoltre un microbioma sano per una persona potrebbe non essere tale per un’altra.

 

Cosa Fare

L’essere umano è un ecosistema: nel nostro corpo solo una cellula su dieci è umana. Il nostro intestino ospita tra le 500 e le 1000 specie batteriche, oltre a virus, funghi e altri microbi, che vengono nutrite dagli alimenti che inseriamo nel nostro organismo.

La domanda spontanea sarebbe cosa mangiare per nutrire correttamente il microbiota e renderlo “sano” ma in realtà il problema principale, sopra citato, riguarda il fatto che non siamo ancora in grado di definire che cosa sia un “microbiota sano”.

Per esempio studi condotti su topi evidenziano che la carne rossa promuove la crescita di batteri che aumentano l’infiammazione intestinale e riduce quella di batteri che invece metabolizzano le fibre ma sono necessari ulteriori studi più mirati alla conferma di tale teoria.

 

In attesa di risultati più affidabili, è fondamentale seguire i consigli per una sana e corretta alimentazione ovvero consumare cereali preferibilmente integrali, legumi, frutta e verdura, proteine sane, olio extravergine di oliva e pochi alimenti raffinati, ricchi in grassi animali o zuccheri.

 

Cibi utili

In particolare i cereali integrali, i legumi, gli ortaggi, la frutta sia fresca che a guscio ed i semi oleosi rappresentano buone fonti di fibra alimentare, fondamentale per la corretta salute dell’intestino.

 

La fibra alimentare di per sé non ha valore nutritivo o energetico ma è ugualmente molto importante per la regolazione di diverse funzioni fisiologiche nell’organismo.

Alcuni di questi composti (cellulosa, emicellulosa e lignina) sono insolubili in acqua e agiscono prevalentemente sul funzionamento del tratto gastrointestinale, ritardando lo svuotamento gastrico e facilitando nell’intestino il transito del bolo alimentare e l’evacuazione delle feci.

Invece altri composti (pectine, gomme e mucillagini) sono solubili in acqua nella quale formano dei gel resistenti e regolano l’assorbimento di alcuni nutrienti (ad esempio zuccheri e grassi) riducendolo e rallentandolo, contribuendo così al controllo del livello di glucosio e di colesterolo nel sangue.

 

Il ruolo preventivo della fibra nell’alimentazione umana è quindi molto studiato in diverse patologie come il diabete, le malattie cardiovascolari, l’ipercolesterolemia e il tumore del colon. In numerosi studi epidemiologici si è notato, infatti, che in quelle popolazioni che consumano maggiormente fibra l’incidenza di queste patologie risulta più bassa.

 

Tra gli alimenti più ricchi in fibra per porzione ci sono i piselli, i lamponi, i fagioli secchi, l’avena in chicco, l’orzo perlato, la farina di ceci, le carote, i fichi secchi e il riso integrale.

 

Quanta fibra al giorno?

Come obiettivo nutrizionale per la prevenzione la SINU indica un apporto di fibra di almeno 25 g al giorno, anche in caso di introiti energetici inferiori alle 2000 kcal al giorno.

 

Visto il ruolo positivo per la salute umana alcune società scientifiche ed enti internazionali suggeriscono quantità di fibra anche superiori:

per la prevenzione oncologica il World Cancer Research Fund ne raccomanda almeno 30 g al giorno,

mentre per la prevenzione cardiovascolare la European Society of Cardiology 40-45 g al giorno.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

 

Tronchetto di Natale "nuova generazione"
Tronchetto di Natale “nuova generazione”

 

la ricetta del Tronchetto di Natale “nuova generazione” dello chef di FBO da realizzare durante le festività per non rinunciare al gusto!

 

 

I CONSIGLI DI FBO PER GODERSI AL MEGLIO LE FESTIVITA’ SENZA RINUNCIARE AL GUSTO O FARSI VENIRE SENSI DI COLPA:

 

  • Mantieni il tuo stile di vita anche durante le feste!
  • No ai sensi di colpa! Qualche giorno durante l’anno è giusto concedersi qualcosa in più (anche se le nostre ricette rimangono comunque salutari 😉 )
  • Fai ciò che ti sembra giusto e che pensi possa farti bene senza farti influenzare dal giudizio altrui
  • L’importante, durante queste giornate di festa, rimane il movimento: quattro passi possono aiutarci a sentirci meglio!
  • Ascolta i segnali di fame e sazietà che ti suggerisce il tuo corpo. È proprio il nostro corpo che riesce ad autoregolarsi da solo!

 

 

Dairy free, Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 1 h e 10′; se si ha uno sbattitore elettrico serio e pratica in cucina bastano 35 – 40 minuti totali per la preparazione completa

Difficoltà: Semplice

Dosi: 3 persone

Tempo di cottura: 20′

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 3 persone)

  • 10 g di farina di riso
  • 40 g di farina senza glutine
  • 20 g di olio di cocco
  • 2 uova
  • 50 g di sciroppo di topinambur
  • 60 g di zucchero a velo
  • 350 g di latte di cocco
  • 125 g di mirtilli
  • 250 g di fragole
  • 30 g di fecola di mais
  • 220 g di panna vegetale da montare
  • 150 g di cioccolato amaro 90%
  • 150 g di pure di maracuia

 

 

Procedimento

  1. fare una crema portando a bollore la purea di maracuia con il latte di cocco, lo sciroppo di topinambur e legare il tutto con la fecola di mais.
  2. fare una pasta soffice tipo “genovese” sbattendo molto forte le uova con lo zucchero a velo, aggiungendo poi la farina di riso, la farina senza glutine e infine l’olio di cocco.
  3. implaccare in una placca molto bassa ricoperta con carta per forno e cuocere a 160 gradi per 20 minuti.
  4. quando la pasta sarà fredda mettere la crema, anch’essa fredda, sulla pasta, aggiungere le fragole spezzettate e i mirtilli.
  5. arrotolare a forma di tronchetto e ricoprire con la panna montata, poi usare una forchetta dai denti larghi per creare delle righe e grattugiare il cioccolato amaro sopra la panna.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

perdita di peso

 

FBO per te: 

Ricetta adatta anche per i celiaci e vegani, rivede in maniera del tutto naturale e afrodisiaca la normale composizione del tronchetto di natale.

Il latte di cocco rientra tra le bevande vegetali fornisce molte calorie ed è ricco di grassi. Buona anche la presenza di maracuia che contiene vitamina C, vitamina A e antiossidanti come il betacarotene ottimi per migliorare la vista e proteggere pelle e polmoni. Contribuisce a una migliore digestione e alla salute cardiovascolare.

Grazie alla presenza dei mirtilli abbiamo le antocianine, composti fenolici responsabili dei colori blu, rossi e violacei di fiori e alimenti. Nel 2015 una revisione ha raccolto le principali evidenze emerse sull’effetto dei fitocomposti bioattivi, tra cui le antocianine, di alcuni frutti di bosco e il loro impatto sulla salute. È emerso che il consumo di mirtilli contribuisce a migliorare la sensibilità insulinica in soggetti insulino-resistenti, a diminuire i livelli di pressione arteriosa e di colesterolo nel sangue e a proteggere la funzionalità dei vasi sanguigni. Tutto ciò si traduce in una possibile protezione da patologie cardiovascolari e diabete.

Infine il cioccolato amaro/fondente, ricordiamo sopra il 70%, è ricco di molecole che studi scientifici hanno dimostrato giocare un ruolo importante per la salute. In particolare quercetina, catechine, procianidine e teobromina sembrano essere le responsabili dell’effetto su arterie e cuore, tenendo a bada la pressione e riducendo pertanto il rischio di malattie cardiovascolari.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del Tronchetto di Natale “nuova generazione”

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso, olio di cocco, latte di cocco, uova, topinambur, mirtilli, fragole, mais, cioccolato, maracuia

Coregone tra Lesa, Stresa e Belgirate
Coregone tra Lesa, Stresa e Belgirate

 

la ricetta del Coregone tra Lesa, Stresa e Belgirate dello chef di FBO da realizzare durante le festività per non rinunciare al gusto!

 

 

I CONSIGLI DI FBO PER GODERSI AL MEGLIO LE FESTIVITA’ SENZA RINUNCIARE AL GUSTO O FARSI VENIRE SENSI DI COLPA:

 

  • Mantieni il tuo stile di vita anche durante le feste!
  • No ai sensi di colpa! Qualche giorno durante l’anno è giusto concedersi qualcosa in più (anche se le nostre ricette rimangono comunque salutari 😉 )
  • Fai ciò che ti sembra giusto e che pensi possa farti bene senza farti influenzare dal giudizio altrui
  • L’importante, durante queste giornate di festa, rimane il movimento: quattro passi possono aiutarci a sentirci meglio!
  • Ascolta i segnali di fame e sazietà che ti suggerisce il tuo corpo. È proprio il nostro corpo che riesce ad autoregolarsi da solo!

 

 

Dairy free, Gluten free

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 3 ore di marinatura e in contemporanea 30’-40’ per bollire le castagne

Difficoltà: Media

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 12-15 minuti

Costo: €€

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 350 g di coregone
  • 22 g di olio di noci
  • 5 g di salvia fresca
  • 40 g di carote fresche pulite
  • 60 g di finocchio fresco (possibilmente femmina, quelli rotondi)
  • 30 g di castagne pelate
  • 50 g di uva rosa fresca
  • 7 g di aglio fresco
  • 10 g di aceto di mele
  • Sale qb

 

 

Procedimento

  1. pulire il pesce, privarlo della testa e aprirlo a farfalla. In alternativa comprarlo già pulito.
  2. Mettere il coregone in una placca e marinarlo per almeno 3 ore con l’uva rosa pelata e leggermente schiacciata (usare anche il succo dell’uva schiacciata), aglio fresco, salvia, metà dell’olio di noci, l’aceto di mele.
    Massaggiare leggermente la carne del coregone avendo molta cura di non spaccarla.
  3. Nel frattempo far bollire le castagne per circa 30-40 minuti a seconda delle dimensioni.
  4. A marinatura ultimata eliminare l’aglio, aggiungere le castagne precedentemente bollite (se si vuole si possono anche leggermente spaccare), le carote tagliate a filetti molto sottili, il finocchio tagliato come le carote e l’olio di noci rimanente e salare.
  5. Infornare a 220°C (senza ventilazione forzata) per almeno 12 minuti.
  6. Se il pesce e tutti gli ingredienti sono a temperatura ambiente da almeno 30 minuti bastano 12 minuti per la cottura del pesce.

 

 

Effetti avversi delle terapie: Perdita di appetito, Aumentato rischio d’infezioni

 

FBO per te: Il coregone, è un pesce di acqua dolce appartenente alla famiglia dei Salmonidi. Con questa ricetta facciamo il pieno di sostanze benefiche per il nostro organismo. Si parte dai preziosi acidi grassi essenziali omega-3 , essenziali perché l’organismo umano non è in grado di produrli e devono essere introdotti con gli alimenti. Passando poi ai finocchi che contengono anche un interessante quantità di oli essenziali, primo fra tutti l’anetolo che è responsabile del caratteristico aroma. La ricerca scientifica si è spesa per cercare di comprendere i potenziali effetti benefici che tali oli possono avere sulla salute. In particolare, una recente revisione della letteratura ha fatto emergere come l’anetolo possa esercitare un’azione positiva in studi condotti su modelli tumorali cellulari e animali.

 

 

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Se vuoi saperne di più clicca su coregone, olio di noci, salvia, carote, finocchio, castagne, uva, aglio, aceto di mele

Penne di riso pistacchi anacardi acciughe
Penne di riso pistacchi anacardi sarde

 

la ricetta delle penne di riso pistacchi anacardi sarde dello chef di FBO da realizzare durante le festività per non rinunciare al gusto!

 

 

I CONSIGLI DI FBO PER GODERSI AL MEGLIO LE FESTIVITA’ SENZA RINUNCIARE AL GUSTO O FARSI VENIRE SENSI DI COLPA:

 

  • Mantieni il tuo stile di vita anche durante le feste!
  • No ai sensi di colpa! Qualche giorno durante l’anno è giusto concedersi qualcosa in più (anche se le nostre ricette rimangono comunque salutari 😉 )
  • Fai ciò che ti sembra giusto e che pensi possa farti bene senza farti influenzare dal giudizio altrui
  • L’importante, durante queste giornate di festa, rimane il movimento: quattro passi possono aiutarci a sentirci meglio!
  • Ascolta i segnali di fame e sazietà che ti suggerisce il tuo corpo. È proprio il nostro corpo che riesce ad autoregolarsi da solo!

 

 

Dairy free, Gluten free

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 17 minuti

Difficoltà: Facile

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 21 minuti

Costo: €€

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 75 g di pasta di farina di riso
  • 110 g di sarde fresche
  • 12 g olio di oliva
  • 8 g di pistacchi sgusciati
  • 50 g di broccoli freschi
  • 14 g di anacardi
  • 1 g di origano

 

 

Procedimento

Rivisitazione della pasta alle acciughe di Al, Jon e Jack.

  1. Pulire le sarde
  2. tostare al forno gli anacardi e i pistacchi a 180°C con ventilazione forzata per 8-10 minuti a seconda delle dimensioni (se piccoli o grandi); in alternativa usarli già tostati.
  3. una volta freddi tritarli grossolanamente e soffriggerli con le sarde pulite nell’olio di oliva per circa 2 minuti.
  4. pulire e tagliuzzare grossolanamente i broccoli
  5. far bollire la pasta di farina di riso in abbondante acqua leggermente salata, quando mancheranno solo 2 minuti alla cottura desiderata aggiungere nell’acqua di cottura i broccoli.
  6. A cottura ultimata scolare e condire con l’olio, le sarde, i pistacchi e gli anacardi. Cospargere di origano fresco.

 

 

Effetti avversi delle terapie: Aumentato Rischio d’infezioni, Pancitopenia e Neutropenia, Fatigue

 

FBO per te: Un piatto salutare completo gluten free! I carboidrati li troviamo nella pasta di farina di riso; le proteine grazie alla presenza delle sarde, un pesce azzurro ricco di acidi grassi omega-3 importanti per la salute cardiovascolare e lo sviluppo del sistema nervoso. Acidi grassi (monoinsaturi), utili per aumentare il colesterolo HDL, li troviamo anche negli anacardi. Per la parte vegetale abbiamo i broccoli, importanti per il contenuto di glucosinolati, molecole con un potenziale ruolo nella prevenzione di diverse forme tumorali. Il condimento viene fornito dall’olio di oliva, ricco di molecole antiossidanti che influiscono positivamente sulla salute dell’organismo, e dall’origano, spezia che aiuta a ridurre l’utilizzo del sale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle penne di riso pistacchi anacardi sarde

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su farina di riso, sarde, olio di oliva, pistacchi, broccoli, anacardi, origano

Pollo e mango
Pollo e mango

 

la ricetta del pollo e mango dello chef di FBO da realizzare durante le festività per non rinunciare al gusto!

 

 

I CONSIGLI DI FBO PER GODERSI AL MEGLIO LE FESTIVITA’ SENZA RINUNCIARE AL GUSTO O FARSI VENIRE SENSI DI COLPA:

 

  • Mantieni il tuo stile di vita anche durante le feste!
  • No ai sensi di colpa! Qualche giorno durante l’anno è giusto concedersi qualcosa in più (anche se le nostre ricette rimangono comunque salutari 😉 )
  • Fai ciò che ti sembra giusto e che pensi possa farti bene senza farti influenzare dal giudizio altrui
  • L’importante, durante queste giornate di festa, rimane il movimento: quattro passi possono aiutarci a sentirci meglio!
  • Ascolta i segnali di fame e sazietà che ti suggerisce il tuo corpo. È proprio il nostro corpo che riesce ad autoregolarsi da solo!

 

 

Dairy free, Gluten free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 11 minuti

Difficoltà: Semplice

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 7 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 30 g di insalata ghiaccio pulita
  • 75 g di petto di pollo senza pelle
  • 115 g di mango
  • 10 g di coriandolo fresco
  • 6 g di aceto di riso a bassa acidità
  • 16 g di olio di noci bio estratto a freddo
  • 6 g di sciroppo di topinambur

 

 

Procedimento

  1. pulire e tagliare a fette sottili il mango,
  2. condirlo con lo sciroppo di topinambur e l’aceto di riso.
  3. Cuocere il petto di pollo a vapore (per un 7 minuti)
  4. spezzettare grossolanamente l’insalata, adagiare sopra il petto di pollo cotto a vapore e successivamente, tagliato a fettine sottili , porre il mango marinato sopra il pollo.
  5. condire con l’olio di noci e il coriandolo fresco tagliuzzato grossolanamente.

 

 

Effetti avversi delle terapie: Perdita di appetito, Alterazioni del gusto, Stomatite, Secchezza della bocca, Anemia, Aumentato rischio d’infezioni

 

FBO per te: La carne bianca è un’ottima fonte di proteine e presenta un contenuto lipidico inferiore rispetto ad alcuni tagli della rossa. Grazie alla vitamina C contenuta nel mango il ferro non- eme presente nella carne di pollo per il 60% viene reso più biodisponibile. Nel mango sono presenti quantitativi elevati di β-carotene, precursore della vitamina A: 100 g di mango, infatti, coprono più di due terzi dell’assunzione giornaliera raccomandata. La vitamina A è una molecola liposolubile importante, tra le tante cose, per la vista e la risposta immunitaria.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del pollo e mango

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su insalata, pollo, mango, coriandolo, aceto di riso, olio di noci, topinambur

spigola in agrodolce
Spigola in agrodolce

 

Chef Stefano Di Gennaro
Chef Stefano Di Gennaro
Ristorante Quintessenza di Trani membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Di Gennaro per la realizzazione della spigola in agrodolce, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Dairy Free Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 40 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 tranci di spigola da 130/150 grammi l’uno;
  • succo di limone;
  • rapa rossa;
  • carota;
  • cavolfiore;
  • peperone rosso;
  • peperone giallo;
  • cipolla rossa;
  • sciroppo agrodolce (100g aceto bianco, 100g acqua, 100g zucchero)
  • olio E.V.O. q.b.;

 

Procedimento

  1. Realizzare lo sciroppo agrodolce unendo i tre ingredienti, portare a bollore facendo sciogliere lo zucchero;
  2. Sbollentare le verdure singolarmente, raffreddarle in acqua e ghiaccio;
  3. Scolarle, versando successivamente lo sciroppo agrodolce ancora caldo;
  4. Cuocere a vapore i tranci di spigola per circa 10 minuti a 65°C, condire con un’emulsione di olio, miele ed aceto.

 

Impiattamento

Servire la spigola sistemando a proprio piacimento le verdure in agrodolce.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, perdita di peso.

 

FBO per te: Protagonista di questa ricetta è la spigola, un pesce che non spicca per particolari caratteristiche nutrizionali ma che può far parte delle 3 porzioni settimanali di questa categoria di alimenti. Infatti, si adatta bene anche al consumo di chi non ama particolarmente il pesce. La spigola non ha un sapore ben definito, pertanto via libera a condimenti e preparazioni dai sapori decisi.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della spigola in agrodolce (utile in caso di alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spigola, limone, rapa rossa, carota, cavolfiore, peperone, cipollaolio EVO

parmigiana di melanzane
Parmigiana di Melanzane

 

Chef Federico Pettenuzzo
Ristorante La Favellina
membro JRE

 

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Pettenuzzo per la realizzazione della parmigiana di melanzane, utile in caso di perdita di appetito.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 2 melanzane circa 600 g
  • 300 g pomodorini ciliegino
  • 1 burrata
  • 2 croste di parmigiano reggiano
  • Foglie di verbena
  • Foglie di basilico

 

Salsa melanzana

  • 380 g di ritagli di melanzana
  • 50 brodo vegetale
  • 40 tahina
  • 80 g Olio Evo
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Farle raffreddare e tagliarle a scaloppe di circa 3 cm;
  2. Fare un battuto con la burrata;
  3. Sbollentare i pomodorini ciliegino in acqua bollente e raffreddarli;
  4. Sbucciarli e tagliarli a metà eliminando i semi interni;
  5. Fare un battuto con le falde di pomodoro ottenute e condirlo con sale;
  6. Lasciarli riposare e poi metterli in un setaccio in modo da ottenere l’acqua di vegetazione;

 

Per la salsa melanzana

  1. mettere tutti gli ingredienti in un mixer e frullare fino ad ottenere una salsa liscia;
  2. mettere le croste di parmigiano per 45 secondi in microonde e farle soffiare;
  3. grattugiarle con un micro plane;

 

Impiattamento

  1. Scaldate in forno la scaloppa di melanzana per 5 minuti;
  2. Adagiarla sul piatto e spalmare la salsa di melanzana sopra;
  3. Accostare ad ambo i lati due cucchiaiate di burrata e di battuto di pomodoro, spolverare con il parmigiano soffiato e adagiare delle foglie di basilico;
  4. A parte servire l’acqua di pomodoro con delle foglie di verbena e alcune gocce di olio evo;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di peso, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te:

Questa ricetta vede come protagoniste le melanzane, vegetali che all’interno della loro buccia contengono le antocianine, fitocomposti appartenenti alla famiglia dei flavonoidi con azione protettiva per il sistema cardiovascolare. Le melanzane presentano anche un buon contenuto di fibra e potassio che insieme contribuiscono anch’esse a proteggere il sistema cardiovascolare. Ciò è possibile grazie alla modulazione della pressione che esercita il potassio attenuando gli effetti del sodio e grazie al controllo dell’assorbimento del colesterolo attuato da parte della fibra a livello dell’intestino. Vi consigliamo, visto la presenza del parmigiano e della burrata, formaggi ricchi in sodio, un uso modesto e controllato del sale da aggiungere. Visto che anche l’utilizzo della tahina, della verbena e del basilico, regala sapidità alla preparazione.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della parmigiana di melanzane (perdita di appetito)

 

Se vuoi saperne di più clicca su melanzane, pomodori, burrata, parmigiano reggiano, verbena, tahina,  basilico, olio EVO

hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure
Hummus di sedano rapa alla curcuma con crudité di Verdure

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure, utile per contrastare la perdita di peso.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • ½ Sedano rapa
  • 1 Gambo di sedano
  • 3 Foglie di insalata belga
  • 1 Carota
  • 1 Finocchio
  • 2 Ravanelli
  • (altre verdure a piacere)
  • Curcuma in polvere q.b.
  • Olio extravergine d’oliva

 

Procedimento

  1. Sbucciare il sedano rapa, lavarlo e tagliarlo a pezzetti;
  2. Portare a bollore dell’acqua dove cuocere il sedano rapa per 15 minuti circa;
  3. Lavare e tagliare le verdure a bastoncino;
  4. Quando il sedano rapa risulta morbido trasferirlo ancora caldo nel frullatore, aggiungere la curcuma e frullare;
  5. Trasferire il composto in una ciotola lasciare intiepidire;
  6. Distribuire le verdure aggiungendo alla fine un goccio di olio extravergine d’oliva.

 

Consigli: se avete poco tempo a disposizione potete pulire le verdure con anticipo e conservarle chiuse un sacchetto in frigorifero già pronte per l’uso. Se preferite, potete aggiungere anche dei semi di lino nella preparazione.

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, secchezza della bocca gonfiore sottocutaneo/edema, disfagia, stomatite.

 

FBO per te: il sedano, ricco in folati e vitamina C, è una verdura molto spesso utilizzata negli spuntini spezza-fame, per il suo elevato potere saziante.  Questa variante di hummus può essere ideale nel caso di una perdita importante di appetito ed utilizzabile anche come spuntino post terapia. Grazie alla sua consistenza e al suo potere dissetante può anche dare giovamento in caso di secchezza della bocca.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure (perdita peso)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su sedano, insalata, carota, finocchio, ravanelli, curcuma, olio EVO,

sperlano in umido con vakame
Sperlano in umido con Wakame

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare lo sperlano in umido con wakame, utile in caso di perdita di peso.

 

Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40’

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Sperlano o latterino 450 g
  • Carote 50 g
  • Cipolla 30g
  • Uvetta chiara 10g
  • Pane da toast 30 g
  • Cavolo cinese 120g
  • Olio di cocco 15 g
  • Alghe WAKAME 120g
  • Sale 1 qb

 

Procedimento

  1. Pulire il pesce privandolo delle interiora, lasciandolo aperto a “farfalla”, grattugiare le carote, tagliare la cipolla fine, tagliare il cavolo cinese a “julienne”, l’uvetta chiara tagliarla finemente
  2. Alla fetta di pane da toast togliere i bordi e tostarla in una padella con 5 grammi di olio di cocco. Dovrà essere molto ben tostata, fatela raffreddare e poi passatela in un mixer.
  3. Spadellare con 10 grammi di olio di cocco le carote e la cipolla, aggiungere l’uvetta e 10 secondi dopo il cavolo/insalata cinese. Aggiungere 60 g di acqua e cuocere delicatamente per 5 minuti.
  4. In una pirofila posare il pesce, salare poco, cospargere con il pane tostato passato al mixer, aggiungere l’alga WAKAME e poi ricoprire con le verdure già stufate per 5 minuti.
  5. Cuocere in forno per 15 minuti a 200/210 °C avendo l’accortezza di coprire la pirofila con un leggero foglio di alluminio.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, perdita di peso.

 

FBO per te: Secondo le indicazioni del Piatto Sano, che rappresenta la composizione ideale di un pasto, le proteine dovrebbero essere presenti per un quarto. Gli alimenti che ne sono fonte sono numerosi, legumi, carne, uova, formaggi e pesce. Proprio in quest’ultima categoria rientra l’ingrediente principe di questa ricetta, lo sperlano. Questa ricetta porta in tavola il pesce in una maniera del tutto originale!

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dello sperlano in umido con wakame (in caso di perdita di peso)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su sperlano o latterino, carote, cipolla, uvetta, pane, cavolo, olio di cocco, alghe Wakame

sperlano in umido con vakame
Sperlano in umido con Wakame

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare lo sperlano in umido con wakame, utile in caso di perdita di appetito.

 

Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40’

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Sperlano o latterino 450 g
  • Carote 50 g
  • Cipolla 30g
  • Uvetta chiara 10g
  • Pane da toast 30 g
  • Cavolo cinese 120g
  • Olio di cocco 15 g
  • Alghe WAKAME 120g
  • Sale 1 qb

 

Procedimento

  1. Pulire il pesce privandolo delle interiora, lasciandolo aperto a “farfalla”, grattugiare le carote, tagliare la cipolla fine, tagliare il cavolo cinese a “julienne”, l’uvetta chiara tagliarla finemente
  2. Alla fetta di pane da toast togliere i bordi e tostarla in una padella con 5 grammi di olio di cocco. Dovrà essere molto ben tostata, fatela raffreddare e poi passatela in un mixer.
  3. Spadellare con 10 grammi di olio di cocco le carote e la cipolla, aggiungere l’uvetta e 10 secondi dopo il cavolo/insalata cinese. Aggiungere 60 g di acqua e cuocere delicatamente per 5 minuti.
  4. In una pirofila posare il pesce, salare poco, cospargere con il pane tostato passato al mixer, aggiungere l’alga WAKAME e poi ricoprire con le verdure già stufate per 5 minuti.
  5. Cuocere in forno per 15 minuti a 200/210 °C avendo l’accortezza di coprire la pirofila con un leggero foglio di alluminio.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, perdita di peso.

 

FBO per te: Secondo le indicazioni del Piatto Sano, che rappresenta la composizione ideale di un pasto, le proteine dovrebbero essere presenti per un quarto. Gli alimenti che ne sono fonte sono numerosi, legumi, carne, uova, formaggi e pesce. Proprio in quest’ultima categoria rientra l’ingrediente principe di questa ricetta, lo sperlano. Questa ricetta porta in tavola il pesce in una maniera del tutto originale!

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dello sperlano in umido con wakame (in caso di perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su sperlano o latterino, carote, cipolla, uvetta, pane, cavolo, olio di cocco, alghe Wakame

insalata di spinaci e tofu
Insalata di spinaci e tofu

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare l’insalata di spinaci e tofu, utile in caso di costipazione (o stipsi fisiologica e non meccanica).

 

Gluten free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • Spinaci giovani freschi puliti g 25
  • Tofu biologico 100% vegan g 40
  • Olio di semi di Cartamo g 10
  • Yogurt al mango g 15
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. “Intiepidire” il tofu e coprirlo con 5 g di olio di cartamo, aspettare che si raffreddi quindi tagliarlo a bastoncini.
  2. Nel piatto sistemare gli spinaci, il tofu, condire con yogurt al mango, olio di semi di Cartamo e sale.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di perdita di appetito, perdita di peso, anemia, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Un’ insalata veloce tutta invernale, da utilizzare come contorno o da condividere come antipasto in compagnia. Il tofu, è un alimento ricco di proteine e, come la soia da cui deriva, possiede una buona composizione in amminoacidi essenziali, ricco anche di calcio e ferro, di cui si può facilmente aumentare la biodisponibilità consumando nello stesso pasto alimenti ricchi di vitamina C come agrumi, kiwi o peperoncino fresco. Per completare il piatto consigliamo una porzione di cereali integrali.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di spinaci e tofu (costipazione)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spinaci, tofu, yogurt, olio di semi

insalata di spinaci e tofu
Insalata di spinaci e tofu

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare l’insalata di spinaci e tofu, utile in caso di anemia.

 

Gluten free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • Spinaci giovani freschi puliti g 25
  • Tofu biologico 100% vegan g 40
  • Olio di semi di Cartamo g 10
  • Yogurt al mango g 15
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. “Intiepidire” il tofu e coprirlo con 5 g di olio di cartamo, aspettare che si raffreddi quindi tagliarlo a bastoncini.
  2. Nel piatto sistemare gli spinaci, il tofu, condire con yogurt al mango, olio di semi di Cartamo e sale.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di perdita di appetito, perdita di peso, anemia, stipsi fisiologica e non meccanica.

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FBO per te: Un’ insalata veloce tutta invernale, da utilizzare come contorno o da condividere come antipasto in compagnia. Il tofu, è un alimento ricco di proteine e, come la soia da cui deriva, possiede una buona composizione in amminoacidi essenziali, ricco anche di calcio e ferro, di cui si può facilmente aumentare la biodisponibilità consumando nello stesso pasto alimenti ricchi di vitamina C come agrumi, kiwi o peperoncino fresco. Per completare il piatto consigliamo una porzione di cereali integrali.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di spinaci e tofu (anemia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spinaci, tofu, yogurt, olio di semi

insalata di spinaci e tofu
Insalata di spinaci e tofu

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare l’insalata di spinaci e tofu, utile in caso di perdita di peso.

 

Gluten free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • Spinaci giovani freschi puliti g 25
  • Tofu biologico 100% vegan g 40
  • Olio di semi di Cartamo g 10
  • Yogurt al mango g 15
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. “Intiepidire” il tofu e coprirlo con 5 g di olio di cartamo, aspettare che si raffreddi quindi tagliarlo a bastoncini.
  2. Nel piatto sistemare gli spinaci, il tofu, condire con yogurt al mango, olio di semi di Cartamo e sale.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di perdita di appetito, perdita di peso, anemia, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Un’ insalata veloce tutta invernale, da utilizzare come contorno o da condividere come antipasto in compagnia. Il tofu, è un alimento ricco di proteine e, come la soia da cui deriva, possiede una buona composizione in amminoacidi essenziali, ricco anche di calcio e ferro, di cui si può facilmente aumentare la biodisponibilità consumando nello stesso pasto alimenti ricchi di vitamina C come agrumi, kiwi o peperoncino fresco. Per completare il piatto consigliamo una porzione di cereali integrali.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di spinaci e tofu (perdita di peso)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spinaci, tofu, yogurt, olio di semi

insalata di spinaci e tofu
Insalata di spinaci e tofu

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare l’insalata di spinaci e tofu, utile in caso di perdita di appetito.

 

Gluten free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • Spinaci giovani freschi puliti g 25
  • Tofu biologico 100% vegan g 40
  • Olio di semi di Cartamo g 10
  • Yogurt al mango g 15
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. “Intiepidire” il tofu e coprirlo con 5 g di olio di cartamo, aspettare che si raffreddi quindi tagliarlo a bastoncini.
  2. Nel piatto sistemare gli spinaci, il tofu, condire con yogurt al mango, olio di semi di Cartamo e sale.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di perdita di appetito, perdita di peso, anemia, stipsi fisiologica e non meccanica.

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FBO per te: Un’ insalata veloce tutta invernale, da utilizzare come contorno o da condividere come antipasto in compagnia. Il tofu, è un alimento ricco di proteine e, come la soia da cui deriva, possiede una buona composizione in amminoacidi essenziali, ricco anche di calcio e ferro, di cui si può facilmente aumentare la biodisponibilità consumando nello stesso pasto alimenti ricchi di vitamina C come agrumi, kiwi o peperoncino fresco. Per completare il piatto consigliamo una porzione di cereali integrali.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di spinaci e tofu (perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spinaci, tofu, yogurt, olio di semi

crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona
Crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare la crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona, utile in caso di costipazione o stipsi (fisiologica e non meccanica).

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 20’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 10 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • Broccoli freschi puliti g 80
  • Sedano di Verona g 80
  • Bevanda alle nocciole e noci Pekan g 400
  • Datteri morbidi g 11
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Nella bevanda alle nocciole e noci Pekan mettere a bollire i broccoli con il sedano tagliato a pezzettini. Fare bollire per 10 minuti. Aggiungere sale. Passare il tutto con il mixer ottenendo una crema molto morbida e densa.
  2. Tagliare i datteri morbidi a listerelle e metterli a bagno per 3 minuti in acqua bollente (perdono leggermente lo zucchero).
  3. Riempire una ciotola con la crema, sistemare i datteri sopra.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, perdita di peso, stomatiti, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Protagonisti di questa crema sono broccoli e sedano, entrambi alimenti con interessanti proprietà nutrizionali. I broccoli, oltre ad avere un ottimo quantitativo di vitamina C, contengono delle molecole chiamate glucosinolati, fitocomposti molto studiati per il loro potenziale ruolo nella prevenzione di diverse forme tumorali. Una cottura rapida, inferiore ai 10 minuti, come nel caso di questa ricetta, consente di evitare perdite eccessive sia di vitamina C che di questi preziosi composti. Il sedano è un ortaggio ricco di micronutrienti: innanzitutto di potassio, minerale che contribuisce al controllo della pressione sanguigna contrastando l’azione ipertensiva del sodio.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona (costipazione o stipsi)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su broccoli, sedano, noce Pecan, datteri

crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona
Crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare la crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona, utile in caso di stomatite.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 20’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 10 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • Broccoli freschi puliti g 80
  • Sedano di Verona g 80
  • Bevanda alle nocciole e noci Pekan g 400
  • Datteri morbidi g 11
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Nella bevanda alle nocciole e noci Pekan mettere a bollire i broccoli con il sedano tagliato a pezzettini. Fare bollire per 10 minuti. Aggiungere sale. Passare il tutto con il mixer ottenendo una crema molto morbida e densa.
  2. Tagliare i datteri morbidi a listerelle e metterli a bagno per 3 minuti in acqua bollente (perdono leggermente lo zucchero).
  3. Riempire una ciotola con la crema, sistemare i datteri sopra.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, perdita di peso, stomatiti, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Protagonisti di questa crema sono broccoli e sedano, entrambi alimenti con interessanti proprietà nutrizionali. I broccoli, oltre ad avere un ottimo quantitativo di vitamina C, contengono delle molecole chiamate glucosinolati, fitocomposti molto studiati per il loro potenziale ruolo nella prevenzione di diverse forme tumorali. Una cottura rapida, inferiore ai 10 minuti, come nel caso di questa ricetta, consente di evitare perdite eccessive sia di vitamina C che di questi preziosi composti. Il sedano è un ortaggio ricco di micronutrienti: innanzitutto di potassio, minerale che contribuisce al controllo della pressione sanguigna contrastando l’azione ipertensiva del sodio.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona (stomatite)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su broccoli, sedano, noce Pecan, datteri

crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona
Crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare la crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona, utile per contrastare la perdita di peso.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 20’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 10 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • Broccoli freschi puliti g 80
  • Sedano di Verona g 80
  • Bevanda alle nocciole e noci Pekan g 400
  • Datteri morbidi g 11
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Nella bevanda alle nocciole e noci Pekan mettere a bollire i broccoli con il sedano tagliato a pezzettini. Fare bollire per 10 minuti. Aggiungere sale. Passare il tutto con il mixer ottenendo una crema molto morbida e densa.
  2. Tagliare i datteri morbidi a listerelle e metterli a bagno per 3 minuti in acqua bollente (perdono leggermente lo zucchero).
  3. Riempire una ciotola con la crema, sistemare i datteri sopra.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, perdita di peso, stomatiti, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Protagonisti di questa crema sono broccoli e sedano, entrambi alimenti con interessanti proprietà nutrizionali. I broccoli, oltre ad avere un ottimo quantitativo di vitamina C, contengono delle molecole chiamate glucosinolati, fitocomposti molto studiati per il loro potenziale ruolo nella prevenzione di diverse forme tumorali. Una cottura rapida, inferiore ai 10 minuti, come nel caso di questa ricetta, consente di evitare perdite eccessive sia di vitamina C che di questi preziosi composti. Il sedano è un ortaggio ricco di micronutrienti: innanzitutto di potassio, minerale che contribuisce al controllo della pressione sanguigna contrastando l’azione ipertensiva del sodio.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona (perdita di peso)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su broccoli, sedano, noce Pecan, datteri

crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona
Crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare la crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona, utile per contrastare la perdita di appetito.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 20’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 10 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • Broccoli freschi puliti g 80
  • Sedano di Verona g 80
  • Bevanda alle nocciole e noci Pekan g 400
  • Datteri morbidi g 11
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Nella bevanda alle nocciole e noci Pekan mettere a bollire i broccoli con il sedano tagliato a pezzettini. Fare bollire per 10 minuti. Aggiungere sale. Passare il tutto con il mixer ottenendo una crema molto morbida e densa.
  2. Tagliare i datteri morbidi a listerelle e metterli a bagno per 3 minuti in acqua bollente (perdono leggermente lo zucchero).
  3. Riempire una ciotola con la crema, sistemare i datteri sopra.

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, perdita di peso, stomatiti, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Protagonisti di questa crema sono broccoli e sedano, entrambi alimenti con interessanti proprietà nutrizionali. I broccoli, oltre ad avere un ottimo quantitativo di vitamina C, contengono delle molecole chiamate glucosinolati, fitocomposti molto studiati per il loro potenziale ruolo nella prevenzione di diverse forme tumorali. Una cottura rapida, inferiore ai 10 minuti, come nel caso di questa ricetta, consente di evitare perdite eccessive sia di vitamina C che di questi preziosi composti. Il sedano è un ortaggio ricco di micronutrienti: innanzitutto di potassio, minerale che contribuisce al controllo della pressione sanguigna contrastando l’azione ipertensiva del sodio.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona (perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su broccoli, sedano, noce Pecan, datteri

Mungo Salad -Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele
Mungo Salad

 

la ricetta per realizzare la Mungo Salad, ovvero l’Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele, utile in caso di costipazione (o stipsi).

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h e mezza

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 60 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Fagioli mungo 200 g
  • Cavolo-rapa 150g
  • Barbabietola rossa bio, giovane, cruda 200g
  • Miele 8g
  • Olio di burro 15g
  • Fico nero 45g
  • Aglio pulito 10g
  • Rosmarino fresco 8 g
  • Peperoncino fresco 4 g
  • Sale intero non raffinato 5g
  • Olio di semi di girasole non raffinato 30 g
  • Olio di lino 5 g

 

Procedimento

  1. Mettere a bollire i fagioli mungo in acqua fredda non salata, salare negli ultimi 5 minuti di cottura.
    Il tempo di cottura normalmente è di circa 15 minuti ma per l’insalata si consiglia di cuocere per 25 minuti (stracotti è meglio).
  2. Condire il Mungo con olio di semi di girasole non raffinato
  3. Cuocere la rapa in forno avvolta con aglio, rosmarino e sale integrale. Cuocere per 1 ora a 180 gradi.
  4. Pelare, tagliare a bastoncini e condire con olio di lino.
  5. Lavare il cavolo-rapa, togliere le parti brutte della pelle ma non pelarlo totalmente, tagliarlo a bastoncino e condirlo con olio di semi di girasole non raffinato.
  6. Tagliare i fichi neri a fette senza sbucciarli, passarli in padella velocemente con olio di cocco e miele.
    (nota “passarli in padella velocemente” non significa friggerli ma tenerli per pochi secondi nel condimento caldo senza aspettare la reazione di imbrunimento enzimatico o Maillard).
    In pratica il miele scaldato nell’olio di cocco deve entrare in contatto con i fichi per pochi secondi.
  7. Far riposare le fettine di fico passate in padella su un piattino lasciando sgocciolare l’olio di cocco.
  8. Assemblare il piatto a proprio piacimento

 

 

Effetti avversi delle terapie: 

indicato in caso di perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Più conosciuta come soia verde, il fagiolo mungo è un legume dalle proprietà eccellenti, molto diffuso nella cucina orientale.

La soia si classifica al primo posto tra i legumi sia per il suo contenuto proteico sia per la composizione di aminoacidi essenziali. Si differenzia dalle altre leguminose per la quantità di lipidi. Apparentemente troppi, i grassi della soia fanno parte della classe dei buoni: gli insaturi. Sono presenti in buone quantità molecole in grado di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, i fitosteroli. Attività accentuata anche grazie al suo contenuto di fibra. La quantità di ferro è notevole per essere una fonte vegetale e la presenza di peperoncino fresco lo rende maggiormente disponibile.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della mungo salad (costipazione o stipsi)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli mungo, rapa, barbabietola, miele, burro, fichi, aglio, rosmarino, peperoncino, olio di semi di girasole, olio di lino

Mungo Salad -Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele
Mungo Salad

 

la ricetta per realizzare la Mungo Salad, ovvero l’Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele, utile in caso di perdita di peso.

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h e mezza

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 60 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Fagioli mungo 200 g
  • Cavolo-rapa 150g
  • Barbabietola rossa bio, giovane, cruda 200g
  • Miele 8g
  • Olio di burro 15g
  • Fico nero 45g
  • Aglio pulito 10g
  • Rosmarino fresco 8 g
  • Peperoncino fresco 4 g
  • Sale intero non raffinato 5g
  • Olio di semi di girasole non raffinato 30 g
  • Olio di lino 5 g

 

Procedimento

  1. Mettere a bollire i fagioli mungo in acqua fredda non salata, salare negli ultimi 5 minuti di cottura.
    Il tempo di cottura normalmente è di circa 15 minuti ma per l’insalata si consiglia di cuocere per 25 minuti (stracotti è meglio).
  2. Condire il Mungo con olio di semi di girasole non raffinato
  3. Cuocere la rapa in forno avvolta con aglio, rosmarino e sale integrale. Cuocere per 1 ora a 180 gradi.
  4. Pelare, tagliare a bastoncini e condire con olio di lino.
  5. Lavare il cavolo-rapa, togliere le parti brutte della pelle ma non pelarlo totalmente, tagliarlo a bastoncino e condirlo con olio di semi di girasole non raffinato.
  6. Tagliare i fichi neri a fette senza sbucciarli, passarli in padella velocemente con olio di cocco e miele.
    (nota “passarli in padella velocemente” non significa friggerli ma tenerli per pochi secondi nel condimento caldo senza aspettare la reazione di imbrunimento enzimatico o Maillard).
    In pratica il miele scaldato nell’olio di cocco deve entrare in contatto con i fichi per pochi secondi.
  7. Far riposare le fettine di fico passate in padella su un piattino lasciando sgocciolare l’olio di cocco.
  8. Assemblare il piatto a proprio piacimento.

 

 

Effetti avversi delle terapie: 

indicato in caso di perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Più conosciuta come soia verde, il fagiolo mungo è un legume dalle proprietà eccellenti, molto diffuso nella cucina orientale.

La soia si classifica al primo posto tra i legumi sia per il suo contenuto proteico sia per la composizione di aminoacidi essenziali. Si differenzia dalle altre leguminose per la quantità di lipidi. Apparentemente troppi, i grassi della soia fanno parte della classe dei buoni: gli insaturi. Sono presenti in buone quantità molecole in grado di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, i fitosteroli. Attività accentuata anche grazie al suo contenuto di fibra. La quantità di ferro è notevole per essere una fonte vegetale e la presenza di peperoncino fresco lo rende maggiormente disponibile.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della mungo salad (perdita di peso)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli mungo, rapa, barbabietola, miele, burro, fichi, aglio, rosmarino, peperoncino, olio di semi di girasole, olio di lino

Mungo Salad -Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele
Mungo Salad

 

la ricetta per realizzare la Mungo Salad, ovvero l’Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele, utile per contrastare la fatigue.

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h e mezza

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 60 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Fagioli mungo 200 g
  • Cavolo-rapa 150g
  • Barbabietola rossa bio, giovane, cruda 200g
  • Miele 8g
  • Olio di burro 15g
  • Fico nero 45g
  • Aglio pulito 10g
  • Rosmarino fresco 8 g
  • Peperoncino fresco 4 g
  • Sale intero non raffinato 5g
  • Olio di semi di girasole non raffinato 30 g
  • Olio di lino 5 g

 

Procedimento

  1. Mettere a bollire i fagioli mungo in acqua fredda non salata, salare negli ultimi 5 minuti di cottura.
    Il tempo di cottura normalmente è di circa 15 minuti ma per l’insalata si consiglia di cuocere per 25 minuti (stracotti è meglio).
  2. Condire il Mungo con olio di semi di girasole non raffinato
  3. Cuocere la rapa in forno avvolta con aglio, rosmarino e sale integrale. Cuocere per 1 ora a 180 gradi.
  4. Pelare, tagliare a bastoncini e condire con olio di lino.
  5. Lavare il cavolo-rapa, togliere le parti brutte della pelle ma non pelarlo totalmente, tagliarlo a bastoncino e condirlo con olio di semi di girasole non raffinato.
  6. Tagliare i fichi neri a fette senza sbucciarli, passarli in padella velocemente con olio di cocco e miele.
    (nota “passarli in padella velocemente” non significa friggerli ma tenerli per pochi secondi nel condimento caldo senza aspettare la reazione di imbrunimento enzimatico o Maillard).
    In pratica il miele scaldato nell’olio di cocco deve entrare in contatto con i fichi per pochi secondi.
  7. Far riposare le fettine di fico passate in padella su un piattino lasciando sgocciolare l’olio di cocco.
  8. Assemblare il piatto a proprio piacimento.

 

 

Effetti avversi delle terapie: 

indicato in caso di perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Più conosciuta come soia verde, il fagiolo mungo è un legume dalle proprietà eccellenti, molto diffuso nella cucina orientale.

La soia si classifica al primo posto tra i legumi sia per il suo contenuto proteico sia per la composizione di aminoacidi essenziali. Si differenzia dalle altre leguminose per la quantità di lipidi. Apparentemente troppi, i grassi della soia fanno parte della classe dei buoni: gli insaturi. Sono presenti in buone quantità molecole in grado di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, i fitosteroli. Attività accentuata anche grazie al suo contenuto di fibra. La quantità di ferro è notevole per essere una fonte vegetale e la presenza di peperoncino fresco lo rende maggiormente disponibile.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della mungo salad (fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli mungo, rapa, barbabietola, miele, burro, fichi, aglio, rosmarino, peperoncino, olio di semi di girasole, olio di lino

Mungo Salad -Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele
Mungo Salad

 

la ricetta per realizzare la Mungo Salad, ovvero l’Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele, utile in caso di anemia.

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h e mezza

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 60 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Fagioli mungo 200 g
  • Cavolo-rapa 150g
  • Barbabietola rossa bio, giovane, cruda 200g
  • Miele 8g
  • Olio di burro 15g
  • Fico nero 45g
  • Aglio pulito 10g
  • Rosmarino fresco 8 g
  • Peperoncino fresco 4 g
  • Sale intero non raffinato 5g
  • Olio di semi di girasole non raffinato 30 g
  • Olio di lino 5 g

 

Procedimento

  1. Mettere a bollire i fagioli mungo in acqua fredda non salata, salare negli ultimi 5 minuti di cottura.
    Il tempo di cottura normalmente è di circa 15 minuti ma per l’insalata si consiglia di cuocere per 25 minuti (stracotti è meglio).
  2. Condire il Mungo con olio di semi di girasole non raffinato
  3. Cuocere la rapa in forno avvolta con aglio, rosmarino e sale integrale. Cuocere per 1 ora a 180 gradi.
  4. Pelare, tagliare a bastoncini e condire con olio di lino.
  5. Lavare il cavolo-rapa, togliere le parti brutte della pelle ma non pelarlo totalmente, tagliarlo a bastoncino e condirlo con olio di semi di girasole non raffinato.
  6. Tagliare i fichi neri a fette senza sbucciarli, passarli in padella velocemente con olio di cocco e miele.
    (nota “passarli in padella velocemente” non significa friggerli ma tenerli per pochi secondi nel condimento caldo senza aspettare la reazione di imbrunimento enzimatico o Maillard).
    In pratica il miele scaldato nell’olio di cocco deve entrare in contatto con i fichi per pochi secondi.
  7. Far riposare le fettine di fico passate in padella su un piattino lasciando sgocciolare l’olio di cocco.
  8. Assemblare il piatto a proprio piacimento.

 

 

Effetti avversi delle terapie: 

indicato in caso di perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Più conosciuta come soia verde, il fagiolo mungo è un legume dalle proprietà eccellenti, molto diffuso nella cucina orientale. La soia si classifica al primo posto tra i legumi sia per il suo contenuto proteico sia per la composizione di aminoacidi essenziali. Si differenzia dalle altre leguminose per la quantità di lipidi. Apparentemente troppi, i grassi della soia fanno parte della classe dei buoni: gli insaturi. Sono presenti in buone quantità molecole in grado di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, i fitosteroli. Attività accentuata anche grazie al suo contenuto di fibra. La quantità di ferro è notevole per essere una fonte vegetale e la presenza di peperoncino fresco lo rende maggiormente disponibile.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della mungo salad (anemia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli mungo, rapa, barbabietola, miele, burro, fichi, aglio, rosmarino, peperoncino, olio di semi di girasole, olio di lino

Mungo Salad -Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele
Mungo Salad

 

la ricetta per realizzare la Mungo Salad, ovvero l’Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele, utile in caso di perdita di appetito.

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h e mezza

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 60 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Fagioli mungo 200 g
  • Cavolo-rapa 150g
  • Barbabietola rossa bio, giovane, cruda 200g
  • Miele 8g
  • Olio di burro 15g
  • Fico nero 45g
  • Aglio pulito 10g
  • Rosmarino fresco 8 g
  • Peperoncino fresco 4 g
  • Sale intero non raffinato 5g
  • Olio di semi di girasole non raffinato 30 g
  • Olio di lino 5 g

 

Procedimento

  1. Mettere a bollire i fagioli mungo in acqua fredda non salata, salare negli ultimi 5 minuti di cottura.
    Il tempo di cottura normalmente è di circa 15 minuti ma per l’insalata si consiglia di cuocere per 25 minuti (stracotti è meglio).
  2. Condire il Mungo con olio di semi di girasole non raffinato
  3. Cuocere la rapa in forno avvolta con aglio, rosmarino e sale integrale. Cuocere per 1 ora a 180 gradi.
  4. Pelare, tagliare a bastoncini e condire con olio di lino.
  5. Lavare il cavolo-rapa, togliere le parti brutte della pelle ma non pelarlo totalmente, tagliarlo a bastoncino e condirlo con olio di semi di girasole non raffinato.
  6. Tagliare i fichi neri a fette senza sbucciarli, passarli in padella velocemente con olio di cocco e miele.
    (nota “passarli in padella velocemente” non significa friggerli ma tenerli per pochi secondi nel condimento caldo senza aspettare la reazione di imbrunimento enzimatico o Maillard).
    In pratica il miele scaldato nell’olio di cocco deve entrare in contatto con i fichi per pochi secondi.
  7. Far riposare le fettine di fico passate in padella su un piattino lasciando sgocciolare l’olio di cocco.
  8. Assemblare il piatto a proprio piacimento.

 

 

Effetti avversi delle terapie: 

indicato in caso di perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Più conosciuta come soia verde, il fagiolo mungo è un legume dalle proprietà eccellenti, molto diffuso nella cucina orientale.

La soia si classifica al primo posto tra i legumi sia per il suo contenuto proteico sia per la composizione di aminoacidi essenziali. Si differenzia dalle altre leguminose per la quantità di lipidi. Apparentemente troppi, i grassi della soia fanno parte della classe dei buoni: gli insaturi. Sono presenti in buone quantità molecole in grado di abbassare i livelli di colesterolo nel sangue, i fitosteroli. Attività accentuata anche grazie al suo contenuto di fibra. La quantità di ferro è notevole per essere una fonte vegetale e la presenza di peperoncino fresco lo rende maggiormente disponibile.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della mungo salad (perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli mungo, rapa, barbabietola, miele, burro, fichi, aglio, rosmarino, peperoncino, olio di semi di girasole, olio di lino

fish-roll duet cashews- rollo di rombo e salmone
Fish-roll duet cashews

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare il fish-roll duet cashews, ovvero il Rollo di rombo e salmone con anacardi tostati asparagi e olio di Lino, utile in caso di costipazione o stipsi fisiologica e non meccanica.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 10 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Filetto di rombo 180 g
  • Filetto di salmone 180 g
  • Limone 50g
  • Arancia 100 g
  • Sedano 15 + 15 g
  • Sale integrale non raffinato 5g
  • Asparagi 200 g
  • Olio di cocco 10 g
  • Aglio 20g
  • Alloro 1g
  • Olio di lino 10g
  • Anacardi 80g

 

Procedimento

  1. Marinare per almeno 20 minuti i piccoli filetti di rombo e di salmone con succo di limone, arancio, sedano, olio di lino e salare leggermente.
  2. Spadellare metà degli anacardi con olio di cocco e dopo che si sono raffreddati sminuzzarli con il mixer aggiungendo l’altra metà non spadellata, ma senza l’olio di cocco usato per tostare ulteriormente gli anacardi stessi.
  3. Spalmare gli anacardi sulle fettine di pesce. Arrotolare il pesce e cuocerlo a vapore nell’acqua dove precedentemente si è aggiunto alloro, pezzi di limone, sedano, pezzi di arancia e aglio. Cuocere al vapore anche gli asparagi.
  4. La cottura del pesce varia a seconda della dimensione e dello spessore dei filetti di pesce e del Roll fatto; in generale comunque si cuoceranno da un minimo di 10 minuti a un massimo di 18/20 minuti. Condire gli asparagi con olio di lino.
  5. Formare il piatto a piacere e decorare con ribes rosso e gocce di olio di lino.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Una maniera alternativa di cucinare pesce per stimolare gli appetiti più pigri. Un piatto al quale basterà accostare una fonte di cereali integrali per completarlo alla perfezione. Un’esplosione di sapori da provare!

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del fish-roll duet cashews (costipazione o stipsi)

 

Se vuoi saperne di più clicca su rombo, salmone, limone, arancia, sedano, asparagi, olio di cocco, aglio, alloro, olio di lino, anacardi

fish-roll duet cashews- rollo di rombo e salmone
Fish-roll duet cashews

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare il fish-roll duet cashews, ovvero il Rollo di rombo e salmone con anacardi tostati asparagi e olio di Lino, utile in caso di perdita di peso.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 10 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Filetto di rombo 180 g
  • Filetto di salmone 180 g
  • Limone 50g
  • Arancia 100 g
  • Sedano 15 + 15 g
  • Sale integrale non raffinato 5g
  • Asparagi 200 g
  • Olio di cocco 10 g
  • Aglio 20g
  • Alloro 1g
  • Olio di lino 10g
  • Anacardi 80g

 

Procedimento

  1. Marinare per almeno 20 minuti i piccoli filetti di rombo e di salmone con succo di limone, arancio, sedano, olio di lino e salare leggermente.
  2. Spadellare metà degli anacardi con olio di cocco e dopo che si sono raffreddati sminuzzarli con il mixer aggiungendo l’altra metà non spadellata, ma senza l’olio di cocco usato per tostare ulteriormente gli anacardi stessi.
  3. Spalmare gli anacardi sulle fettine di pesce. Arrotolare il pesce e cuocerlo a vapore nell’acqua dove precedentemente si è aggiunto alloro, pezzi di limone, sedano, pezzi di arancia e aglio. Cuocere al vapore anche gli asparagi.
  4. La cottura del pesce varia a seconda della dimensione e dello spessore dei filetti di pesce e del Roll fatto; in generale comunque si cuoceranno da un minimo di 10 minuti a un massimo di 18/20 minuti. Condire gli asparagi con olio di lino.
  5. Formare il piatto a piacere e decorare con ribes rosso e gocce di olio di lino.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Una maniera alternativa di cucinare pesce per stimolare gli appetiti più pigri. Un piatto al quale basterà accostare una fonte di cereali integrali per completarlo alla perfezione. Un’esplosione di sapori da provare!

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del fish-roll duet cashews (perdita di peso)

 

Se vuoi saperne di più clicca su rombo, salmone, limone, arancia, sedano, asparagi, olio di cocco, aglio, alloro, olio di lino, anacardi

fish-roll duet cashews- rollo di rombo e salmone
Fish-roll duet cashews

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare il fish-roll duet cashews, ovvero il Rollo di rombo e salmone con anacardi tostati asparagi e olio di Lino, utile per contrastare la fatigue.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 10 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Filetto di rombo 180 g
  • Filetto di salmone 180 g
  • Limone 50g
  • Arancia 100 g
  • Sedano 15 + 15 g
  • Sale integrale non raffinato 5g
  • Asparagi 200 g
  • Olio di cocco 10 g
  • Aglio 20g
  • Alloro 1g
  • Olio di lino 10g
  • Anacardi 80g

 

Procedimento

  1. Marinare per almeno 20 minuti i piccoli filetti di rombo e di salmone con succo di limone, arancio, sedano, olio di lino e salare leggermente.
  2. Spadellare metà degli anacardi con olio di cocco e dopo che si sono raffreddati sminuzzarli con il mixer aggiungendo l’altra metà non spadellata, ma senza l’olio di cocco usato per tostare ulteriormente gli anacardi stessi.
  3. Spalmare gli anacardi sulle fettine di pesce. Arrotolare il pesce e cuocerlo a vapore nell’acqua dove precedentemente si è aggiunto alloro, pezzi di limone, sedano, pezzi di arancia e aglio. Cuocere al vapore anche gli asparagi.
  4. La cottura del pesce varia a seconda della dimensione e dello spessore dei filetti di pesce e del Roll fatto; in generale comunque si cuoceranno da un minimo di 10 minuti a un massimo di 18/20 minuti. Condire gli asparagi con olio di lino.
  5. Formare il piatto a piacere e decorare con ribes rosso e gocce di olio di lino.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Una maniera alternativa di cucinare pesce per stimolare gli appetiti più pigri. Un piatto al quale basterà accostare una fonte di cereali integrali per completarlo alla perfezione. Un’esplosione di sapori da provare!

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del fish-roll duet cashews (fatigue)

 

Se vuoi saperne di più clicca su rombo, salmone, limone, arancia, sedano, asparagi, olio di cocco, aglio, alloro, olio di lino, anacardi

fish-roll duet cashews- rollo di rombo e salmone
Fish-roll duet cashews

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare il fish-roll duet cashews, ovvero il Rollo di rombo e salmone con anacardi tostati asparagi e olio di Lino, utile in caso di anemia.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 10 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Filetto di rombo 180 g
  • Filetto di salmone 180 g
  • Limone 50g
  • Arancia 100 g
  • Sedano 15 + 15 g
  • Sale integrale non raffinato 5g
  • Asparagi 200 g
  • Olio di cocco 10 g
  • Aglio 20g
  • Alloro 1g
  • Olio di lino 10g
  • Anacardi 80g

 

Procedimento

  1. Marinare per almeno 20 minuti i piccoli filetti di rombo e di salmone con succo di limone, arancio, sedano, olio di lino e salare leggermente.
  2. Spadellare metà degli anacardi con olio di cocco e dopo che si sono raffreddati sminuzzarli con il mixer aggiungendo l’altra metà non spadellata, ma senza l’olio di cocco usato per tostare ulteriormente gli anacardi stessi.
  3. Spalmare gli anacardi sulle fettine di pesce. Arrotolare il pesce e cuocerlo a vapore nell’acqua dove precedentemente si è aggiunto alloro, pezzi di limone, sedano, pezzi di arancia e aglio. Cuocere al vapore anche gli asparagi.
  4. La cottura del pesce varia a seconda della dimensione e dello spessore dei filetti di pesce e del Roll fatto; in generale comunque si cuoceranno da un minimo di 10 minuti a un massimo di 18/20 minuti. Condire gli asparagi con olio di lino.
  5. Formare il piatto a piacere e decorare con ribes rosso e gocce di olio di lino.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Una maniera alternativa di cucinare pesce per stimolare gli appetiti più pigri. Un piatto al quale basterà accostare una fonte di cereali integrali per completarlo alla perfezione. Un’esplosione di sapori da provare!

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del fish-roll duet cashews (anemia)

 

Se vuoi saperne di più clicca su rombo, salmone, limone, arancia, sedano, asparagi, olio di cocco, aglio, alloro, olio di lino, anacardi

fish-roll duet cashews- rollo di rombo e salmone
Fish-roll duet cashews

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare il fish-roll duet cashews, ovvero il Rollo di rombo e salmone con anacardi tostati asparagi e olio di Lino, utile per contrastare la perdita di appetito.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 10 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Filetto di rombo 180 g
  • Filetto di salmone 180 g
  • Limone 50g
  • Arancia 100 g
  • Sedano 15 + 15 g
  • Sale integrale non raffinato 5g
  • Asparagi 200 g
  • Olio di cocco 10 g
  • Aglio 20g
  • Alloro 1g
  • Olio di lino 10g
  • Anacardi 80g

 

Procedimento

  1. Marinare per almeno 20 minuti i piccoli filetti di rombo e di salmone con succo di limone, arancio, sedano, olio di lino e salare leggermente.
  2. Spadellare metà degli anacardi con olio di cocco e dopo che si sono raffreddati sminuzzarli con il mixer aggiungendo l’altra metà non spadellata, ma senza l’olio di cocco usato per tostare ulteriormente gli anacardi stessi.
  3. Spalmare gli anacardi sulle fettine di pesce. Arrotolare il pesce e cuocerlo a vapore nell’acqua dove precedentemente si è aggiunto alloro, pezzi di limone, sedano, pezzi di arancia e aglio. Cuocere al vapore anche gli asparagi.
  4. La cottura del pesce varia a seconda della dimensione e dello spessore dei filetti di pesce e del Roll fatto; in generale comunque si cuoceranno da un minimo di 10 minuti a un massimo di 18/20 minuti. Condire gli asparagi con olio di lino.
  5. Formare il piatto a piacere e decorare con ribes rosso e gocce di olio di lino.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Una maniera alternativa di cucinare pesce per stimolare gli appetiti più pigri. Un piatto al quale basterà accostare una fonte di cereali integrali per completarlo alla perfezione. Un’esplosione di sapori da provare!

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del fish-roll duet cashews (perdita di appetito)

 

Se vuoi saperne di più clicca su rombo, salmone, limone, arancia, sedano, asparagi, olio di cocco, aglio, alloro, olio di lino, anacardi

fish-roll duet cashews- rollo di rombo e salmone
Fish-roll duet cashews

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare il fish-roll duet cashews, ovvero il Rollo di rombo e salmone con anacardi tostati asparagi e olio di Lino, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 10 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Filetto di rombo 180 g
  • Filetto di salmone 180 g
  • Limone 50g
  • Arancia 100 g
  • Sedano 15 + 15 g
  • Sale integrale non raffinato 5g
  • Asparagi 200 g
  • Olio di cocco 10 g
  • Aglio 20g
  • Alloro 1g
  • Olio di lino 10g
  • Anacardi 80g

 

Procedimento

  1. Marinare per almeno 20 minuti i piccoli filetti di rombo e di salmone con succo di limone, arancio, sedano, olio di lino e salare leggermente.
  2. Spadellare metà degli anacardi con olio di cocco e dopo che si sono raffreddati sminuzzarli con il mixer aggiungendo l’altra metà non spadellata, ma senza l’olio di cocco usato per tostare ulteriormente gli anacardi stessi.
  3. Spalmare gli anacardi sulle fettine di pesce. Arrotolare il pesce e cuocerlo a vapore nell’acqua dove precedentemente si è aggiunto alloro, pezzi di limone, sedano, pezzi di arancia e aglio. Cuocere al vapore anche gli asparagi.
  4. La cottura del pesce varia a seconda della dimensione e dello spessore dei filetti di pesce e del Roll fatto; in generale comunque si cuoceranno da un minimo di 10 minuti a un massimo di 18/20 minuti. Condire gli asparagi con olio di lino.
  5. Formare il piatto a piacere e decorare con ribes rosso e gocce di olio di lino.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, perdita di appetito, anemia, fatigue, perdita di peso, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: Una maniera alternativa di cucinare pesce per stimolare gli appetiti più pigri. Un piatto al quale basterà accostare una fonte di cereali integrali per completarlo alla perfezione. Un’esplosione di sapori da provare!

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del fish-roll duet cashews (alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su rombo, salmone, limone, arancia, sedano, asparagi, olio di cocco, aglio, alloro, olio di lino, anacardi

cauliflower cream
Cauliflower cream

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare la cauliflower cream, ovvero la Crema “VEG” di cavolfiore, latte di cocco e bevanda all’avena, utile in caso di stomatite.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h e mezza

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 60 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Cavolfiore 300 g
  • Olio di cocco 300 g
  • Bevanda all’avena 300 g
  • Acqua 100 g
  • Noce moscata 0,5 g
  • Cumino 1g
  • Sale integrale non raffinato 8g
  • Barbabietola rossa bio, giovane, cruda 50g
  • Aglio pulito 10g
  • Rosmarino fresco 8 g

 

Procedimento

  1. Fare bollire molto bene i cavolfiori nella bevanda di avena con pochissima acqua, poco sale e cumino.
  2. Cuocere la rapa rossa avvolta nella carta con aglio, rosmarino e sale integrale in forno in una padella con coperchio. Cottura 1 ora a 180 gradi. Pelare e tagliare a cubetti.
  3. Quando il cavolfiore sarà ben cotto aggiungere il latte di cocco e passare col mixer. Setacciare con colino fine; i semi di cumino dovranno essere eliminati con il setaccio ma dopo aver passato la crema con il mixer. Salare a piacere.
  4. Impiattare decorando con la rapa rossa, una grattugiatina di noce moscata e a piacere il verde sbianchito del cavolfiore.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, perdita di appetito, perdita di peso, stomatiti.

 

FBO per te: Il cavolfiore, ingrediente principe di questa crema. si può trovare nei mercati dall’inizio dei mesi autunnali fino a marzo, con le varietà tardive. Inoltre, questo vegetale, presenta una buona quantità di glucosinolati, fitocomposti molto studiati per le loro caratteristiche benefiche sulla salute, sensibili però alle alte temperature. Questa originale crema si presta ad essere utilizzata, in una cena invernale, sia come antipasto, spalmata sopra delle fette di pane integrale tostato, che come condimento per della pasta integrale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della cauliflower cream (stomatite)

 

Se vuoi saperne di più clicca su cavolfiore, olio di cocco, avena, noce moscata, cumino, barbabietola, aglio, rosmarino

cauliflower cream
Cauliflower cream

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare la cauliflower cream, ovvero la Crema “VEG” di cavolfiore, latte di cocco e bevanda all’avena, utile per contrastare la perdita di peso.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h e mezza

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 60 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Cavolfiore 300 g
  • Olio di cocco 300 g
  • Bevanda all’avena 300 g
  • Acqua 100 g
  • Noce moscata 0,5 g
  • Cumino 1g
  • Sale integrale non raffinato 8g
  • Barbabietola rossa bio, giovane, cruda 50g
  • Aglio pulito 10g
  • Rosmarino fresco 8 g

 

Procedimento

  1. Fare bollire molto bene i cavolfiori nella bevanda di avena con pochissima acqua, poco sale e cumino.
  2. Cuocere la rapa rossa avvolta nella carta con aglio, rosmarino e sale integrale in forno in una padella con coperchio. Cottura 1 ora a 180 gradi. Pelare e tagliare a cubetti.
  3. Quando il cavolfiore sarà ben cotto aggiungere il latte di cocco e passare col mixer. Setacciare con colino fine; i semi di cumino dovranno essere eliminati con il setaccio ma dopo aver passato la crema con il mixer. Salare a piacere.
  4. Impiattare decorando con la rapa rossa, una grattugiatina di noce moscata e a piacere il verde sbianchito del cavolfiore.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, perdita di appetito, perdita di peso, stomatiti.

 

FBO per te: Il cavolfiore, ingrediente principe di questa crema. si può trovare nei mercati dall’inizio dei mesi autunnali fino a marzo, con le varietà tardive. Inoltre, questo vegetale, presenta una buona quantità di glucosinolati, fitocomposti molto studiati per le loro caratteristiche benefiche sulla salute, sensibili però alle alte temperature. Questa originale crema si presta ad essere utilizzata, in una cena invernale, sia come antipasto, spalmata sopra delle fette di pane integrale tostato, che come condimento per della pasta integrale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della cauliflower cream (perdita di peso)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su cavolfiore, olio di cocco, avena, noce moscata, cumino, barbabietola, aglio, rosmarino

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Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h e mezza

Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 60 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • Cavolfiore 300 g
  • Olio di cocco 300 g
  • Bevanda all’avena 300 g
  • Acqua 100 g
  • Noce moscata 0,5 g
  • Cumino 1g
  • Sale integrale non raffinato 8g
  • Barbabietola rossa bio, giovane, cruda 50g
  • Aglio pulito 10g
  • Rosmarino fresco 8 g

 

Procedimento

  1. Fare bollire molto bene i cavolfiori nella bevanda di avena con pochissima acqua, poco sale e cumino.
  2. Cuocere la rapa rossa avvolta nella carta con aglio, rosmarino e sale integrale in forno in una padella con coperchio. Cottura 1 ora a 180 gradi. Pelare e tagliare a cubetti.
  3. Quando il cavolfiore sarà ben cotto aggiungere il latte di cocco e passare col mixer. Setacciare con colino fine; i semi di cumino dovranno essere eliminati con il setaccio ma dopo aver passato la crema con il mixer. Salare a piacere.
  4. Impiattare decorando con la rapa rossa, una grattugiatina di noce moscata e a piacere il verde sbianchito del cavolfiore.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, perdita di appetito, perdita di peso, stomatiti.

 

FBO per te: Il cavolfiore, ingrediente principe di questa crema. si può trovare nei mercati dall’inizio dei mesi autunnali fino a marzo, con le varietà tardive. Inoltre, questo vegetale, presenta una buona quantità di glucosinolati, fitocomposti molto studiati per le loro caratteristiche benefiche sulla salute, sensibili però alle alte temperature. Questa originale crema si presta ad essere utilizzata, in una cena invernale, sia come antipasto, spalmata sopra delle fette di pane integrale tostato, che come condimento per della pasta integrale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del cauliflower cream (perdita appetito)

 

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Difficoltà: Media

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 60 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

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  • Cavolfiore 300 g
  • Olio di cocco 300 g
  • Bevanda all’avena 300 g
  • Acqua 100 g
  • Noce moscata 0,5 g
  • Cumino 1g
  • Sale integrale non raffinato 8g
  • Barbabietola rossa bio, giovane, cruda 50g
  • Aglio pulito 10g
  • Rosmarino fresco 8 g

 

Procedimento

  1. Fare bollire molto bene i cavolfiori nella bevanda di avena con pochissima acqua, poco sale e cumino.
  2. Cuocere la rapa rossa avvolta nella carta con aglio, rosmarino e sale integrale in forno in una padella con coperchio. Cottura 1 ora a 180 gradi. Pelare e tagliare a cubetti.
  3. Quando il cavolfiore sarà ben cotto aggiungere il latte di cocco e passare col mixer. Setacciare con colino fine; i semi di cumino dovranno essere eliminati con il setaccio ma dopo aver passato la crema con il mixer. Salare a piacere.
  4. Impiattare decorando con la rapa rossa, una grattugiata di noce moscata e a piacere il verde sbianchito del cavolfiore.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, perdita di appetito, perdita di peso, stomatiti.

 

FBO per te: Il cavolfiore, ingrediente principe di questa crema. si può trovare nei mercati dall’inizio dei mesi autunnali fino a marzo, con le varietà tardive. Inoltre, questo vegetale, presenta una buona quantità di glucosinolati, fitocomposti molto studiati per le loro caratteristiche benefiche sulla salute, sensibili però alle alte temperature. Questa originale crema si presta ad essere utilizzata, in una cena invernale, sia come antipasto, spalmata sopra delle fette di pane integrale tostato, che come condimento per della pasta integrale.

 

 

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Benefici per la salute delle spezie in individui con cardiotossicità indotta da farmaci chemioterapici

Liu J. et al.

Curr Opin Pharmacol. 2022 Mar 1;63:102187.

 

Benefici per la salute delle spezie in individui con cardiotossicità indotta da farmaci chemioterapici

La cardio-oncologia è un campo emergente che si concentra principalmente su una serie di malattie cardiovascolari causate dalla chemioterapia e dalla radioterapia. Nella storia e nella cultura della nutrizione umana, le spezie sono state enfatizzate per la loro vasta gamma di applicazioni economiche e mediche oltre ad essere utilizzate come agente aromatizzante alimentare e conservante alimentare. Attualmente, un numero crescente di studi si è concentrato sui benefici per la salute delle spezie nella prevenzione delle malattie cardiovascolari, in particolare i loro effetti antiossidanti contro i danni cardiovascolari. Questa recensione riassume gli effetti cardioprotettivi di pepe nero, cardamomo, garofano, aglio, zenzero, cipolla e altre spezie contro la cardiotossicità indotta da farmaci chemioterapici e i potenziali meccanismi. Qui raccomandiamo aggiustamenti dietetici con spezie per i pazienti con cancro per prevenire o mitigare la cardiotossicità indotta dagli agenti chemioterapici.

 

 

Abstract

 

Health benefits of spices in individuals with chemotherapeutic drug-induced cardiotoxicity

Cardio-oncology is an emerging field that mainly focuses on a series of cardiovascular diseases caused by chemotherapy and radiotherapy. In the history and culture of human nutrition, spices have been emphasized for their wide range of economic and medical applications in addition to being used as a food-flavoring agent and food preservative. Currently, an increasing number of studies have focused on the health benefits of spices in preventing cardiovascular diseases, particularly their antioxidant effects against cardiovascular damage. This review summarizes the cardioprotective effects of black pepper, cardamom, clove, garlic, ginger, onion, and other spices against chemotherapeutic drug-induced cardiotoxicity and the potential mechanisms. Here, we recommend dietary adjustments with spices for patients with cancer to prevent or mitigate the cardiotoxicity induced by chemotherapeutic agents.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35245798/

Aderenza alla dieta mediterranea e rischio di cancro ai polmoni: revisione sistematica e meta-analisi dose-risposta di studi osservazionali

Bahrami A. et al.

Nutr Rev. 2022 Feb 28;nuab117.

 

Aderenza alla dieta mediterranea e rischio di cancro ai polmoni: revisione sistematica e meta-analisi dose-risposta di studi osservazionali

Contesto:

La letteratura supporta il ruolo protettivo della dieta mediterranea (MD) nella prevenzione di alcuni tipi di cancro, come il cancro del colon-retto e del fegato. Il legame tra la MD e il cancro del polmone, tuttavia, non è ancora chiaro.

 

Obiettivo:

Lo scopo di questa revisione sistematica e meta-analisi era quello di indagare l’associazione tra il MD e il rischio di cancro ai polmoni.

 

Fonti di dati:

i database elettronici (PubMed, Scopus, Embase e Web of Science) sono stati cercati fino a maggio 2021.

 

Selezione dello studio:

sono stati inclusi studi caso-controllo e di coorte che riportano l’associazione tra assunzione di MD e rischio di cancro ai polmoni e con testi completi accessibili pubblicati in inglese. Sono stati esclusi articoli di revisione, studi di laboratorio e sugli animali, abstract, lettere all’editore e studi privi di dati sufficienti.

 

Estrazione dei dati:

il rapporto di rischio (RR) è stato estratto da studi idonei e la meta-analisi è stata eseguita per calcolare l’RR aggregato degli studi inclusi.

 

Risultati:

Nove studi (8 coorti, 1 caso-controllo) sono stati inclusi nella meta-analisi. L’elevata aderenza al MD è stata associata a una minore probabilità di cancro ai polmoni rispetto alla bassa aderenza (RR = 0,84; IC 95%, 0,77-0,91; I2 = 52%, eterogeneità P = 0,03). L’analisi dose-risposta ha mostrato che un incremento di 2 punti nell’aderenza alla MD era associato a un rischio inferiore del 6% di cancro ai polmoni (RR = 0,94; IC 95%, 0,91-0,96; non linearità P = 0,97). Le analisi dei sottogruppi hanno mostrato un’associazione protettiva tra aderenza alla MD e rischio di cancro ai polmoni tra gli ex fumatori (n = 3 studi) (RR = 0,81; IC 95%, 0,74-0,89), ma non è stata osservata alcuna associazione significativa per i non fumatori (n = 3 studi) (RR = 0,78; IC 95%, 0,29-2,07) o fumatori attuali (n = 3 studi) (RR = 0,82; IC 95%, 0,58-1,16). Inoltre, è stata osservata un’associazione inversa tra MD e cancro del polmone sia nei maschi (RR = 0,84; IC 95%, 0,74-0,96) che nelle femmine (RR = 0,87; IC 95%, 0,77-0,98).

 

Conclusioni:

L’elevata aderenza alla MD è associata a un minor rischio di cancro ai polmoni, specialmente negli ex fumatori.

 

 

Abstract

 

Adherence to the Mediterranean diet and the risk of lung cancer: a systematic review and dose-response meta-analysis of observational studies

Context:

The literature supports the protective role of the Mediterranean diet (MD) in the prevention of some types of cancer, such as colorectal and liver cancer. The link between the MD and lung cancer, however, is still unclear.

 

Objective:

The aim of this systematic review and meta-analysis was to investigate the association between the MD and risk of lung cancer.

 

Data sources:

Electronic databases (PubMed, Scopus, Embase, and Web of Science) were searched up to May 2021.

 

Study selection:

Case-control and cohort studies reporting the association between intake of the MD and risk of lung cancer and with accessible full texts published in English were included. Review articles, laboratory and animal studies, abstracts, letters to the editor, and studies lacking sufficient data were excluded.

 

Data extraction:

The risk ratio (RR) was extracted from eligible studies, and meta-analysis was performed to calculate the pooled RR of the included studies.

 

Results:

Nine studies (8 cohort, 1 case-control) were included in the meta-analysis. High adherence to the MD was associated with a lower likelihood of lung cancer compared with low adherence (RR = 0.84; 95%CI, 0.77-0.91; I2 = 52%, heterogeneity P = 0.03). Dose-response analysis showed that a 2-score increment in MD adherence was associated with a 6% lower risk of lung cancer (RR = 0.94; 95%CI, 0.91-0.96; nonlinearity P = 0.97). Subgroup analyses showed a protective association between MD adherence and risk of lung cancer among former smokers (n = 3 studies) (RR = 0.81; 95%CI, 0.74-0.89), but no significant association was observed for never smokers (n = 3 studies) (RR = 0.78; 95%CI, 0.29-2.07) or current smokers (n = 3 studies) (RR = 0.82; 95%CI, 0.58-1.16). In addition, an inverse association between the MD and lung cancer was observed in both males (RR = 0.84; 95%CI, 0.74-0.96) and females (RR = 0.87; 95%CI, 0.77-0.98).

 

Conclusions:

High adherence to the MD is associated with a lower risk of lung cancer, especially in former smokers.

 

Systematic review registration: PROSPERO registration no. CRD42019146460.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35224641/

Gestione della cachessia nel cancro della testa e del collo: una revisione sistematica dell’ambito

Mäkitie A.A. et al.

Review Adv Ther. 2022 Feb 27.

 

Gestione della cachessia nel cancro della testa e del collo: una revisione sistematica dell’ambito

Introduzione:

I pazienti con cancro della testa e del collo (HNC) di solito si trovano di fronte a cambiamenti funzionali dovuti alla malignità stessa o al suo trattamento. Questi fattori in genere influenzano importanti strutture coinvolte nel linguaggio, nella respirazione, nella masticazione, nella deglutizione e nella produzione di saliva.

Di conseguenza, l’assunzione di cibo sarà limitata, il che contribuisce ulteriormente alla perdita di peso corporeo e massa muscolare, anoressia, malnutrizione, affaticamento e anemia. Questa condizione multifattoriale può alla fine portare alla sindrome da cachessia del cancro. Questo studio mira ad esaminare il trattamento della cachessia nei pazienti con HNC.

 

Metodi:

è stato sistematicamente cercato in OvidMedline, PubMed, Scopus e Web of Science per articoli che esaminavano il trattamento della cachessia in HNC.

 

Risultati:

Sono stati trovati un totale di nove studi e questi interventi suggeriti includono approcci nutrizionali, farmacologici, terapeutici e multimodali.

L’intervento nutrizionale include componenti essenziali come la consulenza dietetica, gli integratori alimentari orali e il supporto nutrizionale medico. Gli interventi nutrizionali individualizzati includono orale, enterale (tubi di alimentazione, cioè gastrostomia endoscopica percutanea [PEG], sondino nasogastrico [NGT]) e nutrizione parenterale.

Gli interventi farmacologici mirano ad aumentare l’appetito e il peso dei pazienti cachettici.

L’esercizio terapeutico e l’aumento dell’attività fisica possono aiutare a migliorare la sintesi delle proteine muscolari, riducendo l’infiammazione e gli effetti catabolici della sindrome da cachessia.

 

Conclusione:

a causa della natura multifattoriale di questa sindrome, ci si aspetta che l’approccio di gestione dovrebbe essere multi-interventistico.

L’implementazione precoce di questi interventi può aiutare a migliorare la sopravvivenza e la qualità della salute e della vita dei pazienti con HNC cachettico.

 

 

Abstract

 

Managing Cachexia in Head and Neck Cancer: a Systematic Scoping Review

Introduction:

Patients with head and neck cancer (HNC) are usually confronted with functional changes due to the malignancy itself or its treatment. These factors typically affect important structures involved in speech, breathing, chewing, swallowing, and saliva production.

Consequently, the intake of food will be limited, which further contributes to loss of body weight and muscle mass, anorexia, malnutrition, fatigue, and anemia. This multifactorial condition can ultimately lead to cancer cachexia syndrome. This study aims to examine the treatment of cachexia in HNC patients.

 

Methods:

We systematically searched OvidMedline, PubMed, Scopus, and Web of Science for articles examining the treatment of cachexia in HNC.

 

Results:

A total of nine studies were found, and these suggested interventions including nutritional, pharmacologic, therapeutic exercise, and multimodal approaches.

The nutritional intervention includes essential components such as dietary counseling, oral nutritional supplements, and medical nutritional support. Individualized nutritional interventions include oral, enteral (feeding tubes i.e., percutaneous endoscopic gastrostomy [PEG], nasogastric tube [NGT]) and parenteral nutrition.

The pharmacologic interventions aim at increasing the appetite and weight of cachectic patients.

Therapeutic exercise and increased physical activity can help to enhance the synthesis of muscle protein, reducing inflammation and the catabolic effects of cachexia syndrome.

 

Conclusion:

Owing to the multifactorial nature of this syndrome, it is expected that the management approach should be multi-interventional.

Early implementation of these interventions may help to improve survival and quality of health and life of cachectic HNC patients.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35224702/

Minerali e cancro: panoramica del possibile valore diagnostico

Venturelli S. et al.

Review Cancers (Basel). 2022 Feb 28;14(5):1256.

 

Minerali e cancro: panoramica del possibile valore diagnostico

Il cancro è la seconda causa di morte in tutto il mondo e si prevede che aumenterà di un terzo nei prossimi due decenni, in parallelo con la crescente proporzione della popolazione anziana. Il trattamento e il controllo dell’incidenza del cancro è un problema globale.

Poiché non esiste un modo chiaro per prevenire o curare questa malignità mortale, i marcatori diagnostici, predittivi e prognostici per le malattie oncologiche sono di grande valore terapeutico.

Minerali e oligoelementi sono micronutrienti importanti per la normale funzione fisiologica dell’organismo. Sono abbondanti nelle fonti alimentari naturali e sono regolarmente inclusi negli integratori alimentari, mentre gli alimenti industriali altamente trasformati spesso ne contengono quantità ridotte o alterate.

 

Nella società moderna, l’assunzione giornaliera, i pool di immagazzinamento e l’omeostasi di questi micronutrienti dipendono da determinate abitudini alimentari e possono essere sbilanciati da tumori maligni. Il lavoro attuale riassume i dati su minerali e oligoelementi associati a stati di accumulo o deplezione anormali nei pazienti affetti da tumore e discute il loro valore come potenziali biomarcatori associati al tumore che potrebbero essere introdotti nella terapia del cancro.

 

 

Abstract

 

Minerals and Cancer: Overview of the Possible Diagnostic Value

Cancer is the second leading cause of death worldwide and is expected to increase by one-third over the next two decades, in parallel with the growing proportion of the elderly population. Treatment and control of cancer incidence is a global issue.

Since there is no clear way to prevent or cure this deadly malignancy, diagnostic, predictive, and prognostic markers for oncological diseases are of great therapeutic value.

Minerals and trace elements are important micronutrients for normal physiological function of the body. They are abundant in natural food sources and are regularly included in dietary supplements whereas highly processed industrial food often contains reduced or altered amounts of them.

 

In modern society, the daily intake, storage pools, and homeostasis of these micronutrients are dependent on certain dietary habits and can be thrown out of balance by malignancies. The current work summarizes the data on minerals and trace elements associated with abnormal accumulation or depletion states in tumor patients and discusses their value as potential tumor-associated biomarkers that could be introduced into cancer therapy.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35267564/

Le fibre alimentari e i probiotici influenzano il microbioma intestinale e la risposta immunoterapica al melanoma

Spencer N. C. et al.

Science. 2021 Dec 24;374(6575):1632-1640.

 

Le fibre alimentari e i probiotici influenzano il microbioma intestinale e la risposta immunoterapica al melanoma

I batteri intestinali modulano la risposta al trattamento del blocco del checkpoint immunitario (ICB) nel cancro, ma l’effetto della dieta e degli integratori su questa interazione non è ben studiato.

Sono stati valutati i profili del microbiota fecale, le abitudini alimentari e l’uso di integratori probiotici disponibili in commercio nei pazienti con melanoma e sono stati eseguiti studi preclinici paralleli.

Una maggiore quantità di fibre alimentari è associata a un significativo miglioramento della sopravvivenza libera da progressione in 128 pazienti con ICB, con il beneficio più pronunciato osservato nei pazienti con sufficiente assunzione di fibre alimentari e nessun uso di probiotici. I risultati sono stati ricapitolati in modelli preclinici, che hanno dimostrato una ridotta risposta al trattamento con terapia a base di morte cellulare anti-programmata 1 (anti-PD-1) in topi che ricevevano una dieta a basso contenuto di fibre o probiotici, con una minore frequenza di cellule T citotossiche interferone-γ-positive nel microambiente tumorale. Insieme, questi dati hanno implicazioni cliniche per i pazienti che ricevono ICB per il cancro.

 

 

Abstract

 

Dietary fiber and probiotics influence the gut microbiome and melanoma immunotherapy response

Gut bacteria modulate the response to immune checkpoint blockade (ICB) treatment in cancer, but the effect of diet and supplements on this interaction is not well studied.

We assessed fecal microbiota profiles, dietary habits, and commercially available probiotic supplement use in melanoma patients and performed parallel preclinical studies.

Higher dietary fiber was associated with significantly improved progression-free survival in 128 patients on ICB, with the most pronounced benefit observed in patients with sufficient dietary fiber intake and no probiotic use. Findings were recapitulated in preclinical models, which demonstrated impaired treatment response to anti–programmed cell death 1 (anti–PD-1)–based therapy in mice receiving a low-fiber diet or probiotics, with a lower frequency of interferon-γ–positive cytotoxic T cells in the tumor microenvironment. Together, these data have clinical implications for patients receiving ICB for cancer.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34941392/

Terapia multitarget del cancro con acidi grassi omega-3-un aggiornamento

Wei L., Wu Z., Chen Y.Q.

Review Cancer Lett. 2022 Feb 1;526:193-204.

 

Terapia multitarget del cancro con acidi grassi omega-3-un aggiornamento

Il basso consumo di acidi grassi polinsaturi ω3 nella dieta (PUFA) è stato associato ad un aumento dell’incidenza di tumori. Molti studi di base e clinici sono stati condotti negli ultimi decenni.

È stata precedentemente esaminata la terapia multi-target del cancro da parte degli acidi grassi omega-3 nel 2008 e dal momento che centinaia di nuovi studi clinici sono stati condotti per convalidare l’efficacia dei PUFA ω3 nella terapia del cancro.

A causa della disponibilità di una così grande quantità di dati di studi clinici, in questo aggiornamento vengono riassunti i dati clinici, risolti gli studi che mostrano risultati promettenti e discussi i potenziali meccanismi responsabili dei risultati clinici.

Sembra che ω3 PUFA colpisca principalmente i sintomi associati al cancro, vale a dire cachessia, infiammazione, neuropatia, complicanze post-operatorie e qualità della vita.

I meccanismi responsabili di questi effetti sono la possibile regolazione del turnover proteico del muscolo scheletrico, la risposta infiammatoria e la sopravvivenza delle cellule neuronali da parte di ω3 PUFA.

 

 

Abstract

 

Multi-targeted therapy of cancer by omega-3 fatty acids-an update

Low in dietary ω3 polyunsaturated fatty acid (PUFA) consumption has been associated with increased incidence of cancers. Many basic and clinical studies have been conducted over the last several decades.

We previously reviewed multi-targeted therapy of cancer by omega-3 fatty acids in 2008, and since hundreds of new clinical trials are being conducted to validate the effectiveness of ω3 PUFA in cancer therapy.

Because of the availability of such large amount of clinical trial data, in this update we summarize clinical data, sort out trials that show promising results, and discuss potential mechanism(s) responsible for the clinical outcomes.

It appears that ω3 PUFA mainly affects cancer-associated symptoms, namely cachexia, inflammation, neuropathy, post operative complications and quality of life.

Mechanisms responsible for these effects are possible regulation of skeletal muscle protein turnover, inflammatory response and neuron cell survive by ω3 PUFA.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34843864/

Relazione tra grassi e acidi grassi alimentari e rischio di cancro del colon-retto

Wan Y et al.

Eur J Nutr. 2022 Jan 20.

 

Relazione tra grassi e acidi grassi alimentari e rischio di cancro del colon-retto

Scopo:

Le prove epidemiologiche per specifici tipi e fonti di grassi alimentari e singoli acidi grassi con rischio di cancro del colon-retto (CRC) rimangono inconcludenti. Lo scopo era esaminare in modo completo le associazioni di assunzioni di tipi specifici (saturi, monoinsaturi, polinsaturi e trans) e fonti (animali, latticini e vegetali) di grassi alimentari e singoli acidi grassi con rischio di CRC.

 

Studio:

È stato seguito in prospettiva 65.550 donne del Nurses’ Health Study (1986-2014) e 45.684 uomini del Health Professionals Follow-up Study (1986-2014). L’assunzione dietetica è stata valutata ogni 4 anni utilizzando questionari di frequenza alimentare. I casi di CRC auto-segnalati sono stati confermati attraverso la revisione della cartella clinica. La regressione dei rischi proporzionali di Cox dipendente dal tempo è stata utilizzata per stimare gli hazard ratio (HR) per l’assunzione di grassi alimentari e acidi grassi e il rischio di CRC.

 

Risultati:

durante 2.705.560 anni-persona di follow-up, sono stati confermati 2726 casi di incidenza CRC. L’assunzione di grassi monoinsaturi tendeva ad essere positivamente associata al rischio di CRC (HR confrontando quintili estremi 1,22; IC 95% 1,01, 1,47; p = 0,06 per tendenza). Questa associazione positiva è stata principalmente guidata da acidi grassi monoinsaturi da fonti animali (MUFA-As) (HR confrontando quintili estremi 1,23; IC 95% 1,02, 1,49; p = 0,02 per tendenza). L’associazione positiva tra MUFA-As e CRC è stata attenuata dopo aggiustamento per il consumo di carne rossa e lavorata (HR confrontando quintili estremi 1,17; IC 95% 0,95, 1,44; p = 0,13 per tendenza). Non sono state trovate chiare associazioni tra altri tipi e fonti di grassi alimentari o singoli acidi grassi e rischio di CRC.

 

Conclusioni:

una maggiore assunzione di MUFA-As è stata associata a un rischio di CRC più elevato. Ciò potrebbe essere in parte spiegato dalla confusione dovuta ad altri componenti della carne rossa e lavorata.

 

 

Abstract

 

Dietary fat and fatty acids in relation to risk of colorectal cancer

Purpose:

Epidemiologic evidence for specific types and sources of dietary fat and individual fatty acid with colorectal cancer (CRC) risk remains inconclusive. We aimed to comprehensively examine the associations of intakes of specific types (saturated, monounsaturated, polyunsaturated, and trans) and sources (animal, dairy, and vegetable) of dietary fat and individual fatty acid with CRC risk.

 

Design:

We prospectively followed 65,550 women from the Nurses’ Health Study (1986-2014) and 45,684 men from the Health Professionals Follow-up Study (1986-2014). Dietary intake was assessed every 4 years using food frequency questionnaires. Self-reported CRC cases were confirmed through medical record review. Time-dependent Cox proportional hazards regression was used to estimate the hazard ratios (HRs) for intakes of dietary fats and fatty acids and CRC risk.

 

Results:

During 2,705,560 person-years of follow-up, 2726 incident CRC cases were confirmed. Intake of monounsaturated fat tended to be positively associated with the risk of CRC (HR comparing extreme quintiles 1.22; 95% CI 1.01, 1.47; p = 0.06 for trend). This positive association was mainly driven by monounsaturated fatty acids from animal sources (MUFA-As) (HR comparing extreme quintiles 1.23; 95% CI 1.02, 1.49; p = 0.02 for trend). The positive association between MUFA-As and CRC was attenuated after adjusting for red and processed meat consumption (HR comparing extreme quintiles 1.17; 95% CI 0.95, 1.44; p = 0.13 for trend). We did not find clear associations between other types and sources of dietary fat or individual fatty acid and CRC risk.

 

Conclusions:

Higher intake of MUFA-As was associated with higher CRC risk. This could be partly explained by confounding due to other components of red and processed meat.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35048194/

La dieta che imita il digiuno è sicura e rimodella il metabolismo e l’immunità antitumorale nei pazienti con cancro

Vernieri C. et al.

Cancer Discov. 2022 Jan;12(1):90-107.

 

La dieta che imita il digiuno è sicura e rimodella il metabolismo e l’immunità antitumorale nei pazienti con cancro

Nei topi portatori di tumore, il digiuno ciclico o le diete che imitano il digiuno (FMD) migliorano l’attività dei trattamenti antineoplastici modulando il metabolismo sistemico e aumentando l’immunità antitumorale.

È stato condotto uno studio clinico per studiare la sicurezza e gli effetti biologici dell’FMD ciclica, a cinque giorni in combinazione con terapie antitumorali standard. In 101 pazienti, l’FMD era sicura, fattibile e ha comportato una diminuzione consistente della glicemia e della concentrazione del fattore di crescita, ricapitolando così i cambiamenti metabolici che mediano gli effetti antitumorali del digiuno / FMD negli esperimenti preclinici. Analisi integrate di trascrittomia e fenotipizzazione profonda hanno rivelato che l’FMD rimodella profondamente l’immunità antitumorale inducendo la contrazione dei compartimenti mieloidi immunosoppressivi del sangue periferico e dei compartimenti delle cellule T-regolatorie, parallelamente a risposte intratumorali Th1 /citotossiche potenziate e un arricchimento di IFNγ e altre firme immunitarie associate a migliori esiti clinici nei pazienti con cancro.

I risultati pongono le basi per studi clinici di fase II / III volti a studiare l’efficacia antitumorale dell’FMD in combinazione con trattamenti antineoplastici standard.

RILEVANZA: L’FMD ciclica è ben tollerata e provoca notevoli cambiamenti metabolici sistemici in pazienti con diversi tipi di tumore e trattati con terapie antitumorali concomitanti. Inoltre, l’FMD rimodella l’immunità sistemica e intratumorale, attivando infine diversi programmi immunitari antitumorali. Sono necessari studi clinici di fase II/III per studiare l’attività/efficacia dell’FMD antitumorale.

 

 

Abstract

 

Fasting-Mimicking Diet Is Safe and Reshapes Metabolism and Antitumor Immunity in Patients with Cancer

In tumor-bearing mice, cyclic fasting or fasting-mimicking diets (FMD) enhance the activity of antineoplastic treatments by modulating systemic metabolism and boosting antitumor immunity.

Here we conducted a clinical trial to investigate the safety and biological effects of cyclic, five-day FMD in combination with standard antitumor therapies. In 101 patients, the FMD was safe, feasible, and resulted in a consistent decrease of blood glucose and growth factor concentration, thus recapitulating metabolic changes that mediate fasting/FMD anticancer effects in preclinical experiments. Integrated transcriptomic and deep-phenotyping analyses revealed that FMD profoundly reshapes anticancer immunity by inducing the contraction of peripheral blood immunosuppressive myeloid and regulatory T-cell compartments, paralleled by enhanced intratumor Th1/cytotoxic responses and an enrichment of IFNγ and other immune signatures associated with better clinical outcomes in patients with cancer.

Our findings lay the foundations for phase II/III clinical trials aimed at investigating FMD antitumor efficacy in combination with standard antineoplastic treatments.

SIGNIFICANCE: Cyclic FMD is well tolerated and causes remarkable systemic metabolic changes in patients with different tumor types and treated with concomitant antitumor therapies. In addition, the FMD reshapes systemic and intratumor immunity, finally activating several antitumor immune programs. Phase II/III clinical trials are needed to investigate FMD antitumor activity/efficacy.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34789537/

Probiotici, prebiotici e simbiotici: opzioni sicure per terapie di prossima generazione

Yadav M.K. et al.

Review Appl Microbiol Biotechnol. 2022 Jan 11;1-17.

 

Probiotici, prebiotici e simbiotici: opzioni sicure per terapie di prossima generazione

I probiotici sono stati considerati come un’alternativa economica e sicura per il trattamento di un gran numero di malattie croniche e il miglioramento della salute umana. Sono noti per modulare l’immunità dell’ospite e proteggere da diverse malattie infettive e non infettive. La colonizzazione, l’uccisione di agenti patogeni e l’induzione delle cellule ospiti sono alcuni degli importanti attributi probiotici che influenzano diverse funzioni dell’ospite.

Inoltre, i prebiotici e le sostanze alimentari non digeribili promuovono selettivamente la crescita dei probiotici e della salute umana attraverso l’arricchimento dei nutrienti e la modulazione del microbiota intestinale e del sistema immunitario.

Questa revisione evidenzia il ruolo dei probiotici e dei prebiotici da soli e in combinazione (simbiotici) nella modulazione del sistema immunitario, nel trattamento delle infezioni, nella gestione della malattia infiammatoria intestinale e nella terapia del cancro.

 

 

Abstract

 

Probiotics, prebiotics and synbiotics: Safe options for next-generation therapeutics

Probiotics have been considered as an economical and safe alternative for the treatment of a large number of chronic diseases and improvement of human health. They are known to modulate the host immunity and protect from several infectious and non-infectious diseases. The colonization, killing of pathogens and induction of host cells are few of the important probiotic attributes which affect several functions of the host.

In addition, prebiotics and non-digestible food substances selectively promote the growth of probiotics and human health through nutrient enrichment, and modulation of gut microbiota and immune system.

This review highlights the role of probiotics and prebiotics alone and in combination (synbiotics) in the modulation of immune system, treatment of infections, management of inflammatory bowel disease and cancer therapy.

KEY POINTS: • Probiotics and their derivatives against several human diseases. • Prebiotics feed probiotics and induce several functions in the host. • Discovery of novel and biosafe products needs attention for human health.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/35015145/

Risotto funghi porcini ortiche e topinambur
Risotto funghi porcini, ortiche e topinambur

 

Chef Giorgio Bartolucci
Chef Giorgio Bartolucci
Ristorante Atelier Domodossola, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Bartolucci per realizzare il risotto funghi porcini, ortiche e topinambur, utile in caso di stipsi (o costipazione).

 

Gluten free, Dairy Free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 60 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • Riso carnaroli gr 280
  • Funghi Porcini interi piccoli gr 120
  • Ortiche novelle gr 200
  • Topinambur gr 120
  • Olio extravergine gr
  • Brodo vegetale l 1
  • Vino bianco q.b.
  • Sale, pepe e fior di sale q.b.

 

Procedimento

  1. Tagliare i funghi Porcini a fette da mezzo centimetro l’una e spadellarli a fuoco vivo con timo selvatico e un cucchiaio d’olio di oliva. Frullarli e setacciarli.
  2. Cuocere il Topinambur in forno sotto del sale grosso. Sbucciarlo e dopo averlo frullato setacciarlo.
  3. Sbollentare le Ortiche in acqua salata e saltarle con uno spicchio d’aglio e noce moscata. Frullarli e setacciarli.
  4. Tostare il riso con olio d’oliva, sfumare con il vino bianco, all’evaporazione cuocere con il brodo vegetale aggiungendolo di tanto in tanto, poco alla volta, a metà cottura dividere il risotto in tre parti uguali alle quali aggiungerete rispettivamente i funghi, le ortiche e il topinambur.
  5. Portare i tre risotti a cottura circa 15 minuti e mantecarli con dell’olio sale e pepe.

 

Impiattamento

Versare nei piatti il risotto dividendolo in varie parti con l’aiuto dei coppapasta e decorare a piacere con delle foglioline.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Questa ricetta prevede un bel risotto invernale che ci permette di utilizzare il topinambur. Quest’ultimo spesso viene considerato al pari di una patata, in realtà le sue caratteristiche nutrizionali sono ben diverse. In particolare, non rappresenta un’ottima fonte di carboidrati come la patata, ma presenta buone quantità di una particolare tipologia di fibra, l’inulina. Questo composto arriva inalterato nel colon, dove i microrganismi che vi abitano possono utilizzarlo come nutrimento. L’inulina agisce come prebiotico e aiuta a ridurre l’assorbimento da parte dell’intestino di grassi e zuccheri: in questo modo, l’inulina aiuta a proteggere la salute cardio metabolica da eccessi di glucosio e colesterolo nel sangue.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del risotto funghi porcini, ortiche e topinambur (stipsi o costipazione)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso, funghi, ortiche, topinambur, vino, pepeolio EVO

Risotto funghi porcini ortiche e topinambur
Risotto funghi porcini, ortiche e topinambur

 

Chef Giorgio Bartolucci
Chef Giorgio Bartolucci
Ristorante Atelier Domodossola, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Bartolucci per realizzare il risotto funghi porcini, ortiche e topinambur, utile in caso di perdita di appetito.

 

Gluten free, Dairy Free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 60 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • Riso carnaroli gr 280
  • Funghi Porcini interi piccoli gr 120
  • Ortiche novelle gr 200
  • Topinambur gr 120
  • Olio extravergine gr
  • Brodo vegetale l 1
  • Vino bianco q.b.
  • Sale, pepe e fior di sale q.b.

 

Procedimento

  1. Tagliare i funghi Porcini a fette da mezzo centimetro l’una e spadellarli a fuoco vivo con timo selvatico e un cucchiaio d’olio di oliva. Frullarli e setacciarli.
  2. Cuocere il Topinambur in forno sotto del sale grosso. Sbucciarlo e dopo averlo frullato setacciarlo.
  3. Sbollentare le Ortiche in acqua salata e saltarle con uno spicchio d’aglio e noce moscata. Frullarli e setacciarli.
  4. Tostare il riso con olio d’oliva, sfumare con il vino bianco, all’evaporazione cuocere con il brodo vegetale aggiungendolo di tanto in tanto, poco alla volta, a metà cottura dividere il risotto in tre parti uguali alle quali aggiungerete rispettivamente i funghi, le ortiche e il topinambur.
  5. Portare i tre risotti a cottura circa 15 minuti e mantecarli con dell’olio sale e pepe.

 

Impiattamento

Versare nei piatti il risotto dividendolo in varie parti con l’aiuto dei coppapasta e decorare a piacere con delle foglioline.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Questa ricetta prevede un bel risotto invernale che ci permette di utilizzare il topinambur. Quest’ultimo spesso viene considerato al pari di una patata, in realtà le sue caratteristiche nutrizionali sono ben diverse. In particolare, non rappresenta un’ottima fonte di carboidrati come la patata, ma presenta buone quantità di una particolare tipologia di fibra, l’inulina. Questo composto arriva inalterato nel colon, dove i microrganismi che vi abitano possono utilizzarlo come nutrimento. L’inulina agisce come prebiotico e aiuta a ridurre l’assorbimento da parte dell’intestino di grassi e zuccheri: in questo modo, l’inulina aiuta a proteggere la salute cardio metabolica da eccessi di glucosio e colesterolo nel sangue.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del risotto funghi porcini, ortiche e topinambur (perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso, funghi, ortiche, topinambur, vino, pepeolio EVO

Risotto funghi porcini ortiche e topinambur
Risotto funghi porcini, ortiche e topinambur

 

Chef Giorgio Bartolucci
Chef Giorgio Bartolucci
Ristorante Atelier Domodossola, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Bartolucci per realizzare il risotto funghi porcini, ortiche e topinambur, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Dairy Free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 60 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • Riso carnaroli gr 280
  • Funghi Porcini interi piccoli gr 120
  • Ortiche novelle gr 200
  • Topinambur gr 120
  • Olio extravergine gr
  • Brodo vegetale l 1
  • Vino bianco q.b.
  • Sale, pepe e fior di sale q.b.

 

Procedimento

  1. Tagliare i funghi Porcini a fette da mezzo centimetro l’una e spadellarli a fuoco vivo con timo selvatico e un cucchiaio d’olio di oliva. Frullarli e setacciarli.
  2. Cuocere il Topinambur in forno sotto del sale grosso. Sbucciarlo e dopo averlo frullato setacciarlo.
  3. Sbollentare le Ortiche in acqua salata e saltarle con uno spicchio d’aglio e noce moscata. Frullarli e setacciarli.
  4. Tostare il riso con olio d’oliva, sfumare con il vino bianco, all’evaporazione cuocere con il brodo vegetale aggiungendolo di tanto in tanto, poco alla volta, a metà cottura dividere il risotto in tre parti uguali alle quali aggiungerete rispettivamente i funghi, le ortiche e il topinambur.
  5. Portare i tre risotti a cottura circa 15 minuti e mantecarli con dell’olio sale e pepe.

 

Impiattamento

Versare nei piatti il risotto dividendolo in varie parti con l’aiuto dei coppapasta e decorare a piacere con delle foglioline.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Questa ricetta prevede un bel risotto invernale che ci permette di utilizzare il topinambur. Quest’ultimo spesso viene considerato al pari di una patata, in realtà le sue caratteristiche nutrizionali sono ben diverse. In particolare, non rappresenta un’ottima fonte di carboidrati come la patata, ma presenta buone quantità di una particolare tipologia di fibra, l’inulina. Questo composto arriva inalterato nel colon, dove i microrganismi che vi abitano possono utilizzarlo come nutrimento. L’inulina agisce come prebiotico e aiuta a ridurre l’assorbimento da parte dell’intestino di grassi e zuccheri: in questo modo, l’inulina aiuta a proteggere la salute cardio metabolica da eccessi di glucosio e colesterolo nel sangue.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del risotto funghi porcini, ortiche e topinambur (alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso, funghi, ortiche, topinambur, vino, pepeolio EVO

Risotto funghi porcini ortiche e topinambur
Risotto funghi porcini, ortiche e topinambur

 

Chef Giorgio Bartolucci
Chef Giorgio Bartolucci
Ristorante Atelier Domodossola, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Bartolucci per realizzare il risotto funghi porcini, ortiche e topinambur.

 

Gluten free, Dairy Free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 60 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • Riso carnaroli gr 280
  • Funghi Porcini interi piccoli gr 120
  • Ortiche novelle gr 200
  • Topinambur gr 120
  • Olio extravergine gr
  • Brodo vegetale l 1
  • Vino bianco q.b.
  • Sale, pepe e fior di sale q.b.

 

Procedimento

  1. Tagliare i funghi Porcini a fette da mezzo centimetro l’una e spadellarli a fuoco vivo con timo selvatico e un cucchiaio d’olio di oliva. Frullarli e setacciarli.
  2. Cuocere il Topinambur in forno sotto del sale grosso. Sbucciarlo e dopo averlo frullato setacciarlo.
  3. Sbollentare le Ortiche in acqua salata e saltarle con uno spicchio d’aglio e noce moscata. Frullarli e setacciarli.
  4. Tostare il riso con olio d’oliva, sfumare con il vino bianco, all’evaporazione cuocere con il brodo vegetale aggiungendolo di tanto in tanto, poco alla volta, a metà cottura dividere il risotto in tre parti uguali alle quali aggiungerete rispettivamente i funghi, le ortiche e il topinambur.
  5. Portare i tre risotti a cottura circa 15 minuti e mantecarli con dell’olio sale e pepe.

 

Impiattamento

Versare nei piatti il risotto dividendolo in varie parti con l’aiuto dei coppapasta e decorare a piacere con delle foglioline.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Questa ricetta prevede un bel risotto invernale che ci permette di utilizzare il topinambur. Quest’ultimo spesso viene considerato al pari di una patata, in realtà le sue caratteristiche nutrizionali sono ben diverse. In particolare, non rappresenta un’ottima fonte di carboidrati come la patata, ma presenta buone quantità di una particolare tipologia di fibra, l’inulina. Questo composto arriva inalterato nel colon, dove i microrganismi che vi abitano possono utilizzarlo come nutrimento. L’inulina agisce come prebiotico e aiuta a ridurre l’assorbimento da parte dell’intestino di grassi e zuccheri: in questo modo, l’inulina aiuta a proteggere la salute cardio metabolica da eccessi di glucosio e colesterolo nel sangue.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del risotto funghi porcini, ortiche e topinambur

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso, funghi, ortiche, topinambur, vino, pepeolio EVO

dentice a pesca
Dentice a pesca

 

Chef Pietro D'Agostino
Chef Pietro D’Agostino Ristorante La Capinera Taormina, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef D’Agostino per realizzare il dentice a pesca, utile per contrastare la perdita di peso.

 

Gluten free, Dairy Free, Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 30 minuti

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 320 gr. dentice ‘’ filetto pulito ‘’
  • 3 melanzane violetta
  • 2 peperone misto colore
  • 1 zucchina verde
  • 1 costa sedano verde
  • 10 gr capperi
  • 20 gr olive verdi
  • 10 gr pinoli
  • 20 gr pomodorini datterini
  • 1 cipolla rossa
  • 2 dl aceto rosso
  • 100 gr zucchero
  • 1 cucchiaio miele di carrubo o castagno
  • 5 gr zenzero per sushi
  • qualche foglia di basilico e menta
  • sale e pepe qb.
  • olio EVO q.b.
  • fiori eduli 1 conf. ‘
  • nero di seppia 5 gr.
  • 3 patate
  • polvere di zafferano1 bustina 

 

Procedimento

  1. Filettate il pesce in 4 tranci, condite con olio e sale e fate cuocere a forno basso (60C) per 20 minuti.
  2. Lavate bene le verdure, pulite e tagliate a cubetti di 1.5 cm,
  3. mettete tutte le verdure in una teglia da forno, condite con sale, pepe, basilico e menta e lasciate cuocere a 200C per 20 minuti,
  4. aggiungete zucchero, aceto e zenzero e finite di cuocere per altri 5 minuti, aggiungere lo zafferano e mescolate bene.
  5. Servite il pesce adagiato su un letto di verdure, decorate con fiori eduli e servite ben caldo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, perdita di peso.

 

FBO per te: Noto tra i gourmet per le sue eccellenti caratteristiche organolettiche e gustative, il dentice si presta a molti tipi di preparazione. È un pesce povero di grassi saturi e ricco di omega 3, considerati amici della salute di cuore e arterie, quindi si presenta come un ottimo alleato per la salute cardiovascolare. A livello di sali minerali, il dentice è ricco in potassio, fondamentale per regolare il contenuto ed il flusso di acqua dentro e fuori dalle cellule e necessario al corretto funzionamento del cuore, dei muscoli e del sistema nervoso.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del dentice a pesca (perdita di peso)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su dentice, melanzane, peperone, zucchina, sedano, capperi, olive, pinoli, pomodorini, cipolla, aceto, zucchero, miele, zenzero, basilico, menta, pepe, olio EVO, patate, zafferano, nero di seppia

dentice a pesca
Dentice a pesca

 

Chef Pietro D'Agostino
Chef Pietro D’Agostino Ristorante La Capinera Taormina, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef D’Agostino per realizzare il dentice a pesca, utile in caso di anemia.

 

Gluten free, Dairy Free, Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 30 minuti

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 320 gr. dentice ‘’ filetto pulito ‘’
  • 3 melanzane violetta
  • 2 peperone misto colore
  • 1 zucchina verde
  • 1 costa sedano verde
  • 10 gr capperi
  • 20 gr olive verdi
  • 10 gr pinoli
  • 20 gr pomodorini datterini
  • 1 cipolla rossa
  • 2 dl aceto rosso
  • 100 gr zucchero
  • 1 cucchiaio miele di carrubo o castagno
  • 5 gr zenzero per sushi
  • qualche foglia di basilico e menta
  • sale e pepe qb.
  • olio EVO q.b.
  • fiori eduli 1 conf. ‘
  • nero di seppia 5 gr.
  • 3 patate
  • polvere di zafferano1 bustina 

 

Procedimento

  1. Filettate il pesce in 4 tranci, condite con olio e sale e fate cuocere a forno basso (60C) per 20 minuti.
  2. Lavate bene le verdure, pulite e tagliate a cubetti di 1.5 cm,
  3. mettete tutte le verdure in una teglia da forno, condite con sale, pepe, basilico e menta e lasciate cuocere a 200C per 20 minuti,
  4. aggiungete zucchero, aceto e zenzero e finite di cuocere per altri 5 minuti, aggiungere lo zafferano e mescolate bene.
  5. Servite il pesce adagiato su un letto di verdure, decorate con fiori eduli e servite ben caldo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, perdita di peso.

 

FBO per te: Noto tra i gourmet per le sue eccellenti caratteristiche organolettiche e gustative, il dentice si presta a molti tipi di preparazione. È un pesce povero di grassi saturi e ricco di omega 3, considerati amici della salute di cuore e arterie, quindi si presenta come un ottimo alleato per la salute cardiovascolare. A livello di sali minerali, il dentice è ricco in potassio, fondamentale per regolare il contenuto ed il flusso di acqua dentro e fuori dalle cellule e necessario al corretto funzionamento del cuore, dei muscoli e del sistema nervoso.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del dentice a pesca (anemia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su dentice, melanzane, peperone, zucchina, sedano, capperi, olive, pinoli, pomodorini, cipolla, aceto, zucchero, miele, zenzero, basilico, menta, pepe, olio EVO, patate, zafferano, nero di seppia

dentice a pesca
Dentice a pesca

 

Chef Pietro D'Agostino
Chef Pietro D’Agostino Ristorante La Capinera Taormina, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef D’Agostino per realizzare il dentice a pesca, utile in caso di fatigue.

 

Gluten free, Dairy Free, Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 30 minuti

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 320 gr. dentice ‘’ filetto pulito ‘’
  • 3 melanzane violetta
  • 2 peperone misto colore
  • 1 zucchina verde
  • 1 costa sedano verde
  • 10 gr capperi
  • 20 gr olive verdi
  • 10 gr pinoli
  • 20 gr pomodorini datterini
  • 1 cipolla rossa
  • 2 dl aceto rosso
  • 100 gr zucchero
  • 1 cucchiaio miele di carrubo o castagno
  • 5 gr zenzero per sushi
  • qualche foglia di basilico e menta
  • sale e pepe qb.
  • olio EVO q.b.
  • fiori eduli 1 conf. ‘
  • nero di seppia 5 gr.
  • 3 patate
  • polvere di zafferano1 bustina 

 

Procedimento

  1. Filettate il pesce in 4 tranci, condite con olio e sale e fate cuocere a forno basso (60C) per 20 minuti.
  2. Lavate bene le verdure, pulite e tagliate a cubetti di 1.5 cm,
  3. mettete tutte le verdure in una teglia da forno, condite con sale, pepe, basilico e menta e lasciate cuocere a 200C per 20 minuti,
  4. aggiungete zucchero, aceto e zenzero e finite di cuocere per altri 5 minuti, aggiungere lo zafferano e mescolate bene.
  5. Servite il pesce adagiato su un letto di verdure, decorate con fiori eduli e servite ben caldo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, perdita di peso.

 

FBO per te: Noto tra i gourmet per le sue eccellenti caratteristiche organolettiche e gustative, il dentice si presta a molti tipi di preparazione. È un pesce povero di grassi saturi e ricco di omega 3, considerati amici della salute di cuore e arterie, quindi si presenta come un ottimo alleato per la salute cardiovascolare. A livello di sali minerali, il dentice è ricco in potassio, fondamentale per regolare il contenuto ed il flusso di acqua dentro e fuori dalle cellule e necessario al corretto funzionamento del cuore, dei muscoli e del sistema nervoso.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del dentice a pesca (fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su dentice, melanzane, peperone, zucchina, sedano, capperi, olive, pinoli, pomodorini, cipolla, aceto, zucchero, miele, zenzero, basilico, menta, pepe, olio EVO, patate, zafferano, nero di seppia

dentice a pesca
Dentice a pesca

 

Chef Pietro D'Agostino
Chef Pietro D’Agostino Ristorante La Capinera Taormina, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef D’Agostino per realizzare il dentice a pesca, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Dairy Free, Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 30 minuti

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 320 gr. dentice ‘’ filetto pulito ‘’
  • 3 melanzane violetta
  • 2 peperone misto colore
  • 1 zucchina verde
  • 1 costa sedano verde
  • 10 gr capperi
  • 20 gr olive verdi
  • 10 gr pinoli
  • 20 gr pomodorini datterini
  • 1 cipolla rossa
  • 2 dl aceto rosso
  • 100 gr zucchero
  • 1 cucchiaio miele di carrubo o castagno
  • 5 gr zenzero per sushi
  • qualche foglia di basilico e menta
  • sale e pepe qb.
  • olio EVO q.b.
  • fiori eduli 1 conf. ‘
  • nero di seppia 5 gr.
  • 3 patate
  • polvere di zafferano1 bustina 

 

Procedimento

  1. Filettate il pesce in 4 tranci, condite con olio e sale e fate cuocere a forno basso (60C) per 20 minuti.
  2. Lavate bene le verdure, pulite e tagliate a cubetti di 1.5 cm,
  3. mettete tutte le verdure in una teglia da forno, condite con sale, pepe, basilico e menta e lasciate cuocere a 200C per 20 minuti,
  4. aggiungete zucchero, aceto e zenzero e finite di cuocere per altri 5 minuti, aggiungere lo zafferano e mescolate bene.
  5. Servite il pesce adagiato su un letto di verdure, decorate con fiori eduli e servite ben caldo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, perdita di peso.

 

FBO per te: Noto tra i gourmet per le sue eccellenti caratteristiche organolettiche e gustative, il dentice si presta a molti tipi di preparazione. È un pesce povero di grassi saturi e ricco di omega 3, considerati amici della salute di cuore e arterie, quindi si presenta come un ottimo alleato per la salute cardiovascolare. A livello di sali minerali, il dentice è ricco in potassio, fondamentale per regolare il contenuto ed il flusso di acqua dentro e fuori dalle cellule e necessario al corretto funzionamento del cuore, dei muscoli e del sistema nervoso.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del dentice a pesca (alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su dentice, melanzane, peperone, zucchina, sedano, capperi, olive, pinoli, pomodorini, cipolla, aceto, zucchero, miele, zenzero, basilico, menta, pepe, olio EVO, patate, zafferano, nero di seppia

dentice a pesca
Dentice a pesca

 

Chef Pietro D'Agostino
Chef Pietro D’Agostino Ristorante La Capinera Taormina, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef D’Agostino per realizzare il dentice a pesca.

 

Gluten free, Dairy Free, Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 30 minuti

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 320 gr. dentice ‘’ filetto pulito ‘’
  • 3 melanzane violetta
  • 2 peperone misto colore
  • 1 zucchina verde
  • 1 costa sedano verde
  • 10 gr capperi
  • 20 gr olive verdi
  • 10 gr pinoli
  • 20 gr pomodorini datterini
  • 1 cipolla rossa
  • 2 dl aceto rosso
  • 100 gr zucchero
  • 1 cucchiaio miele di carrubo o castagno
  • 5 gr zenzero per sushi
  • qualche foglia di basilico e menta
  • sale e pepe qb.
  • olio EVO q.b.
  • fiori eduli 1 conf. ‘
  • nero di seppia 5 gr.
  • 3 patate
  • polvere di zafferano1 bustina 

 

Procedimento

  1. Filettate il pesce in 4 tranci, condite con olio e sale e fate cuocere a forno basso (60C) per 20 minuti.
  2. Lavate bene le verdure, pulite e tagliate a cubetti di 1.5 cm,
  3. mettete tutte le verdure in una teglia da forno, condite con sale, pepe, basilico e menta e lasciate cuocere a 200C per 20 minuti,
  4. aggiungete zucchero, aceto e zenzero e finite di cuocere per altri 5 minuti, aggiungere lo zafferano e mescolate bene.
  5. Servite il pesce adagiato su un letto di verdure, decorate con fiori eduli e servite ben caldo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, perdita di peso.

 

FBO per te: Noto tra i gourmet per le sue eccellenti caratteristiche organolettiche e gustative, il dentice si presta a molti tipi di preparazione. È un pesce povero di grassi saturi e ricco di omega 3, considerati amici della salute di cuore e arterie, quindi si presenta come un ottimo alleato per la salute cardiovascolare. A livello di sali minerali, il dentice è ricco in potassio, fondamentale per regolare il contenuto ed il flusso di acqua dentro e fuori dalle cellule e necessario al corretto funzionamento del cuore, dei muscoli e del sistema nervoso.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del dentice a pesca

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su dentice, melanzane, peperone, zucchina, sedano, capperi, olive, pinoli, pomodorini, cipolla, aceto, zucchero, miele, zenzero, basilico, menta, pepe, olio EVO, patate, zafferano, nero di seppia

crema di piselli e zucchine con farro
Crema di piselli e zucchine con farro

 

La ricetta della crema di piselli e zucchine con farro, utile in caso di rischio di infezioni.

 

Piatto unico

 

Tempo di preparazione

40 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 320 gr di farro perlato
  • 400 gr di Brodo vegetale
  • 500 gr di piselli freschi o surgelati
  • 500 gr di zucchine
  • 1 cipolla
  • 3 cucchiai di Olio Extra Vergine di Oliva
  • sale q.b.
  • pepe q.b.

 

Preparazione

  1. Preparare il brodo vegetale
  2. Affettare la cipolla e farla appassire in padella con l’olio a fuoco basso.
  3. Unire i piselli, salare, pepare e mescolare il tutto cuocendo per 5 minuti.
  4. Lavare e tagliare a rondelle le zucchine
  5. Unire in padella ai piselli e coprite con 350 gr di brodo vegetale.
  6. Continuare la cottura per circa 15-20 minuti.
  7. Intanto cuocere a parte il farro in acqua bollente per il tempo indicato sulla confezione.
  8. Spegnere il fuoco della padella e frullare tutto con un mixer ad immersione aggiungendo gradualmente il brodo vegetale rimasto fino al raggiungimento di una consistenza liscia e cremosa.
  9. Setacciare la crema con un colino per renderla più cremosa.
  10. Terminata la cottura, scolare bene il farro
  11. Impiattare la crema ed aggiungere il farro bollito.
  12. Ultimare con un filo d’olio a crudo.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema di piselli e zucchine con farro (rischio infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su farro perlato, piselli, zucchine, cipolla, olio EVO, pepe

Zuppetta di melone con praline di ricotta e pistacchi
Zuppetta di melone con praline di ricotta e pistacchi

 

La ricetta per realizzare la zuppetta di melone con praline di ricotta e pistacchi, utile in caso di rischio di infezioni.

 

Antipasto/secondo piatto leggero

 

Tempo di preparazione

20 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 600 gr di melone
  • 400 gr di ricotta di pecora
  • Farina di pistacchi non salati (in alternativa: farina di mandorle)
  • Menta fresca q.b.

 

Preparazione

  1. Pulire il melone e frullarlo con qualche foglia di menta fresca.
  2. Emulsionare la ricotta con due cucchiai di farina di pistacchi ed ottenere delle praline.
  3. Passare le praline di ricotta nella farina di pistacchi fino a ricoprirle totalmente all’esterno.
  4. Versare la crema di melone in patti fondi o coppette e adagiare sopra le praline di ricotta.
  5. Servire freddo.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della zuppetta di melone con praline di ricotta e pistacchi (utile in caso di rischio di infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su melone, ricotta di pecora, pistacchi, mandorle, menta

Orzotto mantecato con cicoria e limone
Orzotto mantecato con cicoria e limone

 

la ricetta per realizzare l’orzotto mantecato con cicoria e limone, utile in caso di aumentato rischio di infezioni.

 

Primo piatto

 

Tempo di preparazione

25 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 320 gr di orzo perlato
  • 500 gr di cicoria
  • 2 limoni
  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 bicchiere di vino bianco secco
  • Brodo vegetale q.b.
  • Olio extra vergine di oliva q.b.
  • Sale q.b.

 

Preparazione

  1. Preparare il brodo vegetale.
  2. Tostare l’orzo a modo di risotto in una casseruola con l’olio e l’aglio intero.
  3. Aggiungere il vino bianco, lasciare evaporare e unire il brodo vegetale bollente un po’ alla volta, continuando a cuocere.
  4. Cuocere a parte la cicoria in acqua bollente.
  5. Frullare la cicoria con poca acqua utilizzando un frullatore ad immersione.
  6. Quando l’orzo sarà cotto, unire la cicoria frullata.
  7. Fuori dal fuoco mantecare con olio.
  8. Distribuire nei piatti e ultimare la scorza di limone grattugiata a julienne.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’orzotto mantecato con cicoria e limone (rischio di infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su orzo perlato, cicoria, limone, aglio, vino bianco, olio EVO

vellutata di zucca con crostini integrali
Vellutata di zucca con crostini integrali

 

La ricetta per realizzare la vellutata di zucca con crostini integrali, utile in caso di rischio di infezioni.

 

Antipasto/primo piatto leggero

 

Tempo di preparazione

45 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 400 gr di zucca
  • 2 coste di sedano
  • 1 pizzico di noce moscata
  • 100 g di crostini di pane integrale tostato
  • 3 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • sale q.b.

 

Preparazione

  1. Sbucciare la zucca e tagliarla a tocchetti.
  2. Mettere la zucca in una casseruola, far insaporire con un goccio d’olio e coprire con acqua e portare ad ebollizione.
  3. Insaporire con la noce moscata e cuocere per 30 minuti circa.
  4. Intanto tagliare il pane integrale a quadratini e tostare in forno.
  5. Terminata la cottura della zucca, frullare con un mixer.
  6. Impiattare e ultimare con i crostini di pane tostato, l’olio e un pizzico di sale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della vellutata di zucca con crostini integrali (utile in caso di rischio di infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su zucca, sedano, noce moscata, pane integrale, olio EVO

filetto di merluzzo in crosta di patate e zucchine
Filetti di merluzzo in crosta di patate e zucchine

 

La ricetta per realizzare i filetti di merluzzo in crosta di patate e zucchine, utile in caso di rischio infezioni.

 

Piatto unico

 

Tempo di preparazione

40 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 filetti di merluzzo da 150 gr l’uno
  • 400 gr di patate
  • 400 gr di zucchine
  • 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 2 cucchiai di prezzemolo tritato
  • Sale q.b.

 

Preparazione

  1. Sbucciare e lavare accuratamente le verdure.
  2. Tagliarle a pezzi e cuocerle al vapore fino a renderle tenere.
  3. Una volta cotte, schiacciare le verdure con una forchetta fino ad ottenere un purè senza grumi.
  4. Mettere il purè in una pentola e unire l’olio e il sale, se necessario un po’ d’acqua, amalgamando tutti gli ingredienti con una frusta.
  5. Adagiare i filetti di merluzzo in una teglia da forno, spennellarli con poco olio e distribuirvi sopra il purè di patate e zucchine e il prezzemolo tritato.
  6. Cuocere in forno a 180° per circa 15-20 minuti e fino a quando non si sarà formata una crosticina dorata.
  7. Servire ben caldo.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei filetti di merluzzo in crosta di patate e zucchine (rischio infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su filetto di merluzzo, patate, zucchine, olio EVO, prezzemolo

parmigiana di melanzane
Parmigiana di Melanzane

 

Chef Federico Pettenuzzo
Ristorante La Favellina
membro JRE

 

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Pettenuzzo per la realizzazione della parmigiana di melanzane, utile per contrastare l’aumentato rischio di infezioni.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 2 melanzane circa 600 g
  • 300 g pomodorini ciliegino
  • 1 burrata
  • 2 croste di parmigiano reggiano
  • Foglie di verbena
  • Foglie di basilico

 

Salsa melanzana

  • 380 g di ritagli di melanzana
  • 50 brodo vegetale
  • 40 tahina
  • 80 g Olio Evo
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Farle raffreddare e tagliarle a scaloppe di circa 3 cm;
  2. Fare un battuto con la burrata;
  3. Sbollentare i pomodorini ciliegino in acqua bollente e raffreddarli;
  4. Sbucciarli e tagliarli a metà eliminando i semi interni;
  5. Fare un battuto con le falde di pomodoro ottenute e condirlo con sale;
  6. Lasciarli riposare e poi metterli in un setaccio in modo da ottenere l’acqua di vegetazione;

 

Per la salsa melanzana

  1. mettere tutti gli ingredienti in un mixer e frullare fino ad ottenere una salsa liscia;
  2. mettere le croste di parmigiano per 45 secondi in microonde e farle soffiare;
  3. grattugiarle con un micro plane;

 

Impiattamento

  1. Scaldate in forno la scaloppa di melanzana per 5 minuti;
  2. Adagiarla sul piatto e spalmare la salsa di melanzana sopra;
  3. Accostare ad ambo i lati due cucchiaiate di burrata e di battuto di pomodoro, spolverare con il parmigiano soffiato e adagiare delle foglie di basilico;
  4. A parte servire l’acqua di pomodoro con delle foglie di verbena e alcune gocce di olio evo;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di peso, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te:

Questa ricetta vede come protagoniste le melanzane, vegetali che all’interno della loro buccia contengono le antocianine, fitocomposti appartenenti alla famiglia dei flavonoidi con azione protettiva per il sistema cardiovascolare. Le melanzane presentano anche un buon contenuto di fibra e potassio che insieme contribuiscono anch’esse a proteggere il sistema cardiovascolare. Ciò è possibile grazie alla modulazione della pressione che esercita il potassio attenuando gli effetti del sodio e grazie al controllo dell’assorbimento del colesterolo attuato da parte della fibra a livello dell’intestino. Vi consigliamo, visto la presenza del parmigiano e della burrata, formaggi ricchi in sodio, un uso modesto e controllato del sale da aggiungere. Visto che anche l’utilizzo della tahina, della verbena e del basilico, regala sapidità alla preparazione.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della parmigiana di melanzane (rischio infezioni)

 

Se vuoi saperne di più clicca su melanzane, pomodori, burrata, parmigiano reggiano, verbena, tahina,  basilico, olio EVO

Cannelloni croccanti di farina di grano saraceno al ripieno di verza e castagne con crema vellutata di zucca
Cannelloni croccanti di farina di grano saraceno al ripieno di verza e castagne con crema vellutata di zucca

 

Chef Gianpiero Cravero
Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dei cannelloni croccanti di farina di grano saraceno al ripieno di verza e castagne con crema vellutata di zucca, utili in caso di rischio di infezioni.

 

Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 40’

Difficoltà: Alta

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 30′

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

 

Ingredienti (per 4 persone)

Per la Sfoglia:

  • 200 gr farina bianca
  • 50 gr farina di grano saraceno
  • 4 uova intere
  • un pizzico di sale
  • un cucchiaio di olio d’oliva

 

Per il ripieno:

  • Mezza verza di medie dimensioni
  • 10 castagne cotte a vapore (si trovano facilmente in commercio)
  • mezza cipolla tritata finemente
  • due foglie di alloro
  • 4 fette di pan carrè
  • mezzo bicchiere di latte
  • 4 tuorli
  • 2 cucchiai di Grana grattato
  • un pizzico di sale

 

Per la crema di zucca:

  • 500 gr di zucca
  • un cucchiaio di cipolla tritata
  • un rametto di rosmarino
  • due cucchiai di olio d’oliva
  • sale qb

 

 

Procedimento

  1. Per la sfoglia unire tutti gli ingredienti, impastate bene, lasciar riposare 20 minuti.
  2. Mentre la sfoglia riposa, tagliare la verza a strisce sottili, lessarle per una decina di minuti in acqua bollente e scolare.
  3. Fare un soffritto con olio, alloro e cipolla, appena dorato aggiungere le castagne sbriciolate. Cuocere un paio di minuti, aggiungere la verza e cuocere altri 5 minuti a fuoco lento. Trasferire il tutto in una ciotola, aggiungere il pan carrè ammollato nel latte e ben strizzato, il grana, i tuorli. Sbattere bene e regolare di sale se necessario.
  4. Per la crema di zucca: fare un soffritto con olio, cipolla e rosmarino, aggiungere la zucca tagliata a dadi, bagnare con acqua, aggiungere il sale e portare a cottura.
  5. Quando ben cotta frullare il tutto al minipimer.
  6. Tirare la sfoglia (con la macchina per pasta) abbastanza sottile, tagliare dei quadrotti (12×12) circa e lessarli in acqua leggermente salata. Scolarli.
  7. Farcire i quadrati di sfoglia con il composto verza/castagne, arrotolarli a mò di cannelloni, posarli su una taglia, pennellarli con abbondante burro fuso, cospargere di grana grattugiato e passarli in forno a 180° fino ad ottenere una bella gratinatura.

 

Impiattamento: versare in piatto fondo la crema di zucca, adagiarvi i cannelloni gratinati e servire subito.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, rischio di infezioni.

 

FBO per te: In questa ricetta abbiamo un’esplosione di alimenti autunnali. La zucca è ricca di beta-carotene, il principale precursore della vitamina A preziosa per la vista, la pelle e le ossa. La verza è fonte di vitamina C e folati, mentre le castagne sono ricche di amido e fibre. Questi cannelloni rappresentano perciò un alimento completo ed appetibile anche durante periodi intensi di terapia.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei cannelloni croccanti di farina di grano saraceno al ripieno di verza e castagne con crema vellutata di zucca (rischio infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su grano saraceno, uova, olio EVO, verza, castagne, cipolla, alloro, pane, latte, grana, zucca, rosmarino

chips di verdura al forno
Chips di verdura al forno

 

la ricetta per realizzare la chips di verdura al forno, utile per contrastare il rischio di infezioni.

 

Spuntino/contorno

 

Tempo di preparazione

50 minuti circa

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 500 gr di topinambur o patate
  • 2 barbabietole
  • 5 carote
  • Rosmarino fresco q.b.
  • Erba cipollina q.b.
  • Olio extra vergine di oliva q.b.
  • Sale q.b.

 

Preparazione

  1. Pelare le verdure e lavarle accuratamente.
  2. Affettarle in modo sottile con un coltello o con una mandolina.
  3. Dividere le verdure in tre ciotole separate e unire un giro d’olio.
  4. Aggiungere alle barbabietole un pizzico di sale.
  5. Unire al topinambur il rosmarino tritato.
  6. Unire alle carote l’erba cipollina.
  7. Disporre le verdure senza sovrapporle in una teglia ricoperta di carta da forno.
  8. Infornare a 150° in forno ventilato preriscaldato.
  9. Se necessario dopo circa 20 minuti girare le fettine di verdure.
  10. Continuare a cuocere fino a quando non saranno dorate e croccanti.
  11. Far raffreddare leggermente prima di servire.

 

Le chips di verdura possono essere consumate come contorno di un pasto oppure come snack. O ancora come guarnizione di primi o secondi piatti, aggiungeranno croccantezza e gusto!

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle chips di verdura al forno (rischio infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su patate, barbabietole, carote, rosmarino, erba cipollina, olio EVO

Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate
Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate

 

Chef Deborah Corsi
Chef Deborah Corsi Ristorante La Perla del Mare, membro di JRE

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Corsi per realizzare le tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate, utile in caso di rischio di infezioni.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura:  30 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

Preparazione hummus:

  • 300g fagioli cannellini cotti
  • 80g semi di girasole (ammollati per 2 ore in acqua fredda)
  • 30g olio EVO
  • il succo di mezzo limone piccolo
  • 1 spicchio aglio
  • prezzemolo tritato un cucchiaio
  • sale qb

 

Preparazione piatto:

  • 12 alici fresche grandi (tolta la testa e la lisca, aperte a libro, lavate, asciugate leggermente salate e dopo 5 minuti di nuovo asciugate)
  • un peperone rosso ben squadrato
  • 1 peperone giallo ben squadrato
  • 1 peperone verde ben squadrato
  • 4 prugne secche denocciolate
  • aceto di mele qb
  • sale qb
  • olio EVO qb
  • paprika dolce 1 cucchiaino (per spolverare)

 

Procedimento

Per l’hummus:

  1. Scolare i semi di girasole e cuocerli in abbondante acqua fino a molto teneri.
  2. Scolarli e mixarli con l’acqua di cottura dei cannellini e l’aglio finemente affettato ottenendo una crema.
  3. Aggiungere i fagioli cannellini e il succo di limone.
  4. Mixare ancora fino a crema non troppo densa, eventualmente aggiungendo acqua di cottura.
  5. Inserire l’olio Evo e omogeneizzare, poi il prezzemolo aggiustando di sale.
  6. Tenere tiepido.

 

Preparazione del piatto:

  1. Tagliare le prugne secche ognuna in sei pezzi e inserirle tutte in un sacchetto sottovuoto con 4 cucchiai di aceto di mele.
  2. Chiudere il sacchetto e riaprirlo dopo 20 minuti scolando i pezzetti delle prugne.
  3. Cuocere i peperoni interi in forno a 180 gradi. Dopo circa 25/30 minuti (la pelle inizia a gonfiare) metterli in un recipiente con un coperchio sopra e far intiepidire.
  4. Sbucciare i peperoni e ricavare la polpa intera più possibile. Ritagliare la polpa seguendo il contorno delle alici aperte. Quattro per ogni colore.
  5. Al momento del servizio tostare leggermente in padella antiaderente le alici spennellate di olio EVO da ambo i lati.
  6. Distribuire uniformemente sul fondo di ogni piatto l’hummus, mettere le alici sopra i peperoni sagomati (con una goccia di aceto di mele sopra ogni alice).
  7. Disporre i tre colori di peperoni con le alici sopra l’hummus e i pezzetti di prugne intorno.
  8. Cospargere con una spolverata di paprika e un giro di olio EVO.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di appetito, rischio di infezioni.

 

FBO per te: 

Questa ricetta vede come protagonista le alici che rientrano nella classe dei pesci “magri” in quanto presentano un contenuto lipidico inferiore al 3%. I lipidi dei pesci contengono una buona quantità di acidi grassi insaturi che vanno incontro facilmente ad alterazioni, rendendo il pesce facilmente deperibile. Maggior fonte dei lipidi è rappresentato da trigliceridi (l’olio di pesce) e possono contenere acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA), due acidi grassi polinsaturi della classe ω-3.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate (utile in caso di rischio di infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli, semi di girasole, olio EVO, limone, aglio, prezzemolo, alici, peperone, prugne secche, aceto di mele, paprica

Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle
Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dei burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle, utile in caso di rischio infezioni

 

Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 30’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 20‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 200 g di Barbabietola rossa cotta
  • 200 g di Fagioli rossi cotti
  • 3 Mandorle
  • Pangrattato q.b.
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Preriscaldate il forno a 180°;
  2. Tritare finemente la barbabietola, i fagioli e le mandorle con un coltello;
  3. Aggiungere il pangrattato;
  4. Impastare con le mani per compattare l’impasto;
  5. Bagnate le mani e formate i burgher, con una forchetta fate i tipici segni degli hamburger;
  6. Disponeteli sulla placca del forno rivestita di carta da forno e ungeteli leggermente;
  7. infornateli per 20 minuti a 180° nel forno già caldo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, alterazioni del gusto, fatigue, stipsi e costipazione fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te: quest’alternativa vegetale di burger fatti in casa è un buon piatto unico contenente cereali e legumi, completo di tutti gli aminoacidi essenziali. Ideale per chi non è abituato a consumare i legumi o per chi soffre di gonfiore intestinale. I legumi spezzati, infatti, sono privati dello strato esterno responsabile del gonfiore e dei fastidi intestinali che alcuni possono riscontrare. In caso di perdita dell’appetito, questa ricetta può risultare molto appetibile e un valido spuntino in caso di necessità. In caso di anemia, si consiglia di aggiungere all’impasto succo di limone al fine di incrementare la biodisponibilità del ferro non eme contenuto nei fagioli.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle (rischio infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su barbabietola, fagioli, mandorle, pane, olio EVO

piccoli strudel di verdure invernali all'olio, zafferano e peperoncino
Piccoli Strudel di verdure invernali all’olio, zafferano e peperoncino

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare i piccoli strudel di verdure invernali all’olio, zafferano e peperoncino, utile in caso di rischio di infezioni.

 

Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 1 h

Difficoltà: Media

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 45 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • un Rotolo di pasta brisè
  • una Cimetta di Cavolfiore
  • una Cimetta di Broccolo
  • 1 Patata piccola
  • una Fettina piccola di Zucca
  • Porro q.b.
  • 1 Peperoncino
  • una bustina di Zafferano
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Pulire e lavare tutte la verdura, in una padella mettere l’olio evo, il porro a rondelle, il peperoncino, lo zafferano e 3 cucchiai di acqua, mescolare;
  2. Tagliare la patata a cubetti e così anche la zucca e metterla nella padella con il condimento;
  3. Aggiungere dopo 5 minuti le cime del broccolo e del cavolfiore, cuocere per 10 minuti.
  4. Lasciare intiepidire;
  5. Accendere il forno, stendere con un matterello la pasta brisè dello spessore di qualche millimetro e ricavarne dei rettangoli di 20 cm per 10;
  6. Disporre al centro di ogni rettangolo le verdure cotte e arrotolare su sé stessa la pasta;
  7. Disporre gli strudel su una placca da forno e spennellarli con dell’olio;
  8. Cuocerli per 45 minuti a 170°.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica (valutare la tolleranza in casi di meteorismo), rischio di infezioni.

 

FBO per te: da consumare come pasto principale o come spezza- fame, questi strudel possono essere utilizzati per aumentare le calorie della giornata in caso di perdita di appetito. Presentano un buon contenuto di fibra mentre zafferano e peperoncino aiutano a ridurre l’utilizzo di sale rendendo comunque saporito il piatto.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei piccoli strudel di verdure invernali all’olio, zafferano e peperoncino (utile in caso di rischio di infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su cavolfiore, broccolo, patata, zucca, porro, peperoncino, zafferano, olio EVO

crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
Crema di Mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia

 

Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia, utile in caso di rischio di infezioni.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 10 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 2 Mele
  • Grani di mirtilli e mandorle (si trovano diverse combinazioni in commercio di questo prodotto)
  • 1 Arancia
  • 5 g di Miele

 

Procedimento

  1. Sbucciare e tagliare le mele a pezzi, cuocerle al forno per 10 minuti;
  2. Ridurre le mele in purea con l’aiuto di una forchetta o con il mixer ad immersione;
  3. Profumarle con l’arancia grattugiata e dolcificare con un cucchiaino di miele;
  4. Aggiungere i grani di mirtilli e le mandorle, mescolare.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, gonfiore addominale, disfagia, fatigue, nausea, gonfiore addominale, stomatite, rischio di infezioni.

 

FBO per te: le mele sono le protagoniste di questo spuntino, utile in caso di perdita di appetito e nausea. La presenza dell’arancia è ulteriormente utile in caso di alterazione del gusto, mentre mirtilli e mandorle aiutano ad incrementare le calorie della ricetta in quelle situazioni di perdita accentuata dell’appetito.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia (rischio infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su mela, mirtillo, mandorla, arancia, miele

timballino di verza farcito con zucca e olive e pinoli
Timballino di Verza farcito con zucca e olive e pinoli

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare il timballino di verza farcito con zucca e olive e pinoli, utile in caso di rischio di infezioni.

 

Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h

Difficoltà: Media

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 40 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 4 Foglie di Verza
  • 200 g di Polpa di Zucca
  • Olive
  • Pinoli
  • 1 Fetta di Pane raffermo
  • 1 Uovo
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Staccare da una verza 4 foglie dal centro e bollirle per 5 minuti in acqua per ammorbidirle;
  2. Passarle sotto l’acqua fredda e con un coltello incidere la parte centrale per togliere la costa dura della verza;
  3. In una zuppiera mescolare la polpa della zucca (che avrete precedentemente cotto al forno, anche il giorno prima) con le olive, i pinoli e la mollica di pane spezzettata;
  4. Aggiungere l’uovo e mescolare;
  5. Ungere degli stampini mono porzione con dell’olio, foderarli con le foglie di verza, riempirli, ripiegare le foglie che debordano per richiude lo stampo;
  6. Cuocere in forno per 40 minuti a 180°.

 

Consigli: anche una farcitura ottenuta con della carne macinata al posto della zucca può rappresentare una buona alternativa in caso di anemia.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, stipsi /costipazione fisiologica e non meccanica (valutare la tolleranza in casi di meteorismo), rischio di infezioni. In caso di anemia se fatta con la carne macinata.

 

FBO per te: alternativa vegetale ad una delle ricette più amate della cucina italiana, il timballo di verza farcito con zucca, olive e pinoli è un piatto ricco di vitamina C e folati. Questa ricetta può essere una buona soluzione per utilizzare del pane raffermo in maniera intelligente.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del timballino di verza farcito con zucca e olive e pinoli (utile in caso di rischio di infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su verza, zucca, olive, pinoli, pane, uovo, olio EVO,

farinata di ceci
Farinata di ceci

 

Chef Melissa Savoini
  Chef Melissa Savoini
  Ristorante Sapor       di…Vino

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Savoini per la realizzazione della farinata di ceci, utile in caso di rischio di infezioni.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 3 persone

Tempo di cottura: 25’

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 3 persone)

  • (teglia da 28 cm circa)
  • 150 g di farina di ceci
  • 400 ml di acqua
  • 40 ml di olio di oliva extravergine
  • 1⁄2 cucchiaino di Rosmarino
  • Sale q.b

 

Procedimento

  1. Mescolare la farina di ceci, poco alla volta, con l’acqua e il sale;
  2. Togliere la schiuma che si formerà in superficie;
  3. Lasciare il composto coperto (temperatura ambiente) per circa 2 ore girandolo di tanto in tanto;
  4. Dopo circa 2 ore mescolarlo molto bene per amalgamare tutti gli ingredienti;
  5. Versare il composto in una teglia (meglio se di alluminio, vaschette cuki) unta di olio;
  6. Aggiungere il rosmarino e cuocere nella parte bassa del forno, ben caldo (230/250 ° per circa 10 minuti, poi abbassare la temperatura a 200 ° per altri 15 minuti (deve risultare ben dorata in superficie).

 

 

Effetti avversi delle terapie: alterazione del gusto, perdita di appetito, fatigue, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te: La farinata di ceci è una ricetta storica Ligure. I ceci, così come tutti i legumi, sono da considerarsi proteine vegetali, molto ricchi in fibra, capace di ostacolare l’assorbimento del colesterolo. Per completare il piatto vi consigliamo di consumare la farinata con un contorno di verdure e una fetta di pane integrale, inoltre per aumentare maggiormente la biodisponibilità del ferro non eme contenuto nei ceci sarebbe opportuno consumare una fonte di vitamina C nello stesso pasto. Un esempio potrebbe essere tramite un frutto come kiwi o arancia, o in alternativa condire le verdure con del peperoncino fresco o del succo di limone.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della farinata di ceci (rischio infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su ceci, rosmarino, olio EVO

riso Artemide
Riso Artemide

 

Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Cravero per realizzare il riso Artemide, utile in caso di aumentato rischio di infezioni.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 1h 20’. Si può cuocere il riso anche il giorno prima, per ridurre il tempo di preparazione.

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 60 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 300 g Riso Artemide Integrale
  • 1 costa di Sedano
  • 1 Zucchina piccola, indicata la Trombetta
  • ¼ di Cavolfiore
  • 1 Finocchio
  • 1 Cipolla rossa
  • 12 Peperoncini dolci in base alle dimensioni. Alternativa peperone rosso o giallo
  • Un ciuffo di Germogli
  • 100 g Ceci neri
  • 50 cl Olio di semi di lino
  • 2/3 cucchiai Aceto di vino

 

Procedimento

  1. Lessare il riso in acqua con pochissimo sale per 60 minuti, scolarlo senza buttare il liquido di cottura e soprattutto non risciacquare, per non privarlo dei suoi valori nutrizionali e gli antociani presenti. Distendere su un vassoio e lasciar intiepidire;
  2. Il liquido di cottura va conservato e lo si potrà riutilizzare per preparare risotti (al posto del brodo);
  3. Tagliare gli ortaggi a fettine, condirli con poco sale, olio di semi di lino e poco aceto. Lasciar marinare una decina di minuti;
  4. Condire il riso tiepido con qualche cucchiaio del liquido di cottura, il liquido di marinatura delle verdure e metterlo su un piatto di portata. Completare con gli ortaggi, i peperoncini e i ceci neri.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te: 

La varietà Artemide è un riso integrale nero che deriva dall’incrocio tra il riso Venere ed un riso di tipo Indica. Ha un contenuto molto alto di ferro, silicio, antocianine e fibra. Quest’ultima riesce a tenere a bada l’indice glicemico a differenza del più tradizionale riso bianco. Mentre per quanto riguarda le antocianine sono i pigmenti che colorano le diverse varietà di riso e sono molto studiate per il loro possibile ruolo nel tenere a freno i geni dell’invecchiamento.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del riso Artemide (aumentato rischio di infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su risosedano, zucchina, cavolfiore, finocchio, cipolla, peperoncini, peperoni, ceci, olio di semi di lino, aceto

Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate
Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate

 

Chef Deborah Corsi
Chef Deborah Corsi Ristorante La Perla del Mare, membro di JRE

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Corsi per realizzare le tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate, utile per contrastare la fatigue.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura:  30 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

Preparazione hummus:

  • 300g fagioli cannellini cotti
  • 80g semi di girasole (ammollati per 2 ore in acqua fredda)
  • 30g olio EVO
  • il succo di mezzo limone piccolo
  • 1 spicchio aglio
  • prezzemolo tritato un cucchiaio
  • sale qb

 

Preparazione piatto:

  • 12 alici fresche grandi (tolta la testa e la lisca, aperte a libro, lavate, asciugate leggermente salate e dopo 5 minuti di nuovo asciugate)
  • un peperone rosso ben squadrato
  • 1 peperone giallo ben squadrato
  • 1 peperone verde ben squadrato
  • 4 prugne secche denocciolate
  • aceto di mele qb
  • sale qb
  • olio EVO qb
  • paprika dolce 1 cucchiaino (per spolverare)

 

Procedimento

Per l’hummus:

  1. Scolare i semi di girasole e cuocerli in abbondante acqua fino a molto teneri.
  2. Scolarli e mixarli con l’acqua di cottura dei cannellini e l’aglio finemente affettato ottenendo una crema.
  3. Aggiungere i fagioli cannellini e il succo di limone.
  4. Mixare ancora fino a crema non troppo densa, eventualmente aggiungendo acqua di cottura.
  5. Inserire l’olio Evo e omogeneizzare, poi il prezzemolo aggiustando di sale.
  6. Tenere tiepido.

 

Preparazione del piatto:

  1. Tagliare le prugne secche ognuna in sei pezzi e inserirle tutte in un sacchetto sottovuoto con 4 cucchiai di aceto di mele.
  2. Chiudere il sacchetto e riaprirlo dopo 20 minuti scolando i pezzetti delle prugne.
  3. Cuocere i peperoni interi in forno a 180 gradi. Dopo circa 25/30 minuti (la pelle inizia a gonfiare) metterli in un recipiente con un coperchio sopra e far intiepidire.
  4. Sbucciare i peperoni e ricavare la polpa intera più possibile. Ritagliare la polpa seguendo il contorno delle alici aperte. Quattro per ogni colore.
  5. Al momento del servizio tostare leggermente in padella antiaderente le alici spennellate di olio EVO da ambo i lati.
  6. Distribuire uniformemente sul fondo di ogni piatto l’hummus, mettere le alici sopra i peperoni sagomati (con una goccia di aceto di mele sopra ogni alice).
  7. Disporre i tre colori di peperoni con le alici sopra l’hummus e i pezzetti di prugne intorno.
  8. Cospargere con una spolverata di paprika e un giro di olio EVO.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di appetito, rischio di infezioni.

 

FBO per te: 

Questa ricetta vede come protagonista le alici che rientrano nella classe dei pesci “magri” in quanto presentano un contenuto lipidico inferiore al 3%. I lipidi dei pesci contengono una buona quantità di acidi grassi insaturi che vanno incontro facilmente ad alterazioni, rendendo il pesce facilmente deperibile. Maggior fonte dei lipidi è rappresentato da trigliceridi (l’olio di pesce) e possono contenere acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA), due acidi grassi polinsaturi della classe ω-3.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate (utile per contrastare la fatigue)

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli, semi di girasole, olio EVO, limone, aglio, prezzemolo, alici, peperone, prugne secche, aceto di mele, paprica

Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate
Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate

 

Chef Deborah Corsi
Chef Deborah Corsi Ristorante La Perla del Mare, membro di JRE

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Corsi per realizzare le tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate, utile in caso di perdita di appetito.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura:  30 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

Preparazione hummus:

  • 300g fagioli cannellini cotti
  • 80g semi di girasole (ammollati per 2 ore in acqua fredda)
  • 30g olio EVO
  • il succo di mezzo limone piccolo
  • 1 spicchio aglio
  • prezzemolo tritato un cucchiaio
  • sale qb

 

Preparazione piatto:

  • 12 alici fresche grandi (tolta la testa e la lisca, aperte a libro, lavate, asciugate leggermente salate e dopo 5 minuti di nuovo asciugate)
  • un peperone rosso ben squadrato
  • 1 peperone giallo ben squadrato
  • 1 peperone verde ben squadrato
  • 4 prugne secche denocciolate
  • aceto di mele qb
  • sale qb
  • olio EVO qb
  • paprika dolce 1 cucchiaino (per spolverare)

 

Procedimento

Per l’hummus:

  1. Scolare i semi di girasole e cuocerli in abbondante acqua fino a molto teneri.
  2. Scolarli e mixarli con l’acqua di cottura dei cannellini e l’aglio finemente affettato ottenendo una crema.
  3. Aggiungere i fagioli cannellini e il succo di limone.
  4. Mixare ancora fino a crema non troppo densa, eventualmente aggiungendo acqua di cottura.
  5. Inserire l’olio Evo e omogeneizzare, poi il prezzemolo aggiustando di sale.
  6. Tenere tiepido.

 

Preparazione del piatto:

  1. Tagliare le prugne secche ognuna in sei pezzi e inserirle tutte in un sacchetto sottovuoto con 4 cucchiai di aceto di mele.
  2. Chiudere il sacchetto e riaprirlo dopo 20 minuti scolando i pezzetti delle prugne.
  3. Cuocere i peperoni interi in forno a 180 gradi. Dopo circa 25/30 minuti (la pelle inizia a gonfiare) metterli in un recipiente con un coperchio sopra e far intiepidire.
  4. Sbucciare i peperoni e ricavare la polpa intera più possibile. Ritagliare la polpa seguendo il contorno delle alici aperte. Quattro per ogni colore.
  5. Al momento del servizio tostare leggermente in padella antiaderente le alici spennellate di olio EVO da ambo i lati.
  6. Distribuire uniformemente sul fondo di ogni piatto l’hummus, mettere le alici sopra i peperoni sagomati (con una goccia di aceto di mele sopra ogni alice).
  7. Disporre i tre colori di peperoni con le alici sopra l’hummus e i pezzetti di prugne intorno.
  8. Cospargere con una spolverata di paprika e un giro di olio EVO.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di appetito, rischio di infezioni.

 

FBO per te: 

Questa ricetta vede come protagonista le alici che rientrano nella classe dei pesci “magri” in quanto presentano un contenuto lipidico inferiore al 3%. I lipidi dei pesci contengono una buona quantità di acidi grassi insaturi che vanno incontro facilmente ad alterazioni, rendendo il pesce facilmente deperibile. Maggior fonte dei lipidi è rappresentato da trigliceridi (l’olio di pesce) e possono contenere acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA), due acidi grassi polinsaturi della classe ω-3.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate (utile in caso di perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli, semi di girasole, olio EVO, limone, aglio, prezzemolo, alici, peperone, prugne secche, aceto di mele, paprica

Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate
Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate

 

Chef Deborah Corsi Ristorante La Perla del Mare, membro di JRE

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Corsi per realizzare le tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura:  30 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

Preparazione hummus:

  • 300g fagioli cannellini cotti
  • 80g semi di girasole (ammollati per 2 ore in acqua fredda)
  • 30g olio EVO
  • il succo di mezzo limone piccolo
  • 1 spicchio aglio
  • prezzemolo tritato un cucchiaio
  • sale qb

 

Preparazione piatto:

  • 12 alici fresche grandi (tolta la testa e la lisca, aperte a libro, lavate, asciugate leggermente salate e dopo 5 minuti di nuovo asciugate)
  • un peperone rosso ben squadrato
  • 1 peperone giallo ben squadrato
  • 1 peperone verde ben squadrato
  • 4 prugne secche denocciolate
  • aceto di mele qb
  • sale qb
  • olio EVO qb
  • paprika dolce 1 cucchiaino (per spolverare)

 

Procedimento

Per l’hummus:

  1. Scolare i semi di girasole e cuocerli in abbondante acqua fino a molto teneri.
  2. Scolarli e mixarli con l’acqua di cottura dei cannellini e l’aglio finemente affettato ottenendo una crema.
  3. Aggiungere i fagioli cannellini e il succo di limone.
  4. Mixare ancora fino a crema non troppo densa, eventualmente aggiungendo acqua di cottura.
  5. Inserire l’olio Evo e omogeneizzare, poi il prezzemolo aggiustando di sale.
  6. Tenere tiepido.

 

Preparazione del piatto:

  1. Tagliare le prugne secche ognuna in sei pezzi e inserirle tutte in un sacchetto sottovuoto con 4 cucchiai di aceto di mele.
  2. Chiudere il sacchetto e riaprirlo dopo 20 minuti scolando i pezzetti delle prugne.
  3. Cuocere i peperoni interi in forno a 180 gradi. Dopo circa 25/30 minuti (la pelle inizia a gonfiare) metterli in un recipiente con un coperchio sopra e far intiepidire.
  4. Sbucciare i peperoni e ricavare la polpa intera più possibile. Ritagliare la polpa seguendo il contorno delle alici aperte. Quattro per ogni colore.
  5. Al momento del servizio tostare leggermente in padella antiaderente le alici spennellate di olio EVO da ambo i lati.
  6. Distribuire uniformemente sul fondo di ogni piatto l’hummus, mettere le alici sopra i peperoni sagomati (con una goccia di aceto di mele sopra ogni alice).
  7. Disporre i tre colori di peperoni con le alici sopra l’hummus e i pezzetti di prugne intorno.
  8. Cospargere con una spolverata di paprika e un giro di olio EVO.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di appetito, rischio di infezioni.

 

FBO per te: 

Questa ricetta vede come protagonista le alici che rientrano nella classe dei pesci “magri” in quanto presentano un contenuto lipidico inferiore al 3%. I lipidi dei pesci contengono una buona quantità di acidi grassi insaturi che vanno incontro facilmente ad alterazioni, rendendo il pesce facilmente deperibile. Maggior fonte dei lipidi è rappresentato da trigliceridi (l’olio di pesce) e possono contenere acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA), due acidi grassi polinsaturi della classe ω-3.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate (utile in caso di alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli, semi di girasole, olio EVO, limone, aglio, prezzemolo, alici, peperone, prugne secche, aceto di mele, paprica

Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate
Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate

 

Chef Deborah Corsi
Chef Deborah Corsi Ristorante La Perla del Mare, membro di JRE

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Corsi per realizzare le tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 40 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura:  30 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

Preparazione hummus:

  • 300g fagioli cannellini cotti
  • 80g semi di girasole (ammollati per 2 ore in acqua fredda)
  • 30g olio EVO
  • il succo di mezzo limone piccolo
  • 1 spicchio aglio
  • prezzemolo tritato un cucchiaio
  • sale qb

 

Preparazione piatto:

  • 12 alici fresche grandi (tolta la testa e la lisca, aperte a libro, lavate, asciugate leggermente salate e dopo 5 minuti di nuovo asciugate)
  • un peperone rosso ben squadrato
  • 1 peperone giallo ben squadrato
  • 1 peperone verde ben squadrato
  • 4 prugne secche denocciolate
  • aceto di mele qb
  • sale qb
  • olio EVO qb
  • paprika dolce 1 cucchiaino (per spolverare)

 

Procedimento

Per l’hummus:

  1. Scolare i semi di girasole e cuocerli in abbondante acqua fino a molto teneri.
  2. Scolarli e mixarli con l’acqua di cottura dei cannellini e l’aglio finemente affettato ottenendo una crema.
  3. Aggiungere i fagioli cannellini e il succo di limone.
  4. Mixare ancora fino a crema non troppo densa, eventualmente aggiungendo acqua di cottura.
  5. Inserire l’olio Evo e omogeneizzare, poi il prezzemolo aggiustando di sale.
  6. Tenere tiepido.

 

Preparazione del piatto:

  1. Tagliare le prugne secche ognuna in sei pezzi e inserirle tutte in un sacchetto sottovuoto con 4 cucchiai di aceto di mele.
  2. Chiudere il sacchetto e riaprirlo dopo 20 minuti scolando i pezzetti delle prugne.
  3. Cuocere i peperoni interi in forno a 180 gradi. Dopo circa 25/30 minuti (la pelle inizia a gonfiare) metterli in un recipiente con un coperchio sopra e far intiepidire.
  4. Sbucciare i peperoni e ricavare la polpa intera più possibile. Ritagliare la polpa seguendo il contorno delle alici aperte. Quattro per ogni colore.
  5. Al momento del servizio tostare leggermente in padella antiaderente le alici spennellate di olio EVO da ambo i lati.
  6. Distribuire uniformemente sul fondo di ogni piatto l’hummus, mettere le alici sopra i peperoni sagomati (con una goccia di aceto di mele sopra ogni alice).
  7. Disporre i tre colori di peperoni con le alici sopra l’hummus e i pezzetti di prugne intorno.
  8. Cospargere con una spolverata di paprika e un giro di olio EVO.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di appetito, rischio di infezioni.

 

FBO per te: 

Questa ricetta vede come protagonista le alici che rientrano nella classe dei pesci “magri” in quanto presentano un contenuto lipidico inferiore al 3%. I lipidi dei pesci contengono una buona quantità di acidi grassi insaturi che vanno incontro facilmente ad alterazioni, rendendo il pesce facilmente deperibile. Maggior fonte dei lipidi è rappresentato da trigliceridi (l’olio di pesce) e possono contenere acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA), due acidi grassi polinsaturi della classe ω-3.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli, semi di girasole, olio EVO, limone, aglio, prezzemolo, alici, peperone, prugne secche, aceto di mele, paprica

Esaminare le linee guida e le nuove evidenze nella nutrizione oncologica: un documento di posizione sulle lacune e le opportunità negli approcci multimodali per migliorare la cura del paziente

Prado C.M. et al.

Review Support Care Cancer. 2021 Nov 23.

 

Esaminare le linee guida e le nuove evidenze nella nutrizione oncologica: un documento di posizione sulle lacune e le opportunità negli approcci multimodali per migliorare la cura del paziente

La malnutrizione, la perdita muscolare e la cachessia sono prevalenti nel cancro e oggi in oncologia rimangono sfide chiave. Queste condizioni sono spesso sottoriconosciute e sottotrattate e hanno conseguenze devastanti per i pazienti.

Lo screening/valutazione e l’intervento nutrizionale precoce sono associati a migliori risultati per i pazienti.

Come malattia sfaccettata, il cancro richiede cure multimodali che integrano interventi di supporto, in particolare nutrizione ed esercizio fisico, per migliorare l’assunzione di nutrienti, la massa muscolare, il funzionamento fisico, la qualità della vita e i risultati del trattamento.

Un team integrato di operatori sanitari che incorpora le raccomandazioni delle società nella pratica clinica può aiutare a raggiungere i migliori risultati possibili.

Un gruppo multidisciplinare di esperti in oncologia, nutrizione, esercizio fisico e medicina ha partecipato a una tavola rotonda virtuale di 2 giorni nell’ottobre 2020 per discutere le lacune e le opportunità nella nutrizione oncologica, da sola e in combinazione con l’esercizio fisico, in relazione alle prove attuali e alle raccomandazioni delle società internazionali.

Il panel ha raccomandato cinque principi per ottimizzare la pratica oncologica clinica:

(1) posizionare la nutrizione oncologica al centro della cura multidisciplinare; (2) collaborare con colleghi e amministratori per integrare un processo di cura nutrizionale nell’approccio multidisciplinare alla cura del cancro; (3) esaminare tutti i pazienti per il rischio di malnutrizione al momento della diagnosi e regolarmente durante il trattamento; (4) combinare esercizio fisico e interventi nutrizionali prima (ad esempio, preabilitazione), durante e dopo il trattamento come standard di cura oncologica per ottimizzare lo stato nutrizionale e la massa muscolare; e (5) incorporare un approccio centrato sul paziente nell’assistenza multidisciplinare.

 

 

Abstract

 

Examining guidelines and new evidence in oncology nutrition: a position paper on gaps and opportunities in multimodal approaches to improve patient care

Malnutrition, muscle loss, and cachexia are prevalent in cancer and remain key challenges in oncology today. These conditions are frequently underrecognized and undertreated and have devastating consequences for patients.

Early nutrition screening/assessment and intervention are associated with improved patient outcomes.

As a multifaceted disease, cancer requires multimodal care that integrates supportive interventions, specifically nutrition and exercise, to improve nutrient intake, muscle mass, physical functioning, quality of life, and treatment outcomes.

An integrated team of healthcare providers that incorporates societies’ recommendations into clinical practice can help achieve the best possible outcomes.

A multidisciplinary panel of experts in oncology, nutrition, exercise, and medicine participated in a 2-day virtual roundtable in October 2020 to discuss gaps and opportunities in oncology nutrition, alone and in combination with exercise, relative to current evidence and international societies’ recommendations.

The panel recommended five principles to optimize clinical oncology practice:

(1) position oncology nutrition at the center of multidisciplinary care; (2) partner with colleagues and administrators to integrate a nutrition care process into the multidisciplinary cancer care approach; (3) screen all patients for malnutrition risk at diagnosis and regularly throughout treatment; (4) combine exercise and nutrition interventions before (e.g., prehabilitation), during, and after treatment as oncology standard of care to optimize nutrition status and muscle mass; and (5) incorporate a patient-centered approach into multidisciplinary care.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34811570/

ricetta con branzino, pomodoro selvatico, dragoncello
Branzino, Pomodoro Selvatico, Dragoncello

 

chef Gaetano Trovato
Chef Gaetano Trovato
Ristorante Arnolfo Colle Val d’Elsa SI, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta a base di branzino con pomodoro selvatico e dragoncello utile per contrastare la fatigue

 

Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 giorno

Difficoltà: Alta

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 1 h e 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per persona)

  • 50 gr di branzino
  • 30 pomodori San Marzano
  • 20 gr sedano
  • 20 gr Ginger
  • 5 gr aceto di mele
  • 30 gr parmigiano Reggiano
  • 1 fetta di Pane bianco ammollato nel latte
  • sale qb
  • 100 gr Dragoncello sfogliato
  • 300 gr olio di semi

 

Procedimento

  1. Una volta pulito il branzino recuperare le squame e metterle a spurgare sotto l’acqua corrente. Scolare e lasciare nell’essiccatore per 24h. Friggere a 190°C in olio di semi per 5 secondi.
  2. Una volta sfilettato, recuperare la pelle ben pulita ed adagiarla ben distesa su due placchecon carta forno per 160°C per 45 minuti, ventola a 2. Friggere a 190°C.
  3. Procedere con la cottura del branzino con olio extravergine per preservarne il gusto.
  4. Per l’acqua di pomodoro:
    frullare il tutto e mettere a scolare così da recuperare solo un’acqua di pomodoro chiara e trasparente.
  5. Per il cremoso al pomodoro:
    Incidere i pomodori, sbollentarli in acqua bollente ed immergerli in acqua e ghiaccio per recuperare la pelle che verrà successivamente essiccata e fritta per la guarnizione del piatto. Eliminare i semi e recuperare la polpa per farla confit (aromi: timo, aglio, scorza di limone, zucchero a vero, sale, olio evo).Forno 120°C, 1,30h
  6. Con l’aiuto di Paco-Jet fare degli strati alternando pomodoro confit, parmigiano, pane ammollato nel latte. Abbattere a -18°C, pacossare almeno 7/8 volte ed una volta aggiustato di sale, il cremoso è pronto.
  7. Frullare il tutto con un robot da cucina per 9 minuti, 90°C Mettere a scolare con l’aiuto di un etamina e recuperare solo l’olio.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di appetito.

 

FBO per te: Il branzino è un pesce magro facilmente digeribile, ricco di proteine e contenente folati. Contiene acidi grassi omega 3, per cui può aiutare a tenere sotto controllo i trigliceridi e la pressione sanguigna. Inoltre, grazie all’elevata presenza di potassio, aiuta a contrastare l’ipertensione. Infine, secondo uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, l’assunzione regolare di questo alimento può ridurre fino al 64% la mortalità per cancro e fino al 50% la mortalità associata al tumore alla prostata.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del branzino con pomodoro selvatico e dragoncello (fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su branzino, pomodori, sedano, ginger, aceto, parmigiano reggiano, pane, dragoncello, olio di semi

ricetta con branzino, pomodoro selvatico, dragoncello
Branzino, Pomodoro Selvatico, Dragoncello

 

chef Gaetano Trovato
Chef Gaetano Trovato
Ristorante Arnolfo Colle Val d’Elsa SI, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta a base di branzino con pomodoro selvatico e dragoncello che può essere utile in caso di alterazioni del gusto

 

Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 giorno

Difficoltà: Alta

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 1 h e 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per persona)

  • 50 gr di branzino
  • 30 pomodori San Marzano
  • 20 gr sedano
  • 20 gr Ginger
  • 5 gr aceto di mele
  • 30 gr parmigiano Reggiano
  • 1 fetta di Pane bianco ammollato nel latte
  • sale qb
  • 100 gr Dragoncello sfogliato
  • 300 gr olio di semi

 

Procedimento

  1. Una volta pulito il branzino recuperare le squame e metterle a spurgare sotto l’acqua corrente. Scolare e lasciare nell’essiccatore per 24h. Friggere a 190°C in olio di semi per 5 secondi.
  2. Una volta sfilettato, recuperare la pelle ben pulita ed adagiarla ben distesa su due placchecon carta forno per 160°C per 45 minuti, ventola a 2. Friggere a 190°C.
  3. Cuocere il branzino con olio extravergine per preservarne il gusto.
  4. Per l’acqua di pomodoro:
    frullare il tutto e mettere a scolare così da recuperare solo un’acqua di pomodoro chiara e trasparente.
  5. Per il cremoso al pomodoro:
    Incidere i pomodori, sbollentarli in acqua bollente ed immergerli in acqua e ghiaccio per recuperare la pelle che verrà successivamente essiccata e fritta per la guarnizione del piatto. Eliminare i semi e recuperare la polpa per farla confit (aromi: timo, aglio, scorza di limone, zucchero a vero, sale, olio evo).Forno 120°C, 1,30h
  6. Con l’aiuto di Paco-Jet fare degli strati alternando pomodoro confit, parmigiano, pane ammollato nel latte. Abbattere a -18°C, pacossare almeno 7/8 volte ed una volta aggiustato di sale, il cremoso è pronto.
  7. Frullare il tutto con un robot da cucina per 9 minuti, 90°C Mettere a scolare con l’aiuto di un etamina e recuperare solo l’olio.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di appetito.

 

FBO per te: Il branzino è un pesce magro facilmente digeribile, ricco di proteine e contenente folati. Contiene acidi grassi omega 3, per cui può aiutare a tenere sotto controllo i trigliceridi e la pressione sanguigna. Inoltre, grazie all’elevata presenza di potassio, aiuta a contrastare l’ipertensione. Infine, secondo uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, l’assunzione regolare di questo alimento può ridurre fino al 64% la mortalità per cancro e fino al 50% la mortalità associata al tumore alla prostata.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del branzino con pomodoro selvatico e dragoncello (alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su branzino, pomodori, sedano, ginger, aceto, parmigiano reggiano, pane, dragoncello, olio di semi

ricetta con branzino, pomodoro selvatico, dragoncello
Branzino, Pomodoro Selvatico, Dragoncello

 

chef Gaetano Trovato
Chef Gaetano Trovato
Ristorante Arnolfo Colle Val d’Elsa SI, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta a base di branzino con pomodoro selvatico e dragoncello che può essere utile in caso di perdita di appetito!

 

Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 giorno

Difficoltà: Alta

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 1 h e 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per persona)

  • 50 gr di branzino
  • 30 pomodori San Marzano
  • 20 gr sedano
  • 20 gr Ginger
  • 5 gr aceto di mele
  • 30 gr parmigiano Reggiano
  • 1 fetta di Pane bianco ammollato nel latte
  • sale qb
  • 100 gr Dragoncello sfogliato
  • 300 gr olio di semi

 

Procedimento

  1. Una volta pulito il branzino recuperare le squame e metterle a spurgare sotto l’acqua corrente. Scolare e lasciare nell’essiccatore per 24h. Friggere a 190°C in olio di semi per 5 secondi.
  2. Una volta sfilettato, recuperare la pelle ben pulita ed adagiarla ben distesa su due placchecon carta forno per 160°C per 45 minuti, ventola a 2. Friggere a 190°C.
  3. Procedere alla cottura del branzino con olio extravergine per preservarne il gusto.
  4. Per l’acqua di pomodoro:
    frullare il tutto e mettere a scolare così da recuperare solo un’acqua di pomodoro chiara e trasparente.
  5. Per il cremoso al pomodoro:
    Incidere i pomodori, sbollentarli in acqua bollente ed immergerli in acqua e ghiaccio per recuperare la pelle che verrà successivamente essiccata e fritta per la guarnizione del piatto. Eliminare i semi e recuperare la polpa per farla confit (aromi: timo, aglio, scorza di limone, zucchero a vero, sale, olio evo).Forno 120°C, 1,30h
  6. Con l’aiuto di Paco-Jet fare degli strati alternando pomodoro confit, parmigiano, pane ammollato nel latte. Abbattere a -18°C, pacossare almeno 7/8 volte ed una volta aggiustato di sale, il cremoso è pronto.
  7. Frullare il tutto con un robot da cucina per 9 minuti, 90°C Mettere a scolare con l’aiuto di un etamina e recuperare solo l’olio.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di appetito.

 

 

FBO per te: Il branzino è un pesce magro facilmente digeribile, ricco di proteine e contenente folati. Contiene acidi grassi omega 3, per cui può aiutare a tenere sotto controllo i trigliceridi e la pressione sanguigna. Inoltre, grazie all’elevata presenza di potassio, aiuta a contrastare l’ipertensione. Infine, secondo uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, l’assunzione regolare di questo alimento può ridurre fino al 64% la mortalità per cancro e fino al 50% la mortalità associata al tumore alla prostata.

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del branzino con pomodoro selvatico e dragoncello (perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su branzino, pomodori, sedano, ginger, aceto, parmigiano reggiano, pane, dragoncello, olio di semi

ricetta con branzino, pomodoro selvatico, dragoncello
Branzino, Pomodoro Selvatico, Dragoncello

 

chef Gaetano Trovato
Chef Gaetano Trovato
Ristorante Arnolfo Colle Val d’Elsa SI, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta a base di branzino con pomodoro selvatico e dragoncello

 

Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 giorno

Difficoltà: Alta

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 1 h e 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per persona)

  • 50 gr di branzino
  • 30 pomodori San Marzano
  • 20 gr sedano
  • 20 gr Ginger
  • 5 gr aceto di mele
  • 30 gr parmigiano Reggiano
  • 1 fetta di Pane bianco ammollato nel latte
  • sale qb
  • 100 gr Dragoncello sfogliato
  • 300 gr olio di semi

 

Procedimento

  1. Una volta pulito il branzino recuperare le squame e metterle a spurgare sotto l’acqua corrente. Scolare e lasciare nell’essiccatore per 24h. Friggere a 190°C in olio di semi per 5 secondi.
  2. Una volta sfilettato, recuperare la pelle ben pulita ed adagiarla ben distesa su due placche con carta forno per 160°C per 45 minuti, ventola a 2. Friggere a 190°C.
  3. Cuocere con olio extravergine il branzino per preservarne il gusto.
  4. Per l’acqua di pomodoro:
    frullare il tutto e mettere a scolare così da recuperare solo un’acqua di pomodoro chiara e trasparente.
  5. Per il cremoso al pomodoro:
    Incidere i pomodori, sbollentarli in acqua bollente ed immergerli in acqua e ghiaccio per recuperare la pelle che verrà successivamente essiccata e fritta per la guarnizione del piatto. Eliminare i semi e recuperare la polpa per farla confit (aromi: timo, aglio, scorza di limone, zucchero a vero, sale, olio evo).Forno 120°C, 1,30h
  6. Con l’aiuto di Paco-Jet fare degli strati alternando pomodoro confit, parmigiano, pane ammollato nel latte. Abbattere a -18°C, pacossare almeno 7/8 volte ed una volta aggiustato di sale, il cremoso è pronto.
  7. Frullare il tutto con un robot da cucina per 9 minuti, 90°C Mettere a scolare con l’aiuto di un etamina e recuperare solo l’olio.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di appetito.

 

FBO per te: Il branzino è un pesce magro facilmente digeribile, ricco di proteine e contenente folati. Contiene acidi grassi omega 3, per cui può aiutare a tenere sotto controllo i trigliceridi e la pressione sanguigna. Inoltre, grazie all’elevata presenza di potassio, aiuta a contrastare l’ipertensione. Infine, secondo uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, l’assunzione regolare di questo alimento può ridurre fino al 64% la mortalità per cancro e fino al 50% la mortalità associata al tumore alla prostata.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del branzino con pomodoro selvatico e dragoncello

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su branzino, pomodori, sedano, ginger, aceto, parmigiano reggiano, pane, dragoncello, olio di semi.

Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso
Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso

 

Chef Mariano Guradianelli
Chef Mariano Guardianelli
Ristorante Abocar Due Cucine Rimini, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Guardianelli per realizzare la triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso, utile per contrastare la fatigue.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 2 giorni

Difficoltà: Alta

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 3 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 pz triglia fresca
  • 500 g Prugna rossa
  • Aceto di riso Qb
  • 2 pz radicchio rosso
  • Uova di trota (opzionale) Qb
  • Basilico roso Qb
  • 30 g Pasta di umeboshi
  • Olio oliva Qb
  • Succo di limone qb

 

Procedimento

Per le triglie:

Squamare, sfilettare e spinare accuratamente le triglie. Sovrapporre i due filetti leggermente salati e lasciare riposare in frigorifero per una notte.

 

Per radicchio rosso:

Separare le foglie esterne di quelle vicino al cuore. Le foglie esterne saranno utilizzate per la macinatura.

 

Per vinagrette di prugna rossa:

Fare una centrifuga con la prugna rossa e qualche goccia di succo di limone. Una parte del succo succo verrà utilizzato per la marinatura, l’altra per la vinagrette. Condire con olio d’oliva, sale e succo di limone.

 

Per la marinatura:

Inserire le foglie esterne del radicchio dentro la marinatura e lasciare marinare tutta la notte. Le foglie vicino al cuore saranno utilizzate fresche.

 

Per la marmellata di prugna secca:

Lavare e tagliare la prugna grossolanamente.

Essiccare per tutta la notte in forno a 60 gradi. Il giorno dopo reidratare la prugna per 2 ore con aceto di riso, e acqua. Frullare tutto con un mixer a immersione e rettificare con qualche goccia di succo di limone.

 

Per finire il piatto:

Cuocere al vapore per 3 minuti i filetti di triglia e raffreddare in frigorifero. L’idea e che il piatto sia una insalata di pesce tiepida.

 

Impiattamento

Alla base adagiare i filetti di triglia cotti, condire con qualche punto di marmellata di prugna, dopo il radicchio marinato, il radicchio fresco, qualche uova di trotta e foglie di basilico rosso e petali di rosa. Se lo desiderate qualche uova di trotta per rendere il piatto con un poco più di carattere.

Finite il tutto con la vinagrette di prugna rossa montata.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, alterazioni del gusto, fatigue.

 

FBO per te: Questa ricetta vede come protagonista la triglia, caratterizzata da carni sode e altamente digeribili. A differenza di molti altri tipi di pesci, le sue carni presentano un buon livello di grassi che la rendono particolarmente gustosa al palato. I livelli di colesterolo e di carboidrati sono comunque minimi. Inoltre la triglia è buona fonte di vitamine, soprattutto la vitamina A e le vitamine del gruppo B.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso (in caso di fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su triglia, prugna, radicchio, trota, basilico, limone, olio EVO

Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso
Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso

 

Chef Mariano Guradianelli
Chef Mariano Guardianelli
Ristorante Abocar Due Cucine Rimini, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Guardianelli per realizzare la triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 2 giorni

Difficoltà: Alta

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 3 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 pz triglia fresca
  • 500 g Prugna rossa
  • Aceto di riso Qb
  • 2 pz radicchio rosso
  • Uova di trota (opzionale) Qb
  • Basilico roso Qb
  • 30 g Pasta di umeboshi
  • Olio oliva Qb
  • Succo di limone qb

 

Procedimento

Per le triglie:

Squamare, sfilettare e spinare accuratamente le triglie. Sovrapporre i due filetti leggermente salati e lasciare riposare in frigorifero per una notte.

 

Per radicchio rosso:

Separare le foglie esterne di quelle vicino al cuore. Le foglie esterne saranno utilizzate per la macinatura.

 

Per vinagrette di prugna rossa:

Fare una centrifuga con la prugna rossa e qualche goccia di succo di limone. Una parte del succo succo verrà utilizzato per la marinatura, l’altra per la vinagrette. Condire con olio d’oliva, sale e succo di limone.

 

Per la marinatura:

Inserire le foglie esterne del radicchio dentro la marinatura e lasciare marinare tutta la notte. Le foglie vicino al cuore saranno utilizzate fresche.

 

Per la marmellata di prugna secca:

Lavare e tagliare la prugna grossolanamente.

Essiccare per tutta la notte in forno a 60 gradi. Il giorno dopo reidratare la prugna per 2 ore con aceto di riso, e acqua. Frullare tutto con un mixer a immersione e rettificare con qualche goccia di succo di limone.

 

Per finire il piatto:

Cuocere al vapore per 3 minuti i filetti di triglia e raffreddare in frigorifero. L’idea e che il piatto sia una insalata di pesce tiepida.

 

Impiattamento

Alla base adagiare i filetti di triglia cotti, condire con qualche punto di marmellata di prugna, dopo il radicchio marinato, il radicchio fresco, qualche uova di trotta e foglie di basilico rosso e petali di rosa. Se lo desiderate qualche uova di trotta per rendere il piatto con un poco più di carattere.

Finite il tutto con la vinagrette di prugna rossa montata.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, alterazioni del gusto, fatigue.

 

FBO per te: Questa ricetta vede come protagonista la triglia, caratterizzata da carni sode e altamente digeribili. A differenza di molti altri tipi di pesci, le sue carni presentano un buon livello di grassi che la rendono particolarmente gustosa al palato. I livelli di colesterolo e di carboidrati sono comunque minimi. Inoltre la triglia è buona fonte di vitamine, soprattutto la vitamina A e le vitamine del gruppo B.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso (in caso di alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su triglia, prugna, radicchio, trota, basilico, limone, olio EVO

Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso
Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso

 

Chef Mariano Guradianelli
Chef Mariano Guardianelli
Ristorante Abocar Due Cucine Rimini, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Guardianelli per realizzare la triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso, utile per contrastare la perdita di appetito.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 2 giorni

Difficoltà: Alta

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 3 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 pz triglia fresca
  • 500 g Prugna rossa
  • Aceto di riso Qb
  • 2 pz radicchio rosso
  • Uova di trota (opzionale) Qb
  • Basilico roso Qb
  • 30 g Pasta di umeboshi
  • Olio oliva Qb
  • Succo di limone qb

 

Procedimento

Per le triglie:

Squamare, sfilettare e spinare accuratamente le triglie. Sovrapporre i due filetti leggermente salati e lasciare riposare in frigorifero per una notte.

 

Per radicchio rosso:

Separare le foglie esterne di quelle vicino al cuore. Le foglie esterne saranno utilizzate per la macinatura.

 

Per vinagrette di prugna rossa:

Fare una centrifuga con la prugna rossa e qualche goccia di succo di limone. Una parte del succo succo verrà utilizzato per la marinatura, l’altra per la vinagrette. Condire con olio d’oliva, sale e succo di limone.

 

Per la marinatura:

Inserire le foglie esterne del radicchio dentro la marinatura e lasciare marinare tutta la notte. Le foglie vicino al cuore saranno utilizzate fresche.

 

Per la marmellata di prugna secca:

Lavare e tagliare la prugna grossolanamente.

Essiccare per tutta la notte in forno a 60 gradi. Il giorno dopo reidratare la prugna per 2 ore con aceto di riso, e acqua. Frullare tutto con un mixer a immersione e rettificare con qualche goccia di succo di limone.

 

Per finire il piatto:

Cuocere al vapore per 3 minuti i filetti di triglia e raffreddare in frigorifero. L’idea e che il piatto sia una insalata di pesce tiepida.

 

Impiattamento

Alla base adagiare i filetti di triglia cotti, condire con qualche punto di marmellata di prugna, dopo il radicchio marinato, il radicchio fresco, qualche uova di trotta e foglie di basilico rosso e petali di rosa. Se lo desiderate qualche uova di trotta per rendere il piatto con un poco più di carattere.

Finite il tutto con la vinagrette di prugna rossa montata.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, alterazioni del gusto, fatigue.

 

FBO per te: Questa ricetta vede come protagonista la triglia, caratterizzata da carni sode e altamente digeribili. A differenza di molti altri tipi di pesci, le sue carni presentano un buon livello di grassi che la rendono particolarmente gustosa al palato. I livelli di colesterolo e di carboidrati sono comunque minimi. Inoltre la triglia è buona fonte di vitamine, soprattutto la vitamina A e le vitamine del gruppo B.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso (in caso di perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su triglia, prugna, radicchio, trota, basilico, limone, olio EVO

Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso
Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso

 

Chef Mariano Guardianelli
Chef Mariano Guardianelli
Ristorante Abocar Due Cucine Rimini, membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Guardianelli per realizzare la triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 2 giorni

Difficoltà: Alta

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 3 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 pz triglia fresca
  • 500 g Prugna rossa
  • Aceto di riso Qb
  • 2 pz radicchio rosso
  • Uova di trota (opzionale) Qb
  • Basilico roso Qb
  • 30 g Pasta di umeboshi
  • Olio oliva Qb
  • Succo di limone qb

 

Procedimento

Per le triglie:

Squamare, sfilettare e spinare accuratamente le triglie. Sovrapporre i due filetti leggermente salati e lasciare riposare in frigorifero per una notte.

 

Per radicchio rosso:

Separare le foglie esterne di quelle vicino al cuore. Le foglie esterne saranno utilizzate per la macinatura.

 

Per vinagrette di prugna rossa:

Fare una centrifuga con la prugna rossa e qualche goccia di succo di limone. Una parte del succo succo verrà utilizzato per la marinatura, l’altra per la vinagrette. Condire con olio d’oliva, sale e succo di limone.

 

Per la marinatura:

Inserire le foglie esterne del radicchio dentro la marinatura e lasciare marinare tutta la notte. Le foglie vicino al cuore saranno utilizzate fresche.

 

Per la marmellata di prugna secca:

Lavare e tagliare la prugna grossolanamente.

Essiccare per tutta la notte in forno a 60 gradi. Il giorno dopo reidratare la prugna per 2 ore con aceto di riso, e acqua. Frullare tutto con un mixer a immersione e rettificare con qualche goccia di succo di limone.

 

Per finire il piatto:

Cuocere al vapore per 3 minuti i filetti di triglia e raffreddare in frigorifero. L’idea e che il piatto sia una insalata di pesce tiepida.

 

Impiattamento

Alla base adagiare i filetti di triglia cotti, condire con qualche punto di marmellata di prugna, dopo il radicchio marinato, il radicchio fresco, qualche uova di trotta e foglie di basilico rosso e petali di rosa. Se lo desiderate qualche uova di trotta per rendere il piatto con un poco più di carattere.

Finite il tutto con la vinagrette di prugna rossa montata.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, alterazioni del gusto, fatigue.

 

FBO per te: Questa ricetta vede come protagonista la triglia, caratterizzata da carni sode e altamente digeribili. A differenza di molti altri tipi di pesci, le sue carni presentano un buon livello di grassi che la rendono particolarmente gustosa al palato. I livelli di colesterolo e di carboidrati sono comunque minimi. Inoltre la triglia è buona fonte di vitamine, soprattutto la vitamina A e le vitamine del gruppo B.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su triglia, prugna, radicchio, trota, basilico, limone, olio EVO

Polpo rosticciato con ceci neri di murgia
Polpo rosticciato con ceci neri di Murgia

 

Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Cravero per realizzar il polpo rosticciato con ceci neri di Murgia, utile in caso di edema (o gonfiore sottocutaneo).

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 3h 

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 2 h

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 1 Polpo medio/piccolo
  • 250 gr di ceci neri di murgia secchi
  • 1 cipolla
  • 1 carota
  • una gamba di sedano
  • uno spicchio di aglio
  • Olio
  • Sale e pepe qb
  • Pomodori gialli qb

 

Procedimento

  1. Mettere i ceci a bagno la notte precedente;
  2. Mettere a lessare il polipo intero con metà carota, metà cipolla, metà sedano;
  3. Dopo circa due ore togliere dal fuoco e lascar intiepidire;
  4. Tritare finemente le restanti cipolla, carota, sedano e lo spicchio di aglio e farne un soffritto, aggiungere i ceci scolati, bagnare con acqua e portare a cottura. (aggiungere altra acqua se serve). Quando ben cotti, lasciarne una parte interi e frullare il resto con un filo di olio fino ad ottenere una bella crema morbida;
  5. Togliere il polipo dall’acqua, tagliare gli 8 tentacoli e asciugarli bene. Arrostirli brevemente in padella molto calda con poco olio e appena sono ben dorati, togliere e tenere al caldo;

 

Impiattamento:

Versare sul fondo del piatto la crema di ceci, adagiarvi due tentacoli e completare con pomodorini gialli e i ceci rimasti interi. Qualche goccia di olio e servire;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, gonfiore addominale, gonfiore sottocutaneo/edema.

 

FBO per te: 

Un secondo che associa le proprietà dei legumi a quelle del pesce, un ottimo contenuto proteico e buone quantità di niacina e vitamina B12. La quantità di sodio presente nel polpo è, invece, rilevante, per questo motivo non è assolutamente necessario aggiungere sale. Ottima, quindi, l’idea di insaporire il piatto utilizzando aglio, agrumi, aromi e spezie. Questo secondo piatto può essere completato con una porzione di patate ed un contorno di verdure.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del polpo rosticciato con ceci neri di Murgia (edema o gonfiore sottocutaneo)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su polpo, ceci, carota, cipolla, sedano, aglio, olio EVO, pepe, pomodori

Polpo rosticciato con ceci neri di murgia
Polpo rosticciato con ceci neri di Murgia

 

Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Cravero per realizzar il polpo rosticciato con ceci neri di Murgia, utile in caso di gonfiore addominale.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 3h 

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 2 h

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 1 Polpo medio/piccolo
  • 250 gr di ceci neri di murgia secchi
  • 1 cipolla
  • 1 carota
  • una gamba di sedano
  • uno spicchio di aglio
  • Olio
  • Sale e pepe qb
  • Pomodori gialli qb

 

Procedimento

  1. Mettere i ceci a bagno la notte precedente;
  2. Mettere a lessare il polipo intero con metà carota, metà cipolla, metà sedano;
  3. Dopo circa due ore togliere dal fuoco e lascar intiepidire;
  4. Tritare finemente le restanti cipolla, carota, sedano e lo spicchio di aglio e farne un soffritto, aggiungere i ceci scolati, bagnare con acqua e portare a cottura. (aggiungere altra acqua se serve). Quando ben cotti, lasciarne una parte interi e frullare il resto con un filo di olio fino ad ottenere una bella crema morbida;
  5. Togliere il polipo dall’acqua, tagliare gli 8 tentacoli e asciugarli bene. Arrostirli brevemente in padella molto calda con poco olio e appena sono ben dorati, togliere e tenere al caldo;

 

Impiattamento:

Versare sul fondo del piatto la crema di ceci, adagiarvi due tentacoli e completare con pomodorini gialli e i ceci rimasti interi. Qualche goccia di olio e servire;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, gonfiore addominale, gonfiore sottocutaneo/edema.

 

FBO per te: 

Un secondo che associa le proprietà dei legumi a quelle del pesce, un ottimo contenuto proteico e buone quantità di niacina e vitamina B12. La quantità di sodio presente nel polpo è, invece, rilevante, per questo motivo non è assolutamente necessario aggiungere sale. Ottima, quindi, l’idea di insaporire il piatto utilizzando aglio, agrumi, aromi e spezie. Questo secondo piatto può essere completato con una porzione di patate ed un contorno di verdure.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del polpo rosticciato con ceci neri di Murgia (gonfiore addominale)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su polpo, ceci, carota, cipolla, sedano, aglio, olio EVO, pepe, pomodori

Polpo rosticciato con ceci neri di murgia
Polpo rosticciato con ceci neri di Murgia

 

Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Cravero per realizzar il polpo rosticciato con ceci neri di Murgia, utile in caso di anemia.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 3h 

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 2 h

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 1 Polpo medio/piccolo
  • 250 gr di ceci neri di murgia secchi
  • 1 cipolla
  • 1 carota
  • una gamba di sedano
  • uno spicchio di aglio
  • Olio
  • Sale e pepe qb
  • Pomodori gialli qb

 

Procedimento

  1. Mettere i ceci a bagno la notte precedente;
  2. Mettere a lessare il polipo intero con metà carota, metà cipolla, metà sedano;
  3. Dopo circa due ore togliere dal fuoco e lascar intiepidire;
  4. Tritare finemente le restanti cipolla, carota, sedano e lo spicchio di aglio e farne un soffritto, aggiungere i ceci scolati, bagnare con acqua e portare a cottura. (aggiungere altra acqua se serve). Quando ben cotti, lasciarne una parte interi e frullare il resto con un filo di olio fino ad ottenere una bella crema morbida;
  5. Togliere il polipo dall’acqua, tagliare gli 8 tentacoli e asciugarli bene. Arrostirli brevemente in padella molto calda con poco olio e appena sono ben dorati, togliere e tenere al caldo;

 

Impiattamento:

Versare sul fondo del piatto la crema di ceci, adagiarvi due tentacoli e completare con pomodorini gialli e i ceci rimasti interi. Qualche goccia di olio e servire;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, gonfiore addominale, gonfiore sottocutaneo/edema.

 

FBO per te: 

Un secondo che associa le proprietà dei legumi a quelle del pesce, un ottimo contenuto proteico e buone quantità di niacina e vitamina B12. La quantità di sodio presente nel polpo è, invece, rilevante, per questo motivo non è assolutamente necessario aggiungere sale. Ottima, quindi, l’idea di insaporire il piatto utilizzando aglio, agrumi, aromi e spezie. Questo secondo piatto può essere completato con una porzione di patate ed un contorno di verdure.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del polpo rosticciato con ceci neri di Murgia (anemia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su polpo, ceci, carota, cipolla, sedano, aglio, olio EVO, pepe, pomodori

Polpo rosticciato con ceci neri di murgia
Polpo rosticciato con ceci neri di Murgia

 

Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Cravero per realizzar il polpo rosticciato con ceci neri di Murgia, utile per contrastare la fatigue.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 3h 

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 2 h

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 1 Polpo medio/piccolo
  • 250 gr di ceci neri di murgia secchi
  • 1 cipolla
  • 1 carota
  • una gamba di sedano
  • uno spicchio di aglio
  • Olio
  • Sale e pepe qb
  • Pomodori gialli qb

 

Procedimento

  1. Mettere i ceci a bagno la notte precedente;
  2. Mettere a lessare il polipo intero con metà carota, metà cipolla, metà sedano;
  3. Dopo circa due ore togliere dal fuoco e lascar intiepidire;
  4. Tritare finemente le restanti cipolla, carota, sedano e lo spicchio di aglio e farne un soffritto, aggiungere i ceci scolati, bagnare con acqua e portare a cottura. (aggiungere altra acqua se serve). Quando ben cotti, lasciarne una parte interi e frullare il resto con un filo di olio fino ad ottenere una bella crema morbida;
  5. Togliere il polipo dall’acqua, tagliare gli 8 tentacoli e asciugarli bene. Arrostirli brevemente in padella molto calda con poco olio e appena sono ben dorati, togliere e tenere al caldo;

 

Impiattamento:

Versare sul fondo del piatto la crema di ceci, adagiarvi due tentacoli e completare con pomodorini gialli e i ceci rimasti interi. Qualche goccia di olio e servire;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, gonfiore addominale, gonfiore sottocutaneo/edema.

 

FBO per te: 

Un secondo che associa le proprietà dei legumi a quelle del pesce, un ottimo contenuto proteico e buone quantità di niacina e vitamina B12. La quantità di sodio presente nel polpo è, invece, rilevante, per questo motivo non è assolutamente necessario aggiungere sale. Ottima, quindi, l’idea di insaporire il piatto utilizzando aglio, agrumi, aromi e spezie. Questo secondo piatto può essere completato con una porzione di patate ed un contorno di verdure.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del polpo rosticciato con ceci neri di Murgia (fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su polpo, ceci, carota, cipolla, sedano, aglio, olio EVO, pepe, pomodori

Polpo rosticciato con ceci neri di murgia
Polpo rosticciato con ceci neri di Murgia

 

Chef Gianpiero Cravero
Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Cravero per realizzar il polpo rosticciato con ceci neri di Murgia, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 3h 

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 2 h

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 1 Polpo medio/piccolo
  • 250 gr di ceci neri di murgia secchi
  • 1 cipolla
  • 1 carota
  • una gamba di sedano
  • uno spicchio di aglio
  • Olio
  • Sale e pepe qb
  • Pomodori gialli qb

 

Procedimento

  1. Mettere i ceci a bagno la notte precedente;
  2. Mettere a lessare il polipo intero con metà carota, metà cipolla, metà sedano;
  3. Dopo circa due ore togliere dal fuoco e lascar intiepidire;
  4. Tritare finemente le restanti cipolla, carota, sedano e lo spicchio di aglio e farne un soffritto, aggiungere i ceci scolati, bagnare con acqua e portare a cottura. (aggiungere altra acqua se serve). Quando ben cotti, lasciarne una parte interi e frullare il resto con un filo di olio fino ad ottenere una bella crema morbida;
  5. Togliere il polipo dall’acqua, tagliare gli 8 tentacoli e asciugarli bene. Arrostirli brevemente in padella molto calda con poco olio e appena sono ben dorati, togliere e tenere al caldo;

 

Impiattamento:

Versare sul fondo del piatto la crema di ceci, adagiarvi due tentacoli e completare con pomodorini gialli e i ceci rimasti interi. Qualche goccia di olio e servire;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, gonfiore addominale, gonfiore sottocutaneo/edema.

 

FBO per te: 

Un secondo che associa le proprietà dei legumi a quelle del pesce, un ottimo contenuto proteico e buone quantità di niacina e vitamina B12. La quantità di sodio presente nel polpo è, invece, rilevante, per questo motivo non è assolutamente necessario aggiungere sale. Ottima, quindi, l’idea di insaporire il piatto utilizzando aglio, agrumi, aromi e spezie. Questo secondo piatto può essere completato con una porzione di patate ed un contorno di verdure.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del polpo rosticciato con ceci neri di Murgia (alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su polpo, ceci, carota, cipolla, sedano, aglio, olio EVO, pepe, pomodori

Cannelloni croccanti di farina di grano saraceno al ripieno di verza e castagne con crema vellutata di zucca
Cannelloni croccanti di farina di grano saraceno al ripieno di verza e castagne con crema vellutata di zucca

 

Chef Gianpiero Cravero
Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dei cannelloni croccanti di farina di grano saraceno al ripieno di verza e castagne con crema vellutata di zucca, utile in caso di perdita di appetito.

 

Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 40’

Difficoltà: Alta

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 30′

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

Per la Sfoglia:

  • 200 gr farina bianca
  • 50 gr farina di grano saraceno
  • 4 uova intere
  • un pizzico di sale
  • un cucchiaio di olio d’oliva

 

Per il ripieno:

  • Mezza verza di medie dimensioni
  • 10 castagne cotte a vapore (si trovano facilmente in commercio)
  • mezza cipolla tritata finemente
  • due foglie di alloro
  • 4 fette di pan carrè
  • mezzo bicchiere di latte
  • 4 tuorli
  • 2 cucchiai di Grana grattato
  • un pizzico di sale

 

Per la crema di zucca:

  • 500 gr di zucca
  • un cucchiaio di cipolla tritata
  • un rametto di rosmarino
  • due cucchiai di olio d’oliva
  • sale qb

 

Procedimento

  1. Per la sfoglia unire tutti gli ingredienti, impastate bene, lasciar riposare 20 minuti.
  2. Mentre la sfoglia riposa, tagliare la verza a strisce sottili, lessarle per una decina di minuti in acqua bollente e scolare.
  3. Fare un soffritto con olio, alloro e cipolla, appena dorato aggiungere le castagne sbriciolate. Cuocere un paio di minuti, aggiungere la verza e cuocere altri 5 minuti a fuoco lento. Trasferire il tutto in una ciotola, aggiungere il pan carrè ammollato nel latte e ben strizzato, il grana, i tuorli. Sbattere bene e regolare di sale se necessario.
  4. Per la crema di zucca: fare un soffritto con olio, cipolla e rosmarino, aggiungere la zucca tagliata a dadi, bagnare con acqua, aggiungere il sale e portare a cottura.
  5. Quando ben cotta frullare il tutto al minipimer.
  6. Tirare la sfoglia (con la macchina per pasta) abbastanza sottile, tagliare dei quadrotti (12×12) circa e lessarli in acqua leggermente salata. Scolarli.
  7. Farcire i quadrati di sfoglia con il composto verza/castagne, arrotolarli a mò di cannelloni, posarli su una taglia, pennellarli con abbondante burro fuso, cospargere di grana grattugiato e passarli in forno a 180° fino ad ottenere una bella gratinatura.

 

Impiattamento: versare in piatto fondo la crema di zucca, adagiarvi i cannelloni gratinati e servire subito.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, rischio di infezioni.

 

FBO per te: In questa ricetta abbiamo un’esplosione di alimenti autunnali. La zucca è ricca di beta-carotene, il principale precursore della vitamina A preziosa per la vista, la pelle e le ossa. La verza è fonte di vitamina C e folati, mentre le castagne sono ricche di amido e fibre. Questi cannelloni rappresentano perciò un alimento completo ed appetibile anche durante periodi intensi di terapia.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei cannelloni croccanti di farina di grano saraceno al ripieno di verza e castagne con crema vellutata di zucca (perdita appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su grano saraceno, uova, olio EVO, verza, castagne, cipolla, alloro, pane, latte, grana, zucca, rosmarino

Food Compass è un sistema di profilazione dei nutrienti che utilizza caratteristiche estese per valutare la salubrità degli alimenti

Mozaffarian D., et al.

Nature Food volume 2, pages809–818 (2021)

 

Food Compass è un sistema di profilazione dei nutrienti che utilizza caratteristiche estese per valutare la salubrità degli alimenti

I sistemi di profilazione dei nutrienti (NPS) mirano a discriminare la salubrità degli alimenti per l’etichettatura frontale della confezione, le etichette di avvertimento, la tassazione, le valutazioni aziendali e altro ancora. Le NPS esistenti spesso valutano relativamente pochi nutrienti e ingredienti, utilizzano criteri incoerenti tra le categorie di alimenti e non hanno incorporato la scienza più recente.

Qui è stato sviluppato e convalidato un NPS, il Food Compass, per incorporare una gamma più ampia di caratteristiche alimentari, attributi e principi di punteggio uniformi.

Sono stati valutati 54 attributi in 9 domini rilevanti per la salute: rapporti nutrizionali, vitamine, minerali, ingredienti alimentari, additivi, lavorazione, lipidi specifici, fibre e proteine e sostanze fitochimiche.

I punteggi del dominio sono stati sommati in un Food Compass Score (FCS) finale che va da 1 (meno sano) a 100 (più sano) per tutti gli alimenti e le bevande.

La validità del contenuto è stata confermata valutando i nutrienti, gli ingredienti alimentari e altre caratteristiche di interesse per la salute pubblica; la validità è stata confermata valutando la FCS per 8.032 alimenti e bevande riportati in NHANES / FNDDS 2015-16; e la validità convergente e discriminante è stata confermata dai confronti con la classificazione NOVA per la lavorazione degli alimenti, la classificazione Health Star e il Nutri-Score. La FCS ha differenziato bene le categorie alimentari e i prodotti alimentari, con ± d. s. media che va dal 16,4 ± 17,7 per snack salati e dolci al 78,6 ± 17,4 per legumi, noci e semi.

In molte categorie alimentari, la FCS ha fornito un’importante discriminazione di alimenti e bevande specifici rispetto alla classificazione NOVA per l’industria alimentare, la classificazione Health Star e il Nutri-Score.

Sulla base del contenuto dimostrato, della validità convergente e discriminante, la Food Compass fornisce un punteggio NPS che segna una gamma più ampia di attributi e domini rispetto ai sistemi precedenti con principi uniformi e trasparenti.

Questo strumento disponibile al pubblico contribuirà a guidare la scelta dei consumatori, la ricerca, la politica alimentare, le riformulazioni del settore e le decisioni di investimento incentrate sulla missione.

 

 

Abstract

 

Food Compass is a nutrient profiling system using expanded characteristics for assessing healthfulness of foods

Nutrient profiling systems (NPS) aim to discriminate the healthfulness of foods for front-of-package labelling, warning labels, taxation, company ratings and more. Existing NPS often assess relatively few nutrients and ingredients, use inconsistent criteria across food categories and have not incorporated the newest science.

Here, we developed and validated an NPS, the Food Compass, to incorporate a broader range of food characteristics, attributes and uniform scoring principles.

We scored 54 attributes across 9 health-relevant domains: nutrient ratios, vitamins, minerals, food ingredients, additives, processing, specific lipids, fibre and protein, and phytochemicals.

The domain scores were summed into a final Food Compass Score (FCS) ranging from 1 (least healthy) to 100 (most healthy) for all foods and beverages.

Content validity was confirmed by assessing nutrients, food ingredients and other characteristics of public health concern; face validity was confirmed by assessing the FCS for 8,032 foods and beverages reported in NHANES/FNDDS 2015–16; and convergent and discriminant validity was confirmed from comparisons with the NOVA food processing classification, the Health Star Rating and the Nutri-Score. The FCS differentiated food categories and food items well, with mean ± s.d. ranging from 16.4 ± 17.7 for savoury snacks and sweet desserts to 78.6 ± 17.4 for legumes, nuts and seeds.

In many food categories, the FCS provided important discrimination of specific foods and beverages as compared with NOVA, the Health Star Rating or the Nutri-Score.

On the basis of demonstrated content, convergent and discriminant validity, the Food Compass provides an NPS scoring a broader range of attributes and domains than previous systems with uniform and transparent principles.

This publicly available tool will help guide consumer choice, research, food policy, industry reformulations and mission-focused investment decisions.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/37117986/

spigola in agrodolce
Spigola in agrodolce

 

Chef Stefano Di Gennaro
Chef Stefano Di Gennaro
Ristorante Quintessenza di Trani membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Di Gennaro per la realizzazione della spigola in agrodolce, utile per contrastare la perdita di peso.

 

Gluten free, Dairy Free Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 40 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 tranci di spigola da 130/150 grammi l’uno;
  • succo di limone;
  • rapa rossa;
  • carota;
  • cavolfiore;
  • peperone rosso;
  • peperone giallo;
  • cipolla rossa;
  • sciroppo agrodolce (100g aceto bianco, 100g acqua, 100g zucchero)
  • olio E.V.O. q.b.;

 

Procedimento

  1. Realizzare lo sciroppo agrodolce unendo i tre ingredienti, portare a bollore facendo sciogliere lo zucchero;
  2. Sbollentare le verdure singolarmente, raffreddarle in acqua e ghiaccio;
  3. Scolarle, versando successivamente lo sciroppo agrodolce ancora caldo;
  4. Cuocere a vapore i tranci di spigola per circa 10 minuti a 65°C, condire con un’emulsione di olio, miele ed aceto.

 

Impiattamento

Servire la spigola sistemando a proprio piacimento le verdure in agrodolce.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, perdita di peso.

 

FBO per te: Protagonista di questa ricetta è la spigola, un pesce che non spicca per particolari caratteristiche nutrizionali ma che può far parte delle 3 porzioni settimanali di questa categoria di alimenti. Infatti, si adatta bene anche al consumo di chi non ama particolarmente il pesce. La spigola non ha un sapore ben definito, pertanto via libera a condimenti e preparazioni dai sapori decisi.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della spigola in agrodolce (utile per contrastare la perdita di peso)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spigola, limone, rapa rossa, carota, cavolfiore, peperone, cipollaolio EVO

spigola in agrodolce
Spigola in agrodolce

 

Chef Stefano Di Gennaro
Chef Stefano Di Gennaro
Ristorante Quintessenza di Trani membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Di Gennaro per la realizzazione della spigola in agrodolce, utile in caso di anemia.

 

Gluten free, Dairy Free Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 40 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 tranci di spigola da 130/150 grammi l’uno;
  • succo di limone;
  • rapa rossa;
  • carota;
  • cavolfiore;
  • peperone rosso;
  • peperone giallo;
  • cipolla rossa;
  • sciroppo agrodolce (100g aceto bianco, 100g acqua, 100g zucchero)
  • olio E.V.O. q.b.;

 

Procedimento

  1. Realizzare lo sciroppo agrodolce unendo i tre ingredienti, portare a bollore facendo sciogliere lo zucchero;
  2. Sbollentare le verdure singolarmente, raffreddarle in acqua e ghiaccio;
  3. Scolarle, versando successivamente lo sciroppo agrodolce ancora caldo;
  4. Cuocere a vapore i tranci di spigola per circa 10 minuti a 65°C, condire con un’emulsione di olio, miele ed aceto.

 

Impiattamento

Servire la spigola sistemando a proprio piacimento le verdure in agrodolce.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, perdita di peso.

 

FBO per te: Protagonista di questa ricetta è la spigola, un pesce che non spicca per particolari caratteristiche nutrizionali ma che può far parte delle 3 porzioni settimanali di questa categoria di alimenti. Infatti, si adatta bene anche al consumo di chi non ama particolarmente il pesce. La spigola non ha un sapore ben definito, pertanto via libera a condimenti e preparazioni dai sapori decisi.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della spigola in agrodolce (utile in caso di anemia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spigola, limone, rapa rossa, carota, cavolfiore, peperone, cipollaolio EVO

spigola in agrodolce
Spigola in agrodolce

 

Chef Stefano Di Gennaro
Chef Stefano Di Gennaro
Ristorante Quintessenza di Trani membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Di Gennaro per la realizzazione della spigola in agrodolce, utile per contrastare la fatigue.

 

Gluten free, Dairy Free Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 40 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 tranci di spigola da 130/150 grammi l’uno;
  • succo di limone;
  • rapa rossa;
  • carota;
  • cavolfiore;
  • peperone rosso;
  • peperone giallo;
  • cipolla rossa;
  • sciroppo agrodolce (100g aceto bianco, 100g acqua, 100g zucchero)
  • olio E.V.O. q.b.;

 

Procedimento

  1. Realizzare lo sciroppo agrodolce unendo i tre ingredienti, portare a bollore facendo sciogliere lo zucchero;
  2. Sbollentare le verdure singolarmente, raffreddarle in acqua e ghiaccio;
  3. Scolarle, versando successivamente lo sciroppo agrodolce ancora caldo;
  4. Cuocere a vapore i tranci di spigola per circa 10 minuti a 65°C, condire con un’emulsione di olio, miele ed aceto.

 

Impiattamento

Servire la spigola sistemando a proprio piacimento le verdure in agrodolce.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, perdita di peso.

 

FBO per te: Protagonista di questa ricetta è la spigola, un pesce che non spicca per particolari caratteristiche nutrizionali ma che può far parte delle 3 porzioni settimanali di questa categoria di alimenti. Infatti, si adatta bene anche al consumo di chi non ama particolarmente il pesce. La spigola non ha un sapore ben definito, pertanto via libera a condimenti e preparazioni dai sapori decisi.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della spigola in agrodolce (utile per contrastare la fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spigola, limone, rapa rossa, carota, cavolfiore, peperone, cipollaolio EVO

parmigiana di melanzane
Parmigiana di Melanzane

 

Chef Federico Pettenuzzo
Ristorante La Favellina
membro JRE

 

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Pettenuzzo per la realizzazione della parmigiana di melanzane, utile in caso di stipsi o costipazione.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 2 melanzane circa 600 g
  • 300 g pomodorini ciliegino
  • 1 burrata
  • 2 croste di parmigiano reggiano
  • Foglie di verbena
  • Foglie di basilico

 

Salsa melanzana

  • 380 g di ritagli di melanzana
  • 50 brodo vegetale
  • 40 tahina
  • 80 g Olio Evo
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Farle raffreddare e tagliarle a scaloppe di circa 3 cm;
  2. Fare un battuto con la burrata;
  3. Sbollentare i pomodorini ciliegino in acqua bollente e raffreddarli;
  4. Sbucciarli e tagliarli a metà eliminando i semi interni;
  5. Fare un battuto con le falde di pomodoro ottenute e condirlo con sale;
  6. Lasciarli riposare e poi metterli in un setaccio in modo da ottenere l’acqua di vegetazione;

 

Per la salsa melanzana

  1. mettere tutti gli ingredienti in un mixer e frullare fino ad ottenere una salsa liscia;
  2. mettere le croste di parmigiano per 45 secondi in microonde e farle soffiare;
  3. grattugiarle con un micro plane;

 

Impiattamento

  1. Scaldate in forno la scaloppa di melanzana per 5 minuti;
  2. Adagiarla sul piatto e spalmare la salsa di melanzana sopra;
  3. Accostare ad ambo i lati due cucchiaiate di burrata e di battuto di pomodoro, spolverare con il parmigiano soffiato e adagiare delle foglie di basilico;
  4. A parte servire l’acqua di pomodoro con delle foglie di verbena e alcune gocce di olio evo;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di peso, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te:

Questa ricetta vede come protagoniste le melanzane, vegetali che all’interno della loro buccia contengono le antocianine, fitocomposti appartenenti alla famiglia dei flavonoidi con azione protettiva per il sistema cardiovascolare. Le melanzane presentano anche un buon contenuto di fibra e potassio che insieme contribuiscono anch’esse a proteggere il sistema cardiovascolare. Ciò è possibile grazie alla modulazione della pressione che esercita il potassio attenuando gli effetti del sodio e grazie al controllo dell’assorbimento del colesterolo attuato da parte della fibra a livello dell’intestino. Vi consigliamo, visto la presenza del parmigiano e della burrata, formaggi ricchi in sodio, un uso modesto e controllato del sale da aggiungere. Visto che anche l’utilizzo della tahina, della verbena e del basilico, regala sapidità alla preparazione.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della parmigiana di melanzane (stipsi o costipazione)

 

Se vuoi saperne di più clicca su melanzane, pomodori, burrata, parmigiano reggiano, verbena, tahina,  basilico, olio EVO

parmigiana di melanzane
Parmigiana di Melanzane

 

Chef Federico Pettenuzzo
Ristorante La Favellina
membro JRE

 

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Pettenuzzo per la realizzazione della parmigiana di melanzane, utile in caso di perdita di peso.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 2 melanzane circa 600 g
  • 300 g pomodorini ciliegino
  • 1 burrata
  • 2 croste di parmigiano reggiano
  • Foglie di verbena
  • Foglie di basilico

 

Salsa melanzana

  • 380 g di ritagli di melanzana
  • 50 brodo vegetale
  • 40 tahina
  • 80 g Olio Evo
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Farle raffreddare e tagliarle a scaloppe di circa 3 cm;
  2. Fare un battuto con la burrata;
  3. Sbollentare i pomodorini ciliegino in acqua bollente e raffreddarli;
  4. Sbucciarli e tagliarli a metà eliminando i semi interni;
  5. Fare un battuto con le falde di pomodoro ottenute e condirlo con sale;
  6. Lasciarli riposare e poi metterli in un setaccio in modo da ottenere l’acqua di vegetazione;

 

Per la salsa melanzana

  1. mettere tutti gli ingredienti in un mixer e frullare fino ad ottenere una salsa liscia;
  2. mettere le croste di parmigiano per 45 secondi in microonde e farle soffiare;
  3. grattugiarle con un micro plane;

 

Impiattamento

  1. Scaldate in forno la scaloppa di melanzana per 5 minuti;
  2. Adagiarla sul piatto e spalmare la salsa di melanzana sopra;
  3. Accostare ad ambo i lati due cucchiaiate di burrata e di battuto di pomodoro, spolverare con il parmigiano soffiato e adagiare delle foglie di basilico;
  4. A parte servire l’acqua di pomodoro con delle foglie di verbena e alcune gocce di olio evo;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di peso, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te:

Questa ricetta vede come protagoniste le melanzane, vegetali che all’interno della loro buccia contengono le antocianine, fitocomposti appartenenti alla famiglia dei flavonoidi con azione protettiva per il sistema cardiovascolare. Le melanzane presentano anche un buon contenuto di fibra e potassio che insieme contribuiscono anch’esse a proteggere il sistema cardiovascolare. Ciò è possibile grazie alla modulazione della pressione che esercita il potassio attenuando gli effetti del sodio e grazie al controllo dell’assorbimento del colesterolo attuato da parte della fibra a livello dell’intestino. Vi consigliamo, visto la presenza del parmigiano e della burrata, formaggi ricchi in sodio, un uso modesto e controllato del sale da aggiungere. Visto che anche l’utilizzo della tahina, della verbena e del basilico, regala sapidità alla preparazione.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della parmigiana di melanzane (perdita di peso)

 

Se vuoi saperne di più clicca su melanzane, pomodori, burrata, parmigiano reggiano, verbena, tahina,  basilico, olio EVO

parmigiana di melanzane
Parmigiana di Melanzane

 

Chef Federico Pettenuzzo
Ristorante La Favellina
membro JRE

 

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Pettenuzzo per la realizzazione della parmigiana di melanzane, utile per contrastare la fatigue.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 2 melanzane circa 600 g
  • 300 g pomodorini ciliegino
  • 1 burrata
  • 2 croste di parmigiano reggiano
  • Foglie di verbena
  • Foglie di basilico

 

Salsa melanzana

  • 380 g di ritagli di melanzana
  • 50 brodo vegetale
  • 40 tahina
  • 80 g Olio Evo
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Farle raffreddare e tagliarle a scaloppe di circa 3 cm;
  2. Fare un battuto con la burrata;
  3. Sbollentare i pomodorini ciliegino in acqua bollente e raffreddarli;
  4. Sbucciarli e tagliarli a metà eliminando i semi interni;
  5. Fare un battuto con le falde di pomodoro ottenute e condirlo con sale;
  6. Lasciarli riposare e poi metterli in un setaccio in modo da ottenere l’acqua di vegetazione;

 

Per la salsa melanzana

  1. mettere tutti gli ingredienti in un mixer e frullare fino ad ottenere una salsa liscia;
  2. mettere le croste di parmigiano per 45 secondi in microonde e farle soffiare;
  3. grattugiarle con un micro plane;

 

Impiattamento

  1. Scaldate in forno la scaloppa di melanzana per 5 minuti;
  2. Adagiarla sul piatto e spalmare la salsa di melanzana sopra;
  3. Accostare ad ambo i lati due cucchiaiate di burrata e di battuto di pomodoro, spolverare con il parmigiano soffiato e adagiare delle foglie di basilico;
  4. A parte servire l’acqua di pomodoro con delle foglie di verbena e alcune gocce di olio evo;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di peso, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te:

Questa ricetta vede come protagoniste le melanzane, vegetali che all’interno della loro buccia contengono le antocianine, fitocomposti appartenenti alla famiglia dei flavonoidi con azione protettiva per il sistema cardiovascolare. Le melanzane presentano anche un buon contenuto di fibra e potassio che insieme contribuiscono anch’esse a proteggere il sistema cardiovascolare. Ciò è possibile grazie alla modulazione della pressione che esercita il potassio attenuando gli effetti del sodio e grazie al controllo dell’assorbimento del colesterolo attuato da parte della fibra a livello dell’intestino. Vi consigliamo, visto la presenza del parmigiano e della burrata, formaggi ricchi in sodio, un uso modesto e controllato del sale da aggiungere. Visto che anche l’utilizzo della tahina, della verbena e del basilico, regala sapidità alla preparazione.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della parmigiana di melanzane (per contrastare la fatigue)

 

Se vuoi saperne di più clicca su melanzane, pomodori, burrata, parmigiano reggiano, verbena, tahina,  basilico, olio EVO

parmigiana di melanzane
Parmigiana di Melanzane

 

Chef Federico Pettenuzzo
Ristorante La Favellina
membro JRE

 

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Pettenuzzo per la realizzazione della parmigiana di melanzane, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 2 melanzane circa 600 g
  • 300 g pomodorini ciliegino
  • 1 burrata
  • 2 croste di parmigiano reggiano
  • Foglie di verbena
  • Foglie di basilico

 

Salsa melanzana

  • 380 g di ritagli di melanzana
  • 50 brodo vegetale
  • 40 tahina
  • 80 g Olio Evo
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Farle raffreddare e tagliarle a scaloppe di circa 3 cm;
  2. Fare un battuto con la burrata;
  3. Sbollentare i pomodorini ciliegino in acqua bollente e raffreddarli;
  4. Sbucciarli e tagliarli a metà eliminando i semi interni;
  5. Fare un battuto con le falde di pomodoro ottenute e condirlo con sale;
  6. Lasciarli riposare e poi metterli in un setaccio in modo da ottenere l’acqua di vegetazione;

 

Per la salsa melanzana

  1. mettere tutti gli ingredienti in un mixer e frullare fino ad ottenere una salsa liscia;
  2. mettere le croste di parmigiano per 45 secondi in microonde e farle soffiare;
  3. grattugiarle con un micro plane;

 

Impiattamento

  1. Scaldate in forno la scaloppa di melanzana per 5 minuti;
  2. Adagiarla sul piatto e spalmare la salsa di melanzana sopra;
  3. Accostare ad ambo i lati due cucchiaiate di burrata e di battuto di pomodoro, spolverare con il parmigiano soffiato e adagiare delle foglie di basilico;
  4. A parte servire l’acqua di pomodoro con delle foglie di verbena e alcune gocce di olio evo;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di peso, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te:

Questa ricetta vede come protagoniste le melanzane, vegetali che all’interno della loro buccia contengono le antocianine, fitocomposti appartenenti alla famiglia dei flavonoidi con azione protettiva per il sistema cardiovascolare. Le melanzane presentano anche un buon contenuto di fibra e potassio che insieme contribuiscono anch’esse a proteggere il sistema cardiovascolare. Ciò è possibile grazie alla modulazione della pressione che esercita il potassio attenuando gli effetti del sodio e grazie al controllo dell’assorbimento del colesterolo attuato da parte della fibra a livello dell’intestino. Vi consigliamo, visto la presenza del parmigiano e della burrata, formaggi ricchi in sodio, un uso modesto e controllato del sale da aggiungere. Visto che anche l’utilizzo della tahina, della verbena e del basilico, regala sapidità alla preparazione.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della parmigiana di melanzane (alterazioni del gusto)

 

Se vuoi saperne di più clicca su melanzane, pomodori, burrata, parmigiano reggiano, verbena, tahina,  basilico, olio EVO

spigola in agrodolce
Spigola in agrodolce

 

Chef Stefano Di Gennaro
Chef Stefano Di Gennaro
Ristorante Quintessenza di Trani membro di JRE

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Di Gennaro per la realizzazione della spigola in agrodolce.

 

Gluten free, Dairy Free Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 40 minuti

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 tranci di spigola da 130/150 grammi l’uno;
  • succo di limone;
  • rapa rossa;
  • carota;
  • cavolfiore;
  • peperone rosso;
  • peperone giallo;
  • cipolla rossa;
  • sciroppo agrodolce (100g aceto bianco, 100g acqua, 100g zucchero)
  • olio E.V.O. q.b.;

 

Procedimento

  • Realizzare lo sciroppo agrodolce unendo i tre ingredienti, portare a bollore facendo sciogliere lo zucchero;
  • Sbollentare le verdure singolarmente, raffreddarle in acqua e ghiaccio;
  • Scolarle, versando successivamente lo sciroppo agrodolce ancora caldo;
  • Cuocere a vapore i tranci di spigola per circa 10 minuti a 65°C, condire con un’emulsione di olio, miele ed aceto.

 

Impiattamento

Servire la spigola sistemando a proprio piacimento le verdure in agrodolce.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, perdita di peso.

 

FBO per te: Protagonista di questa ricetta è la spigola, un pesce che non spicca per particolari caratteristiche nutrizionali ma che può far parte delle 3 porzioni settimanali di questa categoria di alimenti. Infatti, si adatta bene anche al consumo di chi non ama particolarmente il pesce. La spigola non ha un sapore ben definito, pertanto via libera a condimenti e preparazioni dai sapori decisi.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della spigola in agrodolce

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spigola, limone, rapa rossa, carota, cavolfiore, peperone, cipollaolio EVO

parmigiana di melanzane
Parmigiana di Melanzane

 

Chef Federico Pettenuzzo
Ristorante La Favellina
membro JRE

 

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Pettenuzzo per la realizzazione della parmigiana di melanzane.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50 min circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 30 minuti

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 2 melanzane circa 600 g
  • 300 g pomodorini ciliegino
  • 1 burrata
  • 2 croste di parmigiano reggiano
  • Foglie di verbena
  • Foglie di basilico

 

Salsa melanzana

  • 380 g di ritagli di melanzana
  • 50 brodo vegetale
  • 40 tahina
  • 80 g Olio Evo
  • Sale qb

 

Procedimento

  1. Farle raffreddare e tagliarle a scaloppe di circa 3 cm;
  2. Fare un battuto con la burrata;
  3. Sbollentare i pomodorini ciliegino in acqua bollente e raffreddarli;
  4. Sbucciarli e tagliarli a metà eliminando i semi interni;
  5. Fare un battuto con le falde di pomodoro ottenute e condirlo con sale;
  6. Lasciarli riposare e poi metterli in un setaccio in modo da ottenere l’acqua di vegetazione;

 

Per la salsa melanzana

  1. mettere tutti gli ingredienti in un mixer e frullare fino ad ottenere una salsa liscia;
  2. mettere le croste di parmigiano per 45 secondi in microonde e farle soffiare;
  3. grattugiarle con un micro plane;

 

Impiattamento

  1. Scaldate in forno la scaloppa di melanzana per 5 minuti;
  2. Adagiarla sul piatto e spalmare la salsa di melanzana sopra;
  3. Accostare ad ambo i lati due cucchiaiate di burrata e di battuto di pomodoro, spolverare con il parmigiano soffiato e adagiare delle foglie di basilico;
  4. A parte servire l’acqua di pomodoro con delle foglie di verbena e alcune gocce di olio evo;

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, perdita di peso, perdita di appetito, stipsi fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te:

Questa ricetta vede come protagoniste le melanzane, vegetali che all’interno della loro buccia contengono le antocianine, fitocomposti appartenenti alla famiglia dei flavonoidi con azione protettiva per il sistema cardiovascolare.

Le melanzane presentano anche un buon contenuto di fibra e potassio che insieme contribuiscono anch’esse a proteggere il sistema cardiovascolare. Ciò è possibile grazie alla modulazione della pressione che esercita il potassio attenuando gli effetti del sodio e grazie al controllo dell’assorbimento del colesterolo attuato da parte della fibra a livello dell’intestino.

Vi consigliamo, visto la presenza del parmigiano e della burrata, formaggi ricchi in sodio, un uso modesto e controllato del sale da aggiungere. Visto che anche l’utilizzo della tahina, della verbena e del basilico, regala sapidità alla preparazione.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della parmigiana di melanzane dello chef di JRE

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su melanzane, pomodori, burrata, parmigiano reggiano, verbena, tahina,  basilico, olio EVO

Anemia correlata al cancro: un approccio multitarget integrato e interventi sullo stile di vita

Natalucci V. et al.

Review Nutrients. 2021 Feb 1;13(2):482.

 

Anemia correlata al cancro: un approccio multitarget integrato e interventi sullo stile di vita

Il cancro è spesso accompagnato da un peggioramento del profilo di ferro del paziente e l’anemia risultante potrebbe essere un fattore che influisce negativamente sull’efficacia del trattamento antineoplastico e sulla sopravvivenza del paziente. La prima linea di terapia si basa solitamente sulla supplementazione di ferro per via orale o endovenosa; tuttavia, molti pazienti rimangono anemici e non rispondono. La chiave potrebbe risiedere nella patogenesi dell’anemia stessa. L’anemia correlata al cancro (CRA) è caratterizzata da una diminuzione della concentrazione di ferro sierico circolante e dalla saturazione della transferrina nonostante le ampie riserve di ferro, indicando un problema più complesso legato alla regolazione omeostatica del ferro e fattori aggiuntivi come lo stato infiammatorio cronico. Questa recensione esplora la nostra attuale comprensione dell’omeostasi del ferro nel cancro, facendo luce sul ruolo modulatorio dell’epcidina nell’assorbimento intestinale del ferro, nel riciclo del ferro, nella mobilizzazione dai depositi epatici e nei regolatori inducibili da infezioni e infiammazioni. Verrà discussa la relazione sottostante tra CRA e infiammazione sistemica di basso grado e verrà proposto anche un approccio multitarget integrato basato sulla nutrizione e sull’esercizio fisico per migliorare l’utilizzo del ferro riducendo l’infiammazione di basso grado, modulando la risposta immunitaria e sostenendo i meccanismi antiossidanti. In effetti una dieta a base mediterranea, integratori alimentari ed esercizio fisico vengono suggeriti come potenziali strategie individualizzate e come approccio complementare alla terapia CRA convenzionale.

 

 

Abstract

 

Cancer Related Anemia: An Integrated Multitarget Approach and Lifestyle Interventions

Cancer is often accompanied by worsening of the patient’s iron profile, and the resulting anemia could be a factor that negatively impacts antineoplastic treatment efficacy and patient survival. The first line of therapy is usually based on oral or intravenous iron supplementation; however, many patients remain anemic and do not respond. The key might lie in the pathogenesis of the anemia itself. Cancer-related anemia (CRA) is characterized by a decreased circulating serum iron concentration and transferrin saturation despite ample iron stores, pointing to a more complex problem related to iron homeostatic regulation and additional factors such as chronic inflammatory status. This review explores our current understanding of iron homeostasis in cancer, shedding light on the modulatory role of hepcidin in intestinal iron absorption, iron recycling, mobilization from liver deposits, and inducible regulators by infections and inflammation. The underlying relationship between CRA and systemic low-grade inflammation will be discussed, and an integrated multitarget approach based on nutrition and exercise to improve iron utilization by reducing low-grade inflammation, modulating the immune response, and supporting antioxidant mechanisms will also be proposed. Indeed, a Mediterranean-based diet, nutritional supplements and exercise are suggested as potential individualized strategies and as a complementary approach to conventional CRA therapy.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33535496/

Cibo, nutrizione, attività fisica e microbiota quale impatto sul cancro del polmone?

Nigro E. et al.

Review Int J Environ Res Public Health. 2021 Mar 1;18(5):2399.

 

Cibo, nutrizione, attività fisica e microbiota: quale impatto sul cancro del polmone?

Il cancro del polmone rappresenta ancora la principale causa di morte correlata al cancro, a livello globale. Allo stesso modo, la malnutrizione e l’inattività rappresentano un rischio importante per la perdita di capacità funzionali polmonari che influenzano la gravità complessiva del cancro del polmone. Pertanto, l’adesione a uno stile di vita sano appropriato è cruciale nella gestione dei pazienti affetti da cancro del polmone nonostante il sottotipo di cancro.

Questa revisione mira a riassumere le conoscenze disponibili sugli approcci dietetici e sull’attività fisica come i principali fattori che riducono il rischio di cancro ai polmoni e migliorano la risposta alle terapie.

Si discutono gli schemi dietetici più significativi positivamente associati alla composizione corporea e alla prognosi del cancro del polmone e i principali processi molecolari regolati da specifici schemi dietetici, alimenti funzionali e attività fisica, cioè infiammazione e stress ossidativo.

Infine, si riportano prove che dimostrano che la disbiosi del microbioma polmonare e/o intestinale, così come la loro interconnessione (l’asse intestino-polmone), sono strettamente correlate ai modelli dietetici e all’attività fisica regolare che svolge un ruolo chiave nella formazione e progressione del cancro del polmone, aprendo alla strada della modulazione del microbioma come terapia coadiuvante.

Complessivamente, le evidenze riportate in questa revisione evidenziano la necessità di considerare gli interventi non farmacologici (nutrizione e attività fisica) come efficaci strategie aggiuntive nella gestione del cancro del polmone.

 

 

Abstract

 

Food, Nutrition, Physical Activity and Microbiota: Which Impact on Lung Cancer?

Lung cancer still represents the leading cause of cancer-related death, globally. Likewise, malnutrition and inactivity represent a major risk for loss of functional pulmonary capacities influencing overall lung cancer severity. Therefore, the adhesion to an appropriate health lifestyle is crucial in the management of lung cancer patients despite the subtype of cancer. This review aims to summarize the available knowledge about dietary approaches as well as physical activity as the major factors that decrease the risk towards lung cancer, and improve the response to therapies. We discuss the most significant dietary schemes positively associated to body composition and prognosis of lung cancer and the main molecular processes regulated by specific diet schemes, functional foods and physical activity, i.e., inflammation and oxidative stress. Finally, we report evidence demonstrating that dysbiosis of lung and/or gut microbiome, as well as their interconnection (the gut-lung axis), are strictly related to dietary patterns and regular physical activity playing a key role in lung cancer formation and progression, opening to the avenue of modulating the microbiome as coadjuvant therapy. Altogether, the evidence reported in this review highlights the necessity to consider non-pharmacological interventions (nutrition and physical activity) as effective adjunctive strategies in the management of lung cancer.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33804536/

Microbiota intestinale e sua associazione con il cancro del colon e il consumo di carne rossa lavorata

Abu-Ghazaleh N., Chua WJ, Gopalan V.

Review J Gastroenterol Hepatol. 2021 Jan;36(1):75-88.

 

Microbiota intestinale e sua associazione con il cancro del colon e il consumo di carne rossa/lavorata

Il colon umano ospita un numero elevato di microrganismi che sono stati segnalati per svolgere un ruolo cruciale nella carcinogenesi del colon-retto. Nell’ultimo decennio, la rilevazione molecolare e le tecniche metabolomiche hanno ampliato le nostre conoscenze sul ruolo di specifiche specie microbiche nel promuovere la tumorigenesi.

 

In questo studio, è stata esaminata l’associazione tra disbiosi microbica e carcinoma del colon-retto (CRC).

Sono state esaminate varie specie microbiche e la loro associazione con la tumorigenesi del colon-retto e il consumo di carne rossa / lavorata.

 

La letteratura ha dimostrato una significativa abbondanza di Fusobacterium nucleatum, Streptococcus bovis/gallolyticus, Escherichia coli e Bacteroides fragilis in pazienti con adenoma o adenocarcinoma rispetto a individui sani. I meccanismi in cui ogni organismo è stato postulato per promuovere la carcinogenesi del colon sono stati raccolti e riassunti in questa recensione. Questi includono la capacità dei microrganismi di aderire alle cellule del colon; di modulare l’inibizione dei geni oncosoppressori, le attivazioni degli oncogeni e la genotossicità; e di attivare bersagli a valle responsabili dell’angiogenesi.

Il ruolo di questi microrganismi nella coniugazione con componenti della carne tra cui composti N-nitroso, ammine eterocicliche ed eme è stato evidente anche in più studi.

 

Il risultato di questa revisione supporta il ruolo del consumo di carne rossa nella modulazione della progressione del CRC e la possibilità che il microbioma intestinale influenzi la relazione tra CRC e dieta.

Lo studio dimostra anche che l’analisi del microbiota potrebbe potenzialmente integrare i metodi di screening esistenti quando si rilevano lesioni del colon.

 

 

Abstract

 

Intestinal microbiota and its association with colon cancer and red/processed meat consumption

The human colon harbors a high number of microorganisms that were reported to play a crucial role in colorectal carcinogenesis. In the recent decade, molecular detection and metabolomic techniques have expanded our knowledge on the role of specific microbial species in promoting tumorigenesis.

 

In this study, we reviewed the association between microbial dysbiosis and colorectal carcinoma (CRC).

Various microbial species and their association with colorectal tumorigenesis and red/processed meat consumption have been reviewed.

 

The literature demonstrated a significant abundance of Fusobacterium nucleatum, Streptococcus bovis/gallolyticus, Escherichia coli, and Bacteroides fragilis in patients with adenoma or adenocarcinoma compared to healthy individuals. The mechanisms in which each organism was postulated to promote colon carcinogenesis were collated and summarized in this review. These include the microorganisms’ ability to adhere to colon cells; modulate the inhibition of tumor suppressor genes, the activations of oncogenes, and genotoxicity; and activate downstream targets responsible for angiogenesis.

The role of these microorganisms in conjugation with meat components including N-nitroso compounds, heterocyclic amines, and heme was also evident in multiple studies.

 

The outcome of this review supports the role of red meat consumption in modulating CRC progression and the possibility of gut microbiome influencing the relationship between CRC and diet.

The study also demonstrates that microbiota analysis could potentially complement existing screening methods when detecting colonic lesions.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32198788/

L’effetto delle integrazioni di acidi grassi polinsaturi Omega-3 sui farmaci antitumorali nel carcinoma mammario triplo negativo

Ma Y., Wang J., Li Q., Cao B.

Review Nutr Cancer. 2021;73(2):196-205.

 

L’effetto delle integrazioni di acidi grassi polinsaturi Omega-3 sui farmaci antitumorali nel carcinoma mammario triplo negativo

Il carcinoma mammario triplo negativo (TNBC) comprende circa il 10-20% di tutti i tumori al seno diagnosticati.

Prove crescenti mostrano che gli acidi grassi polinsaturi omega-3 (ω-3 PUFA), l’acido docosaesaenoico e l’acido eicosapentaenoico, possono influenzare lo sviluppo, la progressione e la prognosi di TNBC in vivo e in vitro; tuttavia, mancano prove cliniche a sostegno dell’effetto degli ω-3 PUFA sui TNBC.

La ricerca ha dimostrato che gli ω-3 PUFA possono indurre l’apoptosi nelle cellule del cancro al seno inibendo la via di trasduzione del segnale PI3K / AKT e che gli ω-3 PUFA possono migliorare l’efficacia dei farmaci chemioterapici. L’utilizzo della supplementazione di ω-3 PUFA in aggiunta alla farmacoterapia nel trattamento del cancro al seno può comportare effetti antitumorali potenziati che saranno particolarmente applicabili a fenotipi difficili da trattare come i TNBC.

Lo scopo dell’attuale revisione era quello di riassumere la base di prove a sostegno degli effetti antitumorali dei PUFA omega-3 nei TNBC.

 

 

Abstract

 

The Effect of Omega-3 Polyunsaturated Fatty Acid Supplementations on anti-Tumor Drugs in Triple Negative Breast Cancer

Triple-negative breast cancer (TNBC) comprises about 10-20% of all diagnosed breast cancers.

Increasing evidence shows that the omega-3 polyunsaturated fatty acids (ω-3PUFAs), docosahexaenoic acid and eicosapentaenoic acid, can influence the development, progression, and prognosis of TNBC In Vivo and In Vitro; however, clinical evidence supporting the effect of ω-3PUFAs on TNBC is lacking.

Research has demonstrated that ω-3PUFAs can induce apoptosis in breast cancer cells by inhibiting the PI3K/AKT signal transduction pathway, and that ω-3PUFAs can improve the effectiveness of chemotherapy drugs. Using ω-3PUFA supplementation in addition to pharmacotherapy in the treatment of breast cancer may result in enhanced anti-tumor effects that will be particularly applicable to difficult to treat phenotypes such as TNBC.

The aim of the current review was to summarize the evidence-base supporting the antitumor effects of omega-3 PUFAs in TNBC.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32223441/

Disturbi del gusto e dell’olfatto nei pazienti oncologici: una revisione dell’ambito dei trattamenti disponibili

Sevryugin O., Popi Kasvis K., Vigano ML., Vigano A.

Review Support Care Cancer. 2021 Jan;29(1):49-66.

 

Disturbi del gusto e dell’olfatto nei pazienti oncologici: una revisione dell’ambito dei trattamenti disponibili

Scopo:

I disturbi del gusto e dell’olfatto nei pazienti affetti da cancro sono sintomi molto comuni, ma spesso sottovalutati. Se non affrontati correttamente, possono influire sullo stato nutrizionale, sul piacere del cibo e sulla qualità della vita. Gli strumenti di trattamento disponibili per i medici per gestire le alterazioni chemiosensoriali sono limitati e sono spesso basati su esperienze cliniche personali. Lo scopo di questo studio era quello di valutare l’attuale letteratura oncologica e di cure palliative attraverso una revisione dell’ambito, al fine di identificare i trattamenti disponibili per le alterazioni del gusto e dell’olfatto nei pazienti oncologici.

 

Metodi:

Medline, Embase, CINAHL, ProQuest Dissertations and Theses e Google Scholar sono stati cercati dall’inizio fino a gennaio 2020, con titoli tematici rilevanti per i domini delle alterazioni chemiosensoriali, palliativi e cure del cancro. Un totale di 10.718 pubblicazioni in lingua inglese e francese sono state esaminate, producendo 43 articoli sull’argomento ricercato.

 

Risultati:

L’eterogeneità degli articoli selezionati ha portato a difficoltà nell’interpretazione e nell’analisi delle prove disponibili. Le pubblicazioni incluse differivano nella progettazione dello studio, nel campione di popolazione, nei trattamenti antitumorali e nelle misure di valutazione per i disturbi del gusto e dell’olfatto. È stata descritta un’ampia varietà di opzioni di trattamento tra cui zinco e polaprezinc, radio-protettori, vitamine e integratori, agenti anti-xerostomia, esercizi di deglutizione attiva, interventi nutrizionali, delta-9-tetraidrocannabinolo e fotobiomodulazione.

 

Conclusione:

questa revisione dell’ambito identifica lo stato attuale delle conoscenze relative alle alterazioni chemiosensoriali all’interno della cura del cancro di supporto. Nonostante non raggiunga conclusioni definitive, questo articolo offre sedi terapeutiche da esplorare ulteriormente in studi più ampi e metodologicamente validi.

 

 

Abstract

 

Taste and smell disturbances in cancer patients: a scoping review of available treatments

Purpose:

Taste and smell disturbances in patients affected by cancer are very common, but often under-recognized symptoms. If not addressed properly, they may impact nutritional status, food enjoyment, and quality of life. Treatment tools available for clinicians to manage chemosensory alterations are limited and are often based on personal clinical experiences. The aim of this study was to assess current oncological and palliative care literature through a scoping review, in order to identify available treatments for taste and smell alterations in cancer patients.

 

Methods:

Medline, Embase, CINAHL, ProQuest Dissertations and Theses, and Google Scholar were searched from inception until January 2020, with subject headings relevant to the domains of chemosensory alterations, palliative, and cancer care. A total of 10,718 English and French language publications were reviewed, yielding 43 articles on the researched topic.

 

Results:

The heterogeneity of selected articles led to difficulties in interpretation and analysis of the available evidence. Included publications differed in study design, population sample, anticancer treatments, and measures of assessment for taste and smell disturbances. A broad variety of treatment options were described including zinc and polaprezinc, radio-protectors, vitamins and supplements, anti-xerostomia agents, active swallowing exercises, nutritional interventions, delta-9-tetrahydrocannabinol, and photobiomodulation.

 

Conclusion:

This scoping review identifies the current state of knowledge regarding chemosensory alterations within supportive cancer care. Despite not reaching firm conclusions, this article offers therapeutic venues to further explore in larger and more methodologically sound studies.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32734392/

polpette di tonno, patate e peperoni
Polpette di Tonno, Patate e Peperoni

 

La ricetta salutare per realizzare le polpette di tonno, patate e peperoni.

 

Secondo piatto

 

Tempo di preparazione: 30 minuti

 

Difficoltà: facile

 

Ingredienti

(per 8/10 polpette)

  • 120 gr di tonno in filetti al naturale
  • 250 gr di patate lesse
  • 200 gr di peperoni cotti al forno
  • 5 cucchiai di pangrattato integrale
  • Erbe aromatiche
  • Olio extra vergine di oliva

 

Preparazione

  1. Trita i peperoni.
  2. Aggiungi le patate e il tonno. Impasta aggiungendo il pangrattato e le erbe aromatiche.
  3. Forma delle polpettine e poni in una teglia.
  4. Condisci con un filo d’olio extra vergine d’oliva e inforna a 180°C per circa 20 minuti, guardando durante la cottura.

 

 

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Vellutata di carciofi, finocchi e patate con ceci, semi di girasole e curcuma
Vellutata di carciofi, finocchi e patate con ceci, semi di girasole e curcuma

 

La ricetta salutare per realizzare la vellutata di carciofi, finocchi e patate con ceci, semi di girasole e curcuma.

 

Piatto unico

 

Tempo di preparazione

30 minuti

 

Difficoltà

media

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • 2 carciofi
  • 2 finocchi interi
  • 300 gr di patate
  • 100 gr di ceci
  • Semi di girasole q.b.
  • Curcuma q.b.

 

Preparazione

  1. Pulire e lavare bene tutte le verdure.
  2. Cuocerle a vapore.
  3. Frullarle/passarle in un mixer da cucina fino ad ottenere una consistenza cremosa.
  4. Lessare a parte i ceci.

 

Impiattamento

Servire tiepida con ceci, una macinata di semi di girasole, un filo d’olio e curcuma.

 

 

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mousse alla stracciatella light
Mousse alla stracciatella light

 

La ricetta per realizzare la mousse alla stracciatella light, utile in caso di perdita di appetito.

 

Dolce

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 100 gr di yogurt greco bianco magro
  • 50 gr di ricotta di mucca
  • 15 gr di cioccolato fondente 85%

 

Preparazione

  1. Unire tutti gli ingredienti e frullarli.
  2. Servi in coppette di gelato.

 

 

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insalata di uova sode fagiolini spinacino e avocado
Insalata di uova sode, fagiolini, spinacino e avocado

 

La ricetta salutare per realizzare l’insalata di uova sode, fagiolini, spinacino e avocado.

 

Piatto unico

 

Tempo di preparazione

20 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 1 uovo
  • ½ avocado
  • 100 gr di fagiolini
  • 100 gr di spinacino

 

Preparazione

  1. Cuocere i fagiolini a vapore.
  2. Cuocere l’uovo sodo.
  3. Unire i fagiolini e l’uovo sodo a spinacino e avocado in insalata

 

 

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fragole in crosta di cioccolato nocciole e mandorle
Fragole in crosta di Cioccolato, Nocciole e Mandorle

 

la ricetta per realizzare le fragole in crosta di cioccolato, nocciole e mandorle.

 

Dolce

 

Tempo di preparazione

20 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti 

  • 30 g di cioccolato fondente minimo 70%
  • 20 g di granella di nocciole e scaglie di mandorle
  • fragole

 

Preparazione

  1. Sciogliere nel microonde o a bagnomaria il cioccolato fondente (minimo 70%) e aggiungere la granella di nocciole e le scaglie di mandorle.
  2. Inzuppare le fragole una alla volta nel cioccolato.
  3. Posizionarle in frigo per raffreddarle per circa 10 minuti.

 

 

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filetti di merluzzo in crosta di nocciole
Filetti di merluzzo in crosta di nocciole

 

La ricetta salutare per realizzare i filetti di merluzzo in crosta di nocciole.

 

Secondo piatto

 

Difficoltà

facile

 

Tempo di preparazione

20 minuti

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 200 gr di filetti di merluzzo freschi o scongelati
  • 50 gr di nocciole
  • Olio extra vergine di oliva q.b.

 

Preparazione

  1. Trita grossolanamente le nocciole fino ad ottenere una granella.
  2. Impana i filetti di merluzzo freschi o scongelati nella granella.
  3. Inforna mettendo un filo d’olio extra vergine di oliva a 180°C per circa 15-20 minuti.

 

 

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Scoperta e caratteristiche di una firma alchilante nel cancro del colon-retto

Gurjao C. et al.

Cancer Discov. 2021 Jun 17;candisc.1656.2020.

 

Scoperta e caratteristiche di una firma alchilante nel cancro del colon-retto

Diversi fattori di rischio sono stati stabiliti per il carcinoma colon-rettale (CRC), ma i loro effetti mutageni diretti nei tumori dei pazienti devono ancora essere chiariti.

In questo articolo sono stati sfruttati i dati di sequenziamento dell’intero esoma da 900 casi di CRC che si erano verificati in tre studi prospettici a livello statunitense con ampie informazioni sulla dieta e sullo stile di vita. E’ stata trovata una firma alchilante che in precedenza non era stata scritta in CRC, e poi è stata mostrata l’esistenza di un processo mutazionale simile nelle normali cripte del colon.

Questa firma alchilante è associata ad elevati livelli di assunzione di carne rossa lavorata e non lavorata prima della diagnosi. Inoltre, questa firma era più abbondante nel colon-retto distale, previsto per colpire le mutazioni del fattore tumorale KRAS p.G12D, KRAS p.G13D e PIK3CA p.E5454K, e associato a scarsa sopravvivenza.

Insieme, questi risultati collegano per la prima volta una firma mutazionale colon-rettale a un componente della dieta e implicano ulteriormente il ruolo della carne rossa nell’iniziazione e nella progressione della CRC.

 

 

Abstract

 

Discovery and features of an alkylating signature in colorectal cancer

Several risk factors have been established for colorectal carcinoma (CRC), yet their direct mutagenic effects in patients’ tumours remain to be elucidated.

Here, we leveraged whole-exome sequencing data from 900 CRC cases that had occurred in three US-wide prospective studies with extensive dietary and lifestyle information. We found an alkylating signature which was previously undescribed in CRC, and then showed the existence of a similar mutational process in normal colonic crypts.

This alkylating signature is associated with high intakes of processed and unprocessed red meat prior to diagnosis. Additionally, this signature was more abundant in the distal colorectum, predicted to target cancer driver mutations KRAS p.G12D, KRAS p.G13D and PIK3CA p.E5454K, and associated with poor survival.

Together, these results link for the first time a colorectal mutational signature to a component of diet, and further implicate the role of red meat in CRC initiation and progression.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34140290/

Pancitopenia e Neutropenia

Si parla di pancitopenia quando tutti e tre i tipi di cellule ematiche periferiche sono ridotti nel numero.

Coesistono quindi una leucocitopenia (neutropenia in senso stretto e clinicamente rilevante), un’anemia e una trombocitopenia.

 

Le forme lievi di pancitopenia si rilevano spesso per caso durante i controlli di routine. Nelle forme gravi invece il paziente si presenta con sintomi corrispondenti a pallore, stanchezza, affanno in seguito all‘anemia, tendenza all’infezione a causa della leucopenia- neutropenia o emorragie insolite, come epistassi o petecchie, derivanti dalla trombocitopenia.

 

Le cause della pancitopenia sono complesse. In genere si distingue tra forme dovute a una ridotta produzione di cellule nel midollo osseo e forme dovute a una rapida degradazione cellulare periferica o midollare.

 

Generalmente la pancitopenia derivante da malattie oncologiche può essere di entrambi i tipi, in particolare si parla di:

  • Formazione cellulare insufficiente nel midollo osseo in casi di leucemie acute, linfomi maligni, mieloma multiplo, mielofibrosi, carcinomi con metastasi nel midollo osseo, in seguito a chemioterapia e radioterapia;
  • Degradazione cellulare eccessiva in periferia: secondaria associata a linfoma o neoplasma maligno.

 

La riduzione delle tre linee cellulari comporta inoltre un aumentato rischio di ecchimosi, di emorragie di vario tipo (a causa del deficit di piastrine; solo per fare un paio di esempi: epitassi, ovvero perdita di sangue dal naso, e gengivorragie) e di malattie infettive (a causa del deficit di globuli bianchi).

Il quadro clinico quindi è piuttosto delicato perché, oltre a dover affrontare la condizione patologica di base (quella che ha appunto determinato l’insorgenza di pancitopenia), il paziente corre il concreto rischio di dover fronteggiare altri tipi di malattia.

 

Cosa fare in caso di pancitopenia

Mantenere o recuperare un buono stato nutrizionale, nei pazienti sottoposti a terapia oncologica o che hanno subito un trapianto di midollo, è fondamentale per affrontare al meglio la fase di recupero e convalescenza.

I cibi da consumare dovranno essere sicuri dal punto di vista igienico e ricchi di nutrienti.

Nessun alimento in natura è sterile, cioè privo di microbi, l’importante è evitare la moltiplicazione microbica seguendo alcune semplici regole che assicurano una dieta a bassa carica microbica.

 

Come scegliere gli alimenti:

  • scegliere un punto vendita pulito e ordinato;
  • controllare sempre le date di scadenza;
  • controllare l’integrità della confezione che non deve essere bagnata, schiacciata o ricoperta di brina;
  • acquistare per ultimi i surgelati e trasportarli sempre in un contenitore termico;
  • attenzione all’acquisto del pesce deve essere venduto su bancone refrigerato, meglio se su letto di ghiaccio, l’occhio deve essere sporgente e le branchie rosee o rosse.

 

Come conservarli:

  • i surgelati devono essere conservati ad una temperatura di – 18 ° C;
  • conservare i prodotti deperibili (latte, yogurt, budini, cibi freddi) ad una temperatura inferiore ai 4°C;
  • conservare in dispensa ben pulita e areata i prodotti non deperibili (pasta riso, farina, zucchero, legumi) suddivisi in confezioni o contenitori ben chiusi;
  • olio: conservare ben chiuso lontano da luce e calore;
  • alimenti in scatola: pulire la parte superiore della confezione prima dell’apertura, consumare immediatamente il contenuto, evitare di mangiare quello che rimane in un secondo momento.

 

In frigorifero:

Curarne molto bene la pulizia, lavandolo settimanalmente o ogni qualvolta se ne rilevi il bisogno.

Organizzare la disposizione del cibo all’interno del frigorifero, riponendo i cibi nel seguente ordine partendo dal basso: verdura e frutta, carne, pesce, formaggi, creme latte e panna. Le uova vanno sempre tenute nella loro confezione d’acquisto.

Tutti i cibi riposti in frigorifero devono essere messi in contenitori o buste perfettamente chiusi.

Tenere sempre separati i cibi cotti dai cibi crudi.

 

In congelatore:

Alcuni surgelati sono prodotti validi sia dal punto di vista igienico che nutrizionale, se l’alimento di partenza è di buona qualità e le tecniche di conservazione sono corrette.
Non acquistare surgelati con buste ricoperte di cristalli di ghiaccio, o gelati ricoperti di ghiaccio.

La temperatura del congelatore dovrebbe rimanere sotto i 14°c ricordare che il freezer non conserva in eterno. Controllare che il congelatore abbia 3 o 4 stelle che assicurano una temperatura fino a -18° C.

Se si congelano cibi in casa occorre fare monoporzioni con riportata la data di preparazione e riporle nel freezer in modo che non tocchino altri prodotti.

 

Come scongelarli:

  • Se possibile riscaldare il prodotto ancora surgelato in acqua già bollente, fare attenzione che la cottura avvenga in modo completo anche all’interno del prodotto;
  • In alternativa i prodotti vanno scongelati: nel frigorifero, al mattino per la cena o la sera per il pranzo, o con l’uso del forno a microonde;
  • Non scongelare mai i cibi a temperatura ambiente.

 

Alimenti caldi:

Vanno mantenuti ad una temperatura superiore a 60-65°C e consumati il prima possibile. Per quanto riguarda i prodotti confezionati leggere sempre le modalità di conservazione e la data di scadenza, controllare visivamente che il prodotto non presenti muffe, cattivi odori, nel dubbio non mangiarlo. Scegliere quando è possibile la monoporzione.

 

Come prepararli:

  • prima di cominciare a cucinare lavarsi accuratamente le mani, se si hanno tagli o abrasioni indossare sempre i guanti di gomma,
  • indossare una mascherina se sono presenti sintomi simil influenzali,
  • lavarsi sempre le mani quando si passa da un cibo ad un altro,
  • detergere con acqua calda e sapone le superfici all’inizio della preparazione e ogni qualvolta si cambi pietanza,
  • lavare in modo accurato con disinfettante alimentare frutta e verdura,
  • non consumare frutta e verdura che presentano parti ammuffite,
  • non consumare patate parzialmente verdi o con germogli,
  • tenere gli animali domestici lontano dalla cucina.

 

Cottura:

  • cuocere molto bene carne, pesce, uova, ed eventualmente verdure (pentola a pressione, vapore, forno, bollitura, padella);
  • consumare il cibo entro 2 ore dalla preparazione, in estate entro 1 ora;
  • cibi cucinati in precedenza: suddividere il cibo già cotto in piccole monoporzioni all’interno di contenitori ben chiusi e riporli in frigorifero appena si saranno intiepiditi, al momento del consumo riscaldare molto bene il cibo;
  • non riscaldare mai un cibo più di una volta;
  • lessatura ed ebollizione non dovrebbero mai essere inferiori ai 10 minuti;
  • ricordare che il tempo di cottura varia in base alla porzione cucinata.

 

Quali alimenti consumare:

  • Variare il più possibile la propria alimentazione, scegliendo fra le proposte dei cibi permessi;
  • Evitare il consumo di conserve domestiche (pomodoro, marmellate, miele, frutta sciroppata, verdure sottolio e in salamoia);
  • Il buon aspetto di un alimento non è garanzia di un cibo sano, non assaggiare mai un cibo se si sospetta che possa essere deteriorato.

 

Cibi permessi in caso di pancitopenia

  • verdure cotte;
  • creme di legumi ben cotti e passati al passaverdure eliminando le bucce;
  • pasta o riso con condimenti semplici (sugo di pomodoro, pesce bianco);
  • carne ben cotta al forno in padella o bollita;
  • pesce ben cotto al forno in padella o bollito;
  • mortadella, prosciutto cotto, crudo, affettato di pollo o tacchino in vaschette sigillate;
  • formaggini confezionati tipo MIO, Parmigiano Reggiano, formaggi stagionati e pastorizzati, sottilette;
  • gelati industriali confezionati singolarmente senza noccioline, ghiaccioli industriali;
  • frutta cotta o cruda ma lavata con “Amuchina diluita, disinfettante Chicco o Milton” e privata della buccia;
  • bibite e succhi di frutta industriali che si conservano fuori frigo, scegliere quelli in brick monoporzione;
  • latte e yogurt pastorizzati o UHT se l’alvo è regolare, in alternativa è possibile scegliere latte di riso;
  • latte di riso al cacao, panna per caffè in monoporzione;
  • caffè: limitarsi a 1 al giorno;
  • tè, camomilla o tisane in filtro preparati con acqua bollente;
  • pane, biscotti semplici senza creme o marmellata;
  • patate bollite o al forno (precedentemente lavate e sbucciate con cura)
  • 1-2 uova ben cotte a settimana (sode, in camicia, frittata o al tegamino),
  • zucchero, zucchero di canna, burro, burro di arachidi, olio, sale, panna o besciamella UHT;
  • marmellata o miele industriali, pastorizzati in monoporzione.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

 

  • Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi “ Strategie per una vita sicura dopo trapianto di cellule staminali da midollo osseo, cellule staminali o cordone ombelicale” giugno 2011.
  • Commissione permanente di studio ONB “1° vademecum sull’igiene degli alimenti” Luglio 2013.
  • Dipartimento Oncologico e Tecnologie Avanzate Struttura complessa di Ematologia “Guida alla degenza per pazienti e famigliari” marzo 2014.
  • INRAN “Linee Guida per una sana alimentazione italiana” Capitolo 10 “ La sicurezza dei tuoi cibi dipende anche da te” revisione 2003.
  • Orientarsi n°64 “ La dimissione dopo il trapianto di cellule staminali emopoietiche” Supplemento d’informazione a “Diario di Bordo” reg. tribunale di bologna n° 6759 del 31/12/1997.
  • www.mqzh.ch

Associazioni del bilancio ossidativo dietetico e stile di vita con il rischio di mortalità tra le donne anziane: the Iowa Women’s Health Study

Mao Z., Prizment AE, Lazovich D., Bostick RM.

Eur J Nutr.2021 Apr 21.

 

Associazioni del bilancio ossidativo dietetico e stile di vita con il rischio di mortalità tra le donne anziane: the Iowa Women’s Health Study

Scopo:

Evidenze scientifiche di base sostanziali suggeriscono che lo stress ossidativo può svolgere un ruolo nei risultati sanitari legati all’invecchiamento, comprese le malattie cardiovascolari (CVD) e il cancro, e i marcatori di stress ossidativi erano collegati con tutte le cause e cause specifiche di mortalità negli studi epidemiologici. Tuttavia, le associazioni di molte esposizioni anti-/pro-ossidanti dietetiche e di stile di vita individuali con mortalità sono incoerenti. I punteggi di equilibrio ossidativo (OBS) che incorporavano molteplici fattori dietetici e di stile di vita sono stati precedentemente sviluppati e segnalati per riflettere gli effetti ossidativi collettivi delle esposizioni multiple.

 

Metodi:

Abbiamo studiato associazioni di 11 componenti dietetici e 4 componenti (attività fisica, adiposità, alcol e fumo) di stile di vita OBS (punteggi più alti erano considerati più antiossidanti) con tutte le cause e cause specifiche di mortalità tra le donne di età 55-69 anni alla base del futuro studio sulla salute delle donne dello Iowa (1986-2012). Abbiamo valutato le associazioni di mortalità OBS utilizzando la regressione proporzionale multivariabile dei rischi Cox.

 

Risultati:

Delle 34.137 donne senza cancro incluse nella coorte analitica, 18.058 sono morte (4521 per cancro e 6825 per CVD) durante una media/mediana 22.0/26.1 persona-anno di follow-up. Tra i partecipanti con uno stile di vita che comportava un punteggio più alto rispetto a quintili OBS con un punteggio più basso, i rapporti di pericolosità regolati e i loro intervalli di confidenza del 95% per tutte le cause, tutti i tumori e la mortalità per tutti i CVD erano rispettivamente 0,50 (0,48, 0,53), 0,47 (0,43, 0,52) e 0,54 (0,50, 0,58) (tutti Ptrend < 0,001). Le associazioni dell’OBS dietetiche con la mortalità erano quasi nulle.

 

Conclusione:

I nostri risultati, combinati con i risultati di studi precedenti, suggeriscono che una predominanza di esposizioni antiossidanti rispetto a esposizioni pro-ossidanti dello stile di vita può essere associata a un minor rischio di mortalità per tutte le cause, tutti cvd e tutti i tumori.

 

 

Abstract

 

Associations of dietary and lifestyle oxidative balance scores with mortality risk among older women: the Iowa Women’s Health Study

Purpose:

Substantial basic science evidence suggests that oxidative stress may play a role in aging-related health outcomes, including cardiovascular diseases (CVD) and cancer, and oxidative stress markers were linked with all-cause and cause-specific mortality in epidemiologic studies. However, the associations of many individual dietary and lifestyle anti-/pro-oxidant exposures with mortality are inconsistent. Oxidative balance scores (OBS) that incorporated multiple dietary and lifestyle factors were previously developed and reported to reflect the collective oxidative effects of multiple exposures.

 

Methods:

We investigated associations of 11-component dietary and 4-component (physical activity, adiposity, alcohol, and smoking) lifestyle OBS (higher scores were considered more anti-oxidative) with all-cause and cause-specific mortality among women 55-69 years of age at baseline in the prospective Iowa Women’s Health Study (1986-2012). We assessed OBS-mortality associations using multivariable Cox proportional hazards regression.

 

Results:

Of the 34,137 cancer-free women included in the analytic cohort, 18,058 died (4521 from cancer, and 6825 from CVD) during a mean/median 22.0/26.1 person-years of follow-up. Among participants in the highest relative to the lowest lifestyle OBS quintiles, the adjusted hazards ratios and their 95% confidence intervals for all-cause, all-cancer, and all-CVD mortality were 0.50 (0.48, 0.53), 0.47 (0.43, 0.52), and 0.54 (0.50, 0.58) (all Ptrend < 0.001), respectively. The associations of the dietary OBS with mortality were close to null.

 

Conclusion:

Our findings, combined with results from previous studies, suggest that a predominance of antioxidant over pro-oxidant lifestyle exposures may be associated with lower all-cause, all-CVD, and all-cancer mortality risk.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33881582/

Il ruolo della nutrizione nella pandemia di COVID-19

Mentella MC, Scaldaferri F, Gasbarrini A e Miggiano GAD.

Nutrients. 2021 Mar 27;13(4):1093.

 

Il ruolo della nutrizione nella pandemia di COVID-19

SARS-Cov-2, la causa della malattia di COVID-19, sta ponendo sfide senza precedenti. In letteratura, l’aumento delle evidenze sottolinea come la malnutrizione colpisce negativamente le funzionalità del sistema immunitario, alterando la protezione dalle infezioni.

L’attuale revisione mira a riassumere la complessa relazione tra infezione da SARS-Cov-2 e stato nutrizionale e gli effetti di malnutrizione in termini di gravità della malattia, tempi di recupero dei pazienti, incidenza delle complicanze e tasso di mortalità.

 

Gli studi attuali valutano la possibilità di modulare la nutrizione e l’integrazione in combinazione con trattamenti farmacologici nell’ambiente clinico per prevenire, sostenere e superare l’infezione sono anche descritti.

La discussione della letteratura più recente pertinente mira a gettare le basi per fare ipotesi ragionevoli e valutazioni per una nutrizionale “Best Practice” contro la pandemia di COVID-19 e per la definizione di strategie efficaci in termini di costi per assistere i sistemi sanitari nella gestione dei pazienti e delle persone nel loro recupero da COVID-19.

 

 

Abstract

 

The Role of Nutrition in the COVID-19 Pandemic

SARS-CoV-2, the cause of the COVID-19 disease, is posing unprecedent challenges. In the literature, increasing evidence highlights how malnutrition negatively affects the immune system functionality, impairing protection from infections.

The current review aims to summarize the complex relationship between SARS-CoV-2 infection and nutritional status and the effects of malnutrition in terms of disease severity, patients’ recovery time, incidence of complications and mortality rate.

 

Current studies evaluating the possibility of modulating nutrition and supplementation in combination with pharmacological treatments in the clinical setting to prevent, support, and overcome infection are also described.

The discussion of the most recent pertinent literature aims to lay the foundations for making reasonable assumptions and evaluations for a nutritional “best practice” against COVID-19 pandemic and for the definition of sound cost-effective strategies to assist healthcare systems in managing patients and individuals in their recovery from COVID-19.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33801645/

Disfagia

La disfagia è la difficoltà a deglutire.

Il più delle volte è associata a patologie di tipo vascolare, neurologiche o a neoplasie del collo ma non è sempre facile da riconoscere e diagnosticare.

 

In alcuni casi la difficoltà a deglutire cibi solidi e liquidi è evidente; in altri può manifestarsi con sintomi aspecifici come tosse durante i pasti, modificazione della voce che diventa umida e rauca, sensazione di corpo estraneo in gola.

 

La disfagia può essere un sintomo ed un effetto collaterale di alcune tipologie tumorali e trattamenti correlati, come il tumore dello stomaco, dell’esofago, della tiroide, delle ghiandole salivari e della laringe.

 

Esistono pochi dati sulla prevalenza della disfagia e delle complicazioni orali nei pazienti trattati per un tumore. Questi sintomi sono normalmente sotto-diagnosticati e non vengono quindi generalmente trattati.

 

Cosa fare in caso di disfagia

Per prima cosa è necessario evitare la malnutrizione ed impostare una dieta adeguata alla patologia di base.

 

Infatti se non è presente un’alimentazione corretta, può aumentare di conseguenza:

  • il rischio di un calo di peso e malnutrizione,
  • la disidratazione dovuta a un inadeguato apporto di liquidi
  • e di incorrere in una “polmonitead ingestis”.
    Quest’ultima è un’infezione delle vie respiratorie molto grave causata dal cibo che viene aspirato nelle vie aeree anziché essere correttamente incanalato nell’esofago, con il rischio nei casi più gravi di soffocamento.

 

In generale, nei casi meno gravi, può essere utile aumentare la frequenza dei pasti riducendone l’abbondanza e tagliando il cibo in piccoli pezzi, preferendo cibi più facili da deglutire.

Sarebbe bene evitare alcolici, tabacchi e caffeina che contribuiscono a peggiorare il reflusso gastroesofageo che condiziona la disfagia iniziale.

 

Al fine di gestire al meglio la disfagia sono inoltre utili consigli comportamentali che regolino anche il “come mangiare”.

 

Se si soffre di disfagia è fondamentale mangiare in posizione seduta abbassando la testa in avanti verso il torace durante la deglutizione, il boccone deve essere piccolo e masticato lentamente.

Risulta inoltre utile eseguire ogni tanto piccoli colpi di tosse per controllare o liberare la gola della presenza di cibo e mantenere un’accurata igiene del cavo orale. In questo modo si cerca di evitare ristagni di cibo, muco e saliva che potrebbero compromettere la deglutizione e favorire l’insorgenza di infezioni.

 

A volte può essere necessario rivolgersi a un logopedista o ad un esperto della rieducazione della deglutizione per imparare esercizi o strategie che aiutano a coordinare i muscoli necessari per deglutire meglio.

In altri casi possono essere necessari farmaci, interventi chirurgici o alimentazioni speciali, ad esempio a base di liquidi o sondino naso gastrico.

 

Cibi utili in caso di disfagia

In linea generale può essere utile distinguere a livello pratico la disfagia per cibi liquidi e quella per cibi solidi.

 

Nel primo caso si potrebbe utilizzare acqua gelificata e/o polveri addensanti che possono essere aggiunte a tutti i liquidi caldi e freddi come acqua, brodo, tè, latte. I liquidi avranno così una consistenza più densa e morbida e possono essere deglutiti correttamente.

 

Nel secondo caso invece sarebbe opportuno privilegiare alimenti di consistenza semisolida ed omogenea come per esempio il purè di patate.

 

Piccoli stratagemmi potrebbero essere quelli di utilizzare besciamella, panna o salse per aiutare a rendere più morbidi e più facili da deglutire i bocconi.

 

In ogni caso non deve essere di minor importanza la qualità nutrizionale, quindi dovrà essere garantita un’alimentazione corretta e bilanciata, seppur con piccole modifiche.

Per esempio può risultare utile sostituire pasta, riso e pane con semolino, crema di riso o patate lesse; tra i secondi preferire carne trita, pesce morbido, uova o formaggi cremosi.

 

La frutta invece potrebbe essere assunta o frullata o tramite mousse.

 

Infine, per contrastare la perdita di peso, ed aggiungere calorie buone alla ricetta, è utile aggiungere porzioni più abbondanti di olio extravergine di oliva a crudo.

 

Cibi da evitare in caso di disfagia

È importante generalmente evitare i cereali e tutte le preparazioni dove coesistono sia la consistenza liquida che solida come yogurt con pezzi di frutta e pastina in brodo.

 

Vanno inoltre eliminati tutti quegli alimenti che aderiscono al palato, come ad esempio gli gnocchi, cibi friabili come biscotti e crackers, e polveri come quella di cacao.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

insalata di sedano, avocado e Taleggio
Insalata di sedano, avocado e Taleggio

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’insalata di sedano, avocado e Taleggio, utile in caso di alterazioni enzimatiche.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 1 Cuore di sedano
  • 1/2 Avocado
  • 60 g taleggio a cubetti
  • Foglie di lattuga

 

Per condire

  • Succo di mezzo limone
  • Olio extravergine d’oliva
  • Sale q.b
  • 1 cucchiaino di passata di pomodoro

 

Procedimento

  1. Pulire e lavare le foglie dell’insalata e fare la stessa cosa con il sedano;
  2. Tagliare a fettine l’avocado, a rondelle il sedano e mescolarle insieme.
  3. In una zuppiera riunire un pizzico di sale, il succo del limone e mescolare fino a che il sale non si sia sciolto;
  4. Versare l’olio e la passata di pomodoro e mescolare per ottenere una cremina densa;
  5. Disporre le foglie dell’insalata sul fondo del piatto aggiungere sedano e avocado, il taleggio a pezzetti e condire con la cremina di pomodoro.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: All’interno di questa insalatina gustosa troviamo il Taleggio, formaggio a breve, media stagionatura di origini antichissime, anteriori al X secolo. È un alimento energetico, ricco di proteine, sali minerali e vitamine A e B2. Altro ingrediente presente è l’avocado fonte di grassi monoinsaturi e vitamina E. Studi recenti evidenziano che un moderato consumo di avocado sembrerebbe associato ad un miglior metabolismo dei lipidi, con riduzione del colesterolo totale e LDL e un aumento dei livelli di colesterolo buono, HDL.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di sedano, avocado e Taleggio (alterazioni enzimatiche)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su sedano, avocado, taleggio, lattuga, limone, pomodoro, olio EVO,

insalata di sedano, avocado e Taleggio
Insalata di sedano, avocado e Taleggio

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’insalata di sedano, avocado e Taleggio, utile per contrastare la perdita di appetito.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 1 Cuore di sedano
  • 1/2 Avocado
  • 60 g taleggio a cubetti
  • Foglie di lattuga

 

Per condire

  • Succo di mezzo limone
  • Olio extravergine d’oliva
  • Sale q.b
  • 1 cucchiaino di passata di pomodoro

 

Procedimento

  1. Pulire e lavare le foglie dell’insalata e fare la stessa cosa con il sedano;
  2. Tagliare a fettine l’avocado, a rondelle il sedano e mescolarle insieme.
  3. In una zuppiera riunire un pizzico di sale, il succo del limone e mescolare fino a che il sale non si sia sciolto;
  4. Versare l’olio e la passata di pomodoro e mescolare per ottenere una cremina densa;
  5. Disporre le foglie dell’insalata sul fondo del piatto aggiungere sedano e avocado, il taleggio a pezzetti e condire con la cremina di pomodoro.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: All’interno di questa insalatina gustosa troviamo il Taleggio, formaggio a breve, media stagionatura di origini antichissime, anteriori al X secolo. È un alimento energetico, ricco di proteine, sali minerali e vitamine A e B2. Altro ingrediente presente è l’avocado fonte di grassi monoinsaturi e vitamina E. Studi recenti evidenziano che un moderato consumo di avocado sembrerebbe associato ad un miglior metabolismo dei lipidi, con riduzione del colesterolo totale e LDL e un aumento dei livelli di colesterolo buono, HDL.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di sedano, avocado e Taleggio (perdita appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su sedano, avocado, taleggio, lattuga, limone, pomodoro, olio EVO,

insalata di sedano, avocado e Taleggio
Insalata di sedano, avocado e Taleggio

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’insalata di sedano, avocado e Taleggio, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 1 Cuore di sedano
  • 1/2 Avocado
  • 60 g taleggio a cubetti
  • Foglie di lattuga

 

Per condire

  • Succo di mezzo limone
  • Olio extravergine d’oliva
  • Sale q.b
  • 1 cucchiaino di passata di pomodoro

 

Procedimento

  1. Pulire e lavare le foglie dell’insalata e fare la stessa cosa con il sedano;
  2. Tagliare a fettine l’avocado, a rondelle il sedano e mescolarle insieme.
  3. In una zuppiera riunire un pizzico di sale, il succo del limone e mescolare fino a che il sale non si sia sciolto;
  4. Versare l’olio e la passata di pomodoro e mescolare per ottenere una cremina densa;
  5. Disporre le foglie dell’insalata sul fondo del piatto aggiungere sedano e avocado, il taleggio a pezzetti e condire con la cremina di pomodoro.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: All’interno di questa insalatina gustosa troviamo il Taleggio, formaggio a breve, media stagionatura di origini antichissime, anteriori al X secolo. È un alimento energetico, ricco di proteine, sali minerali e vitamine A e B2. Altro ingrediente presente è l’avocado fonte di grassi monoinsaturi e vitamina E. Studi recenti evidenziano che un moderato consumo di avocado sembrerebbe associato ad un miglior metabolismo dei lipidi, con riduzione del colesterolo totale e LDL e un aumento dei livelli di colesterolo buono, HDL.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di sedano, avocado e Taleggio (alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su sedano, avocado, taleggio, lattuga, limone, pomodoro, olio EVO,

insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
Insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci, utile in caso di alterazioni enzimatiche.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 7-8 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 100 g di Alici fresche
  • 100 g di Radicchio
  • 50 g di Spinaci lessati
  • 1 Limone
  • 3 Noci

 

Procedimento

  1. Preriscaldare il forno a 200 ° per 5 minuti e cuocere le alici;
  2. Pulire e lavare il radicchio, tagliarlo a liste e metterlo in un’insalatiera;
  3. Tagliare grossolanamente gli spinaci precedentemente lessati, tagliare un quarto di limone completo di buccia a cubetti;
  4. Versare un goccio di olio evo in una padella, rosolare gli spinaci e il limone;
  5. Mescolare delicatamente le alici con gli spinaci ed il limone, condire con il succo del mezzo limone rimasto e dell’olio;
  6. Fare riposare per 15 minuti;
  7. Solo alla fine unire il radicchio e le noci.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, aumentato rischio di infezioni, fatigue, stipsi fisiologica e non meccanica, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: le alici, insieme a sgombri e aringhe, fanno parte del così detto pesce azzurro, ricco in grassi omega 3, fondamentali per la salute del cuore e delle arterie. Sono, inoltre, una buona fonte di proteine ad alto valore biologico, vitamine (A, D e vitamine del gruppo B) e calcio. Il contenuto in omega-3 è inoltre ulteriormente incrementato dalla presenza delle noci, mentre radicchio e spinaci contribuiscono al donare alla ricetta un buon contenuto di fibra e vitamina K. Insaporire con limone e noci è un buon metodo per ridurre l’utilizzo del sale nella ricetta.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci (alterazioni enzimatiche)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su alici, radicchio, spinaci, limone, noci

insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
Insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci, utile in caso di stipsi (o costipazione).

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 7-8 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 100 g di Alici fresche
  • 100 g di Radicchio
  • 50 g di Spinaci lessati
  • 1 Limone
  • 3 Noci

 

Procedimento

  1. Preriscaldare il forno a 200 ° per 5 minuti e cuocere le alici;
  2. Pulire e lavare il radicchio, tagliarlo a liste e metterlo in un’insalatiera;
  3. Tagliare grossolanamente gli spinaci precedentemente lessati, tagliare un quarto di limone completo di buccia a cubetti;
  4. Versare un goccio di olio evo in una padella, rosolare gli spinaci e il limone;
  5. Mescolare delicatamente le alici con gli spinaci ed il limone, condire con il succo del mezzo limone rimasto e dell’olio;
  6. Fare riposare per 15 minuti;
  7. Solo alla fine unire il radicchio e le noci.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, aumentato rischio di infezioni, fatigue, stipsi fisiologica e non meccanica, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: le alici, insieme a sgombri e aringhe, fanno parte del così detto pesce azzurro, ricco in grassi omega 3, fondamentali per la salute del cuore e delle arterie. Sono, inoltre, una buona fonte di proteine ad alto valore biologico, vitamine (A, D e vitamine del gruppo B) e calcio. Il contenuto in omega-3 è inoltre ulteriormente incrementato dalla presenza delle noci, mentre radicchio e spinaci contribuiscono al donare alla ricetta un buon contenuto di fibra e vitamina K. Insaporire con limone e noci è un buon metodo per ridurre l’utilizzo del sale nella ricetta.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci (stipsi o costipazione)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su alici, radicchio, spinaci, limone, noci

insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
Insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci, indicata per contrastare la fatigue.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 7-8 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 100 g di Alici fresche
  • 100 g di Radicchio
  • 50 g di Spinaci lessati
  • 1 Limone
  • 3 Noci

 

Procedimento

  1. Preriscaldare il forno a 200 ° per 5 minuti e cuocere le alici;
  2. Pulire e lavare il radicchio, tagliarlo a liste e metterlo in un’insalatiera;
  3. Tagliare grossolanamente gli spinaci precedentemente lessati, tagliare un quarto di limone completo di buccia a cubetti;
  4. Versare un goccio di olio evo in una padella, rosolare gli spinaci e il limone;
  5. Mescolare delicatamente le alici con gli spinaci ed il limone, condire con il succo del mezzo limone rimasto e dell’olio;
  6. Fare riposare per 15 minuti;
  7. Solo alla fine unire il radicchio e le noci.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, aumentato rischio di infezioni, fatigue, stipsi fisiologica e non meccanica, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: le alici, insieme a sgombri e aringhe, fanno parte del così detto pesce azzurro, ricco in grassi omega 3, fondamentali per la salute del cuore e delle arterie. Sono, inoltre, una buona fonte di proteine ad alto valore biologico, vitamine (A, D e vitamine del gruppo B) e calcio. Il contenuto in omega-3 è inoltre ulteriormente incrementato dalla presenza delle noci, mentre radicchio e spinaci contribuiscono al donare alla ricetta un buon contenuto di fibra e vitamina K. Insaporire con limone e noci è un buon metodo per ridurre l’utilizzo del sale nella ricetta.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci (fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su alici, radicchio, spinaci, limone, noci

insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
Insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci, utile in caso di aumentato rischio di infezioni.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 7-8 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 100 g di Alici fresche
  • 100 g di Radicchio
  • 50 g di Spinaci lessati
  • 1 Limone
  • 3 Noci

 

Procedimento

  1. Preriscaldare il forno a 200 ° per 5 minuti e cuocere le alici;
  2. Pulire e lavare il radicchio, tagliarlo a liste e metterlo in un’insalatiera;
  3. Tagliare grossolanamente gli spinaci precedentemente lessati, tagliare un quarto di limone completo di buccia a cubetti;
  4. Versare un goccio di olio evo in una padella, rosolare gli spinaci e il limone;
  5. Mescolare delicatamente le alici con gli spinaci ed il limone, condire con il succo del mezzo limone rimasto e dell’olio;
  6. Fare riposare per 15 minuti;
  7. Solo alla fine unire il radicchio e le noci.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, aumentato rischio di infezioni, fatigue, stipsi fisiologica e non meccanica, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: le alici, insieme a sgombri e aringhe, fanno parte del così detto pesce azzurro, ricco in grassi omega 3, fondamentali per la salute del cuore e delle arterie. Sono, inoltre, una buona fonte di proteine ad alto valore biologico, vitamine (A, D e vitamine del gruppo B) e calcio. Il contenuto in omega-3 è inoltre ulteriormente incrementato dalla presenza delle noci, mentre radicchio e spinaci contribuiscono al donare alla ricetta un buon contenuto di fibra e vitamina K. Insaporire con limone e noci è un buon metodo per ridurre l’utilizzo del sale nella ricetta.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci (rischio infezioni)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su alici, radicchio, spinaci, limone, noci

insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
Insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci, utile in caso di perdita di appetito.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 7-8 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 100 g di Alici fresche
  • 100 g di Radicchio
  • 50 g di Spinaci lessati
  • 1 Limone
  • 3 Noci

 

Procedimento

  1. Preriscaldare il forno a 200 ° per 5 minuti e cuocere le alici;
  2. Pulire e lavare il radicchio, tagliarlo a liste e metterlo in un’insalatiera;
  3. Tagliare grossolanamente gli spinaci precedentemente lessati, tagliare un quarto di limone completo di buccia a cubetti;
  4. Versare un goccio di olio evo in una padella, rosolare gli spinaci e il limone;
  5. Mescolare delicatamente le alici con gli spinaci ed il limone, condire con il succo del mezzo limone rimasto e dell’olio;
  6. Fare riposare per 15 minuti;
  7. Solo alla fine unire il radicchio e le noci.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, aumentato rischio di infezioni, fatigue, stipsi fisiologica e non meccanica, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: le alici, insieme a sgombri e aringhe, fanno parte del così detto pesce azzurro, ricco in grassi omega 3, fondamentali per la salute del cuore e delle arterie. Sono, inoltre, una buona fonte di proteine ad alto valore biologico, vitamine (A, D e vitamine del gruppo B) e calcio. Il contenuto in omega-3 è inoltre ulteriormente incrementato dalla presenza delle noci, mentre radicchio e spinaci contribuiscono al donare alla ricetta un buon contenuto di fibra e vitamina K. Insaporire con limone e noci è un buon metodo per ridurre l’utilizzo del sale nella ricetta.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci (perdita appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su alici, radicchio, spinaci, limone, noci

insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
Insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 7-8 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 100 g di Alici fresche
  • 100 g di Radicchio
  • 50 g di Spinaci lessati
  • 1 Limone
  • 3 Noci

 

Procedimento

  1. Preriscaldare il forno a 200 ° per 5 minuti e cuocere le alici;
  2. Pulire e lavare il radicchio, tagliarlo a liste e metterlo in un’insalatiera;
  3. Tagliare grossolanamente gli spinaci precedentemente lessati, tagliare un quarto di limone completo di buccia a cubetti;
  4. Versare un goccio di olio evo in una padella, rosolare gli spinaci e il limone;
  5. Mescolare delicatamente le alici con gli spinaci ed il limone, condire con il succo del mezzo limone rimasto e dell’olio;
  6. Fare riposare per 15 minuti;
  7. Solo alla fine unire il radicchio e le noci.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, aumentato rischio di infezioni, fatigue, stipsi fisiologica e non meccanica, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: le alici, insieme a sgombri e aringhe, fanno parte del così detto pesce azzurro, ricco in grassi omega 3, fondamentali per la salute del cuore e delle arterie. Sono, inoltre, una buona fonte di proteine ad alto valore biologico, vitamine (A, D e vitamine del gruppo B) e calcio. Il contenuto in omega-3 è inoltre ulteriormente incrementato dalla presenza delle noci, mentre radicchio e spinaci contribuiscono al donare alla ricetta un buon contenuto di fibra e vitamina K. Insaporire con limone e noci è un buon metodo per ridurre l’utilizzo del sale nella ricetta.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci (alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su alici, radicchio, spinaci, limone, noci

Funzionalità del gusto negli adulti sottoposti a radioterapia o chemioterapia del cancro e implicazioni per la gestione nutrizionale: una revisione sistematica

Kiss N. et al.

J Acad Nutr Diet. 2021 Feb;121(2):278-304.

 

Funzionalità del gusto negli adulti sottoposti a radioterapia o chemioterapia del cancro e implicazioni per la gestione nutrizionale: una revisione sistematica

Background:

I cambiamenti di gusto sono comunemente segnalati da persone con cancro sottoposte a radioterapia o chemioterapia. I cambiamenti di gusto possono compromettere l’assunzione alimentare e lo stato nutrizionale.

 

Obiettivo:

Capire se il cambiamento del gusto è associato o meno alla diagnosi del cancro o alla modalità di trattamento negli adulti.

 

Metodi:

Una ricerca sistematica della letteratura fino al 31 dicembre 2019 è stata condotta utilizzando PubMed, Embase e PsycInfo (International Prospective Register of Systematic Reviews protocol n. CRD42019134005). Sono stati inclusi studi su adulti con cancro che valutano obiettivamente l’effetto di una diagnosi di cancro o chemioterapia e/o di un trattamento radioterapico sulla funzione gustativa rispetto a controlli sani o all’interno dei cambiamenti dei partecipanti. Ulteriori risultati sono stati gradimento del cibo, appetito, assunzione alimentare, stato nutrizionale e composizione corporea.

Sono stati cercati elenchi di riferimento di articoli pertinenti per identificare articoli aggiuntivi. La qualità è stata valutata utilizzando la lista di controllo dei criteri di qualità dell’Accademia di nutrizione e dietetica.

 

Risultati:

Sono stati inclusi complessivamente 24 articoli, uno dei quali consisteva in due studi che riportavano separatamente gli effetti della radioterapia e della chemioterapia. Sul totale di 25 studi riportati in 24 articoli pubblicati, 14 studi hanno esaminato gli effetti della radioterapia e altri 11 studi hanno esaminato la chemioterapia.

Ci sono prove limitate di una diagnosi di cancro di per sé che contribuisce alla disfunzione del gusto. La funzione gustativa compromessa è stata segnalata in quasi tutti gli studi di radioterapia, che si verificano già nella Settimana 3 del trattamento e durano da 3 a 24 mesi dopo il trattamento. Durante la chemioterapia, la compromissione della funzione del gusto è stata riportata in modo meno coerente, presente già nei primi giorni di chemioterapia e che persiste fino a 6 mesi dopo il trattamento. La chemioterapia a base di taxane è stata segnalata per influenzare la funzione del gusto più di altri trattamenti.

Diversi studi hanno riportato una minore simpatia per il cibo, l’appetito e l’assunzione alimentare. Solo uno studio ha riportato lo stato nutrizionale dei partecipanti, non trovando alcuna associazione tra la funzione gustativa e lo stato nutrizionale. Nessuno studio ha esaminato le associazioni tra cambiamenti di gusto e composizione corporea.

 

Conclusioni:

La rassegna sottolinea l’importanza di considerare la modalità di trattamento nella pratica. La ricerca è necessaria per identificare i fattori che contribuiscono all’alterazione del gusto e per informare gli interventi basati sull’evidenza.

 

 

Abstract

 

Taste Function in Adults Undergoing Cancer Radiotherapy or Chemotherapy, and Implications for Nutrition Management: A Systematic Review

Background:

Taste changes are commonly reported by people with cancer undergoing radio- or chemotherapy. Taste changes may compromise dietary intake and nutritional status.

 

Objective:

To understand whether or not taste change is associated with cancer diagnosis or treatment modality in adults.

 

Methods:

A systematic literature search up to December 31, 2019, was conducted using PubMed, Embase, and PsycInfo (International Prospective Register of Systematic Reviews protocol no. CRD42019134005). Studies in adults with cancer objectively assessing the effect of a cancer diagnosis or chemotherapy and/or radiotherapy treatment on taste function compared with healthy controls or within participant changes were included. Additional outcomes were food liking, appetite, dietary intake, nutritional status, and body composition.

Reference lists of relevant articles were searched to identify additional articles. Quality was assessed using the Academy of Nutrition and Dietetics quality criteria checklist.

 

Results:

A total of 24 articles were included, one of which consisted of two studies that reported the effects of radiotherapy and chemotherapy separately. From the total 25 studies reported in 24 published articles, 14 studies examined effects of radiotherapy, and remaining 11 studies examined chemotherapy.

There is limited evidence of a cancer diagnosis per se contributing to taste dysfunction. Impaired taste function was reported in almost all radiotherapy studies, occurring as early as Week 3 of treatment and lasting for 3 to 24 months posttreatment. During chemotherapy, impairment of taste function was less consistently reported, occurring as early as the first few days of chemotherapy, and persisting up to 6 months posttreatment. Taxane-based chemotherapy was reported to affect taste function more than other treatments.

Several studies reported reduced liking for food, appetite, and dietary intake. Only one study reported nutritional status of participants, finding no association between taste function and nutritional status. No studies examined associations between taste changes and body composition.

 

Conclusions:

This review highlights the importance of considering treatment modality in practice. Research is required to identify factors contributing to taste alteration and to inform evidence-based interventions.

 

Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33071205/

Valutazione della qualità della dieta tra gli adulti americani sopravvissuti al cancro: risultati dell’indagine nazionale sull’esame sanitario e nutrizionale 2005-2016

Lee E. et al.

J Acad Nutr Diet. 2021 Feb;121(2):217-232.

 

Valutazione della qualità della dieta tra gli adulti americani sopravvissuti al cancro: risultati dell’indagine nazionale sull’esame sanitario e nutrizionale 2005-2016

Background:

La qualità della dieta tra gli adulti sopravvissuti al cancro è bassa e ci sono informazioni minime sul punteggio dell’indice di alimentazione sana (HEI)-2015, una misura della qualità della dieta e dell’aderenza alle linee guida dietetiche 2015-2020 per gli americani, in questa popolazione.

 

Obiettivo:

Questo studio mirava ad esaminare i punteggi totali e componenti dell’HEI-2015 e i fattori associati tra gli adulti sopravvissuti al cancro. Inoltre, questo studio ha esaminato quali componenti dietetici avevano bisogno del maggior cambiamento per migliorare la qualità della dieta in questa popolazione.

 

Progettazione:

Il National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) è uno studio trasversale basato sulla popolazione rappresentativo a livello nazionale che viene condotto annualmente.

 

Partecipanti / ambientazione:

In tutto, 1971 adulti con una diagnosi di cancro auto-segnalata nel corso della loro vita (sia gli individui attualmente con cancro che quelli che sono senza cancro) di NHANES 2005-2016 sono stati inclusi in questo studio.

 

Principali misure di risultato:

il totale HEI-2015 e 13 punteggi dei componenti sono stati calcolati utilizzando il metodo dell’algoritmo di punteggio semplice dalla media di 2 richiami di 24 ore.

 

Analisi statistiche:

Le associazioni del punteggio totale HEI-2015 con fattori sociodemografici, di stile di vita e relativi alla salute sono state analizzate utilizzando i confronti dei mezzi meno quadrati. Un modello di regressione del sondaggio multivariabile è stato utilizzato per identificare le associazioni con il punteggio totale HEI-2015 dopo la regolazione per potenziali confondenti. I 13 punteggi dei componenti sono stati inoltre confrontati in base alle caratteristiche dei partecipanti per identificare i gruppi alimentari target per l’intervento nutrizionale specifico del sottogruppo.

 

Risultati:

Il punteggio totale medio HEI-2015 è stato di 55,6 (intervallo di confidenza del 95% = 54,8-56,4). I fattori associati al punteggio totale HEI-2015 includevano età, razza / etnia, istruzione, abitudini di fumo, indice di massa corporea e stato di igiene orale. Nel complesso, la scarsa aderenza alle linee guida dietetiche 2015-2020 per gli americani è stata riscontrata per la maggior parte dei componenti HEI-2015, con componenti integrali, verdi e fagioli, sodio e acidi grassi con meno del 50% dei punteggi massimi possibili.

 

Conclusioni:

I risultati indicano una scarsa qualità della dieta tra gli adulti americani sopravvissuti al cancro, con notevoli disparità osservate tra i fattori sociodemografici e di stile di vita, in particolare i livelli di istruzione, l’indice di massa corporea e le abitudini di fumo. Gli interventi nutrizionali per i sopravvissuti al cancro dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di concentrarsi sul miglioramento della qualità della dieta aumentando l’assunzione di cereali integrali e verdure e fagioli, abbassando il consumo di sodio e raggiungendo un sano equilibrio degli acidi grassi (ad esempio, un rapporto favorevole tra grassi insaturi e grassi saturi).

 

 

Abstract

 

Evaluation of Diet Quality Among American Adult Cancer Survivors: Results From 2005-2016 National Health and Nutrition Examination Survey

Background:

Diet quality among adult cancer survivors is low, and there is minimal information on the Healthy Eating Index (HEI)-2015 score, a measure of diet quality and adherence to the 2015-2020 Dietary Guidelines for Americans, in this population.

 

Objective:

This study aimed to examine HEI-2015 total and component scores and associated factors among adult cancer survivors. Also, this study examined which dietary components needed the most change to improve diet quality in this population.

 

Design:

The National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) is an ongoing nationally representative population-based cross-sectional study that is conducted annually.

 

Participants/setting:

In all, 1971 adults with a self-reported cancer diagnosis in their lifetime (both individuals with cancer currently and those that are cancer-free) from NHANES 2005-2016 were included in this study.

 

Main outcome measures:

HEI-2015 total and 13 component scores were calculated using the simple scoring algorithm method from the average of 2 24-hour recalls.

 

Statistical analyses:

The associations of the HEI-2015 total score with sociodemographic, lifestyle, and health-related factors were analyzed using the least square means comparisons. A multivariable survey regression model was used to identify associations with the HEI-2015 total score after adjustment for potential confounders. The 13 component scores were also compared by participant characteristics to identify target food groups for subgroup-specific nutrition intervention.

 

Results:

The average HEI-2015 total score was 55.6 (95% confidence interval = 54.8-56.4). Factors associated with the HEI-2015 total score included age, race/ethnicity, education, smoking status, body mass index, and oral health status. Overall, poor adherence to the 2015-2020 Dietary Guidelines for Americans was found for most HEI-2015 components, with Whole Grains, Greens and Beans, Sodium, and Fatty Acids components having less than 50% of the maximum possible scores.

 

Conclusions:

Results indicate poor diet quality among American adult cancer survivors, with significant disparities observed across sociodemographic and lifestyle factors, particularly education levels, body mass index, and smoking status. Nutrition interventions for cancer survivors should consider focusing on improving diet quality by increasing intakes of whole grains and greens and beans, lowering sodium consumption, and achieving a healthy balance of fatty acids (ie, a favorable ratio of unsaturated fats to saturated fats).

 

Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33158797/

Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle
Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dei burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle, utile in caso di stipsi (o costipazione)

 

Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 30’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 20‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 200 g di Barbabietola rossa cotta
  • 200 g di Fagioli rossi cotti
  • 3 Mandorle
  • Pangrattato q.b.
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Preriscaldate il forno a 180°;
  2. Tritare finemente la barbabietola, i fagioli e le mandorle con un coltello;
  3. Aggiungere il pangrattato;
  4. Impastare con le mani per compattare l’impasto;
  5. Bagnate le mani e formate i burgher, con una forchetta fate i tipici segni degli hamburger;
  6. Disponeteli sulla placca del forno rivestita di carta da forno e ungeteli leggermente;
  7. infornateli per 20 minuti a 180° nel forno già caldo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, alterazioni del gusto, fatigue, stipsi e costipazione fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te: quest’alternativa vegetale di burger fatti in casa è un buon piatto unico contenente cereali e legumi, completo di tutti gli aminoacidi essenziali. Ideale per chi non è abituato a consumare i legumi o per chi soffre di gonfiore intestinale. I legumi spezzati, infatti, sono privati dello strato esterno responsabile del gonfiore e dei fastidi intestinali che alcuni possono riscontrare. In caso di perdita dell’appetito, questa ricetta può risultare molto appetibile e un valido spuntino in caso di necessità. In caso di anemia, si consiglia di aggiungere all’impasto succo di limone al fine di incrementare la biodisponibilità del ferro non eme contenuto nei fagioli.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle (stipsi/ costipazione)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su barbabietola, fagioli, mandorle, pane, olio EVO

Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle
Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dei burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle, utile per contrastare la fatigue.

 

Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 30’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 20‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 200 g di Barbabietola rossa cotta
  • 200 g di Fagioli rossi cotti
  • 3 Mandorle
  • Pangrattato q.b.
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Preriscaldate il forno a 180°;
  2. Tritare finemente la barbabietola, i fagioli e le mandorle con un coltello;
  3. Aggiungere il pangrattato;
  4. Impastare con le mani per compattare l’impasto;
  5. Bagnate le mani e formate i burgher, con una forchetta fate i tipici segni degli hamburger;
  6. Disponeteli sulla placca del forno rivestita di carta da forno e ungeteli leggermente;
  7. infornateli per 20 minuti a 180° nel forno già caldo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, alterazioni del gusto, fatigue, stipsi e costipazione fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

 

FBO per te: quest’alternativa vegetale di burger fatti in casa è un buon piatto unico contenente cereali e legumi, completo di tutti gli aminoacidi essenziali. Ideale per chi non è abituato a consumare i legumi o per chi soffre di gonfiore intestinale. I legumi spezzati, infatti, sono privati dello strato esterno responsabile del gonfiore e dei fastidi intestinali che alcuni possono riscontrare. In caso di perdita dell’appetito, questa ricetta può risultare molto appetibile e un valido spuntino in caso di necessità. In caso di anemia, si consiglia di aggiungere all’impasto succo di limone al fine di incrementare la biodisponibilità del ferro non eme contenuto nei fagioli.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle (fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su barbabietola, fagioli, mandorle, pane, olio EVO

Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle
Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dei burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 30’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 20‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 200 g di Barbabietola rossa cotta
  • 200 g di Fagioli rossi cotti
  • 3 Mandorle
  • Pangrattato q.b.
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Preriscaldate il forno a 180°;
  2. Tritare finemente la barbabietola, i fagioli e le mandorle con un coltello;
  3. Aggiungere il pangrattato;
  4. Impastare con le mani per compattare l’impasto;
  5. Bagnate le mani e formate i burgher, con una forchetta fate i tipici segni degli hamburger;
  6. Disponeteli sulla placca del forno rivestita di carta da forno e ungeteli leggermente;
  7. infornateli per 20 minuti a 180° nel forno già caldo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, alterazioni del gusto, fatigue, stipsi e costipazione fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

 

FBO per te: quest’alternativa vegetale di burger fatti in casa è un buon piatto unico contenente cereali e legumi, completo di tutti gli aminoacidi essenziali. Ideale per chi non è abituato a consumare i legumi o per chi soffre di gonfiore intestinale. I legumi spezzati, infatti, sono privati dello strato esterno responsabile del gonfiore e dei fastidi intestinali che alcuni possono riscontrare. In caso di perdita dell’appetito, questa ricetta può risultare molto appetibile e un valido spuntino in caso di necessità. In caso di anemia, si consiglia di aggiungere all’impasto succo di limone al fine di incrementare la biodisponibilità del ferro non eme contenuto nei fagioli.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle (alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su barbabietola, fagioli, mandorle, pane, olio EVO

Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle
Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dei burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle, utile in caso di perdita di appetito.

 

Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 30’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 20‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 200 g di Barbabietola rossa cotta
  • 200 g di Fagioli rossi cotti
  • 3 Mandorle
  • Pangrattato q.b.
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Preriscaldate il forno a 180°;
  2. Tritare finemente la barbabietola, i fagioli e le mandorle con un coltello;
  3. Aggiungere il pangrattato;
  4. Impastare con le mani per compattare l’impasto;
  5. Bagnate le mani e formate i burgher, con una forchetta fate i tipici segni degli hamburger;
  6. Disponeteli sulla placca del forno rivestita di carta da forno e ungeteli leggermente;
  7. infornateli per 20 minuti a 180° nel forno già caldo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di perdita di appetito, alterazioni del gusto, fatigue, stipsi e costipazione fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

 

FBO per te: quest’alternativa vegetale di burger fatti in casa è un buon piatto unico contenente cereali e legumi, completo di tutti gli aminoacidi essenziali. Ideale per chi non è abituato a consumare i legumi o per chi soffre di gonfiore intestinale. I legumi spezzati, infatti, sono privati dello strato esterno responsabile del gonfiore e dei fastidi intestinali che alcuni possono riscontrare. In caso di perdita dell’appetito, questa ricetta può risultare molto appetibile e un valido spuntino in caso di necessità. In caso di anemia, si consiglia di aggiungere all’impasto succo di limone al fine di incrementare la biodisponibilità del ferro non eme contenuto nei fagioli.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle (perdita appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su barbabietola, fagioli, mandorle, pane, olio EVO

piccoli strudel di verdure invernali all'olio, zafferano e peperoncino
Piccoli Strudel di verdure invernali all’olio, zafferano e peperoncino

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare i piccoli strudel di verdure invernali all’olio, zafferano e peperoncino, utile in caso di stipsi o costipazione fisiologica e non meccanica (valutando la tolleranza in casi di meteorismo).

 

Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 1 h

Difficoltà: Media

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 45 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • un Rotolo di pasta brisè
  • una Cimetta di Cavolfiore
  • una Cimetta di Broccolo
  • 1 Patata piccola
  • una Fettina piccola di Zucca
  • Porro q.b.
  • 1 Peperoncino
  • una bustina di Zafferano
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Pulire e lavare tutte la verdura, in una padella mettere l’olio evo, il porro a rondelle, il peperoncino, lo zafferano e 3 cucchiai di acqua, mescolare;
  2. Tagliare la patata a cubetti e così anche la zucca e metterla nella padella con il condimento;
  3. Aggiungere dopo 5 minuti le cime del broccolo e del cavolfiore, cuocere per 10 minuti.
  4. Lasciare intiepidire;
  5. Accendere il forno, stendere con un matterello la pasta brisè dello spessore di qualche millimetro e ricavarne dei rettangoli di 20 cm per 10;
  6. Disporre al centro di ogni rettangolo le verdure cotte e arrotolare su sé stessa la pasta;
  7. Disporre gli strudel su una placca da forno e spennellarli con dell’olio;
  8. Cuocerli per 45 minuti a 170°.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica (valutare la tolleranza in casi di meteorismo), rischio di infezioni.

 

FBO per te: da consumare come pasto principale o come spezza- fame, questi strudel possono essere utilizzati per aumentare le calorie della giornata in caso di perdita di appetito. Presentano un buon contenuto di fibra mentre zafferano e peperoncino aiutano a ridurre l’utilizzo di sale rendendo comunque saporito il piatto.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei piccoli strudel di verdure invernali all’olio, zafferano e peperoncino (utile in caso di stipsi o costipazione)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su cavolfiore, broccolo, patata, zucca, porro, peperoncino, zafferano, olio EVO

piccoli strudel di verdure invernali all'olio, zafferano e peperoncino
Piccoli Strudel di verdure invernali all’olio, zafferano e peperoncino

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare i piccoli strudel di verdure invernali all’olio, zafferano e peperoncino, utile in caso di perdita di appetito.

 

Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 1 h

Difficoltà: Media

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 45 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • un Rotolo di pasta brisè
  • una Cimetta di Cavolfiore
  • una Cimetta di Broccolo
  • 1 Patata piccola
  • una Fettina piccola di Zucca
  • Porro q.b.
  • 1 Peperoncino
  • una bustina di Zafferano
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Pulire e lavare tutte la verdura, in una padella mettere l’olio evo, il porro a rondelle, il peperoncino, lo zafferano e 3 cucchiai di acqua, mescolare;
  2. Tagliare la patata a cubetti e così anche la zucca e metterla nella padella con il condimento;
  3. Aggiungere dopo 5 minuti le cime del broccolo e del cavolfiore, cuocere per 10 minuti.
  4. Lasciare intiepidire;
  5. Accendere il forno, stendere con un matterello la pasta brisè dello spessore di qualche millimetro e ricavarne dei rettangoli di 20 cm per 10;
  6. Disporre al centro di ogni rettangolo le verdure cotte e arrotolare su sé stessa la pasta;
  7. Disporre gli strudel su una placca da forno e spennellarli con dell’olio;
  8. Cuocerli per 45 minuti a 170°.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica (valutare la tolleranza in casi di meteorismo), rischio di infezioni.

 

FBO per te: da consumare come pasto principale o come spezza- fame, questi strudel possono essere utilizzati per aumentare le calorie della giornata in caso di perdita di appetito. Presentano un buon contenuto di fibra mentre zafferano e peperoncino aiutano a ridurre l’utilizzo di sale rendendo comunque saporito il piatto.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei piccoli strudel di verdure invernali all’olio, zafferano e peperoncino (utile in caso di perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su cavolfiore, broccolo, patata, zucca, porro, peperoncino, zafferano, olio EVO

piccoli strudel di verdure invernali all'olio, zafferano e peperoncino
Piccoli Strudel di verdure invernali all’olio, zafferano e peperoncino

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare i piccoli strudel di verdure invernali all’olio, zafferano e peperoncino, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 1 h

Difficoltà: Media

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 45 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • un rotolo di pasta brisè
  • una Cimetta di Cavolfiore
  • una Cimette di Broccolo
  • 1 Patata piccola
  • una Fettina piccola di Zucca
  • Porro q.b.
  • 1 Peperoncino
  • una bustina di Zafferano
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Pulire e lavare tutte la verdura, in una padella mettere l’olio evo, il porro a rondelle, il peperoncino, lo zafferano e 3 cucchiai di acqua, mescolare;
  2. Tagliare la patata a cubetti e così anche la zucca e metterla nella padella con il condimento;
  3. Aggiungere dopo 5 minuti le cime del broccolo e del cavolfiore, cuocere per 10 minuti.
  4. Lasciare intiepidire;
  5. Accendere il forno, stendere con un matterello la pasta brisè dello spessore di qualche millimetro e ricavarne dei rettangoli di 20 cm per 10;
  6. Disporre al centro di ogni rettangolo le verdure cotte e arrotolare su sé stessa la pasta;
  7. Disporre gli strudel su una placca da forno e spennellarli con dell’olio;
  8. Cuocerli per 45 minuti a 170°.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica (valutare la tolleranza in casi di meteorismo), rischio di infezioni.

 

FBO per te: da consumare come pasto principale o come spezza- fame, questi strudel possono essere utilizzati per aumentare le calorie della giornata in caso di perdita di appetito. Presentano un buon contenuto di fibra mentre zafferano e peperoncino aiutano a ridurre l’utilizzo di sale rendendo comunque saporito il piatto.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei piccoli strudel di verdure invernali all’olio, zafferano e peperoncino (utile in caso di alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su cavolfiore, broccolo, patata, zucca, porro, peperoncino, zafferano, olio EVO

Gestione della malnutrizione legata al cancro: un’indagine tra unità oncologiche italiane e associazioni di pazienti

Caccialanza R., Lobascio F., Cereda E., Aprile G. et al.

Current Problems in Cancer. 2020;44(5):100554.

 

Gestione della malnutrizione legata al cancro: un’indagine tra unità oncologiche italiane e associazioni di pazienti

Gli atteggiamenti nei confronti della malnutrizione correlata al cancro variano considerevolmente tra gli oncologi e il supporto nutrizionale spesso non viene gestito secondo le linee guida disponibili.

L’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), la Società Italiana di Nutrizione Artificiale e Metabolismo (SINPE), la Federazione Italiana Organizzazioni Oncologiche Volontarie (FAVO) e il Gruppo di Lavoro Fondazione AIOM hanno condotto un’indagine nazionale web-based rivolta a tutti i referenti delle Unità Oncologiche Italiane e Associazioni Italiane Malati Di Cancro.

L’obiettivo era quello di indagare l’attuale gestione della malnutrizione e le opinioni sulle cure nutrizionali tra oncologi e pazienti.

Centosettantuno (51,6%) delle 331 Unità Oncologiche Italiane iscritte e 75 (38,5%) delle 195 comunità locali FAVO hanno partecipato all’indagine. La valutazione nutrizionale e il supporto sono stati integrati nella cura del paziente dalla diagnosi per il 35% dei referenti dell’Unità oncologica e il 15% degli associati FAVO. Secondo il 42% degli oncologi, la valutazione nutrizionale è stata effettuata solo dopo che i pazienti l’hanno richiesta, mentre non è stata eseguita affatto per il 45% degli associati FAVO. Quasi il 60% degli affiliati ai pazienti non era a conoscenza di riferimenti clinici per la gestione dell’alimentazione artificiale a casa.

Tuttavia, per quasi tutti i soccorritori, la valutazione dello stato nutrizionale è stata considerata cruciale per prevedere la tolleranza al trattamento antitumorale.

Sebbene la malnutrizione sia stata considerata un fattore limitante nei trattamenti oncologici sia dagli oncologi che dai pazienti, le pratiche di cura nutrizionale appaiono ancora in gran parte inappropriate. Gli atteggiamenti differiscono tra oncologi e pazienti, questi ultimi segnalano un quadro più insoddisfatto.

Migliorare l’assistenza nutrizionale in oncologia rimane un compito impegnativo.

 

 

Abstract

 

Cancer-related malnutrition management: A survey among Italian Oncology Units and Patients’ Associations

Attitudes toward cancer-related malnutrition vary considerably among oncologists and nutritional support is often not handled according to the available guidelines.

The Italian Association of Medical Oncology (AIOM), Italian Society of Artificial Nutrition and Metabolism (SINPE), Italian Federation of Volunteer-based Cancer Organizations (FAVO), and Fondazione AIOM Working Group conducted a national web-based survey addressed to all Italian Oncology Units referees and Italian Cancer Patients Associations.

The aim was to investigate the current management of malnutrition and views on nutritional care among oncologists and patients.

One hundred and seventy-one (51.6%) of the 331 registered Italian Oncology Units and 75 (38.5%) of the 195 FAVO local communities participated in the survey. Nutritional assessment and support were integrated into patient care from diagnosis for 35% of Oncology Unit referees and 15% of FAVO associates. According to 42% of oncologists, nutritional assessment was carried out only after patients requested it, while it was not performed at all for 45% of FAVO associates. Almost 60% of patient affiliates were not aware of clinical referrals for home artificial nutrition management.

However, for almost all responders, the evaluation of nutritional status was considered crucial in predicting tolerance to anticancer treatment.

Although malnutrition was considered a limiting factor in oncology treatments by both oncologists and patients, nutritional care practices still appear largely inappropriate. Attitudes differ between oncologists and patients, the latter reporting a more dissatisfied picture.

Improving nutritional care in oncology remains a challenging task.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32024589/

macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
Macedonia di Yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare la macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata, utile in caso di stomatite.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 10’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 2 Yogurt al naturale
  • Zenzero fresco
  • 5 g Miele
  • Frutta mista disidratata

 

Procedimento

  1. In una zuppiera mescolare lo yogurt, il miele, lo zenzero grattugiato e le frutta disidratata;
  2. Riporre in frigorifero coperto per alleno 30 minuti prima di consumarlo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, nausea, perdita di appetito, gonfiore addominale, secchezza della bocca, Gonfiore sottocutaneo/Edema, disfagia, stomatite.

 

FBO per te: lo yogurt è un alimento utilizzabile sia a colazione che come spuntino di cui ne esistono infinite varierà. Come sempre vi consigliamo di scegliere quelli senza zuccheri aggiunti e che abbiano nella lista degli ingredienti solo latte e fermenti lattici. Per quanto riguarda la frutta, è sempre meglio aggiungerla, sia fresca che disidrata, come nel caso di questa ricetta. Inoltre vi consigliamo di aggiungere le albicocche secche che risultano essere uno scrigno di micronutrienti come fibra, potassio, ferro e vitamina A. Lo zenzero fresco, inoltre, esercita un potente effetto anti-nausea.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata (stomatite)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su yogurt, zenzero, miele

macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
Macedonia di Yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare la macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata, utile in caso di disfagia.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 10’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 2 Yogurt al naturale
  • Zenzero fresco
  • 5 g Miele
  • Frutta mista disidratata

 

Procedimento

  1. In una zuppiera mescolare lo yogurt, il miele, lo zenzero grattugiato e le frutta disidratata;
  2. Riporre in frigorifero coperto per alleno 30 minuti prima di consumarlo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, nausea, perdita di appetito, gonfiore addominale, secchezza della bocca, Gonfiore sottocutaneo/Edema, disfagia, stomatite.

 

FBO per te: lo yogurt è un alimento utilizzabile sia a colazione che come spuntino di cui ne esistono infinite varierà. Come sempre vi consigliamo di scegliere quelli senza zuccheri aggiunti e che abbiano nella lista degli ingredienti solo latte e fermenti lattici. Per quanto riguarda la frutta, è sempre meglio aggiungerla, sia fresca che disidrata, come nel caso di questa ricetta. Inoltre vi consigliamo di aggiungere le albicocche secche che risultano essere uno scrigno di micronutrienti come fibra, potassio, ferro e vitamina A. Lo zenzero fresco, inoltre, esercita un potente effetto anti-nausea.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata (disfagia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su yogurt, zenzero, miele

macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
Macedonia di Yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare la macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata, utile in caso di gonfiore sottocutaneo (o edema).

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 10’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 2 Yogurt al naturale
  • Zenzero fresco
  • 5 g Miele
  • Frutta mista disidratata

 

Procedimento

  1. In una zuppiera mescolare lo yogurt, il miele, lo zenzero grattugiato e le frutta disidratata;
  2. Riporre in frigorifero coperto per alleno 30 minuti prima di consumarlo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, nausea, perdita di appetito, gonfiore addominale, secchezza della bocca, Gonfiore sottocutaneo/Edema, disfagia, stomatite.

 

FBO per te: lo yogurt è un alimento utilizzabile sia a colazione che come spuntino di cui ne esistono infinite varierà. Come sempre vi consigliamo di scegliere quelli senza zuccheri aggiunti e che abbiano nella lista degli ingredienti solo latte e fermenti lattici. Per quanto riguarda la frutta, è sempre meglio aggiungerla, sia fresca che disidrata, come nel caso di questa ricetta. Inoltre vi consigliamo di aggiungere le albicocche secche che risultano essere uno scrigno di micronutrienti come fibra, potassio, ferro e vitamina A. Lo zenzero fresco, inoltre, esercita un potente effetto anti-nausea.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata (gonfiore sottocutaneo)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su yogurt, zenzero, miele

macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
Macedonia di Yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare la macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata, utile in caso di secchezza della bocca (o xerostomia).

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 10’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 2 Yogurt al naturale
  • Zenzero fresco
  • 5 g Miele
  • Frutta mista disidratata

 

Procedimento

  1. In una zuppiera mescolare lo yogurt, il miele, lo zenzero grattugiato e le frutta disidratata;
  2. Riporre in frigorifero coperto per alleno 30 minuti prima di consumarlo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, nausea, perdita di appetito, gonfiore addominale, secchezza della bocca, Gonfiore sottocutaneo/Edema, disfagia, stomatite.

 

FBO per te: lo yogurt è un alimento utilizzabile sia a colazione che come spuntino di cui ne esistono infinite varierà. Come sempre vi consigliamo di scegliere quelli senza zuccheri aggiunti e che abbiano nella lista degli ingredienti solo latte e fermenti lattici. Per quanto riguarda la frutta, è sempre meglio aggiungerla, sia fresca che disidrata, come nel caso di questa ricetta. Inoltre vi consigliamo di aggiungere le albicocche secche che risultano essere uno scrigno di micronutrienti come fibra, potassio, ferro e vitamina A. Lo zenzero fresco, inoltre, esercita un potente effetto anti-nausea.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata (secchezza della bocca)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su yogurt, zenzero, miele

macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
Macedonia di Yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare la macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata, utile in caso di gonfiore addominale.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 10’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 2 Yogurt al naturale
  • Zenzero fresco
  • 5 g Miele
  • Frutta mista disidratata

 

Procedimento

  1. In una zuppiera mescolare lo yogurt, il miele, lo zenzero grattugiato e le frutta disidratata;
  2. Riporre in frigorifero coperto per alleno 30 minuti prima di consumarlo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, nausea, perdita di appetito, gonfiore addominale, secchezza della bocca, Gonfiore sottocutaneo/Edema, disfagia, stomatite.

 

FBO per te: lo yogurt è un alimento utilizzabile sia a colazione che come spuntino di cui ne esistono infinite varierà. Come sempre vi consigliamo di scegliere quelli senza zuccheri aggiunti e che abbiano nella lista degli ingredienti solo latte e fermenti lattici. Per quanto riguarda la frutta, è sempre meglio aggiungerla, sia fresca che disidrata, come nel caso di questa ricetta. Inoltre vi consigliamo di aggiungere le albicocche secche che risultano essere uno scrigno di micronutrienti come fibra, potassio, ferro e vitamina A. Lo zenzero fresco, inoltre, esercita un potente effetto anti-nausea.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata (gonfiore addominale)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su yogurt, zenzero, miele

macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
Macedonia di Yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare la macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata, utile in caso di perdita di appetito.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 10’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 2 Yogurt al naturale
  • Zenzero fresco
  • 5 g Miele
  • Frutta mista disidratata

 

Procedimento

  1. In una zuppiera mescolare lo yogurt, il miele, lo zenzero grattugiato e le frutta disidratata;
  2. Riporre in frigorifero coperto per alleno 30 minuti prima di consumarlo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, nausea, perdita di appetito, gonfiore addominale, secchezza della bocca, Gonfiore sottocutaneo/Edema, disfagia, stomatite.

 

FBO per te: lo yogurt è un alimento utilizzabile sia a colazione che come spuntino di cui ne esistono infinite varierà. Come sempre vi consigliamo di scegliere quelli senza zuccheri aggiunti e che abbiano nella lista degli ingredienti solo latte e fermenti lattici. Per quanto riguarda la frutta, è sempre meglio aggiungerla, sia fresca che disidrata, come nel caso di questa ricetta. Inoltre vi consigliamo di aggiungere le albicocche secche che risultano essere uno scrigno di micronutrienti come fibra, potassio, ferro e vitamina A. Lo zenzero fresco, inoltre, esercita un potente effetto anti-nausea.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata (perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su yogurt, zenzero, miele

macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
Macedonia di Yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare la macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata, utile in caso di nausea.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 10’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 2 Yogurt al naturale
  • Zenzero fresco
  • 5 g Miele
  • Frutta mista disidratata

 

Procedimento

  1. In una zuppiera mescolare lo yogurt, il miele, lo zenzero grattugiato e le frutta disidratata;
  2. Riporre in frigorifero coperto per alleno 30 minuti prima di consumarlo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, nausea, perdita di appetito, gonfiore addominale, secchezza della bocca, Gonfiore sottocutaneo/Edema, disfagia, stomatite.

 

FBO per te: lo yogurt è un alimento utilizzabile sia a colazione che come spuntino di cui ne esistono infinite varierà. Come sempre vi consigliamo di scegliere quelli senza zuccheri aggiunti e che abbiano nella lista degli ingredienti solo latte e fermenti lattici. Per quanto riguarda la frutta, è sempre meglio aggiungerla, sia fresca che disidrata, come nel caso di questa ricetta. Inoltre vi consigliamo di aggiungere le albicocche secche che risultano essere uno scrigno di micronutrienti come fibra, potassio, ferro e vitamina A. Lo zenzero fresco, inoltre, esercita un potente effetto anti-nausea.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata (nausea)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su yogurt, zenzero, miele

macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
Macedonia di Yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare la macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata, utile per contrastare la fatigue.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 10’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 2 Yogurt al naturale
  • Zenzero fresco
  • 5 g Miele
  • Frutta mista disidratata

 

Procedimento

  1. In una zuppiera mescolare lo yogurt, il miele, lo zenzero grattugiato e le frutta disidratata;
  2. Riporre in frigorifero coperto per alleno 30 minuti prima di consumarlo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, nausea, perdita di appetito, gonfiore addominale, secchezza della bocca, Gonfiore sottocutaneo/Edema, disfagia, stomatite.

 

FBO per te: lo yogurt è un alimento utilizzabile sia a colazione che come spuntino di cui ne esistono infinite varierà. Come sempre vi consigliamo di scegliere quelli senza zuccheri aggiunti e che abbiano nella lista degli ingredienti solo latte e fermenti lattici. Per quanto riguarda la frutta, è sempre meglio aggiungerla, sia fresca che disidrata, come nel caso di questa ricetta. Inoltre vi consigliamo di aggiungere le albicocche secche che risultano essere uno scrigno di micronutrienti come fibra, potassio, ferro e vitamina A. Lo zenzero fresco, inoltre, esercita un potente effetto anti-nausea.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata (fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su yogurt, zenzero, miele

macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
Macedonia di Yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare la macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Veggie

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 10’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura:

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 2 Yogurt al naturale
  • Zenzero fresco
  • 5 g Miele
  • Frutta mista disidratata

 

Procedimento

  1. In una zuppiera mescolare lo yogurt, il miele, lo zenzero grattugiato e le frutta disidratata;
  2. Riporre in frigorifero coperto per alleno 30 minuti prima di consumarlo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, nausea, perdita di appetito, gonfiore addominale, secchezza della bocca, Gonfiore sottocutaneo/Edema, disfagia, stomatite.

 

FBO per te: lo yogurt è un alimento utilizzabile sia a colazione che come spuntino di cui ne esistono infinite varierà. Come sempre vi consigliamo di scegliere quelli senza zuccheri aggiunti e che abbiano nella lista degli ingredienti solo latte e fermenti lattici. Per quanto riguarda la frutta, è sempre meglio aggiungerla, sia fresca che disidrata, come nel caso di questa ricetta. Inoltre vi consigliamo di aggiungere le albicocche secche che risultano essere uno scrigno di micronutrienti come fibra, potassio, ferro e vitamina A. Lo zenzero fresco, inoltre, esercita un potente effetto anti-nausea.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata (alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su yogurt, zenzero, miele

crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
Crema di Mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia

 

Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia, utile in caso di stomatite.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 10 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 2 Mele
  • Grani di mirtilli e mandorle (si trovano diverse combinazioni in commercio di questo prodotto)
  • 1 Arancia
  • 5 g di Miele

 

Procedimento

  1. Sbucciare e tagliare le mele a pezzi, cuocerle al forno per 10 minuti;
  2. Ridurre le mele in purea con l’aiuto di una forchetta o con il mixer ad immersione;
  3. Profumarle con l’arancia grattugiata e dolcificare con un cucchiaino di miele;
  4. Aggiungere i grani di mirtilli e le mandorle, mescolare.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, gonfiore addominale, disfagia, fatigue, nausea, gonfiore addominale, stomatite, rischio di infezioni.

 

FBO per te: le mele sono le protagoniste di questo spuntino, utile in caso di perdita di appetito e nausea. La presenza dell’arancia è ulteriormente utile in caso di alterazione del gusto, mentre mirtilli e mandorle aiutano ad incrementare le calorie della ricetta in quelle situazioni di perdita accentuata dell’appetito.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia (stomatite)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su mela, mirtillo, mandorla, arancia, miele

crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
Crema di Mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia

 

Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia, utile per contrastare il senso di nausea.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 10 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 2 Mele
  • Grani di mirtilli e mandorle (si trovano diverse combinazioni in commercio di questo prodotto)
  • 1 Arancia
  • 5 g di Miele

 

Procedimento

  1. Sbucciare e tagliare le mele a pezzi, cuocerle al forno per 10 minuti;
  2. Ridurre le mele in purea con l’aiuto di una forchetta o con il mixer ad immersione;
  3. Profumarle con l’arancia grattugiata e dolcificare con un cucchiaino di miele;
  4. Aggiungere i grani di mirtilli e le mandorle, mescolare.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, gonfiore addominale, disfagia, fatigue, nausea, gonfiore addominale, stomatite, rischio di infezioni.

 

FBO per te: le mele sono le protagoniste di questo spuntino, utile in caso di perdita di appetito e nausea. La presenza dell’arancia è ulteriormente utile in caso di alterazione del gusto, mentre mirtilli e mandorle aiutano ad incrementare le calorie della ricetta in quelle situazioni di perdita accentuata dell’appetito.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia (nausea)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su mela, mirtillo, mandorla, arancia, miele

crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
Crema di Mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia

 

Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia, utile per contrastare la fatigue.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 10 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 2 Mele
  • Grani di mirtilli e mandorle (si trovano diverse combinazioni in commercio di questo prodotto)
  • 1 Arancia
  • 5 g di Miele

 

Procedimento

  1. Sbucciare e tagliare le mele a pezzi, cuocerle al forno per 10 minuti;
  2. Ridurre le mele in purea con l’aiuto di una forchetta o con il mixer ad immersione;
  3. Profumarle con l’arancia grattugiata e dolcificare con un cucchiaino di miele;
  4. Aggiungere i grani di mirtilli e le mandorle, mescolare.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, gonfiore addominale, disfagia, fatigue, nausea, gonfiore addominale, stomatite, rischio di infezioni.

 

FBO per te: le mele sono le protagoniste di questo spuntino, utile in caso di perdita di appetito e nausea. La presenza dell’arancia è ulteriormente utile in caso di alterazione del gusto, mentre mirtilli e mandorle aiutano ad incrementare le calorie della ricetta in quelle situazioni di perdita accentuata dell’appetito.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia (fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su mela, mirtillo, mandorla, arancia, miele

crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
Crema di Mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia, utile in caso di disfagia.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 10 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 2 Mele
  • Grani di mirtilli e mandorle (si trovano diverse combinazioni in commercio di questo prodotto)
  • 1 Arancia
  • 5 g di Miele

 

Procedimento

  1. Sbucciare e tagliare le mele a pezzi, cuocerle al forno per 10 minuti;
  2. Ridurre le mele in purea con l’aiuto di una forchetta o con il mixer ad immersione;
  3. Profumarle con l’arancia grattugiata e dolcificare con un cucchiaino di miele;
  4. Aggiungere i grani di mirtilli e le mandorle, mescolare.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, gonfiore addominale, disfagia, fatigue, nausea, gonfiore addominale, stomatite, rischio di infezioni.

 

FBO per te: le mele sono le protagoniste di questo spuntino, utile in caso di perdita di appetito e nausea. La presenza dell’arancia è ulteriormente utile in caso di alterazione del gusto, mentre mirtilli e mandorle aiutano ad incrementare le calorie della ricetta in quelle situazioni di perdita accentuata dell’appetito.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia (disfagia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su mela, mirtillo, mandorla, arancia, miele

crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
Crema di Mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia

 

Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia, utile in caso di gonfiore addominale.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 10 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 2 Mele
  • Grani di mirtilli e mandorle (si trovano diverse combinazioni in commercio di questo prodotto)
  • 1 Arancia
  • 5 g di Miele

 

Procedimento

  1. Sbucciare e tagliare le mele a pezzi, cuocerle al forno per 10 minuti;
  2. Ridurre le mele in purea con l’aiuto di una forchetta o con il mixer ad immersione;
  3. Profumarle con l’arancia grattugiata e dolcificare con un cucchiaino di miele;
  4. Aggiungere i grani di mirtilli e le mandorle, mescolare.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, gonfiore addominale, disfagia, fatigue, nausea, gonfiore addominale, stomatite, rischio di infezioni.

 

FBO per te: le mele sono le protagoniste di questo spuntino, utile in caso di perdita di appetito e nausea. La presenza dell’arancia è ulteriormente utile in caso di alterazione del gusto, mentre mirtilli e mandorle aiutano ad incrementare le calorie della ricetta in quelle situazioni di perdita accentuata dell’appetito.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia (gonfiore addominale)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su mela, mirtillo, mandorla, arancia, miele

crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
Crema di Mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia

 

Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia, utile per contrastare la perdita di appetito.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 10 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 2 Mele
  • Grani di mirtilli e mandorle (si trovano diverse combinazioni in commercio di questo prodotto)
  • 1 Arancia
  • 5 g di Miele

 

Procedimento

  1. Sbucciare e tagliare le mele a pezzi, cuocerle al forno per 10 minuti;
  2. Ridurre le mele in purea con l’aiuto di una forchetta o con il mixer ad immersione;
  3. Profumarle con l’arancia grattugiata e dolcificare con un cucchiaino di miele;
  4. Aggiungere i grani di mirtilli e le mandorle, mescolare.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, gonfiore addominale, disfagia, fatigue, nausea, gonfiore addominale, stomatite, rischio di infezioni.

 

FBO per te: le mele sono le protagoniste di questo spuntino, utile in caso di perdita di appetito e nausea. La presenza dell’arancia è ulteriormente utile in caso di alterazione del gusto, mentre mirtilli e mandorle aiutano ad incrementare le calorie della ricetta in quelle situazioni di perdita accentuata dell’appetito.

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia (perdita appetito)

 

Se vuoi saperne di più clicca su mela, mirtillo, mandorla, arancia, miele

crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
Crema di Mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia

 

Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta per realizzare la crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 10 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 2 Mele
  • Grani di mirtilli e mandorle (si trovano diverse combinazioni in commercio di questo prodotto)
  • 1 Arancia
  • 5 g di Miele

 

Procedimento

  1. Sbucciare e tagliare le mele a pezzi, cuocerle al forno per 10 minuti;
  2. Ridurre le mele in purea con l’aiuto di una forchetta o con il mixer ad immersione;
  3. Profumarle con l’arancia grattugiata e dolcificare con un cucchiaino di miele;
  4. Aggiungere i grani di mirtilli e le mandorle, mescolare.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, gonfiore addominale, disfagia, fatigue, nausea, gonfiore addominale, stomatite, rischio di infezioni.

 

FBO per te: le mele sono le protagoniste di questo spuntino, utile in caso di perdita di appetito e nausea. La presenza dell’arancia è ulteriormente utile in caso di alterazione del gusto, mentre mirtilli e mandorle aiutano ad incrementare le calorie della ricetta in quelle situazioni di perdita accentuata dell’appetito.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia (alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su mela, mirtillo, mandorla, arancia, miele

Riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone
Riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare il riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone, utile in caso di nausea.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 30’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 60 g Riso rosso (o anche bianco integrale) e Quinoa
  • 1/4 Carota
  • 1/4 Sedano
  • 1/4 Zucchina
  • 1/4 Peperone
  • 1 Cucchiaino di Curry
  • ½ Limone grattugiato e il succo
  • 1 Rametto di Timo
  • Olio extravergine d’oliva

 

Procedimento

  1. Lavare e tagliare le verdure in piccoli pezzi (come dei puntini);
  2. Ungere una padella con olio evo, unire il timo e le verdure ed aggiungere 2 cucchiai di acqua;
  3. Cuocere per 5 minuti mescolando ogni tanto;
  4. Mescolare le verdure al riso rosso e alla quinoa precedentemente cotti;
  5. Aggiungere il curry durante la cottura e condire con il succo di limone e la sua scorza grattugiata, un goccio di olio evo e mescolare.

 

Consigli: 

preparare dell’olio evo aromatico ed usarlo all’occorrenza per intensificare il sapore della ricetta, o di altre preparazioni, si deve scaldare dell’olio evo con uno o più aromi a piacere (alloro, mentuccia, basilico, rosmarino) senza surriscaldarlo. Lasciarlo poi raffreddare e tenerlo a disposizione in un piccolo vaso di vetro se vi piaccio i sapori decisi aggiungete anche delle rondelle di porro, prima di versarlo nel vaso filtratelo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: 

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Un primo piatto a base di riso rosso, ricco in antocianine, pigmenti responsabili della sua colorazione, ed a base di quinoa. A differenza del riso bianco, il riso rosso presenta un maggior contenuto di fibre, vitamine e sali minerali. Al fine di preservare i suoi nutrienti si consiglia di cuocerlo per assorbimento, ovvero aggiungendo a poco a poco l’acqua di cottura senza scolarlo. Tale tipo di cottura è anche in grado di ridurre il suo indice glicemico.

La quinoa, invece, apporta al piatto un notevole contenuto proteico dove non è presente la frazione del glutine rendendola quindi un’ottima scelta per le persone celiache. È inoltre naturalmente ricca in fibra, vitamine del gruppo B, magnesio e ferro.

La presenza del limone all’interno della ricetta, fonte di vitamina C, garantisce l’assorbimento del ferro non eme contenuto all’interno della quinoa, mentre le spezie donano sapidità alla preparazione senza l’utilizzo del sale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone (in caso di nausea)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso, quinoa, sedano, zucchina, carota, peperone, curry, limone, timo, olio EVO,

Riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone
Riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare il riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone, utile in caso di perdita di appetito.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 30’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 60 g Riso rosso (o anche bianco integrale) e Quinoa
  • 1/4 Carota
  • 1/4 Sedano
  • 1/4 Zucchina
  • 1/4 Peperone
  • 1 Cucchiaino di Curry
  • ½ Limone grattugiato e il succo
  • 1 Rametto di Timo
  • Olio extravergine d’oliva

 

Procedimento

  1. Lavare e tagliare le verdure in piccoli pezzi (come dei puntini);
  2. Ungere una padella con olio evo, unire il timo e le verdure ed aggiungere 2 cucchiai di acqua;
  3. Cuocere per 5 minuti mescolando ogni tanto;
  4. Mescolare le verdure al riso rosso e alla quinoa precedentemente cotti;
  5. Aggiungere il curry durante la cottura e condire con il succo di limone e la sua scorza grattugiata, un goccio di olio evo e mescolare.

 

Consigli: 

preparare dell’olio evo aromatico ed usarlo all’occorrenza per intensificare il sapore della ricetta, o di altre preparazioni, si deve scaldare dell’olio evo con uno o più aromi a piacere (alloro, mentuccia, basilico, rosmarino) senza surriscaldarlo. Lasciarlo poi raffreddare e tenerlo a disposizione in un piccolo vaso di vetro se vi piaccio i sapori decisi aggiungete anche delle rondelle di porro, prima di versarlo nel vaso filtratelo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: 

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Un primo piatto a base di riso rosso, ricco in antocianine, pigmenti responsabili della sua colorazione, ed a base di quinoa. A differenza del riso bianco, il riso rosso presenta un maggior contenuto di fibre, vitamine e sali minerali. Al fine di preservare i suoi nutrienti si consiglia di cuocerlo per assorbimento, ovvero aggiungendo a poco a poco l’acqua di cottura senza scolarlo. Tale tipo di cottura è anche in grado di ridurre il suo indice glicemico.

La quinoa, invece, apporta al piatto un notevole contenuto proteico dove non è presente la frazione del glutine rendendola quindi un’ottima scelta per le persone celiache. È inoltre naturalmente ricca in fibra, vitamine del gruppo B, magnesio e ferro.

La presenza del limone all’interno della ricetta, fonte di vitamina C, garantisce l’assorbimento del ferro non eme contenuto all’interno della quinoa, mentre le spezie donano sapidità alla preparazione senza l’utilizzo del sale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone (in caso di perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso, quinoa, sedano, zucchina, carota, peperone, curry, limone, timo, olio EVO,

Riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone
Riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare il riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone, utile in caso di alterazione del gusto.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 30’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 60 g Riso rosso (o anche bianco integrale) e Quinoa
  • 1/4 Carota
  • 1/4 Sedano
  • 1/4 Zucchina
  • 1/4 Peperone
  • 1 Cucchiaino di Curry
  • ½ Limone grattugiato e il succo
  • 1 Rametto di Timo
  • Olio extravergine d’oliva

 

Procedimento

  1. Lavare e tagliare le verdure in piccoli pezzi (come dei puntini);
  2. Ungere una padella con olio evo, unire il timo e le verdure ed aggiungere 2 cucchiai di acqua;
  3. Cuocere per 5 minuti mescolando ogni tanto;
  4. Mescolare le verdure al riso rosso e alla quinoa precedentemente cotti;
  5. Aggiungere il curry durante la cottura e condire con il succo di limone e la sua scorza grattugiata, un goccio di olio evo e mescolare.

 

Consigli: 

preparare dell’olio evo aromatico ed usarlo all’occorrenza per intensificare il sapore della ricetta, o di altre preparazioni, si deve scaldare dell’olio evo con uno o più aromi a piacere (alloro, mentuccia, basilico, rosmarino) senza surriscaldarlo. Lasciarlo poi raffreddare e tenerlo a disposizione in un piccolo vaso di vetro se vi piaccio i sapori decisi aggiungete anche delle rondelle di porro, prima di versarlo nel vaso filtratelo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: 

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Un primo piatto a base di riso rosso, ricco in antocianine, pigmenti responsabili della sua colorazione, ed a base di quinoa. A differenza del riso bianco, il riso rosso presenta un maggior contenuto di fibre, vitamine e sali minerali. Al fine di preservare i suoi nutrienti si consiglia di cuocerlo per assorbimento, ovvero aggiungendo a poco a poco l’acqua di cottura senza scolarlo. Tale tipo di cottura è anche in grado di ridurre il suo indice glicemico.

La quinoa, invece, apporta al piatto un notevole contenuto proteico dove non è presente la frazione del glutine rendendola quindi un’ottima scelta per le persone celiache. È inoltre naturalmente ricca in fibra, vitamine del gruppo B, magnesio e ferro.

La presenza del limone all’interno della ricetta, fonte di vitamina C, garantisce l’assorbimento del ferro non eme contenuto all’interno della quinoa, mentre le spezie donano sapidità alla preparazione senza l’utilizzo del sale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone (in caso di alterazione del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso, quinoa, sedano, zucchina, carota, peperone, curry, limone, timo, olio EVO,

farinata di ceci
Farinata di ceci

 

Chef Melissa Savoini
  Chef Melissa Savoini
  Ristorante Sapor       di…Vino

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Savoini per la realizzazione della farinata di ceci, utile per contrastare la fatigue.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 3 persone

Tempo di cottura: 25’

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 3 persone)

  • (teglia da 28 cm circa)
  • 150 g di farina di ceci
  • 400 ml di acqua
  • 40 ml di olio di oliva extravergine
  • 1⁄2 cucchiaino di Rosmarino
  • Sale q.b

 

Procedimento

  1. Mescolare la farina di ceci, poco alla volta, con l’acqua e il sale;
  2. Togliere la schiuma che si formerà in superficie;
  3. Lasciare il composto coperto (temperatura ambiente) per circa 2 ore girandolo di tanto in tanto;
  4. Dopo circa 2 ore mescolarlo molto bene per amalgamare tutti gli ingredienti;
  5. Versare il composto in una teglia (meglio se di alluminio, vaschette cuki) unta di olio;
  6. Aggiungere il rosmarino e cuocere nella parte bassa del forno, ben caldo (230/250 ° per circa 10 minuti, poi abbassare la temperatura a 200 ° per altri 15 minuti (deve risultare ben dorata in superficie).

 

 

Effetti avversi delle terapie: alterazione del gusto, perdita di appetito, fatigue, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te: La farinata di ceci è una ricetta storica Ligure. I ceci, così come tutti i legumi, sono da considerarsi proteine vegetali, molto ricchi in fibra, capace di ostacolare l’assorbimento del colesterolo. Per completare il piatto vi consigliamo di consumare la farinata con un contorno di verdure e una fetta di pane integrale, inoltre per aumentare maggiormente la biodisponibilità del ferro non eme contenuto nei ceci sarebbe opportuno consumare una fonte di vitamina C nello stesso pasto. Un esempio potrebbe essere tramite un frutto come kiwi o arancia, o in alternativa condire le verdure con del peperoncino fresco o del succo di limone.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della farinata di ceci (fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su ceci, rosmarino, olio EVO

farinata di ceci
Farinata di ceci

 

Chef Melissa Savoini
  Chef Melissa Savoini
  Ristorante Sapor       di…Vino

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Savoini per la realizzazione della farinata di ceci, utile per contrastare la perdita di appetito.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 3 persone

Tempo di cottura: 25’

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 3 persone)

  • (teglia da 28 cm circa)
  • 150 g di farina di ceci
  • 400 ml di acqua
  • 40 ml di olio di oliva extravergine
  • 1⁄2 cucchiaino di Rosmarino
  • Sale q.b

 

Procedimento

  1. Mescolare la farina di ceci, poco alla volta, con l’acqua e il sale;
  2. Togliere la schiuma che si formerà in superficie;
  3. Lasciare il composto coperto (temperatura ambiente) per circa 2 ore girandolo di tanto in tanto;
  4. Dopo circa 2 ore mescolarlo molto bene per amalgamare tutti gli ingredienti;
  5. Versare il composto in una teglia (meglio se di alluminio, vaschette cuki) unta di olio;
  6. Aggiungere il rosmarino e cuocere nella parte bassa del forno, ben caldo (230/250 ° per circa 10 minuti, poi abbassare la temperatura a 200 ° per altri 15 minuti (deve risultare ben dorata in superficie).

 

 

Effetti avversi delle terapie: alterazione del gusto, perdita di appetito, fatigue, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te: La farinata di ceci è una ricetta storica Ligure. I ceci, così come tutti i legumi, sono da considerarsi proteine vegetali, molto ricchi in fibra, capace di ostacolare l’assorbimento del colesterolo. Per completare il piatto vi consigliamo di consumare la farinata con un contorno di verdure e una fetta di pane integrale, inoltre per aumentare maggiormente la biodisponibilità del ferro non eme contenuto nei ceci sarebbe opportuno consumare una fonte di vitamina C nello stesso pasto. Un esempio potrebbe essere tramite un frutto come kiwi o arancia, o in alternativa condire le verdure con del peperoncino fresco o del succo di limone.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della farinata di ceci (perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su ceci, rosmarino, olio EVO

farinata di ceci
Farinata di ceci

 

Chef Melissa Savoini
  Chef Melissa Savoini
  Ristorante Sapor       di…Vino

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Savoini per la realizzazione della farinata di ceci, utile in caso di alterazione del gusto.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 3 persone

Tempo di cottura: 25’

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 3 persone)

  • (teglia da 28 cm circa)
  • 150 g di farina di ceci
  • 400 ml di acqua
  • 40 ml di olio di oliva extravergine
  • 1⁄2 cucchiaino di Rosmarino
  • Sale q.b

 

Procedimento

  1. Mescolare la farina di ceci, poco alla volta, con l’acqua e il sale;
  2. Togliere la schiuma che si formerà in superficie;
  3. Lasciare il composto coperto (temperatura ambiente) per circa 2 ore girandolo di tanto in tanto;
  4. Dopo circa 2 ore mescolarlo molto bene per amalgamare tutti gli ingredienti;
  5. Versare il composto in una teglia (meglio se di alluminio, vaschette cuki) unta di olio;
  6. Aggiungere il rosmarino e cuocere nella parte bassa del forno, ben caldo (230/250 ° per circa 10 minuti, poi abbassare la temperatura a 200 ° per altri 15 minuti (deve risultare ben dorata in superficie).

 

 

Effetti avversi delle terapie: alterazione del gusto, perdita di appetito, fatigue, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te: La farinata di ceci è una ricetta storica Ligure. I ceci, così come tutti i legumi, sono da considerarsi proteine vegetali, molto ricchi in fibra, capace di ostacolare l’assorbimento del colesterolo. Per completare il piatto vi consigliamo di consumare la farinata con un contorno di verdure e una fetta di pane integrale, inoltre per aumentare maggiormente la biodisponibilità del ferro non eme contenuto nei ceci sarebbe opportuno consumare una fonte di vitamina C nello stesso pasto. Un esempio potrebbe essere tramite un frutto come kiwi o arancia, o in alternativa condire le verdure con del peperoncino fresco o del succo di limone.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della farinata di ceci (alterazione del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su ceci, rosmarino, olio EVO

riso Artemide
Riso Artemide

 

Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Cravero per realizzare il riso Artemide, utile in caso di stipsi (o costipazione).

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 1h 20’. Si può cuocere il riso anche il giorno prima, per ridurre il tempo di preparazione.

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 60 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 300 g Riso Artemide Integrale
  • 1 costa di Sedano
  • 1 Zucchina piccola, indicata la Trombetta
  • ¼ di Cavolfiore
  • 1 Finocchio
  • 1 Cipolla rossa
  • 12 Peperoncini dolci in base alle dimensioni. Alternativa peperone rosso o giallo
  • Un ciuffo di Germogli
  • 100 g Ceci neri
  • 50 cl Olio di semi di lino
  • 2/3 cucchiai Aceto di vino

 

Procedimento

  1. Lessare il riso in acqua con pochissimo sale per 60 minuti, scolarlo senza buttare il liquido di cottura e soprattutto non risciacquare, per non privarlo dei suoi valori nutrizionali e gli antociani presenti. Distendere su un vassoio e lasciar intiepidire;
  2. Il liquido di cottura va conservato e lo si potrà riutilizzare per preparare risotti (al posto del brodo);
  3. Tagliare gli ortaggi a fettine, condirli con poco sale, olio di semi di lino e poco aceto. Lasciar marinare una decina di minuti;
  4. Condire il riso tiepido con qualche cucchiaio del liquido di cottura, il liquido di marinatura delle verdure e metterlo su un piatto di portata. Completare con gli ortaggi, i peperoncini e i ceci neri.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te: 

La varietà Artemide è un riso integrale nero che deriva dall’incrocio tra il riso Venere ed un riso di tipo Indica. Ha un contenuto molto alto di ferro, silicio, antocianine e fibra. Quest’ultima riesce a tenere a bada l’indice glicemico a differenza del più tradizionale riso bianco. Mentre per quanto riguarda le antocianine sono i pigmenti che colorano le diverse varietà di riso e sono molto studiate per il loro possibile ruolo nel tenere a freno i geni dell’invecchiamento.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del riso Artemide (stipsi o costipazione)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su risosedano, zucchina, cavolfiore, finocchio, cipolla, peperoncini, peperoni, ceci, olio di semi di lino, aceto

riso Artemide
Riso Artemide

 

Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Cravero per realizzare il riso Artemide, utile in caso di perdita di appetito.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 1h 20’. Si può cuocere il riso anche il giorno prima, per ridurre il tempo di preparazione.

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 60 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 300 g Riso Artemide Integrale
  • 1 costa di Sedano
  • 1 Zucchina piccola, indicata la Trombetta
  • ¼ di Cavolfiore
  • 1 Finocchio
  • 1 Cipolla rossa
  • 12 Peperoncini dolci in base alle dimensioni. Alternativa peperone rosso o giallo
  • Un ciuffo di Germogli
  • 100 g Ceci neri
  • 50 cl Olio di semi di lino
  • 2/3 cucchiai Aceto di vino

 

Procedimento

  1. Lessare il riso in acqua con pochissimo sale per 60 minuti, scolarlo senza buttare il liquido di cottura e soprattutto non risciacquare, per non privarlo dei suoi valori nutrizionali e gli antociani presenti. Distendere su un vassoio e lasciar intiepidire;
  2. Il liquido di cottura va conservato e lo si potrà riutilizzare per preparare risotti (al posto del brodo);
  3. Tagliare gli ortaggi a fettine, condirli con poco sale, olio di semi di lino e poco aceto. Lasciar marinare una decina di minuti;
  4. Condire il riso tiepido con qualche cucchiaio del liquido di cottura, il liquido di marinatura delle verdure e metterlo su un piatto di portata. Completare con gli ortaggi, i peperoncini e i ceci neri.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te: 

La varietà Artemide è un riso integrale nero che deriva dall’incrocio tra il riso Venere ed un riso di tipo Indica. Ha un contenuto molto alto di ferro, silicio, antocianine e fibra. Quest’ultima riesce a tenere a bada l’indice glicemico a differenza del più tradizionale riso bianco. Mentre per quanto riguarda le antocianine sono i pigmenti che colorano le diverse varietà di riso e sono molto studiate per il loro possibile ruolo nel tenere a freno i geni dell’invecchiamento.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del riso Artemide (perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su risosedano, zucchina, cavolfiore, finocchio, cipolla, peperoncini, peperoni, ceci, olio di semi di lino, aceto

riso Artemide
Riso Artemide

 

Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Cravero per realizzare il riso Artemide, utile in caso di alterazione del gusto.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 1h 20’. Si può cuocere il riso anche il giorno prima, per ridurre il tempo di preparazione.

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 60 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 300 g Riso Artemide Integrale
  • 1 costa di Sedano
  • 1 Zucchina piccola, indicata la Trombetta
  • ¼ di Cavolfiore
  • 1 Finocchio
  • 1 Cipolla rossa
  • 12 Peperoncini dolci in base alle dimensioni. Alternativa peperone rosso o giallo
  • Un ciuffo di Germogli
  • 100 g Ceci neri
  • 50 cl Olio di semi di lino
  • 2/3 cucchiai Aceto di vino

 

Procedimento

  1. Lessare il riso in acqua con pochissimo sale per 60 minuti, scolarlo senza buttare il liquido di cottura e soprattutto non risciacquare, per non privarlo dei suoi valori nutrizionali e gli antociani presenti. Distendere su un vassoio e lasciar intiepidire;
  2. Il liquido di cottura va conservato e lo si potrà riutilizzare per preparare risotti (al posto del brodo);
  3. Tagliare gli ortaggi a fettine, condirli con poco sale, olio di semi di lino e poco aceto. Lasciar marinare una decina di minuti;
  4. Condire il riso tiepido con qualche cucchiaio del liquido di cottura, il liquido di marinatura delle verdure e metterlo su un piatto di portata. Completare con gli ortaggi, i peperoncini e i ceci neri.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te: 

La varietà Artemide è un riso integrale nero che deriva dall’incrocio tra il riso Venere ed un riso di tipo Indica. Ha un contenuto molto alto di ferro, silicio, antocianine e fibra. Quest’ultima riesce a tenere a bada l’indice glicemico a differenza del più tradizionale riso bianco. Mentre per quanto riguarda le antocianine sono i pigmenti che colorano le diverse varietà di riso e sono molto studiate per il loro possibile ruolo nel tenere a freno i geni dell’invecchiamento.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del riso Artemide (alterazione del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su risosedano, zucchina, cavolfiore, finocchio, cipolla, peperoncini, peperoni, ceci, olio di semi di lino, aceto

Polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno
Polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno

 

Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Paola Naggi per realizzare le polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno, utile per contrastare la fatigue.

 

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 30 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo: €€

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 1 Patata lessata
  • 80 g di Trito di Carne di Cavallo
  • 1 Pacchetto di Cracker sbriciolati
  • Rosmarino q.b
  • Un pizzico di Sale
  • 1 Cucchiaino di Parmigiano

 

Procedimento

  1. Tritare finemente il rosmarino unendolo alla patata lessa schiacciata, aggiungere il parmigiano, la carne e mescolare;
  2. Confezionare delle polpette con le mani della grandezza di una noce passandole poi nei cracker sbriciolati facendo aderire bene le briciole;
  3. Disporre le polpette sulla carta da forno, ungere con poco olio evo;
  4. Infornare 20 minuti a 180°.

 

Consigli: se avete il pane integrale o del pane di grani antichi potete sostituirlo ai cracker, entrambi possono venire aromatizzati con la buccia di agrumi grattugiati.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di perdita di appetito, “anemia”, fatigue, gonfiore addominale.

 

FBO per te:

Questa ricetta permette di consumare una buona quantità di carne rossa tramite una preparazione molto particolare. La carne di cavallo, molto ricca in ferro e vitamina B12, può essere utile in tutti quei casi di anemia post terapia. Vi consigliamo di inserire all’interno del pasto una fonte di vitamina C come il limone, il peperoncino fresco, arance o kiwi, per incrementare ulteriormente la biodisponibilità del ferro.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno (fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca sui seguenti link: patata, carne, cracker, rosmarino, parmigiano

Polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno
Polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno

 

Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Paola Naggi per realizzare le polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno, utile in caso di anemia.

 

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 30 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo: €€

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 1 Patata lessata
  • 80 g di Trito di Carne di Cavallo
  • 1 Pacchetto di Cracker sbriciolati
  • Rosmarino q.b
  • Un pizzico di Sale
  • 1 Cucchiaino di Parmigiano

 

Procedimento

  1. Tritare finemente il rosmarino unendolo alla patata lessa schiacciata, aggiungere il parmigiano, la carne e mescolare;
  2. Confezionare delle polpette con le mani della grandezza di una noce passandole poi nei cracker sbriciolati facendo aderire bene le briciole;
  3. Disporre le polpette sulla carta da forno, ungere con poco olio evo;
  4. Infornare 20 minuti a 180°.

 

Consigli: se avete il pane integrale o del pane di grani antichi potete sostituirlo ai cracker, entrambi possono venire aromatizzati con la buccia di agrumi grattugiati.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di perdita di appetito, “anemia”, fatigue, gonfiore addominale.

 

FBO per te:

Questa ricetta permette di consumare una buona quantità di carne rossa tramite una preparazione molto particolare. La carne di cavallo, molto ricca in ferro e vitamina B12, può essere utile in tutti quei casi di anemia post terapia. Vi consigliamo di inserire all’interno del pasto una fonte di vitamina C come il limone, il peperoncino fresco, arance o kiwi, per incrementare ulteriormente la biodisponibilità del ferro.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno (anemia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca sui seguenti link: patata, carne, cracker, rosmarino, parmigiano

Polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno
Polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno

 

Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Paola Naggi per realizzare le polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno, utile in caso di perdita di appetito.

 

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 30 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo: €€

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 1 Patata lessata
  • 80 g di Trito di Carne di Cavallo
  • 1 Pacchetto di Cracker sbriciolati
  • Rosmarino q.b
  • Un pizzico di Sale
  • 1 Cucchiaino di Parmigiano

 

Procedimento

  1. Tritare finemente il rosmarino unendolo alla patata lessa schiacciata, aggiungere il parmigiano, la carne e mescolare;
  2. Confezionare delle polpette con le mani della grandezza di una noce passandole poi nei cracker sbriciolati facendo aderire bene le briciole;
  3. Disporre le polpette sulla carta da forno, ungere con poco olio evo;
  4. Infornare 20 minuti a 180°.

 

Consigli: se avete il pane integrale o del pane di grani antichi potete sostituirlo ai cracker, entrambi possono venire aromatizzati con la buccia di agrumi grattugiati.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di perdita di appetito, “anemia”, fatigue, gonfiore addominale.

 

FBO per te:

Questa ricetta permette di consumare una buona quantità di carne rossa tramite una preparazione molto particolare. La carne di cavallo, molto ricca in ferro e vitamina B12, può essere utile in tutti quei casi di anemia post terapia. Vi consigliamo di inserire all’interno del pasto una fonte di vitamina C come il limone, il peperoncino fresco, arance o kiwi, per incrementare ulteriormente la biodisponibilità del ferro.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno (perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su patata, carne, cracker, rosmarino, parmigiano

Minestra tiepida di fagioli, patate e cozze con fettuccine di seppia
Minestra tiepida di fagioli, patate e cozze con fettuccine di seppia

 

Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Cravero per realizzare la minestra tiepida di fagioli, patate e cozze con fettuccine di seppia, utile in caso di anemia.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1h 40’

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 1 h

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 500 g di fagioli borlotti freschi (o secchi e reidratati per una notte in acqua)
  • un kg di Cozze
  • una Cipolla
  • un Cipollotto
  • una Carota
  • una Costa di sedano
  • un Cucchiaio di passata di pomodoro
  • 2 Patate di media grandezza
  • 4 Seppie medie
  • 2 Cucchiai di pesto al basilico
  • Alloro qb
  • Rosmarino qb

 

Procedimento

  1. Fare un soffritto di cipolla, sedano e carote finemente tritati, uno spicchio di aglio, un rametto di rosmarino, una foglia di alloro.
  2. Versare i fagioli, la passata di pomodoro, coprire con acqua e cuocere per un’ora o più, fino a che i fagioli siano morbidi.
  3. Togliere dal fuoco, versare su una teglia larga e capiente per fermare la cottura ed evitare che i fagioli di sfaldino;
  4. Aprire le cozze in soffritto di olio e cipolla;
  5. Sgusciarle completamente;
  6. In un padellino rosolare le patate precedentemente tagliate a cubetti, bagnarle con l’acqua delle cozze e cuocere 5 minuti;
  7. Lessare le seppie in acqua non salata per mezzora. Lasciar raffreddare, scolarle e tagliarle a striscioline (fettuccine) e condirle con olio e pesto;
  8. Quando la minestra di fagioli sarà intiepidita, metterla in una ciotola capiente, aggiungere l’intingolo di patate e impiattare.
  9. Decorare con le fettuccine di seppia, una foglia di basilico e le cozze sgusciate. A piacere un filo di olio Evo o una bruschetta olio, aglio e peperoncino.

 

 

Effetti avversi delle terapie: 

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia.

 

FBO per te: 

Una minestra che rispecchia interamente la Dieta Mediterranea.

Tra i protagonisti di questa ricetta troviamo i fagioli borlotti freschi, ricchi in fibra e fosforo. Le cozze e le seppie, invece, appartengono alla categoria dei molluschi e presentano una percentuale inferiore rispetto ad altri pesci di proteine, ma presentano una buona concentrazione di acidi grassi a lunga catena omega-3, essenziali per il corretto sviluppo del sistema celebrale e per la protezione di cuore e arterie.

La presenza sia delle cozze che delle seppie, naturalmente ricche in sodio, permette inoltre di non aggiungere ulteriore sale alla preparazione, ma di insaporire semplicemente con verdure, rosmarino ed alloro.

Anche il contenuto di ferro della ricetta è buono, per questo vi consigliamo di aggiungere anche un pochino di succo di limone alla preparazione o di terminare il pasto con un kiwi o un’arancia. In caso di infiammazione intestinale omettere i fagioli o optare per un altro tipo di ricetta priva di scorie.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della minestra tiepida di fagioli, patate e cozze con fettuccine di seppia (anemia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli, cozze, cipollotto, carota, sedanocipolla, passata di pomodoro, patate, seppie, basilico, alloro, rosmarino

Minestra tiepida di fagioli, patate e cozze con fettuccine di seppia
Minestra tiepida di fagioli, patate e cozze con fettuccine di seppia

 

Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Cravero per realizzare la minestra tiepida di fagioli, patate e cozze con fettuccine di seppia, utile in caso di alterazione del gusto.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1h 40’

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 1 h

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 500 g di fagioli borlotti freschi (o secchi e reidratati per una notte in acqua)
  • 1 kg di Cozze
  • una Cipolla
  • un Cipollotto
  • una Carota
  • una Costa di sedano
  • 1 Cucchiaio di passata di pomodoro
  • 2 Patate di media grandezza
  • 4 Seppie medie
  • 2 Cucchiai di pesto al basilico
  • Alloro qb
  • Rosmarino qb

 

Procedimento

  1. Fare un soffritto di cipolla, sedano e carote finemente tritati, uno spicchio di aglio, un rametto di rosmarino, una foglia di alloro.
  2. Versare i fagioli, la passata di pomodoro, coprire con acqua e cuocere per un’ora o più, fino a che i fagioli siano morbidi.
  3. Togliere dal fuoco, versare su una teglia larga e capiente per fermare la cottura ed evitare che i fagioli di sfaldino;
  4. Aprire le cozze in soffritto di olio e cipolla;
  5. Sgusciarle completamente;
  6. In un padellino rosolare le patate precedentemente tagliate a cubetti, bagnarle con l’acqua delle cozze e cuocere 5 minuti;
  7. Lessare le seppie in acqua non salata per mezzora. Lasciar raffreddare, scolarle e tagliarle a striscioline (fettuccine) e condirle con olio e pesto;
  8. Quando la minestra di fagioli sarà intiepidita, metterla in una ciotola capiente, aggiungere l’intingolo di patate e impiattare.
  9. Decorare con le fettuccine di seppia, una foglia di basilico e le cozze sgusciate. A piacere un filo di olio Evo o una bruschetta olio, aglio e peperoncino.

 

 

Effetti avversi delle terapie: 

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia.

 

FBO per te: 

Una minestra che rispecchia interamente la Dieta Mediterranea.

Tra i protagonisti di questa ricetta troviamo i fagioli borlotti freschi, ricchi in fibra e fosforo. Le cozze e le seppie, invece, appartengono alla categoria dei molluschi e presentano una percentuale inferiore rispetto ad altri pesci di proteine, ma presentano una buona concentrazione di acidi grassi a lunga catena omega-3, essenziali per il corretto sviluppo del sistema celebrale e per la protezione di cuore e arterie.

La presenza sia delle cozze che delle seppie, naturalmente ricche in sodio, permette inoltre di non aggiungere ulteriore sale alla preparazione, ma di insaporire semplicemente con verdure, rosmarino ed alloro.

Anche il contenuto di ferro della ricetta è buono, per questo vi consigliamo di aggiungere anche un pochino di succo di limone alla preparazione o di terminare il pasto con un kiwi o un’arancia. In caso di infiammazione intestinale omettere i fagioli o optare per un altro tipo di ricetta priva di scorie.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della minestra tiepida di fagioli, patate e cozze con fettuccine di seppia (alterazione del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli, cozze, cipollotto, carota, sedanocipolla, passata di pomodoro, patate, seppie, basilico, alloro, rosmarino

petto di pollo in Agresto
Petto di pollo in Agresto

 

Chef Federico Malinverno
Chef Federico Malinverno
Caffè La Crepa

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Malinverno per realizzare il petto di pollo in Agresto, utile in caso di anemia.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 20’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona (se possibile ridurre le dosi a max 2 persone)

Tempo di cottura: 5’

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 100 g Petto di pollo a fette (battute) – ottimo anche con petti di tacchino o faraona
  • Olio Extra Vergine d’Oliva q.b
  • 4 foglie di Menta
  • 4 Pistilli di Zafferano
  • 10 pinoli tostati
  • 6 Acini d’uva fresca (preferibilmente bianca)
  • 30 g di insalata fresca
  • Sale e Pepe q.b (giusto un pizzico)
  • Aceto balsamico tradizionale q.b

 

Procedimento

  1. Scaldare una pentola/piastra antiaderente (possibilmente rigata);
  2. Scottare su entrambi i lati le fettine di petto di pollo fino ad ottenere una cottura omogenea anche al centro;
  3. Tagliare i petti di pollo cotti in listarelle (straccetti);
  4. In una zuppiera mettere l’olio XV d’oliva e i pistilli di zafferano. Mescolare bene fintanto che l’olio si insaporisca e si colori;
  5. Aggiungere poche gocce di aceto balsamico, un pizzico di sale e di pepe, mescolare;
  6. A questo punto mettere nella zuppiera anche l’insalata, le foglie di menta (piegate e tagliate in piccole liste), i pinoli tostati e gli acini d’uva freschi precedentemente tagliati a metà e denocciolati;
  7. Condire bene il tutto e aggiungere le listarelle di pollo cotte;
  8. Servire e consumare tiepido (bene anche se freddo).

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, fatigue, anemia.

 

FBO per te: 

In questa ricetta troviamo il pollo, una tipologia di carne bianca ricca in proteine e povera di grassi saturi. A livello di micronutrienti, il pollo è ricco di zinco, potassio e selenio, mentre per quanto riguarda le proteine, quelle più rappresentate sono quelle del gruppo B. Per completare il piatto è necessario integrare una porzione di verdure di stagione e una quota di carboidrati. La percentuale proteica è di fondamentale importanza nell’alimentazione del paziente oncologico al fine di preservare la massa muscolare e prevenire casi di sarcopenia e cachessia.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del petto di pollo in Agresto (anemia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su pollo, tacchino, faraona, menta, zafferano, pinoli, uva, insalata, aceto, olio EVO, pepe

petto di pollo in Agresto
Petto di pollo in Agresto

 

Chef Federico Malinverno
Chef Federico Malinverno
Caffè La Crepa

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Malinverno per realizzare il petto di pollo in Agresto, utile in caso di perdita di appetito.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 20’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona (se possibile ridurre le dosi a max 2 persone)

Tempo di cottura: 5’

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 100 g Petto di pollo a fette (battute) – ottimo anche con petti di tacchino o faraona
  • Olio Extra Vergine d’Oliva q.b
  • 4 foglie di Menta
  • 4 Pistilli di Zafferano
  • 10 pinoli tostati
  • 6 Acini d’uva fresca (preferibilmente bianca)
  • 30 g di insalata fresca
  • Sale e Pepe q.b (giusto un pizzico)
  • Aceto balsamico tradizionale q.b

 

Procedimento

  1. Scaldare una pentola/piastra antiaderente (possibilmente rigata);
  2. Scottare su entrambi i lati le fettine di petto di pollo fino ad ottenere una cottura omogenea anche al centro;
  3. Tagliare i petti di pollo cotti in listarelle (straccetti);
  4. In una zuppiera mettere l’olio XV d’oliva e i pistilli di zafferano. Mescolare bene fintanto che l’olio si insaporisca e si colori;
  5. Aggiungere poche gocce di aceto balsamico, un pizzico di sale e di pepe, mescolare;
  6. A questo punto mettere nella zuppiera anche l’insalata, le foglie di menta (piegate e tagliate in piccole liste), i pinoli tostati e gli acini d’uva freschi precedentemente tagliati a metà e denocciolati;
  7. Condire bene il tutto e aggiungere le listarelle di pollo cotte;
  8. Servire e consumare tiepido (bene anche se freddo).

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, fatigue, anemia.

 

FBO per te: 

In questa ricetta troviamo il pollo, una tipologia di carne bianca ricca in proteine e povera di grassi saturi. A livello di micronutrienti, il pollo è ricco di zinco, potassio e selenio, mentre per quanto riguarda le proteine, quelle più rappresentate sono quelle del gruppo B. Per completare il piatto è necessario integrare una porzione di verdure di stagione e una quota di carboidrati. La percentuale proteica è di fondamentale importanza nell’alimentazione del paziente oncologico al fine di preservare la massa muscolare e prevenire casi di sarcopenia e cachessia.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del petto di pollo in Agresto (perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su pollo, tacchino, faraona, menta, zafferano, pinoli, uva, insalata, aceto, olio EVO, pepe

petto di pollo in Agresto
Petto di pollo in Agresto

 

Chef Federico Malinverno
Chef Federico Malinverno
Caffè La Crepa

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Malinverno per realizzare il petto di pollo in Agresto, utile in caso di alterazione del gusto.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 20’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona (se possibile ridurre le dosi a max 2 persone)

Tempo di cottura: 5’

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 100 g Petto di pollo a fette (battute) – ottimo anche con petti di tacchino o faraona
  • Olio Extra Vergine d’Oliva q.b
  • 4 foglie di Menta
  • 4 Pistilli di Zafferano
  • 10 pinoli tostati
  • 6 Acini d’uva fresca (preferibilmente bianca)
  • 30 g di insalata fresca
  • Sale e Pepe q.b (giusto un pizzico)
  • Aceto balsamico tradizionale q.b

 

Procedimento

  1. Scaldare una pentola/piastra antiaderente (possibilmente rigata);
  2. Scottare su entrambi i lati le fettine di petto di pollo fino ad ottenere una cottura omogenea anche al centro;
  3. Tagliare i petti di pollo cotti in listarelle (straccetti);
  4. In una zuppiera mettere l’olio XV d’oliva e i pistilli di zafferano. Mescolare bene fintanto che l’olio si insaporisca e si colori;
  5. Aggiungere poche gocce di aceto balsamico, un pizzico di sale e di pepe, mescolare;
  6. A questo punto mettere nella zuppiera anche l’insalata, le foglie di menta (piegate e tagliate in piccole liste), i pinoli tostati e gli acini d’uva freschi precedentemente tagliati a metà e denocciolati;
  7. Condire bene il tutto e aggiungere le listarelle di pollo cotte;
  8. Servire e consumare tiepido (bene anche se freddo).

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, fatigue, anemia.

 

FBO per te: 

In questa ricetta troviamo il pollo, una tipologia di carne bianca ricca in proteine e povera di grassi saturi. A livello di micronutrienti, il pollo è ricco di zinco, potassio e selenio, mentre per quanto riguarda le proteine, quelle più rappresentate sono quelle del gruppo B. Per completare il piatto è necessario integrare una porzione di verdure di stagione e una quota di carboidrati. La percentuale proteica è di fondamentale importanza nell’alimentazione del paziente oncologico al fine di preservare la massa muscolare e prevenire casi di sarcopenia e cachessia.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del petto di pollo in Agresto (alterazione del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su pollo, tacchino, faraona, menta, zafferano, pinoli, uva, insalata, aceto, olio EVO, pepe

hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure
Hummus di sedano rapa alla curcuma con crudité di Verdure

 

Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure, utile in caso di stomatite.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • ½ Sedano rapa
  • 1 Gambo di sedano
  • 3 Foglie di insalata belga
  • 1 Carota
  • 1 Finocchio
  • 2 Ravanelli
  • (altre verdure a piacere)
  • Curcuma in polvere q.b.
  • Olio extravergine d’oliva

 

Procedimento

  1. Sbucciare il sedano rapa, lavarlo e tagliarlo a pezzetti;
  2. Portare a bollore dell’acqua dove cuocere il sedano rapa per 15 minuti circa;
  3. Lavare e tagliare le verdure a bastoncino;
  4. Quando il sedano rapa risulta morbido trasferirlo ancora caldo nel frullatore, aggiungere la curcuma e frullare;
  5. Trasferire il composto in una ciotola lasciare intiepidire;
  6. Distribuire le verdure aggiungendo alla fine un goccio di olio extravergine d’oliva.

 

Consigli: se avete poco tempo a disposizione potete pulire le verdure con anticipo e conservarle chiuse un sacchetto in frigorifero già pronte per l’uso. Se preferite, potete aggiungere anche dei semi di lino nella preparazione.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, secchezza della bocca gonfiore sottocutaneo/edema, disfagia, stomatite.

 

FBO per te: il sedano, ricco in folati e vitamina C, è una verdura molto spesso utilizzata negli spuntini spezza-fame, per il suo elevato potere saziante.  Questa variante di hummus può essere ideale nel caso di una perdita importante di appetito ed utilizzabile anche come spuntino post terapia. Grazie alla sua consistenza e al suo potere dissetante può anche dare giovamento in caso di secchezza della bocca.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure (stomatite)

 

Se vuoi saperne di più clicca su sedano, insalata, carota, finocchio, ravanelli, curcuma, olio EVO,

hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure
Hummus di sedano rapa alla curcuma con crudité di Verdure

 

Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure, utile in caso di gonfiore sottocutaneo (o edema).

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • ½ Sedano rapa
  • 1 Gambo di sedano
  • 3 Foglie di insalata belga
  • 1 Carota
  • 1 Finocchio
  • 2 Ravanelli
  • (altre verdure a piacere)
  • Curcuma in polvere q.b.
  • Olio extravergine d’oliva

 

Procedimento

  1. Sbucciare il sedano rapa, lavarlo e tagliarlo a pezzetti;
  2. Portare a bollore dell’acqua dove cuocere il sedano rapa per 15 minuti circa;
  3. Lavare e tagliare le verdure a bastoncino;
  4. Quando il sedano rapa risulta morbido trasferirlo ancora caldo nel frullatore, aggiungere la curcuma e frullare;
  5. Trasferire il composto in una ciotola lasciare intiepidire;
  6. Distribuire le verdure aggiungendo alla fine un goccio di olio extravergine d’oliva.

 

Consigli: se avete poco tempo a disposizione potete pulire le verdure con anticipo e conservarle chiuse un sacchetto in frigorifero già pronte per l’uso. Se preferite, potete aggiungere anche dei semi di lino nella preparazione.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, secchezza della bocca gonfiore sottocutaneo/edema, disfagia, stomatite.

 

FBO per te: il sedano, ricco in folati e vitamina C, è una verdura molto spesso utilizzata negli spuntini spezza-fame, per il suo elevato potere saziante.  Questa variante di hummus può essere ideale nel caso di una perdita importante di appetito ed utilizzabile anche come spuntino post terapia. Grazie alla sua consistenza e al suo potere dissetante può anche dare giovamento in caso di secchezza della bocca.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure (gonfiore sottocutaneo)

 

Se vuoi saperne di più clicca su sedano, insalata, carota, finocchio, ravanelli, curcuma, olio EVO,

hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure
Hummus di sedano rapa alla curcuma con crudité di Verdure

 

Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure, utile in caso di secchezza della bocca (o xerostomia).

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • ½ Sedano rapa
  • 1 Gambo di sedano
  • 3 Foglie di insalata belga
  • 1 Carota
  • 1 Finocchio
  • 2 Ravanelli
  • (altre verdure a piacere)
  • Curcuma in polvere q.b.
  • Olio extravergine d’oliva

 

Procedimento

  1. Sbucciare il sedano rapa, lavarlo e tagliarlo a pezzetti;
  2. Portare a bollore dell’acqua dove cuocere il sedano rapa per 15 minuti circa;
  3. Lavare e tagliare le verdure a bastoncino;
  4. Quando il sedano rapa risulta morbido trasferirlo ancora caldo nel frullatore, aggiungere la curcuma e frullare;
  5. Trasferire il composto in una ciotola lasciare intiepidire;
  6. Distribuire le verdure aggiungendo alla fine un goccio di olio extravergine d’oliva.

 

Consigli: se avete poco tempo a disposizione potete pulire le verdure con anticipo e conservarle chiuse un sacchetto in frigorifero già pronte per l’uso. Se preferite, potete aggiungere anche dei semi di lino nella preparazione.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, secchezza della bocca gonfiore sottocutaneo/edema, disfagia, stomatite.

 

FBO per te: il sedano, ricco in folati e vitamina C, è una verdura molto spesso utilizzata negli spuntini spezza-fame, per il suo elevato potere saziante.  Questa variante di hummus può essere ideale nel caso di una perdita importante di appetito ed utilizzabile anche come spuntino post terapia. Grazie alla sua consistenza e al suo potere dissetante può anche dare giovamento in caso di secchezza della bocca.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure (secchezza della bocca)

 

Se vuoi saperne di più clicca su sedano, insalata, carota, finocchio, ravanelli, curcuma, olio EVO,

hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure
Hummus di sedano rapa alla curcuma con crudité di Verdure

 

Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure, utile in caso di nausea.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • ½ Sedano rapa
  • 1 Gambo di sedano
  • 3 Foglie di insalata belga
  • 1 Carota
  • 1 Finocchio
  • 2 Ravanelli
  • (altre verdure a piacere)
  • Curcuma in polvere q.b.
  • Olio extravergine d’oliva

 

Procedimento

  1. Sbucciare il sedano rapa, lavarlo e tagliarlo a pezzetti;
  2. Portare a bollore dell’acqua dove cuocere il sedano rapa per 15 minuti circa;
  3. Lavare e tagliare le verdure a bastoncino;
  4. Quando il sedano rapa risulta morbido trasferirlo ancora caldo nel frullatore, aggiungere la curcuma e frullare;
  5. Trasferire il composto in una ciotola lasciare intiepidire;
  6. Distribuire le verdure aggiungendo alla fine un goccio di olio extravergine d’oliva.

 

Consigli: se avete poco tempo a disposizione potete pulire le verdure con anticipo e conservarle chiuse un sacchetto in frigorifero già pronte per l’uso. Se preferite, potete aggiungere anche dei semi di lino nella preparazione.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, secchezza della bocca gonfiore sottocutaneo/edema, disfagia, stomatite.

 

FBO per te: il sedano, ricco in folati e vitamina C, è una verdura molto spesso utilizzata negli spuntini spezza-fame, per il suo elevato potere saziante.  Questa variante di hummus può essere ideale nel caso di una perdita importante di appetito ed utilizzabile anche come spuntino post terapia. Grazie alla sua consistenza e al suo potere dissetante può anche dare giovamento in caso di secchezza della bocca.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure (nausea)

 

Se vuoi saperne di più clicca su sedano, insalata, carota, finocchio, ravanelli, curcuma, olio EVO,

hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure
Hummus di sedano rapa alla curcuma con crudité di Verdure

 

Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure, utile in caso di perdita di appetito.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • ½ Sedano rapa
  • 1 Gambo di sedano
  • 3 Foglie di insalata belga
  • 1 Carota
  • 1 Finocchio
  • 2 Ravanelli
  • (altre verdure a piacere)
  • Curcuma in polvere q.b.
  • Olio extravergine d’oliva

 

Procedimento

  1. Sbucciare il sedano rapa, lavarlo e tagliarlo a pezzetti;
  2. Portare a bollore dell’acqua dove cuocere il sedano rapa per 15 minuti circa;
  3. Lavare e tagliare le verdure a bastoncino;
  4. Quando il sedano rapa risulta morbido trasferirlo ancora caldo nel frullatore, aggiungere la curcuma e frullare;
  5. Trasferire il composto in una ciotola lasciare intiepidire;
  6. Distribuire le verdure aggiungendo alla fine un goccio di olio extravergine d’oliva.

 

Consigli: se avete poco tempo a disposizione potete pulire le verdure con anticipo e conservarle chiuse un sacchetto in frigorifero già pronte per l’uso. Se preferite, potete aggiungere anche dei semi di lino nella preparazione.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, secchezza della bocca gonfiore sottocutaneo/edema, disfagia, stomatite.

 

FBO per te: il sedano, ricco in folati e vitamina C, è una verdura molto spesso utilizzata negli spuntini spezza-fame, per il suo elevato potere saziante.  Questa variante di hummus può essere ideale nel caso di una perdita importante di appetito ed utilizzabile anche come spuntino post terapia. Grazie alla sua consistenza e al suo potere dissetante può anche dare giovamento in caso di secchezza della bocca.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure (perdita appetito)

 

Se vuoi saperne di più clicca su sedano, insalata, carota, finocchio, ravanelli, curcuma, olio EVO,

hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure
Hummus di sedano rapa alla curcuma con crudité di Verdure

 

Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure, utile in caso di alterazione del gusto.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • ½ Sedano rapa
  • 1 Gambo di sedano
  • 3 Foglie di insalata belga
  • 1 Carota
  • 1 Finocchio
  • 2 Ravanelli
  • (altre verdure a piacere)
  • Curcuma in polvere q.b.
  • Olio extravergine d’oliva

 

Procedimento

  1. Sbucciare il sedano rapa, lavarlo e tagliarlo a pezzetti;
  2. Portare a bollore dell’acqua dove cuocere il sedano rapa per 15 minuti circa;
  3. Lavare e tagliare le verdure a bastoncino;
  4. Quando il sedano rapa risulta morbido trasferirlo ancora caldo nel frullatore, aggiungere la curcuma e frullare;
  5. Trasferire il composto in una ciotola lasciare intiepidire;
  6. Distribuire le verdure aggiungendo alla fine un goccio di olio extravergine d’oliva.

 

Consigli: se avete poco tempo a disposizione potete pulire le verdure con anticipo e conservarle chiuse un sacchetto in frigorifero già pronte per l’uso. Se preferite, potete aggiungere anche dei semi di lino nella preparazione.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, secchezza della bocca gonfiore sottocutaneo/edema, disfagia, stomatite.

 

FBO per te: il sedano, ricco in folati e vitamina C, è una verdura molto spesso utilizzata negli spuntini spezza-fame, per il suo elevato potere saziante.  Questa variante di hummus può essere ideale nel caso di una perdita importante di appetito ed utilizzabile anche come spuntino post terapia. Grazie alla sua consistenza e al suo potere dissetante può anche dare giovamento in caso di secchezza della bocca.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure (alterazione del gusto)

 

Se vuoi saperne di più clicca su sedano, insalata, carota, finocchio, ravanelli, curcuma, olio EVO,

Ravioli con Scarola, Taleggio, Pomodorino e Noci di Sorrento
Ravioli con Scarola, Taleggio, Pomodorino e Noci di Sorrento

 

Chef Mimmo De Gregorio, Osteria Lo Stuzzichino

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef De Gregorio per realizzare i ravioli con scarola, Taleggio, pomodorino e noci di Sorrento, utile in caso di alterazione del gusto.

 

Veggie

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 40’

Difficoltà: Alta

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 3 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

Per la pasta

  • 1 Kg di Farina Semola Integrale rimacinata
  • 2 uova intere
  • 100 ml di latte
  • Sale q.b.

 

Per il ripieno

  • 600 g di scarola bollita (pulita)
  • 300 g di taleggio
  • 150 g di trccia fresca (o fiordilatte)
  • 1 uovo intero
  • Un pizzico di sale e pepe
  • Olio Extra Vergine della Penisola Sorrentina
  • 1 Cipolla

 

Per l’impiattamento

  • Noce di Sorrento
  • Pomodoro Corbarino 50g

 

Procedimento

  1. Disporre a fontana la farina, rompervi al centro le uova, aggiungere il latte, il sale ed impastare il tutto lavorando fino ad ottenere una pasta omogenea. Lasciarla riposare per mezzora;
  2. Lessare la scarola in acqua bollente prima e poi passare in acqua fredda con ghiaccio facendola riposare. Stendere la sfoglia con la metà della pasta, disporla su di un tavolo e spennellarla con l’uovo;
  3. Con un sacchetto da pasticciere, farvi cadere dei ciuffetti di ripieno precedentemente impastato con taleggio, scarola e fiordilatte;
  4. Completata questa operazione stendere l’altra metà della pasta e ricoprire con essa la sfoglia contenente il ripieno;
  5. Con un tagliapasta, quindi, ritagliare piccoli ravioli a forma di cerchio. Disporli in una teglia e, se non li si cuoce subito conservarli in frigorifero.
  6. Questi ravioli possono essere serviti in una maniera molto semplice: sbollentati per 3-4 minuti e terminare la cottura in padella con scarole, noci e aggiungendo un pomodoro corbarino.

 

 

Effetti avversi delle terapie: 

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito.

 

FBO per te: 

Un piatto unico un pochino laborioso, ma ottimo da consumare in occasioni di pranzi di festa o per recuperare, con un po’ di gusto, le giuste forze. La farina di semola integrale è un’ottima alternativa alla classica farina bianca e grazie al suo contenuto in fibra, aiuta il transito intestinale e nutre la flora batterica. Inoltre, grazie alla sua consistenza rustica si sposa appieno con la delicatezza del ripieno. Vi consigliamo inoltre di consumare come antipasto un pochino di verdura mista, al fine di tenere ulteriormente sotto controllo la glicemia.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei ravioli con scarola, Taleggio, pomodorino e noci di Sorrento (alterazione del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su semola, uova, latte, scarola, taleggio, pepe, olio EVO, cipolla, noci, pomodoro

straccetti di merluzzo finocchio sedano arancia e prezzemolo
Straccetti di Merluzzo finocchio sedano, arancia e prezzemolo

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare gli straccetti di merluzzo finocchio sedano arancia e prezzemolo, utile in caso di gonfiore sottocutaneo o edema.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 30-40’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 10‘ se fresco, 30’ se congelato

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 1 Filetto di Merluzzo fresco
  • ½ Finocchio
  • ½ Gambo di Sedano tenero
  • 1 Arancia
  • Prezzemolo tritato
  • Olio extravergine d’oliva

 

Procedimento

  1. Portare l’acqua ad ebollizione e cuocere il filetto di merluzzo per 10 minuti (se congelato 30 minuti);
  2. Lasciarlo raffreddare, sfaldarlo e metterlo in una insalatiera, cospargerlo di prezzemolo;
  3. Condirlo con olio evo, con il succo di mezza arancia ed infine mescolare delicatamente;
  4. Lasciare riposare;
  5. Tagliare finemente il sedano, il finocchio e gli spicchi della restante arancia ed unirlo al resto;
  6. Aggiungere un filo d’olio a crudo.

 

Consigli: durante la cottura del merluzzo mettete nell’acqua delle foglie di alloro, l’arancia cosi come i mandaranci ed i mandarini donano a questa preparazione una nota di freschezza molto gradevole.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, gonfiore addominale, gonfiore sottocutaneo/edema.

 

FBO per te: Il merluzzo, pesce tipico della Dieta Mediterranea, si presenta bene alla surgelazione e presenta un buon contenuto di iodio, zinco e vitamina B12. La sua porzione di riferimento individuata dai LARN è di 150 g (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia della Società Italiana di Nutrizione Umana). Bollito semplicemente non risulta particolarmente gustoso, ma all’interno di questa ricetta, grazie alla presenza del prezzemolo e dell’arancia, risulta un’esplosione di sapori.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta degli straccetti di merluzzo finocchio sedano arancia e prezzemolo (utile in caso di gonfiore sottocutaneo o edema)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su merluzzo, finocchio, sedano, arancia, prezzemolo, olio EVO,

straccetti di merluzzo finocchio sedano arancia e prezzemolo
Straccetti di Merluzzo finocchio sedano, arancia e prezzemolo

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare gli straccetti di merluzzo finocchio sedano arancia e prezzemolo, utile in caso di gonfiore addominale.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 30-40’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 10‘ se fresco, 30’ se congelato

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 1 Filetto di Merluzzo fresco
  • ½ Finocchio
  • ½ Gambo di Sedano tenero
  • 1 Arancia
  • Prezzemolo tritato
  • Olio extravergine d’oliva

 

Procedimento

  1. Portare l’acqua ad ebollizione e cuocere il filetto di merluzzo per 10 minuti (se congelato 30 minuti);
  2. Lasciarlo raffreddare, sfaldarlo e metterlo in una insalatiera, cospargerlo di prezzemolo;
  3. Condirlo con olio evo, con il succo di mezza arancia ed infine mescolare delicatamente;
  4. Lasciare riposare;
  5. Tagliare finemente il sedano, il finocchio e gli spicchi della restante arancia ed unirlo al resto;
  6. Aggiungere un filo d’olio a crudo.

 

Consigli: durante la cottura del merluzzo mettete nell’acqua delle foglie di alloro, l’arancia cosi come i mandaranci ed i mandarini donano a questa preparazione una nota di freschezza molto gradevole.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, gonfiore addominale, gonfiore sottocutaneo/edema.

 

FBO per te: Il merluzzo, pesce tipico della Dieta Mediterranea, si presenta bene alla surgelazione e presenta un buon contenuto di iodio, zinco e vitamina B12. La sua porzione di riferimento individuata dai LARN è di 150 g (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia della Società Italiana di Nutrizione Umana). Bollito semplicemente non risulta particolarmente gustoso, ma all’interno di questa ricetta, grazie alla presenza del prezzemolo e dell’arancia, risulta un’esplosione di sapori.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta degli straccetti di merluzzo finocchio sedano arancia e prezzemolo (utile in caso di gonfiore addominale)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su merluzzo, finocchio, sedano, arancia, prezzemolo, olio EVO,

straccetti di merluzzo finocchio sedano arancia e prezzemolo
Straccetti di Merluzzo finocchio sedano, arancia e prezzemolo

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare gli straccetti di merluzzo finocchio sedano arancia e prezzemolo, utile per contrastare la fatigue.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 30-40’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 10‘ se fresco, 30’ se congelato

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 1 Filetto di Merluzzo fresco
  • ½ Finocchio
  • ½ Gambo di Sedano tenero
  • 1 Arancia
  • Prezzemolo tritato
  • Olio extravergine d’oliva

 

Procedimento

  1. Portare l’acqua ad ebollizione e cuocere il filetto di merluzzo per 10 minuti (se congelato 30 minuti);
  2. Lasciarlo raffreddare, sfaldarlo e metterlo in una insalatiera, cospargerlo di prezzemolo;
  3. Condirlo con olio evo, con il succo di mezza arancia ed infine mescolare delicatamente;
  4. Lasciare riposare;
  5. Tagliare finemente il sedano, il finocchio e gli spicchi della restante arancia ed unirlo al resto;
  6. Aggiungere un filo d’olio a crudo.

 

Consigli: durante la cottura del merluzzo mettete nell’acqua delle foglie di alloro, l’arancia cosi come i mandaranci ed i mandarini donano a questa preparazione una nota di freschezza molto gradevole.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, gonfiore addominale, gonfiore sottocutaneo/edema.

 

FBO per te: Il merluzzo, pesce tipico della Dieta Mediterranea, si presenta bene alla surgelazione e presenta un buon contenuto di iodio, zinco e vitamina B12. La sua porzione di riferimento individuata dai LARN è di 150 g (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia della Società Italiana di Nutrizione Umana). Bollito semplicemente non risulta particolarmente gustoso, ma all’interno di questa ricetta, grazie alla presenza del prezzemolo e dell’arancia, risulta un’esplosione di sapori.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta degli straccetti di merluzzo finocchio sedano arancia e prezzemolo (utile per contrastare la fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su merluzzo, finocchio, sedano, arancia, prezzemolo, olio EVO,

straccetti di merluzzo finocchio sedano arancia e prezzemolo
Straccetti di Merluzzo finocchio sedano, arancia e prezzemolo

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare gli straccetti di merluzzo finocchio sedano arancia e prezzemolo, utile in caso di alterazione del gusto.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 30-40’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 10‘ se fresco, 30’ se congelato

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 1 Filetto di Merluzzo fresco
  • ½ Finocchio
  • ½ Gambo di Sedano tenero
  • 1 Arancia
  • Prezzemolo tritato
  • Olio extravergine d’oliva

 

Procedimento

  1. Portare l’acqua ad ebollizione e cuocere il filetto di merluzzo per 10 minuti (se congelato 30 minuti);
  2. Lasciarlo raffreddare, sfaldarlo e metterlo in una insalatiera, cospargerlo di prezzemolo;
  3. Condirlo con olio evo, con il succo di mezza arancia ed infine mescolare delicatamente;
  4. Lasciare riposare;
  5. Tagliare finemente il sedano, il finocchio e gli spicchi della restante arancia ed unirlo al resto;
  6. Aggiungere un filo d’olio a crudo.

 

Consigli: durante la cottura del merluzzo mettete nell’acqua delle foglie di alloro, l’arancia cosi come i mandaranci ed i mandarini donano a questa preparazione una nota di freschezza molto gradevole.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, gonfiore addominale, gonfiore sottocutaneo/edema.

 

FBO per te: Il merluzzo, pesce tipico della Dieta Mediterranea, si presenta bene alla surgelazione e presenta un buon contenuto di iodio, zinco e vitamina B12. La sua porzione di riferimento individuata dai LARN è di 150 g (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia della Società Italiana di Nutrizione Umana). Bollito semplicemente non risulta particolarmente gustoso, ma all’interno di questa ricetta, grazie alla presenza del prezzemolo e dell’arancia, risulta un’esplosione di sapori.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta degli straccetti di merluzzo finocchio sedano arancia e prezzemolo (utile in caso di alterazione del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su merluzzo, finocchio, sedano, arancia, prezzemolo, olio EVO,

frittata alle erbe
Frittata alle erbe

 

Chef Federico Malinverno
Chef Federico Malinverno
Caffè La Crepa

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Malinverno per realizzare la frittata alle erbe, utile per contrastare la fatigue.

 

Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Media

Dosi: 3 persone

Tempo di cottura: 15’

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 3 persone)

  • 250 g chilo di erbette di stagione o di spinaci
  • 3 uova
  • ½ cipolla
  • 50 g mollica di pane integrale raffermo o grattugiato
  • ½ bicchiere di latte
  • 50 g di Taleggio grattugiato
  • Olio extravergine d’oliva
  • Sale q.b
  • Pepe q.b

 

Procedimento

  1. Pulite e lavate le erbe, lessatele con la sola acqua di lavaggio rimasta, strizzatele bene e tagliatele finemente;
  2. Sbattete le uova con il formaggio grattugiato, sale, pepe e la mollica (di pane raffermo), in precedenza ammorbidita nel latte;
  3. In un tegame mettete la cipolla tagliata fine, fatela rosolare in olio, quindi aggiungete prima le verdure, poi le uova sbattute;
  4. Amalgamate bene e velocemente con un cucchiaio di legno, poi non toccate più la frittata fino al momento di girarla;
  5. Quando avrà fatto una crosticina dorata che permetterà al composto di staccarsi dalla padella, giratela con l’aiuto di un piatto, rimettetela nel tegame e fate cuocere dalla parte opposta, fino a completa cottura.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, fatigue, anemia.

 

FBO per te: Protagoniste di questa preparazione sono le uova, un’ottima fonte di proteine con tutti gli amminoacidi essenziali. Per quanto riguarda la composizione in microelementi, le uova sono ricche di minerali, vitamine liposolubili, tra cui la vitamina K e idrosolubili, tra cui la B12.  Le uova sono state diverse volte viste, negli anni scorsi, con un occhio di riguardo per il loro contenuto in colesterolo, ma ormai le evidenze scientifiche ci confermano che il colesterolo assunto con gli alimenti influisce in percentuale minima sulla colesterolemia totale. La quantità di verdura contenuta all’interno della frittata non soddisfa la porzione consigliata, perciò vi consigliamo di aggiungere a parte un contorno di verdure di stagione.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della frittata alle erbe (fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spinaci, uova, cipolla, pane, latte, Taleggio, olio EVO, pepe

frittata alle erbe
Frittata alle erbe

 

Chef Federico Malinverno
Chef Federico Malinverno
Caffè La Crepa

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Malinverno per realizzare la frittata alle erbe, utile per contrastare la perdita di appetito.

 

Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Media

Dosi: 3 persone

Tempo di cottura: 15’

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 3 persone)

  • 250 g chilo di erbette di stagione o di spinaci
  • 3 uova
  • ½ cipolla
  • 50 g mollica di pane integrale raffermo o grattugiato
  • ½ bicchiere di latte
  • 50 g di Taleggio grattugiato
  • Olio extravergine d’oliva
  • Sale q.b
  • Pepe q.b

 

Procedimento

  1. Pulite e lavate le erbe, lessatele con la sola acqua di lavaggio rimasta, strizzatele bene e tagliatele finemente;
  2. Sbattete le uova con il formaggio grattugiato, sale, pepe e la mollica (di pane raffermo), in precedenza ammorbidita nel latte;
  3. In un tegame mettete la cipolla tagliata fine, fatela rosolare in olio, quindi aggiungete prima le verdure, poi le uova sbattute;
  4. Amalgamate bene e velocemente con un cucchiaio di legno, poi non toccate più la frittata fino al momento di girarla;
  5. Quando avrà fatto una crosticina dorata che permetterà al composto di staccarsi dalla padella, giratela con l’aiuto di un piatto, rimettetela nel tegame e fate cuocere dalla parte opposta, fino a completa cottura.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, fatigue, anemia.

 

FBO per te: Protagoniste di questa preparazione sono le uova, un’ottima fonte di proteine con tutti gli amminoacidi essenziali. Per quanto riguarda la composizione in microelementi, le uova sono ricche di minerali, vitamine liposolubili, tra cui la vitamina K e idrosolubili, tra cui la B12.  Le uova sono state diverse volte viste, negli anni scorsi, con un occhio di riguardo per il loro contenuto in colesterolo, ma ormai le evidenze scientifiche ci confermano che il colesterolo assunto con gli alimenti influisce in percentuale minima sulla colesterolemia totale. La quantità di verdura contenuta all’interno della frittata non soddisfa la porzione consigliata, perciò vi consigliamo di aggiungere a parte un contorno di verdure di stagione.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della frittata alle erbe (perdita appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spinaci, uova, cipolla, pane, latte, Taleggio, olio EVO, pepe

frittata alle erbe
Frittata alle erbe

 

Chef Federico Malinverno
Chef Federico Malinverno
Caffè La Crepa

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Malinverno per realizzare la frittata alle erbe, utile in caso di alterazione del gusto.

 

Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Media

Dosi: 3 persone

Tempo di cottura: 15’

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 3 persone)

  • 250 g chilo di erbette di stagione o di spinaci
  • 3 uova
  • ½ cipolla
  • 50 g mollica di pane integrale raffermo o grattugiato
  • ½ bicchiere di latte
  • 50 g di Taleggio grattugiato
  • Olio extravergine d’oliva
  • Sale q.b
  • Pepe q.b

 

Procedimento

  1. Pulite e lavate le erbe, lessatele con la sola acqua di lavaggio rimasta, strizzatele bene e tagliatele finemente;
  2. Sbattete le uova con il formaggio grattugiato, sale, pepe e la mollica (di pane raffermo), in precedenza ammorbidita nel latte;
  3. In un tegame mettete la cipolla tagliata fine, fatela rosolare in olio, quindi aggiungete prima le verdure, poi le uova sbattute;
  4. Amalgamate bene e velocemente con un cucchiaio di legno, poi non toccate più la frittata fino al momento di girarla;
  5. Quando avrà fatto una crosticina dorata che permetterà al composto di staccarsi dalla padella, giratela con l’aiuto di un piatto, rimettetela nel tegame e fate cuocere dalla parte opposta, fino a completa cottura.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, fatigue, anemia.

 

FBO per te: Protagoniste di questa preparazione sono le uova, un’ottima fonte di proteine con tutti gli amminoacidi essenziali. Per quanto riguarda la composizione in microelementi, le uova sono ricche di minerali, vitamine liposolubili, tra cui la vitamina K e idrosolubili, tra cui la B12.  Le uova sono state diverse volte viste, negli anni scorsi, con un occhio di riguardo per il loro contenuto in colesterolo, ma ormai le evidenze scientifiche ci confermano che il colesterolo assunto con gli alimenti influisce in percentuale minima sulla colesterolemia totale. La quantità di verdura contenuta all’interno della frittata non soddisfa la porzione consigliata, perciò vi consigliamo di aggiungere a parte un contorno di verdure di stagione.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della frittata alle erbe (alterazione del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spinaci, uova, cipolla, pane, latte, Taleggio, olio EVO, pepe

filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma
Filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma

 

Chef Melissa Savoini
  Chef Melissa Savoini
  Ristorante Sapor       di…Vino

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Savoini per realizzare il filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma, utile in caso di gonfiore addominale.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 18’

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • 2 Filetti di sgombro
  • 4 Cipollotti
  • 250 g di Pomodori Pachino
  • 1/2 Mela
  • 1 Rametto di Rosmarino
  • Curcuma q.b
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Togliere le spine e asciugare bene i filetti di sgombro, peparli e oliarli (poco) da entrambi i lati;
  2. Preparare la mela, sbucciata e tagliata a cubetti di media grandezza;
  3. Tagliare i cipollotti a fette sottili e scottarli in un tegame con poco olio e acqua per qualche minuto;
  4. Tagliare a metà i pomodorini;
  5. Prendere la carta da forno, metterla nella teglia di cottura, appoggiarvi i filetti di sgombro con la pelle rivolta verso il basso, aggiungere i pomodorini, i cipollotti e la mela;
  6. In un contenitore a parte sciogliere 1 cucchiaino da caffè di curcuma in 3 cucchiai da tavola di acqua tiepida.
  7. Aggiungere la curcuma sciolta al cartoccio con lo sgombro, chiudere il tutto e cuocere in forno a 200 gradi per circa 18 minuti.

 

 

Effetti avversi delle terapie: alterazione del gusto, fatigue, anemia, gonfiore addominale, alterazione enzimatica.

 

FBO per te: Lo sgombro appartiene alla famiglia del pesce azzurro quindi è molto ricco in acidi grassi polinsaturi omega 3 e calcio, utile per prevenire l’osteoporosi. Come prodotti della pesca contiene naturalmente sodio, perciò il rosmarino e la curcuma basteranno a garantirgli quel tocco in più di sapore. La porzione consigliata è di 150 g.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma (gonfiore addominale)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su sgombro, cipollotti, pomodori, mela, rosmarino, curcuma, olio EVO

filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma
Filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma

 

Chef Melissa Savoini
  Chef Melissa Savoini
  Ristorante Sapor       di…Vino

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Savoini per realizzare il filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma, utile in caso di anemia.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 18’

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • 2 Filetti di sgombro
  • 4 Cipollotti
  • 250 g di Pomodori Pachino
  • 1/2 Mela
  • 1 Rametto di Rosmarino
  • Curcuma q.b
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Togliere le spine e asciugare bene i filetti di sgombro, peparli e oliarli (poco) da entrambi i lati;
  2. Preparare la mela, sbucciata e tagliata a cubetti di media grandezza;
  3. Tagliare i cipollotti a fette sottili e scottarli in un tegame con poco olio e acqua per qualche minuto;
  4. Tagliare a metà i pomodorini;
  5. Prendere la carta da forno, metterla nella teglia di cottura, appoggiarvi i filetti di sgombro con la pelle rivolta verso il basso, aggiungere i pomodorini, i cipollotti e la mela;
  6. In un contenitore a parte sciogliere 1 cucchiaino da caffè di curcuma in 3 cucchiai da tavola di acqua tiepida.
  7. Aggiungere la curcuma sciolta al cartoccio con lo sgombro, chiudere il tutto e cuocere in forno a 200 gradi per circa 18 minuti.

 

 

Effetti avversi delle terapie: alterazione del gusto, fatigue, anemia, gonfiore addominale, alterazione enzimatica.

 

FBO per te: Lo sgombro appartiene alla famiglia del pesce azzurro quindi è molto ricco in acidi grassi polinsaturi omega 3 e calcio, utile per prevenire l’osteoporosi. Come prodotti della pesca contiene naturalmente sodio, perciò il rosmarino e la curcuma basteranno a garantirgli quel tocco in più di sapore. La porzione consigliata è di 150 g.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma (anemia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su sgombro, cipollotti, pomodori, mela, rosmarino, curcuma, olio EVO

filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma
Filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma

 

Chef Melissa Savoini
  Chef Melissa Savoini
  Ristorante Sapor       di…Vino

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Savoini per realizzare il filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma, utile per contrastare la fatigue.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 18’

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • 2 Filetti di sgombro
  • 4 Cipollotti
  • 250 g di Pomodori Pachino
  • 1/2 Mela
  • 1 Rametto di Rosmarino
  • Curcuma q.b
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Togliere le spine e asciugare bene i filetti di sgombro, peparli e oliarli (poco) da entrambi i lati;
  2. Preparare la mela, sbucciata e tagliata a cubetti di media grandezza;
  3. Tagliare i cipollotti a fette sottili e scottarli in un tegame con poco olio e acqua per qualche minuto;
  4. Tagliare a metà i pomodorini;
  5. Prendere la carta da forno, metterla nella teglia di cottura, appoggiarvi i filetti di sgombro con la pelle rivolta verso il basso, aggiungere i pomodorini, i cipollotti e la mela;
  6. In un contenitore a parte sciogliere 1 cucchiaino da caffè di curcuma in 3 cucchiai da tavola di acqua tiepida.
  7. Aggiungere la curcuma sciolta al cartoccio con lo sgombro, chiudere il tutto e cuocere in forno a 200 gradi per circa 18 minuti.

 

 

Effetti avversi delle terapie: alterazione del gusto, fatigue, anemia, gonfiore addominale, alterazione enzimatica.

 

FBO per te: Lo sgombro appartiene alla famiglia del pesce azzurro quindi è molto ricco in acidi grassi polinsaturi omega 3 e calcio, utile per prevenire l’osteoporosi. Come prodotti della pesca contiene naturalmente sodio, perciò il rosmarino e la curcuma basteranno a garantirgli quel tocco in più di sapore. La porzione consigliata è di 150 g.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma (fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su sgombro, cipollotti, pomodori, mela, rosmarino, curcuma, olio EVO

filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma
Filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma

 

Chef Melissa Savoini
  Chef Melissa Savoini
  Ristorante Sapor       di…Vino

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Savoini per realizzare il filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma, utile in caso di alterazione del gusto.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 18’

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • 2 Filetti di sgombro
  • 4 Cipollotti
  • 250 g di Pomodori Pachino
  • 1/2 Mela
  • 1 Rametto di Rosmarino
  • Curcuma q.b
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Togliere le spine e asciugare bene i filetti di sgombro, peparli e oliarli (poco) da entrambi i lati;
  2. Preparare la mela, sbucciata e tagliata a cubetti di media grandezza;
  3. Tagliare i cipollotti a fette sottili e scottarli in un tegame con poco olio e acqua per qualche minuto;
  4. Tagliare a metà i pomodorini;
  5. Prendere la carta da forno, metterla nella teglia di cottura, appoggiarvi i filetti di sgombro con la pelle rivolta verso il basso, aggiungere i pomodorini, i cipollotti e la mela;
  6. In un contenitore a parte sciogliere 1 cucchiaino da caffè di curcuma in 3 cucchiai da tavola di acqua tiepida.
  7. Aggiungere la curcuma sciolta al cartoccio con lo sgombro, chiudere il tutto e cuocere in forno a 200 gradi per circa 18 minuti.

 

 

Effetti avversi delle terapie: alterazione del gusto, fatigue, anemia, gonfiore addominale, alterazione enzimatica.

 

FBO per te: Lo sgombro appartiene alla famiglia del pesce azzurro quindi è molto ricco in acidi grassi polinsaturi omega 3 e calcio, utile per prevenire l’osteoporosi. Come prodotti della pesca contiene naturalmente sodio, perciò il rosmarino e la curcuma basteranno a garantirgli quel tocco in più di sapore. La porzione consigliata è di 150 g.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma (alterazione del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su sgombro, cipollotti, pomodori, mela, rosmarino, curcuma, olio EVO

insalata di riso venere integrale con gamberoni
Insalata di Riso venere integrale con gamberoni

 

Chef Ferdinando Moia
Chef Ferdinando Moia, Hostaria Grotta Azzurra

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Moia per realizzare l’insalata di riso venere integrale con gamberoni, utile in caso di fatigue.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 35’ circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 280 g di riso venere integrale Gallo (cottura veloce)
  • 1 Grande zucchina verde
  • 12 Code di gamberone sgusciate
  • 160 g di fagioli cannellini lessati (+ 100 ml della loro acqua di cottura)
  • 4 Cucchiai di olio di lino
  • 1 Filetto di acciuga
  • 4 Foglie grosse di basilico
  • 1 Cucchiaino di sale grosso
  • 1 Pizzico di pepe nero
  • Zenzero in polvere qb

 

Procedimento

  1. Lessate il riso venere in abbondante acqua precedentemente salata;
  2. Lavate la zucchina e tagliate la parte esterna a piccoli dadini e dopo 10 minuti di bollitura del riso, metteteli a cuocere a vapore (avendo dura di tenerli croccanti) sopra il riso in cottura insieme alle code di gambero (circa 5 minuti);
  3. Frullate i fagioli cannellini mettendo da parte la purea densa, prelevatene metà e con la loro acqua di cottura, la punta di un cucchiaino di zenzero ed il filetto di acciuga fate un emulsione piuttosto liquida (appena più densa dell’olio); aggiungete in ultimo le foglie di basilico;
  4. A cottura ultimata, togliete le zucchine ed i gamberi, controllate la cottura del riso e, se cotto, scolatelo e fatelo leggermente raffreddare stendendolo su una teglia foderata con carta da forno;
  5. In una ciotola mescolate il riso con le zucchine a quadretti, la metà densa rimasta di purea di cannellini. Prendere i 4 piatti di portata, posizionarvi il ring di acciaio nel centro e distribuire in parti uguali il riso condito;
  6. Schiacciarlo leggermente con il cucchiaio per compattarlo, adagiare sopra le code di gambero (3 per piatto), togliere delicatamente il ring d’acciaio, irrorare con l’emulsione di cannellini quindi condire con un pizzico di pepe ed olio di semi di lino a crudo.

 

Utensili necessari:

una pentola capiente con ripiano forato per cottura a vapore e relativo coperchio; frullatore ad immersione con relativo bicchiere; una teglia da forno; un foglio di carta da forno; una ciotola di media grandezza, un cucchiaio da minestra, 4 piatti da portata e 4 ring di acciaio da 10 cm di diametro.

 

 

Effetti avversi delle terapie: Indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, fatigue, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: Il riso venere, a differenza del tradizionale riso bianco, grazie alla sua fibra, riesce a tenere a bada l’indice glicemico ed è naturalmente ricco in ferro, fosforo, selenio, vitamina E ed antocianine. In questa ricetta lo troviamo arricchito da un buon contenuto di proteine derivante dai gamberoni e dai fagioli cannellini, mentre l’olio di semi di lino ed il filetto di acciuga completano la ricetta con grassi buoni. Visto il contenuto in sale intrinseco delle acciughe e le erbe aromatiche e le spezie contenute nella preparazione, è consigliabile non aggiungere ulteriore sale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di riso venere integrale con gamberoni (fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso, zucchina, gamberoni, fagioli, olio di lino, acciughe, basilico, pepe, zenzero

insalata di riso venere integrale con gamberoni
Insalata di Riso venere integrale con gamberoni

 

Chef Ferdinando Moia, Hostaria Grotta Azzurra

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Moia per realizzare l’insalata di riso venere integrale con gamberoni, utile in caso di nausea.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 35’ circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 280 g di riso venere integrale Gallo (cottura veloce)
  • 1 Grande zucchina verde
  • 12 Code di gamberone sgusciate
  • 160 g di fagioli cannellini lessati (+ 100 ml della loro acqua di cottura)
  • 4 Cucchiai di olio di lino
  • 1 Filetto di acciuga
  • 4 Foglie grosse di basilico
  • 1 Cucchiaino di sale grosso
  • 1 Pizzico di pepe nero
  • Zenzero in polvere qb

 

Procedimento

  1. Lessate il riso venere in abbondante acqua precedentemente salata;
  2. Lavate la zucchina e tagliate la parte esterna a piccoli dadini e dopo 10 minuti di bollitura del riso, metteteli a cuocere a vapore (avendo dura di tenerli croccanti) sopra il riso in cottura insieme alle code di gambero (circa 5 minuti);
  3. Frullate i fagioli cannellini mettendo da parte la purea densa, prelevatene metà e con la loro acqua di cottura, la punta di un cucchiaino di zenzero ed il filetto di acciuga fate un emulsione piuttosto liquida (appena più densa dell’olio); aggiungete in ultimo le foglie di basilico;
  4. A cottura ultimata, togliete le zucchine ed i gamberi, controllate la cottura del riso e, se cotto, scolatelo e fatelo leggermente raffreddare stendendolo su una teglia foderata con carta da forno;
  5. In una ciotola mescolate il riso con le zucchine a quadretti, la metà densa rimasta di purea di cannellini. Prendere i 4 piatti di portata, posizionarvi il ring di acciaio nel centro e distribuire in parti uguali il riso condito;
  6. Schiacciarlo leggermente con il cucchiaio per compattarlo, adagiare sopra le code di gambero (3 per piatto), togliere delicatamente il ring d’acciaio, irrorare con l’emulsione di cannellini quindi condire con un pizzico di pepe ed olio di semi di lino a crudo.

 

Utensili necessari:

una pentola capiente con ripiano forato per cottura a vapore e relativo coperchio; frullatore ad immersione con relativo bicchiere; una teglia da forno; un foglio di carta da forno; una ciotola di media grandezza, un cucchiaio da minestra, 4 piatti da portata e 4 ring di acciaio da 10 cm di diametro.

 

 

Effetti avversi delle terapie: Indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, fatigue, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: Il riso venere, a differenza del tradizionale riso bianco, grazie alla sua fibra, riesce a tenere a bada l’indice glicemico ed è naturalmente ricco in ferro, fosforo, selenio, vitamina E ed antocianine. In questa ricetta lo troviamo arricchito da un buon contenuto di proteine derivante dai gamberoni e dai fagioli cannellini, mentre l’olio di semi di lino ed il filetto di acciuga completano la ricetta con grassi buoni. Visto il contenuto in sale intrinseco delle acciughe e le erbe aromatiche e le spezie contenute nella preparazione, è consigliabile non aggiungere ulteriore sale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di riso venere integrale con gamberoni (nausea)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso, zucchina, gamberoni, fagioli, olio di lino, acciughe, basilico, pepe, zenzero

insalata di riso venere integrale con gamberoni
Insalata di Riso venere integrale con gamberoni

 

Chef Ferdinando Moia
Chef Ferdinando Moia, Hostaria Grotta Azzurra

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Moia per realizzare l’insalata di riso venere integrale con gamberoni, utile per contrastare la perdita di appetito.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 35’ circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 280 g di riso venere integrale Gallo (cottura veloce)
  • 1 Grande zucchina verde
  • 12 Code di gamberone sgusciate
  • 160 g di fagioli cannellini lessati (+ 100 ml della loro acqua di cottura)
  • 4 Cucchiai di olio di lino
  • 1 Filetto di acciuga
  • 4 Foglie grosse di basilico
  • 1 Cucchiaino di sale grosso
  • 1 Pizzico di pepe nero
  • Zenzero in polvere qb

 

Procedimento

  1. Lessate il riso venere in abbondante acqua precedentemente salata;
  2. Lavate la zucchina e tagliate la parte esterna a piccoli dadini e dopo 10 minuti di bollitura del riso, metteteli a cuocere a vapore (avendo dura di tenerli croccanti) sopra il riso in cottura insieme alle code di gambero (circa 5 minuti);
  3. Frullate i fagioli cannellini mettendo da parte la purea densa, prelevatene metà e con la loro acqua di cottura, la punta di un cucchiaino di zenzero ed il filetto di acciuga fate un emulsione piuttosto liquida (appena più densa dell’olio); aggiungete in ultimo le foglie di basilico;
  4. A cottura ultimata, togliete le zucchine ed i gamberi, controllate la cottura del riso e, se cotto, scolatelo e fatelo leggermente raffreddare stendendolo su una teglia foderata con carta da forno;
  5. In una ciotola mescolate il riso con le zucchine a quadretti, la metà densa rimasta di purea di cannellini. Prendere i 4 piatti di portata, posizionarvi il ring di acciaio nel centro e distribuire in parti uguali il riso condito;
  6. Schiacciarlo leggermente con il cucchiaio per compattarlo, adagiare sopra le code di gambero (3 per piatto), togliere delicatamente il ring d’acciaio, irrorare con l’emulsione di cannellini quindi condire con un pizzico di pepe ed olio di semi di lino a crudo.

 

Utensili necessari:

una pentola capiente con ripiano forato per cottura a vapore e relativo coperchio; frullatore ad immersione con relativo bicchiere; una teglia da forno; un foglio di carta da forno; una ciotola di media grandezza, un cucchiaio da minestra, 4 piatti da portata e 4 ring di acciaio da 10 cm di diametro.

 

 

Effetti avversi delle terapie: Indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, fatigue, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: Il riso venere, a differenza del tradizionale riso bianco, grazie alla sua fibra, riesce a tenere a bada l’indice glicemico ed è naturalmente ricco in ferro, fosforo, selenio, vitamina E ed antocianine. In questa ricetta lo troviamo arricchito da un buon contenuto di proteine derivante dai gamberoni e dai fagioli cannellini, mentre l’olio di semi di lino ed il filetto di acciuga completano la ricetta con grassi buoni. Visto il contenuto in sale intrinseco delle acciughe e le erbe aromatiche e le spezie contenute nella preparazione, è consigliabile non aggiungere ulteriore sale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di riso venere integrale con gamberoni (perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso, zucchina, gamberoni, fagioli, olio di lino, acciughe, basilico, pepe, zenzero

insalata di riso venere integrale con gamberoni
Insalata di Riso venere integrale con gamberoni

 

Chef Ferdinando Moia
Chef Ferdinando Moia, Hostaria Grotta Azzurra

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Moia per realizzare l’insalata di riso venere integrale con gamberoni, utile in caso di alterazione del gusto.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 35’ circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 280 g di riso venere integrale Gallo (cottura veloce)
  • 1 Grande zucchina verde
  • 12 Code di gamberone sgusciate
  • 160 g di fagioli cannellini lessati (+ 100 ml della loro acqua di cottura)
  • 4 Cucchiai di olio di lino
  • 1 Filetto di acciuga
  • 4 Foglie grosse di basilico
  • 1 Cucchiaino di sale grosso
  • 1 Pizzico di pepe nero
  • Zenzero in polvere qb

 

Procedimento

  1. Lessate il riso venere in abbondante acqua precedentemente salata;
  2. Lavate la zucchina e tagliate la parte esterna a piccoli dadini e dopo 10 minuti di bollitura del riso, metteteli a cuocere a vapore (avendo dura di tenerli croccanti) sopra il riso in cottura insieme alle code di gambero (circa 5 minuti);
  3. Frullate i fagioli cannellini mettendo da parte la purea densa, prelevatene metà e con la loro acqua di cottura, la punta di un cucchiaino di zenzero ed il filetto di acciuga fate un emulsione piuttosto liquida (appena più densa dell’olio); aggiungete in ultimo le foglie di basilico;
  4. A cottura ultimata, togliete le zucchine ed i gamberi, controllate la cottura del riso e, se cotto, scolatelo e fatelo leggermente raffreddare stendendolo su una teglia foderata con carta da forno;
  5. In una ciotola mescolate il riso con le zucchine a quadretti, la metà densa rimasta di purea di cannellini. Prendere i 4 piatti di portata, posizionarvi il ring di acciaio nel centro e distribuire in parti uguali il riso condito;
  6. Schiacciarlo leggermente con il cucchiaio per compattarlo, adagiare sopra le code di gambero (3 per piatto), togliere delicatamente il ring d’acciaio, irrorare con l’emulsione di cannellini quindi condire con un pizzico di pepe ed olio di semi di lino a crudo. 

 

Utensili necessari:

una pentola capiente con ripiano forato per cottura a vapore e relativo coperchio; frullatore ad immersione con relativo bicchiere; una teglia da forno; un foglio di carta da forno; una ciotola di media grandezza, un cucchiaio da minestra, 4 piatti da portata e 4 ring di acciaio da 10 cm di diametro.

 

 

Effetti avversi delle terapie: Indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, fatigue, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: Il riso venere, a differenza del tradizionale riso bianco, grazie alla sua fibra, riesce a tenere a bada l’indice glicemico ed è naturalmente ricco in ferro, fosforo, selenio, vitamina E ed antocianine. In questa ricetta lo troviamo arricchito da un buon contenuto di proteine derivante dai gamberoni e dai fagioli cannellini, mentre l’olio di semi di lino ed il filetto di acciuga completano la ricetta con grassi buoni. Visto il contenuto in sale intrinseco delle acciughe e le erbe aromatiche e le spezie contenute nella preparazione, è consigliabile non aggiungere ulteriore sale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di riso venere integrale con gamberoni (alterazione del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso, zucchina, gamberoni, fagioli, olio di lino, acciughe, basilico, pepe, zenzero

timballino di verza farcito con zucca e olive e pinoli
Timballino di Verza farcito con zucca e olive e pinoli

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare il timballino di verza farcito con zucca e olive e pinoli, utile in caso di alterazione del gusto.

 

Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h

Difficoltà: Media

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 40 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 4 Foglie di Verza
  • 200 g di Polpa di Zucca
  • Olive
  • Pinoli
  • 1 Fetta di Pane raffermo
  • 1 Uovo
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Staccare da una verza 4 foglie dal centro e bollirle per 5 minuti in acqua per ammorbidirle;
  2. Passarle sotto l’acqua fredda e con un coltello incidere la parte centrale per togliere la costa dura della verza;
  3. In una zuppiera mescolare la polpa della zucca (che avrete precedentemente cotto al forno, anche il giorno prima) con le olive, i pinoli e la mollica di pane spezzettata;
  4. Aggiungere l’uovo e mescolare;
  5. Ungere degli stampini mono porzione con dell’olio, foderarli con le foglie di verza, riempirli, ripiegare le foglie che debordano per richiude lo stampo;
  6. Cuocere in forno per 40 minuti a 180°.

 

Consigli: anche una farcitura ottenuta con della carne macinata al posto della zucca può rappresentare una buona alternativa in caso di anemia.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, stipsi /costipazione fisiologica e non meccanica (valutare la tolleranza in casi di meteorismo), rischio di infezioni. In caso di anemia se fatta con la carne macinata.

 

FBO per te: alternativa vegetale ad una delle ricette più amate della cucina italiana, il timballo di verza farcito con zucca, olive e pinoli è un piatto ricco di vitamina C e folati. Questa ricetta può essere una buona soluzione per utilizzare del pane raffermo in maniera intelligente.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del timballino di verza farcito con zucca e olive e pinoli (utile in caso di alterazione del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su verza, zucca, olive, pinoli, pane, uovo, olio EVO,

timballino di verza farcito con zucca e olive e pinoli
Timballino di Verza farcito con zucca e olive e pinoli

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare il timballino di verza farcito con zucca e olive e pinoli, utile in caso di anemia.

 

Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h

Difficoltà: Media

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 40 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 4 Foglie di Verza
  • 200 g di Polpa di Zucca
  • Olive
  • Pinoli
  • 1 Fetta di Pane raffermo
  • 1 Uovo
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Staccare da una verza 4 foglie dal centro e bollirle per 5 minuti in acqua per ammorbidirle;
  2. Passarle sotto l’acqua fredda e con un coltello incidere la parte centrale per togliere la costa dura della verza;
  3. In una zuppiera mescolare la polpa della zucca (che avrete precedentemente cotto al forno, anche il giorno prima) con le olive, i pinoli e la mollica di pane spezzettata;
  4. Aggiungere l’uovo e mescolare;
  5. Ungere degli stampini mono porzione con dell’olio, foderarli con le foglie di verza, riempirli, ripiegare le foglie che debordano per richiude lo stampo;
  6. Cuocere in forno per 40 minuti a 180°.

 

Consigli: anche una farcitura ottenuta con della carne macinata al posto della zucca può rappresentare una buona alternativa in caso di anemia.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, stipsi /costipazione fisiologica e non meccanica (valutare la tolleranza in casi di meteorismo), rischio di infezioni. In caso di anemia se fatta con la carne macinata.

 

FBO per te: alternativa vegetale ad una delle ricette più amate della cucina italiana, il timballo di verza farcito con zucca, olive e pinoli è un piatto ricco di vitamina C e folati. Questa ricetta può essere una buona soluzione per utilizzare del pane raffermo in maniera intelligente.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del timballino di verza farcito con zucca e olive e pinoli (utile in caso di anemia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su verza, zucca, olive, pinoli, pane, uovo, olio EVO,

timballino di verza farcito con zucca e olive e pinoli
Timballino di Verza farcito con zucca e olive e pinoli

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare il timballino di verza farcito con zucca e olive e pinoli, utile in caso di stipsi o costipazione.

 

Dairy free, Veggie

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1 h

Difficoltà: Media

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 40 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • 4 Foglie di Verza
  • 200 g di Polpa di Zucca
  • Olive
  • Pinoli
  • 1 Fetta di Pane raffermo
  • 1 Uovo
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Staccare da una verza 4 foglie dal centro e bollirle per 5 minuti in acqua per ammorbidirle;
  2. Passarle sotto l’acqua fredda e con un coltello incidere la parte centrale per togliere la costa dura della verza;
  3. In una zuppiera mescolare la polpa della zucca (che avrete precedentemente cotto al forno, anche il giorno prima) con le olive, i pinoli e la mollica di pane spezzettata;
  4. Aggiungere l’uovo e mescolare;
  5. Ungere degli stampini mono porzione con dell’olio, foderarli con le foglie di verza, riempirli, ripiegare le foglie che debordano per richiude lo stampo;
  6. Cuocere in forno per 40 minuti a 180°.

 

Consigli: anche una farcitura ottenuta con della carne macinata al posto della zucca può rappresentare una buona alternativa in caso di anemia.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazione del gusto, stipsi /costipazione fisiologica e non meccanica (valutare la tolleranza in casi di meteorismo), rischio di infezioni. In caso di anemia se fatta con la carne macinata.

 

FBO per te: alternativa vegetale ad una delle ricette più amate della cucina italiana, il timballo di verza farcito con zucca, olive e pinoli è un piatto ricco di vitamina C e folati. Questa ricetta può essere una buona soluzione per utilizzare del pane raffermo in maniera intelligente.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del timballino di verza farcito con zucca e olive e pinoli (utile in caso di stipsi o costipazione)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su verza, zucca, olive, pinoli, pane, uovo, olio EVO,

Polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno
Polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno

 

Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Paola Naggi per realizzare le polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno, utile in caso di gonfiore addominale.

 

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 30 minuti

Difficoltà: Media

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 20 minuti

Costo: €€

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 1 Patata lessata
  • 80 g di Trito di Carne di Cavallo
  • 1 Pacchetto di Cracker sbriciolati
  • Rosmarino q.b
  • Un pizzico di Sale
  • 1 Cucchiaino di Parmigiano

 

Procedimento

  1. Tritare finemente il rosmarino unendolo alla patata lessa schiacciata, aggiungere il parmigiano, la carne e mescolare;
  2. Confezionare delle polpette con le mani della grandezza di una noce passandole poi nei cracker sbriciolati facendo aderire bene le briciole;
  3. Disporre le polpette sulla carta da forno, ungere con poco olio evo;
  4. Infornare 20 minuti a 180°.

 

Consigli: se avete il pane integrale o del pane di grani antichi potete sostituirlo ai cracker, entrambi possono venire aromatizzati con la buccia di agrumi grattugiati.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di perdita di appetito, “anemia”, fatigue, gonfiore addominale.

 

 

FBO per te:

Questa ricetta permette di consumare una buona quantità di carne rossa tramite una preparazione molto particolare. La carne di cavallo, molto ricca in ferro e vitamina B12, può essere utile in tutti quei casi di anemia post terapia. Vi consigliamo di inserire all’interno del pasto una fonte di vitamina C come il limone, il peperoncino fresco, arance o kiwi, per incrementare ulteriormente la biodisponibilità del ferro.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno (gonfiore addominale)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su patata, carne, cracker, rosmarino, parmigiano

filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma
Filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma

 

Chef Melissa Savoini
  Chef Melissa Savoini
  Ristorante Sapor       di…Vino

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Savoini per realizzare il filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma, utile in caso di alterazioni enzimatiche.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 2 persone

Tempo di cottura: 18’

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • 2 Filetti di sgombro
  • 4 Cipollotti
  • 250 g di Pomodori Pachino
  • 1/2 Mela
  • 1 Rametto di Rosmarino
  • Curcuma q.b
  • Olio extravergine di oliva

 

Procedimento

  1. Togliere le spine e asciugare bene i filetti di sgombro, peparli e oliarli (poco) da entrambi i lati;
  2. Preparare la mela, sbucciata e tagliata a cubetti di media grandezza;
  3. Tagliare i cipollotti a fette sottili e scottarli in un tegame con poco olio e acqua per qualche minuto;
  4. Tagliare a metà i pomodorini;
  5. Prendere la carta da forno, metterla nella teglia di cottura, appoggiarvi i filetti di sgombro con la pelle rivolta verso il basso, aggiungere i pomodorini, i cipollotti e la mela;
  6. In un contenitore a parte sciogliere 1 cucchiaino da caffè di curcuma in 3 cucchiai da tavola di acqua tiepida.
  7. Aggiungere la curcuma sciolta al cartoccio con lo sgombro, chiudere il tutto e cuocere in forno a 200 gradi per circa 18 minuti.

 

 

Effetti avversi delle terapie: alterazione del gusto, fatigue, anemia, gonfiore addominale, alterazione enzimatica.

 

FBO per te: Lo sgombro appartiene alla famiglia del pesce azzurro quindi è molto ricco in acidi grassi polinsaturi omega 3 e calcio, utile per prevenire l’osteoporosi. Come prodotti della pesca contiene naturalmente sodio, perciò il rosmarino e la curcuma basteranno a garantirgli quel tocco in più di sapore. La porzione consigliata è di 150 g.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma (alterazioni enzimatiche)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su sgombro, cipollotti, pomodori, mela, rosmarino, curcuma, olio EVO

Minestra tiepida di fagioli, patate e cozze con fettuccine di seppia
Minestra tiepida di fagioli, patate e cozze con fettuccine di seppia

 

Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Cravero per realizzare la minestra tiepida di fagioli, patate e cozze con fettuccine di seppia, utile per contrastare la fatigue.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 1h 40’

Difficoltà: Media

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 1 h

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 500 g di fagioli borlotti freschi (o secchi e reidratati per una notte in acqua)
  • un kg di Cozze
  • una Cipolla
  • un Cipollotto
  • una Carota
  • una Costa di sedano
  • 1 Cucchiaio di passata di pomodoro
  • 2 Patate di media grandezza
  • 4 Seppie medie
  • 2 Cucchiai di pesto al basilico
  • Alloro qb
  • Rosmarino qb

 

Procedimento

  1. Fare un soffritto di cipolla, sedano e carote finemente tritati, uno spicchio di aglio, un rametto di rosmarino, una foglia di alloro.
  2. Versare i fagioli, la passata di pomodoro, coprire con acqua e cuocere per un’ora o più, fino a che i fagioli siano morbidi.
  3. Togliere dal fuoco, versare su una teglia larga e capiente per fermare la cottura ed evitare che i fagioli di sfaldino;
  4. Aprire le cozze in soffritto di olio e cipolla;
  5. Sgusciarle completamente;
  6. In un padellino rosolare le patate precedentemente tagliate a cubetti, bagnarle con l’acqua delle cozze e cuocere 5 minuti;
  7. Lessare le seppie in acqua non salata per mezzora. Lasciar raffreddare, scolarle e tagliarle a striscioline (fettuccine) e condirle con olio e pesto;
  8. Quando la minestra di fagioli sarà intiepidita, metterla in una ciotola capiente, aggiungere l’intingolo di patate e impiattare.
  9. Decorare con le fettuccine di seppia, una foglia di basilico e le cozze sgusciate. A piacere un filo di olio Evo o una bruschetta olio, aglio e peperoncino.

 

 

Effetti avversi delle terapie: 

indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia.

 

FBO per te: 

Una minestra che rispecchia interamente la Dieta Mediterranea.

Tra i protagonisti di questa ricetta troviamo i fagioli borlotti freschi, ricchi in fibra e fosforo. Le cozze e le seppie, invece, appartengono alla categoria dei molluschi e presentano una percentuale inferiore rispetto ad altri pesci di proteine, ma presentano una buona concentrazione di acidi grassi a lunga catena omega-3, essenziali per il corretto sviluppo del sistema celebrale e per la protezione di cuore e arterie.

La presenza sia delle cozze che delle seppie, naturalmente ricche in sodio, permette inoltre di non aggiungere ulteriore sale alla preparazione, ma di insaporire semplicemente con verdure, rosmarino ed alloro.

Anche il contenuto di ferro della ricetta è buono, per questo vi consigliamo di aggiungere anche un pochino di succo di limone alla preparazione o di terminare il pasto con un kiwi o un’arancia. In caso di infiammazione intestinale omettere i fagioli o optare per un altro tipo di ricetta priva di scorie.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della minestra tiepida di fagioli, patate e cozze con fettuccine di seppia (fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fagioli, cozze, cipollotto, carota, sedanocipolla, passata di pomodoro, patate, seppie, basilico, alloro, rosmarino

Riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone
Riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare il riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone, utile in caso di stipsi (o costipazione).

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 30’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 60 g Riso rosso (o anche bianco integrale) e Quinoa
  • 1/4 Carota
  • 1/4 Sedano
  • 1/4 Zucchina
  • 1/4 Peperone
  • 1 Cucchiaino di Curry
  • ½ Limone grattugiato e il succo
  • 1 Rametto di Timo
  • Olio extravergine d’oliva

 

Procedimento

  1. Lavare e tagliare le verdure in piccoli pezzi (come dei puntini);
  2. Ungere una padella con olio evo, unire il timo e le verdure ed aggiungere 2 cucchiai di acqua;
  3. Cuocere per 5 minuti mescolando ogni tanto;
  4. Mescolare le verdure al riso rosso e alla quinoa precedentemente cotti;
  5. Aggiungere il curry durante la cottura e condire con il succo di limone e la sua scorza grattugiata, un goccio di olio evo e mescolare.

 

Consigli: 

preparare dell’olio evo aromatico ed usarlo all’occorrenza per intensificare il sapore della ricetta, o di altre preparazioni, si deve scaldare dell’olio evo con uno o più aromi a piacere (alloro, mentuccia, basilico, rosmarino) senza surriscaldarlo. Lasciarlo poi raffreddare e tenerlo a disposizione in un piccolo vaso di vetro se vi piaccio i sapori decisi aggiungete anche delle rondelle di porro, prima di versarlo nel vaso filtratelo.

 

 

Effetti avversi delle terapie: 

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica.

 

FBO per te: 

Un primo piatto a base di riso rosso, ricco in antocianine, pigmenti responsabili della sua colorazione, ed a base di quinoa. A differenza del riso bianco, il riso rosso presenta un maggior contenuto di fibre, vitamine e sali minerali. Al fine di preservare i suoi nutrienti si consiglia di cuocerlo per assorbimento, ovvero aggiungendo a poco a poco l’acqua di cottura senza scolarlo. Tale tipo di cottura è anche in grado di ridurre il suo indice glicemico.

La quinoa, invece, apporta al piatto un notevole contenuto proteico dove non è presente la frazione del glutine rendendola quindi un’ottima scelta per le persone celiache. È inoltre naturalmente ricca in fibra, vitamine del gruppo B, magnesio e ferro.

La presenza del limone all’interno della ricetta, fonte di vitamina C, garantisce l’assorbimento del ferro non eme contenuto all’interno della quinoa, mentre le spezie donano sapidità alla preparazione senza l’utilizzo del sale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone (in caso di stipsi o costipazione)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso, quinoa, sedano, zucchina, carota, peperone, curry, limone, timo, olio EVO,

petto di pollo in Agresto
Petto di pollo in Agresto

 

Chef Federico Malinverno
Caffè La Crepa

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Malinverno per realizzare il petto di pollo in Agresto, utile in caso di fatigue.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 20’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona (se possibile ridurre le dosi a max 2 persone)

Tempo di cottura: 5’

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 100 g Petto di pollo a fette (battute) – ottimo anche con petti di tacchino o faraona
  • Olio Extra Vergine d’Oliva q.b
  • 4 foglie di Menta
  • 4 Pistilli di Zafferano
  • 10 pinoli tostati
  • 6 Acini d’uva fresca (preferibilmente bianca)
  • 30 g di insalata fresca
  • Sale e Pepe q.b (giusto un pizzico)
  • Aceto balsamico tradizionale q.b

 

Procedimento

  1. Scaldare una pentola/piastra antiaderente (possibilmente rigata);
  2. Scottare su entrambi i lati le fettine di petto di pollo fino ad ottenere una cottura omogenea anche al centro;
  3. Tagliare i petti di pollo cotti in listarelle (straccetti);
  4. In una zuppiera mettere l’olio XV d’oliva e i pistilli di zafferano. Mescolare bene fintanto che l’olio si insaporisca e si colori;
  5. Aggiungere poche gocce di aceto balsamico, un pizzico di sale e di pepe, mescolare;
  6. A questo punto mettere nella zuppiera anche l’insalata, le foglie di menta (piegate e tagliate in piccole liste), i pinoli tostati e gli acini d’uva freschi precedentemente tagliati a metà e denocciolati;
  7. Condire bene il tutto e aggiungere le listarelle di pollo cotte;
  8. Servire e consumare tiepido (bene anche se freddo).

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, fatigue, anemia.

 

FBO per te: 

In questa ricetta troviamo il pollo, una tipologia di carne bianca ricca in proteine e povera di grassi saturi. A livello di micronutrienti, il pollo è ricco di zinco, potassio e selenio, mentre per quanto riguarda le proteine, quelle più rappresentate sono quelle del gruppo B. Per completare il piatto è necessario integrare una porzione di verdure di stagione e una quota di carboidrati. La percentuale proteica è di fondamentale importanza nell’alimentazione del paziente oncologico al fine di preservare la massa muscolare e prevenire casi di sarcopenia e cachessia.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del petto di pollo in Agresto (fatigue)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su pollo, tacchino, faraona, menta, zafferano, pinoli, uva, insalata, aceto, olio EVO, pepe

Ipovitaminosi

Con ipovitaminosi si intende una carenza di vitamine.

Di seguito vengono descritte le caratteristiche e le funzioni che alcune vitamine hanno all’interno dell’organismo.

 

La vitamina D

La vitamina D viene prodotta per effetto sulla cute dei raggi ultravioletti che trasformano un precursore, il 7 deidrocolesterolo (la pro-vitamina D), in pre-vitamina D e successivamente in colecalciferolo (vitamina D3).

La vitamina D può essere quindi depositata nel tessuto adiposo o trasformata a livello epatico in 25OH vitamina D (calcidiolo o calcifediolo) che, veicolata da una proteina vettrice, rappresenta il deposito circolante della vitamina D.

 

Per esercitare la propria attività biologica il 25OH colecalciferolo deve essere trasformato in 1-25 (OH)2 colecalciferolo o calcitriolo, ligando naturale per il recettore della vitamina D.

La sede principale della 1-idrossilasi è il rene, ma questo enzima è presente anche nelle paratiroidi, ed in altri tessuti epiteliali.

 

La funzione primaria del calcitriolo è di stimolare a livello intestinale l’assorbimento di calcio e fosforo, rendendoli disponibili per una corretta mineralizzazione dell’osso. Inoltre regola l’espressione di oltre cinquanta geni diversi, fra cui geni implicati nella regolazione del sistema immunitario e nella differenziazione cellulare.

 

In ambito clinico, esiste una generale concordanza sul fatto che la vitamina D promuova la salute dell’osso e, insieme al calcio, contribuisca a proteggere dalla demineralizzazione.

Diversi studi osservazionali hanno riportato in varie situazioni patologiche (cardiopatie, neoplasie, malattie degenerative, metaboliche respiratorie etc.) peggiori condizioni di salute in popolazioni con bassi livelli di vitamina D.

 

Nel paziente oncologico, soprattutto sotto chemioterapia, è possibile osservare una carenza di tale tipo di vitamina (o ipovitaminosi di vitamina D).

 

I dati accumulati in letteratura, suggeriscono che la vitamina D può regolare l’intero processo di tumorigenesi, a partire dall’iniziazione fino al processo di metastatizzazione.

Gran parte dei dati relativi all’impatto della vitamina D nella prevenzione o riduzione del cancro proviene da studi condotti su diverse tipologie di tumore: carcinoma mammario, carcinoma ovarico, melanoma, carcinoma colon-rettale, carcinoma polmonare e carcinoma prostatico.

 

Cosa fare in caso di ipovitaminosi di vitamina D

L’assunzione raccomandata di vitamina D per la popolazione italiana adulta è di 15 µg al giorno, da aumentare a 20 µg negli anziani, per compensare la ridotta sintesi endogena.

Come già detto in precedenza, la vitamina D può essere sintetizzata dalla cute, anche tramite un’esposizione diretta di 15-20 minuti al giorno. A livello nutrizionale, infatti, risulta quella più difficile da recuperare attraverso gli alimenti.

Nel paziente oncologico, qualora il medico ne riscontrasse una carenza, può essere necessaria una sua supplementazione.

 

Cibi utili in caso di ipovitaminosi di vitamina D

Il pesce è la fonte alimentare più ricca di vitamina D.

Essendo una vitamina liposolubile, la sua concentrazione è maggiore nei pesci più grassi.

 

Le aringhe ne sono particolarmente ricche, anche il salmone e il pesce azzurro sono buone fonti di vitamina D. Tra i molluschi, il contenuto superiore si trova nelle ostriche.

Generalmente i pesci concentrano buone quantità di vitamina D nel fegato è per questa ragione che l’olio di fegato di merluzzo è stato a lungo considerato come l’integratore alimentare per eccellenza di vitamina D: ne basta mezzo cucchiaio per coprirne l’intero fabbisogno giornaliero.

 

I funghi sono gli unici alimenti di origine non animale che possono contenere quantità significative di vitamina D. Il loro contenuto, tuttavia, è fortemente influenzato dall’esposizione al sole.

Diversi esperimenti hanno dimostrato che anche dopo la raccolta, l’esposizione al sole induce la formazione di vitamina D nei funghi. Per la stessa ragione, anche i funghi essiccati al sole diventano molto ricchi di vitamina D: ecco perché, nel caso dell’acquisto di funghi secchi, la menzione ‘essiccati al sole’ è importante da ricercare: quelli essiccati al buio in essiccatore, infatti, non si arricchiscono di vitamina D.

 

Infine, il latte è spesso considerato una buona fonte di vitamina D, a causa di una confusione che deriva dalla traduzione approssimativa di testi americani. Negli Stati Uniti, il latte è effettivamente una buona fonte di vitamina D in quanto tutto il latte prodotto e commercializzato viene fortificato per legge con l’aggiunta di tale molecola. Questo, tuttavia, non avviene in Italia, e il latte di per sé non è affatto una buona fonte di vitamina D.

 

 

La vitamina C 

La vitamina C, o acido ascorbico, fa parte delle vitamine idrosolubili che non possono essere depositate all’interno del nostro organismo pertanto devono essere regolarmente assunte con la dieta.

 

Una volta assunta con gli alimenti, la vitamina C viene assorbita a livello intestinale e mediante il sangue si va a distribuire ai vari organi e tessuti dove svolgerà le sue funzioni.

La vitamina C ha una potente azione antiossidante, favorisce l’assorbimento intestinale del ferro e del cromo, interviene nella difesa immunitaria, favorisce la cicatrizzazione delle ferite, protegge i capillari.

 

La somministrazione endovenosa di vitamina C come terapia non convenzionale per il cancro è stata sviluppata per la prima volta intorno agli anni ’70 dal premio Nobel Pauling.

Gli studi di Pauling, hanno rilevato tempi di sopravvivenza più lunghi nei pazienti affetti da cancro e trattati con vitamina C somministrata per via orale ed endovenosa. In animali di laboratorio è stato osservato che alte dosi di vitamina C, somministrate per via endovenosa, potenziano l’azione antitumorale del sistema immunitario e bloccano la crescita del cancro in combinazione con l’immunoterapia.

 

Per il paziente oncologico è fondamentale mantenere i livelli di questa vitamina costanti in quanto sembrerebbe avere un effetto antitumorale, chemiosensibilizzante e in grado di migliorare la qualità di vita, migliorandone la sopravvivenza. Inoltre sembrerebbe essere in grado di ridurre gli effetti collaterali delle terapie tradizionali.

 

Cosa fare in caso di ipovitaminosi di vitamina C

L’assunzione raccomandata di vitamina C per la popolazione adulta è di 105 mg al giorno per i maschi e di 85 mg al giorno per le femmine.

 

Alcuni fitocomposti presenti in frutta e verdura favoriscono l’assorbimento e l’attività biologica della vitamina C. In particolare, i flavonoidi, una classe di sostanze fenoliche, agiscono sinergicamente con la vitamina C.

Per questa ragione, la vitamina C assunta con frutta e verdura è più biodisponibile rispetto a quella presa con gli integratori.

In caso di ipovitaminosi gli integratori vanno, sempre in seguito ad aver consultato il vostro oncologo, presi in aggiunta, ma non in sostituzione, alle fonti naturali di vitamina C quali frutta e verdura.

 

Cibi utili in caso di ipovitaminosi di vitamina C

Gli agrumi sono buone fonti di vitamina, specialmente arance e limoni, mentre pompelmi, mandarini e mandaranci ne presentano una concentrazione leggermente inferiore.

Nel caso delle spremute d’arancia è consigliabile berle subito dopo averla preparate, in quanto è molto sensibile all’ossidazione e si danneggia rapidamente a contatto con l’ossigeno e con l’esposizione alla luce.

 

Non di meno importanza sono i kiwi, i ribes neri, le fragole e la papaya.

 

Per quanto riguarda le verdure, i peperoni sono al primo posto, ma un buon contenuto di vitamina C è presente anche nel cavolo nero, nei broccoli, nei cavolini di bruxelles, nelle foglie di senape, nel cavolfiore verde e nel cavolo cappuccio rosso.

 

Vi ricordiamo che la vitamina C è termolabile, cioè può essere significativamente danneggiata dalla cottura, quindi vi consigliamo di prediligere cotture rapide e delicate come la cottura al vapore.

Inoltre, essendo idrosolubile, passa in parte nell’acqua di cottura, quindi metodi come la bollitura possono impoverire gli ortaggi del suo contenuto.

 

 

Le vitamine del gruppo B

Le vitamine del gruppo B sono idrosolubili ovvero sono facilmente assorbibili dall’intestino e sono, almeno in parte sintetizzate dalla flora batterica intestinale. L’eccesso è normalmente eliminato per gran parte con le urine e, a differenza delle liposolubili, non sono immagazzinabili in organi e tessuti.

 

Svolgono diversi ruoli: sono fondamentali durante l’accrescimento, nel funzionamento del sistema nervoso, per il funzionamento del sistema immunitario (B6-B12), nella prevenzione e cura delle anemie (B6-B12) e nel mantenimento dell’integrità di cute e mucose (B2-B3-B6-acido folico).

 

In particolare, rivestono un importante ruolo la vitamina B12 e l’acido folico, anche per la loro responsabilità verso quadri di anemia post trattamento oncologico.

 

La vitamina B12 è necessaria soprattutto nella produzione dei globuli rossi, ha un ruolo fondamentale nella crescita e nella riproduzione delle cellule, interviene nella sintesi dei neurotrasmettitori dopamina e noradrenalina e nella funzionalità del sistema nervoso. L’assorbimento intestinale avviene solo in presenza del fattore intrinseco gastrico. La sua carenza, dovuta a insufficiente produzione del fattore intrinseco porta ad anemia perniciosa.

Mentre la vitamina B9, o acido folico, ha un ruolo fondamentale nella crescita e nella riproduzione delle cellule, in particolare dei globuli rossi, interviene nella trasformazione del triptofano nel neurotrasmettitore serotonina. Interviene, infine, nella sintesi del DNA e nel metabolismo degli aminoacidi.

 

Cosa fare in caso di ipovitaminosi di vitamine del gruppo B

Il fabbisogno giornaliero raccomandato di vitamina B12 è di 2,4 µg mentre per l’acido folico, si parla di 400 µg.

 

Vi consigliamo di prediligere un’alimentazione ricca in tali tipo di vitamine e nel caso di una carenza cronica (o ipovitaminosi) parlarne con il proprio oncologo, ma di non provvedere a supplementazioni fai da te.

 

Cibi utili in caso di ipovitaminosi di vitamine del gruppo B

Per quanto riguarda la vitamina B12 sarebbe utile inserire nella dieta alimenti di origine animale, in quanto cellule vegetali non sono in grado di sintetizzare vitamina B12.

Alimenti utili sono le vongole, le aringhe, lo sgombro, le uova, la mozzarella di bufala, le frattaglie, il latte intero e lo yogurt magro.

 

Vi ricordiamo che la vitamina B12 è sensibile alla luce e all’ossigeno, perciò si raccomanda di conservare tali tipi di alimenti lontani dalla luce e dall’aria.

 

Per l’acido folico si consiglia di prediligere una dieta ricca in vegetali a foglia verde come cavoli, broccoli, verza.

Il suo contenuto negli alimenti è notevolmente ridotto dalla cottura.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

insalata di riso venere integrale con gamberoni
Insalata di Riso venere integrale con gamberoni

 

Chef Ferdinando Moia
Chef Ferdinando Moia, Hostaria Grotta Azzurra

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Moia per realizzare l’insalata di riso venere integrale con gamberoni, utile in caso di alterazioni enzimatiche.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 35’ circa

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 280 g di riso venere integrale Gallo (cottura veloce)
  • 1 Grande zucchina verde
  • 12 Code di gamberone sgusciate
  • 160 g di fagioli cannellini lessati (+ 100 ml della loro acqua di cottura)
  • 4 Cucchiai di olio di lino
  • 1 Filetto di acciuga
  • 4 Foglie grosse di basilico
  • 1 Cucchiaino di sale grosso
  • 1 Pizzico di pepe nero
  • Zenzero in polvere qb

 

Procedimento

  1. Lessate il riso venere in abbondante acqua precedentemente salata;
  2. Lavate la zucchina e tagliate la parte esterna a piccoli dadini e dopo 10 minuti di bollitura del riso, metteteli a cuocere a vapore (avendo dura di tenerli croccanti) sopra il riso in cottura insieme alle code di gambero (circa 5 minuti);
  3. Frullate i fagioli cannellini mettendo da parte la purea densa, prelevatene metà e con la loro acqua di cottura, la punta di un cucchiaino di zenzero ed il filetto di acciuga fate un emulsione piuttosto liquida (appena più densa dell’olio); aggiungete in ultimo le foglie di basilico;
  4. A cottura ultimata, togliete le zucchine ed i gamberi, controllate la cottura del riso e, se cotto, scolatelo e fatelo leggermente raffreddare stendendolo su una teglia foderata con carta da forno;
  5. In una ciotola mescolate il riso con le zucchine a quadretti, la metà densa rimasta di purea di cannellini. Prendere i 4 piatti di portata, posizionarvi il ring di acciaio nel centro e distribuire in parti uguali il riso condito;
  6. Schiacciarlo leggermente con il cucchiaio per compattarlo, adagiare sopra le code di gambero (3 per piatto), togliere delicatamente il ring d’acciaio, irrorare con l’emulsione di cannellini quindi condire con un pizzico di pepe ed olio di semi di lino a crudo.

 

Utensili necessari:

una pentola capiente con ripiano forato per cottura a vapore e relativo coperchio; frullatore ad immersione con relativo bicchiere; una teglia da forno; un foglio di carta da forno; una ciotola di media grandezza, un cucchiaio da minestra, 4 piatti da portata e 4 ring di acciaio da 10 cm di diametro.

 

 

Effetti avversi delle terapie: Indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, fatigue, alterazioni enzimatiche.

 

FBO per te: Il riso venere, a differenza del tradizionale riso bianco, grazie alla sua fibra, riesce a tenere a bada l’indice glicemico ed è naturalmente ricco in ferro, fosforo, selenio, vitamina E ed antocianine. In questa ricetta lo troviamo arricchito da un buon contenuto di proteine derivante dai gamberoni e dai fagioli cannellini, mentre l’olio di semi di lino ed il filetto di acciuga completano la ricetta con grassi buoni. Visto il contenuto in sale intrinseco delle acciughe e le erbe aromatiche e le spezie contenute nella preparazione, è consigliabile non aggiungere ulteriore sale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di riso venere integrale con gamberoni (alterazioni enzimatiche)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso, zucchina, gamberoni, fagioli, olio di lino, acciughe, basilico, pepe, zenzero

straccetti di merluzzo finocchio sedano arancia e prezzemolo
Straccetti di Merluzzo finocchio sedano, arancia e prezzemolo

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare gli straccetti di merluzzo finocchio sedano arancia e prezzemolo, utile in caso di anemia.

 

Gluten free, Dairy free

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 30-40’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1 persona

Tempo di cottura: 10‘ se fresco, 30’ se congelato

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 1 Filetto di Merluzzo fresco
  • ½ Finocchio
  • ½ Gambo di Sedano tenero
  • 1 Arancia
  • Prezzemolo tritato
  • Olio extravergine d’oliva

 

Procedimento

  1. Portare l’acqua ad ebollizione e cuocere il filetto di merluzzo per 10 minuti (se congelato 30 minuti);
  2. Lasciarlo raffreddare, sfaldarlo e metterlo in una insalatiera, cospargerlo di prezzemolo;
  3. Condirlo con olio evo, con il succo di mezza arancia ed infine mescolare delicatamente;
  4. Lasciare riposare;
  5. Tagliare finemente il sedano, il finocchio e gli spicchi della restante arancia ed unirlo al resto;
  6. Aggiungere un filo d’olio a crudo.

 

Consigli: durante la cottura del merluzzo mettete nell’acqua delle foglie di alloro, l’arancia cosi come i mandaranci ed i mandarini donano a questa preparazione una nota di freschezza molto gradevole.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, fatigue, anemia, gonfiore addominale, gonfiore sottocutaneo/edema.

 

FBO per te: Il merluzzo, pesce tipico della Dieta Mediterranea, si presenta bene alla surgelazione e presenta un buon contenuto di iodio, zinco e vitamina B12. La sua porzione di riferimento individuata dai LARN è di 150 g (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia della Società Italiana di Nutrizione Umana). Bollito semplicemente non risulta particolarmente gustoso, ma all’interno di questa ricetta, grazie alla presenza del prezzemolo e dell’arancia, risulta un’esplosione di sapori.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta degli straccetti di merluzzo finocchio sedano arancia e prezzemolo (utile in caso di anemia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su merluzzo, finocchio, sedano, arancia, prezzemolo, olio EVO,

riso Artemide
Riso Artemide

 

Chef Gianpiero Cravero,
Cravero Osteria Contemporanea

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Cravero per realizzare il riso Artemide, utile per contrastare la nausea.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 1h 20’. Si può cuocere il riso anche il giorno prima, per ridurre il tempo di preparazione.

Difficoltà: Bassa

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 60 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 300 g Riso Artemide Integrale
  • 1 costa di Sedano
  • 1 Zucchina piccola, indicata la Trombetta
  • ¼ di Cavolfiore
  • 1 Finocchio
  • 1 Cipolla rossa
  • 12 Peperoncini dolci in base alle dimensioni. Alternativa peperone rosso o giallo
  • Un ciuffo di Germogli
  • 100 g Ceci neri
  • 50 cl Olio di semi di lino
  • 2/3 cucchiai Aceto di vino

 

Procedimento

  1. Lessare il riso in acqua con pochissimo sale per 60 minuti, scolarlo senza buttare il liquido di cottura e soprattutto non risciacquare, per non privarlo dei suoi valori nutrizionali e gli antociani presenti. Distendere su un vassoio e lasciar intiepidire;
  2. Il liquido di cottura va conservato e lo si potrà riutilizzare per preparare risotti (al posto del brodo);
  3. Tagliare gli ortaggi a fettine, condirli con poco sale, olio di semi di lino e poco aceto. Lasciar marinare una decina di minuti;
  4. Condire il riso tiepido con qualche cucchiaio del liquido di cottura, il liquido di marinatura delle verdure e metterlo su un piatto di portata. Completare con gli ortaggi, i peperoncini e i ceci neri.

 

 

Effetti avversi delle terapie:

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te: 

La varietà Artemide è un riso integrale nero che deriva dall’incrocio tra il riso Venere ed un riso di tipo Indica. Ha un contenuto molto alto di ferro, silicio, antocianine e fibra. Quest’ultima riesce a tenere a bada l’indice glicemico a differenza del più tradizionale riso bianco. Mentre per quanto riguarda le antocianine sono i pigmenti che colorano le diverse varietà di riso e sono molto studiate per il loro possibile ruolo nel tenere a freno i geni dell’invecchiamento.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del riso Artemide (nausea)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su risosedano, zucchina, cavolfiore, finocchio, cipolla, peperoncini, peperoni, ceci, olio di semi di lino, aceto

Ravioli con Scarola, Taleggio, Pomodorino e Noci di Sorrento
Ravioli con Scarola, Taleggio, Pomodorino e Noci di Sorrento

 

Chef Mimmo De Gregorio, Osteria Lo Stuzzichino

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef De Gregorio per realizzare i ravioli con scarola, Taleggio, pomodorino e noci di Sorrento, utile in caso di perdita di appetito.

 

Veggie

Indice Glicemico: Alto

Tempo di Preparazione: 40’

Difficoltà: Alta

Dosi: 4 persone

Tempo di cottura: 3 ‘

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 4 persone)

Per la pasta

  • 1 Kg di Farina Semola Integrale rimacinata
  • 2 uova intere
  • 100 ml di latte
  • Sale q.b.

 

Per il ripieno

  • 600 g di scarola bollita (pulita)
  • 300 g di taleggio
  • 150 g di trccia fresca (o fiordilatte)
  • 1 uovo intero
  • Un pizzico di sale e pepe
  • Olio Extra Vergine della Penisola Sorrentina
  • 1 Cipolla

 

Per l’impiattamento

  • Noce di Sorrento
  • Pomodoro Corbarino 50g

 

Procedimento

  1. Disporre a fontana la farina, rompervi al centro le uova, aggiungere il latte, il sale ed impastare il tutto lavorando fino ad ottenere una pasta omogenea. Lasciarla riposare per mezzora;
  2. Lessare la scarola in acqua bollente prima e poi passare in acqua fredda con ghiaccio facendola riposare. Stendere la sfoglia con la metà della pasta, disporla su di un tavolo e spennellarla con l’uovo;
  3. Con un sacchetto da pasticciere, farvi cadere dei ciuffetti di ripieno precedentemente impastato con taleggio, scarola e fiordilatte;
  4. Completata questa operazione stendere l’altra metà della pasta e ricoprire con essa la sfoglia contenente il ripieno;
  5. Con un tagliapasta, quindi, ritagliare piccoli ravioli a forma di cerchio. Disporli in una teglia e, se non li si cuoce subito conservarli in frigorifero.
  6. Questi ravioli possono essere serviti in una maniera molto semplice: sbollentati per 3-4 minuti e terminare la cottura in padella con scarole, noci e aggiungendo un pomodoro corbarino.

 

 

Effetti avversi delle terapie: 

indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito.

 

FBO per te: 

Un piatto unico un pochino laborioso, ma ottimo da consumare in occasioni di pranzi di festa o per recuperare, con un po’ di gusto, le giuste forze. La farina di semola integrale è un’ottima alternativa alla classica farina bianca e grazie al suo contenuto in fibra, aiuta il transito intestinale e nutre la flora batterica. Inoltre, grazie alla sua consistenza rustica si sposa appieno con la delicatezza del ripieno. Vi consigliamo inoltre di consumare come antipasto un pochino di verdura mista, al fine di tenere ulteriormente sotto controllo la glicemia.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei ravioli con scarola, Taleggio, pomodorino e noci di Sorrento (perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su semola, uova, latte, scarola, taleggio, pepe, olio EVO, cipolla, noci, pomodoro

farinata di ceci
Farinata di ceci

 

 Chef Melissa Savoini
  Chef Melissa Savoini
  Ristorante Sapor       di…Vino

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Savoini per la realizzazione della farinata di ceci, utile in caso di costipazione (o stipsi) fisiologica e non meccanica.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 50’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 3 persone

Tempo di cottura: 25’

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 3 persone)

  • (teglia da 28 cm circa)
  • 150 g di farina di ceci
  • 400 ml di acqua
  • 40 ml di olio di oliva extravergine
  • 1⁄2 cucchiaino di Rosmarino
  • Sale q.b

 

Procedimento

  1. Mescolare la farina di ceci, poco alla volta, con l’acqua e il sale;
  2. Togliere la schiuma che si formerà in superficie;
  3. Lasciare il composto coperto (temperatura ambiente) per circa 2 ore girandolo di tanto in tanto;
  4. Dopo circa 2 ore mescolarlo molto bene per amalgamare tutti gli ingredienti;
  5. Versare il composto in una teglia (meglio se di alluminio, vaschette cuki) unta di olio;
  6. Aggiungere il rosmarino e cuocere nella parte bassa del forno, ben caldo (230/250 ° per circa 10 minuti, poi abbassare la temperatura a 200 ° per altri 15 minuti (deve risultare ben dorata in superficie).

 

 

Effetti avversi delle terapie: alterazione del gusto, perdita di appetito, fatigue, stipsi/costipazione fisiologica e non meccanica, rischio di infezioni.

 

FBO per te: La farinata di ceci è una ricetta storica Ligure. I ceci, così come tutti i legumi, sono da considerarsi proteine vegetali, molto ricchi in fibra, capace di ostacolare l’assorbimento del colesterolo. Per completare il piatto vi consigliamo di consumare la farinata con un contorno di verdure e una fetta di pane integrale, inoltre per aumentare maggiormente la biodisponibilità del ferro non eme contenuto nei ceci sarebbe opportuno consumare una fonte di vitamina C nello stesso pasto. Un esempio potrebbe essere tramite un frutto come kiwi o arancia, o in alternativa condire le verdure con del peperoncino fresco o del succo di limone.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della farinata di ceci (costipazione o stipsi)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su ceci, rosmarino, olio EVO

frittata alle erbe
Frittata alle erbe

 

Chef Federico Malinverno
Chef Federico Malinverno
Caffè La Crepa

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta dello chef Malinverno per realizzare la frittata alle erbe, utile in caso di anemia.

 

Veggie

Indice Glicemico: Medio

Tempo di Preparazione: 15’

Difficoltà: Media

Dosi: 3 persone

Tempo di cottura: 15’

Costo:

Stile di vita: Attivo

 

Ingredienti (per 3 persone)

  • 250 g chilo di erbette di stagione o di spinaci
  • 3 uova
  • ½ cipolla
  • 50 g mollica di pane integrale raffermo o grattugiato
  • ½ bicchiere di latte
  • 50 g di Taleggio grattugiato
  • Olio extravergine d’oliva
  • Sale q.b
  • Pepe q.b

 

Procedimento

  1. Pulite e lavate le erbe, lessatele con la sola acqua di lavaggio rimasta, strizzatele bene e tagliatele finemente;
  2. Sbattete le uova con il formaggio grattugiato, sale, pepe e la mollica (di pane raffermo), in precedenza ammorbidita nel latte;
  3. In un tegame mettete la cipolla tagliata fine, fatela rosolare in olio, quindi aggiungete prima le verdure, poi le uova sbattute;
  4. Amalgamate bene e velocemente con un cucchiaio di legno, poi non toccate più la frittata fino al momento di girarla;
  5. Quando avrà fatto una crosticina dorata che permetterà al composto di staccarsi dalla padella, giratela con l’aiuto di un piatto, rimettetela nel tegame e fate cuocere dalla parte opposta, fino a completa cottura.

 

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, fatigue, anemia.

 

FBO per te: Protagoniste di questa preparazione sono le uova, un’ottima fonte di proteine con tutti gli amminoacidi essenziali. Per quanto riguarda la composizione in microelementi, le uova sono ricche di minerali, vitamine liposolubili, tra cui la vitamina K e idrosolubili, tra cui la B12.  Le uova sono state diverse volte viste, negli anni scorsi, con un occhio di riguardo per il loro contenuto in colesterolo, ma ormai le evidenze scientifiche ci confermano che il colesterolo assunto con gli alimenti influisce in percentuale minima sulla colesterolemia totale. La quantità di verdura contenuta all’interno della frittata non soddisfa la porzione consigliata, perciò vi consigliamo di aggiungere a parte un contorno di verdure di stagione.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della frittata alle erbe (anemia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spinaci, uova, cipolla, pane, latte, Taleggio, olio EVO, pepe

Effetti della vitamina C sulla salute: una revisione delle evidenze

Grosso G., et al.

Review Frontier in Bioscience (Landmark Ed). 2013;18:1017-29.

 

Effetti della vitamina C sulla salute: una revisione delle evidenze

La vitamina C è un nutriente dietetico essenziale per la biosintesi del collagene ed un cofattore nella biosintesi di catecolamine, L-carnitina, colesterolo, aminoacidi e alcuni ormoni peptidici.

La mancanza di vitamina C causa lo scorbuto, una condizione patologica che porta alla fragilità dei vasi sanguigni e al danno del tessuto connettivo dovuto alla mancata produzione di collagene e, infine, alla morte a seguito di un collasso generale.

La vitamina C è potenzialmente coinvolta anche nella prevenzione del cancro e delle malattie cardiovascolari. Inoltre, sono stati documentati anche gli effetti della vitamina C sul sistema nervoso e sui pazienti con malattie croniche.

Questa revisione tenta di riassumere i progressi recenti e consolidati nella ricerca sulla vitamina C e le sue implicazioni cliniche.

Poiché la vitamina C ha il potenziale per contrastare l’infiammazione e il conseguente danno ossidativo che giocano un ruolo importante nell’insorgenza e nella progressione di numerose malattie croniche e acute, rappresenta uno strumento pratico da somministrare per la prevenzione precoce di queste condizioni patologiche.

 

 

Abstract

 

Effects of vitamin C on health: a review of evidence

Vitamin C is an essential dietary nutrient for the biosynthesis of collagen and a co-factor in the biosynthesis of catecholamines, L-carnitine, cholesterol, amino acids, and some peptide hormones.

The lack of vitamin C causes scurvy, a pathological condition leading to blood vessel fragility and connective tissue damage due to failure in producing collagen, and, finally, to death as result of a general collapse.

Vitamin C is potentially involved also in cancer and cardiovascular diseases prevention. In addition, vitamin C effects on nervous system and chronically ill patients have been also documented.

This review attempts to summarize recent and well established advances in vitamin C research and its clinical implications.

Since vitamin C has the potential to counteract inflammation and subsequent oxidative damage that play a major role in the initiation and progression of several chronic and acute diseases, it represents a practical tool to administer for the early prevention of these pathologic conditions.

 

Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23747864/

Effetto sinergico della dieta mima digiuno e vitamina C contro la mutazione tumorale KRAS

Di Tano M., et al.

Nature Communications 2020; 11:2332

 

Effetto sinergico della dieta mima digiuno e vitamina C contro la mutazione tumorale KRAS

La dieta mima digiuno ritarda la progressione del tumore e sensibilizza una vasta gamma di tumori alla chemioterapia, ma il suo potenziale terapeutico in combinazione con composti non citotossici è poco conosciuto.

Nell’articolo viene mostrato come l’attività anticancro della vitamina C è limitata dall’up-regolazione della proteina indotta dallo stress eme-osigenasi-1.

La selettività della dieta mima digiuno inverte l’up-regolazione indotta dalla vitamina C di eme-ossigenasi-1 e della ferritina nelle cellule tumorali mutanti KRAS, aumentando di conseguenza la reattività del ferro, le specie dell’ossigeno e le cellule morte; un effetto ulteriormente potenziato dalla chemioterapia.

A sostegno di un potenziale ruolo della ferritina nella progressione del cancro colon-rettale, un’analisi del The Cancer Genome Atlas Database indica che i pazienti affetti da cancro colon-rettale mutato KRAS con bassi livelli intratumorali di ferritina mRNA mostrano una maggiore sopravvivenza complessiva di 3 e 5 anni.

Complessivamente, i dati indicano che la combinazione di una dieta mima digiuno e vitamina C rappresentano un promettente intervento di bassa tossicità per essere testati in studi clinici randomizzati contro il cancro colon-rettale e forse di altri tumori mutati KRAS.

 

 

Abstract

 

Synergistic effect of fasting-mimicking diet and vitamin C against KRAS mutated cancers

Fasting-mimicking diets delay tumor progression and sensitize a wide range of tumors to chemotherapy, but their therapeutic potential in combination with non-cytotoxic compounds is poorly understood.

Here we show that vitamin C anticancer activity is limited by the upregulation of the stress-inducible protein heme-oxygenase-1.

The fasting-mimicking diet selectivity reverses vitamin C-induced up-regulation of heme-oxygenase-1 and ferritin in KRAS-mutant cancer cells, consequently increasing reactive iron, oxygen species, and cell death; an effect further potentiated by chemotherapy.

In support of a potential role of ferritin in colorectal cancer progression, an analysis of The Cancer Genome Atlas Database indicates that KRAS mutated colorectal cancer patients with low intratumor ferritin mRNA levels display longer 3- and 5-year overall survival.

Collectively, our data indicate that the combination of a fasting-mimicking diet and vitamin C represents a promising low toxicity intervention to be tested in randomized clinical trials against colorectal cancer and possibly other KRAS mutated tumors.

 

Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32393788/

 

Dieta mima digiuno come coadiuvante per il trattamento chemioterapico neoadiuvante del cancro al seno nel trial DIRECT multicentrico randomizzato fase 2

de Groot S., et al.

Nature Communications 2020 Jun 23;11(1):3083.

 

Dieta mima digiuno come coadiuvante per il trattamento chemioterapico neoadiuvante del cancro al seno nel trial DIRECT multicentrico randomizzato fase 2

Sono stati randomizzati 131 pazienti con carcinoma mammario in fase iniziale (HER-2 negativo allo stadio II-III), senza diabete e con un BMI oltre18 kgm−2 per ricevere o la dieta mima-digiuno (FMD) o continuare la propria alimentazione abituale 3 giorni prima e durante i cicli di chemioterapia neoadiuvante.

Si dimostra che non ci sono differenze di tossicità tra i due gruppi, nonostante il fatto che il desametasone è stato omesso nel gruppo FMD. Un riscontro radiologicamente completo o parziale si verifica più spesso nei pazienti che seguono la FMD.

Inoltre, l’analisi per protocollo rivela una risposta patologica 4/5 al Miller&Payne, indicando una perdita di cellule tumorali tra il 90 e il 100%, che è più probabile che si verifichi nei pazienti che utilizzano FMD.

In aggiunta, la dieta mima digiuno riduce significativamente i danni al DNA indotti dalla chemioterapia nei linfociti T.

Queste scoperte positive incoraggiano ulteriori esplorazioni dei benefici della dieta mima digiuno nella terapia oncologica.

 

 

Abstract

 

Fasting mimicking diet as an adjunct to neoadjuvant chemotherapy for breast cancer in the multicentre randomized phase 2 DIRECT trial

Short-term fasting protects tumor-bearing mice against the toxic effects of chemotherapy while enhancing therapeutic efficacy. We randomized 131 patients with HER2-negative stage II/III breast cancer, without diabetes and a BMI over 18 kgm−2, to receive either a fasting mimicking diet (FMD) or their regular diet for 3 days prior to and during neoadjuvant chemotherapy. Here we show that there was no difference in toxicity between both groups, despite the fact that dexamethasone was omitted in the FMD group. A radiologically complete or partial response occurs more often in patients using the FMD (OR 3.168, P = 0.039). Moreover, per-protocol analysis reveals that the Miller&Payne 4/5 pathological response, indicating 90–100% tumor-cell loss, is more likely to occur in patients using the FMD (OR 4.109, P = 0.016). Also, the FMD significantly curtails chemotherapy-induced DNA damage in T-lymphocytes. These positive findings encourage further exploration of the benefits of fasting/FMD in cancer therapy. Trial number: NCT02126449.

 

Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32576828/

hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure
Hummus di sedano rapa alla curcuma con crudité di Verdure

 

Chef Paola Naggi
Chef Paola Naggi Ristorante Impero

 

 

 

 

 

 

FBO SEMPRE CON TE ti consiglia

la ricetta della chef Naggi per realizzare l’hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure, utile in caso di disfagia.

 

Gluten free, Dairy free, Veggie, Vegan

Indice Glicemico: Basso

Tempo di Preparazione: 25’

Difficoltà: Bassa

Dosi: 1-2 persone

Tempo di cottura: 15 ‘

Costo:

Stile di vita: Sedentario

 

Ingredienti (per 1-2 persone)

  • ½ Sedano rapa
  • 1 Gambo di sedano
  • 3 Foglie di insalata belga
  • 1 Carota
  • 1 Finocchio
  • 2 Ravanelli
  • (altre verdure a piacere)
  • Curcuma in polvere q.b.
  • Olio extravergine d’oliva

 

Procedimento

  1. Sbucciare il sedano rapa, lavarlo e tagliarlo a pezzetti;
  2. Portare a bollore dell’acqua dove cuocere il sedano rapa per 15 minuti circa;
  3. Lavare e tagliare le verdure a bastoncino;
  4. Quando il sedano rapa risulta morbido trasferirlo ancora caldo nel frullatore, aggiungere la curcuma e frullare;
  5. Trasferire il composto in una ciotola lasciare intiepidire;
  6. Distribuire le verdure aggiungendo alla fine un goccio di olio extravergine d’oliva.

 

Consigli: se avete poco tempo a disposizione potete pulire le verdure con anticipo e conservarle chiuse un sacchetto in frigorifero già pronte per l’uso. Se preferite, potete aggiungere anche dei semi di lino nella preparazione.

 

Effetti avversi delle terapie: indicato in caso di alterazioni del gusto, perdita di appetito, nausea, secchezza della bocca gonfiore sottocutaneo/edema, disfagia, stomatite.

 

FBO per te: il sedano, ricco in folati e vitamina C, è una verdura molto spesso utilizzata negli spuntini spezza-fame, per il suo elevato potere saziante.  Questa variante di hummus può essere ideale nel caso di una perdita importante di appetito ed utilizzabile anche come spuntino post terapia. Grazie alla sua consistenza e al suo potere dissetante può anche dare giovamento in caso di secchezza della bocca.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure (disfagia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su sedano, insalata, carota, finocchio, ravanelli, curcuma, olio EVO,

Recente aggiornamento nella patogenesi e nel trattamento della chemioterapia e dell’anemia indotta dal cancro

Abdel-Razeq Hikmat, Hashem Hasan

Review Crit Rev Oncol Hematol. 2020 Jan;145:102837.

 

Recente aggiornamento nella patogenesi e nel trattamento della chemioterapia e dell’anemia indotta dal cancro

Il cancro e l’anemia indotta dalla chemioterapia (CIA) si riscontrano comunemente tra i pazienti sottoposti a chemioterapia attiva con o senza radioterapia. La sua patogenesi è complessa ed è spesso difficile da identificare.

I sintomi correlati alla CIA possono avere un impatto negativo sulla qualità della vita e possono influenzare l’efficacia del trattamento, la progressione della malattia e persino la sopravvivenza.

 

La recente grande battuta d’arresto degli agenti stimolanti l’eritropoietina (ESA) e la riluttanza a trasfondere pazienti affetti da cancro con anemia lieve e persino moderata, avevano provocato un significativo sotto-trattamento della CIA. La scoperta dell’epcidina e del suo ruolo nell’omeostasi del ferro ha rivoluzionato la nostra comprensione della patogenesi della carenza di ferro e degli stati di sovraccarico di ferro.

 

Nella presente revisione si esamina la patogenesi multifattoriale della CIA, affrontando i principali meccanismi attraverso i quali il tumore e il sistema immunitario influenzano l’anemia. Inoltre, vengono discusse le opzioni di trattamento con maggiore attenzione sull’utilizzo delle nuove formulazioni di ferro per via endovenosa per questa indicazione.

 

 

Abstract

 

Recent update in the pathogenesis and treatment of chemotherapy and cancer induced anemia

Cancer and chemotherapy-induced anemia (CIA) is commonly encountered among patients undergoing active chemotherapy with or without radiation therapy. Its pathogenesis is complex and is often difficult to identify.

Symptoms related to CIA may have a negative impact on quality of life and may influence treatment efficacy, disease progression and even survival.

 

The recent major setback of erythropoietin-stimulating agents (ESAs) and the reluctance to transfuse cancer patients with mild and even moderate anemia, had resulted in significant under-treatment of CIA. The discovery of hepcidin and its role in iron homeostasis has revolutionized our understanding of the pathogenesis of iron deficiency and iron overload states.

 

In the present review we examine the multifactorial pathogenesis of CIA, addressing the main mechanisms by which the tumor and immune system affect anemia. Additionally, we discuss the treatment options with more focus on the utilization of the new intravenous iron formulations for this indication.

 

Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31830663/

Carenza di ferro e anemia nei pazienti affetti da cancro: il ruolo del trattamento del ferro nei pazienti con cancro anemico

Abiri Behnaz, Vafa Mohammadreza

Nutr Cancer. 2020;72(5):864-872.

 

Carenza di ferro e anemia nei pazienti affetti da cancro: il ruolo del trattamento del ferro nei pazienti con cancro anemico

L’anemia è una complicanza prevalente presente nei pazienti con cancro, sia alla diagnosi che durante il trattamento, con notevoli effetti negativi sulla qualità della vita e sulla prognosi generale.

La carenza di ferro è la causa più comune di anemia nei pazienti e può colpire quasi la metà dei pazienti con neoplasie solide ed ematologiche.

La patogenesi è complessa e multifattoriale e comprende sanguinamento, malnutrizione, farmaci e infiammazione derivante dal cancro e dal trattamento del cancro. In effetti, può verificarsi una carenza di ferro assoluta o funzionale.

La maggior parte dei pazienti oncologici con carenza di ferro presenta una carenza di ferro funzionale, una condizione con un adeguato immagazzinamento di ferro ma un apporto di ferro insufficiente per gli eritroblasti e altri tessuti ferro-dipendenti. La carenza di ferro funzionale è il risultato del rilascio di citochine correlato al cancro, ma in caso di carenza di ferro assoluta le riserve risultano esaurite portando a sintomi simili ma spesso più gravi per un deposito inadeguato di ferro.

Le attuali opzioni terapeutiche nell’anemia da cancro consistono nella somministrazione di ferro, agenti stimolanti eritropoietici e trasfusioni di sangue. Quest’ultimo dovrebbe essere somministrato al minimo, a causa dei problemi relativi ai rischi.

Qui viene presentata una rassegna sull’epidemiologia, la fisiopatologia, i risultati clinici e le opzioni terapeutiche della carenza di ferro, nonché l’effetto della terapia con ferro sulla progressione del tumore nei pazienti affetti da cancro anemico.

 

 

Abstract

 

Iron Deficiency and Anemia in Cancer Patients: The Role of Iron Treatment in Anemic Cancer Patients

Anemia is a prevalent complication in patients with cancer, both at diagnosis and during treatment, with notable negative effects on quality of life and overall prognosis. Iron deficiency is the most common cause of anemia in the patients and can affect almost half of patients with solid and hematologic malignancies. The pathogenesis is complex and multifactorial, including bleeding, malnutrition, medications, and inflammation resulted from cancer and cancer treatment. In fact, either absolute or functional iron deficiency can occur. Most iron deficient cancer patients present with functional iron deficiency, a condition with adequate iron storage but insufficient iron supply for erythroblasts and other iron dependent tissues. Functional iron deficiency is the result of the cancer related cytokine release, but in absolute iron deficiency iron reserves are depleted leading to similar but often more severe symptoms of inadequate iron store. Current therapeutic options in cancer anemia consist of iron administration, erythropoietic stimulating agents, and blood transfusion. The latter should be administered to a minimum, because of problems regarding risks. Here, we present a review on the epidemiology, pathophysiology, clinical outcomes, and therapeutic options of iron deficiency as well as the effect of iron therapy on tumor progression in anemic cancer patients.

 

Link all’articolo originale https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31474155/

Anemia

L’anemia nei malati di cancro è abbastanza comune sia in fase di esordio che in fase di chemioterapia, con notevoli impatti negativi sulla qualità della vita e sulla prognosi generale.

 

La patogenesi è complessa e tipicamente multifattoriale, con la carenza di ferro che spesso è un fattore importante e potenzialmente curabile. La patogenesi comprende sanguinamento, malnutrizione, farmaci e infiammazione derivante dal cancro e dal trattamento oncologico.

 

È accertato che circa il 35 % delle persone con un tumore solido e il 50% delle persone con un tumore del sangue presentino anemia già all’esordio della malattia.

 

Cosa fare in caso di anemia:

Le ragioni per cui un paziente diventa anemico possono essere molteplici:

carenze nutrizionali (ferro, vitamina B12, folati), perdite microscopiche di sangue, intossicazioni del midollo osseo ed infine lo stesso trattamento chemioterapico.

Quest’ultimo, in particolare, può ridurre la capacità del midollo osseo di produrre globuli rossi, portando conseguentemente meno ossigeno ai tessuti e comportando quella sensazione tipica di debolezza e stanchezza, denominata astenia, tipica dell’anemia.

 

A livello nutrizionale l’anemia può essere ricondotta ad un’alimentazione molto carente in:

  • ferro (anemia sideropenica), nel caso in cui i fabbisogni giornalieri raccomandati di questo micronutriente non siano soddisfatti (10 mg uomo e 18 mg donna) o ad un suo scarso assorbimento intestinale,
  • vitamina B12, nel caso ad esempio di una dieta vegetariana,
  • acido folico.

 

Oltre alle terapie farmacologiche utilizzate per contrastare l’anemia, sia orali che endovenose, che comportano in alcuni casi nausea e vomito, è possibile risolvere il quadro tramite una dieta adeguata.

 

Cibi utili

Nel caso di anemia sideropenica:

Il ferro è presente in moltissimi alimenti, sia vegetali che animali, ma la quantità assorbita varia in base alla fonte di provenienza.

 

Esistono due tipologie principali di ferro:

  • Il ferro eme, contenuto principalmente negli alimenti di origine animale (carne e pesce), ritenuto più assorbibile rispetto a quello derivante dagli alimenti di origine vegetale.

 

  • Il ferro non eme, contenuto negli alimenti vegetali (legumi, ortaggi a foglia, semi oleosi, erbe aromatiche e frutta secca).  Negli alimenti di origine animale è presente ma è meno assorbibile; può comunque essere assorbito influenzando minimamente la dieta con alcuni accorgimenti.
    È possibile, infatti, aumentare la sua biodisponibilità consumando all’interno dello stesso pasto una fonte di vitamina C (arance, succo di limone, kiwi, peperoncino fresco..).
    Un ulteriore accorgimento è quello di non sottoporre tali tipi di alimenti a cotture ad alte temperature che ne riducono la biodisponibilità. Si consiglia perciò di consumarli crudi o cotti al vapore, consumando se possibile anche l’acqua di cottura.

 

Le carni che ne contengono un buon quantitativo sono le frattaglie di bovino, suino e cavallo o la carne di fagiano, di lepre o di cavallo.

Per quanto riguarda il pesce alcune alternative possono essere le vongole e le cozze.

 

Infine, facendo riferimento a gli accorgimenti sopra visti, gli alimenti appartenenti al mondo vegetale che presentano un buon quantitativo di ferro sono:

– Legumi secchi come: soia, fagioli, ceci e lenticchie.

– Verdura a foglia verde come: radicchio verde, rucola, tarassaco. Anche carciofi, broccoletti, spinaci, bieta e indivia ne presentano una discreta quantità.

– I cereali integrali, l’avena e la quinoa.

Pistacchi, arachidi, nocciole e mandorle.

– Erbe aromatiche secche come il timo e il basilico.

 

Carenza di Vitamina B12

Nel caso in cui l’anemia sia determinata da questo tipo di carenza (fabbisogno giornaliero raccomandato 2,4 µg), sarebbe utile inserire nella dieta alimenti di origine animale come vongole, aringhe, sgombro, uova, mozzarella di bufala, frattaglie, latte intero e yogurt magro.

La vitamina B12 a differenza del ferro è stabile al calore, ma sensibile alla luce e all’ossigeno, perciò si raccomanda di conservare tali tipi di alimenti lontani dalla luce e dall’aria.

 

Carenza di Acido Folico (o Vitamina B9)

In caso di una carenza alimentare di questo tipo (fabbisogno giornaliero raccomandato 400 µg), si consiglia di prediligere una dieta ricca in vegetali a foglia verde come cavoli, broccoli, verza

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Stress ossidativo e sostanze fitochimiche alimentari: ruolo nella chemioprevenzione e nel trattamento del cancro

Chikara Shireen et al.

Review Cancer Lett. 2018 Jan 28;413:122-134. 

 

Stress ossidativo e sostanze fitochimiche alimentari: ruolo nella chemioprevenzione e nel trattamento del cancro

Diverse osservazioni epidemiologiche hanno mostrato una relazione inversa tra il consumo di alimenti di origine vegetale, ricchi di sostanze fitochimiche, e l’incidenza del cancro.

I fitochimici, i metaboliti secondari delle piante, attraverso la loro proprietà antiossidante svolgono un ruolo chiave nella chemioprevenzione del cancro sopprimendo il danno al DNA indotto dallo stress ossidativo.

Inoltre, modulano diverse vie di segnalazione mediate dallo stress ossidativo attraverso i loro effetti antiossidanti e, infine, proteggono le cellule dai cambiamenti molecolari che innescano la carcinogenesi.

 

In diversi casi, tuttavia, è stata osservata la proprietà pro-ossidante di questi fitochimici rispetto al trattamento del cancro.

Inoltre, studi in vitro e in vivo mostrano che diversi fitochimici potenziano l’efficacia degli agenti chemioterapici esacerbando lo stress ossidativo nelle cellule tumorali. Pertanto, abbiamo esaminato diversi studi che indagano sul ruolo di sostanze fitochimiche alimentari come curcumina (curcuma), epigallocatechina gallato (EGCG; tè verde), resveratrolo (uva), fenetil isotiocianato (PEITC), sulforafano (verdure crocifere), esperidina, quercetina e 2′-idrossiavanone (2HF; agrumi) nella regolazione dello stress ossidativo e delle vie di segnalazione associate nel contesto della chemioprevenzione e del trattamento del cancro.

 

 

Abstract

 

Oxidative stress and dietary phytochemicals: Role in cancer chemoprevention and treatment

Several epidemiological observations have shown an inverse relation between consumption of plant-based foods, rich in phytochemicals, and incidence of cancer.

Phytochemicals, secondary plant metabolites, via their antioxidant property play a key role in cancer chemoprevention by suppressing oxidative stress-induced DNA damage.

In addition, they modulate several oxidative stress-mediated signaling pathways through their anti-oxidant effects, and ultimately protect cells from undergoing molecular changes that trigger carcinogenesis. In several instances, however, the pro-oxidant property of these phytochemicals has been observed with respect to cancer treatment.

 

Further, in vitro and in vivo studies show that several phytochemicals potentiate the efficacy of chemotherapeutic agents by exacerbating oxidative stress in cancer cells.

Therefore, we reviewed multiple studies investigating the role of dietary phytochemicals such as, curcumin (turmeric), epigallocatechin gallate (EGCG; green tea), resveratrol (grapes), phenethyl isothiocyanate (PEITC), sulforaphane (cruciferous vegetables), hesperidin, quercetin and 2′-hydroxyflavanone (2HF; citrus fruits) in regulating oxidative stress and associated signaling pathways in the context of cancer chemoprevention and treatment.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29113871/

Fibra dietetica e sopravvivenza nelle donne con cancro al seno: una meta-analisi dose-risposta di studi di coorte prospettici

Jayedi Ahmad et al.

Nutr Cancer. 2020 Aug 14;1-11.

 

Fibra dietetica e sopravvivenza nelle donne con cancro al seno: una meta-analisi dose-risposta di studi di coorte prospettici

Nell’articolo hanno cercato di studiare l’associazione del consumo di fibre alimentari con il rischio di mortalità nelle donne con cancro al seno.

Una ricerca sistematica è stata intrapresa su PubMed, Scopus e ISI Web of Science fino a marzo 2020 per trovare studi di coorte che studiano l’associazione del consumo di fibre alimentari con il rischio di mortalità nelle donne con cancro al seno.

Un modello di effetti casuali è stato utilizzato per combinare risultati specifici dello studio. La qualità delle prove è stata valutata dal punteggio NutriGrade.

Sono stati inclusi sette studi prospettici di coorte con 1.426 casi di mortalità per tutte le cause e 679 casi di mortalità specifica per il cancro al seno tra 11.295 pazienti con cancro al seno. I rischi relativi per il più alto rispetto alla categoria più bassa di consumo di fibre alimentari sono stati 0,63 (95%CI: 0,52, 0,77; I 2 = 0%, n = 5) per la mortalità per tutte le cause e 0,72 (95%CI: 0,54, 0,96; I 2 = 0%, n = 5) per la mortalità specifica per il cancro al seno. C’era una forte associazione lineare tra l’assunzione di fibre e il rischio di mortalità per tutte le cause. La qualità delle prove è stata valutata moderata per la mortalità per tutte le cause e bassa per la mortalità specifica per il cancro al seno.

Un maggiore consumo di fibre alimentari può migliorare la sopravvivenza nei pazienti con cancro al seno.

Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare i risultati attuali, considerando i tipi di fibra consumata e lo stato del recettore dell’estrogeno tumorale.

 

 

Abstract

 

Dietary Fiber and Survival in Women with Breast Cancer: A Dose-Response Meta-Analysis of Prospective Cohort Studies

We aimed to investigate the association of dietary fiber consumption with mortality risk in women with breast cancer.

A systematic search was undertaken in PubMed, Scopus, and ISI Web of Science till March 2020 to find cohort studies investigating the association of dietary fiber consumption with mortality risk in women with breast cancer.

A random-effects model was used to combine study-specific results. The quality of evidence was rated by NutriGrade score.

Seven prospective cohort studies with 1,426 cases of all-cause mortality and 679 cases of breast cancer-specific mortality among 11,295 patients with breast cancer were included. The relative risks for the highest compared to the lowest category of dietary fiber consumption were 0.63 (95%CI: 0.52, 0.77; I 2 = 0%, n = 5) for all-cause mortality, and 0.72 (95%CI: 0.54, 0.96; I 2 = 0%, n = 5) for breast cancer-specific mortality. There was a strong linear association between fiber intake and all-cause mortality risk. The quality of evidence was rated moderate for all-cause mortality, and low for breast cancer-specific mortality.

Higher dietary fiber consumption may improve survival in patients with breast cancer.

More research is needed to confirm the present results, considering types of fiber consumed and tumor estrogen receptor status.

 

Link all’articolo originale: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32795218/

Associazioni del consumo di prodotti lattiero-caseari alla mortalità attraverso l’indagine prospettica europea sul cancro e l’alimentazione (EPIC)- coorte Italia

Pala V, Sieri S, Chiodini P, Masala G, Palli D, Mattiello A, Panico S, Tumino R, Frasca G, Fasanelli F, Ricceri F, Agnoli C, Grioni S, Krogh V.

Am J Clin Nutr. 2019 Nov 1;110(5):1220-1230

 

Associazioni del consumo di prodotti lattiero-caseari alla mortalità attraverso l’indagine prospettica europea sul cancro e l’alimentazione (EPIC)- coorte Italia

BACKGROUND:

Il rapporto tra consumo di prodotti lattiero-caseari e salute e mortalità è controverso.

 

OBIETTIVI:

abbiamo studiato le associazioni di consumo di vari prodotti lattiero-caseari con mortalità nella coorte italiana dell’indagine prospettica europea su cancro e nutrizione (EPIC)-studio Italia.

 

METODI:

il consumo di prodotti lattiero-caseari è stato valutato mediante validazione FFQ semiquantitativa. I modelli multivariabili di cox stratificati per centro, età e sesso e corretti per tener conto delle associazioni stimate di latte (totale, intero e a ridotto tenore di grassi), yogurt, formaggio, burro e assunzione di calcio da latticini con mortalità per cancro, malattie cardiovascolari e tutte le cause. La non linearità è stata testata con una limitata regressione cubica della spline.

 

RISULTATI:

dopo un follow-up mediano di 14,9 anni, sono stati identificati 2468 decessi in 45.009 partecipanti: 59% da cancro e 19% da malattia cardiovascolare. Non è stata trovata nei modelli corretti integralmente nessuna associazione significativa del consumo di un qualsiasi prodotto lattiero-caseario con la mortalità. È stata riscontrata una riduzione del 25% del rischio di mortalità per tutte le cause con l’assunzione di latte da 160 a 120 g / d (HR: 0,75; IC al 95%: 0,61, 0,91) ma non per la categoria di assunzione più alta (> 200 g / d) (HR: 0,95; IC al 95%:0,84, 1,08) rispetto all’assenza di consumo.
Associazioni di consumo di latte intero e a ridotto tenore di grassi con tutte le cause e con la causa specifica di morte erano simili a quelli del latte nel suo insieme.

 

CONCLUSIONI:

In questa coorte italiana caratterizzata da un consumo di latte medio-basso, non abbiamo trovato prove di un’associazione dose-risposta tra consumo di latte e la mortalità e inoltre nessuna associazione tra il consumo di altri prodotti lattiero-caseari esaminati e la mortalità.

 

 

Abstract

 

Associations of dairy product consumption with mortality in the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC)–Italy cohort

BACKGROUND:

The relation of dairy product consumption to health and mortality is controversial.

 

OBJECTIVES:

We investigated associations of consumption of various dairy products with mortality in the Italian cohort of the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC)–Italy study.

 

METHODS:

Dairy product consumption was assessed by validated semiquantitative FFQs. Multivariable Cox models stratified by center, age, and sex and adjusted for confounders estimated associations of milk (total, full fat, and reduced fat), yogurt, cheese, butter, and dairy calcium consumption with mortality for cancer, cardiovascular disease, and all causes. Nonlinearity was tested by restricted cubic spline regression.

 

RESULTS:

After a median follow-up of 14.9 y, 2468 deaths were identified in 45,009 participants: 59% from cancer and 19% from cardiovascular disease. No significant association of consumption of any dairy product with mortality was found in the fully adjusted models. A 25% reduction in risk of all-cause mortality was found for milk intake from 160 to 120 g/d (HR: 0.75; 95% CI: 0.61, 0.91) but not for the highest (>200 g/d) category of intake (HR: 0.95; 95% CI: 0.84, 1.08) compared with nonconsumption. Associations of full-fat and reduced-fat milk consumption with all-cause and cause-specific mortality were similar to those for milk as a whole.

 

CONCLUSIONS:

In this Italian cohort characterized by low to average milk consumption, we found no evidence of a dose–response association between milk consumption and mortality and also no association of consumption of other dairy products investigated with mortality.

 

Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/31435641

Mousse di cioccolato fondente all’acqua con zucchero d’agave
Mousse di cioccolato fondente all’acqua con zucchero d’agave

 

Chef Matteo Scibilia
Osteria della buona condotta

 

La ricetta dello chef Scibilia per realizzare la mousse di cioccolato fondente all’acqua con zucchero d’agave.

 

Dolce

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 200 gr cioccolato fondente minimo 72% del Venezuela o Perù
  • 20 gr sciroppo d’agave
  • acqua q.b.

 

Preparazione

  1. Spezzettare il cioccolato e farlo fondere a bagnomaria.
  2. Una volta sciolto completamente, adagiare la terrina su un piano, aggiungere l’acqua e inglobarla completamente al cioccolato.
  3. Lasciare quindi raffreddare per qualche minuto la ciotola che si sta usando, riempire una ciotola più capiente di ghiaccio (o ghiaccio e acqua), aggiungere lo sciroppo d’agave e con le fruste elettriche montare il cioccolato. Dividere in ciotole più piccole.
  4. Lasciar riposare la mousse in frigo per 30 minuti prima di consumare.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della mousse di cioccolato fondente all’acqua con zucchero d’agave

 

 

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Vitello tonnato all’antica
Vitello tonnato all’antica
Chef Matteo Scibilia
Chef Matteo Scibilia
Osteria della buona condotta

 

La ricetta dello chef Scibilia per realizzare il vitello tonnato all’antica.

 

Secondo piatto

 

Ingredienti (per quattro persone)

  • 500 gr carne di vitella
  • vino bianco q.b.
  • sedano q.b.
  • 2 foglie di alloro
  • 3 chiodi di garofano
  • 6 foglie di salvia
  • sale q.b.

 

Per la salsa tonnata: 

  • 300 gr tonno al naturale
  • 4 tuorli d’uovo
  • 30 gr acciughe
  • 1 cucchiaio abbondante di capperi
  • succo di 1 limone
  • 1/2 bicchiere olio extra vergine di oliva
  • 1 cucchiaio di aceto di mele

 

Preparazione

Accomodate il vitello in una ciotola, copritelo con del vino bianco, profumate con il sedano a pezzetti, 2 foglie di alloro, 3 chiodi di garofano, 6 foglie di salvia. Coprite la ciotola con la pellicola e ponete a marinare in frigo per almeno 12 ore.

Trasferite il girello in una casseruola, copritelo con la marinata, filtrata, e rabboccate con acqua in modo che risulti abbondantemente coperto. Salate, portate a bollore e cuocete per un’ora. Conservate 2 mestolini di acqua di cottura, poi scolatelo, lasciatelo raffreddare per un paio di ore, quindi mettetelo in frigo per un’ora per farlo rassodare.

 

Per la salsa:

Frullate il tonno sgocciolato con i tuorli sodi, i capperi, il succo di limone, le acciughe, l’olio e l’aceto. Aggiungete alla salsa tonnata ottenuta 2 mestolini dell’acqua di cottura tenuta da parte, per renderla liscia e vellutata. Tagliate la carne a fette molto sottili (l’ideale sarebbe usare l’affettatrice) e disponetele nei piatti. Copritele abbondantemente di salsa tonnata e completate con qualche cappero.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del vitello tonnato all’antica

 

 

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pasta e ceci con pasta integrale
Pasta e ceci (con pasta integrale)

 

Chef Matteo Scibilia
Osteria della buona condotta

 

La ricetta dello chef Scibilia per realizzare la pasta e ceci (con pasta integrale).

 

Primo piatto

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 500 gr ceci
  • 200 gr pasta integrale (ditaloni o farfalle)
  • olio extra vergine di oliva q.b.
  • rosmarino fresco

 

Procedimento

  1. Mettere i ceci in ammollo in abbondante acqua per 10 ore prima di essere cotti, possibilmente all’interno di una pentola di terracotta per salvaguardare il sapore.
  2. Per cucinarli copriteli con dell’acqua fredda e aromatizzate con rosmarino, alloro e uno spicchio d’aglio e fate cuocere i ceci per un’ora a fuoco medio-basso.
    Per velocizzare la cottura utilizzate la pentola a pressione.
    Ricordate di aggiungere il sale solo alla fine per non indurirli.
  3. La pasta e ceci non deve essere certamente brodosa, quindi se necessario, aggiungete del brodo vegetale durante la cottura per arrivare alla giusta consistenza.
    Per rendere il piatto più gustoso è possibile anche frullare una parte dei ceci e poi aggiungere questa crema quasi a fine cottura.
  4. Portate a bollore tutto e aggiungete la pasta, in questo caso ditaloni integrali. Lasciate cuocere finché la pasta non è pronta (circa 8 minuti) e non ha rilasciato la giusta quantità di amido.
  5. Lasciate riposare per qualche minuto la pasta e ceci coperta e poi servite con un filo di olio extravergine di oliva e del peperoncino, a vostro piacimento.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della pasta e ceci (con pasta integrale)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su ceci, pasta, olio EVO, rosmarino

Salmerino al vapore, radicchi invernali, gazpacho e erbe selvatiche
Salmerino al vapore, radicchi invernali, gazpacho e erbe selvatiche

 

Chef Marco Cozza e Andrea De Carli
Chef Marco Cozza e Andrea De Carli
Ristorante Rose Salò

 

La ricetta degli chef Marco Cozza e Andrea De Carli per la realizzazione del salmerino al vapore, radicchi invernali, gazpacho e erbe selvatiche.

 

Secondo piatto

 

Ingredienti (per quattro persone)

  • 500 g filetto di salmerino
  • 150 g radicchi freschi invernali
  • 30 g erbe selvatiche di campo

 

Per il gazpacho:

  • 100 gr polpa di pomodoro
  • 20 gr succo di cetriolo
  • 2 g tabasco

 

Preparazione

  1. Pulire accuratamente il salmerino, deliscarlo.
  2. A parte, mondare i radicchi invernali e lasciarli marinare in olio e succo di limone. Metà dei radicchi, poi, li lasceremo crudi e l’altra metà li cuoceremo al cartoccio.
  3. Per il gazpacho frullare il pomodoro e aggiungergli il succo di cetriolo e le gocce di tabasco, regolare poi con del pepe e dell’olio EVO del Garda.
  4. Cuocere il trancio di salmerino al vapore.
  5. Passiamo poi all’impiattamento: disporre in modo alternato i radicchi cotti e crudi, poi adagiarvi il salmerino al vapore e, a lato, il gazpacho. Finire con le erbe spontanee.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del salmerino al vapore, radicchi invernali, gazpacho e erbe selvatiche

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su salmerino, radicchio, pomodoro, cetriolo, tabasco

erbe spontanee al cartoccio e bagna caoda di lago
Erbe spontanee al cartoccio e bagna caoda di lago

 

Chef Marco Cozza e Andrea De Carli
Chef Marco Cozza e Andrea De Carli
Ristorante Rose Salò

 

La ricetta degli chef Cozza e De Carli per realizzare le erbe spontanee al cartoccio e bagna caoda di lago.

 

Antipasto

 

Ingredienti (per quattro persone)

 

Per le erbe:

  • 100 gr erbe spontanee (vanno bene qualsiasi tipo)
  • 20 gr olio “EVO” del Garda

 

Per la Bagna:

  • 100 gr agoni
  • 100 ml olio “EVO” del Garda
  • 50 g aglio candito

 

Preparazione

  1. Cuocere gli agoni e l’aglio candito nell’olio “EVO” per circa 10 ore, poi una volta freddo passare tutto al passaverdure o a un estrattore, così da ottenere una salsa liscia e saporita.
  2. A parte mondare accuratamente le erbe e lavarle in acqua fredda, poi con l’aiuto di un cartoccio cuocerle sulla griglia per circa 5 minuti.
  3. Servirle nel piatto con un cucchiaio di bagna caoda di lago.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle erbe spontanee al cartoccio e bagna caoda di lago

 

 

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Garganelli di fagioli borlotti con crema di broccoli e humus di ceci
Garganelli di fagioli borlotti con crema di broccoli e humus di ceci

 

Chef Paolo Gatta
Ristorante Pascia

 

La ricetta dello chef Gatta per realizzare i garganelli di fagioli borlotti con crema di broccoli e humus di ceci.

 

Primo Piatto

 

Ingredienti 

Per i garganelli:

  • 100 g di farina di fagioli borlotti
  • 50 g di acqua
  • 5 g di fiocchi di alghe nori

 

Per la crema di broccoli:

  •  500 g broccoli
  • 30 g scalogno
  • Menta peperita fresca
  • Finocchio in semi
  • Coriandolo in semi
  • Cumino dei prati
  • Anice in semi
  • Coriandolo fresco
  • 30 gr olio extra vergine di oliva

 

Per l’humus di ceci:

  • 380 g Ceci secchi
  • 32 g thain
  • Alga kombu
  • 18 g purea di umeboshi
  • 8.5 g succo di zenzero
  • 12 g succo di limone
  • 25 g olio di lino
  • 8 g erba cipollina

 

Preparazione

Per l’humus di ceci

Mettere i ceci secchi a germinare in acqua fredda per almeno 48 ore cambiando l’acqua ogni 6 ore. Trascorse le 48 ore sciacquare i ceci.

Riscaldare sul fuoco il tegame in terracotta per 20 minuti, le spezie, i ceci, coprire con acqua alcalina ph 9.5 e cuocere. Negli ultimi 10 minuti di cottura aggiungere l’alga kombu.

A cottura terminata passare i ceci al setaccio affinché si ottenga una purea omogenea.

Riporre l’impasto in una bull, aggiungere la purea di umeboshi, la thain, il succo di zenzero, il succo di un limone, erba cipollina e olio di lino, fatto scendere a filo, rimestare l’humus finché diventa cremoso.

 

Per i garganelli

Preparare la sfoglia disponendo la farina di fagioli borlotti e i fiocchi di alghe nori su una spianatoia, formando una conca al centro e aggiungere l’acqua tiepida poco alla volta, quindi impastare con le mani fino ad ottenere un impasto morbido e liscio.

Una volta che l’impasto avrà la giusta consistenza, avvolgerlo nella pellicola e lasciare riposare per almeno 30 minuti in frigorifero.

Stendere la sfoglia con un mattarello e poi con la macchina della pasta fare delle sfoglie sottili tirate gradualmente.

Disporre le sfoglie sul tavolo e con una rotella tagliapasta ricavate dei quadrati delle dimensioni di 3 cm per lato. Per preparare i garganelli vi servirà uno strumento apposito: il “pettine”, disporre il quadratino di pasta di sbieco sulla tavoletta e arrotolatelo pigiando e sigillando bene il garganello.

 

Per la crema di broccoli

Scaldare la casseruola, unire due cucchiai di olio, le spezie (finocchio, cumino dei prati, anice e coriandolo “spezia dominante coriandolo”) lasciare intiepidire e non superare i 65°, imbiondire a fuoco lento lo scalogno tritato finemente, unire due rametti di menta peperita, i broccoli e coprire con acqua alcalina ph 9.5 precedentemente riscaldata.

Cuocere per pochi minuti (8.36), frullare, setacciare e mantenere in caldo.

 

Cuocere i garganelli in acqua salata per pochissimi minuti, scolateli con una schiumarola e trasferiteli in una padella nella quale precedentemente avete imbiondito 3 o 4 foglie di menta con l’olio, saltare e mantecare.

Impiattare disponendo in una fondina tre puntini di humus della grandezza di una noce, la crema di broccoli e adagiare i garganelli. Decorare con le foglioline di menta croccanti e i ciuffetti di broccoli precedentemente sbollentati.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei garganelli di fagioli borlotti con crema di broccoli e humus di ceci

 

 

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asparagi, mandorle e porcini
Asparagi, mandorle e porcini

 

Chef Marco Volpin
Chef Marco Volpin
Ristorante Le Tentazioni

 

 

 

 

 

 

 

Contorno

la ricetta a base di asparagi, mandorle e porcini

 

Ingredienti (per una persona)

 

Per gli asparagi:

  • 2 asparagi verdi
  • 500 gr asparagi bianchi bio di pernumia
  • 25 gr aceto di mela bio
  • 50 gr olio extravergine di oliva
  • sale q.b.
  • pepe 0,5 gr

 

Per il croccante di porcini:

  • 20 gr farina integrale bio
  • 3 gr polvere di porcini
  • 40 gr acqua
  • sale q.b.
  • 10 gr olio extravergine di oliva

 

Per la maionese di mandorle:

  • 100 gr mandorle bio pelate
  • 30 gr di olio extravergine di oliva
  • 75 gr di acqua
  • sale q.b.
  • 10 gr aceto di mela bio

 

Per la guarnizione del piatto:

  • 2 noci di macadamia tostate
  • 3 germogli di pisello
  • 2 maggiorana fresca
  • 0.3 gr polvere di porcini

 

Preparazione

  • Per gli asparagi
    Cuocere gli asparagi verdi e raffreddare in acqua e ghiaccio, spadellare con dell’olio e poi condire con maggiorana, sale e gazpacho di asparagi bianchi ottenuto dalla loro cottura, e frullati con olio, sale, pepe e aceto di mela.

 

  • Per la maionese di mandorle
    Mixare tutti gli ingredienti fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.

 

  • Per il croccante di porcini
    Mixare gli ingredienti e poi cuocere in un padellino antiaderente fino ad ottenere una chips croccante ed asciutta.

 

  • Impiattamento
    Collocare gli asparagi verdi, le due salse, le erbe aromatiche, le noci di macadamia tostate e spolverare con la polvere di porcini.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta con asparagi, mandorle e porcini

 

 

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ricetta prova elena Copia
Chef Enrico e Roberto (Bobo) Cerea, Executive Chef,                                Ristorante Da Vittorio

 

 

 

 

 

 

Primo piatto

 

Ingredienti (per quattro persone)

  • 320 gr bavette
  • 400 gr rapa rossa (con buccia)
  • 4 L acqua
  • 5 gr alga konbu
  • 8 gr alici (filetti)
  • 2 gr succo di limone
  • 5 gr colatura di alici
  • 3 gr dragoncello
  • 10 gr olio extra vergine di oliva
  • 100 gr yogurt bianco non zuccherato (asciugato bene)
  • 5 gr succo di limone

 

Preparazione

Lavare bene le rape e metterle a bollire con l’alga kombu fino a che le rape non saranno bene cotte, successivamente conservare l’acqua e pelare le rape, frullare le rape fino ad ottenere una purea liscia. Mescolare lo yogurt con il limone, mettere il composto in un panno e lasciarlo colare per almeno 12 ore. Cuocere la pasta in circa 700 gr di acqua di rapa rossa per circa 8 minuti (all’occorenza aggiungere altra acqua già calda come se fosse un risotto) una volta che l’ acqua sarà completamente evaporata e la pasta quasi cotta aggiungere i filetti di acciughe tagliate a pezzetti e la purea di rapa rossa insieme a qualche goccia di limone, se la pasta risultasse mancante di sale aggiungere un po’ di colatura di alici. Nel piatto porre 15 gr di yogurt e adagiare la pasta mantecata con un filo di olio, finire con un po’ di dragoncello fresco.

 

Cavolfiore con salsa al latte di mandorla succo di yuzu e frutti di mare
Cavolfiore con salsa al latte di mandorla, succo di yuzu e frutti di mare

 

Chef Antonio Guida
Executive Chef
Mandarin Oriental, Milan

 

La ricetta dello chef Guida per la realizzazione del cavolfiore con salsa al latte di mandorla, succo di yuzu e frutti di mare.

 

Secondo piatto

 

Ingredienti

Per il latte di mandorle:

  • 1l di acqua
  • 220g di mandorle

 

Per la Crema Di Cavolfiore:

  • 250g di cavolfiore
  • 350g di latte di mandorle

 

Per il cavolfiore:

  • Cavolfiore
  • 2l di latte di mandorle
  • q.b. di sale

 

Ingredienti per 1 persona:

  •  1 porzione di cavolfiore (circa 60 g)
  • 10g di succo di yuzu
  • 5 fette di mandorle
  • 1g di alga nori
  • 3 cozze
  • 5 vongole
  • 3 gamberi tritati
  • 10 lumache
  • 60g di crema di cavolfiore

 

Procedimento

  1. Frullare le mandorle con acqua nel hotmix a 95°C per 10 minuti, filtrare e regolare il sale.
  2. Cuocere separatamente 250g di cavolfiore in un po’ di latte di mandorle, quanto basta per coprire.
  3. Una volta cotto, mescolare con il restante latte di mandorle per ottenere una crema di cavolfiore liscia.
  4. Pulire il cavolfiore e preparare porzioni da 60g ciascuna, cuocerlo in un liquido composto da 2l di latte di mandorle e 10g di sale per circa 7 minuti.
  5. Riscaldare i frutti di mare nel succo di yuzu.
  6. Una volta raffreddato il cavolfiore, colorarlo in padella finché diventa dorato.

 

Esecuzione

Mettere la crema di cavolfiore nella fondina, adagiare il pezzo di cavolfiore, mettere i crostacei scolati dal succo, aggiungere 5 pezzi di mandorla a fette, mettere qualche goccia di succo di yuzu, finire il piatto con una julienne di alga nori precedentemente saltata.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del cavolfiore con salsa al latte di mandorla, succo di yuzu e frutti di mare

 

 

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Branzino con mandorle e pistacchi
Branzino mandorle e pistacchi con verdure al cartoccio e salsa yogurt basilico e zenzero

 

Chef Enrico e Roberto (Bobo) Cerea
Chef Enrico e Roberto (Bobo) Cerea,
Executive Chef,
Ristorante Da Vittorio

 

Secondo piatto

la ricetta a base di branzino con mandorle e pistacchi a cura dei fratelli Cerea

 

Ingredienti (per quattro persone)

  • 2 zucchine da 120 g circa;
  • Nr. 10 pomodorini;
  • Nr. 1 melanzana;
  • 200 g di sedano rapa tagliato a cubi;
  • 4 scaloppe di branzino da 130 g.
  • 90g di mandorle tostate spezzettate;
  • 40 g di olio E.V.O.;
  • 70 g di pistacchi tostati;
  • Sape e pepe q.b.

 

Procedimento per il pesce con verdure al cartoccio

  1. Mondare le verdure e tagliare le melanzane e le zucchine a fette di 1,5cm circa.
  2. Scottare in padella le zucchine, le melanzane e il sedano rapa per qualche minuto, facendo in modo che rimangano un po’ crude (concluderemo la cottura nel cartoccio).
  3. Dopodiché racchiudere in un cartoccio le verdure e il branzino cosparso in superficie con tutte le mandorle e i pistacchi.
  4. Chiudere il cartoccio e dieci minuti prima di servire infornare a 180°C.

 

Per la salsa yogurt basilico e zenzero

  • 350g di yogurt greco;
  • 60g di succo di limone;
  • 90g di foglie di basilico;
  • 15g di zenzero grattugiato.

 

Unire tutti gli ingredienti in un frullatore e mixare per 4-5 minuti.

 

Finitura del piatto

Aprire il cartoccio davanti ai commensali e cospargere di salsa yogurt e basilico.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del branzino con mandorle e pistacchi

 

 

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Sgombro marinato con caponata di verdure
Sgombro marinato con caponata di verdure

 

Chef Valentino Palmisano
Relais & Chateaux Palazzo Seneca – Ristorante Vespasia

 

La ricetta dello chef Palmisano per la realizzazione dello sgombro marinato con caponata di verdure.

 

Antipasto

 

Ingredienti (per dieci persone)

Per la marinatura dello sgombro:

  • 600 gr sgombro
  • 80 gr colatura di alici
  • 40 gr olio extravergine di oliva Gradassi

 

Per la caponata di verdure:

  • 125 gr zucchine (sbollentate)
  • 100 gr sedano nero di Trevi (sbollentato)
  • 30 gr concasse di pomodoro
  • 10 gr passata di pomodoro San Marzano IGP
  • 25 gr olive verdi di Gaeta
  • 15 gr cipolla rossa brunoise (da cuocere insieme ad aceto e zucchero fino a che non caramella)
  • 10 gr zucchero semolato
  • 30 gr aceto di vino bianco
  • 10 gr capperi di Pantelleria
  • 10 gr pinoli tostati
  • 20 gr olio extra vergine di oliva Gradassi
  • Sale q.b.

 

Per la salsa al prezzemolo:

  • 75 gr prezzemolo (solo le foglie)
  • 30 gr olio extravergine di oliva Gradassi
  • 1 aglio sbollentato
  • 10 gr colatura di alici

 

Per la gelatina di peperoni:

  • 300 gr peperoni rossi

 

Preparazione

Per lo sgombro marinato:

pulire lo sgombro dalle lische e la pelle tipo pellicola, marinare lo sgombro con colatura e olio e metterlo per 12 ore sottovuoto.

 

Per la caponata di verdure:

tagliare tutte le verdure, cuocerle come indicato e mescolarle delicatamente.

 

Per la salsa di prezzemolo:

cuocere le foglie di prezzemolo in acqua e frullare con l’aglio sbollentato e setacciare tutto.

 

Per la salsa di peperoni:

avvolgere i peperoni in un foglio di carta alluminio e cuocere in forno a 180° per 40 minuti, far raffreddare e togliere la pelle e i semi, frullare i peperoni e setacciare la salsa.

 

Comporre il piatto con lo sgombro, la caponata e le salse di accompagnamento.

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dello sgombro marinato con caponata di verdure

 

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Mousse al cioccolato e inserto di lamponi
Mousse al cioccolato e inserto di lamponi

 

Chef Valentino Palmisano
Chef Valentino Palmisano
Relais & Chateaux Palazzo Seneca – Ristorante Vespasia

 

La ricetta dello chef Palmisano per la realizzazione della mousse di cioccolato e inserto di lamponi.

 

Dolce

 

Ingredienti (per 4 persone)

 

Per la mousse al cioccolato:

  • 200 gr cioccolato fondente al 70%
  • 150 ml acqua
  • 150 gr meringa

 

Per la meringa:

  • 80 gr albume
  • 15 ml acqua
  • 45 gr zucchero

 

Per la gelatina di lamponi:

  • 200 gr lamponi freschi
  • 20 ml acqua
  • 1,5 fogli di agar agar
  • 100 gr cioccolato fondente al 70%

 

Preparazione

 

Per la meringa:

mescolare lo zucchero e l’acqua e portarlo a 121°C e aggiungere a filo lo zucchero ai bianchi d’uovo pre-montati, una volta aggiunto tutto lo zucchero sciolto far montare la meringa fino a farla raffreddare.

 

Per la mousse:

In una pentola far bollire l’acqua, spegnere il fuoco e aggiungere il cioccolato mescolarlo fino ad ottenere un composto omogeneo, mettere in frigo il composto per almeno 3 ore e successivamente montarlo con la planetaria, una volta montato aggiungere la meringa delicatamente.

 

Per la gelatina di lamponi:

frullare i lamponi e passarli in un passino per eliminare i semi, in un pentolino far bollire l’acqua e aggiungere l’agar agar e incorporare immediatamente alla purea di lamponi, porre il liquido in stampi a semisfere e far raffreddare in frigo.

 

Per il montaggio finale:

in uno stampo a sfera intera versare la mousse e porre al centro la gelatina e versare la restante mousse fino a riempire lo stampo. Mettere in congelatore e sciogliere il cioccolato restante a bagno marina, una volta che la mousse sarà congelata immergere la mousse nel cioccolato per 3 secondi a aspettare che il cioccolato rapprenda, mettere la mousse ricoperta di cioccolato in frigo per 1 ora e poi servire.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della mousse al cioccolato e inserto di lamponi

 

 

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pollo con farcia di cicoria e timo
Pollo con farcia di cicoria e timo

 

Chef Valentino Palmisano
Chef Valentino Palmisano
Relais & Chateaux Palazzo Seneca – Ristorante Vespasia

 

La ricetta dello chef Palmisano per realizzare il pollo con farcia di cicoria e timo.

 

Secondo piatto

 

Ingredienti (per 4 persone)

Per la farcia di pollo:

  • 150 ml acqua
  • 120 gr cosce di pollo
  • Sale q.b.
  • 30 gr albume
  • 90 gr cicoria
  • 2 gr timo fresco

 

Per la salsa:

  • 700 gr ossa del pollo
  • 3 L acqua
  • 40 gr scalogno
  • 1 gr alloro
  • 1 gr pepe lungo
  • 5 gr timo

 

Per la millefoglie di bieta e patate:

  • 250 gr patate di pietralunga
  • 150 gr bieta a foglia larga
  • 50 gr olio extra vergine di oliva
  • 1 gr origano
  • Sale q.b.

 

Preparazione

  1. Disossare il pollo lasciando la pelle sui petti. Disossare le cosce privandole della pelle.

Per la farcia

  1. sbollentare la cicoria in acqua salata, strizzarla bene e tritarla finemente, frullare le cosce con tutti gli ingredienti eccetto la cicoria, una volta ottenuto un composto omogeneo setacciarle privandole di tutti i nervi e tendini, mescolare la cicoria e il timo con il composto delle cosce.
  2. Alzare la pelle dei petti e con una spatolina stendere la farcia in maniera omogenea e ricoprire con la pelle.
  3. Inserire il petto farcito in un sacchetto sottovuoto e chiuderlo eliminando il 100% dell’aria.

 

Per la salsa

  1. cuocere le ossa in forno a 200° per circa 45 minuti.
  2. Successivamente mettere tutti gli ingredienti della salsa in una pentola e cuocere fino a ridurre l’acqua a metà senza mai far bollire il composto.
  3. Setacciare accuratamente utilizzando un etamina e continuare a cuocere la salsa fino ad ottenere una consistenza cremosa.

 

Per la Millefoglie

  1. pelare le patate e tagliarle con l’aiuto di una mandolina per lungo e condirle con sale e olio.
  2. Pulire la bieta eliminando lo stelo e condirle come le patate.
  3. In una pirofila stendere le patate a fette e coprirle con la bieta stendendola a sua volta, continuare fino a che le patate e la bieta non saranno finite.
  4. Cuocere in forno a 180° per circa 25 minuti.

 

Per completare il piatto

  • cuocere la faraona in un sous vide per 24 minuti a 64°,
  • in una padella calda arrostire il pollo solo dalla parte della pelle per circa 2 minuti facendo pressione sul petto con un’altra padella per non farla arricciare,
  • tagliare il pollo e porla sul piatto con la millefoglie e aggiungere la salsa.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del pollo con farcia di cicoria e timo

 

 

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crostino al grano saraceno, sgombro marinato in ceviche, lenticchie nere e tè verde
Crostino al grano saraceno, sgombro marinato in ceviche, lenticchie nere e tè verde

 

Chef Juan Quintero
Chef Juan Quintero
Executive Chef
Hotel Borgo San Felice

 

La ricetta dello chef Quintero per la realizzazione del crostino al grano saraceno, sgombro marinato in ceviche, lenticchie nere e tè verde.

 

Antipasto

 

Ingredienti

Per il pane (base)

  • 100g Farina di grano saraceno integrale
  • 100g Farina di segale integrale
  • 60g Yogurt greco
  • 150ml Latte di mandorla
  • Sale q.b.
  • 25ml Olio di semi di lino
  • 5g Bicarbonato
  • 5g Lievito chimico

 

Per lo sgombro marinato

  • 50g Sgombro fresco
  • Sale q.b.
  • 3g Zucchero integrale
  • 10ml Limone

 

Per l’insalatina di lenticchie nere e semi

  • 80g Lenticchie nere beluga
  • 20g Semi di Chia
  • 15ml Succo di limone
  • 10g Scalogno
  • 15g Peperone verde
  • 5g Dragoncello
  • Sale q.b.

 

Per la finitura

  • 20g Formaggio di capra magro
  • Erbette: Dragoncello, acetosella

 

Preparazione

Per il pane di grano saraceno

  1. Unire tutti gli ingredienti in una bowl e mescolare con l’aiuto di una frusta. Versare il composto in un contenitore e cuocere in forno a 185 gradi per 20 min.
  2. Lasciare raffreddare per poi procedere a tagliare le fette che servono per il crostino.

 

Per lo sgombro

  1. Marinare il pesce con il sale, lo zucchero e il limone dopo averlo sfilettato.
  2. Dopo 10 min ritirare il pesce e porzionarlo a seconda della grandezza del crostino e della quantità che se ne vuole aggiungere.

 

Per l’insalata di lenticchie nere

  1. Cuocere le lenticchie in una pentola coperta con l’aiuto di un po’ di acqua in modo da mantenere intatta la pelle.
  2. Aggiungere acqua costantemente finché non sono al dente. Spegnere il fuoco e lasciare raffreddare.
  3. Una volta fredde formare l’insalata con le lenticchie, i vegetali crudi tagliati a dadi, le erbe, i semi, il limone e l’olio.
  4. Condire prudentemente con sale.

 

Per l’assemblaggio disporre una base di pane, guarnire con un po’ di formaggio magro di capra e ultimare sopra con l’insalata di lenticchie.

 

 

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Zucca infornata e puntarelle
Zucca infornata e puntarelle

 

Chef Fabio Abbattista
Chef Fabio Abbattista
Executive Chef
L’Albereta Relais & Chateaux

 

La ricetta dello chef Abbattista per realizzare la zucca infornata e puntarelle.

 

Contorno

 

Ingredienti (per due persone)

Per la salsa di acciughe:

  • 100 gr di filetti di acciughe sott’olio
  • 50 gr di capperi dissalati
  • 40 gr di aceto di vino bianco
  • 150 gr di olio extravergine d’oliva
  • 20 gr di acqua

 

Per la zucca infornata:

  • 250 gr zucca mantovana
  • Erbe tritate (1 rametto di rosmarino, 1 rametto di timo, 1 rametto di salvia. 1 rametto di santoreggia)
  • Sale fino q.b.
  • Olio extra vergine di oliva

 

Preparazione

Per la salsa di acciughe

Emulsionare tutti gli ingredienti al mixer.

 

Per le puntarelle

Mondare le puntarelle, dividerle per grandezza e cuocerle sottovuoto 10 min. a 90°c.
Tagliarle a bastoncini e condirle con la salsa di acciughe.

 

Per la zucca infornata

Tagliare la zucca a spicchi mantenendo la buccia, spolverare di erbe ogni spicchio di zucca e condire con l’olio e il sale.
Avvolgere lo spicchio di zucca con l’alluminio e cuocere per 20 minuti a 190°.
Terminare ripassando i due spicchi di zucca alla griglia.

 

Presentazione
Tagliare finemente le puntarelle, condirle con la salsa acciugata e porle sugli spicchi di zucca alle erbe infornata.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della zucca infornata e puntarelle

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su filetti di acciughe sott’olio, capperi, aceto, olio EVO, zucca, rosmarino, timo, salvia, santoreggia, puntarelle

bavette con rapa rossa e alici
Bavette con rapa rossa e alici

 

Chef Valentino Palmisano
Relais & Chateaux Palazzo Seneca – Ristorante Vespasia

 

La ricetta dello chef Palmisano per la realizzazione delle bavette con rapa rossa e alici

 

Primo piatto

 

Ingredienti (per quattro persone)

  • 320 gr bavette
  • 400 gr rapa rossa (con buccia)
  • 4 L acqua
  • 5 gr alga konbu
  • 8 gr alici (filetti)
  • 2 gr succo di limone
  • 5 gr colatura di alici
  • 3 gr dragoncello
  • 10 gr olio extra vergine di oliva
  • 100 gr yogurt bianco non zuccherato (asciugato bene)
  • 5 gr succo di limone

 

Preparazione

  1. Lavare bene le rape e metterle a bollire con l’alga kombu fino a che le rape non saranno bene cotte.
  2. Successivamente conservare l’acqua e pelare le rape, frullare le rape fino ad ottenere una purea liscia.
  3. Mescolare lo yogurt con il limone, mettere il composto in un panno e lasciarlo colare per almeno 12 ore.
  4. Cuocere la pasta in circa 700 gr di acqua di rapa rossa per circa 8 minuti (all’occorrenza aggiungere altra acqua già calda come se fosse un risotto).
  5. Una volta che l’ acqua sarà completamente evaporata e la pasta quasi cotta aggiungere i filetti di acciughe tagliate a pezzetti e la purea di rapa rossa insieme a qualche goccia di limone, se la pasta risultasse mancante di sale aggiungere un po’ di colatura di alici.
  6. Nel piatto porre 15 gr di yogurt e adagiare la pasta mantecata con un filo di olio, finire con un po’ di dragoncello fresco.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle bavette con rapa rossa e alici

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su pasta, rapa rossa, alga kombu, alici, limone, dragoncello, olio EVO, yogurt

risotto ai funghi porcini e fava tonka
Risotto ai funghi porcini e fava tonka

 

Chef Fabio Abbattista
Chef Fabio Abbattista
Executive Chef
L’Albereta Relais & Chateaux

 

La ricetta dello chef Abbattista per realizzare il risotto ai funghi porcini e fava tonka.

 

Primo piatto

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • 160  gr riso carnaroli (riserva San Massimo)
  • 5 dl brodo ai funghi porcini (ottenuto dai ritagli dei porcini fatti bollire con l’acqua)
  • 100 gr funghi porcini
  • 20 gr olio extra vergine d’oliva
  • 20 gr ricotta fresca di capra
  • 1 fava tonka
  • 1 rametto menta
  • sale
  • pepe bianco

 

Preparazione

  1. Tostare il riso con l’olio, bagnare con un mestolo di brodo di porcini e il sale.
  2. Incorporare immediatamente i funghi porcini tagliati a cubetti piccoli.
  3. Cuocere per 13 min.
  4. Mantecare il riso con l’olio, la ricotta fresca di capra, la menta tagliata a julienne, il pepe bianco macinato e rettificare di sale.
  5. Stendere il risotto sul piatto e grattugiare sopra la fava tonka.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del risotto ai funghi porcini e fava tonka

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso, funghi porcini, olio EVO, ricotta di capra, fava tonka, menta, pepe

test 35

test 35

test 34

test 34

Diario per l’automonitoraggio dell’alimentazione

Scarica il file pdf che trovi qui sotto sul “DIARIO PER L’AUTOMONITORAGGIO DELL’ALIMENTAZIONE” per iniziare subito a prendere nota del tuo stile di vita.

 

Compila almeno 3 giorni, di cui 2 feriali e 1 festivo, o meglio ancora una settimana. Mostra il diario al tuo medico o al tuo nutrizionista, con i dati da te raccolti potrà consigliarti in maniera ancora più puntuale!

 

N.B. Oltre ai consumi alimentari, nel diario è presente uno spazio per riportare il movimento svolto durante la giornata ed eventuali osservazioni o sintomi che ritieni utili annotare.

Se hai intenzione di far vedere il tuo diario al medico o al nutrizionista, indica anche la quantità di alimenti consumati, se non sei sicuro/a sul peso degli alimenti indica la porzione aiutandoti con le misure casalinghe (es. 1 piatto raso di pasta, ½ tazza di latte, una manciata di mandorle ecc…).

 

Clicca qui per scaricare il DIARIO PER L’AUTOMONITORAGGIO DELL’ALIMENTAZIONE in pdf

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

Aumento di peso – cosa fare

È bene precisare che leggeri aumenti di peso, specie in soggetti normopeso, possono essere tollerati, tuttavia aumenti significativi possono influenzare lo stato di salute della persona e la sua capacità di affrontare le terapie e la successiva ripresa.

 

La possibilità di incorrere in tale effetto collaterale non deve in alcun modo incoraggiare l’inizio di diete fai da te o diete estreme.

 

L’aumento del peso può essere gestito efficacemente da personale qualificato in maniera sicura e salutare sia durante che dopo le cure.

 

Aumento di peso: cosa fare?

 

Ecco alcuni consigli:

 

  • Rivolgersi sempre al proprio oncologo o al medico curante per una valutazione oggettiva del proprio stato di salute rispetto alle terapie in corso;

 

  • Un appropriato counselling nutrizionale svolto da un dietista o un nutrizionista di riferimento può essere utile per modificare la propria alimentazione attraverso scelte più salutari;

 

  • In presenza di ritenzione idrica fare attenzione all’eccesso di sale nella dieta sia aggiunto per la preparazione e il condimento dei cibi, sia quello presente negli alimenti conservati;

 

  • Mantenersi attivi attraverso l’esercizio fisico, anche se minimo, può contribuire al bilancio energetico ed inoltre, da recenti studi, sembra essere di beneficio alla gestione dei sintomi della fatigue;

 

 

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Terapie oncologiche che causano aumento di peso

Le terapie oncologiche che causano un aumento del peso sono ad esempio la terapia ormonale, la chemioterapia e la chirurgia, soprattutto in quelle sedi tumorali legate a fattori ormonali.

 

Terapia ormonale

L’aumento di peso è più frequente in pazienti con tumore al seno, alla prostata o alle ovaie, le cui terapie oncologiche, in particolare la terapia ormonale, possono determinare un incremento di peso.

 

Quest’ultimo si osserva frequentemente nelle donne in post-menopausa in terapia ormonale con inibitori dell’aromatasi o tamoxifene, come conseguenza diretta di un calo dei livelli di estrogeni.

L’aumento di peso delle pazienti con questa terapia oncologica può contribuire ad aumentare il rischio cardiovascolare, unitamente all’altro effetto collaterale tipico di questi agenti: l’aumento del colesterolo LDL.

 

Anche la terapia ormonale impiegata per il cancro alla prostata può influire sul profilo di rischio cardiovascolare determinando aumento del peso corporeo, in particolare del grasso sottocutaneo, dislipidemia e riduzione della sensibilità all’insulina.

È bene quindi monitorare periodicamente il profilo lipidico, la pressione arteriosa e il peso corporeo dei pazienti in trattamento con terapia ormonale e suggerire modifiche dello stile di vita per ridurre il rischio cardiovascolare.

 

Chemioterapia e farmaci steroidei

La chemioterapia e l’utilizzo di farmaci steroidei possono inoltre influire sull’aumento di peso, spesso incidendo oltre che sul tessuto adiposo anche sui liquidi, determinando ritenzione idrica o in alcuni casi edema.

 

I farmaci steroidei possono inoltre aumentare l’appetito, tale sensazione può portare a far mangiare più del necessario.

 

La chemioterapia e la radioterapia influenzano indirettamente l’aumento di peso, promuovendo la fatigue nel paziente, che ridurrà ulteriormente i propri livelli di attività fisica.

 

Chirurgia

Nelle donne, la chirurgia delle ovaie o dell’utero può portare a menopausa. La menopausa causa un repentino cambiamento nell’assetto ormonale e del metabolismo con possibili cambiamenti nella composizione corporea, in particolare nella distribuzione della massa grassa.

 

Il sovrappeso nelle donne con tumore al seno rappresenta un fattore prognostico sfavorevole, aumentando il rischio di recidiva.

 

Il mantenimento di un peso corporeo adeguato rappresenta quindi un importante strumento di prevenzione secondaria oltre che primaria.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Domande Frequenti

1. Il modo di cucinare può influire sullo sviluppo del tumore?

I metodi di cottura ad alte temperature, come la cottura alla brace o alla griglia, favoriscono la produzione di composti potenzialmente cancerogeni come le amine eterocicliche e gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA).

Tuttavia una grigliata ogni tanto non basta per farci ammalare!
È bene limitare la frequenza delle grigliate alle occasioni veramente importanti, evitando una cottura eccessiva della carne e sempre rimuovendo le parti carbonizzate. Sarebbe inoltre opportuno scartare tagli di carne molto grassi che, colando sulla brace, danno origine a fiammate, e al contatto con la carne determinano una maggior produzione di sostanze tossiche.

L’utilizzo di marinature a base di erbe aromatiche può contribuire a ridurre la produzione degli IPA in cottura. Se si include nel pasto una porzione di frutta e verdura, ricche in antiossidanti e fibre, si può attenuare l’effetto ossidante della carne alla brace, riducendo al minimo i tempi di permanenza nell’intestino di eventuali sostanze tossiche.

Un altro metodo a rischio risulta essere la frittura, durante la quale si produce acrilamide, una sostanza potenzialmente cancerogena per l’uomo. Sebbene non ci siano ancora dati certi, le autorità scientifiche consigliano di limitarne il consumo. Quindi frittura occasionalmente, utilizzando preferibilmente olio d’oliva o olio di arachidi, poiché più stabili alle alte temperature, grazie al loro contenuto elevato in acidi grassi monoinsaturi.

Contrariamente a ciò che si è soliti pensare, la cottura al microonde non risulta essere pericolosa per la salute e non provoca il cancro.

Il cibo scaldato al microonde non è radioattivo, perché produce radiazioni a bassa energia e non ionizzanti. Anzi, nella cottura al microonde alcuni cibi, cuocendo senza acqua e in breve tempo, conservano maggiormente il loro contenuto in micronutrienti e fitocomposti.

In generale le cotture preferibili sono quelle al vapore, al forno, al microonde e in padella con acqua, per tempi brevi.

 

2. Esistono indicazioni alimentari specifiche in base alla tipologia di tumore?

Si, esistono indicazioni alimentari specifiche per tipologia di tumore. Ogni tipo di tumore rappresenta infatti una patologia a sé stante con specifiche caratteristiche, risulta quindi fondamentale adattare le strategie nutrizionali alla sede tumorale, al trattamento farmacologico e agli eventuali effetti collaterali da esso provocati.

Tuttavia il cancro è una patologia nella quale entrano in gioco numerosi fattori strettamente legati alle caratteristiche dell’individuo che valgono per qualsiasi tipo di tumore: dieta, attività fisica, peso corporeo, fumo. A tal proposito sono state elaborate dal Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro 10 raccomandazioni generali  valide sia per la prevenzione che durante la malattia.Ci sono ovviamente tumori più sensibili all’effetto del cibo, come confermato dal grande studio EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition), e sono quelli che colpiscono l’apparato gastrointestinale. Tuttavia sappiamo che l’alimentazione influisce in generale sullo stato dell’intero organismo, promuovendo o meno lo sviluppo della malattia in qualsiasi altra sede.

Ricordiamo inoltre che per ogni tipo di tumore ci sono tanti altri fattori, oltre l’alimentazione, che possono aumentare il rischio di insorgenza, quali il sesso, l’età, la predisposizione genetica. Per saperne di più consulta la sezione “Indicazioni su dieta e stili di vita per sede tumorale”.

 

3. Cosa fare per perdere peso durante la terapia ormonale?

Per recuperare il normopeso durante la terapia ormonale è fondamentale avere uno stile di vita sano e attivo. Per prima cosa è importante svolgere attività fisica di qualsiasi tipo, purchè diventi un’abitudine quotidiana: camminata, cyclette, nuoto, ballo… iniziando a piccole dosi, 20-30 minuti ad esempio, per poi aumentare gradualmente, secondo il grado di allenamento, la durata e l’intensità.

Per smaltire i chili di troppo è importante inoltre intervenire sull’alimentazione, specie dopo la menopausa, quando l’organismo tende maggiormente all’accumulo di massa grassa. Diamo quindi un taglio agli zuccheri semplici contenuti in dolci, succhi di frutta e alcolici, che non saziano, ma apportano solo calorie vuote, alimentando i depositi di grasso.Risulta importante strutturare la giornata a tavola secondo le regole del “Piatto Sano”, un’innovazione della piramide alimentare studiata per prevenire e combattere le malattie della società del benessere, tra le quali il cancro. Il “Piatto Sano” si suddivide in 4 parti: verdure e ortaggi, frutta di stagione, cereali e derivati, preferibilmente integrali e fonti proteiche animali (pesce, carne bianca, uova, formaggi freschi magri) o vegetali (legumi), privilegiando le seconde alle prime. Da limitare invece carni rosse, insaccati e formaggi stagionati, poiché ricchi di grassi saturi e sale. I condimenti consigliati sono olio extra vergine di oliva e spezie, da ridurre invece il consumo di sale, grassi animali e salse troppo elaborate.

Vanno sempre evitati i rimedi “fai da te” e sarebbe sempre meglio rivolgersi ad uno specialista della nutrizione per un piano nutrizionale personalizzato.

 

4. Esistono cibi anti-tumorali?

Nessun alimento da solo è in grado di proteggerci da una malattia multifattoriale come il cancro o al contrario di provocarne l’insorgenza. Sono la qualità, la quantità e la frequenza degli alimenti che riescono a modulare il rischio neoplastico, quello che si chiama “pattern alimentare”, come la Dieta Mediterranea. Diete ricche di fibre e vegetali sembrano avere un ruolo protettivo, mentre un eccessivo consumo di carni rosse, insaccati e cibi ipercalorici, abuso di alcol, sovrappeso, obesità e scarsa attività fisica fanno lievitare il rischio di un tumore.

Il consumo regolare di fibra è infatti associato in maniera convincente ad una riduzione del rischio di tumore del colon-retto. Risulta fondamentale quindi aumentare il consumo di cereali integrali, verdura, frutta e legumi per coprire il fabbisogno di fibra raccomandato, pari a circa 25-30 grammi al giorno.

Tuttavia alcuni alimenti, grazie alla presenza di preziose molecole, risultano avere un particolare effetto protettivo. Carote, pomodori, peperoni, zucca, anguria e albicocche contengono tante varietà di carotenoidi, micronutrienti che sembrano proteggerci dal tumore del polmone, tuttavia le evidenze sono ancora limitate.

Il WCRF ha recentemente evidenziato che bere abitualmente caffè può ridurre il rischio di cancro al fegato ed endometrio. Latte e yogurt inoltre rappresentano un probabile fattore di riduzione del rischio di cancro del colon-retto, sia per gli uomini sia per le donne.

 

5. È vero che l’aloe ha un’azione anti-tumorale?

No, non esistono studi scientifici che dimostrano un ruolo anti-tumorale dell’aloe. Le teorie secondo le quali questa pianta sarebbe in grado di curare molti tipi di tumore, anche quelli in fase avanzata, non sono scientificamente dimostrate. Sono tutt’ora in corso ricerche sugli effetti di alcuni composti contenuti in questa pianta, ma non c’è ancora nessun dato sull’uomo.

Non esistono ad oggi prove certe che l’aloe e i suoi derivati siano in grado di eliminare o ridurre gli effetti collaterali delle terapie oncologiche, come i danni cutanei da radioterapia o la mucosite. Tuttavia l’utilizzo a livello cutaneo di gel a base di aloe non è pericoloso e può essere utile per curare piccole ferite e lievi ustioni.È importante sottolineare che i principi attivi della pianta possono talvolta causare notevoli disturbi all’organismo, specialmente a carico del sistema gastrointestinale, come ad esempio diarrea, dolore addominale, nausea e vomito, provocati soprattutto dalla presenza di antrachinoni, molecole con potente azione lassativa. I derivati dell’aloe possono oltretutto interferire con altri principi attivi di farmaci o integratori a base di erbe, provocando ad esempio problemi alla coagulazione del sangue. Inoltre i soggetti allergici a cipolla, aglio, tulipani e piante simili, se utilizzano prodotti a base di aloe, sono a rischio di reazioni incrociate.

Capsule, compresse e sciroppi a base di aloe possono provocare nell’organismo gravi effetti collaterali. È assolutamente sconsigliato e pericoloso sospendere la terapia oncologica o assumere contemporaneamente questa sostanza o suoi derivati. Prima dell’utilizzo quindi si consiglia sempre di consultare il medico.

 

6. Il latte va evitato dopo un tumore?

No, non esistono evidenze scientifiche che il latte e i suoi derivati debbano essere esclusi dalla dieta in caso di tumore. Al contrario ci sono evidenze che mostrano come questi alimenti (nelle quantità raccomandate dalle linee guida) sembrano avere un moderato effetto protettivo. Ad oggi quindi non esiste alcuna dimostrazione che il consumo di latte e derivati, in quantità adeguate, possa contribuire alla comparsa o alla progressione della malattia.

Tuttavia si raccomanda di avere prudenza con i derivati del latte, in particolar modo i formaggi stagionati, più ricchi di grassi saturi e sale. Le linee guida per la popolazione italiana suggeriscono 1-2 porzioni al giorno tra latte e yogurt, dove una porzione è costituita da 125 g, e 2 porzioni di formaggi a settimana, preferendo quelli freschi e magri, con un contenuto di grassi inferiore al 25%, possibilmente a ridotto contenuto di sale, facendo sempre attenzione al contenuto presente in etichetta.

 

7. Gli zuccheri possono influire sullo sviluppo del tumore?

Non ci sono evidenze che dimostrano una relazione diretta tra il consumo di zucchero e l’insorgenza di cancro, tuttavia lo zucchero rappresenta un fattore di rischio oncologico indiretto: l’eccesso di zuccheri semplici può cioè favorire lo sviluppo di sovrappeso e obesità, a loro volta direttamente implicati in molte patologie cronico degenerative tra le quali 12 tipi di tumori.

Non c’è differenza inoltre tra zucchero bianco, di canna o grezzo. Lo stesso vale per sciroppo d’acero o d’agave, miele, malto e fruttosio: in fatto di zuccheri semplici quello che conta è la quantità, che andrebbe sempre tenuta sotto controllo. I dolcificanti artificiali, come l’aspartame, non apportano calorie, ma neppure benefici sostanziali, in quanto non aiutano l’organismo ad abituarsi al gusto meno dolce. Le bevande dolci inoltre (come le bevande gassate, il tè freddo e i succhi di frutta) hanno un ruolo cruciale nell’aumento del peso, soprattutto se consumate con regolarità. Il consiglio per la prevenzione di sovrappeso e obesità, e quindi indirettamente di molti tipi di cancro, è quello di non consumarle.Infine, altre fonti di zuccheri semplici che andrebbero limitate sono rappresentate da yogurt aromatizzati, biscotti, dolciumi vari e creme spalmabili. L’unica fonte di zuccheri che fa eccezione è la frutta, poiché grazie alla presenza di fibra, micronutrienti e fitocomposti influisce positivamente sulla salute.

Non ci sono quindi dati scientifici tali da consigliare l’esclusione completa dello zucchero dalla dieta, neppure da quella dei pazienti oncologici. In generale è bene provare ad abituarsi ad un gusto meno dolce, riducendo gradualmente l’aggiunta di zucchero (da qualsiasi fonte) nel tè o nel caffè fino alla completa eliminazione, o ancora sostituendo gli yogurt aromatizzati con quelli bianchi senza zuccheri, aggiungendo eventualmente frutta fresca e secca.

 

8. Quali sono le proprietà della soia e che ruolo ha nello sviluppo di un tumore?

La soia rappresenta una delle più abbondanti fonti di proteine vegetali, con una concentrazione del 37% rispetto al contenuto totale. I benefici che questo legume apporta sono attribuibili ai fitoestrogeni (isoflavoni, cumestani e lignani), molecole con struttura chimica e funzione molto simile agli estrogeni femminili. La soia ne contiene circa 100 tipi differenti tra i quali genisteina, daidzeina e gliciteina.

I fitoestrogeni sono contenuti in piccole concentrazioni in diversi altri alimenti di origine vegetale come legumi, cereali integrali e verdure. Questi composti sembrano avere un ruolo vantaggioso per il sistema cardiovascolare nel modulare i livelli plasmatici di colesterolo, in particolar modo agendo sulla frazione LDL, ovvero quello “cattivo”.Il ruolo dei fitoestrogeni nello sviluppo del tumore è ancora molto dibattuto. In studi in vitro ed in vivo si sono osservate interessanti proprietà di questi composti, specialmente nei confronti dei tumori ormono-correlati: essi infatti sembrerebbero in grado di ridurre i livelli di ormoni sessuali, contrastando quindi lo stimolo alla proliferazione cellulare. Alcuni dati, al contrario, suggeriscono un probabile ruolo dei fitoestrogeni nella promozione del tumore o nell’interazione con gli effetti della terapia, ma non ci sono conferme.

Alcuni degli effetti sulla salute della soia possono dipendere dalla capacità del singolo individuo di convertire, nel tratto digestivo, l’isoflavone daidzeina nella sua forma attiva, l’equolo. Tale attività dipende dalla composizione del microbiota intestinale, quindi la capacità dei fitoestrogeni di ampliare o ridurre l’effetto degli estrogeni endogeni può cambiare notevolmente da soggetto a soggetto.

In attesa di ulteriori dati, gli esperti non ne vietano l’assunzione, neppure per chi ha avuto un tumore al seno. L’uso di integratori dietetici a base di fitoestrogeni non risulta necessario. Comunque in caso di assunzione il Ministero della Salute suggerisce un apporto giornaliero di fitoestrogeni non superiore agli 80 mg al giorno. In ogni caso è sempre bene rivolgersi al proprio medico oncologo prima dell’assunzione di qualsiasi integratore.

 

9. Esiste una relazione tra consumo di poliammine degli alimenti e rischio di recidiva?

Il ruolo delle poliammine nel rischio di recidiva non è ancora del tutto chiaro. Le poliammine sono molecole organiche essenziali in numerosi processi fisiologici, quali l’invecchiamento cellulare, la resistenza allo stress, la crescita e la morte cellulare.

Le poliammine presenti nel nostro organismo provengono da tre fonti diverse: gli alimenti, la sintesi ad opera dei batteri intestinali e la sintesi cellulare. È noto che vi sia un aumento della sintesi di poliammine nei tumori dei tessuti epiteliali e che esse siano assolutamente necessarie per il processo di crescita tumorale, ma il loro ruolo nella genesi del cancro non è ancora del tutto chiaro.Tuttavia, non risultano ancora studi clinici riguardanti il rischio di recidiva nell’uomo. L’esclusione di alimenti contenenti poliammine (arance, pompelmi, pomodori, melanzane, peperoni, molluschi bivalvi e frutti tropicali) dalla dieta di chi si è ammalato, tanto meno da quella di soggetti sani, non è ritenuta necessaria fino a quando non verrà giustificata da solide basi scientifiche.

 

10. L’acrilamide aumenta il rischio di cancro?

È probabile che l’acrilamide aumenti il rischio di cancro, ma gli studi sull’uomo sono ancora insufficienti per dare una risposta certa. L’acrilamide è una sostanza che si forma dalla reazione tra alcuni zuccheri e l’aminoacido asparagina, durante la cottura di alimenti che contengono amido (patate, biscotti, cereali, pane, caffè ecc.) ma solamente a temperature molto alte, come la frittura, la cottura in forno o alla griglia per periodi prolungati. Secondo l’EFSA, autorità europea per la sicurezza alimentare, tra gli adulti i cibi consumati a più alto contenuto di acrilamide sono i prodotti fritti a base di patate (fino al 49% dell’assunzione totale), seguiti dal caffè (34%) e dal pane morbido (23%).

Il fumo di sigaretta e alcuni ambienti di lavoro (industria della carta, industria tessile, fonderia, costruzioni) sono un’ulteriore fonte di acrilamide.L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato l’acrilamide tra i “probabili cancerogeni per l’uomo“, mentre l’EFSA, pur dichiarando che il rischio è molto basso, invita a limitarne il consumo, visto che non esiste una dose soglia al di sotto della quale si può stare completamente tranquilli.

La conservazione, la lavorazione e il metodo di cottura degli alimenti possono influenzare notevolmente la formazione di acrilamide e la conseguente esposizione: ad esempio mettere in ammollo le patate prima della cottura può ridurre anche del 40% la formazione di acrilamide.

Nella vita quotidiana si può ridurre la formazione di questo composto adottando piccoli accorgimenti: 1) Prediligere modalità di cottura a basse temperature, quali bollitura, cottura al vapore o in padella con acqua; 2) limitare ad occasioni saltuarie il consumo di alimenti fritti o cotti alla griglia; 3) scartare le parti bruciate dei cibi.

Una dieta bilanciata riduce in genere il rischio di esposizione ai potenziali rischi alimentari. Seguire una dieta equilibrata, con una più ampia varietà di alimenti, ad es. legumi, pesce, verdura e frutta, oltre a prodotti amidacei che possono contenere acrilammide, può aiutare i consumatori a ridurre l’assunzione di questa sostanza.

 

11. La dieta vegetariana: consigliata dopo un tumore?

Non ci sono specifiche indicazioni all’adozione di una dieta vegetariana dopo il tumore. Sicuramente gli esperti concordano sul fatto che l’aumento del consumo di alimenti di origine vegetale, per il loro elevato contenuto di composti protettivi e di fibra, apporti benefici sia in prevenzione che durante la malattia.

I ricercatori del progetto EPIC hanno concluso che non c’è una relazione diretta tra quantità di carne rossa, uova o latticini consumati e rischio di sviluppare un cancro del seno, mentre esiste con altri tipi di tumore, come quello del colon (soprattutto in relazione alla carne rossa e alla carne lavorata e conservata).Il maggior consumo di vegetali, specialmente di verdure a foglia verde, sembrano in generale contrastare l’insorgenza della malattia. Nel 2015 in uno studio della Loma Linda University è emerso che i vegetariani hanno un rischio ridotto del 22% di sviluppare qualsiasi tipo di cancro del colon-retto rispetto ai non vegetariani: sicuramente la fibra, contenuta in abbondanza nei vegetali, gioca il suo importante ruolo protettivo in questa patologia.

Tuttavia non è indispensabile eliminare totalmente gli alimenti di origine animale dalla dieta, ma sicuramente se ne consiglia una riduzione in favore di alimenti di origine vegetale, e in particolare di ridurre il consumo di carni rosse e lavorate. Il WCRF  suggerisce di non consumare più di 500 grammi alla settimana di carne rossa e di contenere il consumo di carne conservata in genere.

 

12. Quali sono le interazioni tra cibi e farmaci antitumorali?

Ad oggi c’è ancora molto da scoprire sull’interazione tra alimenti o singoli nutrienti e terapie oncologiche. Uno degli alimenti che influenza maggiormente l’azione di molti farmaci, tra i quali gli antitumorali, è il pompelmo: sia intero che spremuto, aumenterebbe la biodisponibilità del principio attivo, determinando un effetto di sovradosaggio. Questa azione è esercitata da un gruppo di sostanze in esso contenute, le furanocumarine, in grado di inattivare in maniera irreversibile un enzima coinvolto nel metabolismo dei medicinali, provocando effetti collaterali anche gravi. La gravità dell’effetto dipende dall’individuo, ma già un bicchiere da 200 ml di succo o il frutto intero sono in grado di causare un’interazione.

La composizione dei pasti o specifici alimenti possono ridurre, aumentare o ritardare l’assorbimento di alcuni farmaci chemioterapici orali, interagendo con i meccanismi di trasporto e i sistemi enzimatici intestinali. La concentrazione ematica dell’etoposide orale ad esempio è ridotta del 50% quando assunto con succo di pompelmo; la contemporanea somministrazione dell’erlotinib e di pasti iperproteici o di alcuni vegetali richiede invece un aumento della dose del farmaco per ottenere la stessa efficacia. La disponibilità di lapatinib, farmaco impiegato nel tumore al seno, aumenta del 167% se assunto a stomaco pieno e i pasti ricchi in grassi ne aumentano i livelli del 325%.Anche specifici nutrienti possono interagire con i farmaci antitumorali: ad esempio i cibi ad alto contenuto di tiramina (formaggi, insaccati, carni e pesce affumicati o in salamoia, lievito, bevande alcoliche, frutta troppo matura, latte non pastorizzato, crauti, fave) devono essere evitati durante il trattamento con Procarbazina.

Altre sostanze sono invece in grado di migliorare la risposta al trattamento: i folati (presenti nelle verdure a foglia verde, crucifere, agrumi, frutta secca, cereali integrali, legumi) sembrano ridurre gli effetti tossici del Metotrexate.

Tuttavia ancora molto c’è da valutare riguardo l’interazione tra cibo e farmaci antitumorali. Poiché queste interferenze, molto complesse e non generalizzabili, possono aumentare il rischio di fallimento terapeutico e di effetti collaterali, risulta opportuno durante la terapia seguire attentamente le indicazioni contenute nel foglietto illustrativo del farmaco e rivolgersi al proprio oncologo prescrittore per qualsiasi dubbio riguardante le possibili interazioni del medicinale con cibi e bevande.

 

13. Cosa sono gli antiossidanti e che ruolo hanno?

Per “antiossidanti” si intende una classe di sostanze in grado di difendere il nostro organismo dall’azione dei radicali liberi o “specie reattive dell’ossigeno”, entità molecolari molto reattive e instabili.  Essi infatti sono in grado di sottrarre elettroni o atomi di idrogeno ad altre molecole organiche, compromettendone la funzione e sono responsabili, se prodotti in eccesso, della condizione di “stress ossidativo”, ovvero di squilibrio tra produzione ed eliminazione di specie chimiche ossidanti, associata all’insorgenza di moltissime patologie e implicata nei processi di invecchiamento cellulare.

Molti altri fattori contribuiscono all’incremento della produzione di radicali liberi nell’organismo: lo stress psicofisico, l’esercizio fisico intenso, il fumo, l’alcol, i farmaci, l’inquinamento, la prolungata esposizione solare, gli sbalzi termici, gli additivi, le sostanze tossiche presenti negli alimenti o sviluppatesi durante la cottura.Le cellule si difendono dalla produzione di queste molecole dannose attraverso diverse sostanze antiossidanti, alcune delle quali prodotte endogenamente dall’organismo, come la superossido dismutasi, la catalasi e il glutatione, altre provenienti dalla nostra dieta. Tra questi ultimi troviamo la vitamina C, la vitamina E, il licopene, il betacarotene, i polifenoli, la luteina, il selenio, contenuti principalmente in alimenti di origine vegetale come frutta e verdura. Ognuna di queste sostanze ha delle caratteristiche chimiche e biologiche differenti, pertanto i benefici per la salute sono dovuti alla loro azione sinergica. La loro concentrazione inoltre varia da alimento ad alimento e il loro effetto può essere influenzato dalla cottura e dalla conservazione dei cibi.

Alimenti conservati o cotti per lungo tempo presentano infatti una quantità notevolmente inferiore di queste sostanze rispetto ai prodotti freschi. L’assunzione di alimenti fonti di antiossidanti svolge un ruolo importante per la prevenzione di patologie cardiovascolari, tumori e malattie legate all’invecchiamento. L’adozione di una dieta varia, ricca specialmente in frutta e verdura, fornisce all’organismo la quantità di antiossidanti necessaria.

L’uso di supplementi a base di antiossidanti non risulta necessario, a meno che non vi siano carenze accertate. Queste molecole infatti, se assunte in eccesso, possono diventare addirittura pericolose per la salute. Prima di iniziare un’integrazione quindi, si consiglia sempre di consultare il parere del proprio medico.

 

14.Quali benefici apportano gli alimenti integrali per la prevenzione dei tumori?

Il consumo regolare di alimenti integrali apporta notevoli benefici per la salute. I cereali integrali, a differenza di quelli raffinati, mantengono tutte le componenti del chicco, conservando tutti i nutrienti in esso presenti, quali vitamine, minerali, proteine, grassi buoni (quando presente anche il germe) e fibre.

Queste ultime, del tipo insolubile, non vengono digerite dal nostro organismo e hanno la capacità di assorbire acqua, svolgendo diverse azioni vantaggiose: rallentano lo svuotamento gastrico, aumentando il senso di sazietà; aumentano il volume e la morbidezza delle feci; rallentano e diminuiscono l’assorbimento di zuccheri e grassi, riducendo l’indice glicemico dell’alimento; riducono il contatto tra la mucosa intestinale e composti potenzialmente dannosi; stimolano la crescita di microrganismi benefici per l’organismo; vengono fermentate dal microbiota intestinale producendo composti protettivi.La quantità giornaliera di fibra raccomandata dalla SINU equivale a circa 25 grammi al giorno per un adulto medio. Già con un’assunzione giornaliera di 10 grammi di fibra alimentare, sembra ridursi del 10% il rischio di tumore del colon-retto. Gli alimenti integrali inoltre, a più basso indice glicemico, sono associati a riduzione della circonferenza vita e del grasso addominale.

Per raggiungere la quota giornaliera di fibre raccomandata è opportuno:

  • consumare almeno una volta al giorno cereali integrali, specialmente in chicco;
  • consumare 2-3 porzioni di verdura al giorno (400 g); 2 porzioni di frutta al giorno; almeno 3 porzioni di legumi a settimana; 1 porzione di frutta secca in guscio al giorno (30 gr).

 

15. Dieta mediterranea e dieta vegetariana a confronto: quale scegliere?

A causa delle crescenti evidenze che dimostrano il legame tra un elevato consumo di carni rosse e lavorate e l’aumento del rischio di tumore al colon e di altre patologie, l’interesse nei confronti della dieta vegetariana è sicuramente aumentato.

La dieta vegetariana si suddivide in latto-ovo vegetarianesimo, che ammette il consumo di vegetali, latte, formaggi, uova, ma non di carne e pesce; il latto-vegetarianesimo, che esclude anche le uova; il veganismo, che elimina tutti i prodotti animali e prevede il consumo esclusivamente di alimenti vegetali.La dieta mediterranea si basa sul consumo prevalente di alimenti di origine vegetale come cereali integrali e derivati, verdura, legumi, frutta e sulla riduzione del consumo di alimenti ricchi di grassi saturi come carne (specialmente rossa e lavorata) e formaggi, a favore invece dei grassi insaturi, contenuti nel pesce e nell’olio extra vergine di oliva.

I due modelli alimentari hanno in comune diversi punti: sono entrambe ricchi in fibre, antiossidanti e grassi monoinsaturi, e assicurano un basso apporto di grassi saturi. Ad oggi non abbiamo molti dati sulle due diete a confronto e sul loro effetto nel tempo sullo stesso gruppo di soggetti. Sembrerebbero entrambe efficaci nella riduzione del peso corporeo e della percentuale di grasso, e svolgono tutte e due una funzione protettiva, riconducibile ai preziosi nutrienti che entrambe apportano all’organismo.

Sicuramente l’elevato consumo di alimenti vegetali e di fibre a discapito di quelli animali, ricchi di grassi saturi, caratteristiche riscontrabili in entrambi i modelli, svolge un ruolo fondamentale per la prevenzione di patologie cardiovascolari, diabete, obesità e cancro.

 

16. Che ruolo ha la carne nell’insorgenza dei tumori?

Nessuna patologia, neppure il cancro, è causata soltanto dal consumo di un singolo alimento. Anche la carne mangiata con moderazione non è nociva per la salute dell’uomo e apporta inoltre importanti nutrienti. Tuttavia esagerare porta spiacevoli conseguenze di salute ed ambientali.

Secondo la comunità scientifica, esiste una correlazione consistente tra aumento del rischio di cancro al colon ed elevato consumo di carne rossa e carne lavorata e conservata. I motivi per cui il consumo eccessivo di carne rossa aumenterebbe il rischio di tumore al colon sono ancora da definire: tra i meccanismi proposti, vi è il possibile ruolo del ferro eme, ferro in forma libera che può portare alla formazione di radicali liberi e attivare fattori di trascrizione e citochine proinfiammatorie.Un altro fattore importante sembra essere la cottura della carne, in particolare la cottura alla brace e alla griglia, durante le quali possono prodursi composti potenzialmente cancerogeni come amine eterocicliche e idrocarburi policiclici aromatici.

Nelle nuove raccomandazioni per la prevenzione del cancro il WCRF suggerisce di non superare le 3 porzioni di carne rossa a settimana e di consumare solo occasionalmente quella conservata (salumi, insaccati, affettati).

È bene inoltre preferire i metodi di cottura al vapore, al forno o in padella, limitando le grigliate ad occasioni saltuarie, evitando una cottura eccessiva della carne e rimuovendo sempre le eventuali parti carbonizzate.

 

17. Quali sono le fonti di proteine vegetali?

I gruppi di alimenti fonte di proteine vegetali sono i legumi, i cereali, la frutta secca a guscio, i semi oleosi. Il contenuto proteico ovviamente cambia da alimento ad alimento, fino a raggiungere i 37 grammi di proteine nella soia.

I legumi sono gli alimenti a più alto contenuto di proteine vegetali. Ciononostante la composizione delle loro proteine risulta diversa da quella delle proteine animali, a causa di una diversa presenza e quantità di aminoacidi essenziali (le più piccole unità che costituiscono le proteine).Le uova, il latte, la carne e il pesce sono invece fonti proteiche con una composizione ottimale in aminoacidi essenziali.

Gli amminoacidi mancanti nei legumi sono però contenuti nella frazione proteica dei cereali: dalla loro unione nasce un pasto dall’apporto proteico paragonabile per qualità e quantità a quello di una bistecca. I legumi sono un’ottima fonte non solo di proteine, ma anche di fibra e sali minerali, e apportano una piccola quota di grassi, per di più grassi insaturi, ovvero “buoni”.

Per la prevenzione in generale è bene consumare almeno 3-4 volte alla settimana fonti proteiche vegetali. I legumi possono essere consumati freschi, secchi o surgelati. Se si scelgono in scatola, devono essere sciacquati con abbondante acqua corrente per eliminare il sale in eccesso. Anche i prodotti a base di soia come tofu o tempeh possono rappresentare una valida alternativa una volta a settimana. Per gli hamburger o gli altri preparati vegetali è meglio invece leggere sempre bene l’etichetta ed accertarsi che non vi sia un eccesso di sale e/o di grassi.

 

18. È possibile ridurre il rischio di insorgenza di tumori solo attraverso l’alimentazione?

La sola alimentazione non è in grado di proteggerci da una malattia multifattoriale come il cancro, alla quale concorrono diversi fattori, come l’età, fattori ereditari, fattori ambientali e più in generale diversi aspetti dello stile di vita.

Sicuramente le cattive abitudini alimentari sono responsabili di circa 3 tumori su 10 che potrebbero essere evitati se si seguissero le raccomandazioni per la prevenzione oncologica del WCRF. Anche sovrappeso e obesità, sono considerati importanti fattori di rischio per 12 tipi di tumore.Inoltre esistono tumori più sensibili all’effetto del cibo e sono quelli che colpiscono l’apparato gastrointestinale, e in particolare l’esofago, lo stomaco, il colon-retto, il fegato: sembrerebbe che fino a tre quarti di questi tumori si potrebbero prevenire con un’alimentazione salutare.

Tuttavia la sola alimentazione non basta a proteggerci se non abbiamo uno stile di vita sano nel complesso: l’abitudine al fumo, la sedentarietà, l’esposizione al sole e ai raggi ultravioletti costituiscono altri importanti fattori di rischio.

 

19. Esistono alimenti che aumentano l’efficacia della terapia oncologica?

È ormai stato dimostrato da molti studi come lo stile alimentare influenzi il rischio di sviluppare un tumore, ma pochi studi hanno analizzato gli effetti della dieta sulla guarigione e la progressione della malattia.

Il WCRF nelle ultime raccomandazioni su dieta, nutrizione, attività fisica e cancro afferma che nei limiti dei pochi studi disponibili sulla prevenzione delle recidive, le raccomandazioni per la prevenzione alimentare del cancro valgono anche per chi si è già ammalato. Il mantenimento di un buon stato nutrizionale durante la malattia infatti aumenta l’efficacia della terapia.

Chi si è ammalato, se in sovrappeso o in sottopeso, ha più difficoltà a guarire. Nei pazienti affetti da malnutrizione infatti l’adozione di una dieta varia ed equilibrata, basata sul consumo principalmente di cereali integrali a basso indice glicemico, frutta, verdura, legumi, frutta secca e semi oleosi, eventualmente associata a supplementi nutrizionali, e uno stile di vita attivo migliorerebbero la risposta al trattamento e la sopravvivenza.

Le pro-antocianidine contenute nei frutti rossi e nell’uva, gli acidi grassi polinsaturi e il CoQ10 ridurrebbero invece, secondo alcuni studi di base, la cardiotossicità indotta da alcuni farmaci antitumorali (antracicline).

Mettendo in atto specifiche raccomandazioni nutrizionali in base al tipo di effetto collaterale provocato dalla terapia è possibile aumentarne la tollerabilità e migliorarne l’efficacia.  In generale, in attesa di ulteriori studi a riguardo, le raccomandazioni nutrizionali per chi è in terapia, se non consigliato diversamente dal proprio oncologo, coincidono con quelle formulate dal Fondo Mondiale della Ricerca sul Cancro per la prevenzione primaria.

 

20. Che ruolo ha l’attività fisica nel paziente oncologico?

L’attività fisica aiuta a rimanere in forma in tutte le fasce d’età, anche in chi è ammalato di cancro. Sembrerebbe che il rischio di sviluppo di cancro al colon nelle persone fisicamente attive sia inferiore del 30-40% rispetto alle persone sedentarie.

Muoversi infatti aiuta a mantenersi normopeso, ma aumenta anche la motilità intestinale, riducendo il tempo di contatto tra le sostanze potenzialmente dannose e la parete intestinale.30-60 minuti di attività fisica giornaliera aerobica di media intensità sono sufficienti per apportare benefici al mantenimento del peso corporeo, al metabolismo energetico, ai livelli di glicemia e insulina, allo stato infiammatorio e al sistema immunitario. Inoltre l’attività fisica anche leggera praticata durante la chemioterapia sembra ridurre il rischio di recidiva e di mortalità.

Il movimento risulta utile per ridurre e gestire gli effetti collaterali delle terapie come l’affaticamento, il dolore, la nausea e di conseguenza consente una maggiore tolleranza ai trattamenti e un recupero più rapido; aiuta inoltre a combattere ansia e depressione.

L’attività fisica più indicata durante i trattamenti, se si è in grado di svolgerla, risulta essere quella aerobica di moderata intensità come la camminata veloce, il nuoto, la bicicletta. Anche l’attività fisica, come l’alimentazione, deve essere dosata e personalizzata, quindi si sconsiglia il fai da te, ma si raccomanda di affidarsi a professionisti del settore per l’elaborazione di un programma di allenamento adatto alle caratteristiche e alle esigenze del singolo individuo.

 

21. Esistono alimenti realmente cancerogeni?

Le evidenze sul legame tra singoli alimenti e tumore sono ancora poche, molto probabilmente perché i singoli alimenti, benché abbiano un ruolo benefico, non vengono mai consumati da soli ma sempre all’interno di un pasto e in generale insieme ad altri alimenti. Ecco perché negli ultimi anni ci si sta orientando verso lo studio di “pattern alimentari”, per raccogliere informazioni sulle abitudini alimentari ma anche su altri fattori legati allo stile di vita, come il fumo, l’attività fisica, il peso. Sono stati identificati dei pattern protettivi, ovvero associati ad un minor rischio di cancro, come la Dieta Mediterranea.

Lo IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ha raggruppato le sostanze cancerogene di origine in 4 gruppi, sulla base del livello di cancerogenità dimostrato in studi scientifici. Nel gruppo 1 tra i cancerogeni umani certi troviamo sostanze di origine alimentare come l’acrilammide, l’etanolo, l’aflatossina B1 e le carni lavorate, nel gruppo 2, tra i cancerogeni probabili invece le carni rosse, i nitrati, i nitriti, il glifosato e le bevande bevute molto calde.Le sostanze elencate dallo IARC nel gruppo 1 e 2 però non sono sempre vietate, poiché il loro effetto cancerogeno dipende dalla dose. Una sostanza può risultare infatti cancerogena se assunta ad alte dosi, ma non alla dose con la quale l’uomo viene in contatto quotidianamente. Se consideriamo ad esempio le carni rosse e lavorate, benché siano classificate nei primi due gruppi, non devono essere escluse totalmente dalla dieta, ma gli esperti del WCRF suggeriscono un loro consumo controllato. È impossibile evitare la totale esposizione a queste sostanze, ma il consumo di una dieta varia e ben bilanciata consente di controllarne l’assunzione.

È la dose a fare la differenza.

 

22. Esistono alimenti alcalini in grado di influenzare il pH nell’organismo?

No, non esistono alimenti alcalini in grado di influenzare il pH dell’organismo. Nessun alimento infatti è in grado di modificare l’acidità o la basicità dei tessuti.

Tutte le sostanze si dividono in acide o basiche in base al valore del pH, che va da 0 per gli acidi più forti a 14 per le basi più forti. Ogni giorno quotidianamente il nostro organismo entra in contatto con sostanze acide (caffè, limone, aceto ecc.) o basiche (sapone, ammoniaca ecc.).Il pH del nostro organismo ha un valore medio di 7,4, mantenuto in equilibrio da meccanismi fisiologici molto efficienti come la respirazione o l’attività renale, che in caso di squilibrio riportano il pH ai valori di normalità. Quando questi meccanismi non funzionano bene si può generare uno stato di acidosi metabolica o alcalosi metabolica, condizioni che richiedono un immediato intervento medico poiché possono condurre anche alla morte.

Qualsiasi valore di pH abbiano gli alimenti che ingeriamo, anche i più alcalini, quando raggiungono lo stomaco vengono attaccati dai succhi gastrici, che sono fortemente acidi, e resi neutri o acidi prima di essere assimilati.

Gli studi che sostengono i benefici di una dieta alcalina si basano su teorie non scientifiche, che non hanno nessun nesso tra causa ed effetto. È impossibile modificare il pH dell’organismo poiché l’organismo è strutturato per evitare che ciò avvenga, poiché in tal caso si verificherebbero gravi danni.

Le diete alcaline non hanno alcun effetto di prevenzione o di cura del cancro per la loro azione sul pH. Sicuramente l’aumento del consumo di alimenti vegetali ha un ruolo protettivo nei confronti del cancro, ma non è di certo attribuibile alle modifiche del pH. Nessuna sostanza basica presente negli alimenti è in grado di modificare l’ambiente acido che si sviluppa intorno alla massa tumorale.

 

23. Quali sono i benefici del digiuno?

I benefici del digiuno nell’uomo sono attualmente materia di numerosi studi, volti ad ottenere effetti analoghi a quelli verificati sugli animali con la restrizione calorica.

Ridurre del 30% circa le calorie rispetto all’alimentazione “ad libitum” porterebbe, in diversi modelli animali tra cui i primati, ad un allungamento della vita, poiché in carenza di cibo l’organismo mette in atto un meccanismo di protezione: utilizza la poca energia rimasta per la conservazione delle cellule, attivando i cosiddetti geni della longevità, che impongono di sfruttare tutta l’energia disponibile per il mantenimento della salute, prolungando la durata della vita.Al contrario un eccesso di cibo innesca l’espressione dei geni dell’invecchiamento, con conseguente produzione di radicali liberi e infiammazione. Sono in corso studi sull’uomo per sperimentare forme di digiuno compatibili con una buona qualità di vita, ma si tratta di esperimenti e c’è ancora parecchia strada da percorrere prima di dare raccomandazioni precise alla popolazione.

Di certo è bandito il “fai da te”: il digiuno prolungato non si può seguire senza il controllo di un medico. Un digiuno protratto oltre le 12/13 ore può avere gravi conseguenze specialmente per i soggetti più “fragili” come bambini, anziani, donne in gravidanza, persone sottopeso o malate. Non esiste ancora una “posologia” di digiuno condivisa dalla comunità scientifica.

 

24. Esiste una relazione tra alimentazione e genetica nello sviluppo di un tumore?

Si, esiste una relazione tra alimentazione e genetica nello sviluppo del tumore.  Studi di nutrigenomica e nutrigenetica hanno evidenziato infatti che la predisposizione dell’individuo a sviluppare un tumore non risiede solo nel corredo genetico, ma anche nella capacità di determinati nutrienti di “accendere” o “spegnere” specifici geni.

Abitudini alimentari errate possono compromettere il meccanismo di difesa che l’organismo mette in atto, ovvero la “morte cellulare programmata” o apoptosi, e impedire il suicido della cellula malata che inizia così a proliferare.Certe sostanze, sul lungo periodo, possono influenzare l’espressione di uno o più geni, modificandone la funzione, senza alterarne la struttura. Alcune molecole presenti negli alimenti sembrerebbero addirittura in grado, secondo diversi studi di laboratorio, di inibire i geni dell’invecchiamento e attivare quelli della longevità: la quercetina, il resveratrolo, la curcumina, le antocianine, l’epigalocatechingallato, la fisetina, la capsaicina.

Le raccomandazioni nutrizionali in materia di prevenzione del cancro hanno però maggiore efficacia in alcune persone e meno in altre, poiché i geni di ogni individuo rispondono diversamente alle diverse componenti dei cibi. Sappiamo che esistono delle sostanze potenzialmente protettive, ma dobbiamo ancora conoscere in maniera approfondita i meccanismi con cui un alimento o un singolo nutriente agisce sulla cellula per capire a chi può essere utile. Probabilmente in futuro nuove scoperte di nutrigenomica ci aiuteranno a stabilire la dieta migliore per il singolo e a formulare consigli dietetici personalizzati per la prevenzione delle malattie.

 

25. Gli alimenti raffinati (come ad esempio le farine) sono dannosi?

Si, se assunti in abbondante quantità. È importante infatti sempre considerare frequenza e porzioni di consumo.

Per alimenti raffinati si intendono tutti quei prodotti sottoposti a ripetuti processi di lavorazione per migliorarne le caratteristiche e aumentarne il gusto, divenendo più adatti al consumo in termini di facilità di utilizzo e velocità di preparazione.Per renderli più appetibili e più facili da cucinare, questi cibi vengono spesso privati di sostanze nutritive importanti quali fibra, vitamine, sali minerali, acidi grassi essenziali. Inoltre per avere più sapore o durare più a lungo, vengono addizionati di additivi alimentari, zuccheri, grassi idrogenati e sale, il cui consumo andrebbe fortemente limitato.

Nel caso delle farine raffinate vengono allontanati in parte o del tutto gli strati esterni, la cosiddetta crusca, ed il germe, allo scopo di trattenere la parte più consistente del chicco: la mandorla amilifera, ricca di amido dalla cui macinazione si ottengono le farine e di conseguenza tutti i prodotti derivati. Con la raffinazione dei cereali quindi si perdono fibra, proteine, minerali e vitamine, acidi grassi e vari fitocomposti.

Un elevato consumo di cibi raffinati e ad alto contenuto calorico risulta strettamente correlato allo sviluppo di sovrappeso, obesità, diabete, patologie cardiovascolari e indirettamente anche il rischio di cancro per cui sovrappeso e obesità rappresentano un importante fattore di rischio.

Il WCRF, nelle ultime raccomandazioni in materia di dieta e cancro, ha ribadito l’importanza di evitarne il consumo, a favore invece di alimenti freschi e di stagione, ricchi di fibra e di molecole protettive per l’organismo.

 

26. Integratori alimentari e tumore: hanno reali benefici? Quali e quando possono essere assunti?

Secondo il Ministero della Salute gli integratori alimentari sono prodotti presentati in piccole unità di consumo come capsule, compresse, fialoidi e simili, a base di nutrienti o altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico, ideati e proposti per favorire il regolare svolgimento delle funzioni dell’organismo, senza alcuna finalità di cura.

Negli ultimi anni, in relazione al numero di formulazioni disponibili in commercio e alla loro composizione sono aumentate le motivazioni che inducono a ricorrere a questi prodotti: per dimagrire o favorire l’aumento della massa muscolare, per rinforzare le difese immunitarie, per contrastare le alterazioni del metabolismo osseo, per proteggere il sistema cardiovascolare, per contrastare l’invecchiamento, per compensare le carenze nutrizionali.Gli integratori alimentari però non possono e non devono essere considerati un’alternativa ad una dieta varia, sana e bilanciata. Nessun integratore può in alcun modo sostituire i normali alimenti.

Al contrario, sembra che i benefici di un frutto intero siano superiori a quelli di qualsiasi integratore: le sostanze contenute nel cibo infatti interagiscono fra loro determinando un effetto sinergico superiore alla somma delle singole parti.

In ambito oncologico, le ricerche sul ruolo degli integratori sono ancora in fieri. Si indaga sull’efficacia di prodotti per il trattamento della malnutrizione e della sarcopenia e sull’effetto di alcuni principi nutritivi per contrastare gli effetti collaterali delle terapie, ma gli studi sono solo agli inizi.

Una cosa è certa: i supplementi nutrizionali non sono indicati né per la prevenzione né per la cura del cancro. Attenzione inoltre al fai da te: alcune sostanze contenute in essi possono interagire con i farmaci chemioterapici e un loro inadeguato impiego può determinare anche conseguenze spiacevoli per la salute. Prima dell’utilizzo quindi è fondamentale consultare sempre il proprio oncologo.

 

27. Il consumo di proteine aumenta il rischio di tumore?

No, un consumo equilibrato di proteine non aumenta il rischio di cancro. La quantità giornaliera raccomandata dalla SINU sia per gli uomini che per le donne adulte in buona salute è di 0,9 gr/kg. È importante inoltre variare nell’arco della settimana le varie fonti proteiche prediligendo quelle vegetali.

Ecco qualche consiglio pratico per un consumo salutare di proteine:

  • Consuma il pesce, in particolare pesce azzurro di piccola taglia, importante fonte di grassi essenziali, 3 volte alla settimana.
  • I legumi rappresentano un’ottima fonte proteica ricca di fibra. Uniscili ad una porzione di cereali in freschi piatti unici o in calde zuppe, almeno 3-5 volte alla settimana.
  • Altre fonti proteiche, da consumare ognuna max 2 volte alla settimana, possono essere la carne bianca (pollo, tacchino, coniglio), le uova e i formaggi freschi e magri.
  • Limita il consumo di carne rossa (manzo, maiale, agnello) ed evita i salumi e gli insaccati.

 

28. Esiste una relazione tra pesticidi negli alimenti e tumore?

I pesticidi possono contenere diverse sostanze potenzialmente pericolose per l’uomo, come ad esempio il benzene e l’arsenico, classificati dallo IARC come “cancerogeno per l’uomo” o il glifosato, il palathion, il diazinone e il malatione definiti come “probabili cancerogeni per l’uomo”.

Il glifosato, ad esempio, un erbicida molto diffuso in agricoltura, è oggetto di studi scientifici da molti anni, ma i risultati ottenuti appaiono discordanti. Sembra essere associato ad un lieve aumento del rischio di malattie oncologiche tra gli agricoltori esposti per lavoro a questa sostanza.L’EFSA, l’OMS e la FAO hanno espresso recentemente giudizi rassicuranti a riguardo, applicando comunque misure di cautela, come la valutazione dei residui di glifosato nei cibi e il divieto di utilizzarlo in aeree densamente popolate. Non è quindi vietato l’uso, ma sono stati istituiti limiti e controlli nell’attesa di ulteriori studi.

Nell’ultimo rapporto dell’EFSA sulla presenza di composti chimici estranei nei cibi, il 97,4% degli alimenti di origine vegetale presenta valori entro i limiti di sicurezza. Esistono alimenti più esposti alla contaminazione di arsenico, ma il pericolo rappresenta un’eccezione piuttosto che la regola, grazie ai numerosi controlli effettuati sui prodotti. Adottare una dieta varia e lavare accuratamente gli alimenti consente di ridurre l’esposizione ai contaminanti.

 

29. Esiste una relazione tra qualità dell’acqua potabile e tumore?

Ad oggi non ci sono dimostrazioni che le sostanze chimiche presenti nell’acqua potabile, nelle basse concentrazioni stabilite dalla legge, siano cancerogene. La relazione tra qualità dell’acqua potabile e tumori dipende infatti dalla concentrazione di agenti di rischio chimico in essa contenuti, quali ad esempio arsenico, piombo, mercurio, rame, cromo, nitrati ecc.

La presenza di agenti chimici al di sopra dei limiti di sicurezza nelle acque destinate al consumo umano si associa ad un potenziale rischio di malattie cronico-degenerative, in primo luogo le patologie tumorali.  All’esposizione cronica all’arsenico specialmente sono associate diverse forme tumorali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha proposto come valore limite per l’acqua potabile la concentrazione di arsenico di 0,01 mg/litro. Anche per le altre sostanze sono stati stabiliti dei valori limite da rispettare.La pericolosità dipende quindi non solo dalla natura della sostanza contaminante ma anche dalla dose di esposizione, dalla via di esposizione e dal tempo di esposizione. L’acqua dei nostri rubinetti è sicura perché sottoposta continuamente a numerosi e frequenti controlli che garantiscono qualità e sicurezza da un punto di vista sia chimico che microbiologico. Gli esperti quindi affermano che non è necessario utilizzare filtri di depurazione dell’acqua per l’eliminazione di contaminanti, come ad esempio i nitrati. Al contrario l’utilizzo di filtri può talvolta impoverire le acque dei sali minerali fondamentali per il nostro organismo.

 

30. Quali sono i reali benefici di un’alimentazione a base di prodotti biologici?

Gli alimenti biologici seguono processi produttivi di coltivazione e raccolta che non prevedono l’utilizzo di pesticidi chimici, fertilizzanti sintetici, OGM, antibiotici e ammettono pesticidi di origine naturale e organica in grado di migliorare la resistenza alle piante, nel rispetto dell’agrosistema e dell’ambiente.

Gli studi condotti per analizzare i benefici dell’agricoltura biologica e le differenze con quella convenzionale mostrano risposte contrastanti. Qualche ricerca ha evidenziato che frutta e verdura biologiche siano più ricche di micronutrienti, ma altri dati mostrano che le variazioni negli apporti nutritivi non sono rilevanti dal punto di vista della salute. Senza dubbio è da scartare la convinzione molto diffusa negli ultimi anni che tutto ciò che non è biologico sia più pericoloso. Piuttosto le indagini che evidenziano il valore protettivo di frutta e verdura, anche contro i tumori, riguardano prodotti dell’agricoltura tradizionale. I prodotti biologici possono essere più gustosi, la loro produzione ha un minore impatto sull’ambiente e l’introito di fitofarmaci risulta quasi nullo. L’uso di prodotti biologici può rappresentare una scelta virtuosa per ragioni di ecosostenibilità, ma dal punto di vista scientifico mancano ancora risposte sufficienti per promuovere il bio per la salute a discapito dei prodotti convenzionali.

 

31. Quali alimenti svolgono un’azione antiinfiammatoria?

Esistono alimenti che possono contribuire alla regolazione dei processi pro-infiammatori che a lungo andare possono condurre allo sviluppo di malattie croniche. Si tratta essenzialmente di cibi di origine vegetale, tipici della Dieta Mediterranea.

Aglio, cereali integrali, erbe aromatiche, frutta fresca, frutta secca, legumi, olio d’oliva, olio di semi, semi oleosi, verdura sono accomunati dalla presenza di particolari sostanze con azione benefica, quali gli acidi grassi insaturi, i fitocomposti, come carotenoidi, polifenoliglucosinolati, fitosteroli e vitamine. I cereali integrali ad esempio, conservando tutte le parti del chicco, forniscono vitamina E e del gruppo B, sali minerali, fibra e acidi alfa-linoleici. Le erbe aromatiche apportano carotenoidi, come la luteina e il betacarotene del basilico e del prezzemolo, i polifenoli, come la quercetina dell’origano. Frutta fresca e verdura forniscono vitamine, come la vitamina C contenuta nei kiwi e negli agrumi, i polifenoli, come le antocianine dei frutti blu-viola, i carotenoidi nei pomodori, nell’anguria, nella zucca e nelle carote. Il pesce azzurro, le noci, i semi di lino sono ricchi di acidi grassi omega-3, che aiutano a contrastare l’infiammazione.

 

32. Esiste una relazione tra additivi alimentari e tumori?

Ad oggi la maggior parte degli additivi alimentari utilizzati dall’industria non costituisce un pericolo per la salute umana. Non ci sono dati infatti sulla relazione tra sviluppo di tumori e consumo di additivi in quantità limitate, ad eccezione dei nitrati e dei nitriti. Questi vengono utilizzati come conservanti in molti prodotti in scatola e nelle carni lavorate. Vengono aggiunti agli alimenti per conservarli e contribuiscono ad ostacolare la crescita di microrganismi nocivi.

Lo IARC ha classificato i nitriti e i nitrati come probabilmente cancerogeni per gli esseri umani (Gruppo 2A). Di per sé non sono cancerogeni, si trovano infatti naturalmente in diversi alimenti, tra cui le verdure e nell’acqua potabile, ma a causa dell’azione del metabolismo e attraverso la cottura ad alte temperature vengono convertiti in N-nitrosammine, composti considerati invece cancerogeni. Esiste comunque un limite massimo di nitriti ammissibile per la legge italiana, ovvero 150 mg per kg di prodotto alimentare, quantità minima considerata innocua per la salute.Gli esperti dell’Autorità per la Sicurezza Alimentare (EFSA) hanno stimato che l’esposizione dei consumatori al nitrato proveniente esclusivamente da additivi alimentari è inferiore al 5% dell’esposizione complessiva al nitrato negli alimenti, e non supera i livelli di sicurezza. Tuttavia, se si considerano tutte le fonti di nitrato alimentare (additivo alimentare, presenza naturale negli alimenti e contaminanti ambientali), il livello di sicurezza può essere superato da individui con esposizione da media ad alta.

Sulla base delle evidenze disponibili, gli esperti dell’EFSA hanno concluso che gli attuali livelli di sicurezza per nitriti e nitrati aggiunti agli alimenti tutelano a sufficienza i consumatori. È importante quindi avere un’alimentazione varia ed equilibrata per non avere un’esposizione eccessiva ai prodotti conservati.

 

33. Esistono alimenti in grado di contribuire all’eliminazione di tossine dopo chemioterapia? Sono utili le diete detox?

Non ci sono dati che mostrano la capacità di specifici alimenti di eliminare le tossine dopo chemioterapia. Il nostro organismo possiede infatti naturalmente organi come fegato, reni, intestino e pelle, deputati a metabolizzare continuamente sostanze tossiche e di scarto.

Non è necessario quindi intraprendere regimi dietetici particolari dopo la chemioterapia. Le famose diete “detox” non hanno alcun fondamento scientifico. Al contrario si tratta di regimi alimentari ipocalorici e sbilanciati, basati spesso sul consumo di sostituti del pasto o altri rimedi alternativi non sempre salutari.Si tratta più di un mito commerciale che di una realtà provata e molte delle loro promesse sono esagerate, non basate su dati scientifici, e i benefici di breve durata. Anche prodotti a base di vegetali ed erbe possono avere seri effetti collaterali e talvolta interferire con le terapie.

Molti trattamenti detox contengono agenti diuretici e/o lassativi, volti ad aumentare l’eliminazione di acqua e sali minerali, rischiando l’eccessiva disidratazione e indebolendo ulteriormente l’organismo del paziente oncologico, che in seguito a terapia, risulta molto fragile.

Per ridurre la tossicità dei farmaci e contrastare gli effetti avversi, gli esperti suggeriscono di seguire una dieta sana, varia e bilanciata, basata prevalentemente sul consumo di alimenti di origine vegetale, come legumi, cereali integrali, frutta, verdura, frutta secca, alternando il più possibile le fonti proteiche degli alimenti e utilizzando metodi di cottura sani.

In ogni caso è opportuno sempre rivolgersi al proprio oncologo o nutrizionista per indicazioni nutrizionali personalizzate, specifiche per ogni individuo.

 

34. Esiste una relazione tra OGM e tumore?

No, non esistono dati certi che confermino la relazione tra OGM e tumore. Il termine OGM fa riferimento ad organismi non umani modificati attraverso l’ingegneria genetica, la scienza che utilizza tecniche volte ad inserire, togliere o modificare porzioni di DNA, il materiale genetico presente in tutte le cellule degli organismi viventi.

Negli OGM solo una piccola parte del corredo cromosomico dell’organismo viene modificata in maniera mirata, precisa ed efficiente, mentre il resto del genoma rimane invariato.Gli studi condotti finora hanno dimostrato che gli OGM non hanno un impatto sulla salute umana diverso da quello degli analoghi prodotti non OGM. Essi sono sicuri almeno quanto i prodotti tradizionali. Le ricerche che hanno evidenziato gli effetti dannosi di questi prodotti infatti mostrano risultati parziali e quindi poco attendibili.

A differenza degli alimenti convenzionali, gli OGM commercializzati sono sottoposti a studi e a rigidi controlli per verificare l’assenza di effetti collaterali per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Non si può parlare di rischio zero per nessun alimento, sia esso OGM o meno.

 

35. Che ruolo ha la vitamina D nella prevenzione?

Il ruolo della vitamina D nella prevenzione del cancro è ancora oggetto di studio. I dati sulla sua potenziale attività in grado di prevenire o rallentare lo sviluppo dei tumori sono ancora insufficienti.

Le ricerche sul ruolo protettivo della vitamina D contro il tumore della pelle nelle popolazioni più esposte al sole hanno fornito risultati incerti. Secondo lo studio europeo EPIC le persone con più alti livelli di questa vitamina nel sangue hanno un rischio di cancro al colon inferiore di circa il 40% rispetto a chi invece ne è carente.L’assunzione di supplementi a base di vitamina D non sembra però conferire effetti protettivi. Probabilmente quindi il rischio minore non sarebbe associato agli alti livelli di questa vitamina, ma piuttosto ad abitudini sane, in grado di proteggere l’individuo dal cancro.

Gli alimenti con maggior contenuto di vitamina D sono il pesce, le uova e il fegato. In parte questa vitamina si forma nella pelle in seguito all’esposizione ai raggi UVB. È ancora da chiarire se gli effetti benefici di questo micronutriente siano attribuibili alla molecola stessa o piuttosto siano indice di uno stile di vita più sano, basato su un’alimentazione corretta e su un’adeguata quantità di tempo trascorsa all’aria aperta, associati solitamente a maggior attività fisica e al normopeso.

In attesa di ulteriori studi volti a chiarire il suo ruolo protettivo, gli esperti sostengono che per coprire il fabbisogno giornaliero di vitamina D è sufficiente trascorrere più tempo all’aria aperta e adottare una dieta varia.

Test di screening per la malnutrizione

Di seguito il test di screening per la malnutrizione.

 

test di screening per la malnutrizione

 

Clicca qui per scaricare il test.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

L’intervento nutrizionale

L’obiettivo dell’intervento nutrizionale è di compensare l’apporto dietetico inadeguato, migliorando al contempo gli esiti clinici.

 

Il counselling dietetico

Il primo approccio è il counselling dietetico, ovvero un colloquio approfondito e ripetuto con un professionista della nutrizione, mirato a far comprendere al paziente quali strategie comportamentali può adottare per ottimizzare le richieste energetiche attraverso l’alimentazione.

 

Certamente la normale alimentazione rappresenta la prima scelta per mantenere o aumentare l’apporto energetico e/o proteico, quando la funzionalità gastroenterica non sia compromessa, non siano presenti gravi sintomi gastrointestinali e, in generale, quando il quadro clinico permetta di prevedere la possibilità di sufficienti introiti.

 

Tuttavia in alcuni casi l’alimentazione da sola non è più sufficiente e spesso si rende necessaria un’integrazione con dei supplementi nutrizionali orali (ONS).

Questi ultimi sono prodotti con specifiche formulazioni nutrizionali, che vanno assunti in aggiunta alla dieta quotidiana sotto forma di bevande, generalmente aromatizzate.

 

Esistono anche integratori nutrizionali da aggiungere a cibi e bevande, per aumentare l’apporto di proteine e/o energia. Sono generalmente polveri non aromatizzate quindi insapori e che si prestano bene all’aggiunta nella preparazione di minestre, zuppe, sughi, ecc…

 

La nutrizione artificiale

Se l’apporto energetico rimane inadeguato, nonostante counselling e/o supplementi, cioè risulta inferiore al 60% del fabbisogno nutrizionale, sarà necessario valutare la nutrizione artificiale.

La nutrizione artificiale può avvenire per via:

  • enterale, quando la funzione digestiva è normale,
  • parenterale, quando la funzione digestiva è compromessa.

 

Il supporto della nutrizione artificiale può essere preso in considerazione anche come prima scelta in casi di malnutrizione severa o in previsione di un aggravamento della malnutrizione conseguente ad un’importante chirurgia o altro trattamento che non consentirà di avere un adeguato apporto o assorbimento di nutrienti.

L’adozione della nutrizione artificiale, che va sempre valutata per singolo caso, è spesso particolarmente indicata ad esempio per alcuni pazienti già ad alto rischio di malnutrizione prima di sottoporsi a chirurgia per tumori gastrici o a radioterapia per tumori del distretto testa-collo, poiché gli effetti avversi di tali trattamenti possono compromettere fortemente la normale alimentazione del paziente.

 

La somministrazione della nutrizione enterale richiede il posizionamento di un’apposita sonda che consente di far arrivare i nutrienti direttamente allo stomaco (tramite sondino naso-gastrico) o all’intestino tenue (tramite sondino naso-duodenale o sondino naso-digiunale).

Diversamente, la nutrizione parenterale viene somministrata direttamente nel circolo sanguigno tramite accessi venosi centrali o periferici.

 

Entrambe le modalità di somministrazione enterale e parenterale, sono considerate efficaci nel mantenere o migliorare lo stato nutrizionale in pazienti oncologici che necessitano di un intervento nutrizionale.

 

Tuttavia entrambe possono presentare limiti e controindicazioni, pertanto la scelta del tipo di nutrizione artificiale è successiva ad un’attenta valutazione del quadro clinico del paziente, del suo percorso terapeutico, dello stato nutrizionale e dei possibili rischi associati, al fine di ottenere una strategia di supporto nutrizionale ottimale e personalizzata ai bisogni del paziente.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Lo screening e la valutazione nutrizionale

Il peso corporeo e/o le variazioni di peso da soli non sono sufficienti per la valutazione nutrizionale del paziente oncologico.

Esistono invece diversi strumenti o test che consentono di effettuare uno screening ed una valutazione nutrizionale oggettiva del paziente.

 

Tali test vengono generalmente effettuati da personale sanitario adeguatamente formato e richiedono il colloquio con il paziente e/o la verifica di dati sulla cartella clinica.

La compilazione dei campi richiesti dal test determina un punteggio, in base al quale si ha una valutazione del rischio nutrizionale del paziente. Di conseguenza si decide se monitorare il paziente o valutare un intervento nutrizionale.

 

Screening

Una tempestiva identificazione di problemi nutrizionali è il primo passo per un’appropriata gestione del paziente oncologico.

Gli strumenti per lo screening nutrizionale validati in ambito oncologico consentono di identificare pazienti con un rischio nutrizionale, in considerazione delle condizioni attuali e/o future, che plausibilmente beneficeranno di un supporto nutrizionale.

 

Tra i test validati per lo screening e la valutazione nutrizionale vi sono il Nutritional Risk Sreening 2002 (NRS 2002), il Malnutrition Universal Screening Tool (MUST), il Malnutrition Screening tool (MST) e il Mini Nutritional Assessment (MNA).

 

Sono test di esecuzione rapida e semplice e andrebbero effettuati entro 48 h dal primo contatto con il paziente, e ripetuti regolarmente per intercettare cambiamenti di parametri che possano porre il paziente a rischio di malnutrizione.

 

Valutazione nutrizionale

Nei pazienti con screening anormale, individuati a rischio di malnutrizione, le linee guida raccomandano una valutazione oggettiva e quantitativa dello stato nutrizionale.

Tra gli strumenti validati a tale scopo vi sono il Subjective Global Assessment (SGA), il Patient-Generated Subjective Global Assessment (PG-SGA) e il Mini Nutritional Assessment (MNA).

 

A questi strumenti vanno associati una valutazione degli introiti alimentari e, quando possibile, una valutazione della composizione corporea.

La valutazione dell’introito alimentare consiste in un colloquio con un dietista o un nutrizionista che intervista il paziente, indagando le abitudini alimentari recenti e pregresse.

 

Per una valutazione quantitativa oltre che qualitativa può essere chiesto al paziente di compilare un diario alimentare su cui dovrà registrare tutto ciò che assumerà durante la giornata, riportando anche il peso o la porzione di alimenti e bevande consumati.

 

Le metodiche di valutazione della composizione corporea sono molteplici e vanno dalla valutazione di peso, pliche cutanee e circonferenze degli arti, alla valutazione di parametri specifici attraverso strumentazioni più o meno sofisticate come bioimpedenziometria, DEXA, TAC scan a livello di L3.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Perché è importante mantenere un buono stato nutrizionale?

Il mantenimento di un buono stato nutrizionale rappresenta un importante obiettivo per la gestione del paziente oncologico durante tutto il suo percorso di cura ed anche in seguito.

 

Avere uno stato nutrizionale ottimale aiuta a preservare la massa magra, riduce le complicanze postoperatorie, abbassa il rischio di infezioni e compromissioni dello stato immunitario, riduce gli effetti avversi delle terapie oncologiche, aiutando quindi i pazienti a tollerare meglio le terapie. Tutto ciò si riflette di conseguenza su una migliore qualità di vita del paziente.

Inoltre i cambiamenti nella composizione corporea possono avere un importante impatto sulla farmacocinetica di un gran numero di agenti farmacologici utilizzati per la cura del cancro, con possibili rischi di maggiore tossicità o di scarsa efficacia.

 

Lo stato nutrizionale del paziente oncologico può subire delle compromissioni già prima della diagnosi oppure dare manifestazioni in corso di terapia.

Ne deriva che il continuo monitoraggio dello stato nutrizionale del paziente oncologico risulta essenziale per attuare un tempestivo intervento nutrizionale. Tanto più precoce sarà l’intervento, maggiori saranno le possibilità che questo dia esiti positivi.

 

Una valutazione nutrizionale del paziente oncologico dovrebbe essere eseguita al momento della diagnosi e ripetuta durante le visite di controllo, con cadenza da stabilire caso per caso, in base al rischio di malnutrizione e al quadro clinico.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Fai il Test

1) Qual è il tuo Indice di Massa Corporea (IMC)*?
a) 18,5 - 24,9b) 25 - 30c) > 30

*L’IMC è il rapporto tra il peso corporeo espresso in Kg e il quadrato dell’altezza espressa in metri. Es. peso: 50 kg; altezza: 1,50 m à BMI=50/(1,50)2=22

 

2) Quanto tempo dedichi all’attività fisica durante la settimana?
a) Più di 150 minuti a settimanab) Tra i 50 e i 150 minuti a settimanac) Meno di 50 minuti a settimana

 

3) Quante porzioni di frutta e verdura consumi ogni giorno?
a) Da 3 a 5 porzionib) Da 1 a 3 porzionic) Nessuna

 

4) Quante porzioni di carne rossa consumi a settimana?
a) Da 0 a 1 porzioneb) Da 2 a 3 porzionic) Più di 3 porzioni

 

5) Quante porzioni di salumi consumi a settimana?
a) Da 0 a 1 porzioneb) 2 – 3 porzionic) Più di 3 porzioni

 

6) Quante volte a settimana consumi alimenti integrali?
a) Tutti i giornib) Poche volte a settimanac) Mai

 

7) Quante Unità Alcoliche* (vino, birra, superalcolici) assumi al giorno?

Selezionare in base al sesso:
a) Da 0 a 1 U.A. al giorno (DONNA)b) Da 2 a 3 U.A. al giorno (DONNA)c) Più di 3 U.A. al giorno (DONNA)a) Da 0 a 2 U.A. al giorno (UOMO)b) Da 3 a 4 U.A. al giorno (UOMO)c) Più di 4 U.A. al giorno (UOMO)

*1 Unità Alcolica = 125 ml di vino = 330 ml di birra = 40 ml di superalcolico

 

8) Quante volte a settimana consumi alimenti industriali confezionati (chips, merendine, croissant ecc.) e/o bevande zuccherate?
a) Maib) Qualche volta a settimanac) Tutti i giorni

 

9) Durante l’anno, quando ti esponi al sole, quante volte ti capita di ustionarti?
a) Maib) 1 – 2 voltec) Spesso

 

10) Sei un fumatore?
a) Non sono un fumatoreb) Ho smesso, ma prima lo eroc) Sono un fumatore

 

 

Maggioranza di risposte A

Complimenti!

Il tuo stile di vita è in linea con le nuove linee guida su dieta, nutrizione, attività fisica e cancro del World Cancer Research Fund (che trovi su questo sito alla sezione – IN FOLLOW UP – Dieta e stili di vita dopo i trattamenti).

Sei a conoscenza che una dieta sana e ben bilanciata si basa su un elevato consumo di alimenti di origine vegetale ricchi in fibre come frutta e verdura, cibi integrali e legumi, e un ridotto consumo di carni rosse e lavorate, alimenti ad alta densità calorica e alcol.

Le tue sane abitudini alimentari, il mantenimento del normopeso, lo stile di vita attivo, l’astensione dal fumo e la corretta esposizione solare ti aiuteranno a mantenere più basso possibile il rischio di patologie tumorali e di altre patologie croniche. Continua così!

 

Maggioranza di risposte B

C’è sempre tempo per migliorare!

Prova a introdurre piccoli cambiamenti nel tuo stile di vita: consuma almeno 5 porzioni tra frutta e verdura ogni giorno, magari aggiungendo la frutta a colazione o preferendola come spuntino, e non dimenticare mai le verdure ai pasti principali; riduci il consumo di carni rosse e lavorate a 1 porzione a settimana, dando preferenza a legumi e pesce azzurro; limita le bevande alcoliche ad 1 bicchiere al giorno se sei donna e 2 se sei uomo.

Evita di fumare e prova a fare qualche camminata in più durante la settimana.

Inoltre non dimenticare mai la crema solare quando sei in vacanza!

Per avere uno stile di vita sano e ridurre al minimo il rischio di patologie tumorali di altre patologie croniche segui le nuove linee guida del World Cancer Research Fund (che trovi su questo sito alla sezione – IN FOLLOW UP – Dieta e stili di vita dopo i trattamenti).

 

Maggioranza risposte C

Devi assolutamente migliorare il tuo stile di vita!

Le tue abitudini non salutari, come il fumo e l’elevato consumo di carni rosse e lavorate, di alcol e il sovrappeso e l’obesità, possono aumentare il rischio di patologie tumorali.

Le nuove raccomandazioni su dieta e cancro del World Cancer Research Fund (che trovi su questo sito alla sezione – IN FOLLOW UP – Dieta e stili di vita dopo i trattamenti) suggeriscono invece di aumentare il consumo di alimenti di origine vegetale, ricchi in fibre e nutrienti preziosi, alternando il più possibile durante la settimana le varie fonti proteiche: prova a sostituire una bistecca con del pesce azzurro o con una porzione di legumi, anche piccoli cambiamenti possono fare la differenza!

L’elevata assunzione di bevande alcoliche è correlata ad 8 tipi di tumori: riducine il consumo per abbassare il tuo rischio.

Non stare fermo, ma inizia a fare qualche piccolo passo, nel vero senso della parola! Le maggiori società scientifiche internazionali consigliano 150 minuti di attività fisica moderata a settimana (camminata, nuoto, attività domestiche) oppure 75 minuti di attività fisica vigorosa (corsa, ciclismo, aerobica).

Riduci gradualmente il numero di sigarette che fumi a settimana ed esponiti al sole sempre solo dopo aver applicato la protezione solare.

Cause della perdita di peso

La perdita di peso può essere conseguenza di uno o più fattori associati a:

 

  • al tumore stesso.
    A seconda dei casi può determinare:
    ostruzione meccanica al passaggio del cibo lungo il tratto digerente (per i tumori del tratto gastrointestinale) con conseguente difficoltà di deglutizione, vomito, perdita di appetito oppure un aumento della richiesta metabolica che porta alla perdita di peso a causa di un’eccessiva richiesta di nutrienti non adeguatamente compensata;

 

  • alle terapie che possono determinare effetti avversi che riducono l’apporto di cibo come la perdita di appetito, nausea, vomito, infiammazioni del cavo orale, difficoltà di deglutizione, alterazioni nella digestione o nell’assorbimento dei nutrienti;

 

  • ad altre cause, soprattutto psicologiche come ansia e depressione che possono incidere negativamente sull’assunzione del cibo, oltre che sulla qualità di vita in generale.

 

 

cause della perdita di peso. Fattori associati a tumore, terapie, altre cause (psicologiche)

 

Malnutrizione, cachessia e sarcopenia neoplastiche

Lo stato nutrizionale può essere compromesso in risposta ad alterazioni metaboliche indotte dal tumore stesso.

Si verifica infatti nella maggior parte dei tumori una reazione infiammatoria sistemica, indotta sia dall’attivazione di molecole pro-infiammatorie prodotte dall’organismo per contrastare il tumore, sia dalla produzione di sostanze da parte del tumore stesso che hanno un effetto diretto nell’alterare il metabolismo di grassi, proteine e carboidrati.

 

Tale stato infiammatorio, definito come cachessia neoplasticadetermina riduzione dell’appetito, perdita di peso, alterazioni metaboliche e stato infiammatorio. La cachessia neoplastica causa inoltre al paziente debolezza e fatigue.

 

Il tumore quindi aumenta le richieste energetiche dell’organismo, in particolare quelle derivanti dalle proteine, e se non vengono adeguatamente compensate possono portare ad uno stato di malnutrizione.

 

La perdita di peso indotta dal tumore si verifica frequentemente nei pazienti con tumori solidi a polmone, pancreas e tratto gastrointestinale superiore, ma non sempre con la stessa gravità o occorrenza in altri sedi tumorali.

La presenza di cachessia varia anche in base allo stato di avanzamento della malattia, essendo maggiormente frequente negli stadi avanzati e in presenza di malattia metastatica.

 

Con il termine cachessia si intende una perdita di peso involontaria negli ultimi 6 mesi maggiore del 5% del peso iniziale o un indice di massa corporea (BMI) inferiore a 20 insieme ad un qualsiasi grado di perdita di peso maggiore del 2% del peso iniziale.

 

Recenti evidenze enfatizzano sul ruolo della perdita di massa muscolare (sarcopenia) nei pazienti oncologici come fattore di rischio indipendente per peggiori esiti di malattia.

Anche nei soggetti con obesità o sovrappeso è stato visto che un’inappropriata perdita di peso può portare ad una perdita della massa muscolare con altrettanto peggioramento della prognosi.

 

Definizione malnutrizione:

Depauperamento delle riserve energetiche, proteiche e di altri nutrienti,

tali da determinare alterazioni della composizione corporea, o delle funzioni biologiche

aumentando il rischio di malattie e mortalità.

 

 

Definizione cachessia:

Sindrome multifattoriale, tipica del paziente oncologico,

caratterizzata dalla perdita progressiva di massa muscolare (con o senza perdita di massa grassa)

che non può essere completamente corretta da un supporto nutrizionale convenzionale

e che porta ad un progressivo danno funzionale.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Aumento di peso

Alcuni pazienti sia durante le terapie che nel follow-up, possono notare un aumento non intenzionale del proprio peso corporeo.

Questo può rappresentare un effetto collaterale di alcune terapie oncologiche oppure essere la conseguenza di una ridotta attività fisica e/o di un aumento dell’apporto energetico.

 

Talvolta i pazienti che comunque presentano un buono stato nutrizionale, per alleviare o evitare la nausea preferiscono avere sempre qualcosa nello stomaco e per tale motivo assumono più cibo rispetto alla loro abitudine.

In altri casi lo stress psicologico della malattia e le preoccupazioni del paziente lo inducono a mangiare di più.

 

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Perdita di peso

Una consistente perdita di peso non intenzionale è spesso un sintomo che porta il paziente oncologico alla diagnosi di cancro.

 

I tumori più frequentemente associati a calo di peso severo al momento della diagnosi sono il tumore del pancreas e del tratto gastrointestinale superiore (stomaco, esofago).

 

Diversi studi hanno riportato che la presenza di malnutrizione nei pazienti oncologici varia dal 30 all’85% durante la storia della malattia e può manifestarsi alla diagnosi o durante il percorso terapeutico.

 

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Stomatite

La mucosite orale, chiamata anche stomatite, è una complicanza comune e debilitante causata dagli effetti sistemici degli agenti citotossici chemioterapici e degli effetti locali delle radiazioni sulla mucosa orale.

Può comparire da 5 a 10 giorni dopo l’inizio delle terapie e i sintomi principali sono dolore, gonfiore e bruciore alla bocca, ai denti e alle gengive con piccoli tagli o ulcerazioni all’interno del cavo orale, di colore rosso vivo o biancastro.

Queste lesioni talvolta peggiorano fino a diventare vere e proprie piccole ulcere e possono sanguinare rendendo difficile l’assunzione di cibo.

 

Cosa fare in caso di stomatite o mucosite orale

Per non esacerbare i sintomi causati dalla stomatite è importante non fumare, evitare le bevande alcoliche e i cibi molto salati, speziati, piccanti o pungenti come aglio e cipolla.

Alcune categorie di alimenti molto croccanti o difficoltosi da masticare, come verdure crude o frutta secca, possono causare fastidi.

In questi casi, per non escluderli completamente dall’alimentazione, si possono consumare ad esempio le verdure cotte o la frutta secca sotto forma di crema o pasta.

 

Per alleviare il dolore invece può essere utile consumare bevande tiepide (tè, tisane, latti vegetali).

L’igiene orale in questa circostanza è di fondamentale importanza, sia per evitare di peggiorare il dolore sia poiché vi è un maggior rischio di incorrere in infezioni. Per questo motivo bisogna mantenere sempre la bocca pulita lavandosi accuratamente i denti dopo ogni pasto e praticando regolarmente risciacqui con acqua e sale o bicarbonato.

Anche il cibo può veicolare microrganismi potenzialmente pericolosi, soprattutto quando consumato crudo, quindi assicurarsi di lavare e pulire bene tutte le pietanze.

 

Cibi utili in caso di stomatite o mucosite orale

Se le bevande calde riescono ad alleviare il dolore, prediligere bevande vegetali al naturale senza zuccheri aggiunti, come bevande di soia o di mandorla.

Per assicurarsi un buon apporto di fibra è importante consumare prodotti da forno integrali; tra questi preferire pane morbido.

Se si consumano creme di frutta secca, scegliere quelle senza zuccheri aggiunti (ad esempio 100% nocciole o mandorle, al massimo con aggiunta di cacao).

 

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Stipsi/costipazione

La principale causa di stitichezza, anche definita come stipsi o costipazione, è rappresentata dall’uso di farmaci antidolorifici e antiemetici.

Tuttavia anche alcuni tipi di chemioterapia, unitamente al consumo insufficiente di liquidi e all’inattività fisica, possono alterare la normale motilità intestinale.

 

Una prolungata costipazione può causare crampi addominali e gonfiore.

 

Cosa fare in caso di stipsi o costipazione

Mantenersi attivi fisicamente migliora la motilità intestinale quindi aiuta a combattere la stitichezza.

Durante le terapie scegliere attività leggere, come camminate veloci, nuoto o giardinaggio, assicurandosi di svolgerle in sicurezza e secondo consiglio medico.

 

Introdurre un buon apporto giornaliero di fibra attraverso 5 porzioni al giorno di frutta, verdura e frutta secca, una porzione al giorno di cereali e derivati integrali e almeno 3 volte a settimana i legumi.

Per migliorare l’effetto benefico della fibra alimentare è fondamentale essere ben idratati, quindi bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno e prediligere alimenti e preparazioni ricche di acqua. Introdurre un corretto volume di liquidi è fondamentale per combattere la stitichezza.

 

In caso di persistenza ed intensità del sintomo consultare il medico per la prescrizione di presidi medici come lassativi e clisteri.

 

Cibi utili in caso di stipsi o costipazione

Le prugne, grazie al loro contenuto di sorbitolo, possono aiutare la regolarità intestinale aumentando la massa fecale e rendendo le feci più morbide. Quando non è stagione di prugne si possono utilizzare le prugne secche, nelle quali la concentrazione di sorbitolo è da cinque a dieci volte maggiore che nel frutto fresco.

Vegetali ricchi di fibra: carciofi, melanzane, cicoria, verza e cavoletti di bruxelles.

Acqua minerale.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Secchezza della bocca

La chemioterapia e la radioterapia localizzate nella sede testa-collo possono in alcuni casi ledere le ghiandole salivari e di conseguenza rendere difficoltose la masticazione e la deglutizione.

Nei primi giorni di terapia la saliva potrebbe risultare molto densa, mentre a lungo termine potrebbe esserci una compromissione nella produzione stessa di saliva, anche per diversi mesi dopo la terapia.

La secchezza della bocca (o xerostomia) è una situazione causata dalla diminuzione della produzione di saliva.

 

Cosa fare in caso di secchezza della bocca o xerostomia

Avere sempre a portata di mano una bevanda da sorseggiare dovrebbe diventare un’abitudine durante le terapie oncologiche; la prima scelta deve essere ovviamente l’acqua, ma anche tè, tisane e occasionalmente succhi e altre bevande senza zuccheri aggiunti possono risultare utili. In caso di lesioni alla bocca o alla gola, le spremute di agrumi potrebbero essere fastidiose.

Utilizzare salse abbastanza liquide per condire primi e secondi piatti, al fine di facilitare la deglutizione, e prediligere preparazioni umide come zuppe, purè di legumi, yogurt e macedonie.

Mangiare in piccoli bocconi, masticare a lungo ed evitare cibi collosi e appiccicosi.

Anche le pietanze troppo piccanti o salate e le bevande alcoliche potrebbero peggiorare la secchezza del cavo orale.

Le gomme da masticare e le caramelle alla menta, senza zuccheri aggiunti, possono stimolare la salivazione.

 

Cibi utili in caso di secchezza della bocca o xerostomia

Frutta e verdura fresche, sia crude sia cotte.

Acqua aromatizzata con menta fresca, zenzero, scorze di agrumi.

Zuppe, creme e passati di verdure e legumi.

e tisane in bustina o sfuse.

Spremute di frutta fresca e verdura.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Linfedema

Il sistema linfatico ha la funzione di equilibrare la quantità di liquidi nel corpo ed è costituito da canali, all’interno dei quali scorre la linfa, e da linfonodi, presenti in tutto il corpo.

 

L’intervento di asportazione dei linfonodi si applica soprattutto in zona ascellare per l’asportazione dei tumori del seno.

Dopo questa operazione c’è il rischio che la linfa che arriva dal braccio faccia più fatica a prendere le sue normali vie di scorrimento trovando un ostacolo. Se questo fenomeno si ripete, parte della linfa finisce per ristagnare nel braccio e il braccio si gonfia. Questo fenomeno si chiama linfedema.

 

Cosa fare in caso di linfedema

Analogamente alle indicazioni per prevenire in generale gli edemi, è consigliabile evitare il fumo di sigaretta e le bevande alcoliche.

 

È molto importante anche tenere la cute idratata, utilizzando creme o olii idratanti e sotto il sole utilizzare una pomata con un alto fattore protettivo.

 

Altro punto fondamentale inoltre è tenere il peso sotto controllo ed eseguire regolarmente attività fisica, poiché la pompa muscolare agevola lo scorrimento dei liquidi nel corpo.

Se si dovesse notare un gonfiore al braccio, all’avambraccio o alla mano, oppure pesantezza, turgore, o se si ha l’impressione che stiano scomparendo le vene sulla mano, è importante rivolgersi subito al medico o ad un fisioterapista specializzato per la corretta gestione e manipolazione dell’arto.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Gonfiore sottocutaneo/Edema

Il gonfiore sottocutaneo o edema è dovuto ad un accumulo di liquidi nei tessuti, che a sua volta può essere causato da ritenzione di sali, malnutrizione, neoplasie della pelvi e coinvolgenti le sierose, ostruzione dei vasi venosi o  linfatici e dagli stessi trattamenti oncologici.

 

I liquidi possono anche accumularsi nell’addome (ascite) o nella pleura con insorgenza di dispnea (alterazione del respiro).

L’accumulo di liquidi nei tessuti è generalmente rilevato dallo stesso paziente che di solito si accorge di:

  • piedi e gambe gonfie quando cammina o sta seduto,
  • anelli che diventano stretti,
  • dita delle mani che diventano rigide quando si stringe il pugno,
  • addome disteso o gonfio,
  • e della difficoltà a respirare soprattutto in posizione seduta.

 

Cosa fare in caso di gonfiore sottocutaneo o edema

Evitare il più possibile il consumo di bevande alcoliche e non fumare, in quanto rendono più difficoltosa la circolazione.

Evitare un consumo eccessivo di fonti proteiche di origine animale e variarne il più possibile la scelta.

Per ribilanciare i liquidi può essere utile consumare alimenti ricchi di potassio, come frutta e soprattutto verdura cruda ed evitare il più possibile alimenti ricchi di sale come salumi, formaggi stagionati, alimenti conservati in scatola e prodotti da forno come cracker e grissini.

 

Cibi utili in caso di gonfiore sottocutaneo o edema

Frutta e verdura ricca di potassio: kiwi, banane, prugne, insalata, indivia, sedano, finocchi, carciofi, spinaci.

Altri alimenti fonti di potassio: frutta essiccata (fichi, albicocche, uvetta), erbe aromatiche anche secche (prezzemolo, basilico, menta, origano), semi di cumino e finocchio, frutta secca (noci, pistacchi non salati), legumi (soia, fave, lenticchie).

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Nausea e Vomito

Lo sviluppo dei sintomi quali nausea e vomito è molto frequente ed è prevalentemente correlato ai trattamenti oncologici siano essi medici che radioterapici.

È molto difficile prevedere nel singolo individuo l’entità e la frequenza di questi sintomi, ma solitamente se la terapia ha determinato nausea e/o vomito la prima volta, è probabile che lo farà anche nelle somministrazioni successive.

 

Grazie alla disponibilità odierna di antiemetici molto efficaci possono essere prevenuti e/o controllati con facilità.

La nausea in particolare può insorgere qualche ora dopo la somministrazione della terapia e in casi sporadici può protrarsi per diverso tempo.

 

Cosa fare in caso di nausea e vomito

In caso di terapie che frequentemente causano nausea, gli antiemetici sono di solito somministrati contestualmente alla seduta terapeutica e mantenuti a domicilio per qualche giorno.

Accanto alla terapia medica prescritta è bene attuare delle accortezze alimentari come consumare un pasto molto leggero qualche ora prima oppure non mangiare nulla durante la mattinata che precede la terapia.

 

Se nonostante questo i sintomi sono particolarmente fastidiosi e si percepiscono anche nei giorni che intervallano le terapie, sarebbe bene evitare pietanze molto calde con odori forti e alimenti che al paziente risultano impegnativi da digerire.

Molto spesso la nausea può essere anticipatoria su base psicologica.

 

Se il vomito è frequente ci può essere il rischio di disidratazione, quindi è importante cercare di introdurre liquidi attraverso acqua, tè e tisane tiepide.

In casi più gravi esistono soluzioni reidratanti orali disponibili in commercio da consumare a piccoli sorsi.

 

Cibi utili in caso di nausea e vomito

Alcuni studi hanno messo in luce un effetto benefico dello zenzero nei confronti della sensazione di nausea e vomito, alleviandone la percezione.

Può quindi essere utile creare degli infusi con immergendo lo zenzero fresco in acqua calda oppure utilizzare lo zenzero in polvere per aromatizzare yogurt o altre pietanze.

 

Cibi secchi come pane integrale tostato o solidi come patate lesse consumate fredde (anche schiacciate e condite con zenzero).

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Gonfiore addominale

Se è presente soltanto il gonfiore intestinale, questo potrebbe essere causato da modificazioni della flora intestinale oppure da un eventuale cambiamento delle abitudini alimentari.

Generalmente invece la sensazione di dolore o di disagio a livello addominale sopraggiunge contestualmente a problemi gastrointestinali come vomito, diarrea o costipazione.

 

Cosa fare in caso di gonfiore addominale

Se sono presenti anche altri problemi gastrointestinali, seguire le indicazioni nelle sezioni dedicate.

Se si nota invece solo il gonfiore addominale, potrebbe essere utile rivolgersi ad un nutrizionista per un riequilibrio della flora intestinale con prodotti probiotici.

 

L’introduzione nella dieta di grandi quantità di alimenti di origine vegetale, in particolare verdura, legumi e cereali integrali, se non gestita correttamente potrebbe causare fastidi intestinali.

 

Sarebbe bene quindi inserire gradualmente questi prodotti, ad esempio iniziando a consumare legumi e cereali che causano meno fastidi come: piselli, lenticchie, cannellini, orzo e farro perlati e riso semintegrale.

Si può passare poi gradualmente ad alimenti più ricchi di fibra come frumento integrale, segale, ceci e fagioli.

I legumi si possono consumare anche in crema (ben cotti e dopo un lungo ammollo) passati al passaverdure in modo tale da allontanare la buccia, che è la principale causa di gonfiore intestinale.

 

Un discorso analogo può essere fatto per frutta e verdura.

Soprattutto nella fase acuta di gonfiore intestinale è utile eliminare temporaneamente quelle tipologie che causano una maggiore produzione di gas intestinale come: funghi, cavoli e broccoli, mele, pere, frutta disidratata.

 

D’altra parte, anche il consumo eccessivo di alimenti di origine animale, in particolare latte, uova e carne può portare a gonfiori intestinali, per questo motivo è importante mantenere una buona proporzione tra alimenti animali e vegetali.

 

Cibi utili in caso di gonfiore addominale

Mantenere una buona composizione della dieta che preveda 2/3 di alimenti di origine vegetale e 1/3 di alimenti animali.

Alimenti che in generale non creano problemi: pesce, verdure cotte, frutta senza buccia, legumi come piselli e lenticchie, cereali in chicco perlati o semintegrali.

Tisane a base di finocchio, anice, malva, passiflora.

Camomilla.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Gastrite

Il termine gastrite è usato per descrivere un gruppo di disturbi che hanno come caratteristica comune l’infiammazione della mucosa gastrica.

 

Le pareti dello stomaco normalmente sono protette da una mucosa, che fa da barriera contro gli acidi responsabili della digestione.

Se questa barriera si indebolisce i succhi digestivi riescono a danneggiare e infiammare le pareti dello stomaco.

 

Le cause della gastrite sono prevalentemente farmacologiche ma anche la sede del tumore può esserne responsabile.

I sintomi più comuni della gastrite sono il cosiddetto bruciore di stomaco, dolore retrosternale (localizzato dietro lo sterno), tosse stizzosa, l’eruttazione e il gonfiore a livello dell’addome superiore.

 

Cosa fare in caso di gastrite

Per tenere sotto controllo i sintomi può essere utile evitare alimenti fritti, molto unti, con condimenti e cotture elaborate, non eccedere con il caffè e la cioccolata e infine cenare almeno 2-3 ore prima di andare a letto.

 

Alcuni pazienti riportano un’acutizzazione dei sintomi legata al consumo di determinati alimenti ma queste reazioni sono molto soggettive.

Proprio per questo motivo è difficile fornire indicazioni precise riguardanti gli alimenti da preferire o da evitare; è invece fondamentale prestare attenzione agli alimenti che si consumano e alle eventuali variazioni dei sintomi successive all’ingestione per comprendere quali possono essere i cibi da eliminare o sospendere temporaneamente.

In questi casi può essere utile compilare un diario dei consumi alimentari e dei sintomi.

 

Una situazione di eccesso ponderale potrebbe esacerbare i sintomi tipici della gastrite, quindi se si è sovrappeso sarebbe ideale rivolgersi ad un nutrizionista per intraprendere un percorso di perdita di peso.

 

L’utilizzo di protettori gastrici, dietro indicazione medica, potrebbe alleviare i sintomi.

 

Cibi utili in caso di gastrite

Per alleviare i sintomi: pane integrale tostato, patate lesse consumate fredde, cereali in chicco (orzo, farro, riso semintegrale).

Alimenti cotti al vapore, sbollentati in acqua, al forno al cartoccio, conditi a crudo con olio extravergine d’oliva.

Frutta: libera a seconda della tollerabilità soggettiva, meglio lontano dai pasti.

Verdura: da preferire cotta, cruda solo se ben tollerata.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Fatigue

Il senso di affaticamento e spossatezza causato dal tumore o dal trattamento oncologico può essere particolarmente intenso e prolungato e ha un nome specifico: fatigue oncologica o Cancer Related Fatigue (CRF).

Ci si sente deboli e senza forze e questa sensazione può peggiorare con l’avanzare delle cure.

 

Spesso viene interpretata come normale stanchezza ma esistono caratteristiche tipiche di questa sindrome. Ad esempio i sintomi sproporzionati che limitano le semplici attività di vita quotidiana e non regrediscono con il riposo.

 

La fatigue oncologica può essere causata da una concomitanza di fattori psicologici, ambientali, fisiologici e patologici combinati con gli effetti collaterali della terapia.

 

Cosa fare in caso di fatigue

Tutti i pazienti oncologici dovrebbero eseguire screening e valutazioni di routine affinché vi sia un riconoscimento tempestivo della sindrome.

Iniziare precocemente la gestione dei sintomi è infatti la chiave per gestire al meglio il problema. Una buona pratica di gestione dei sintomi richiede inoltre un approccio multidisciplinare durante tutte le fasi della malattia.

 

Anche se ci si sente stanchi, evitare il più possibile uno stile di vita sedentario e cercare di svolgere piccole attività leggere ogni giorno.

Una dieta regolare che preveda almeno i 3 pasti principali della giornata (colazione, pranzo, cena), bilanciata in tutti i gruppi alimentari e ricca di vegetali, può contribuire al benessere ed energia all’organismo.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Disidratazione

La disidratazione è una condizione che si verifica quando i liquidi ingeriti non sono sufficienti a soddisfare il fabbisogno di acqua per l’espletamento delle normali funzioni del corpo oppure in situazioni di perdite importanti di liquidi causate da vomito o diarrea.

 

In principio si possono avvertire sintomi come bocca asciutta, senso di sete, sonnolenza, capogiri, mal di testa, diminuzione della diuresi con urine di colore scuro.

Una disidratazione severa può causare estrema sete e stanchezza, ipotensione, irritabilità, confusione e comparsa di occhiaie.

 

Cosa fare in caso di disidratazione

Per contrastare il rischio di disidratazione è bene assecondare sempre il senso di sete, o addirittura anticiparlo, bevendo acqua, tè e tisane tiepide, spremute di agrumi.

 

Se non sono presenti fastidi gastrointestinali, come vomito o diarrea, consumare cibi ricchi di acqua come frutta e verdura sia crudi che cotti, frullati di frutta e acqua, zuppe di verdure e legumi.

Prestare molta attenzione ai sintomi descritti sopra per identificare un eventuale stato di disidratazione e intervenire precocemente con strategie nutrizionali adeguate.

 

Evitare di ricorrere a bevande gassate, zuccherate, tè freddi e succhi di frutta da succo concentrato.

 

Cibi utili in caso di disidratazione

Frutta e verdura fresche, sia crude sia cotte.

Acqua aromatizzata con menta fresca, zenzero, scorze di agrumi.

Zuppe, creme e passati di verdure e legumi.

e tisane in bustina o sfuse.

Spremute di frutta fresca e verdura.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Crema di carote, cavolfiori e olio di semi di lino
Crema di carote, cavolfiori e olio di semi di lino

 

la ricetta della crema di carote, cavolfiori e olio di semi di lino che può essere utile in caso di stomatite.

 

Antipasto/contorno

 

Tempo di preparazione

45 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 600 gr di carote
  • 200 gr di cavolfiori
  • 2 cipolle
  • 1 litro di brodo vegetale
  • Noce moscata q.b.
  • Sale q.b.
  • 1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva
  • 2 cucchiai di olio semi di lino spremuto a freddo

 

Preparazione

  1. Pulire e lavare accuratamente le verdure
  2. Preparare il brodo vegetale.
  3. Aggiungere al brodo la cipolla tagliata a fettine, le carote e il cavolfiore tagliati a pezzi.
  4. Cuocere per 15 minuti.
  5. Spegnere il fuoco e frullare il tutto con un mixer ad immersione e continuare a cuocere per circa 5-10 minuti, aggiungendo un pizzico di sale.
  6. Lasciar freddare la crema ottenuta e versare nei piatti.
  7. Ultimare con una spolverata di noce moscata e l’olio di semi di lino.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema di carote, cavolfiori e olio di semi di lino (stomatite)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su carote, cavolfiori, cipolle, noce moscata, olio EVO, olio di semi di lino

gelato crudo ai lamponi
Gelato crudo ai lamponi

 

La ricetta per realizzare il gelato crudo ai lamponi, utile in caso di stomatite.

 

Spuntino/dolce

 

Tempo di preparazione

6 ore

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • 400 gr di banane mature
  • 250 gr di lamponi
  • Succo di 1 limone

 

Preparazione

  1. Sbucciare, tagliare a fettine le banane e cospargerle di succo di limone.
  2. Lavare e asciugare i lamponi.
  3. Far riposare la frutta in freezer per almeno 6 ore.
  4. Frullare la frutta congelata fino ad ottenere una consistenza simile a quella del gelato.
  5. Servire a piacere il gelato da solo, con frutta fresca o yogurt.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del gelato crudo ai lamponi (utile in caso di stomatite)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su banane, lamponi, limone

millefoglie di verdure
Millefoglie di verdure

 

la ricetta per realizzare la millefoglie di verdure, utile in caso di stipsi (o costipazione).

 

Contorno

 

Tempo di preparazione

30 minuti

 

Difficoltà

media

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 600 gr di broccoli verdi
  • 400 gr di verza
  • 400 gr di cavolfiori
  • 300 gr di cicoria
  • 400 gr di zucca
  • olio extra vergine di oliva q.b.
  • sale q.b.

 

Preparazione

  1. Pulire i broccoli e il cavolfiore a piccoli ciuffetti, lavarli accuratamente e sbollentarli.
  2. Lavare accuratamente la verza, tagliarla a listarelle e spadellarla.
  3. Lavare accuratamente la cicoria e spadellarla con poco olio e un pizzico di sale.
  4. Frullare una parte dei broccoli spadellati fino ad ottenere una crema.
  5. Disporre a strati i broccoli rimanenti, la cicoria, i cavolfiori e la verza, ripetendo l’ordine di questi alimenti, per ottenere più strati.
  6. Pulire e lavare accuratamente la zucca.
  7. Tagliare una parte della zucca a striscioline sottili e grigliarla.
  8. Frullare la zucca restante.
  9. Posizionare la zucca grigliata in cima al millefoglie di verdure, in modo tale da conferire l’elemento croccante al piatto.
  10. Ultimare la composizione aggiungendo a piacere nel piatto (sopra o lateralmente) la crema di zucca e la crema di broccoli.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della millefoglie di verdure

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su broccoli, verza, cavolfiore, cicoria, zucca, olio EVO

crema di piselli e zucchine con farro
Crema di piselli e zucchine con farro

 

La ricetta della crema di piselli e zucchine con farro, utile in caso di stipsi (o costipazione).

 

Piatto unico

 

Tempo di preparazione

40 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 320 gr di farro perlato
  • 400 gr di Brodo vegetale
  • 500 gr di piselli freschi o surgelati
  • 500 gr di zucchine
  • 1 cipolla
  • 3 cucchiai di Olio Extra Vergine di Oliva
  • sale q.b.
  • pepe q.b.

 

Preparazione

  1. Preparare il brodo vegetale
  2. Affettare la cipolla e farla appassire in padella con l’olio a fuoco basso.
  3. Unire i piselli, salare, pepare e mescolare il tutto cuocendo per 5 minuti.
  4. Lavare e tagliare a rondelle le zucchine
  5. Unire in padella ai piselli e coprite con 350 gr di brodo vegetale.
  6. Continuare la cottura per circa 15-20 minuti.
  7. Intanto cuocere a parte il farro in acqua bollente per il tempo indicato sulla confezione.
  8. Spegnere il fuoco della padella e frullare tutto con un mixer ad immersione aggiungendo gradualmente il brodo vegetale rimasto fino al raggiungimento di una consistenza liscia e cremosa.
  9. Setacciare la crema con un colino per renderla più cremosa.
  10. Terminata la cottura, scolare bene il farro
  11. Impiattare la crema ed aggiungere il farro bollito.
  12. Ultimare con un filo d’olio a crudo.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della crema di piselli e zucchine con farro (costipazione)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su farro perlato, piselli, zucchine, cipolla, olio EVO, pepe

Zuppetta di melone con praline di ricotta e pistacchi
Zuppetta di melone con praline di ricotta e pistacchi

 

La ricetta per realizzare la zuppetta di melone con praline di ricotta e pistacchi, utile in caso di secchezza della bocca o xerostomia.

 

Antipasto/secondo piatto leggero

 

Tempo di preparazione

20 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 600 gr di melone
  • 400 gr di ricotta di pecora
  • Farina di pistacchi non salati (in alternativa: farina di mandorle)
  • Menta fresca q.b.

 

Preparazione

  1. Pulire il melone e frullarlo con qualche foglia di menta fresca.
  2. Emulsionare la ricotta con due cucchiai di farina di pistacchi ed ottenere delle praline.
  3. Passare le praline di ricotta nella farina di pistacchi fino a ricoprirle totalmente all’esterno.
  4. Versare la crema di melone in patti fondi o coppette e adagiare sopra le praline di ricotta.
  5. Servire freddo.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della zuppetta di melone con praline di ricotta e pistacchi (utile in caso di secchezza della bocca o xerostomia)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su melone, ricotta di pecora, pistacchi, mandorle, menta

ghiaccioli di frutta fresca e yogurt
Ghiaccioli di frutta fresca e yogurt

 

La ricetta per realizzare i ghiaccioli di frutta fresca e yogurt, utili in caso di secchezza della bocca (o xerostomia).

 

Spuntino/dolce

 

Tempo di preparazione

6 ore

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 200 gr di yogurt bianco magro
  • 400 gr di frutta fresca di stagione

 

Preparazione

  1. Sbucciare e lavare accuratamente la frutta.
  2. Frullare ¾ della frutta in un mixer insieme allo yogurt.
  3. Tagliare a pezzetti la frutta rimanente.
  4. Versare il composto in stampi per ghiaccioli e aggiungere i pezzetti di frutta fresca rimasti.
  5. Far riposare in freezer per almeno sei ore.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei ghiaccioli di frutta fresca e yogurt (utili in caso di secchezza della bocca)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su yogurt

cavolo cappuccio in insalata
Cavolo cappuccio in insalata

 

La ricetta per realizzare il cavolo cappuccio in insalata, utile in caso di gonfiore sottocutaneo (o edema).

 

Contorno

 

Tempo di preparazione

10 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • ½ cavolo cappuccio bianco
  • 10 ravanelli
  • 1 finocchio
  • una costa di sedano
  • 1 mela verde
  • 2 manciate di noci
  • Qualche foglia di menta fresca
  • Olio extravergine d’oliva
  • Aceto di mele
  • Pepe q.b.

 

Preparazione

  1. Lavare e mondare le verdure.
  2. Affettare sottilmente il cavolo cappuccio, il finocchio e i ravanelli. Tagliare a cubetti il sedano e la mela verde, condirli con l’olio extravergine d’oliva e un pizzico di pepe.
  3. Unire tutti gli ingredienti e condire con aceto di mele.
  4. Servire ultimando con le foglioline di menta fresca e le noci tritate

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del cavolo cappuccio in insalata

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su cavolo cappuccio, ravanelli, finocchio, sedanomela, noce, menta, olio EVO, aceto di mele, pepe

Spaghetti di zucchine con ragù di tofu
Spaghetti di zucchine con ragù di tofu

La ricetta per la realizzazione degli spaghetti di zucchine con ragù di tofu, utili in caso di gonfiore sottocutaneo o edema.

 

Secondo piatto/condimento

 

Tempo di preparazione

30 minuti

 

Difficoltà

media

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • 400 gr di zucchine
  • 200 gr di tofu al naturale
  • 200 ml di passata di pomodoro
  • 1 cipolla
  • 2 cucchiai di olio extra vergine di oliva

 

Preparazione

  1. Lavare accuratamente le zucchine.
  2. Ricavare gli spaghetti dalle zucchine utilizzando un affetta-verdure o spiralizer.
  3. Sbollentare gli spaghetti di zucchine in acqua salata per due minuti.
  4. Tagliare la cipolla a fettine e far rosolare nell’olio in una casseruola.
  5. Sbriciolare il tofu e aggiungerlo nella casseruola, continuando a mescolare.
  6. Dopo qualche minuto, abbassare la fiamma e aggiungere la passata di pomodoro.
  7. Proseguire la cottura per circa mezz’ora.
  8. Far freddare il ragù di tofu e utilizzare per condire gli spaghetti.

 

Questa ricetta può essere realizzata per condire dei chicchi di cereali integrali come il farro, l’orzo, ottenendo un piatto unico.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta degli spaghetti di zucchine con ragù di tofu

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su zucchine, tofu, pomodoro, cipolla, olio EVO

Insalata di carciofi, finocchi, arance e noci
Insalata di carciofi, finocchi, arance e noci

 

La ricetta dell’insalata di carciofi, finocchi, arance e noci, utile in caso di edema (o gonfiore sottocutaneo).

 

Contorno

 

Tempo di preparazione

20 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 2 carciofi
  • 2 arance tarocco
  • 1 finocchio
  • 100 gr di songino
  • Succo di 1 limone
  • 4 noci
  • Pepe nero q.b.
  • 4 cucchiai di olio extra vergine di oliva

 

Preparazione

  1. Pulire i carciofi dalle foglie più esterne, tagliare le punte e ridurli a spicchi sottili.
  2. Lasciare riposare gli spicchi di carciofo in una ciotola con acqua mescolata al succo di limone.
  3. Lavare bene e pulire le altre verdure.
  4. Lavare bene le arance e tagliarle a fette rotonde senza eliminare la buccia.
  5. Tagliare il finocchio in 4 parti e ricavare delle sfoglie sottilissime tramite un tagliaverdure.
  6. Disporre le fette di arancia in 4 ciotole, aggiungere il songino, le sfoglie di finocchio e gli spicchi di carciofi scolati.
  7. Con una forchetta emulsionare l’olio, il succo di limone, il succo di arancia, un pizzico di pepe, fino a formare una salsina.
  8. Prima di servire, ultimare con gherigli di noce e condire con la salsa preparata.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di carciofi, finocchi, arance e noci (utile per edema o gonfiore sottocutaneo)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su carciofo, arancia, finocchio, songino, limone, noce, pepe, olio EVO

sorbetto di anguria al profumo di limone
Sorbetto di anguria al profumo di limone

La ricetta per la realizzazione del sorbetto di anguria al profumo di limone, utile in caso di edema o gonfiore sottocutaneo.

 

Bevanda/spuntino

 

Tempo di preparazione

12 ore

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • 300 gr di polpa di anguria
  • 100 ml di acqua naturale
  • Succo di 1 limone
  • 1 mazzetto di menta fresca

 

Preparazione

  1. Eliminare i semi dalla polpa di anguria.
  2. Frullare la polpa con l’acqua e il succo di limone.
  3. Versare il composto in uno stampo per il ghiaccio e lasciare riposare in freezer per almeno 12 ore.
  4. Prima di servire, scongelare a temperatura ambiente per 5 minuti e frullare nuovamenete il tutto.
  5. Servire, guarnendo con foglioline di menta fresca.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del sorbetto di anguria al profumo di limone

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su anguria, limone, menta

taralli integrali allo zenzero e curcuma
Taralli integrali allo zenzero e curcuma

 

La ricetta dei taralli integrali allo zenzero e curcuma, utile in caso di nausea.

 

Spuntino

 

Tempo di preparazione

1 h e 20 minuti

 

Difficoltà

media

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 250 gr di farina integrale
  • 100 ml di vino bianco secco
  • 60 gr di olio extra vergine di oliva
  • 2 cucchiaini di zenzero in polvere
  • 2 cucchiaini di curcuma in polvere
  • ½ cucchiaino di sale fino

 

Procedimento

  1. Versare la farina, lo zenzero, la curcuma e il sale in una ciotola e mescolare.
  2. Aggiungere il vino bianco e l’olio e iniziare a lavorare l’impasto con le mani fino a renderlo omogeneo e compatto.
  3. Formare un panetto con l’impasto e lasciare riposare per circa 30 minuti.
  4. Dividere il panetto in piccole porzioni.
  5. Creare delle striscioline da ogni porzione spesse circa 1 cm e lunghe 8 cm.
  6. Unire le due estremità delle strisce, formando un piccolo cerchio.
  7. Portare a ebollizione una pentola d’acqua e immergere i taralli per farli lessare.
  8. Non appena emergono in superficie scolarli, asciugarli con un panno e adagiarli su una teglia con carta forno, ben distanziati tra loro.
  9. Infornare i taralli a 200° per 30 minuti e terminare la cottura non appena saranno diventati dorati in superficie.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei taralli integrali allo zenzero e curcuma

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su vino bianco, olio EVO, zenzero, curcuma

salsa cremosa allo zenzero
Salsa cremosa allo zenzero

La ricetta per realizzare la salsa cremosa allo zenzero, utile in caso di nausea.

 

Salsa d’accompagnamento

 

Tempo di preparazione

10 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 150 gr di yogurt bianco al naturale
  • 1 cucchiaino di zenzero fresco grattugiato
  • 1 lime
  • sale q.b.

 

Preparazione

  1. Unire in una ciotola lo yogurt, lo zenzero, il succo di lime e un pizzico di sale.
  2. Mescolare fino ad amalgamare bene tutti gli ingredienti.
  3. Mettere in frigo prima di servire.
  4. Utilizzare a piacere per condire carne, pesce e verdura.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della salsa cremosa allo zenzero

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su yogurt, zenzero, lime

tisana all'anice
Tisana all’anice

 

La ricetta per realizzare la tisana all’anice, utile per contrastare il gonfiore addominale.

 

Bevanda

 

Tempo di preparazione

15 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 1 bustina di camomilla
  • un cucchiaio di semi di anice
  • un cucchiaio di semi di finocchio

 

Preparazione

  1. Portare a bollore dell’acqua, spegnere il fuoco e aggiungere una bustina di camomilla, i semi di anice e i semi di finocchio, girare con un cucchiaio e lasciar riposare con un coperchio per circa 10 minuti.
  2. Filtrare e versare in una tazza.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della tisana all’anice

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su camomilla, semi di anice, semi di finocchio

petto di tacchino con finocchi all'arancia
Petto di tacchino con finocchi all’arancia

 

la ricetta per realizzare il petto di tacchino con finocchi all’arancia, utile per contrastare il gonfiore addominale.

 

Secondo piatto

 

Tempo di preparazione

25 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 filetti di petti di tacchino da 100 gr l’uno
  • 6 arance
  • 3 finocchi
  • Aneto q.b.
  • Olio extra vergine di oliva q.b.
  • Sale q.b.

 

Preparazione

  1. Cuocere il tacchino in padella ben calda.
  2. Lavare e tagliare finemente i finocchi.
  3. Spremere le arance e creare un’emulsione con succo di arancia, olio e sale.
  4. Disporre i finocchi a fettine al centro del piatto e unire il tacchino scaloppato a fettine sottili.
  5. Ultimare con l’emulsione all’arancia e l’aneto.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del petto di tacchino con finocchi all’arancia

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su tacchino, arancia, finocchio, aneto, olio EVO

Orzotto mantecato con cicoria e limone
Orzotto mantecato con cicoria e limone

 

la ricetta per realizzare l’orzotto mantecato con cicoria e limone, utile in caso di gonfiore addominale.

 

Primo piatto

 

Tempo di preparazione

25 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 320 gr di orzo perlato
  • 500 gr di cicoria
  • 2 limoni
  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 bicchiere di vino bianco secco
  • Brodo vegetale q.b.
  • Olio extra vergine di oliva q.b.
  • Sale q.b.

 

Preparazione

  1. Preparare il brodo vegetale.
  2. Tostare l’orzo a modo di risotto in una casseruola con l’olio e l’aglio intero.
  3. Aggiungere il vino bianco, lasciare evaporare e unire il brodo vegetale bollente un po’ alla volta, continuando a cuocere.
  4. Cuocere a parte la cicoria in acqua bollente.
  5. Frullare la cicoria con poca acqua utilizzando un frullatore ad immersione.
  6. Quando l’orzo sarà cotto, unire la cicoria frullata.
  7. Fuori dal fuoco mantecare con olio.
  8. Distribuire nei piatti e ultimare la scorza di limone grattugiata a julienne.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’orzotto mantecato con cicoria e limone (gonfiore addominale)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su orzo perlato, cicoria, limone, aglio, vino bianco, olio EVO

filetto di merluzzo in crosta di patate e zucchine
Filetti di merluzzo in crosta di patate e zucchine

 

La ricetta per realizzare i filetti di merluzzo in crosta di patate e zucchine, utile in caso di gastrite.

 

Piatto unico

 

Tempo di preparazione

40 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 filetti di merluzzo da 150 gr l’uno
  • 400 gr di patate
  • 400 gr di zucchine
  • 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 2 cucchiai di prezzemolo tritato
  • Sale q.b.

 

Preparazione

  1. Sbucciare e lavare accuratamente le verdure.
  2. Tagliarle a pezzi e cuocerle al vapore fino a renderle tenere.
  3. Una volta cotte, schiacciare le verdure con una forchetta fino ad ottenere un purè senza grumi.
  4. Mettere il purè in una pentola e unire l’olio e il sale, se necessario un po’ d’acqua, amalgamando tutti gli ingredienti con una frusta.
  5. Adagiare i filetti di merluzzo in una teglia da forno, spennellarli con poco olio e distribuirvi sopra il purè di patate e zucchine e il prezzemolo tritato.
  6. Cuocere in forno a 180° per circa 15-20 minuti e fino a quando non si sarà formata una crosticina dorata.
  7. Servire ben caldo.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei filetti di merluzzo in crosta di patate e zucchine (gastrite)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su filetto di merluzzo, patate, zucchine, olio EVO, prezzemolo

vellutata di zucca con crostini integrali
Vellutata di zucca con crostini integrali

 

La ricetta per realizzare la vellutata di zucca con crostini interali, utile in caso di gastrite.

 

Antipasto/primo piatto leggero

 

Tempo di preparazione

45 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 400 gr di zucca
  • 2 coste di sedano
  • 1 pizzico di noce moscata
  • 100 g di crostini di pane integrale tostato
  • 3 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • sale q.b.

 

Preparazione

  1. Sbucciare la zucca e tagliarla a tocchetti.
  2. Mettere la zucca in una casseruola, far insaporire con un goccio d’olio e coprire con acqua e portare ad ebollizione.
  3. Insaporire con la noce moscata e cuocere per 30 minuti circa.
  4. Intanto tagliare il pane integrale a quadratini e tostare in forno.
  5. Terminata la cottura della zucca, frullare con un mixer.
  6. Impiattare e ultimare con i crostini di pane tostato, l’olio e un pizzico di sale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della vellutata di zucca con crostini integrali (utile in caso di gastrite)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su zucca, sedano, noce moscata, pane integrale, olio EVO

frullato di mango, banana e anacardi
Frullato di mango, banana e anacardi

 

La ricetta del frullato di mango, banana e anacardi utile per contrastare la fatigue.

 

Bevanda/spuntino

 

Tempo di preparazione

5 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 1 mango
  • 2 banane
  • 60 gr di anacardi
  • 500 ml di latte di mandorla
  • 1 limone spremuto

 

Preparazione

  1. Lavare e sbucciare la frutta.
  2. Tagliare a pezzi la frutta e inserirla nel frullatore insieme agli altri ingredienti.
  3. Frullare fino ad ottenere una consistenza liscia e cremosa.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del frullato di mango, banana e anacardi

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su mango, banana, anacardo, latte di mandorla, limone

barrette ai fiocchi d'avena, frutta secca e cioccolato fondente
Barrette ai fiocchi d’avena, frutta secca e cioccolato fondente

 

La ricetta per realizzare le barrette ai fiocchi d’avena, frutta secca e cioccolato fondente utile per contrastare la fatigue

 

Spuntino

 

Tempo di preparazione

45 minuti

 

Difficoltà

media

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 400 gr di fiocchi d’avena
  • 50 gr di nocciole
  • 50 gr di pistacchi
  • 60 gr di semi di sesamo e girasole
  • 70 gr di uvetta
  • 80 gr di cioccolato fondente al 70%
  • 150 gr di malto d’orzo

 

Preparazione

  1. Tostare i fiocchi d’avena in padella antiaderente per circa 5 minuti mescolando spesso.
  2. Porli in una ciotola e farli raffreddare
  3. Successivamente tritare grossolanamente le nocciole, i pistacchi, i semi di girasole e tostare per pochi minuti, anche insieme ai semi di sesamo.
  4. Far raffreddare i semi e unirli ai fiocchi, aggiungendo l’uvetta e il cioccolato fondente finemente spezzettato.
  5. Versare nella ciotola il malto d’orzo, poco alla volta, mescolando sempre, in modo da ricoprire appena fiocchi e semi.
  6. Mettere il composto su un piano, tra due fogli di carta da forno, schiacciarlo con un mattarello fino a ridurlo ad uno spessore di circa ½ cm e lasciarlo seccare.
  7. Tagliare con un coltello a piccoli pezzi e conservare in una scatola di latta.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle barrette ai fiocchi d’avena, frutta secca e cioccolato fondente

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su fiocchi d’avena, nocciole, pistacchi, semi di sesamo, uvetta, cioccolato fondente al 70%, malto d’orzo

centrifuga di frutti di bosco e anguria
Centrifuga di frutti di bosco e anguria

 

la ricetta per realizzare la centrifuga di frutti di bosco e anguria, indicata in caso di disidratazione.

 

Bevanda/spuntino

 

Tempo di preparazione

15 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 150 gr di frutti rossi (mirtilli, more, lamponi, ribes)
  • ¼ di anguria
  • 2 mele
  • 1 cucchiaino di zenzero in polvere
  • ½ cucchiaino di cannella in polvere
  • 1 limone
  • Menta fresca q.b.

 

Preparazione

  1. Lavare accuratamente tutta la frutta.
  2. Frullare i frutti di bosco con la menta fresca.
  3. Tagliare a pezzi l’anguria, le mele e il limone e centrifugare.
  4. Mescolare la centrifuga col frullato di frutti rossi.
  5. Versare nei bicchieri e spolverizzare con zenzero e cannella.

 

Una porzione di centrifugato sostituisce uno spuntino a base di frutta.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della centrifuga di frutti di bosco e anguria (utile in caso di disidratazione)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su frutti rossi, anguria, mela, zenzero, cannella, limone, menta

centrifuga di frutta e verdura
Centrifuga di frutta e verdura

 

La ricetta per realizzare la centrifuga di frutta e verdura, indicata in caso di disidratazione.

 

Bevanda/spuntino

 

Tempo di preparazione

15 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • 2 mele
  • 1 arancia rossa
  • una fetta di ananas
  • 1 cetriolo
  • un cuore di sedano
  • un pezzetto di zenzero
  • Menta fresca q.b.

 

Preparazione

  1. Lavare accuratamente frutta e verdura.
  2. Tagliare tutti gli ingredienti a pezzetti e centrifugare.
  3. Mescolare bene il succo ottenuto e versare nei bicchieri.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della centrifuga di frutta e verdura (utile in caso di disidratazione)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su mela, arancia rossa, ananas, cetriolo, sedano, zenzero, menta

infuso di spezie e frutta
Infuso di spezie e frutta

 

La ricetta per realizzare l’infuso di spezie e frutta, utile per contrastare la disidratazione.

 

Bevanda

 

Tempo di preparazione

20 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 1 chiodo di garofano
  • 1 limone
  • 2 arance
  • 1 stecca di cannella
  • Anice stellato q.b.

 

Preparazione

Bollire tutti gli ingredienti con acqua e ridurre per ¼ del suo volume.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’infuso di spezie e frutta (utile in caso di disidratazione)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su chiodo di garofano, limone, arancia, cannella, anice stellato

insalata di patate
Insalata di patate

 

La ricetta dell’insalata di patate, utile in caso di diarrea.

 

Primo piatto

 

Tempo di preparazione

40 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 800 gr di patate
  • 2 cucchiai di erba cipollina
  • 1 cucchiaio di prezzemolo tritato
  • Olio extra vergine di oliva q.b.
  • Sale q.b.

 

Preparazione

  1. Lessare le patate con la buccia per circa 30 minuti.
  2. Scolare le patate e lasciarle raffreddare.
  3. Appena fredde, sbucciare le patate e tagliarle a dadini non troppo piccoli.
  4. Porre le patate in una ciotola e condire con erba cipollina, prezzemolo, olio e sale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’insalata di patate (utile in caso di diarrea)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su patate, erba cipollina, prezzemolo, olio EVO

purè di carote aromatico
Purè di carote aromatico

 

la ricetta per realizzare il purè di carote aromatico, utile in caso di diarrea.

 

Condimento/contorno

 

Tempo di preparazione

50 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 800 gr di carote
  • 50 gr di timo
  • 3 cucchiai di olio extra vergine di oliva
  • Sale e pepe q.b.
  • Prezzemolo q.b.

 

Preparazione

  1. Pulire e mondare le carote, tagliarle a rondelle e porle in una placca da forno con il timo per 15 minuti.
  2. Cuocere le carote al vapore e poi passarle nel passaverdure.
  3. Porre le carote in casseruola con l’olio e mantecare a fuoco lento, aggiungendo un pizzico di sale e pepe.
  4. Porre nel piatto il purè e decorare con qualche fogliolina di prezzemolo lavato e asciugato.

 

Questo purè può rappresentare un contorno oppure in porzioni ridotte il condimento di un primo piatto come orzo perlato o riso semintegrale.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del purè di carote aromatico

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su carota, timo, olio EVO, prezzemolo

banana bread proteico
Banana bread proteico

 

La ricetta del banana bread proteico *, utile in caso di perdita di peso

 

 

Tempo di preparazione

30 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 100 gr di farina di avena
  • Proteine del siero del latte gusto neutro (whey protein) – dosaggio secondo le indicazioni del medico
  • 2 banane mature
  • 1 uovo
  • 200 ml di latte parzialmente scremato
  • 1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva

 

Preparazione

  1. Tagliare a pezzetti le banane e amalgamarle con la farina di avena, le proteine in polvere, l’uovo, il latte e l’olio, fino ad ottenere un impasto cremoso.
  2. Versare il composto in una teglia leggermente oliata e cuocere in forno a 200° per 20 minuti circa.
  3. Lasciare raffreddare e consumare a piacere con marmellata, crema di nocciole o mandorle, o burro di arachidi. 

 

 

*Le ricette di questa sezione sono indicate per chi ha perso peso e/o ha avuto diagnosi di sarcopenia (perdita della massa muscolare) ed ha ricevuto indicazione da parte del medico/oncologo/dietista/nutrizionista ad un maggiore apporto proteico tramite specifici integratori.

Pertanto, per la preparazione delle ricette, si consiglia di far riferimento alle indicazioni fornite dallo specialista sulla posologia adeguata ai propri fabbisogni relativa ai supplementi nutrizionali indicati.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del banana bread proteico

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su avena, banana, uovo, latte parzialmente scremato, olio EVO

Frullato proteico di yogurt, frutta fresca e cannella
Frullato proteico di yogurt, frutta fresca e cannella*

 

La ricetta per realizzare il frullato proteico di yogurt, frutta fresca e cannella, utile in caso di perdita di peso.

 

Tempo di preparazione

5 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 1 persona)

  • 1 kiwi
  • 3 fragole
  • 100 gr di yogurt greco bianco magro
  • Proteine del siero del latte gusto neutro (whey protein) – dosaggio secondo le indicazioni del medico
  • 50 ml di latte di mandorla o di soia
  • 10 gr di mandorle
  • ½ cucchiaino di cannella

 

Preparazione

  1. Pulire e lavare accuratamente la frutta fresca.
  2. Inserire la frutta insieme a tutti gli altri ingredienti in un frullatore.
  3. Frullare per 30 secondi o fino al raggiungimento della consistenza desiderata.
  4. Spolverizzare con fiocchi d’avena e semi di lino.

 

 

*Le ricette di questa sezione sono indicate per chi ha perso peso e/o ha avuto diagnosi di sarcopenia (perdita della massa muscolare) ed ha ricevuto indicazione da parte del medico/oncologo/dietista/nutrizionista ad un maggiore apporto proteico tramite specifici integratori.

Pertanto, per la preparazione delle ricette, si consiglia di far riferimento alle indicazioni fornite dallo specialista sulla posologia adeguata ai propri fabbisogni relativa ai supplementi nutrizionali indicati.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del frullato proteico di yogurt, frutta fresca e cannella

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su kiwi, fragole, yogurt greco, latte di mandorla o soia, mandorle, cannella

crudites di verdure con salsa allo yogurt
Crudites di verdure con salsa allo yogurt

 

La ricetta per realizzare le crudites di verdure con salsa allo yogurt, utile per contrastare la perdita di appetito.

 

Antipasto

 

Tempo di preparazione

5 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 400 gr di yogurt greco bianco magro senza zuccheri aggiunti
  • 400 gr di verdura cruda mista (finocchi, carote, lattuga, radicchio, sedano, cetriolo)
  • 1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva
  • 100 gr di rucola
  • Sale q.b.
  • Pepe nero q.b.

 

Preparazione

  1. Lavare con cura le verdure e tagliarle a julienne.
  2. Frullare in un mixer lo yogurt greco, la rucola, l’olio, il sale e il pepe.
  3. Servire le verdure a piacere in un’insalatiera da portata o in una coppa, accompagnate con la salsa allo yogurt.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle crudites di verdure con salsa allo yogurt (utile in caso di perdita di appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su yogurt greco, finocchi, carote, lattuga, radicchio, sedano, cetriolo, rucola, olio EVO, pepe nero

frutta secca alle spezie
Frutta secca alle spezie

 

La ricetta della frutta secca alle spezie, utile in caso di perdita di appetito.

 

Spuntino

 

Tempo di preparazione

25 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti

  • 400 gr di frutta secca mista: mandorle, noci, pinoli, pistacchi, arachidi, noci Pecan
  • 1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva
  • 1 cucchiaino di spezie in polvere: cumino, peperoncino, zenzero e cannella
  • un pizzico di aglio in polvere

 

Preparazione

  1. Versare in una padella 1 cucchiaio d’olio, farlo scaldare e poi aggiungere il cumino, il peperoncino, lo zenzero, la cannella e l’aglio.
  2. Cuocere per 2 minuti a fuoco molto basso mescolando sempre.
  3. Togliere dal fuoco e continuare a mescolare.
  4. Versare la frutta secca così condita in una teglia e porla in forno a 150° per 10 minuti, scuotendo ogni tanto la teglia, finché non è ben asciutta e appena colorita.
  5. Togliere dal forno, far raffreddare e conservare in un contenitore a chiusura ermetica.
  6. Consumare entro pochi giorni.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della frutta secca alle spezie

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su mandorle, noci, pinoli, pistacchi, arachidi, noci Pecan, olio EVO, cumino, peperoncino, zenzero, cannella, aglio

chips di verdura al forno
Chips di verdura al forno

 

la ricetta per realizzare le chips di verdura al forno, indicate in caso di perdita di appetito.

 

Spuntino/contorno

 

Tempo di preparazione

50 minuti circa

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 500 gr di topinambur o patate
  • 2 barbabietole
  • 5 carote
  • Rosmarino fresco q.b.
  • Erba cipollina q.b.
  • Olio extra vergine di oliva q.b.
  • Sale q.b.

 

Preparazione

  1. Pelare le verdure e lavarle accuratamente.
  2. Affettarle in modo sottile con un coltello o con una mandolina.
  3. Dividere le verdure in tre ciotole separate e unire un giro d’olio.
  4. Aggiungere alle barbabietole un pizzico di sale.
  5. Unire al topinambur il rosmarino tritato.
  6. Unire alle carote l’erba cipollina.
  7. Disporre le verdure senza sovrapporle in una teglia ricoperta di carta da forno.
  8. Infornare a 150° in forno ventilato preriscaldato.
  9. Se necessario dopo circa 20 minuti girare le fettine di verdure.
  10. Continuare a cuocere fino a quando non saranno dorate e croccanti.
  11. Far raffreddare leggermente prima di servire.

 

Le chips di verdura possono essere consumate come contorno di un pasto oppure come snack. O ancora come guarnizione di primi o secondi piatti, aggiungeranno croccantezza e gusto!

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle chips di verdura al forno (perdita appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su patate, barbabietole, carote, rosmarino, erba cipollina, olio EVO

chips di frutta al forno
Chips di frutta al forno

 

la ricetta per realizzare le chips di frutta al forno, utile in caso di perdita di appetito.

 

Spuntino/dolce

 

Tempo di preparazione

50 minuti circa

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 4 frutti (mele/pere/kiwi/banane)
  • Aromi q.b a piacere (cannella/noce moscata/anice stellato)

 

Preparazione

  1. Lavare accuratamente la frutta
  2. Eliminare la parte non edibile e tagliare a fettine sottili ottenendo uno spessore di un paio di millimetri al massimo. (Adeguate lo spessore al tipo di frutta scelto)
  3. Riporre la frutta su una teglia ricoperta di carta da forno.
  4. Infornare in forno ventilato preriscaldato a 120° fino a quando non saranno dorate e croccanti, ci vorranno all’incirca 45 minuti .
  5. Cospargere la frutta con le spezie più gradite (cannella/noce moscata/anice stellato)
  6. Lasciare raffreddare per far raggiungere la croccantezza desiderata.

 

Le chips di frutta possono essere consumate come spuntino oppure possono essere aggiunte a dello yogurt, ai cereali per la colazione o a una porzione di frutta in guscio come noci, mandorle, nocciole.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta delle chips di frutta al forno (perdita appetito)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su mela, pera, kiwi, banana, cannella, noce moscata, anice stellato

hummus di ceci fresco e piccante
Hummus di ceci fresco e piccante

 

La ricetta per realizzare l’hummus di ceci fresco e piccante, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Salsa d’accompagnamento

 

Difficoltà

facile

 

Tempo di preparazione

10 minuti

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • 300 gr di ceci lessati
  • 3 cucchiai di Tahini (burro di semi di sesamo)
  • 2 peperoncini verdi
  • succo di 1 limone spremuto
  • 3 cucchiai di foglie di menta fresca (in alternativa prezzemolo)
  • 2 cucchiaini di cumino in polvere
  • Sale q.b.

 

Preparazione

  1. Inserire i ceci già lessati insieme a tutti gli altri ingredienti in un frullatore.
  2. Azionare ed aggiungere gradualmente acqua fino al raggiungimento di una consistenza cremosa.
  3. Servire su crostini di pane integrale o in accompagnamento a verdure crude o cotte.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dell’hummus di ceci fresco e piccante (utile in caso di alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su ceci, peperoncino, succo di limone, menta, cumino

salsa allo yogurt ed erbe aromatiche (per carne, pesce e verdure)
Salsa allo yogurt ed erbe aromatiche (per carne, pesce e verdure)

 

La ricetta per realizzare la salsa allo yogurt ed erbe aromatiche (per carne, pesce e verdure), utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Salsa d’accompagnamento

 

Tempo di preparazione

10 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 300 gr di yogurt greco bianco magro senza zuccheri aggiunti
  • 1 cucchiaino di succo di un lime o un limone
  • 1 cucchiaio di olio extra vergine di oliva
  • Erbe aromatiche fresche o secche a piacere (erba cipollina/rosmarino/timo/basilico)
  • Sale q.b.

 

Preparazione

  1. Versare in una terrina lo yogurt greco.
  2. Unire il succo di limone e l’olio.
  3. Amalgamare gli ingredienti con una forchetta per formare una crema densa.
  4. Unire le erbe aromatiche ridotte in pezzettini molto piccoli.
  5. Continuare ad amalgamare tutti gli ingredienti.
  6. Far riposare in frigo per mezz’ora prima di servire.

 

Utilizzare la salsa per condire insalate, verdure, secondi piatti come pesce o carne bianca.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della salsa allo yogurt ed erbe aromatiche (per carne, pesce e verdure)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su yogurt greco, succo di limone, olio EVO, erba cipollina, rosmarino, timo, basilico

bocconcini di frutta invernale al profumo di rosmarino
Bocconcini di frutta invernale al profumo di rosmarino

 

La ricetta dei bocconcini di frutta invernale al profumo di rosmarino, utili per contrastare le alterazioni del gusto

 

Spuntino/Dolce

 

Tempo di preparazione

10 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti per 4 persone

  • 3 pere
  • 3 kiwi
  • Zucchero di canna grezzo q.b.
  • Succo di limone q.b.
  • Rosmarino q.b.

 

(Si possono realizzare anche con altre erbe aromatiche, come ad esempio la lavanda, il timo).

 

Preparazione

  1. Tagliare i kiwi e le pere per ottenere dei piccoli bocconcini, disporli in una ciotola con il succo di limone ed il rosmarino tritato.
  2. Lasciare riposare in frigo per qualche minuto: in questo modo durante la cottura la frutta prenderà l’aroma delicato del rosmarino.
  3. Passarli nello zucchero di canna e dorarli in padella antiaderente.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei bocconcini di frutta invernale al profumo di rosmarino

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su pera, kiwi, succo di limone, rosmarino

Trancio Di Spigola Agli Agrumi
Trancio Di Spigola Agli Agrumi

 

La ricetta per realizzare il trancio di spigola agli agrumi, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Secondo piatto

 

Tempo di preparazione

40 minuti

 

Difficoltà

media

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 1 spigola da 600 g
  • 200 gr di carote
  • 200 gr di sedano
  • 8 cuori di carciofo
  • 1 spicchio d’aglio
  • 1 arancia
  • 2 mandarini
  • 2 limoni
  • 4 cucchiai d’olio extra vergine di oliva
  • Aneto q.b.
  • Sale q.b.

 

 Per il centrifugato

  • 4 finocchi
  • 5 cetrioli

 

Preparazione

  1. Sfilettare la spigola per ottenere due filetti.
  2. Preparare in padella un guazzetto con il sedano, le carote tagliate a julienne, lo spicchio d’aglio e l’olio, far rosolare e unire i filetti.
  3. Bagnare con succo d’arancia, mandarino e limone, unire la scorza degli agrumi tagliata finemente e i cuori di carciofo tagliati a julienne.
  4. A fine cottura disporre nei piatti e ultimare con l’aneto.
  5. Se si gradisce preparare un centrifugato o un frullato a base di finocchi e cetrioli da abbinare al piatto come bevanda.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del trancio di spigola agli agrumi (utile in caso di alterazioni del gusto)

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su spigola, carote, sedano, carciofi, aglio, arancia, mandarini, limone, olio EVO, aneto, finocchi, cetrioli

Sovracoscia di pollo con erbe aromatiche e verdure
Sovracoscia di pollo con erbe aromatiche e verdure

La ricetta per la realizzazione della sovracoscia di pollo con erbe aromatiche, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Piatto unico

 

Tempo di preparazione

30 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 500 gr di sovracoscia di pollo
  • 200 gr di pane fresco integrale
  • 2 zucchine
  • 1 melanzana
  • 2 pomodori secchi
  • 1 spicchio d’aglio
  • Timo, menta, rosmarino q.b.
  • Olio extra vergine di oliva q. b.
  • Sale q.b.

 

Preparazione

  1. Grattugiare il pane e miscelare insieme alle erbe aromatiche tritate.
  2. Tagliare a medaglioni la sovracoscia di pollo e passarli nel preparato ottenuto.
  3. Dorarli in padella con poco olio.
  4. Tagliare a piccoli cubetti le zucchine e la melanzana, stufarli in casseruola con poco olio, acqua e aglio, spegnere la fiamma e coprire la casseruola con della pellicola trasparente. Questo consentirà al vapore di circolare all’interno della casseruola, in modo tale che le verdure mantengano il loro colore e i loro componenti originali.
  5. A fine cottura unire i pomodori secchi tagliati a cubetti e impiattare, disponendo come base del piatto le verdure con sopra i medaglioni di pollo, aggiungere un rametto di rosmarino fresco.
  6. Evitare di cuocere a lungo le erbe aromatiche poiché in cotture prolungate potrebbero rilasciare un sentore amaro agli alimenti.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della sovracoscia di pollo con erbe aromatiche e verdure

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su sovracoscia di pollo, pane integrale, zucchine, melanzana, pomodoro, aglio, timo, menta, rosmarino, olio EVO

Riso venere con melograno e asparagi
Riso venere con melograno e asparagi

La ricetta per realizzare il riso venere con melograno e asparagi, utile in caso di alterazioni del gusto.

 

Primo piatto

 

Tempo di preparazione

30 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 2 persone)

  • 160 gr di riso nero venere
  • 1 Melograno
  • 100 gr di asparagi
  • Olio extra vergine di oliva q.b.
  • Sale q.b.

 

Preparazione

  1. Pulire gli asparagi privandoli della parte bianca dura.
  2. Tagliare gli asparagi a pezzetti e cuocerli in padella con acqua e poco olio, a fuoco medio per circa 10 minuti.
  3. Durante la cottura aggiungere piccole quantità di acqua.
  4. Cuocere il riso venere per il tempo di cottura indicato nella confezione.
  5. Sgranare il melograno e raccogliere i chicchi in un’insalatiera.
  6. Scolare il riso e aggiungerlo al melograno nell’insalatiera.
  7. Unire gli asparagi e condire con poco sale e olio.

 

 

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Se vuoi saperne di più clicca su riso, melograno, asparagi, olio EVO

filetti di sgombro con salsa verde
Filetti Di Sgombro Con Salsa Verde

 

La ricetta salutare per realizzare passo passo i filetti di sgombro con salsa verde

 

Secondo piatto

 

Difficoltà

facile

 

Tempo di preparazione

20 minuti

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 600 gr di sgombro fresco
  • 50 gr di rucola
  • 125 gr di yogurt bianco naturale
  • Peperoncino q.b.
  • Olio extra vergine di oliva q.b.
  • Sale q.b.

 

Preparazione

  • Lessare lo sgombro, pulirlo e sfilettarlo.
  • Frullare la rucola, lo yogurt, l’olio, un pizzico di peperoncino e di sale.
  • Servire il filetto di sgombro con la salsa verde.

 

Lo sgombro è ricco di omega-3, acidi grassi essenziali utili per la protezione cardiovascolare. Questa ricetta è quindi particolarmente indicata anche durante le terapie oncologiche per ridurre il possibile danno cardiovascolare causato da alcuni trattamenti.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta dei filetti di sgombro con salsa verde

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su sgombro, rucola, yogurt, olio EVO, peperoncino

riso integrale con asparagi e capesante
Riso integrale con asparagi e capesante

La ricetta salutare per realizzare il riso integrale con asparagi e capesante.

 

Piatto unico

 

Tempo di preparazione

20 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 320 gr di riso integrale
  • 600 gr di asparagi
  • 8 capesante sgusciate
  • Brodo vegetale q.b.
  • Timo fresco q.b.
  • 1 spicchio d’aglio
  • Olio extra vergine di oliva q.b.
  • Sale q.b.

 

Preparazione

  1. Tostare il riso in una casseruola con l’olio e l’aglio intero in modo da eliminarlo a fine cottura.
  2. Preparare il brodo vegetale e unirlo al riso.
  3. Dorare a parte in un’altra casseruola con poco olio gli asparagi, unire del brodo e portare a cottura. Gli asparagi non devono essere cotti eccessivamente, per preservare le loro proprietà.
  4. Frullare gli asparagi cotti.
  5. A metà cottura del riso unire gli asparagi frullati.
  6. In una padella ben calda dorare per pochi minuti le capesante sgusciate.
  7. Mantecare il riso a fine cottura fuori dal fuoco con poco olio e timo.
  8. Disporre il risotto al centro del piatto e ultimare con le capesante dorate in padella.

 

Gli asparagi sono ricchi di quercetina, molecola appartenente alla classe dei polifenoli, sostanze che sembrerebbero utili nella protezione cardiovascolare. Questa ricetta è quindi particolarmente indicata anche durante le terapie oncologiche per ridurre il possibile danno cardiovascolare causato da alcuni trattamenti.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta del riso integrale con asparagi e capesante

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su riso integrale, asparagi, capesante, timo, aglio, olio EVO

Tortino di alici e melanzane
Tortino di alici e melanzane

 

La ricetta salutare per realizzare il tortino di alici e melanzane.

 

Secondo piatto

 

Tempo di preparazione

20 minuti

 

Difficoltà

facile

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 600 gr di filetti di alici fresche
  • 3 melanzane viola
  • Erba cipollina q.b.
  • Olio extra vergine di oliva q.b.
  • Sale q.b.

 

Preparazione

  1. Lavare accuratamente le melanzane e tagliarle a fette sottili.
  2. Grigliare le melanzane senza farle bruciare.
  3. Cuocere a vapore i filetti di alici tagliati e aperti.
  4. Adagiare sul piatto i filetti di alici alternati alle fette di melanzane.
  5. Ultimare con olio extravergine, poco sale e erba cipollina.

 

Le alici sono ricche di omega-3, acidi grassi essenziali utili per la protezione cardiovascolare. Questa ricetta è quindi particolarmente indicata anche durante le terapie oncologiche per ridurre il possibile danno cardiovascolare causato da alcuni trattamenti.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta salutare del tortino di alici e melanzane

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su alici, melanzane, erba cipollina, olio EVO

Le raccomandazioni per la prevenzione oncologica sono valide anche per chi ha già avuto casi di tumore
Le raccomandazioni per la prevenzione oncologica sono valide anche per chi ha già avuto casi di tumore

Negli ultimi decenni le persone che hanno superato con successo una terapia oncologica sono aumentate.

Questo è stato possibile grazie alla ricerca scientifica che ha consentito, e consente tutt’oggi, l’introduzione di nuovi trattamenti e di strumenti per la diagnosi precoce.

 

La prevenzione basata sul concetto di identificazione precoce della malattia, ad esempio attraverso programmi di screening, ha permesso alle persone di vivere in salute anche numerosi anni dopo la diagnosi.

 

Tuttavia è probabile che le persone guarite dal tumore riscontrino lo sviluppo di una recidiva o che vadano incontro ad una maggiore probabilità di sviluppare altre malattie croniche quali diabete, malattie cardiovascolari e osteoporosi.

 

È necessario seguire una dieta sana e varia ma anche praticare uno stile di vita attivo. Questo contribuisce ad una ripresa migliore dello stato di salute sia a livello muscolo-scheletrico sia a livello del sistema immunitario.

 

Mantenere la condizione di normopeso permette un maggiore successo nella prevenzione di recidive e di malattie croniche legate agli effetti collaterali dei trattamenti.

 

Inoltre è opportuno specificare che la ricerca in questo campo è in continua evoluzione. Per questo è necessario leggere ed informarsi attraverso fonti ufficiali e valutare con occhio critico le fonti di cui non è certa la provenienza, così da evitare comportamenti che possano mettere a rischio la salute.

 

Mettiamo in pratica la raccomandazione “le raccomandazioni per la prevenzione oncologica sono valide anche per chi ha già avuto casi di tumore”

 

  • I risultati della ricerca scientifica richiedono del tempo per essere convincenti. Attenzione quindi alle informazioni che dichiarano una soluzione facile e veloce.

 

  • Effettua controlli regolarmente e partecipa ai programmi di screening a cui sei invitato. Identificare precocemente la malattia aumenta la probabilità di successo della cura.

 

  • Mantieni uno stile di vita sano: una dieta varia basata principalmente su prodotti di origine vegetale e un’attività fisica quotidiana sono i fattori su cui agire per la prevenzione delle malattie oncologiche e delle recidive.

 

  • Consulta un medico prima di modificare le tue abitudini alimentari; la sua formazione permette di valutare in modo scientifico il cambiamento migliore da intraprendere.

 

  • Le informazioni che trovi sui giornali, in internet o che ascolti in televisione spesso non sono complete. È necessario risalire alla fonte da cui è stato estrapolato l’argomento e leggere la versione integrale.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

Allatta al seno per i primi sei mesi
Allatta al seno per i primi sei mesi

L’allattamento al seno è promosso per i numerosi vantaggi ad esso associato.

Allattare al seno, ad esempio, aiuta a perdere il peso accumulato in gravidanza sfavorendo le condizioni di sovrappeso e obesità.

 

Le evidenze scientifiche, inoltre, mostrano come l’allattamento al seno fino ai sei mesi sia uno dei fattori di prevenzione del tumore del seno  e, sebbene le evidenze siano ancora limitate, del tumore ovarico.

Tra i benefici correlati c’è una minore produzione di estrogeni in seguito alla riduzione del numero di cicli mestruali, in aggiunta ai nove mesi di gravidanza.

 

Il latte materno contiene tutti i nutrienti necessari per il corretto accrescimento del bambino fino a sei mesi di vita.

Oltre a diminuire il rischio di cancro nella donna, il latte materno ha effetti positivi, non solo nel breve termine, sulla salute del bambino, come la protezione da un eccesso di peso e dalle patologie correlate ad esso.

 

Mettiamo in pratica la raccomandazione “allatta al seno per i primi sei mesi”

 

  • Non esitare a chiedere aiuto, inizialmente può essere difficile prendere confidenza con l’allattamento.

 

  • Durante l’allattamento segui uno stile di vita corretto: mantieniti attiva, non fumare e adotta una dieta sana ed equilibrata.

 

  • Il fabbisogno energetico nel periodo di allattamento è leggermente superiore rispetto al normale apporto calorico. Puoi rivolgerti ad uno specialista per adottare una dieta adeguata alle tue esigenze.

 

  • Assicurati un buon apporto di liquidi tenendo presente che il fabbisogno, durante l’allattamento, aumenta di circa mezzo litro al giorno. Prediligi acqua e tisane non zuccherate, evita invece soft drink e succhi di frutta.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

Soddisfa i fabbisogni nutrizionali attraverso la dieta
Soddisfa i fabbisogni nutrizionali attraverso la dieta

Scegliere una dieta equilibrata e varia permette di mantenere l’organismo in salute e di prevenire le malattie definite “multifattoriali”, cioè che possono essere influenzate da numerosi fattori, tra cui la dieta.

 

Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro dichiara che non ci sono evidenze per consigliare l’uso di integratori al fine di prevenire le malattie oncologiche, non essendo state individuate sostanze in grado di ridurre il rischio di cancro, soprattutto se prese in considerazione singolarmente.

 

Per “integratori alimentari” si intendono fonti concentrate di nutrienti o di altre sostanze con effetto nutritivo o fisiologico che servono a integrare la normale dieta. Sono commercializzati sotto forma di pillole, compresse, capsule o liquidi in dosi misurate.

Esistono casi specifici in cui determinati integratori, dietro prescrizione medica, possono essere utili all’organismo in periodi di necessità o in stati fisiologici e/o patologici per garantire l’apporto di determinati composti, ma non per la prevenzione oncologica.

 

Mettiamo in pratica la raccomandazione “soddisfa i fabbisogni nutrizionali attraverso la dieta”

 

  • Basa prevalentemente la tua dieta su alimenti di origine vegetale ed alimenti freschi non lavorati di origine animale, ricchi naturalmente di nutrienti.

 

  • Evita il consumo di snack industriali dolci e salati; come spuntino salutare puoi consumare frutta fresca, essiccata o frutta a guscio.

 

  • Varia il consumo di frutta e verdura, basando le tue scelte sui diversi colori e sulla stagionalità.

 

  • Per condire i tuoi pasti utilizza olio extravergine d’oliva e insaporisci le tue ricette con erbe aromatiche e spezie, limitando l’uso di sale.

 

  • Non farti influenzare dai prodotti che dichiarano soluzioni facili e veloci. Consulta il tuo medico prima di fare uso di integratori.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

Limita il consumo di alimenti processati ricchi di grassi e zuccheri
Limita il consumo di alimenti processati ricchi di grassi e zuccheri

Una dieta basata prevalentemente sull’assunzione di prodotti freschi e/o poco lavorati favorisce il mantenimento dello stato di salute, riducendo l’insorgenza di malattie croniche.

Al contrario, un eccessivo apporto di calorie determina l’accumulo di tessuto adiposo e favorisce uno stato di insulino-resistenza, con conseguente aumento della probabilità di sviluppare diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari.

 

Il consumo di alimenti ad alta densità energetica e di bevande zuccherate favorisce le condizioni di sovrappeso e obesità aumentando indirettamente il rischio di sviluppare il cancro.

 

Gli alimenti ad alta densità energetica sono generalmente prodotti industriali lavorati, di piccole dimensioni e con basso potere saziante che presentano elevate quantità di zuccheri e grassi, responsabili dell’elevato apporto calorico.

Le bevande zuccherate contribuiscono ad aumentare il rischio di obesità soprattutto se consumate quotidianamente; inoltre la loro incapacità di saziare ne favorisce un uso smodato.

 

I prodotti compresi in queste due categorie hanno scarso valore nutrizionale poiché non permettono l’introduzione di composti utili per l’organismo, come vitamine, sali minerali e fitocomposti.

 

Non sempre gli alimenti densi di energia sono dannosi per la salute.

Un esempio è la frutta a guscio, alimento ricco di energia ma buona fonte di nutrienti (Cosa sono i nutrienti e che ruolo hanno nell’organismo) utili come grassi salutari, fibra, vitamine e sali minerali.

 

Mettiamo in pratica la raccomandazione “limita il consumo di alimenti processati ricchi di grassi e zuccheri”

 

• Prediligi come spuntino frutta fresca, secca o a guscio limitando il consumo di dolciumi, merendine, snack e bevande zuccherate.

 

• Riconosci gli alimenti ad alta densità al supermercato ed evita il loro acquisto. Leggi bene le etichette, in particolare controlla le quantità di zuccheri semplici e grassi saturi. Presta attenzione all’elenco degli ingredienti ricordandoti che sono dichiarati in ordine decrescente in funzione della quantità.

 

• Quando hai sete, l’acqua è sempre la miglior bevanda. Tisane e acque aromatizzate con frutta fresca, erbe e spezie sono una buona alternativa alle bevande zuccherate.

 

• Ricorda che le bevande zuccherate comprendono anche succhi di frutta, tè freddo e bevande gassate; preparati da solo le tue bevande e conservale in frigo.

 

• Arricchisci lo yogurt bianco non zuccherato con frutta fresca o secca, evitando l’acquisto di yogurt già zuccherati o aromatizzati alla frutta, al caffè, alla vaniglia eccetera.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

Limita il consumo di bevande alcoliche
Limita il consumo di bevande alcoliche

La letteratura scientifica concorda nell’attribuire al consumo di alcol un ruolo negativo per lo stato di salute.

In particolare, la relazione tra assunzione di alcol e rischio di cancro è indipendente dal tipo di bevanda alcolica che si consuma, essendo l’etanolo stesso classificato come cancerogeno.

 

L’alcol introdotto è metabolizzato dal fegato e convertito in acetaldeide, fattore che gioca un ruolo principale nel processo di cancerogenesi.

 

Inoltre le evidenze scientifiche mostrano come il contemporaneo consumo di bevande alcoliche e fumo di sigaretta aumenta il rischio di tumore.

 

Nella prevenzione delle malattie oncologiche si raccomanda di non consumare bevande alcoliche.

Sono disponibili tuttavia delle indicazioni per un consumo moderato di alcol. Si consiglia di non superare giornalmente una unità alcolica per le donne e due unità alcoliche per gli uomini.

Una unità alcolica corrisponde a circa 12 grammi di etanolo; tale quantità è contenuta ad esempio in un bicchiere di birra da 330ml oppure in un bicchiere di vino da 125ml.

 

Mettiamo in pratica la raccomandazione “limita il consumo di bevande alcoliche”

 

  • Se hai sete prediligi un bicchiere d’acqua piuttosto che un bicchiere di birra che non soddisferà il senso di sete e ti spingerà a berne una quantità superiore.

 

  • Dopo aver consumato bevande alcoliche ricordati di bere acqua per reidratare l’organismo.

 

  • Per limitare l’assorbimento veloce da parte dell’organismo preferisci l’assunzione di bevande alcoliche durante i pasti.

 

  • Evita un consumo eccessivo di bevande alcoliche in singole occasioni.

 

  • Evita di bere a stomaco vuoto, soprattutto in occasione dell’aperitivo, spesso accompagnato da alimenti poco salutari.

 

  • Allungare le bevande alcoliche con bibite gassate o zuccherate non le rende più salutari.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

limita il consumo di carne rossa ed evita il consumo di carni lavorate e conservate
Limita il consumo di carne rossa ed evita il consumo di carni lavorate e conservate

Gli alimenti di origine animale, se assunti nelle giuste quantità ed associati ad una dieta a base di alimenti vegetali, rappresentano una buona fonte di nutrienti  e contribuiscono al mantenimento dello stato di salute.

 

Secondo gli studi ad oggi disponibili, le carni rosse non costituiscono un pericolo per la salute se il loro consumo è inferiore ai 500g alla settimana.

 

Le probabili cause della relazione tra il consumo di carne rossa e rischio di cancro sono correlate alla formazione di composti potenzialmente cancerogeni, in seguito sia alla lavorazione della carne sia alla cottura ad alta temperatura.

Inoltre il ferro può stimolare la formazione di radicali liberi, fattore di rischio per l’insorgenza di cancro.

 

Nella denominazione “carne rossa” si considerano le carni manzo, maiale, agnello e i loro derivati.

 

La carne è una buona fonte di proteine e ferro per questo motivo non viene consigliata la completa esclusione dalla dieta.

Tuttavia, secondo il modello alimentare della dieta mediterranea il consumo di carne rossa dovrebbe essere minore di due porzioni la settimana.

 

Ricordiamo che fanno parte delle carni lavorate tutti i salumi, gli insaccati e le carni conservate con altri metodi e che il loro consumo, sempre secondo il modello mediterraneo, non dovrebbe superare la porzione settimanale.

Questo è in linea con il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro che suggerisce infatti di consumare solo occasionalmente tali prodotti.

 

Si raccomanda inoltre di associare sempre un piatto a base di verdure al consumo di carne e di prevedere frutta dopo il pasto.

 

Mettiamo in pratica la raccomandazione “limita il consumo di carne rossa ed evita il consumo di carni lavorate e conservate”

 

  • Alterna durante la settimana gli alimenti fonti di proteine; consuma più pesce e legumi e limita il consumo di carni rosse, ricordandoti che anche i salumi fanno parte di questa categoria.

 

  • Abbina un’insalata, verdure cotte e una macedonia al consumo di carne.

 

  • Per favorire l’assorbimento del ferro vegetale è sufficiente condire i piatti a base di legumi o ortaggi a foglia verde, come gli spinaci, con succo di limone, arancia o peperoncino, fonti di vitamina C.

 

  • Nella scelta del taglio della carne preferisci tagli magri riducendo l’acquisto di carni grasse oppure elimina la parte del grasso visibile prima della cottura.

 

  • Inserisci nei tuoi panini alimenti di origine vegetale e fonti proteiche alternative (ad esempio le uova o il formaggio fresco) per limitare l’uso di salumi.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

Consuma cereali integrali, verdura, frutta e legumi
Consuma cereali integrali, verdura, frutta e legumi

Numerose sono le evidenze che mostrano una associazione positiva tra una dieta ad alto contenuto di alimenti vegetali ed una minore incidenza di patologie (diabete, malattie cardiovascolari, obesità, tumori).

 

L’assunzione giornaliera di alimenti vegetali aiuta a mantenere la condizione di normopeso e, grazie al contenuto di fibra alimentare , favorisce la motilità del tratto gastrointestinale riducendo il contatto con potenziali sostanze cancerogene.

 

Gli effetti positivi legati al consumo di alimenti di origine vegetali sono accentuati se consumati con varietà.

 

Frutta e verdura sono caratterizzate da un basso apporto calorico e sono ricche di acqua e di fitocomposti.

I cereali (ad esempio grano, orzo, farro, riso, grano saraceno, amaranto, quinoa, e mais) soprattutto integrali, sia nella versione in chicco sia come prodotti derivati dalla loro lavorazione, come pane e pasta, sono fonte di fibra.

I legumi rappresentano una buona fonte di proteine e fibra: piselli, fave, ceci, lenticchie, fagioli, soia, ecc.

Spezie ed erbe aromatiche sono ottime per insaporire i piatti e possono essere utilizzate in alternativa al sale.

Frutta secca e semi oleosi sono ricchi di micronutrienti e di grassi salutari.

 

Mettiamo in pratica la raccomandazione “consuma cereali integrali, verdura, frutta e legumi”

 

 

  • Arricchisci le tue insalate e macedonie con semi oleosi ad esempio di zucca, girasole e lino.

 

  • Lascia un post-it che ti ricorda di mettere a bagno i legumi così da poterli cuocere la sera quando torni dal lavoro. Puoi acquistare anche i legumi surgelati o in scatola, ricordandoti di sciacquarli prima del consumo così da eliminare il liquido di conservazione.

 

  • Sostituisci gradualmente la pasta bianca con quella integrale; prova anche a consumare i cereali in chicco in zuppe, insalate fredde oppure cotti come un risotto. I mix di cereali che si possono cuocere in pochi minuti rappresentano una buona alternativa.

 

  • Assicurati di avere sempre frutta e verdure nel tuo frigo. Puoi aiutarti pianificando l’acquisto di tali prodotti con una lista della spesa ben organizzata.

 

  • Consuma frutta e verdura anche come spuntino e non solo durante i pasti principali; se prima di pranzo o di cena hai fame sgranocchia della verdura evitando di stuzzicare formaggio o pane.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

Evita il consumo di bevande zuccherate
Evita il consumo di bevande zuccherate

Una buona idratazione contribuisce a mantenere lo stato di salute.

Basti pensare che più del 50% dell’organismo umano è composto da acqua. Pertanto la bevanda da prediligere durante i pasti è proprio l’acqua.

 

Bisognerebbe invece evitare il consumo di bevande zuccherate. Se proprio si vuole consumarle, il loro consumo deve essere occasionale.

Le bevande zuccherate contribuiscono ad aumentare le condizioni di sovrappeso e obesità soprattutto se consumate quotidianamente, aumentando indirettamente il rischio di sviluppare il cancro.

 

Le bevande zuccherate sono per definizione ricche in zucchero. Ad esempio una lattina di tè freddo può presentare fino 30 grammi di zuccheri oppure una di bibita gassata fino a 40 grammi.

Inoltre la loro incapacità di saziare ne favorisce un uso smodato.

 

Oltre all’acqua anche tisane, , caffè, orzo ed acque aromatizzate possono rappresentare una valida alternativa che contribuisce alla corretta idratazione quotidiana.

L’acqua contribuisce inoltre al fabbisogno giornaliero di alcuni minerali, ad esempio calcio, magnesio, potassio, fosforo, sodio, rame e iodio.

 

Mettiamo in pratica la raccomandazione “evita il consumo di bevande zuccherate”

 

  • Abituati a bere acqua durante la giornata e non aspettare la sensazione di sete, generalmente si presenta in ritardo rispetto alla necessità.

 

  • Ricorda che le bevande zuccherate comprendono anche succhi di frutta, tè freddo e bevande gassate; preparati da solo le tue bevande e conservale in frigo.

 

  • Quando sei fuori casa porta sempre con te dell’acqua.

 

  • Ricorda che anche verdura, frutta, zuppe e minestroni contribuiscono al raggiungimento del fabbisogno quotidiano di acqua.

 

  • Se sei abituato a consumare frequentemente bevande zuccherate, puoi iniziare ad aggiungere dell’acqua per diluire le quantità di zuccheri e ridurne pertanto il consumo.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

Mantieniti fisicamente attivo ogni giorno
Mantieniti fisicamente attivo ogni giorno

Svolgere quotidianamente attività fisica aiuta a mantenere un buono stato di salute riducendo il rischio di insorgenza di malattie.

 

L’impatto dell’attività fisica sulla riduzione del rischio della patologia tumorale è argomento indagato e ormai accertato dalla letteratura scientifica. Sono numerose le ipotesi su tale relazione, ma i meccanismi biologici non sono ancora del tutto noti.

 

Tuttavia è certo che l’aumento del dispendio energetico aiuta a mantenere un peso corporeo nella norma, sfavorendo le condizioni di sovrappeso e obesità associate ad un maggiore rischio di sviluppare tumore.

 

 

Con il termine attività fisica si intende qualsiasi movimento prodotto dai muscoli scheletrici che richiede un dispendio energetico.

Il termine esercizio fisico invece comprende attività organizzate, strutturate e ripetitive volte a migliorare la propria prestazione fisica.

 

 

Si raccomandano 30 minuti al giorno di attività moderata, inizialmente sufficienti per chi non è allenato. Mano a mano che la prestazione fisica migliora, si può aumentare o l’intensità o il tempo dedicato all’attività.

 

 

È inoltre opportuno diminuire il tempo dedicato ad attività sedentarie, come guardare la tv o stare al computer, abitudini associate inoltre ad un maggior consumo di alimenti ad alta densità energetica e bevande zuccherate.

 

Mettiamo in pratica la raccomandazione “mantieniti fisicamente attivo ogni giorno”

 

  • Scegli attività adeguate ai tuoi gusti e al tuo livello di allenamento. Gli sport di squadra o le attività nel tempo libero come il giardinaggio sono ideali per unire divertimento e dispendio energetico.

 

  • Evita di prendere i mezzi pubblici per brevi distanze e approfittane per fare una passeggiata, utilizza anche la bici per gli spostamenti.

 

  • Evita di rimetterti seduto subito dopo pranzo, puoi approfittare della pausa per fare una passeggiata ad esempio intorno al luogo di lavoro.

 

  • Ascolta la musica quando fai le faccende domestiche in modo da svolgere l’attività più energicamente.

 

  • Approfitta del fine settimana per organizzare con i tuoi amici o con la tua famiglia attività all’aperto, ad esempio puoi visitare una città o visitare parchi naturali.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

mantieniti normopeso
Mantieniti normopeso

I benefici legati al mantenimento del peso corretto non solo diminuiscono le probabilità di sviluppare il cancro, ma anche altre malattie croniche quali cardiovascolari, ipertensione, muscolo-scheletriche e diabete.

 

La letteratura scientifica ha messo in evidenza come l’eccesso di tessuto adiposo potrebbe favorire la proliferazione tumorale in seguito ad un alterato equilibrio ormonale ed all’insorgenza di uno stato infiammatorio non acuto, tipico dell’obesità.

 

Sovrappeso e obesità si manifestano, nella maggior parte dei casi, in seguito ad uno squilibrio tra apporto e consumo energetico favorendo un eccessivo accumulo di grasso corporeo.

Le misurazioni che vengono utilizzate principalmente per la valutazione del peso corporeo sono: Body Mass Index (BMI)  e circonferenza vita.

 

Mantenere lo stato di normopeso e una circonferenza vita nella norma sono comportamenti in grado di ridurre il rischio di sviluppare cancro, adottando sane abitudini alimentari e uno stile di vita corretto.

 

Mettiamo in pratica la raccomandazione “mantieniti normopeso”

 

  • Limita l’acquisto di prodotti particolarmente ricchi di grassi e zuccheri, sia dolci (merendine e snack) sia salati (patatine e grissini), e di bevande zuccherate e gassate, in modo tale da non averli in casa ed evitarne un consumo frequente.

 

  • Mantieni uno stile di vita attivo dedicando ogni giorno almeno mezz’ora all’attività fisica: utilizza le scale e non l’ascensore, parcheggia più lontano la macchina per fare una passeggiata e mantieniti attivo nel tempo libero.

 

  • Cerca di pianificare i pasti secondo le indicazioni del piatto sano, mettendo in tavola solo gli alimenti che hai previsto di mangiare.

 

  • Consuma ad ogni pasto alimenti ricchi d’acqua e fibra, come frutta e verdura, limitando alimenti ad alto contenuto energetico.

 

  • Prepara i tuoi pasti seguendo ricette salutari così da avere maggiore controllo degli ingredienti che compongono il piatto.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

Vellutata di frutti rossi con ricotta alla cannella
Vellutata di frutti rossi con ricotta alla cannella

 

La ricetta salutare per realizzare la vellutata di frutti rossi con ricotta alla cannella.

 

Dolce

 

Tempo di preparazione

30 minuti

 

Difficoltà

media

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 150 gr di lamponi
  • 40 gr di ribes
  • 40 gr di mirtilli
  • menta fresca q.b.

 

Per la ricotta

  • 200 gr di ricotta di mucca
  • 50 gr di zucchero a velo
  • Gocce di cioccolato q.b.
  • Cannella q.b.

 

Preparazione

  1. Frullare i frutti rossi con la menta, lasciando da parte una porzione di mirtilli.
  2. Amalgamare la ricotta con lo zucchero, la cannella e le gocce di cioccolato. Riporre in frigo per 20 minuti.
  3. Disporre sulla base del piatto la zuppa rossa, i mirtilli e accompagnare con una quenelle o una pallina di ricotta al centro con menta fresca.

 

I frutti rossi sono ricchi di polifenoli, sostanze che sembrerebbero utili nella protezione cardiovascolare. Questa ricetta è quindi particolarmente indicata anche durante le terapie oncologiche per ridurre il possibile danno cardiovascolare causato da alcuni trattamenti.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta salutare della vellutata di frutti rossi con ricotta alla cannella

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su lamponi, ribes, mirtilli, menta, ricotta, cioccolato, cannella

Zuppa di lenticchie e spinaci alla curcuma con crostoni integrali
Zuppa di lenticchie e spinaci alla curcuma con crostoni integrali

 

La ricetta salutare per realizzare la zuppa di lenticchie e spinaci alla curcuma con crostoni integrali.

 

Piatto unico

 

Tempo di preparazione

1 ora

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 200 g di lenticchie secche
  • 1 l di brodo vegetale
  • un cucchiaio raso di curcuma
  • una punta di cucchiaino di pepe nero
  • 1 cipolla
  • un cucchiaino di semi di senape
  • 1 limone
  • 200 g di spinaci
  • 3 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • 4 fette di pane integrale da 50 g l’una
  • sale q.b.

 

Preparazione

  1. Sciacquate le lenticchie: sceglietele di una qualità che non necessita di ammollo. Mettetele in una pentola, copritele con il brodo vegetale freddo* e aggiungete la curcuma e il pepe: portate a bollore e calcolate circa 50 minuti per la cottura, che deve avvenire a fuoco basso e con il coperchio.
    Quando le lenticchie saranno tenere, salatele e frullatele, regolando la densità della zuppa e aggiungendo acqua calda se necessario.
    Unite il succo del limone dosandolo secondo il gusto e mescolate. Conservate la scorza del limone.
  2. Cuocete gli spinaci mondati a vapore per 2-3 minuti, salateli leggermente e teneteli in caldo.
  3. Mondate e affettate finemente la cipolla, fatela appassire in un padellino con 1 cucchiaio di olio, 2 di acqua, un pizzico di sale e i semi di senape. Una volta morbida, unitela alle lenticchie e mescolate.
  4. Distribuite la zuppa ben calda nei piatti e guarnite con ciuffetti di spinaci e il pane integrale tostato. Completate con i 2 cucchiai di olio rimasti, una grattugiata di scorza di limone e servite.

 

*BRODO VEGETALE

Prepararlo è semplicissimo e torna utile come fondo di risotti, minestre di legumi, da solo con riso o pastina.

Basta aggiungere in 1 litro di acqua fredda 3 ortaggi puliti e tagliati in grossi pezzi e cioè: 1 cipolla intera, 1 grossa carota divisa a metà e 1 gambo di sedano. In più, 1 manciata di prezzemolo fresco e, se si vuole, anche 1 foglia di alloro.

Dopo aver portato a bollore lasciate cuocere con il coperchio non sigillato ma appena aperto, a fuoco basso: per un buon brodo vegetale occorrono almeno 30-40 minuti.

Il sale (poco) va aggiunto verso fine cottura, quando il liquido non si restringerà più di tanto.

 

 

Clicca qui per scaricare la ricetta della zuppa di lenticchie e spinaci alla curcuma con crostoni integrali

 

 

Se vuoi saperne di più clicca su lenticchie, curcuma, pepe nero, cipolla, semi di senape, limone, spinaci, olio EVO, pane integrale

riso nero con gamberoni e zucchine
Riso nero con gamberoni e zucchine

La ricetta salutare per realizzare il riso nero con gamberoni e zucchine.

 

Primo piatto

 

Difficoltà

media

 

Tempo di preparazione

1 ora e 1⁄2

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 320 g riso nero
  • 400 g di gamberoni (il peso al netto degli scarti sarà di circa 180 g)
  • 1 l di fumetto di crostacei
  • 600 g di zucchine (se le trovate novelle, con il fiore)
  • 1 costa di sedano
  • 10 pomodorini
  • qualche foglia di basilico fresco
  • una manciata di prezzemolo fresco tritato
  • 1 spicchio d’aglio
  • un pizzico di peperoncino
  • 1⁄2 bicchiere di vino bianco secco
  • 3 cucchiai di olio extravergine di oliva

 

Preparazione

  1. Sgusciate i gamberoni, privandoli della testa e del loro filo intestinale nero con l’aiuto di un coltellino, e sciacquateli. Con i resti preparate 1 litro di fumetto di crostacei.
  2. Procedete lessando il riso venere per 35-40 minuti (ma controllate il tempo consigliato sulla confezione): usate il fumetto di crostacei (tranne mezzo bicchierino che terrete da parte), portando a ebollizione con altra acqua, cui aggiungerete il sale.
    Per abbreviare il periodo di cottura a 12 minuti circa dal fischio potete usare la pentola a pressione, versando il riso e il liquido (2 volte e mezzo il volume del riso).
  3. Intanto mondate, lavate e asciugate le zucchine e tagliatele a rondelle non troppo spesse; tenete da parte i fiori, se li avete.
  4. Private il sedano pulito delle due estremità e riducete la costa in rondelline.
  5. Tagliate i pomodorini lavati in quarti.
  6. Ora fate scaldare in una padella antiaderente un filo di fumetto e 1 cucchiaino d’olio con lo spicchio d’aglio svestito e tagliato a metà. Sistematevi i gamberoni, insaporendoli da una parte e dall’altra. Irrorate con il vino, che farete sfumare. Aggiungete i pomodorini, le zucchine, il sale e il peperoncino e fate cuocere a fuoco medio per 3-4 minuti, rigirandoli e se necessario aggiungendo un po’ di fumetto. Fate saltare in padella il riso scolato con i gamberoni e le verdure per un paio di minuti, unendo in ultimo i fiori di zucchina spezzettati, se li avete.
  7. Trasferite in una ciotola da portata, eliminando l’aglio, e aggiungete il sedano, 3 cucchiai di olio extravergine di oliva, 1 manciata di prezzemolo tritato finemente e una decina di foglie di basilico spezzettate a mano.
  8. Mescolate e fate raffreddare a temperatura ambiente.

 

FUMETTO DI CROSTACEI

Con i crostacei (gamberi, gamberoni o scampi che siano) si ottiene un fumetto delizioso, che insaporisce le pietanze a base di pesce.

Per prepararlo, riunite in una casseruola teste, code e gusci di crostacei con 1 piccola carota, 1 costa di sedano e 1 piccola cipolla mondate e tagliate a pezzi non troppo piccoli, un filo di acqua e 1 cucchiaino di olio extravergine di oliva: fate insaporire per un paio di minuti, poi aggiungete 1⁄2 bicchiere di vino bianco e lasciate che evapori.

Riempite la casseruola con 1 litro-1 litro e 1⁄2 di acqua fredda e fate bollire con e senza coperchio, almeno per 30-40 minuti, schiumando via via.

Filtrate prima di utilizzare. Non conviene salare, per non alterare la preparazione che il fumetto arricchirà.

 

 

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Se vuoi saperne di più clicca su riso, gamberoni (crostacei), zucchine, sedano, pomodoro, basilico, prezzemolo, aglio, peperoncino, olio EVO

orecchiette ai broccoli con briciole croccanti
Orecchiette ai broccoli con briciole croccanti

 

la ricetta salutare delle orecchiette ai broccoli con briciole croccanti.

 

Primo Piatto

 

Difficoltà

Facile

 

Tempo di preparazione

40 minuti

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 300 g di orecchiette integrali
  • 350 g di cime di broccolo romanesco (in mancanza: broccoletti)
  • 1 spicchio di aglio
  • 4 filetti di acciughe sotto sale
  • 1 fetta di pane integrale (50 g)
  • 2 cucchiai di aceto balsamico
  • peperoncino in polvere a piacere
  • sale q.b.

 

Preparazione

  1. Preparate subito le briciole croccanti: private il pane della crosta e frullatelo grossolanamente in un mixer da cucina; distribuite le briciole su una placca coperta con carta da forno, spruzzatelo con l’aceto balsamico e passate in forno a 130 °C per 4-5 minuti, o comunque finché non diventerà croccante. Fate attenzione che non bruci. Tenete da parte.
  2. Dividete il broccolo in cime molto piccole e lavatele bene. Mettete sul fuoco la pentola con l’acqua per la pasta e, appena bolle, salate e versatevi i broccoli, che scolerete dopo 2 minuti con un mestolo forato, mettendoli da parte. Lessate le orecchiette nell’acqua insaporita.
  3. A parte, in una padella antiaderente, scaldate un velo di acqua e 2 cucchiai di olio, aggiungete l’aglio tritato e lasciate andare per 1-2 minuti, unite poi le acciughe e lasciatele sciogliere. Unite il peperoncino e il broccolo e fate insaporire per 5 minuti. Regolate di sale.
  4. Scolate le orecchiette, versatele nella padella con i broccoli e mescolate su fiamma vivace, unendo poca acqua di cottura per rendere il tutto ben amalgamato.
  5. Trasferite la pasta nel piatto di portata e cospargete con le briciole croccanti. Servite subito.

 

 

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Se vuoi saperne di più clicca su broccoli, aglio, acciughe, pane integrale, aceto, peperoncino

Piccole gelatine di te verde con fiori e frutta
Piccole gelatine di te verde con fiori e frutta

 

La ricetta salutare per realizzare le piccole gelatine di te verde con fiori e frutta.

 

Dolce

 

Difficoltà

Facile

 

Tempo di preparazione

40 minuti (+ 2-3 ore in frigorifero)

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 200 ml di acqua
  • 1 cucchiaino abbondante di tè verde in foglie
  • 2 cucchiai rasi di zucchero
  • 1⁄2 cucchiaino di agar-agar in polvere
  • 4 manciate di frutti di bosco misti a piacere
  • qualche fogliolina di menta fresca
  • 1 manciata di fiori eduli

 

Preparazione

  1. Sciacquate i frutti di bosco, asciugateli delicatamente e divideteli in 4 parti uguali.
  2. In un pentolino portate a bollore l’acqua, poi spegnete la fiamma e lasciate in infusione almeno per 5 minuti le foglioline di tè verde. Filtrate attraverso un colino, dolcificate con lo zucchero e rimettete sul fuoco. Non appena il tè giungerà a ebollizione, unite l’agar-agar e tenete sul fuoco, sempre a fiamma vivace, per un paio di minuti, mescolando di continuo.
  3. Filtrate ancora una volta attraverso un colino, lasciate intiepidire per una buona mezz’ora e versatene uno strato di 1 centimetro in 4 stampini di silicone. Riponete in frigorifero finché non si solidifica. Solo a quel punto adagiate i frutti di bosco e le foglioline di menta, che avrete lavato. Ricoprite tutto con la gelatina di tè verde e lasciate in frigorifero almeno per 2-3 ore.
  4. Al momento di servire immergete velocemente gli stampini in acqua calda e poi girateli in piatti individuali. Portate in tavola le gelatine di tè verde, guarnendo con fiori eduli (cioè commestibili).

 

 

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crema di zucca al profumo di cannella
Crema di zucca al profumo di cannella

 

la ricetta salutare per realizzare la crema di zucca al profumo di cannella.

 

Antipasto

 

Difficoltà

facile

 

Tempo di preparazione

45 minuti

 

Ingredienti (per 4 persone)

  • 1 kg di zucca già sbucciata
  • 2 scalogni
  • 1 l di brodo vegetale
  • 1 stecca di cannella
  • cannella in polvere q.b.
  • 3 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • sale q.b.

 

Per decorare

4 cucchiai rasi di yogurt vegetale (o vaccino) bianco, non dolcificato

 

Preparazione

  1. Mondate la zucca e gli scalogni, tagliate a tocchetti la prima e affettate i secondi. Unite tutto insieme in una pentola con 750 millilitri di brodo* e 1 cucchiaio di olio, un po’ di sale e la stecca di cannella. Mettete il coperchio e cuocete a fuoco medio per circa mezz’ora, aggiungendo altro brodo se necessario.
  2. Quando la zucca sarà tenera, eliminate la stecca di cannella e frullate il tutto, ottenendo una crema piuttosto densa, ma non troppo, aggiungendo eventualmente altro brodo, ben caldo.
  3. Regolate di sale e distribuite la crema nei piatti: per ciascuno versate al centro un cucchiaio raso di yogurt e una spolverata di cannella in polvere, l’olio residuo tutto intorno.

 

*BRODO VEGETALE

Prepararlo è semplicissimo e torna utile come fondo di risotti, minestre di legumi, da solo con riso o pastina. Basta aggiungere in 1 litro di acqua fredda 3 ortaggi puliti e tagliati in grossi pezzi e cioè: 1 cipolla intera, 1 grossa carota divisa a metà e 1 gambo di sedano. In più, 1 manciata di prezzemolo fresco e, se si vuole, anche 1 foglia di alloro. Dopo aver portato a bollore lasciate cuocere con il coperchio non sigillato ma appena aperto, a fuoco basso: per un buon brodo vegetale occorrono almeno 30-40 minuti. Il sale (poco) va aggiunto verso fine cottura, quando il liquido non si restringerà più di tanto.

 

 

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brownie con cacao, nocciole e fagioli neri
Brownie con cacao, nocciole e fagioli neri

 

La ricetta salutare dei brownie con cacao, nocciole e fagioli neri

 

Dolce

 

Difficoltà

facile

 

Tempo di preparazione

1 ora (+ tempo di ammollo e cottura dei fagioli)

 

Ingredienti (per circa 20 pezzi)

  • 100 g di fagioli neri secchi (in alternativa cannellini)
  • 20 g di cacao amaro in polvere
  • 14 nocciole
  • 2 uova
  • 6 cucchiai di olio extravergine di oliva dal gusto delicato
  • 30 g di zucchero
  • 1 stecca di vaniglia
  • 1⁄2 bustina di lievito per dolci
  • 1 pizzico di sale
  • 2 foglie di alloro

 

Per guarnire

  • frutta fresca di stagione
  • qualche fogliolina di menta

 

Preparazione

  1. Mettete a bagno i fagioli neri coperti di acqua con 1 foglia di alloro per il tempo necessario di ammollo: non lesinate le ore, ce ne vogliono almeno 12 per questa varietà di legumi. Sciacquateli e fateli cuocere per un paio d’ore in una pentola capiente con nuova acqua fresca e un’altra foglia di alloro (i tempi si riducono un po’ se usate i cannellini, ancora di più con i fagioli in scatola).
  2. Controllate che siano tenerissimi prima di scolarli, quindi lasciateli raffreddare. Abbiate l’accortezza di non buttar via l’acqua di cottura, nel caso vi serva in seguito per ottenere la giusta consistenza dell’impasto.
  3. Preriscaldate il forno a 180°. Trasferite nel mixer i fagioli insieme con zucchero, uova, olio, vaniglia (incidetela per il lungo e prelevate la polpa interna raschiandola con la punta del coltello), cacao, nocciole e un pizzico di sale: frullate fino a ottenere un impasto liscio e omogeneo, eventualmente allungando con il liquido di cottura dei legumi. Versate in una ciotola il composto e il lievito, mescolando.
  4. Ricoprite con carta da forno una teglia quadrata (con il lato di 18-20 centimetri, o una rettangolare che abbia più o meno le stesse dimensioni). Distribuite il composto, livellandolo bene, e infornate a 180° per circa 40 minuti. Quando il dolce sarà pronto e intiepidito, ricavate i brownie dalla tipica forma a cubetto. Decorate con foglioline di menta e frutta fresca di stagione.

 

Il brownie di questa ricetta, una tipica torta americana al cioccolato da servire a pezzi quadrati o rettangolari, è proposto in una versione adatta anche ai celiaci e agli intolleranti al lattosio, ossia senza farina e senza burro. A dare la morbidezza all’impasto sono i fagioli, di cui non si sentirà il sapore nel dolce finale. I cubetti sono 20: la porzione a persona consigliata è di 1-2 pezzi.

 

 

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vescica
Vescica

Ruolo della vescica è quello di raccogliere l’urina, filtrata dal rene, prima di essere eliminata dal corpo.

 

La forma più comune di tumore della vescica è costituita dal carcinoma uroteliale, che ha origine dalle cellule che rivestono la tonaca mucosa. Altre forme di tumore della vescica sono il carcinoma delle cellule squamose, adenocarcinoma e il carcinoma a piccole cellule.

Il rischio di sviluppare il tumore della vescica è maggiore negli uomini rispetto alle donne (1 su 14 e 1 su 77, rispettivamente). Tuttavia  l’incidenza è in lieve aumento per le donne mentre per gli uomini risulta in diminuzione.

 

 

In seguito all’analisi della letteratura disponibile sulla relazione tra alimentazione, stile di vita e cancro, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro ha individuato i seguenti fattori per il tumore della vescica:

 

 

Fattori di rischio

 

Consumo di acqua contaminata da arsenico

per l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) l’acqua potabile contaminata da sostanze nocive, tra cui l’arsenico, è considerata cancerogena per l’uomo. Le attività agricole, le produzioni industriali possono contaminare l’acqua oppure l’arsenico può anche essere naturalmente presente a causa di depositi geologici naturali o dell’attività vulcanica.

Anche se i meccanismi sono poco conosciuti, studi sperimentali suggeriscono che l’esposizione all’arsenico favorisce la produzione di specie reattive dell’ossigeno che causano danni al DNA e modulano l’espressione di geni coinvolti nella crescita cellulare, nella sopravvivenza e nel rischio di cancro.

 

L’analisi della letteratura ha permesso inoltre la formulazione delle dieci raccomandazioni da parte del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, un decalogo che racchiude le sane abitudini alimentari e il corretto stile di vita per la prevenzione delle malattie oncologiche.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

utero (tumore dell'endometrio e tumore della cervice)
Utero (Tumore dell’endometrio e tumore della cervice)

L’utero, organo dell’appartato riproduttivo femminile, è caratterizzato da una forma ad imbuto rovesciato ed è costituito da una parte superiore chiamata corpo dell’utero e una parte inferiore, la cervice o collo. L’utero è rivestito internamente dall’endometrio, tessuto che ad ogni ciclo mestruale subisce dei cambiamenti.

 

Il tumore dell’endometrio rappresenta la più frequente forma tumorale che colpisce il corpo dell’utero e il 5% di tutti i tumori incidenti nelle donne. Si tratta della terza neoplasia più frequente nelle donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni.

Il tumore della cervice uterina invece è la quinta neoplasia più frequente nella fascia giovanile ed il secondo tumore per frequenza nelle donne.

 

Grazie all’introduzione del Pap Test, strumento utile per la diagnosi precoce del tumore della cervice uterina, la mortalità per questa forma tumorale è in continua diminuzione nei paesi occidentali; nei paesi a basso reddito invece costituisce ancora una delle principali cause di morte per le donne.

 

 

In seguito all’analisi della letteratura disponibile sulla relazione tra alimentazione, stile di vita e cancro, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro ha individuato i seguenti fattori per il tumore dell’endometrio:

 

 

Fattori di rischio

 

Sovrappeso e obesità

l’accumulo di peso corporeo è un fattore di rischio convincente.

Gli studi che giustificano tale relazione sono numerosi e le evidenze che utilizzano il Body Mass Index, come misura del sovrappeso e dell’obesità, sono maggiori rispetto a quelle che indagano ad esempio la circonferenza vita. L’aumento del rischio si riscontra sia prima sia dopo la menopausa.

 

Carico glicemico

una dieta ad alto carico glicemico è un probabile fattore di rischio per il tumore dell’endometrio.

L’esame della letteratura ha osservato un’associazione tra il consumo di alimenti ad alto carico glicemico e un rischio di tumore fino al 15% più elevato.

 

 

Fattori protettivi

 

Attività fisica

è un probabile fattore protettivo per il tumore dell’endometrio.

Gli studi mettono in evidenza come il rischio di sviluppo di tumore dell’endometrio in donne che praticano una qualsiasi attività o un esercizio fisico organizzato è inferiore rispetto a chi ha uno stile di vita sedentario.

 

Caffè

l’assunzione regolare di caffè è un probabile fattore protettivo per il tumore dell’endometrio.

Le evidenze mostrano una riduzione del rischio di tumore del 7% per una tazza al giorno di caffè, anche decaffeinato.

 

L’analisi della letteratura ha permesso inoltre la formulazione delle dieci raccomandazioni da parte del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, un decalogo che racchiude le sane abitudini alimentari e il corretto stile di vita per la prevenzione delle malattie oncologiche.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

stomaco (sede tumorale)
Stomaco

Lo stomaco è un organo che fa parte dell’apparato digerente ed è collegato con l’esofago tramite l’orifizio del cardias e con l’intestino tramite il piloro.

 

I tumori dello stomaco possono essere suddivisi in due sottotipi in base alla sede anatomica di origine: tumori del cardias e tumori del non cardias.

 

Tra le morti per cause tumorali il cancro dello stomaco occupa il quinto posto. Negli ultimi anni si è comunque verificato un decremento, non solo della mortalità, ma anche dell’incidenza.

In particolare nell’ultimo decennio è stata riscontrata una riduzione dell’incidenza del tumore non cardias rispetto al tumore del cardias (che al contrario ha mostrato un incremento).

 

In seguito all’analisi della letteratura disponibile sulla relazione tra alimentazione, stile di vita e cancro, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro ha individuato i seguenti fattori:

 

 

Fattori di rischio

 

Alimenti conservati con salatura

il consumo di alimenti conservati con il sale, indipendentemente dalla categoria, è un fattore di rischio probabile per lo sviluppo di tumore dello stomaco.

L’assunzione eccessiva di sale può danneggiare il rivestimento dello stomaco causando maggiore sensibilità agli agenti cancerogeni e favorendo la colonizzazione da Helicobacter pylori, che sembra avere un ruolo nello sviluppo del cancro in tale sede.

 

Sovrappeso e obesità

studi scientifici mostrano una relazione tra l’aumento del peso corporeo e il probabile rischio di sviluppare cancro del cardias.

Studi indicano un aumento del rischio del 23% del tumore al cardias per un incremento di 5 punti di Body Mass Index (BMI o Indice di Massa Corporea).

 

Carni lavorate

il consumo di carni lavorate è un probabile fattore di rischio per il tumore del non cardias.

Tale relazione è statisticamente significativa per il consumo di una porzione da 50 grammi al giorno, che è stato correlato con un aumento del rischio del 18%.

 

Consumo di alcol

il consumo di bevande alcoliche probabilmente è un fattore di rischio per il tumore dello stomaco.

Evidenze scientifiche mostrano come un apporto giornaliero di etanolo di 45 grammi, più di tre unità alcoliche, possono favorire l’insorgenza di cancro dello stomaco.

 

L’analisi della letteratura ha permesso inoltre la formulazione delle dieci raccomandazioni da parte del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro. Si tratta di un decalogo che racchiude le sane abitudini alimentari e il corretto stile di vita per la prevenzione delle malattie oncologiche.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

seno
Seno

Il seno è costituito da tessuto adiposo, tessuto connettivo e da un insieme di ghiandole organizzate in lobi. Da essi si forma una rete di dotti che convergono nel dotto galattoforo principale e che si apre nel capezzolo, consentendo il passaggio del latte durante l’allattamento.

 

Il tumore del seno è una malattia che ha origine principalmente dalla moltiplicazione incontrollata di alcune cellule della ghiandola mammaria, che si trasformano in maligne.

 

Il rischio di ammalarsi di cancro del seno aumenta con l’avanzare dell’età e questo si riscontra anche nel trend di incidenza che cresce esponenzialmente fino ai 50-55 anni, rallenta per alcuni anni dopo la menopausa, per poi riprendere ad aumentare.

Quest’andamento può essere giustificato sia dal cambiamento dello stato fisiologico della donna sia dai programmi di screening al fine di diagnosticare precocemente il tumore mammario.

Lo screening infatti è rivolto a donne di età tra i 50 e i 69 anni ed è costituito da una mammografia che si ripete ogni due anni. Questo ha permesso anche di riscontrare in Italia una sopravvivenza dell’87% a cinque anni dalla diagnosi.

 

In seguito all’analisi della letteratura disponibile sulla relazione tra alimentazione, stile di vita e cancro, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro ha individuato i seguenti fattori, specificando le evidenze in merito al rischio in pre-menopausa e in post- menopausa:

 

 

Fattori di rischio

 

Consumo di alcol

il consumo di bevande alcoliche è un fattore di rischio per il tumore del seno, convincente in post-menopausa e probabile in pre-menopausa.

Alcuni studi analizzati mostrano un aumento del 5% del rischio di tumore del seno in pre-menopausa già con il consumo di 1 unità alcolica al giorno. Tuttavia altre evidenze non associano, al medesimo consumo, un aumento significativo del rischio.

Per questo ad oggi la letteratura scientifica classifica il consumo di bevande alcoliche come probabile fattore di rischio del tumore mammario in pre-menopausa.

 

Mentre per lo stato di post-menopausa le evidenze sono concordi nell’affermare come un consumo di bevande alcoliche sia un fattore di rischio convincente per il tumore del seno, attribuendo un rischio del 9% in più per il consumo di 1 sola unità alcolica al giorno.

 

Sovrappeso e obesità (post-menopausa)

l’aumento del peso corporeo è un convincente fattore di rischio per il tumore del seno in donne in post-menopausa, indipendentemente dal tipo di misurazione che è stato usato per la valutazione del sovrappeso e dell’obesità.

Gli studi mostrano un aumento del rischio di tumore del 12% per un incremento del Body Mass Index (BMI, Indice di Massa Corporea) di 5 punti e un aumento dell’11% per valori della circonferenza vita superiori al valore ottimale di 10 cm.

 

 

Fattori protettivi

 

Attività fisica

è un probabile fattore protettivo per il tumore del seno.

Le evidenze scientifiche, confrontando donne che praticano attività fisica con donne con una vita più sedentaria, mostrano una riduzione del 13% del rischio di insorgenza di tumore del seno in post-menopausa.

 

Attività fisica sostenuta

è associata ad un minore rischio di tumore del seno durante il periodo che precede la menopausa, con evidenza probabile.

È stata riscontrata una riduzione del 17% del rischio in donne con alti livelli di attività fisica sostenuta rispetto a donne con livelli più bassi. Nonostante alcune evidenze mostrano un’associazione non significativa di tale relazione, i risultati ottenuti volgono nella stessa direzione.

 

Sovrappeso e obesità (pre-menopausa)

un peso corporeo superiore alla norma è un probabile fattore protettivo per il tumore del seno nel periodo della pre-menopausa. Una possibile spiegazione risiede nel fatto che l’accumulo di tessuto adiposo potrebbe variare la produzione di estrogeni ed altri fattori endocrini inducendo cambiamenti a carico del tessuto del seno, riducendo così la suscettibilità alla cancerogenesi.

Questo sembra essere confermato anche dall’evidenza probabile che un aumento di peso corporeo tra i 18 e i 30 anni d’età sia un fattore protettivo del tumore del seno in post-menopausa.

 

Allattamento al seno

è un fattore protettivo probabile per il tumore mammario sia in pre che in post-menopausa. Il rischio di tumore diminuisce all’aumentare del numero dei mesi di allattamento.

Dalla letteratura tale relazione è significativa quando l’allattamento è protratto per sei mesi e si riscontra inoltre una riduzione del rischio del 4,6% anche ai dodici mesi.

 

L’analisi della letteratura ha permesso inoltre la formulazione delle dieci raccomandazioni da parte del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, un decalogo che racchiude le sane abitudini alimentari e il corretto stile di vita per la prevenzione delle malattie oncologiche.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

rene
Rene

I reni sono due organi con la funzione di filtrare il sangue per eliminarne le sostanze di rifiuto prodotte dall’organismo, in modo tale da espellerle con le urine. Inoltre sono importanti organi endocrini.

 

L’incidenza del tumore del rene è in aumento e da solo rappresenta il 3% di tutti i tumori.

Sfortunatamente i sintomi si manifestano nello stadio avanzato della malattia e questo spesso non consente una diagnosi precoce.

Generalmente la diagnosi nei primi stadi di sviluppo avviene a seguito di controlli medici non correlati alla malattia, ad esempio grazie ad una radiografia.

 

In seguito all’analisi della letteratura disponibile sulla relazione tra alimentazione, stile di vita e cancro, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro ha individuato i seguenti fattori:

 

 

Fattori di rischio

 

Sovrappeso e obesità

L’aumento del peso corporeo è un fattore convincente per il rischio di cancro del rene.

Numerose sono le evidenze epidemiologiche che mostrano un’associazione tra le varie tipologie di misurazione del sovrappeso e dell’obesità (Body Mass Index, circonferenza vita e rapporto vita fianchi) e il rischio di tumore del rene.

L’aumento del tessuto adiposo favorisce alti livelli di insulina circolanti nel sangue, aumenta il rischio di ipertensione ed inoltre è associato ad un basso grado di infiammazione cronica, fattori che potrebbero favorire l’insorgenza del tumore del rene.

 

 

Fattori protettivi

 

Consumo di alcol

Il consumo di bevande alcoliche probabilmente è un fattore protettivo per il cancro del rene. Le evidenze di tale affermazione si basano sull’assunzione di 1 unità alcolica al giorno.

Tuttavia non esiste una chiara conoscenza di tale relazione, sono state indagate alcune ipotesi riguardo il meccanismo attraverso cui l’alcol potrebbe ridurre il rischio di cancro.

Ad esempio, un’assunzione moderata di alcol è correlata ad un minore rischio di iperinsulinemia e di diabete di tipo 2, fattori che possono favorire l’insorgenza il cancro del rene.

Inoltre le bevande alcoliche possono contenere composti fenolici antiossidanti che, attraverso vari meccanismi, possono ridurre il rischio di cancro del rene.

Infine un ulteriore meccanismo che può giustificare tale correlazione è l’effetto diuretico dell’alcol, che potrebbe diminuire i tempi di contatto tra le cellule epiteliali renali e composti potenzialmente dannosi.

 

L’analisi della letteratura ha permesso inoltre la formulazione delle dieci raccomandazioni da parte del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, un decalogo che racchiude le sane abitudini alimentari e il corretto stile di vita per la prevenzione delle malattie oncologiche.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

prostata
Prostata

La prostata è una piccola ghiandola, simile ad una noce, appartenente all’apparato genitale maschile localizzata alla base della vescica.

 

In Italia il tumore della prostata è il carcinoma più frequente negli uomini e rappresenta il 20% di tutti i tumori diagnosticati a partite dai 50 anni d’età.

 

In seguito all’introduzione del test dell’antigene prostatico specifico (PSA), proteina prodotta dalla ghiandola, il numero di nuovi casi con diagnosi di tumore della prostata era aumento per poi diminuire negli anni successivi.

Il test del PSA è sicuramente un buon strumento per identificare il carcinoma prostatico nelle fasi iniziali, tuttavia a causa della scarsa specificità, non viene utilizzato come test di screening per la popolazione maschile. Questo perché valori elevati di PSA possono essere riscontrati anche in condizioni diverse dal tumore della prostata.

 

In seguito all’analisi della letteratura disponibile sulla relazione tra alimentazione, stile di vita e cancro, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro ha individuato i seguenti fattori:

 

 

Fattori di rischio

 

Sovrappeso e obesità

L’aumento del peso corporeo è un fattore di rischio probabile per lo sviluppo del tumore della prostata.

Le evidenze scientifiche mostrano come tale relazione è presente sia quando si utilizza il Body Mass Index (BMI o Indice di Massa Corporea) come indicatore di obesità, sia quando si misurano altri valori come la circonferenza vita e il rapporto vita fianchi.

 

L’analisi della letteratura ha permesso inoltre la formulazione delle dieci raccomandazioni da parte del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, un decalogo che racchiude le sane abitudini alimentari e il corretto stile di vita per la prevenzione delle malattie oncologiche.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

polmone
Polmone

I polmoni sono due organi che svolgono la funzione di trasferire l’ossigeno introdotto con la respirazione nel circolo sanguigno e di espellere l’anidride carbonica prodotta dalle cellule.

 

Le principali forme di tumore del polmone sono il tumore a piccole cellule e non a piccole cellule. Quest’ultima forma rappresenta l’85% dei casi di tumore del polmone diagnosticati.

 

Il tumore polmonare rappresenta la prima causa di morte per malattie oncologiche negli uomini e la terza nelle donne.

 

Senza dubbio il fumo di sigaretta è il principale fattore di rischio per il tumore del polmone. Dalla letteratura si evince un incremento del rischio all’aumentare degli anni di esposizione al fumo e del numero di sigarette giornaliere.

È importante però tenere in considerazione che smettendo di fumare in qualsiasi momento della vita il rischio di tumore si riduce fortemente.

 

In seguito all’analisi della letteratura disponibile sulla relazione tra alimentazione, stile di vita e cancro, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro ha individuato i seguenti fattori:

 

 

Fattori di rischio

 

Integratori di beta-carotene

L’uso di integratori di beta-carotene è un convincente fattore di rischio per il tumore del polmone.

Alcuni studi hanno messo in luce un aumento significativo del rischio con un’integrazione di 20mg al giorno di beta-carotene.

 

 

Fattori protettivi

 

Frutta

Un aumento del consumo di frutta è un probabile fattore protettivo per il tumore del polmone.

In letteratura è stata riscontrata una riduzione del 6% con il consumo di una sola porzione di frutta al giorno, rispetto a chi ne fa un consumo minore.

Inoltre analizzando tale relazione in diversi studi di popolazione è emerso che chi consuma più frutta ha un rischio inferiore del 23% di tumore del polmone, se confrontato con chi consuma meno frutta nella stessa popolazione.

 

Alimenti fonte di carotenoidi

il consumo di alimenti che contengono naturalmente carotenoidi rappresenta un fattore protettivo probabile per il tumore polmonare.

A differenza del consumo di integratori di beta-carotene, in questo caso le evidenze mostrano una riduzione del rischio all’aumentare del consumo di alimenti contenenti naturalmente carotenoidi.

 

L’analisi della letteratura ha permesso inoltre la formulazione delle dieci raccomandazioni da parte del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, un decalogo che racchiude le sane abitudini alimentari e il corretto stile di vita per la prevenzione delle malattie oncologiche.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

pelle
Pelle

La pelle è l’organo più esteso del nostro corpo e costituisce la prima linea di difesa dell’organismo contro potenziali agenti chimici, fisici e biologici.

 

L’incidenza del tumore della pelle varia sensibilmente tra le diverse aree del mondo con prevalenza nella razza caucasica, in particolare annualmente circa l’85% dei melanomi cutanei insorgono nelle popolazioni di Nord-America, Europa ed Oceania.

 

Uno dei più importanti fattori di rischio per il tumore della pelle è l’esposizione ai raggi UV, rappresentando un rischio doppio rispetto a chi non è esposto. Anche l’esposizione a fonti artificiali di UV, come lampade e lettini per l’abbronzatura, aumenta il rischio di melanoma cutaneo.

Per questo motivo gli esperti consigliano un’esposizione moderata e con le dovute accortezze, come l’utilizzo della crema solare e l’attenzione a non esporsi al sole nelle ore più calde.

 

Non sono ancora stati individuati dalla ricerca scientifica dei test di screening che permettano una diagnosi precoce del tumore della pelle. Tuttavia è buona pratica controllare periodicamente l’aspetto dei nei, rivolgendosi anche ad un dermatologo.

 

L’analisi della letteratura ha permesso inoltre la formulazione delle dieci raccomandazioni da parte del il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro. Si tratta di un decalogo che racchiude le sane abitudini alimentari e il corretto stile di vita per la prevenzione delle malattie oncologiche.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

pancreas
Pancreas

Il pancreas è una ghiandola, esocrina ed endocrina, che secerne ormoni fondamentali per la digestione degli alimenti e per la regolazione del livello di glucosio nel sangue.

Tra le principali funzioni ricordiamo la produzione del succo pancreatico, dell’insulina e del glucagone.

 

La maggior parte dei tumori che interessano il pancreas riguardano la componente esocrina, ovvero la porzione che produce il succo pancreatico.

 

Rappresenta circa il 3% di tutti i tumori incidenti tra maschi e femmine ed è la quarta causa di morte per cancro per le donne e la sesta per gli uomini.

 

Ancora oggi non vi sono strumenti per la diagnosi precoce e questo può giustificare il fatto che solo il 7% dei casi di tumore del pancreas venga diagnosticato in uno stadio iniziale della malattia.

 

Il carcinoma pancreatico non manifesta sintomi particolari allo stadio iniziale, quando sono presenti sintomi spesso sono vaghi e possono essere male interpretati. Per tutti questi motivi il tumore del pancreas, nella maggior parte dei casi, viene diagnosticato quando è già esteso.

 

In seguito all’analisi della letteratura disponibile sulla relazione tra alimentazione, stile di vita e cancro, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro ha individuato i seguenti fattori:

 

 

Fattori di rischio

 

Sovrappeso e obesità

l’aumento del peso corporeo è un fattore di rischio convincente per l’insorgenza del carcinoma pancreatico.

Esiste un numero ampio di evidenze che mostra un’associazione tra vari metodi di misurazione del sovrappeso e dell’obesità e l’incidenza e la mortalità del tumore del pancreas.

In particolare gli studi che utilizzano il Body Mass Index (BMI o Indice di Massa Corporea) mostrano un aumento del rischio del 10% per un incremento di 5 punti di BMI.

 

L’analisi della letteratura ha permesso inoltre la formulazione delle dieci raccomandazioni da parte del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro. Si tratta di un decalogo che racchiude le sane abitudini alimentari e il corretto stile di vita per la prevenzione delle malattie oncologiche.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

ovaio
Ovaio

Le ovaie sono due piccoli organi dell’apparato genitale interno femminile.

Svolgono la funzione di produrre ogni mese un ovocita, cellula riproduttiva femminile, e di produrre gli ormoni sessuali femminili, estrogeni e progesterone.

 

I tumori dell’ovaio sono di tre tipi: epiteliali, germinali e stromali.

Il carcinoma epiteliale ha origine nelle cellule che rivestono la superficie dell’ovaio e rappresenta il 30% dei carcinomi dell’apparato genitale femminile.

 

Il cancro ovarico viene diagnosticato generalmente nella fase tardiva di sviluppo del tumore poiché le prime fasi presentano una sintomatologia aspecifica. Nonostante questo, il trend di incidenza appare in diminuzione.

 

In seguito all’analisi della letteratura disponibile sulla relazione tra alimentazione, stile di vita e cancro, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro ha individuato il seguente fattori:

 

 

Fattori di rischio

 

Sovrappeso e obesità

L’accumulo di peso corporeo è un probabile fattore di rischio per il tumore dell’ovaio. Il tessuto adiposo influenza la produzione ormonale ed instaura un lieve processo infiammatorio, alterando il corretto stato fisiologico della donna.

Le evidenze scientifiche mostrano un’incidenza maggiore del tumore ovarico nelle donne con un alto valore di Body Mass Index (BMI o Indice di Massa Corporea) rispetto alle donne con valori nella norma.

La relazione è confermata sia in pre-menopausa che in post-menopausa e per tutte le differenti forme di tumore dell’ovaio.

 

L’analisi della letteratura ha permesso inoltre la formulazione delle dieci raccomandazioni da parte del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, un decalogo che racchiude le sane abitudini alimentari e il corretto stile di vita per la prevenzione delle malattie oncologiche.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

fegato
Fegato

Organo più voluminoso del corpo, il fegato svolge numerose e fondamentali funzioni per il buon mantenimento dello stato di salute.

 

Le forme tumorali con sede nel fegato sono diverse ma il carcinoma epatocellulare rappresenta il 90% di tutti i tumori di tale organo.

 

Il tumore del fegato è la seconda più comune causa di morte per cancro in tutto il mondo ed è più frequente negli uomini rispetto alle donne. Anche in Italia rientra tra le prime cinque cause di morte per tumore nei maschi.

 

Il rischio di insorgenza aumenta con l’avanzare dell’età ma nei paesi in via di sviluppo si riscontra una diagnosi ad un’età inferiore, intorno ai 40 anni, rispetto ai paesi più sviluppati.

 

In seguito all’analisi della letteratura disponibile sulla relazione tra alimentazione, stile di vita e cancro, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro ha individuato i seguenti fattori:

 

 

Fattori di rischio

 

Aflatossine

Le evidenze sulla relazione tra il consumo di prodotti contaminati da aflatossine e il rischio di tumore al fegato sono convincenti.

L’aflatossina B1 prodotta dal fungo del genere Aspergillus, un contaminante dei cereali e delle arachidi, è una delle più forti dal punto di vista genotossico e cancerogeno.

 

Consumo di alcol

L’evidenza sulla relazione tra consumo di alcolici e tumore del fegato è convincente per un’assunzione superiore a 45 grammi al giorno di etanolo, che equivalgono a più di tre unità alcoliche.

 

Sovrappeso e obesità

L’eccessivo peso corporeo è un fattore di rischio convincente per il tumore del fegato.

Gli studi mostrano come un incremento di 5 punti del Body Mass Index (BMI o Indice di Massa Corporea) sia associato ad un aumento dell’incidenza per entrambi i sessi e per diverse aree geografiche.

 

 

Fattori protettivi

 

Caffè

La letteratura esaminata mostra come l’assunzione regolare di caffè sia tra i probabili fattori in grado di ridurre il rischio di tumore al fegato.

 

L’analisi della letteratura ha permesso inoltre la formulazione delle dieci raccomandazioni da parte del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, un decalogo che racchiude le sane abitudini alimentari e il corretto stile di vita per la prevenzione delle malattie oncologiche.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

esofago
Esofago

L’esofago è il condotto che nell’atto della deglutizione, contraendosi, permette il passaggio dalla gola allo stomaco degli alimenti e dei liquidi ingeriti con la dieta.

 

Il 95% dei tumori dell’esofago sono rappresentati dalla crescita incontrollata delle cellule che lo rivestono internamente (carcinoma a cellule squamose) oppure dalle cellule che costituiscono le ghiandole che producono il muco (adenocarcinoma).

 

In Italia il trend di incidenza appare in diminuzione nella popolazione maschile mentre è stabile per le donne.

 

In seguito all’analisi della letteratura disponibile sulla relazione tra alimentazione, stile di vita e cancro, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro ha individuato i seguenti fattori, dividendo le evidenze relative al carcinoma a cellule squamose da quelle in riferimento all’adenocarcinoma.

 

 

Fattori di rischio

 

Consumo di alcol

Il carcinoma a cellule squamose è il più comune dei tumori esofagei.

La letteratura scientifica mostra come il consumo di bevande alcoliche sia un convincente fattore di rischio per l’insorgenza di questa tipologia di tumori.

Studi rilevano come l’assunzione di 1 unità alcolica al giorno sia associata ad un incremento del rischio del 25%, in confronto a chi non consuma alcol.

 

Mate caldo

Ulteriore fattore di rischio, probabile per l’analisi effettuata della letteratura disponibile, è il consumo di mate caldo, una bevanda tradizionale del Sud America.

Il consumo di mate caldo è stato anche inserito dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) tra i probabili cancerogeni per l’uomo (Gruppo 2A).

 

Sovrappeso e obesità

Per l’adenocarcinoma è stato riscontrato un solo fattore di rischio convincente legato all’aumento del peso corporeo, misurato attraverso il Body Mass Index (BMI), la circonferenza vita e il rapporto vita fianchi (waist hip ratio-WHR).

Gli studi analizzati hanno mostrato un aumento del rischio del 48% per un incremento del BMI di 5 punti, un aumento del 34% per un aumento di 10 cm della circonferenza vita rispetto alla norma e un aumento del 38% per un incremento di 0.1 unità di WHR.

 

L’analisi della letteratura ha permesso inoltre la formulazione delle dieci raccomandazioni da parte del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, un decalogo che racchiude le sane abitudini alimentari e il corretto stile di vita per la prevenzione delle malattie oncologiche.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

colon-retto
Colon-Retto

L’intestino, organo deputato alla digestione e assorbimento delle sostanze nutritive, è suddiviso in due parti principali: intestino tenue e intestino crasso. Il colon e il retto fanno parte dell’intestino crasso.

 

Circa l’80% dei tumori del colon-retto sono conseguenza della proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa, rivestimento interno della parete intestinale, con conseguente formazione di polipi adenomatosi.

Questi, inizialmente forme benigne, possono evolvere nel tempo in forme maligne causando i sintomi tipici del tumore del colon-retto, ad esempio il sangue nelle feci.

 

L’introduzione del test di screening, indirizzato a uomini e donne con età compresa dai 50 ai 69 anni, ha permesso la riduzione dell’incidenza, andando ad identificare la malattia in uno stadio precoce.

Per questo motivo il trend del tumore del colon-retto ha visto una riduzione a partire dagli anni Duemila e la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di tumore è del 66% per il colon e 62% per il retto.

 

In seguito all’analisi della letteratura disponibile sulla relazione tra alimentazione, stile di vita e cancro, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro ha individuato i seguenti fattori:

 

 

Fattori di rischio

 

Carne lavorata

aumenta il rischio di tumore del colon-retto con evidenza convincente. In particolare è stato stimato che un consumo giornaliero di 50 grammi di carne lavorata aumenti il rischio di ammalarsi del 16%.

 

Sovrappeso e obesità

l’aumento del peso è un convincente fattore di rischio per l’insorgenza del tumore del colon-retto. Numerose sono le evidenze che giustificano tale relazione.

Ad esempio una meta-analisi dose-risposta, che vede coinvolti un grande numero di casi di tumore del colon-retto, mostra un aumento del rischio del 5% per un incremento di 5 punti del Body Mass Index (BMI, o Indice di Massa Corporea).

 

Consumo di alcol

il consumo elevato di bevande alcoliche rappresenta un fattore convincente di rischio per lo sviluppo di tumore del colon-retto.

La revisione della letteratura scientifica mostra come una unità alcolica al giorno aumenti il rischio di tumore sia del colon che del retto.

Dagli studi inoltre si nota chiaramente che il rischio aumenta linearmente all’aumentare delle unità alcoliche giornaliere consumate.

 

Carne rossa

è un probabile fattore di rischio per il tumore del colon-retto. Le evidenze mostrano un’associazione positiva, vale a dire che il rischio aumenta con l’incremento del consumo, ma in maniera non significativa.

 

 

Fattori protettivi

 

Attività fisica

praticare uno stile di vita attivo rappresenta un convincente fattore di riduzione del rischio di cancro del colon-retto.

Le evidenze mostrano una riduzione del rischio del 20% in coloro che praticano alti livelli di attività fisica rispetto a coloro con livelli più bassi.

Inoltre i dati in letteratura mostrano una riduzione dell’incidenza del tumore del colon in associazione con il movimento svolto nel tempo libero.

 

Alimenti integrali

sono un probabile fattore protettivo per il tumore del colon-retto. Le evidenze scientifiche mostrano, per un consumo di 90 grammi al giorno di cereali integrali, una riduzione del rischio del 17%.

 

Alimenti fonte di fibra alimentare

una dieta ricca di alimenti fonte di fibra rappresenta un fattore protettivo probabile per il tumore del colon-retto.

Le evidenze mostrano che chi consuma alimenti fonte di fibra ha un rischio minore di tumore del colon-retto rispetto a chi ne consuma quantità minori.

Non è stata definita la quantità di fibra per la quale tale associazione è riscontrata, si ricorda che i livelli di assunzione consigliati per la popolazione italiana sono di almeno 25 grammi al giorno.

 

Latte e derivati

Probabilmente fattori di riduzione del rischio di tumore del colon-retto.

Le evidenze scientifiche mostrano, per un consumo giornaliero di 400 grammi di latte e derivati, una riduzione del rischio del 13%.

Il probabile effetto positivo può essere spiegato in parte dal contenuto di calcio in questi alimenti.

 

L’analisi della letteratura ha permesso inoltre la formulazione delle dieci raccomandazioni da parte del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, un decalogo che racchiude le sane abitudini alimentari e il corretto stile di vita per la prevenzione delle malattie oncologiche.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

cistifellea
Cistifellea

La cistifellea, o colecisti, ha il ruolo di immagazzinare la bile prodotta dal fegato fino al rilascio, durante il processo digestivo, nell’intestino al fine di favorire la digestione dei grassi.

 

Circa il 90% dei tumori della cistifellea sono adenocarcinomi mentre solo una piccola percentuale sono carcinomi a cellule squamose.

Le percentuali di incidenza di entrambe le tipologie di tumore della cistifellea sono in calo.

La patogenesi del tumore della cistifellea non è ben nota in quando la diagnosi spesso viene riconosciuta in stadi avanzati del tumore.

Inoltre i sintomi come nausea, vomito e dolore addominali sono analoghi ad altre patologie e questo può tardarne la diagnosi.

 

In seguito all’analisi della letteratura disponibile sulla relazione tra alimentazione, stile di vita e cancro, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro ha individuato i seguenti fattori:

 

 

Fattori di rischio

 

Sovrappeso e obesità

l’aumento del peso corporeo è un probabile fattore di rischio per lo sviluppo del tumore della cistifellea.

Gli studi mostrano un incremento significativo del 25% del rischio per un aumento di 5 punti di Body Mass Index (BMI).

 

L’analisi della letteratura ha permesso inoltre la formulazione delle dieci raccomandazioni da parte del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, un decalogo che racchiude le sane abitudini alimentari e il corretto stile di vita per la prevenzione delle malattie oncologiche.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

bocca faringe laringe
Bocca / Faringe / Laringe

Diversi sono i tessuti e gli organi inclusi nelle denominazioni di bocca, faringe e laringe.

Questi comprendono le labbra, la lingua, il rivestimento interno delle guance, il pavimento orale, le gengive, il palato e le ghiandole salivari.

 

Sono tumori maggiormente diffusi tra la popolazione maschile rispetto a quella femminile e si posizionano al quinto posto tra i tumori incidenti negli uomini di età compresa tra 50 e 69 anni, in termini di frequenza e proporzione.

 

Una precoce diagnosi del tumore permette un maggiore successo delle terapie contro la malattia.

In riferimento a queste sedi tumorali, è possibile individuare la malattia in uno stadio non avanzato grazie ad una visita otorinolaringoiatrica.

 

È opportuno inoltre indirizzare le campagne di sensibilizzazione verso le categorie di popolazione a maggiore rischio d’insorgenza di tale tumore, in particolare i consumatori di alcol e fumo.

 

In seguito all’analisi della letteratura disponibile sulla relazione tra alimentazione, stile di vita e cancro, il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro ha individuato i seguenti fattori:

 

Fattori di rischio

 

Consumo di alcol

il consumo di bevande alcoliche è un fattore di rischio convincente per lo sviluppo di tumore della bocca, della faringe e della laringe.

Le numerose evidenze sono concordi nel affermare che maggiore è il consumo di alcol e maggiore è il rischio di insorgenza di tale tumore.

 

Sovrappeso e obesità

l’eccessivo peso corporeo è un fattore di rischio probabile per il tumore della bocca, della faringe e della laringe.

 

 

Fattori protettivi

 

Verdure non amidacee

il consumo di verdure non amidacee è un probabile fattore protettivo per i tumori della bocca, della faringe e della laringe.

La maggior parte degli studi mette in evidenza come un maggiore consumo di verdure non amidacee sia associato ad un minore rischio di tumore. In particolare è stato visto che chi consuma una sola porzione al giorno di verdura ha comunque una riduzione del rischio in confronto a chi non ne consuma affatto.

 

Frutta

il consumo di frutta è un fattore protettivo probabile per il tumore della bocca, della faringe e della laringe.

Dalla letteratura scientifica emerge una riduzione del rischio in chi consuma anche una sola porzione al giorno di frutta rispetto a chi ne consuma una quantità inferiore.

 

Alimenti fonte di carotenoidi

il consumo di alimenti che contengono naturalmente carotenoidi è un fattore protettivo, con evidenza probabile, per il tumore della bocca, della faringe e della laringe.

Si riscontra questa correlazione negli studi che indagano i consumi di tali alimenti sia tramite l’utilizzo di questionari, sia con l’analisi dei livelli di carotenoidi nel sangue come indicatori di consumo.

 

 

L’analisi della letteratura ha permesso inoltre la formulazione delle dieci raccomandazioni da parte del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro. Si tratta di un decalogo che racchiude le sane abitudini alimentari e il corretto stile di vita per la prevenzione delle malattie oncologiche.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

Diarrea

Le terapie oncologiche, ma anche la malattia in sé, possono causare alterazioni del tratto gastroenterico come dispepsia (cattiva digestione), gastrite, meteorismo e diarrea.

 

La diarrea è un effetto collaterale tipicamente legato alla chemioterapia ma può presentarsi anche durante la terapia ormonale e durante l’assunzione di farmaci biologici (una particolare categoria di terapie a bersaglio molecolare).

 

Può essere cronica o acuta e alterare la qualità di vita del paziente; una sua precoce individuazione è necessaria al fine di evitare casi severi di disidratazione e di malassorbimento intestinale, con conseguente abbassamento dei livelli di sali minerali importanti per la salute dell’organismo, come sodio e potassio.

 

Cosa fare in caso di diarrea

Per contrastare il rischio di disidratazione è bene individuare tutte le strategie possibili per introdurre fluidi, tra cui bere acqua, tisane tiepide, spremute di agrumi, ma anche consumare alimenti ricchi di acqua e di sali minerali come purè di frutta oppure verdure, preferendo quelle con un minor apporto di fibra.

 

Scegliere fonti proteiche semplici da digerire come pollame e pesce bianco, e consumare pasti piccoli per non sovraccaricare il sistema gastrointestinale.

 

Evitare alimenti troppo grassi e unti, difficili da digerire, e sospendere temporaneamente il consumo di prodotti integrali in favore di cereali in chicco perlati.

Sarebbe utile infine evitare il fumo di sigaretta, il tè e il caffè che possono irritare il tratto intestinale.

 

L’utilizzo di probiotici e antidiarroici, in seguito ad una consultazione medica, potrebbe essere indicata.

 

Cibi utili in caso di diarrea

Frutta cotta, sbucciata, e purè di frutta pastorizzata, escludendo pera, prugna e kiwi.

Vegetali cotti poveri di fibra: zucca, zucchine, spinaci, melanzane sbucciate, carote, piselli.

Cereali in chicco: orzo perlato, riso semintegrale.

Patate lesse consumate a temperatura ambiente.

Carne bianca: petto di pollo e fesa di tacchino.

Pesce bianco: merluzzo, sogliola, platessa.

Acqua minerale. Evitare bevande gassate.

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

Fonti

Cosa fare per prevenire potenziali infezioni

L’igiene orale in questa circostanza è di fondamentale importanza, per questo motivo bisogna mantenere sempre la bocca pulita lavandosi accuratamente i denti dopo ogni pasto e praticando regolarmente risciacqui con acqua e sale.

Anche il cibo può veicolare microrganismi potenzialmente pericolosi, soprattutto quando consumato crudo, e il lavaggio delle materie prime con acqua è alla base di una cucina sicura; per una pulizia più accurata di frutta e verdura può essere utile inoltre asciugarle con un panno sfregandole un po’. Porre molta attenzione quando, nella stessa zona della cucina, si manipolano alimenti crudi, come ad esempio l’insalata, e alimenti cotti e pronti da consumare; in questi casi ci può essere il rischio di contaminazione crociata, cioè il passaggio di microrganismi patogeni dall’alimento crudo a quello cotto pronto da consumare. Quando avanzano pietanze cotte, soprattutto di origine animale, è bene conservarle in frigorifero e non a temperatura ambiente; quando verranno nuovamente consumate è fondamentale riscaldarli con attenzione fino al cuore del prodotto.

È utile inoltre astenersi dal fumo e dal consumo di bevande alcoliche.

Aumentato Rischio Di Infezioni

Il calo dei globuli bianchi durante le terapie oncologiche aumenta il rischio di sviluppare infezioni. La gravità di tali infezioni varia a seconda dell’agente responsabile e dello stato fisico.

Le infezioni più frequenti riguardano il sistema respiratorio, digerente, cutaneo e delle mucose.

 

I principali sintomi derivanti da un’infezione possono essere: febbre alta, brividi, tosse, mal di testa, dolore muscolare, diarrea, sfoghi cutanei e irritazione delle mucose.

 

Cosa fare per prevenire il potenziale rischio di infezioni:

L’igiene orale in questa circostanza è di fondamentale importanza, per questo motivo bisogna mantenere sempre la bocca pulita lavandosi accuratamente i denti dopo ogni pasto e praticando regolarmente risciacqui con acqua e sale.

 

Anche il cibo può veicolare microrganismi potenzialmente pericolosi, soprattutto quando consumato crudo, e il lavaggio delle materie prime con acqua è alla base di una cucina sicura; per una pulizia più accurata di frutta e verdura può essere utile inoltre asciugarle con un panno sfregandole un po’.

Porre molta attenzione quando, nella stessa zona della cucina, si manipolano alimenti crudi, come ad esempio l’insalata, e alimenti cotti e pronti da consumare; in questi casi ci può essere il rischio di contaminazione crociata, cioè il passaggio di microrganismi patogeni dall’alimento crudo a quello cotto pronto da consumare.

Quando avanzano pietanze cotte, soprattutto di origine animale, è bene conservarle in frigorifero e non a temperatura ambiente; quando verranno nuovamente consumate è fondamentale riscaldarli con attenzione fino al cuore del prodotto.

 

È utile inoltre astenersi dal fumo e dal consumo di bevande alcoliche.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Perdita Di Appetito

Durante le terapie oncologiche diversi fattori come la stanchezza, l’alterata percezione dei sapori e degli odori, le infiammazioni del tratto digerente e lo stato emotivo possono portare ad una perdita dell’appetito.

Questo fenomeno generalmente è più acuto nei giorni di somministrazione della terapia ma può protrarsi anche per periodi molto lunghi, accentuato da fattori psicologici.

 

Cosa fare in caso di perdita di appetito:

Non bisogna preoccuparsi se l’inappetenza è circoscritta al giorno del trattamento o a quello successivo, purché poi torni l’appetito tra una seduta e l’altra.

È importante invece sforzarsi di bere molto anche durante i trattamenti, sia acqua sia tisane tiepide o fredde, per evitare la disidratazione.

 

Per aumentare l’appetito può essere utile praticare dell’attività fisica leggera, come una camminata o del giardinaggio, assicurandosi di svolgerla in sicurezza e secondo consiglio medico.

 

Evitare di sforzarsi a consumare pasti abbondanti e prediligere piccoli spuntini frequenti durante la giornata.

Se si incontrano difficoltà a consumare un pasto completo, inserire durante la giornata alimenti molto ricchi di nutrienti come frutta secca, essiccata e semi, o che non necessitano di lunghe preparazioni, come yogurt e fiocchi di cereali o ricotta fresca con cruditè di verdure.

 

Cibi utili in caso di perdita di appetito:

Frutta secca: noci, nocciole, mandorle, pistacchi e anacardi non salati

Yogurt bianchi al naturale con frutta essiccata tipo mele, albicocche, fichi e cereali, ad esempio fiocchi d’avena.

Cioccolato fondente al 70%: 2-3 quadretti massimo al giorno

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Alterazioni Del Gusto

Tra gli effetti collaterali dei farmaci chemioterapici, il più frequente è rappresentato dalle alterazioni del gusto.

 

Il sapore del cibo in certi casi risulta più salato, amaro o addirittura metallico, alcuni pazienti invece sostengono di non riuscire più a distinguere alcun sapore (ageusia).

Nella maggior parte dei casi si tratta di un effetto temporaneo che diminuisce e scompare con la sospensione del trattamento.

 

Cosa fare in caso di alterazioni del gusto o ageusia:

Se ci si rende conto che il gusto per certi alimenti è effettivamente cambiato, può essere utile eliminare temporaneamente quei cibi e dare la preferenza a quelli che hanno un sapore gradito.

 

È importante non eliminare definitivamente i cibi sgraditi, l’ideale è riprovare a consumarli dopo qualche settimana, in quanto il gusto potrebbe essere tornato nella norma.

Un’accurata igiene orale deve essere eseguita per ridurre al massimo la comparsa della mucosite, frequente nei pazienti in trattamento oncologico.

 

Di seguito alcuni accorgimenti per rendere i cibi più gradevoli:

– insaporire i piatti con spezie ed erbe aromatiche ed evitare di incrementare l’uso di sale.

– marinare il pesce, la carne e le verdure ad esempio con limone, ginepro, zenzero o peperoncino.

– i cibi freddi sono generalmente più benaccetti, come ricotta fresca, hummus di ceci, yogurt greco aromatizzato con erbe e spezie.

– anche le bevande come limonate e infusi rinfrescanti (oppure tisane al finocchio o allo zenzero bevute fredde) lasciano in bocca un sapore gradevole.

 

Cibi utili in caso di alterazioni del gusto o ageusia:

Erbe aromatiche sia fresche che essiccate: salvia, basilico, origano, erba cipollina, timo.

Spezie: paprika, curcuma, curry, peperoncino fresco o secco.

Marinature: aceto di mele, succo di limone e arancia, salsa di soia a ridotto contenuto di sale.

 

 

Le informazioni qui contenute non sostituiscono il parere del medico.

 

 

Fonti

Radioterapia

La radioterapia, a differenza della chemioterapia, è un trattamento locale, coinvolge quindi aree localizzate del corpo comportando effetti collaterali prevalentemente nella zona di applicazione.

 

Vi sono due tipologie di radioterapia:

 

  1. esterna, in cui il fascio di radiazioni ionizzanti è indirizzato dall’esterno verso il corpo,
  2. interna, chiamata anche brachiterapia o radioterapia di contatto, in cui una fonte radioattiva è inserita chirurgicamente all’interno del corpo vicino al tumore.

 

L’obiettivo è di eliminare la massa tumorale o di ridurla attraverso il danno diretto alle cellule tumorali.

 

L’effetto della terapia radiante sul tessuto sano vicino all’area da irradiare può produrre cambiamenti della normale funzione fisiologica, peggiorando lo stato nutrizionale del paziente.

Può infatti interferire con l’ingestione, la digestione o l’assorbimento dei nutrienti.

Ad esempio i pazienti sottoposti a trattamento radiante nel distretto testa collo possono presentare complicanze maggiori.

Anche i pazienti che ricevono la terapia su una parte del tratto gastrointestinale sono più suscettibili ad effetti avversi connessi all’alimentazione.

 

Effetti avversi e buona nutrizione in radioterapia

Gli effetti avversi della radioterapia dipendono dalla sede irradiata, dalla dose totale, dal frazionamento, dalla durata e dall’estensione dell’area trattata.

La maggior parte di questi effetti sono in acuto, incominciano intorno alla seconda o terza settimana di trattamento e diminuiscono due o tre settimane dopo che la radioterapia è terminata.

 

L’intervento nutrizionale è basato sulla gestione dei sintomi, i pazienti che mantengono una buona nutrizione hanno più probabilità di tollerare gli effetti avversi del trattamento.

Un adeguato apporto calorico e proteico, impostato tempestivamente in parallelo ai trattamenti, può aiutare a mantenere la resistenza del paziente e a prevenire il catabolismo dei tessuti, cioè ad evitare che l’organismo sia costretto ad utilizzare le proprie scorte di nutrienti per ricavare energia, meccanismo che porta al deperimento muscolare e ad un’ulteriore perdita di peso.

 

Alcuni dei più comuni effetti avversi che influiscono sull’alimentazione causati dall’irradiazione di testa e collo includono: alterazione del gusto o avversione al cibo, secchezza delle fauci, saliva densa, mucosite, disfagia, restringimento dell’esofago superiore.

 

L’irradiazione del torace può essere associata a esofagite, disfagia, reflusso esofageo.

 

Mentre se l’irradiazione è rivolta all’intestino o alla pelvi, si possono verificare: diarrea, vomito, enteriti, malassorbimento di nutrienti.

 

tabella effetti avversi legati all'alimentazione durante trattamento (radioterapia)

 

Terapie a bersaglio molecolare

Le terapie a bersaglio molecolare agiscono inibendo in maniera selettiva e mirata dei target molecolari del cancro coinvolti nella crescita, nella diffusione e progressione tumorale.

 

È una terapia personalizzata che si basa sulle specifiche caratteristiche molecolari del tumore, non solo rispetto alla sede e allo stadio della malattia.

Viene spesso utilizzata in associazione a regimi chemioterapici e poi proseguita in monoterapia come mantenimento.

 

A seconda del bersaglio terapeutico gli effetti collaterali possono essere diversi.

Gli effetti collaterali delle terapie a bersaglio molecolare sono diversi rispetto agli effetti che si hanno dai chemioterapici classici.

I più frequenti sono tossicità cutanee, mucositi, tossicità gastrointestinali, patologie della tiroide, astenia, tossicità cardiovascolari.

Anche in questo caso una giusta valutazione nutrizionale e adeguati comportamenti possono attutire gli effetti collaterali e migliorare la qualità di vita.

Immunoterapia

L’immunoterapia è una metodica relativamente recente impiegata per il trattamento dei tumori che sfrutta i meccanismi molecolari attraverso cui l’organismo identifica e uccide le cellule tumorali.

 

L’immunoterapia può agire o stimolando il sistema immunitario a lavorare di più per attaccare le cellule cancerose o fornendo ad esso componenti immunitarie prodotte in laboratorio.

 

Questo tipo di terapia è utilizzata per attaccare direttamente le cellule tumorali, per stimolare il sistema immunitario a rispondere alla malattia o per prevenire la ricomparsa di tumore dopo un trattamento.

 

I principali tipi di immunoterapia utilizzati in campo oncologico sono:

  • gli anticorpi monoclonali,
  • gli inibitori del checkpoint immunitario,
  • i vaccini anti-tumorali (tramite prevenzione delle infezioni da virus oncogeni)
  • e immunoterapie non specifiche (citochine, interleuchine, interferone).

 

Tali terapie possono essere responsabili di diversi effetti avversi.

I più comuni legati allo stato nutrizionale sono: febbre, perdita di appetito, nausea, vomito e diarrea, tossicità cutanea, interstiziopatie polmonari.

Terapia ormonale

La terapia ormonale è impiegata nel trattamento dei tumori ormono-sensibili come tumore al seno o alla prostata, spesso in aggiunta ad altri trattamenti quali chemioterapia e radioterapia, al fine di ridurre il rischio di recidiva.

La sola terapia si effettua in casi in cui il paziente presenta controindicazioni assolute a trattamenti più invasivi, come la chirurgia, o a trattamenti chemioterapici.

 

Gli ormoni sono naturalmente prodotti nell’organismo e svolgono diverse funzioni regolatorie.

 

In alcuni tumori ormono-sensibili, gli ormoni rappresentano un fattore di crescita.

 

Per questo motivo sono utilizzati dei farmaci per impedire lo stimolo ormonale sul tumore attraverso due meccanismi:

  • blocco o eliminazione o cambiamento della forma dei recettori ormonali sulle cellule. In questo modo una molecola impedisce il legame con l’ormone che non può svolgere la sua azione sulla cellula;

 

  • blocco della produzione ormonale attraverso farmaci o rimozione degli organi che producono gli ormoni (es. asportazione chirurgica ovaio).

 

La terapia ormonale è al momento impiegata soprattutto per il trattamento del tumore al seno e alla prostata, in cui il suo ruolo terapeutico è stato ben definito da numerosi trials clinici; la ricerca tuttavia è attiva nello studio dell’impiego della terapia ormonale in altre sedi tumorali.

 

La terapia ormonale è sistemica e, per questo motivo, gli effetti avversi possono interessare l’intero organismo.

Gli effetti avversi per le donne possono essere simili a quelli della menopausa (come vampate di calore, sudorazione notturna, secchezza vaginale, mal di testa…) ma possono insorgere anche nausea, perdita di capelli, dolori muscolari e osteo-articolari, nonché fenomeni trombotici e aumento di peso.

Negli uomini gli effetti avversi possono essere: stanchezza, dolore e tensione a livello mammario, nausea, calo del desiderio sessuale e impotenza.

 

La riduzione della concentrazione di ormoni nell’organismo può aumentare il rischio di sviluppo di osteoporosi sia nell’uomo che nella donna.

Chemioterapia

Per la chemioterapia vengono utilizzati degli agenti chemioterapici che possono essere somministrati sia oralmente che per endovena e che possono essere utilizzati come singoli agenti o in combinazione in base al tipo di tumore e alle condizioni cliniche della persona.

 

L’obiettivo primario della chemioterapia è la cura del tumore, utilizzando una dose efficace che provochi il minor danno possibile alle cellule sane dell’organismo.

 

In genere a seconda della sede tumorale, allo stato di avanzamento della malattia ed ai fattori individuali, viene pianificato il trattamento chemioterapico adeguato.

Stabilito questo, la chemioterapia può essere somministrata come terapia:

 

  • adiuvante: dopo la chirurgia per ridurre la probabilità di recidiva;
  • neo-adiuvante: prima della chirurgia per ridurre le dimensioni del tumore e consentire una migliore riuscita dell’intervento;
  • concomitante: insieme a una o più terapie (es. chemioterapia e radioterapia o anticorpi monoclonali).

 

La chemioterapia è un trattamento sistemico, coinvolge dunque tutto l’organismo, ed è per questo motivo che potenzialmente chi si sottopone a chemioterapia può avere più effetti avversi rispetto alla chirurgia e alla radioterapia.

Tra gli effetti avversi i più frequenti sono:

stanchezza, perdita di appetito, alterazioni del gusto, nausea, vomito, diarrea, costipazione, mucositi ed esofagiti, caduta dei capelli, disturbi alla pelle e alle unghie, compromissione della funzionalità del midollo osseo con maggior rischio di contrarre infezioni.

Inoltre la malnutrizione, la disidratazione e la perdita di peso prima e durante la chemioterapia, possono condizionare il recupero del paziente. Oltre ad esse, anche la tossicità sviluppata tra i cicli di chemioterapia influenza direttamente l’iter del piano di trattamento programmato.

 

Gli effetti collaterali dei trattamenti chemioterapici possono essere maggiori se il paziente presenta delle comorbilità come diabete, patologie cardiache o renali.

Vale la pena ricordare che la maggior parte degli effetti collaterali tendono a regredire con la sospensione del trattamento.

Chirurgia

La chirurgia è spesso il primo passo per il trattamento dei tumori.

 

I pazienti con malnutrizione hanno un rischio più elevato di complicanze post-operatorie e mortalità. È necessario, quando possibile, correggere i deficit nutrizionali di macro e micronutrienti prima di sottoporsi all’intervento.

 

Secondo il tipo di procedura utilizzata, la chirurgia può causare impedimenti meccanici o fisiologici all’alimentazione. Questo accade ad esempio nelle resezioni gastriche o intestinali o nei tumori del distretto testa collo.

Inoltre l’intervento spesso produce un’immediata risposta metabolica che aumenta il fabbisogno energetico e modifica le esigenze di nutrienti necessari per la riparazione tissutale e la guarigione, in un momento iniziale in cui i fabbisogni spesso non sono raggiunti.

 

Le complicazioni nutrizionali sono solitamente più evidenti e severe quando la crescita tumorale e le terapie anti-tumorali coinvolgono il tratto gastrointestinale (esofago, stomaco, cistifellea, colon-retto).

A seconda della porzione di tratto gastrointestinale coinvolta nella procedura chirurgica, si possono manifestare carenze specifiche per alcuni nutrienti assorbiti proprio nella zona interessata. Ad esempio la vitamina B12 viene assorbita nell’ultimo tratto del tenue e va integrata nelle resezioni dell’ileo.

 

I  tumori di testa-collo (cavità orale, faringe, laringe, cavità nasali, ghiandole salivari, orecchio, collo) a causa della loro posizione  possono avere profonde implicazioni sullo stato nutrizionale.

La chirurgia di queste sedi può influenzare negativamente, sia in maniera temporanea che permanente, la funzione masticatoria e di deglutizione, ma anche la capacità gustativa e olfattiva.

Trattamenti Oncologici E Stato Nutrizionale

Lo stato nutrizionale del paziente con diagnosi di tumore in attesa di iniziare una terapia, varia notevolmente a seconda:

della sede tumorale coinvolta, dello stato di avanzamento della malattia e da eventuali altre patologie presenti.

 

Trattamenti oncologici quali la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia possono avere effetti negativi diretti (meccanici) o indiretti (metabolici) sullo stato nutrizionale del paziente.

 

Il successo della terapia antitumorale sarà influenzato, oltre che da altri fattori, anche dalla capacità del paziente di tollerare il trattamento.

La tolleranza alla terapia dipende a sua volta dallo stato nutrizionale precedente all’inizio della terapia.

Se le tempistiche quindi lo permettono sarebbe vantaggioso per il paziente iniziare il proprio percorso di trattamento con un buono stato nutrizionale, un’adeguata composizione corporea e con sane abitudini alimentari consolidate.

 

In questa sezione vengono descritti i trattamenti oncologici che possono avere implicazioni sullo stato nutrizionale del paziente.

Valutare le informazioni scientifiche in ambito nutrizionale

Leggere, informarsi e attuare cambiamenti nello stile di vita sono tutti gesti importanti che possono contribuire alla prevenzione di una recidiva di tumore o di altre patologie secondarie.

È bene però sottolineare che la ricerca in questo ambito è ancora agli inizi e non è facile ottenere risultati univoci e convincenti dal mondo della scienza.

Quindi è importante saper riconoscere e valutare quali messaggi sono tratti da risultati scientifici attendibili e quando, invece, derivano da errate interpretazioni o mistificazioni.

 

Come valutare le informazioni scientifiche?

Di seguito alcuni consigli pratici:

  • Leggere attentamente,
    il progresso scientifico necessita di tempo per ottenere risultati convincenti. Attenzione quindi ai termini “scoperta scientifica” oppure “miracolo” in quanto anche una scoperta apparentemente plausibile ha bisogno di tempo per essere confermata.

 

  • Ricercare la “versione integrale” della storia,
    i servizi che si possono vedere in tv o leggere sui giornali sono troppo brevi per includere tutti i dettagli di un argomento. È fondamentale quindi approfondire le questioni su libri o periodici dedicati, controllando anche la presenza dei risultati su riviste scientifiche.

 

  • Non affidarsi a soluzioni troppo facili,
    il cancro è una malattia complessa che non può trovare soluzioni “magiche” né tantomeno cure miracolose.
    Anche l’organismo umano è una macchina complessa e il cibo che consumiamo con la dieta è ricco di centinaia, o addirittura migliaia, di composti diversi che possono interagire con il nostro organismo.
    La strategia migliore per la prevenzione oncologica va quindi cercata in uno stile di vita complessivo e non in un solo alimento.

 

  • Affidarsi a fonti istituzionali e riconosciute,
    prima di intraprendere dei cambiamenti drastici è sempre raccomandabile consultare il proprio medico. Esso, con anni di studio e di esperienza professionale, sarà sicuramente in grado di dare un parere basato sulla validità scientifica della nuova strategia da intraprendere ma anche sull’adeguatezza o meno al soggetto che vuole intraprenderla.

 

  • Mantenere un sano scetticismo,
    non è necessario screditare o diffidare di ogni articolo o servizio che leggiamo o vediamo, ma è sufficiente utilizzare il buonsenso. Se una soluzione suona troppo facile e comoda per essere vera, probabilmente non lo sarà.

La circonferenza vita, un valore da tener sott’occhio

La circonferenza vita è un’altra metodica diffusa come indicatore di rischio nell’adulto.

Questo valore è un indice di grasso viscerale, per cui più elevati saranno i valori, maggiore sarà il rischio cardiovascolare e/o metabolico.

 

Gli studi epidemiologici che hanno indagato soprattutto il rischio cardiovascolare associato al grasso corporeo sono giunti alla conclusione che ha più rilevanza la localizzazione della massa grassa rispetto alla sua quantità totale. L’accumulo adiposo in sede addominale è il più pericoloso per via della vicinanza ai visceri e al cuore.

 

La misurazione della circonferenza vita corrisponde alla circonferenza minima dell’addome. Si effettua posizionando un metro da sarta nel punto medio tra l’ultima costa e la cresta iliaca (osso dell’anca). Il valore deve essere rilevato alla fine di un’espirazione normale.

Un’alternativa più semplice da fare a casa è misurare con il metro da sarta la circonferenza vita circa un centimetro al di sopra dell’ombelico.

 

Si stima che valori della circonferenza della vita pari o superiori a 80 cm nella donna e a 94 cm nell’uomo siano fortemente associati a un aumento del rischio di numerose malattie considerate complicanze metaboliche dell’obesità, tra le quali il diabete, le patologie cardiovascolari e i tumori.

 

Tabella con i valori della circonferenza vita

 

Il giusto peso. Calcola il tuo indice di massa corporea

Per verificare se il proprio peso è nella norma, lo strumento più comune è l’indice di massa corporea IMC o body mass index BMI.

Questo valore è largamente utilizzato come indice di rischio relativo di mortalità e morbidità a livello della popolazione.

 

Come si calcola il BMI o IMC?

Si misura dividendo il peso in kg per l’altezza in metri al quadrato.

Es: 58 kg / (1,60 m)2 = 58/2,56 = 22,6. Il valore di IMC in questo caso è 22,6.

 

Si è normopeso quando l’IMC si trova nell’intervallo 18.5 – 24.9, sovrappeso quando si trova tra 25 e 29.9, mentre l’obesità è rappresentata da un IMC superiore a 30.

Il giusto peso. Calcola il tuo indice di massa corporea.

valori tabella IMC o BMI

 

L’indice di massa corporea rappresenta uno strumento poco accurato per alcuni gruppi di popolazione:

nei bambini e adolescenti al di sotto dei 18 anni, per cui si usano delle curve di crescita specifiche per età;

negli atleti professionisti e bodybuilders, i cui valori di IMC rifletterebbero una condizione di sovrappeso o obesità per via della massa muscolare elevata.
L’IMC, infatti, non è un indicatore specifico della composizione corporea (distribuzione di massa magra e massa grassa) ma considera il peso come un’unica massa, la cui ripartizione va indagata con altre metodiche;

in alcuni gruppi etnici (asiatici e mediorientali) per cui i valori soglia risulterebbero inferiori.

 

Nonostante queste limitazioni metodologiche, l’indice di massa corporea rappresenta un valido strumento per studiare in una popolazione i rischi associati ad un peso elevato e, in questo senso, la correlazione tra obesità e malattie croniche (come malattie cardiovascolari, diabete e cancro) è ormai accertata.

 

Secondo il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro (WCRF, World Cancer Research Fund) vi è un’evidenza convincente che valori elevati di indice di massa corporea siano associati a ben 11 siti di tumore.

Ci sono prove forti e convincenti per i tumori di:

  • esofago (adenocarcinoma),
  • pancreas
  • fegato
  • colon-retto
  • seno (in post-menopausa),
  • rene

Vi è una causa convincente per il tumore a:

  • endometrio

E’ una causa probabile per i tumori a:

  • cistifellea,
  • prostata,
  • ovaio,
  • stomaco (cardias).

 

Le maggiori cause di sovrappeso e obesità sono le scorrette abitudini alimentari e la sedentarietà. Mantenersi nell’intervallo del normopeso può essere uno dei migliori comportamenti in grado di prevenire il cancro.

Anche una piccola perdita di peso, pari al 10% del proprio peso iniziale, abbassa il rischio di molte malattie associate.

Organizzare un piano alimentare familiare

Nel momento in cui si cambiano le proprie abitudini alimentari, per scelta o esigenza, contare sull’appoggio familiare può fare la differenza. Il supporto si intende non soltanto come sostegno morale ma anche per esigenze pratiche di organizzazione della spesa e della cucina.

Inoltre adottare un’alimentazione più salutare rappresenta una buona occasione per trasmettere le nuove abitudini a tutta la famiglia e moltiplicarne così i benefici a tutti i componenti, soprattutto se ci sono bambini e ragazzi in casa.

 

Certamente maggiori saranno i componenti della famiglia, maggiori potranno essere le esigenze alimentari di ognuno. Spesso cibi meno apprezzati da un famigliare risultano essere proprio i più graditi da un altro.

In questo senso può essere utile stilare insieme una lista di cibi o piatti preferiti da ognuno, che siano ovviamente in linea con le raccomandazioni per una sana alimentazione, e ruotare le preferenze di tutti almeno una volta a settimana per una cena o un pranzo.

In questo modo saranno tutti più ben disposti ad assaggiare altri cibi.

 

Come organizzare un piano alimentare familiare:

Per organizzare un piano alimentare familiare è consigliabile, almeno inizialmente, compilare una tabella in cui indicare di settimana in settimana i menù di pranzo e cena e di conseguenza organizzare una spesa settimanale per gli alimenti meno deperibili ed una più frequente per i freschi.

 

Per la colazione e gli spuntini invece si possono stilare delle liste di snack sani che ogni famigliare potrà personalizzare secondo le attività della giornata, ad esempio scegliendo uno spuntino più energetico se farà molto sport e ridimensionandosi se invece ha in previsione un’attività più sedentaria, come lavorare al pc.

 

Cosa non dovrebbe mai mancare in casa:

  • Frutta e verdura fresche di stagione
  • Cereali integrali (riso integrale, cereali in chicco, pane e pasta integrale…)
  • Legumi (freschi, secchi o surgelati, farine di legumi…)
  • Frutta secca (noci, mandorle, nocciole, anacardi…)
  • Semi oleosi (lino, girasole, papavero, sesamo…)
  • Olio extravergine d’oliva
  • Spezie ed erbe aromatiche

Le porzioni

Il piatto sano è già un buon esempio visivo di come un pasto debba essere composto.

Questo strumento, rispettando le proporzioni tra i gruppi alimentari, può essere adattato a molte delle esigenze personali rispetto al proprio stile di vita.

 

Passando alla pratica è possibile talvolta trovarsi disorientati rispetto all’idea di porzione di un alimento che si può immaginare.

Una porzione di verdura può essere interpretata in maniera molto soggettiva e dipendere anche in una certa misura da quanto si è abituati a consumarne. Così l’idea di porzione di verdura può essere molto discordante tra uomo e donna, o tra adolescente e adulto.

 

 

Per questo motivo esistono delle porzioni standard a cui fare riferimento e delle frequenze di consumo suggerite.

 

Ciò non significa che tutta la popolazione debba mangiare allo stesso modo, soprattutto in caso di esigenze particolari o patologie che andrebbero analizzate con medico e nutrizionista, ma sulla base di queste indicazioni è possibile costruire la propria alimentazione e quella famigliare rispetto alla vita lavorativa, all’attività fisica svolta ecc…

tabella con le porzioni (da LARN)
LARN – Livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia per la popolazione italiana – IV revisione. Sinu, 2014.

 

Clicca qui per scaricare la versione pdf della tabella con le porzioni.

Come e quanto: i consigli del piatto sano

La rappresentazione grafica del piatto sano è stata pubblicata dall’Harvard Medical School di Boston e rappresenta un’ulteriore evoluzione della piramide alimentare.

 

Con il piatto sano si vuole raffigurare la composizione ideale che dovrebbe avere ogni pasto della giornata, dalla colazione fino alla cena.

 

È importante notare che la sua composizione nel complesso è rappresentata per almeno 2/3 da alimenti di origine vegetale.

 

come-e-quando: i consigli del piatto sano

 

 

Un piatto sano dovrebbe essere composto per metà da frutta e verdura.

  • Prediligi prodotti freschi e di stagione, variandone il più possibile i colori.
  • Le verdure non rappresentano solo un contorno, ad esempio puoi sgranocchiare della verdura fresca mentre apparecchi la tavola, ti aiuterà a tenere a bada il senso di fame, oppure aggiungerla ai primi piatti e ai secondi per comporre ricette colorate, salutari e sazianti.
  • Anche la frutta può rappresentare un ingrediente di ricette dolci e salate, o essere aggiunta a yogurt e insalate.

 

Cereali e derivati integrali dovrebbero essere presenti ad ogni pasto

  • Prediligi i cereali in chicco, come orzo, farro, grano saraceno, quinoa, riso e mais integrale considerando che una porzione media equivale a circa 80 grammi.
  • Ogni volta che ti è possibile cerca di consumare sia il pane che la pasta nella versione integrale.
  • Quando acquisti prodotti integrali assicurati che il primo ingrediente della lista sia la farina integrale.

 

La varietà è fondamentale anche per le fonti di proteine

  • Consuma il pesce, in particolare pesce azzurro di piccola taglia, importante fonte di grassi essenziali, 3 volte alla settimana.
  • I legumi rappresentano un’ottima fonte proteica ricca di fibra. Uniscili ad una porzione di cereali in freschi piatti unici o in calde zuppe, almeno 3-5 volte alla settimana.
  • Altre fonti proteiche, da consumare ognuna max 2 volte alla settimana, possono essere la carne bianca (pollo, tacchino, coniglio), le uova e i latticini (meglio freschi e magri).
  • Limita il consumo di carne rossa (manzo, maiale, agnello) ed evita i salumi e gli insaccati.

 

Condimento principe: olio extravergine d’oliva

  • Prediligi l’utilizzo dell’olio extravergine a crudo.
  • Se utilizzi gli oli di semi, acquista quelli spremuti a freddo.
  • Insaporisci i tuoi piatti con spezie ed erbe aromatiche, per arricchire di sapore e di salute il tuo pasto.

 

Copyright © 2011, Harvard University. For more information about The Healthy Eating Plate, please see The Nutrition Source, Department of Nutrition, Harvard School of Public Health, www.thenutritionsource.org, and Harvard Health Publications, www.health.harvard.edu.

I legami tra alimentazione e salute

Il rapporto che c’è tra l’alimentazione e gli effetti sulla salute tiene conto di diversi fattori, come le caratteristiche genetiche di un individuo e lo stile di vita, e si basa soprattutto su un delicato equilibrio nelle scelte alimentari. Questo equilibrio è dato da un adeguato apporto di fattori protettivi ed un limitato apporto di fattori negativi attraverso ciò che mangiamo.

 

Infatti la dieta ed i suoi componenti possono modificare il rischio di sviluppare una malattia.

Addirittura alcuni composti contenuti negli alimenti sono in grado di comunicare con il nostro patrimonio genetico ed influenzare positivamente o negativamente il nostro stato di salute.

 

Lo stato di salute, più che dal singolo nutriente o dall’alimento in sé, è influenzato soprattutto dai modelli alimentari.

Su tutti, la dieta mediterranea è il modello che sembra essere il più protettivo soprattutto per le patologie cardiovascolari e tumorali, ma anche per la riduzione del rischio di ammalarsi di diabete.

La dieta mediterranea ci offre ben oltre che un sano modello alimentare, è infatti un esempio di come questo sia in armonia con uno stile di vita che esalta la convivialità e socialità, il rispetto delle tradizioni.

 

I legami tra alimentazione e salute. La piramide alimentare mediterranea: uno stile di vita quotidiano

 

 

Proteine animali e vegetali

Le proteine sono formate da catene di aminoacidi legati tra loro e si caratterizzano in base alla proporzione e alla sequenza con la quale questi aminoacidi si legano a formare la catena peptidica.

 

Le funzioni delle proteine nell’organismo

Le proteine sono nutrienti fondamentali per il nostro organismo, tra le loro funzioni vi sono:

  • regolazione del metabolismo (enzimi, ormoni…);
  • costituzione dei canali cellulari di membrana e trasporto delle molecole (emoglobina, apolipoproteine, RBP…);
  • costituzione di fattori della coagulazione del sangue (fibrinogeno, protrombina…);
  • protezione dell’organismo dalle infezioni (anticorpi);
  • formazione di strutture contrattili (actina, miosina…);
  • ruolo nella trasmissione nervosa (recettori dell’acetilcolina…);
  • costituzione di strutture di sostegno (collagene, cheratina…).

 

I costituenti delle proteine: gli amminoacidi

Gli amminoacidi che costituiscono le proteine sono numerosi in natura, ma solamente una ventina sono utili al nostro organismo, di questi solo nove non sono sintetizzabili dall’organismo e pertanto sono detti “amminoacidi essenziali” e devono essere assunti esclusivamente con gli alimenti.

 

Le proteine sono contenute in tutti gli alimenti, sia animali (carne, pesce, uova e formaggi) sia vegetali (cereali, legumi e frutta secca).

A seconda della fonte proteica, il contenuto e la proporzione di amminoacidi essenziali varia.

 

Le fonti di proteine animali e vegetali

In generale le fonti animali di proteine hanno un profilo amminoacidico più bilanciato con un rapporto tra amminoacidi essenziali funzionale all’assorbimento.

Le proteine vegetali sono sì complete di tutti gli amminoacidi essenziali, ma il loro rapporto non è sempre ottimale per un assorbimento completo.

Per questo motivo è importante variare le fonti vegetali di proteine nel pasto e nella giornata alimentare.

L’abbinamento di cereali e legumi, per esempio, consente un apporto bilanciato di amminoacidi essenziali, perché laddove i cereali sono poveri dell’amminoacido lisina, i legumi ne sono ricchi, e al contrario per l’amminoacido carente dei legumi, metionina, l’apporto è coperto dai cereali. Le fonti di proteine vegetali si complementano tra loro per raggiungere l’optimum amminoacidico.

 

Riguardo il ruolo delle proteine vegetali nella protezione della salute, numerosi studi hanno dimostrato che un’alimentazione ricca in cereali, legumi, ortaggi e frutta protegga dalla comparsa di numerose malattie molto diffuse nei paesi sviluppati, in particolare diverse forme di tumore e malattie cardiovascolari, malattie dell’apparato respiratorio, dell’apparato digerente, ecc.

Grassi saturi e insaturi

Le funzioni dei grassi saturi e insaturi nell’organismo

Le funzioni dei grassi sono molto importanti per la salute dell’organismo.

Questi nutrienti

  • rientrano nella costituzione delle membrane cellulari e delle guaine mieliniche (il rivestimento dei neuroni);
  • sono i precursori di sostanze regolatrici del sistema cardiovascolare, dei processi infiammatori, della coagulazione del sangue, della funzione renale e del sistema immunitario, dei sali biliari, della vitamina D, degli ormoni steroidei (cortisolo) e degli ormoni sessuali (androgeni, estrogeni);
  • favoriscono l’assorbimento delle vitamine liposolubili (A, D, E, K).

 

I grassi sono nutrienti altamente energetici e quantitativamente hanno tutti lo stesso apporto di calorie.

A livello qualitativo il discorso cambia, soprattutto riguardo gli effetti sulla salute, la diversa qualità dei grassi infatti può influire sullo stato di nutrizione e di salute dell’uomo.

 

Classificazione degli acidi grassi (saturi e insaturi)

In base alla struttura chimica si differenziano tre classi di acidi grassi: saturi, monoinsaturi e polinsaturi.

 

Gli alimenti fonte di grassi saturi sono principalmente prodotti di origine animale: prodotti lattiero-caseari (formaggi, latte intero, panna, burro), le carni grasse e i loro derivati ma anche alcuni oli vegetali (olio di palma e soprattutto olio di cocco).

Elevati tenori di acidi grassi saturi nella dieta tendono a far innalzare il livello di trigliceridi e colesterolo nel sangue (ancor più di quanto non faccia l’apporto alimentare del colesterolo stesso), entrambi noti fattori di rischio per le patologie cardiovascolari.

 

Alimenti ricchi di acidi grassi insaturi sono soprattutto gli oli vegetali (di semi e di oliva), frutta secca e semi oleosi, olive e pesce.

I grassi insaturi comprendono sia i monoinsaturi che i polinsaturi.

 

Acidi grassi monoinsaturi

L’olio di oliva è particolarmente ricco in monoinsaturi, soprattutto acido oleico.

L’acido oleico presenta due vantaggi:

  1. fa diminuire il livello nel sangue delle lipoproteine a bassa densità LDL e VLDL – che trasportano quella parte di colesterolo che tende a permanere nel sangue e a depositarsi sulle pareti delle arterie (“colesterolo cattivo”) –
  2. e non modifica, o addirittura fa aumentare, i livelli di un altro tipo di lipoproteine: le HDL (“colesterolo buono”), che operano utilmente per rimuovere il colesterolo dal sangue e dai depositi nelle arterie e per avviarlo all’eliminazione.

 

Acidi grassi polinsaturi

La frutta secca, i semi oleosi e i loro olii sono generalmente ricchi in polinsaturi del tipo omega-6, efficaci anch’essi nel diminuire il livello delle LDL e delle VLDL nel sangue.

 

Mentre tra i grassi del pesce, delle noci e dei semi di lino si individua una quota di acidi grassi polinsaturi del tipo omega-3, capaci di far diminuire nel sangue tanto il livello dei trigliceridi quanto la capacità di aggregazione delle piastrine (ossia il rischio di trombosi), proteggendo così l’organismo dalla possibile insorgenza di malattie cardiovascolari.

Questi particolari grassi non sono sintetizzabili dall’organismo e pertanto sono detti “acidi grassi essenziali” e devono essere assunti esclusivamente con gli alimenti.

 

Acidi grassi trans

Gli acidi grassi trans tendono a far innalzare il livello di colesterolo nel sangue, favorendo inoltre l’aumento del “colesterolo cattivo” rispetto al “colesterolo buono”.

Sono presenti naturalmente in tracce nei prodotti ricavati dagli animali ruminanti (carni e latte) o possono formarsi durante alcuni trattamenti industriali dei grassi vegetali e quindi trovarsi negli alimenti trasformati che li contengono.

Carboidrati, indice e carico glicemico

 

In base alla loro struttura chimica i carboidrati si distinguono in ordine di complessità in:

  • monosaccaridi (glucosio, fruttosio, galattosio, mannosio),
  • oliogosaccaridi (saccarosio, lattosio, maltosio e destrine),
  • polisaccaridi (amido, glicogeno, cellulosa).

 

Il ruolo dei carboidrati nella dieta è principalmente energetico, sono utilizzati da tutte le cellule dell’organismo per la produzione di energia, possono essere immagazzinati in fegato e muscoli o trasformati in grasso di deposito.

 

I polisaccaridi di pasta e pane, costituiti principalmente dall’amido, intraprendono la digestione nella bocca, dove alcuni enzimi iniziano a scinderli in composti più piccoli.

In seguito gli enzimi pancreatici proseguono il lavoro e nell’intestino si ha l’assorbimento degli zuccheri che poi giungono al sangue.

 

Per questo dopo un pasto a base di carboidrati complessi (es. pasta al pomodoro) si ha un innalzamento della glicemia, in altre parole della quantità di zuccheri nel sangue.

 

Indice glicemico

L’indice glicemico è la capacità di un singolo alimento di far alzare la glicemia dopo la sua assunzione.

Questo è per così dire un valore generico che però può subire variazioni in base alla quantità di cibo assunto, alla matrice dell’alimento, alla tipologia di cottura e agli altri alimenti che sono aggiunti al pasto.

 

Diverso è per esempio associare al nostro piatto di pasta al pomodoro una porzione di verdure o del pesce o una manciata di noci.

L’assunzione di fibra o di proteine o di grassi buoni insieme ad un pasto a base di carboidrati complessi, permette di ridurre l’indice glicemico, cioè la quantità di zuccheri che raggiunge il sangue.

 

Carico glicemico

Se poi andiamo a tener conto, insieme all’indice glicemico, di quanti grammi di carboidrati fornisce il nostro alimento o pasto, allora stiamo parlando di carico glicemico. Quest’ultimo indice riflette sia la qualità che la quantità di glucidi assunti.

 

In base al carico glicemico si potranno classificare gli alimenti con:

  • basso carico glicemico GL= 0-10,
  • medio carico glicemico GL= 11-19,
  • alto carico glicemico GL= >20.

 

Il carico glicemico di un alimento viene calcolato dividendo l’indice glicemico dell’alimento per 100 e moltiplicando questo valore per i grammi di glucidi per porzione.

 

Ad esempio l’indice glicemico di:

 ceci (32 / 100 )* 11 g carboidrati in una porzione da 150 g = 3,5

banana (51 / 100 )* 23 g carboidrati in una porzione da 150 g = 11,7

pane bianco (73 / 100 )* 23 g carboidrati in una porzione da 50 g = 16,8

 

È stato condiviso da esperti a livello internazionale che un’alimentazione a basso carico glicemico risulta rilevante nella prevenzione e gestione di diabete, nelle patologie coronariche  e probabilmente anche nell’obesità.

 

Esistono inoltre recenti evidenze che diete ad alto carico glicemico possano aumentare il rischio di sviluppare determinati tipi di tumore.

Nonostante queste indicazioni non siano ancora state inserite nelle raccomandazioni per la prevenzione oncologica, la scelta di alimenti a basso carico glicemico è certamente utile in una forma di prevenzione indiretta agendo su uno dei fattori di rischio oncologici legati all’alimentazione: l’eccesso ponderale.

Per questo motivo è molto importante sapere cosa si intende per carboidrati, indice e carico glicemico.

Cosa sono i nutrienti e che ruolo hanno nell’organismo?

 

I nutrienti sono quei composti che l’organismo ricava, attraverso i processi di digestione e assorbimento, dagli alimenti che introduciamo.

 

Si possono distinguere i macronutrienti (carboidrati, proteine, grassi), quei nutrienti che hanno una struttura chimica più complessa e macroscopica, ed i micronutrienti (vitamine e sali minerali) che al contrario sono composti più piccoli.

 

Inoltre esiste tutta una serie di composti, caratteristici solo degli alimenti di origine vegetale, i fitocomposti, (polifenoli, carotenoidi ecc…) piccolissime molecole molto studiate per i loro potenziali effetti benefici.

 

C’è poi la fibra che per definizione non è un nutriente poiché non ha una funzione nutritiva diretta nell’organismo, ma indirettamente svolge notevoli funzioni per la sua salute.

 

Carboidrati

Principali fonti alimentari di carboidrati: cereali, farine, pane, pasta, patate.

Funzioni nell’organismo dei carboidrati: produzione e immagazzinamento di energia.

 

Proteine

Principali fonti alimentari di proteine: legumi, pesce, carne, uova, latte e derivati.

Funzioni nell’organismo delle proteine: costituenti di strutture contrattili e di sostegno (muscoli e cartilagine), ormoni, enzimi; componenti della coagulazione del sangue, della trasmissione nervosa e delle funzioni immunitarie.

 

Grassi

Principali fonti alimentari di grassi: olio d’oliva, semi oleosi, oli di semi, burro.

Funzioni nell’organismo dei grassi: riserve energetiche; costituenti di membrane cellulari e ormoni; precursori di molecole coinvolte nella regolazione dei processi infiammatori.

 

Vitamine e sali minerali

Principali fonti alimentari di vitamine e minerali: i micronutrienti sono contenuti naturalmente in tutti gli alimenti, sia di origine animale che vegetale.

Funzioni nell’organismo di vitamine e minerali: attività metabolico-regolatrici, strutturali (solo per minerali quali calcio e fosforo).

 

Fitocomposti

Principali fonti alimentari di fitocomposti: frutta fresca e secca, verdura, semi oleosi e altri alimenti di origine vegetale.

Funzioni nell’organismo dei fitocomposti: azioni antiossidanti, anti-infiammatorie, anti-proliferative, immunostimolanti.

 

Fibra

Principali fonti alimentari di fibra: cereali (soprattutto integrali), verdura e frutta, legumi, frutta secca e semi oleosi.

Funzioni nell’organismo della fibra: nutrimento della flora batterica intestinale, conferisce senso di sazietà, migliora la funzionalità intestinale, rallenta lo svuotamento  gastrico.

 

Fornire una classificazione delle fonti alimentari di nutrienti, sebbene in questo contesto abbia uno scopo propedeutico alla comprensione dei concetti espressi in altre sezioni,  può essere semplicistico e riduttivo.

 

Difficilmente gli alimenti sono fonti esclusive di singoli nutrienti, dobbiamo invece considerarli come delle matrici al cui interno si trovano numerose sostanze. A volte è proprio l’insieme di queste a renderli particolarmente benefici per la nostra salute.

Pensiamo ad esempio all’olio extravergine di oliva che non è solamente fonte di grassi, tra l’altro ottimi per la salute, ma apporta anche vitamina E, polifenoli e antiossidanti.

 

Anche per questo motivo un sinonimo di alimentazione sana è alimentazione varia

Infatti evitando l’alimentazione monotona e alternando quotidianamente le scelte alimentari, è possibile assicurarsi l’apporto dei nutrienti e dei composti di cui abbiamo bisogno per la salute dell’organismo.

Sostanze fitochimiche della dieta: dalla chemioprevenzione oncologica alla prevenzione cardioncologica

Ferrari N, Tosetti F, De Flora S, Donatelli F, Sogno I, Noonan DM, Albini A.

Current Drug Targets 2011 December; 12 (13):1909-24.

 

Sostanze fitochimiche della dieta: dalla chemioprevenzione oncologica alla prevenzione cardioncologica

Le malattie cardiovascolari e il cancro sono le principali cause di morte nella maggior parte dei paesi. Queste patologie hanno in comune molti fattori di rischio come ad esempio i determinanti di malattia, e la loro incidenza è correlata all’età in modo esponenziale.

Inoltre, è ormai evidente che molti trattamenti utilizzati nella terapia o nella prevenzione del cancro possono compromettere l’integrità strutturale e funzionale del sistema cardiovascolare, dando origine ad un settore interdisciplinare: la cardioncologia.

Tuttavia, i tumori e le patologie cardiovascolari hanno in comune anche fattori protettivi: possono essere prevenuti evitando l’esposizione a fattori di rischio riconosciuti, e/o privilegiando l’assunzione di composti protettivi e modulando il sistema di difesa dell’ospite.

Questi ultimi approcci sono generalmente conosciuti come chemioprevenzione.

 

E’ stato dimostrato che molti composti alimentari e agenti farmaceutici, molti dei quali di origine vegetale, siano potenzialmente capaci di prevenire il cancro in modelli preclinici.

Le sostanze fitochimiche, in particolare i composti derivati dalla dieta, sono state perciò proposte e utilizzate in trials clinici come agenti chemiopreventivi nei confronti del cancro.

Attualmente esistono sempre più elementi ad indicare che alcune sostanze fitochimiche possono essere protettive anche per il cuore, potenzialmente in grado di ridurre il cancro, le patologie cardiovascolari e anche la cardiotossicità indotta da farmaci chemioterapici.

 

In questo lavoro viene illustrato come questi composti inducano un precondizionamento, uno stress cellulare di basso livello che provochi forti meccanismi protettivi conferendo resistenza alle sostanze tossiche come i chemioterapici.

Le cellule cancerose e i cardiomiociti presentano fondamentali differenze nel loro metabolismo e nella loro sensibilità al precondizionamento, all’autofagia e all’apoptosi, ne risulta quanto il dosaggio dei composti preventivi sia importante.

 

Di seguito vengono discussi dei meccanismi responsabili della cardiotossicità dei  farmaci chemioterapici, della possibilità di prevenirli e si forniscono esempi di sostanze fitochimiche della dieta e altre sostanze biologiche che potrebbero essere utilizzate per la protezione del sistema cardiovascolare secondo un comune approccio preventivo cardioncologico.

 

 

Abstract

 

Diet-derived phytochemicals: from cancer chemoprevention to cardio-oncological prevention

Cardiovascular diseases and cancer are the leading causes of death in most countries. These diseases share many common risk factors as well as pathogenetic determinants, and their incidence is related to age in an exponential manner.

Furthermore, it has become apparent that several treatments used in therapy or even in prevention of cancer can impair the structural and functional integrity of the cardiovascular system, giving rise to an interdisciplinary field: cardio-oncology.

However, tumors and cardiovascular diseases also share common protective factors: they can be prevented either by avoiding exposure to recognized risk factors, and/or by favoring the intake of protective compounds and by modulating the host defense machinery.

These latter approaches are generally known as chemoprevention.

 

A great variety of dietary and pharmacological agents have been shown to be potentially capable of preventing cancer in preclinical models, most of which are of plant origin.

Phytochemicals, in particular diet-derived compounds, have therefore been proposed and applied in clinical trials as cancer chemopreventive agents.

There is now increasing evidence that some phytochemicals can be also protective for the heart, having the potential to reduce cancer, cardiovascular disease and even anticancer drug-induced cardiotoxicity.

 

We introduce the concept that these compounds induce pre-conditioning, a low level cellular stress that induces strong protective mechanisms conferring resistance to toxins such as cancer chemotherapeutics.

Cancer cells and cardiomyocytes have fundamental differences in their metabolism and sensitivity to preconditioning, autophagy and apoptosis, so that dosage of the prevention compounds is important.

 

Here we discuss the mechanisms responsible for the cardiotoxicity of anticancer drugs, the possibility to prevent them and provide examples of diet-derived phytochemicals and other biological substances that could be exploited for protecting the cardiovascular system according to a joint cardio-oncological preventative approach.

 

Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21158708

Relazione tra il tempo trascorso davanti alla televisione, lo stile di vita sedentario e il rischio di tumore: una meta-analisi

Schmid D, Leitzmann MF

Journal of the National Cancer Institute. 2014; 106 (7)

 

Relazione tra il tempo trascorso davanti alla televisione, lo stile di vita sedentario e il rischio di tumore: una meta-analisi

SFONDO:

Le evidenze scientifiche fanno emergere come lo stile di vita sedentario sia un chiaro fattore di rischio per l’insorgenza di malattie croniche e per la mortalità. Tuttavia le evidenze relative al tempo trascorso davanti alla televisione ed altre attività sedentarie in relazione al rischio di tumore non sono state quantitativamente riassunte.

 

METODI:

A tal proposito, è stata effettuata una ricerca completa della letteratura, presente fino a febbraio 2014 nei database Cochrane, Embase, Medline e SciSearch, focalizzata sull’indagine della relazione tra lo stile di vita sedentario e l’incidenza di tumore.

Condurre uno studio controllato randomizzato su tale argomento è di difficile esecuzione, per questo gli autori si sono concentrati su evidenze osservazionali che rispettavano i criteri di inclusione della meta-analisi. I dati, estratti indipendentemente da entrambi gli autori, sono stati riassunti utilizzando meta-analisi ad effetti casuali e meta-regressione. Tutte le analisi statistiche erano a due code.

 

RISULTATI:

Sono stati analizzati 43 studi osservazionali per un totale di 68 936 casi di tumore. Confrontando i più alti e i più bassi livelli di tempo dedicato ad attività sedentarie, il rischio relativo (RR) per il tumore del colon era 1.54 (95% intervallo di confidenza [CI] = 1.19-1.98) per il tempo trascorso davanti alla televisione, 1.24 (95% CI = 1.09-1.41) per il tempo trascorso da seduti durante il lavoro e 1.24 (95% CI = 1.03-1.50) per il tempo totale trascorso da seduti.

Il RR per il tumore dell’endometrio era 1.66 (95% CI = 1.21-2.28) per il tempo trascorso davanti alla televisione e 1.32 (95% CI = 1.08-1.61) per il tempo totale trascorso da seduti.

Un’associazione positiva è stata riscontrata anche per il tumore del polmone (RR = 1.21; 95% CI = 1.03-1.43) in relazione allo stile di vita sedentario complessivo.

Lo studio non ha osservato una relazione tra il tempo dedicato ad attività sedentarie e l’insorgenza di tumore del seno, del retto, dell’ovaio, della prostata, dello stomaco, dell’esofago, dei testicoli, carcinoma a cellule renali e del linfoma non-Hodgkin.

 

CONCLUSIONI:

Sebbene lo studio mostri una reazione tra il tempo prolungato dedicato ad attività sedentarie e l’aumentato rischio di sviluppare soltanto alcune forme tumorali, ricordiamo che la seconda raccomandazione stilata dal Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro consiglia di limitare le ore dedicate ad attività sedentarie come fattore di prevenzione per tutte le malattie oncologiche.

 

 

Abstract

 

Television viewing and time spent sedentary in relation to cancer risk: a meta-analysis

BACKGROUND:

Sedentary behavior is emerging as an independent risk factor for chronic disease and mortality. However, the evidence relating television (TV) viewing and other sedentary behaviors to cancer risk has not been quantitatively summarized.

 

METHODS:

We performed a comprehensive electronic literature search in Cochrane, EMBASE, Medline, and SciSearch databases through February 2014 for published articles investigating sedentary behavior in relation to cancer incidence. Because randomized controlled trials are difficult to perform on this topic, we focused on observational studies that met uniform inclusion criteria. Data were extracted independently by both authors and summarized using random-effects meta-analysis and meta-regression. All statistical tests were two-sided.

RESULTS:

Data from 43 observational studies including a total of 68936 cancer cases were analyzed. Comparing the highest vs lowest levels of sedentary time, the relative risks (RRs) for colon cancer were 1.54 (95% confidence interval [CI] = 1.19 to 1.98) for TV viewing time, 1.24 (95% CI = 1.09 to 1.41) for occupational sitting time, and 1.24 (95% CI = 1.03 to 1.50) for total sitting time. For endometrial cancer, the relative risks were 1.66 (95% CI = 1.21 to 2.28) for TV viewing time and 1.32 (95% CI = 1.08 to 1.61) for total sitting time. A positive association with overall sedentary behavior was also noted for lung cancer (RR = 1.21; 95% CI = 1.03 to 1.43). Sedentary behavior was unrelated to cancers of the breast, rectum, ovaries, prostate, stomach, esophagus, testes, renal cell, and non-Hodgkin lymphoma.

CONCLUSIONS:

Prolonged TV viewing and time spent in other sedentary pursuits is associated with increased risks of certain types of cancer.

 

Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24935969

Lo Zenzero (Zingiber officinale) riduce la fase acuta della nausea indotta dalla chemioterapia: uno studio su 576 pazienti dell’URCC CCOP

Ryan JL, Heckler CE, Roscoe JA, Dakhil SR, Kirshner J, Flynn PJ, Hickok JT, Morrow GR

Support Care Cancer. 2012; 20(7), 1479-1489

 

Lo Zenzero (Zingiber officinale) riduce la fase acuta della nausea indotta dalla chemioterapia: uno studio su 576 pazienti dell’URCC CCOP

SCOPO:

Nonostante il largo impiego di farmaci antiemetici, la nausea è un sintomo che continua ad essere riportato da oltre il 70% dei pazienti che riceve la chemioterapia.

 

METODI:

In questo studio multicentrico randomizzato in doppio cieco dell’University of Rochester Cancer Center Community Clinical Oncology Program (URCC CCOP), 744 pazienti sono stati assegnati a 4 bracci: 1) placebo, 2) 0.5 g di zenzero, 3) 1.0 g di zenzero, o 4) 1.5 g di zenzero.

Una capsula di zenzero pesava 250 mg e conteneva una combinazione di gingerolo, zingerone e shogaoli di 8.5 mg (equivalente a 250 mg di radice di zenzero) concentrata in olio extra-vergine di oliva e altri eccipienti per migliorare la solubilizzazione e incrementare la biodisponibilità.

 

La presenza e la gravità dei sintomi della nausea sono state valutate al primo ciclo di chemioterapia, che fungeva da baseline, e nei due cicli successivi durante i quali i pazienti stavano assumendo il trattamento a loro assegnato nello studio. Al primo giorni di ciascun ciclo, tutti i pazienti ricevevano un antiemetico antagonista del recettore 5-HT3. I pazienti dovevano prendere le capsule di zenzero o il placebo due volte al giorno per sei giorni, a partire da tre giorni antecedenti il primo giorno di chemioterapia. I pazienti erano tenuti a riportare per ogni ciclo la gravità dei sintomi della nausea su una scala a 7 punti (“1” = “Per nulla nauseato” e “7” = “Estremamente nauseato”) durante il primo giorno in cui veniva effettuata la chemioterapia e nelle 3 giornate successive. L’obiettivo primario dello studio era determinare la dose e l’efficacia dello zenzero nel ridurre la gravità dei sintomi della nausea indotta dalla chemioterapia nel giorno in cui veniva effettuata la chemioterapia.

 

RISULTATI:

Nell’analisi finale è stato analizzato un campione di 576 pazienti (91% donne, età media = 53).

Diversi modelli di analisi hanno dimostrato che, nel giorno in cui veniva effettuata la chemioterapia, tutte le dosi di zenzero (0.5 g, 1 g e 1.5 g) riducevano significativamente la gravità dei sintomi acuti della nausea, se confrontati con il placebo (p=0.003). La maggior riduzione nell’intensità della nausea è stata riscontrata con la somministrazione di 0.5 g e 1.0 g di zenzero (p=0.017 e p=0.036, rispettivamente). Un meccanismo di azione che coinvolge il recettore potrebbe spiegare il motivo della maggiore efficacia delle dosi minori di zenzero rispetto alla dose maggiore. Ipoteticamente una certa dose di zenzero (per esempio 1 g) potrebbe saturare il recettore rendendo la dose più alta inefficace. Inoltre, i risultati dello studio confermano che la nausea anticipatoria è un fattore chiave nel determinare la comparsa della fase acuta della nausea indotta dalla chemioterapia (p<0.0001).

 

CONCLUSIONI:

Dallo studio è quindi emerso che una supplementazione di zenzero a dosi giornaliere di 0.5 g e 1.0 g aiuta significativamente a ridurre la gravità dei sintomi nella fase acuta della nausea indotta dalla chemioterapia nei pazienti adulti malati di cancro.

 

 

Abstract

 

Ginger (Zingiber officinale) reduces acute chemotherapy-induced nausea: a URCC CCOP study of 576 patients

PURPOSE:

Despite the widespread use of antiemetics, nausea continues to be reported by over 70% of patients receiving chemotherapy.

 

METHODS:

In this double blind, multicenter trial, we randomly assigned 744 cancer patients to four arms: 1) placebo, 2) 0.5 g ginger, 3) 1.0 g ginger, or 4) 1.5 g ginger. Nausea occurrence and severity were assessed at a baseline cycle and the two following cycles during which patients were taking their assigned study medication. All patients received a 5-HT(3) receptor antagonist antiemetic on Day 1 of all cycles. Patients took three capsules of ginger (250 mg) or placebo twice daily for 6 days starting 3 days before the first day of chemotherapy. Patients reported the severity of nausea on a 7-point rating scale (“1” = “Not at all Nauseated” and “7” = “Extremely Nauseated”) for Days 1-4 of each cycle. The primary outcomes were to determine the dose and efficacy of ginger at reducing the severity of chemotherapy-induced nausea on Day 1 of chemotherapy.

 

RESULTS:

A total of 576 patients were included in final analysis (91% female, mean age = 53). Mixed model analyses demonstrated that all doses of ginger significantly reduced acute nausea severity compared to placebo on Day 1 of chemotherapy (p = 0.003). The largest reduction in nausea intensity occurred with 0.5 g and 1.0 g of ginger (p = 0.017 and p = 0.036, respectively). Anticipatory nausea was a key factor in acute chemotherapy-induced nausea (p < 0.0001).

CONCLUSIONS:

Ginger supplementation at a daily dose of 0.5 g-1.0 g significantly aids in reduction of the severity of acute chemotherapy-induced nausea in adult cancer patients.

 

Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21818642

L-arginina rappresenta un trattamento efficace per la prevenzione della disfunzione endoteliale, un predittore di cardiotossicità da antracicline nei pazienti con leucemia acuta

Skrypnyk I, Maslova G, Lymanets T, Gusachenko I.

Experimental Oncology 2017 Dec;39(4):308-311.

 

L’L-arginina rappresenta un trattamento efficace per la prevenzione della disfunzione endoteliale, un predittore di cardiotossicità da antracicline nei pazienti con leucemia acuta

SCOPO:

Valutare l’efficacia di L-arginina nella prevenzione della disfunzione endoteliale, che può rappresentare un predittore del danno miocardico indotto da antracicline, in pazienti con leucemia acuta (AL) precedentemente trattati con basse dosi cumulative di antibiotici antraciclinici (da 100 a 200 mg/m2).

 

MATERIALI E METODI:

E’ stato analizzato un totale di 81 pazienti adulti con leucemia acuta (38 uomini e 43 donne con età compresa tra i 16 e i 59 anni).

I pazienti sono stati divisi in due gruppi: gruppo 1 (n = 34), pazienti con leucemia acuta trattati con chemioterapia (CT) e L-arginina cloridrato; gruppo 2 (n = 47), pazienti con leucemia acuta trattati solo con chemioterapia. La valutazione cardiologica e l’analisi della funzione endoteliale sono state eseguite all’inizio e dopo il secondo ciclo di CT.

Sono stati valutati i parametri dell’ Elettrocardiogramma (ECG), l’attività di perossidazione lipidica, la protezione antiossidante e lo stato del sistema dell’ossido nitrico (NO).

 

RISULTATI:

Sono state riscontrate alterazioni dell’attività bioelettrica del miocardio nei pazienti analizzati con basso rischio cardiaco dopo somministrazione di CT.  In caso di somministrazione di L-arginina, sono state rilevate solo minime variazioni giornaliere nell’ECG.

Sia nei pazienti del gruppo 1 che nei pazienti del gruppo 2 è stata individuata una differenza significativa nella perossidazione lipidica e nell’attività del sistema antiossidante. Nei pazienti del gruppo 2 è stato osservato un aggravamento della disfunzione endoteliale in seguito a terapia citostatica con antibiotici antraciclinici rispetto ai valori iniziali.

E’ stato riscontrato che la profilassi con L-arginina aumenta il livello di superossido dismutasi e riduce l’intera attività di NO-sintasi a causa della sua isoforma inducibile.

 

CONCLUSIONI:

Il fattore determinante la cardiotossicità indotta da antracicline è lo squilibrio tra produzione di radicali liberi e la loro disattivazione, che provoca la comparsa di disfunzione endoteliale. L-arginina elimina lo squilibrio tra processi pro-ossidanti e antiossidanti e migliora la funzione endoteliale.

 

 

Abstract

 

L-arginine is an effective medication for prevention of endothelial dysfunction, a predictor of anthracycline cardiotoxicity in patients with acute leukemia

AIM:

To evaluate the effectiveness of L-arginine in the prevention of endothelial dysfunction, which may be a predictor of anthracycline-induced myocardial injury, in patients with acute leukemia (AL) on the background of anthracycline antibiotics low cumulative doses from 100 to 200 mg/m2.

MATERIALS AND METHODS:

A total of 81 adult AL patients (38 males and 43 females with the age of 16-59 years) were studied. The patients were divided into two groups: group I (n = 34), AL patients treated with chemotherapy (CT) and L-arginine hydrochloride; group II (n = 47) – AL patients treated with CT only. Cardiac evaluation and endothelial function assessment were performed at baseline and after second CT. Electrocardiography (ECG) parameters, lipid peroxidation activity, antioxidant protection and NO system state were evaluated.

RESULTS:

The bioelectric activity abnormalities of the myocardium were observed in studied patients with low cardiac risk after induction CT. In case of L-arginine administration, only minimal daily ECG changes were recorded.

A significant difference in the lipid peroxidation and antioxidant defense system activity in patients of groups I and II was determined. We noticed deepening of endothelial dysfunction on the background of cytostatic therapy with anthracycline antibiotics compared with baseline values in patients of group II.

It was found that prophylactic L-arginine increases superoxide dismutase level and reduces the total NOS activity due to its inducible isoform.

CONCLUSION:

The leading factor of anthracycline-induced cardiotoxicity is the imbalance between free radical generation and their inactivation that leads to endothelial dysfunction development. L-arginine eliminates the prooxidant-antioxidant imbalance and improves the endothelial function.

 

Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29284775

L’esercizio fisico aerobico come potenziale strategia cardioprotettiva in grado di attenuare la cardiotossicità indotta da Doxorubicina

Kouzi SA, Uddin MN.

Journal of Pharmacy & Pharmaceutical Sciences. 2016 Jul – Sep;19(3):399-410.

 

L’esercizio fisico aerobico come potenziale strategia cardioprotettiva in grado di attenuare la cardiotossicità indotta da Doxorubicina

La Doxorubicina è uno dei farmaci anticancro citotossici più comunemente utilizzati contro diverse tipologie di cancro. Sebbene sia un farmaco anticancro molto efficace, l’uso clinico della doxorubicina è fortemente limitato a causa della  sua cardiotossicità in termini di morbilità, scarsa qualità di vita e mortalità prematura.  Attualmente sono disponibili davvero pochi metodi riconosciuti dal punto di vista clinico per minimizzare il danno cardiaco indotto da doxorubicina,  ma nessuno di questi ha dimostrato finora un completo successo.

 

A causa delle ridotte strategie alternative, al momento sono oggetto di indagine una serie di potenziali terapie cardioprotettive per il trattamento e/o la prevenzione della cardiotossicità indotta da doxorubicina. Tra queste potenziali strategie, l’esercizio fisico aerobico è l’unica strategia non farmacologica che mostra molte promesse.

 

Sebbene non siano stati pubblicati trials clinici sull’uomo, i dati provenienti da numerosi studi su animali suggeriscono che l’esercizio fisico aerobico praticato prima, durante e/o dopo la terapia con doxorubicina, sia protettivo nei confronti del danno cardiaco indotto da doxorubicina.

Le proprietà protettive dell’esercizio fisico nei confronti della cardiotossicità della doxorubicina, sono state attribuite ad una serie di potenziali meccanismi molecolari inclusi: aumento della produzione di sistemi antiossidanti endogeni; regolazione del signaling proapoptotico; stimolazione del rilascio, della mobilizzazione e dell’homing di cellule progenitrici cardiache; riduzione del turnover dei miociti; ottenimento di adattamenti favorevoli nella gestione del calcio miocardico e prevenzione del sovraccarico di calcio; modulazione cardiaca dell’attività dell’AMPK; down regolazione dell’autofagia cardiaca/signaling lisosomiale; riduzione dell’accumulo miocardico di doxorubicina.

 

Sono necessari ulteriori studi preclinici e clinici per decifrare e perfezionare i meccanismi molecolari relativi agli effetti cardioprotettivi dell’esercizio fisico, come anche per definire la natura e la dimensione dell’effetto dell’esercizio sulla cardiotossicità indotta da doxorubicina nei pazienti oncologici.

 

 

Abstract

 

Aerobic Exercise Training as a Potential Cardioprotective Strategy to Attenuate Doxorubicin-Induced Cardiotoxicity

Doxorubicin is one of the most commonly used cytotoxic anticancer drugs against several cancers. Although a highly effective anticancer drug, the clinical use of doxorubicin is severely limited by its cardiotoxicity which results in morbidity, poor quality of life, and premature mortality. Only very few clinically accepted methods to minimize doxorubicin-induced cardiac injury are available today, but none of them have proven to be completely successful.

 

Due to limited alternative strategies, a number of potential cardioprotective therapies are currently being investigated for treating and/or preventing doxorubicin-induced cardiotoxicity. Of these potential strategies, aerobic exercise training is the only nonpharmacologic strategy that shows a great deal of promise.

 

Although there are no published human clinical trials, evidence from numerous animal studies suggests that aerobic exercise training, administered prior to, during and/or following doxorubicin therapy, is protective against doxorubicin-induced cardiac injury.

Protective properties of exercise training against the cardiotoxicity of doxorubicin have been attributed to a number of potential molecular mechanisms including: enhancing the production of endogenous antioxidant machineries; regulating proapoptotic signaling; stimulating the release, mobilization and homing of cardiac progenitor cells; limiting myocyte turnover; eliciting favorable adaptations in myocardial calcium handling and preventing calcium overload; modulating cardiac AMPK activity; downregulating cardiac autophagy/lysosomal signaling; and reducing myocardial doxorubicin accumulation.

 

Further preclinical and clinical research is needed to decipher and refine the molecular mechanisms underlying the cardioprotective effects of exercise training, as well as to define the nature and magnitude of the effect of exercise on doxorubicin-induced cardiotoxicity in cancer patients. This article is open to POST-PUBLICATION REVIEW. Registered readers (see “For Readers”) may comment by clicking on ABSTRACT on the issue’s contents page.

 

Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27806245

Il flavonoide quercetina: possibile soluzione alla tossicità indotta dalle antracicline e alla multiresistenza ai farmaci

Czepas J, Gwoździński K.

Biomedicine & Pharmacotherapy 2014 October; 68(8):1149-59.

 

Il flavonoide quercetina: possibile soluzione alla tossicità indotta dalle antracicline e alla multiresistenza ai farmaci

La chemioterapia con antracicline è spesso utilizzata nel trattamento di numerosi tumori maligni. La sua applicazione, tuttavia, presenta numerose limitazioni a causa dello sviluppo di severi effetti indesiderati, in modo particolare la cardiotossicità, e può risultare inefficace a causa della farmaco resistenza multipla (MDR).

Diversi composti sono stati valutati come poco efficaci nella protezione contro gli effetti indesiderati delle antracicline e nella prevenzione dalla farmacoresistenza multipla.

Pertanto sono necessari continui sforzi investigativi per individuare sostanze protettrici valide e il flavonoide quercetina (Q) sembra sia un candidato promettente.

 

E’ presente in quantità relativamente alta nell’alimentazione umana ed è stata confermata l’assenza di tossicità ad essa correlate, inclusa la genotossicità.

La struttura della Q favorisce la sua elevata attività antiossidante, la capacità di inibire l’attività degli enzimi ossidativi e di interagire con i trasportatori di membrana responsabili dello sviluppo della farmacoresistenza multipla, come per esempio la P-glicoproteina. Inoltre la quercetina può influenzare il signalling cellulare e l’espressione genica, e quindi alterare la risposta a fattori genotossici esogeni e allo stress ossidativo nelle cellule normali. Questo spiega le sue proprietà chemiopreventive e anticancro.

 

In generale, queste proprietà potrebbero indicare la possibilità di applicazione della Q come cardioprotettore durante la chemioterapia con antracicline. Inoltre, numerose proprietà biologiche dimostrate dalla Q potrebbero comportare l’annullamento della farmacoresistenza multipla nelle cellule tumorali e migliorare l’efficacia della chemioterapia.

 

Tuttavia, questi effetti benefici contro le complicanze della chemioterapia indotte dalle antracicline devono essere approfonditi ulteriormente e confermati sia in studi animali sia in studi clinici.

 

Contemporaneamente, studi mirati  al miglioramento della biodisponibilità della Q ed ulteriori chiarificazioni del suo metabolismo in seguito al suo utilizzo in combinazione con le antraci cline, risultano necessari.

 

 

Abstract

 

The flavonoid quercetin: possible solution for anthracycline-induced cardiotoxicity and multidrug resistance

Anthracycline chemotherapy is often used in the treatment of various malignancies. Its application, however, encounters several limitations due to development of serious side effects, mainly cardiotoxicity and may be ineffective due to multidrug resistance (MDR).

Many different compounds have been evaluated as poorly effective in the protection against anthracycline side effects and in the prevention from MDR.

Thus, continuous investigational efforts are necessary to find valuable protectants and the flavonoid quercetin (Q) seems to be a promising candidate.

 

It is present in relatively high amounts in a human diet and the lack of its toxicity, including genotoxicity has been confirmed.

The structure of Q favours its high antioxidant activity, the potential to inhibit the activity of oxidative enzymes and to interact with membrane transporter proteins responsible for development of MDR, e.g. P-glycoprotein. Furthermore, Q can influence cellular signalling and gene expression, and thus, alter response to exogenous genotoxicants and oxidative stress in normal cells. It accounts for its chemopreventive and anticancer properties.

 

Overall, these properties might indicate the possibility of application of Q as cardioprotectant during anthracycline chemotherapy. Moreover, numerous biological properties displayed by Q might possibly result in the reversal of MDR in tumour cells and improve the efficacy of chemotherapy.

 

However, these beneficial effects towards anthracycline-induced complications of chemotherapy have to be further explored and confirmed both in animal and clinical studies.

 

Concurrently, investigations aimed at improvement of the bioavailability of Q and further elucidation of its metabolism after application in combination with anthracyclines are needed.

 

Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25458790

Il consumo di caffè, tè e caffeina e il rischio di tumore nella coorte di PLCO

Hashibe M, Galeone C, Buys SS, Gren L, Boffetta P, Zhang ZF, La Vecchia C.

Br J Cancer. 2015 Sep 1;113(5):809-16

 

Il consumo di caffè, tè e caffeina e il rischio di tumore nella coorte di PLCO

CONTESTO

Ancora oggi la relazione tra insorgenza di tumore e consumo di caffè e non è stata chiarita, nonostante sia stata indagata a lungo. Inoltre, gli studi disponibili in letteratura non hanno permesso di comprendere il ruolo della caffeina nell’associazione tra rischio di tumore e consumo di caffè.

 

METODI

Per far luce su questo tema, sono stati selezionati 97 334 uomini e donne all’interno della coorte PLCO (un grande trial che ha indagato gli effetti dello screening sulla mortalità per tumore della prostata, del polmone, del colon-retto e dell’ovaio).

Dei 97 334 soggetti selezionati, 10 399 avevano ricevuto una diagnosi di tumore durante il periodo di studio (dal 1992 al 2011): 145 erano della testa e collo, 99 dell’esofago, 136 dello stomaco, 1137 del polmone, 1703 del seno, 257 dell’endometrio, 162 dell’ovaio, 3037 della prostata, 318 del rene, 398 della vescica, 103 gliomi e 106 della tiroide.

 

RISULTATI

Lo studio ha riscontrato che l’assunzione media di caffè era maggiore negli individui con un basso livello d’istruzione, nei fumatori sia con un modesto sia con un forte e prolungato consumo di sigarette e nei forti consumatori di alcol. Dai dati analizzati, non emerge un’associazione tra assunzione di caffè e rischio di tumore in tutte le sedi (RR=1.00, intervallo di confidenza (CI)=0.96-1.05), mentre il consumo di tè è stato associato ad una riduzione del rischio di tumore (RR=0.95, CI=0.94-0.96 per 1 o più tazze al giorno vs <1 tazza al giorno). Dall’analisi dei dati per singola sede tumorale, per il tumore dell’endometrio si è osservato un rischio minore in relazione al consumo di caffè (RR=0.69, 95% CI=0.52-0.91 per ³2 tazze al giorno). L’assunzione di caffeina, tuttavia, non ha mostrato una relazione dose-risposta con il rischio di cancro.

 

CONCLUSIONI

In conclusione, da questo studio si osserva che il consumo di tè è associato alla riduzione del rischio di tumore in tutte le sedi prese in esame, mentre per il consumo di caffè si è osservata la riduzione del rischio solamente per il tumore dell’endometrio.

 

Quest’ultima associazione è in linea con il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, che classifica il caffè come un probabile fattore protettivo per il tumore in tale sede.

 

 

Abstract

 

Coffee, tea, caffeine intake, and the risk of cancer in the PLCO cohort

BACKGROUND:

The association between coffee intake, tea intake and cancer has been extensively studied, but associations are not established for many cancers. Previous studies are not consistent on whether caffeine may be the source of possible associations between coffee and cancer risk.

METHODS:

In the Prostate, Lung, Colorectal, and Ovarian cancer screening trial, of the 97,334 eligible individuals, 10,399 developed cancer. Cancers included were 145 head and neck, 99 oesophageal, 136 stomach, 1137 lung, 1703 breast, 257 endometrial, 162 ovarian, 3037 prostate, 318 kidney, 398 bladder, 103 gliomas, and 106 thyroid.

RESULTS:

Mean coffee intake was higher in lower education groups, among current smokers, among heavier and longer duration smokers, and among heavier alcohol drinkers. Coffee intake was not associated with the risk of all cancers combined (RR=1.00, 95% confidence interval (CI)=0.96-1.05), whereas tea drinking was associated with a decreased risk of cancer overall (RR=0.95, 95% CI=0.94-0.96 for 1+ cups per day vs <1 cup per day). For endometrial cancer, a decreased risk was observed for coffee intake (RR=0.69, 95% CI=0,52-0.91 for ⩾2 cups per day). Caffeine intake was not associated with cancer risk in a dose-response manner.

 

CONCLUSIONS:

We observed a decreased risk of endometrial cancer for coffee intake, and a decreased risk of cancer overall with tea intake.

 

Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26291054

Il consumo abituale di sale e il rischio di tumore dello stomaco: una meta-analisi di studi prospettici

D’Elia L, Rossi G, Ippolito R, Cappuccio FP, Strazzullo P

Clin Nutr. 2012 Aug;31(4):489-98

 

Il consumo abituale di sale e il rischio di tumore dello stomaco: una meta-analisi di studi prospettici

CONTESTO E OBIETTIVI

Revisioni sistematiche di studi caso-controllo che valutavano la relazione tra il consumo di sale e il rischio di tumore dello stomaco hanno mostrato un’associazione positiva, tuttavia in letteratura vi è una mancanza di analisi quantitative di studi di coorte longitudinali. Pertanto la seguente meta-analisi ha l’obiettivo di valutare l’associazione tra il consumo abituale di sale e il rischio di tumore dello stomaco in studi prospettici.

 

METODO

Gli autori hanno eseguito una ricerca sistematica degli articoli pubblicati dal 1966 al 2010. I criteri di inclusione erano: articoli originali, studi prospettici sulla popolazione adulta, valutazione del consumo di sale a partire dall’inizio dello studio e incidenza del tumore dello stomaco come risultato, follow-up di almeno 4 anni, indicazione del numero di partecipanti esposti e numero di casi nelle diverse categorie di consumo di sale.

 

RISULTATI

Sono stati selezionati sette studi (10 coorti) che soddisfavano i criteri di inclusione (268 718 partecipanti, 1474 casi di tumore dello stomaco, follow-up 6-15 anni). L’analisi aggregata ha mostrato che elevati e moderati livelli di assunzione sono associati ad un aumentato rischio di tumore dello stomaco (RR=1.68 [95% CI=1.17-2.41], p=0.005 e 1.41 [1.03-1.93], p=0.032 rispettivamente) rispetto ai bassi livelli di consumo, senza nessuna evidenza di errori di pubblicazione. La popolazione giapponese ha presentato una relazione più forte rispetto al Nord America e alle popolazioni europee; inoltre il consumo di specifici alimenti ricchi di sale è stato associato ad un rischio ulteriormente maggiore di tumore dello stomaco. Le analisi di meta-regressione non hanno individuato presenza di eterogeneità.

 

CONCLUSIONI

Dai risultati della meta-analisi emerge un’associazione tra il consumo di sale e il rischio di tumore dello stomaco in studi prospettici di popolazione, con un progressivo incremento del rischio in relazione ai livelli di consumo.

 

I risultati dello studio sono concordi con le evidenze raccolte dal Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro che attribuiscono un aumento probabile del rischio di tumore dello stomaco al consumo di alimenti conservati con il sale, indipendentemente dalla categoria di alimenti presi in esame.

 

 

Abstract

 

Habitual salt intake and risk of gastric cancer: a meta-analysis of prospective studies

BACKGROUND & AIMS:

Systematic reviews of case-control studies evaluating the relationship between dietary salt intake and gastric cancer showed a positive association, however a quantitative analysis of longitudinal cohort studies is lacking. Therefore, we carried out a meta-analysis to assess the association between habitual salt intake and risk of gastric cancer in prospective studies.

 

METHODS:

We performed a systematic search of published articles (1966-2010). Criteria for inclusion were: original articles, prospective adult population studies, assessment of salt intake as baseline exposure and of gastric cancer as outcome, follow-up of at least 4 years, indication of number of participants exposed and events across different salt intake categories.

 

RESULTS:

Seven studies (10 cohorts) met the inclusion criteria (268 718 participants, 1474 events, follow-up 6-15 years). In the pooled analysis, “high” and “moderately high” vs “low” salt intake were both associated with increased risk of gastric cancer (RR = 1.68 [95% C.I. 1.17-2.41], p = 0.005 and respectively 1.41 [1.03-1.93], p = 0.032), with no evidence of publication bias. The association was stronger in the Japanese population and higher consumption of selected salt-rich foods was also associated with greater risk. Meta-regression analyses did not detect specific sources of heterogeneity.

CONCLUSIONS:

Dietary salt intake was directly associated with risk of gastric cancer in prospective population studies, with progressively increasing risk across consumption levels.

 

Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22296873

Il cancro del seno cambia le abitudini alimentari delle pazienti?

Salminen EK et al.

Eur J Clin Nutr. 2000 Nov;54(11):844-8

 

Il cancro del seno cambia le abitudini alimentari delle pazienti?

SCOPO:

Risultati di studi epidemiologici su dieta e cancro sono spesso difficili da interpretare a livello individuale e potrebbero influenzare le convinzioni, gli atteggiamenti e i comportamenti dei pazienti. In questo studio si è indagato il comportamento delle pazienti con tumore al seno, la loro attitudine al cambiamento della dieta ed il bisogno di ricevere consigli nutrizionali durante la malattia.

 

POPOLAZIONE DI PAZIENTI E METODI:

La popolazione in studio, rappresentata da 123 pazienti con tumore al seno, è stata arruolata presso il dipartimento di Oncologia dell’Ospedale Universitario di Turku, che le pazienti frequentavano per ricevere la terapia (65%) o durante il follow-up (35%) nei mesi di Agosto e Settembre 1999. A queste pazienti è stato chiesto di completare un questionario nel quale, tra i principali quesiti, si indagavano le abitudini alimentari delle pazienti ed eventuali cambiamenti a seguito della diagnosi, i motivi del cambiamento, l’uso di varie tipologie di integratori e le fonti d’informazione.

 

RISULTATI:

Dai risultati è emerso che 97 pazienti (86%) consumavano una classica dieta finlandese, 6 pazienti (5.3%) erano vegetariane e 10 (8.1%) erano anch’esse vegetariane, ma consumavano occasionalmente pesce e pollo.

11 pazienti (8.9%) ritenevano che la dieta potesse aver contribuito all’insorgenza del tumore al seno e 38 (31.9%) avevano cambiato le loro abitudini alimentari a seguito della diagnosi. Di quest’ultime, la maggior parte risultava giovane e con un alto livello d’istruzione.

Il principale motivo del cambiamento era la guarigione dal cancro (52.9% delle pazienti che avevano cambiato le loro abitudini alimentari); altre motivazioni erano alleviare i sintomi della nausea (11.8%) e seguire i consigli degli operatori sanitari (11.8%). I principali cambiamenti alimentari riportati includevano la riduzione del consumo di grassi animali, zucchero e carne rossa, e un incremento del consumo di frutta, frutti di bosco e vegetali. 49 pazienti (39.8%) usavano integratori di vitamine e minerali mentre 27 (21.9%) consumavano integratori alimentari che includevano prodotti naturali e probiotici. La fonte d’informazione utilizzata per modificare la propria dieta è stata per il 33.3% i mass media, mentre il 19.4% seguiva le indicazioni di medici e infermieri e l’11.1% quelle dei dietisti. Un terzo delle pazienti ha espresso la necessità di ricevere maggiori informazioni sull’alimentazione.

 

CONCLUSIONE:

Nelle pazienti con tumore al seno il bisogno di mantenere un controllo sulla propria vita stimola un interesse in abitudini alimentari alternative dopo la diagnosi, indirizzate verso una dieta più sana.

Le informazioni nutrizionali da parte di esperti sono considerate importanti. Ciò emerge anche da quanto espresso da alcuni pazienti che riportano la mancanza di precise raccomandazioni nutrizionali per la loro situazione individuale, oltre al fatto che tali raccomandazioni venivano spesso fornite al di fuori dal centro di riferimento.

 

Questo studio apre la strada ad ulteriori indagini con l’obiettivo di far luce ed approfondire il tema emergente dei problemi dell’informazione su dieta e cancro e sugli attori coinvolti nei cambiamenti dei pazienti.

 

 

Abstract

 

Does breast cancer change patients’ dietary habits?

PURPOSE:

The results of epidemiological studies on diet and cancer are often difficult to interpret on an individual level and may influence patients’ beliefs, attitudes and behaviour. This study investigated the behaviour of breast cancer patients and their attitudes to dietary changes and the need of dietary advice during their disease.

PATIENTS AND METHODS:

The study population consisted of breast cancer patients visiting the Department of Oncology in Turku University Hospital for treatment or follow-up in August and September 1999. A questionnaire was given to a total of 123 subjects.

 

RESULTS:

The majority, 65%, were attending the clinic for treatment, 35% for follow-up. Ninety-seven patients (86%) consumed a normal Finnish diet, six (5.3%) were vegetarians and 10 (8.1%) vegetarians consuming fish and chicken occasionally. Eleven patients (8.9%) considered diet a factor contributing to their breast cancer and 38 (31.9%) had changed their dietary habits after the diagnosis of breast cancer. The numbers were higher in younger patients with higher educational background. The main reason for change in diet was the desire to be cured of cancer (52.9% of those patients who had changed their dietary habits), in 11.8% to alleviate the symptoms of nausea and 11.8% were advised by health care professionals. The main changes reported included a reduction in the consumption of animal fat, sugar and red meat and increased consumption of fruit, berries and vegetables. Forty-nine patients (39.8%) used vitamin and mineral supplements and 27 (21.9%) consumed dietary supplements including natural products and probiotics. The source of information on how to change the diet was for 33.3% the mass media, 19.4% were advised by doctors and nurses and 11.1% by dietitians. One-third of the patients expressed a need for more information on dietary factors.

 

CONCLUSION:

Breast cancer patients’ need of control over their own life prompts an interest in alternative dietary habits after diagnosis, the focus being on a healthier diet. Expert dietary information is considered important. Many patients mentioned a lack of precise dietary recommendations for their individual disease situation and depended on information from outside their treatment centre.

 

Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/11114679

Frutta, verdura e rischio di tumore al polmone: una revisione sistematica e meta-analisi

Vieira AR et al.

Ann Oncol. 2016 Jan;27(1):81-96

 

Frutta, verdura e rischio di tumore al polmone: una revisione sistematica e meta-analisi

BACKGROUND:

Il tumore al polmone è la più comune causa di morte per cancro. Poiché frutta e verdura contengono carotenoidi e altri antiossidanti è stato ipotizzato che possano ridurre il rischio di cancro al polmone.

Come parte del World Cancer Research Fund International (WCRF) Continuous Update Project (CUP), è stata condotta una revisione sistematica e meta-analisi di studi prospettici.

 

METODI:

La ricerca di studi prospettici è stata condotta su PubMed e altre diverse banche dati fino a dicembre 2014. Sono state condotte due tipi di analisi: meta-analisi che confrontavano i consumi maggiori con i consumi minori, meta-analisi dose-risposta per ottenere una stima complessiva dei relative risks (RRs) e degli intervalli di confidenza al 95% (CI), ed esaminare eventuali associazioni non-lineari.

I risultati provenienti dal Pooling Project sono stati combinati con gli studi identificati in questo studio per aumentare il potere statistico dell’analisi.

 

RISULTATI:

Quando è stato confrontato il consumo maggiore con il consumo minore, il RR riassuntivo stimato per frutta e verdura era di 0.86 [95% CI 0.78– 0.94; n (studi) = 18]; considerando singolarmente verdura e frutta, il RR stimato era rispettivamente di 0.92 (95% CI 0.87–0.97; n = 25) e 0.82 (95% CI 0.76– 0.89; n = 29). Nei fumatori attuali l’associazione con il consumo di frutta e verdura era parzialmente significativa, mentre negli ex-fumatori o nei non fumatori era inversa, ma non significativa.

Ogni incremento di 100 g/giorno mostrava un’associazione dose-risposta inversa, statisticamente significativa per: frutta e verdura [RR: 0.96; 95% CI 0.94–0.98, I2 = 64%, n = 14, N (casi) = 9609], solo verdura (RR: 0.94; 95% CI 0.89–0.98, I2=48%, n=20, N=12 563), solo frutta (RR: 0.92; 95% CI 0.89–0.95, I2 = 57%, n = 23, N = 14 506).

I risultati rimanevano coerenti tra i differenti tipi di frutta e verdura. La forza dell’associazione differiva tra le località.

C’era evidenza di una relazione non lineare (P < 0.01) tra il consumo di frutta e verdura e il rischio di cancro del polmone, per cui non si osservano ulteriori benefici con consumi superiori a circa 400 g/giorno.

 

CONCLUSIONI:

È noto che eliminare il fumo di tabacco è la migliore strategia per prevenire il tumore al polmone.

Nonostante non sia possibile escludere il confondimento residuo del fumo, le evidenze attuali provenienti da studi prospettici sono coerenti con un ruolo protettivo di frutta e vegetali nell’eziologia del tumore al polmone. Con ulteriori studi si potrebbero indagare le associazioni tra specifici tipi di frutta e verdura e rischio di tumore al polmone ed effettuare analisi stratificate per status di fumatore, consumo di tabacco e tipologia di cancro del polmone.

 

 

Abstract

 

Fruits, vegetables and lung cancer risk: a systematic review and meta-analysis

BACKGROUND:

Lung cancer is the most common cause of cancer death. Fruits and vegetables containing carotenoids and other antioxidants have been hypothesized to decrease lung cancer risk.

As part of the World Cancer Research Fund International Continuous Update Project, we conducted a systematic review and meta-analysis of prospective studies.

 

METHODS:

We searched PubMed and several databases up to December 2014 for prospective studies. We conducted meta-analyses comparing the highest and lowest intakes and dose-response meta-analyses to estimate summary relative risks (RRs) and 95% confidence intervals (CIs), and examine possible non-linear associations.

We combined results from the Pooling Project with the studies we identified to increase the statistical power of our analysis.

 

RESULTS:

When comparing the highest with the lowest intakes, the summary RR estimates were 0.86 [95% CI 0.78-0.94; n (studies) = 18] for fruits and vegetables, 0.92 (95% CI 0.87-0.97; n = 25) for vegetables and 0.82 (95% CI 0.76-0.89; n = 29) for fruits. The association with fruit and vegetable intake was marginally significant in current smokers and inverse but not significant in former or never smokers.

Significant inverse dose-response associations were observed for each 100 g/day increase: for fruits and vegetables [RR: 0.96; 95% CI 0.94-0.98, I(2) = 64%, n = 14, N (cases) = 9609], vegetables (RR: 0.94; 95% CI 0.89-0.98, I(2) = 48%, n = 20, N = 12 563) and fruits (RR: 0.92; 95% CI 0.89-0.95, I(2) = 57%, n = 23, N = 14 506).

Our results were consistent among the different types of fruits and vegetables. The strength of the association differed across locations.

There was evidence of a non-linear relationship (P < 0.01) between fruit and vegetable intake and lung cancer risk showing that no further benefit is obtained when increasing consumption above ∼400 g per day.

 

CONCLUSIONS:

Eliminating tobacco smoking is the best strategy to prevent lung cancer.

Although residual confounding by smoking cannot be ruled out, the current evidence from prospective studies is consistent with a protective role of fruit and vegetables in lung cancer aetiology.

 

Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26371287

Fatigue, infiammazione e consumo di acidi grassi della serie Omega-3 e Omega-6 tra le pazienti sopravvissute al cancro

Alfano CM et al.

J Clin Oncol. 2012 Apr 20;30(12):1280-7

 

Fatigue, infiammazione e consumo di acidi grassi della serie Omega-3 e Omega-6 tra le pazienti sopravvissute al cancro

SCOPO:

diverse evidenze suggeriscono che l’infiammazione potrebbe contribuire alla fatigue nei pazienti sopravvissuti al cancro. Ricerche condotte su popolazione sana hanno mostrato una ridotta infiammazione fra coloro che hanno un consumo elevato di acidi grassi polinsaturi (PUFA) della serie Omega-3, i quali potrebbero potenzialmente ridurre la fatigue.

Questo studio indaga la fatigue, l’infiammazione e il consumo di PUFA Omega-3 e Omega-6 nelle pazienti sopravvissute al cancro del seno.

 

METODI:

633 pazienti sopravvissute al tumore al seno (età media 56 anni; stadio da I a IIIA) che partecipavano allo studio HEAL (Health, Eating, Activity, and Lifestyle) hanno completato un questionario sulle proprie abitudini alimentari che includeva il consumo di integratori; hanno fornito un campione di sangue su cui sono state dosate la proteina C-reattiva (CRP) e la siero amiloide A (SAA) (30 mesi dopo la diagnosi)  ed infine hanno completato due questionari di valutazione della fatigue: la Piper Fatigue scale e la sezione ‘vitalità’ (vitality) dell’SF-36 (Short Form-36) (39 mesi dopo la diagnosi).

Tramite analisi di covarianza e modelli di regressione logistica è stata testata la relazione tra infiammazione e fatigue, tra infiammazione e consumo di Omega-3 e Omega-6, e tra consumo di PUFA e fatigue, con il controllo per tre livelli incrementali di fattori confondenti. La fatigue è stata analizzata per variabili continue (Piper Scale) e dicotomiche (SF-36 sezione vitalità ≤ 50).

 

RISULTATI:

i punteggi di fatigue aumentavano all’incrementare dei terzili di CRP per la sezione dei cambiamenti comportamentali (P = 0.003) e per quella dei sintomi fisici (P = 0.001); le relazioni si attenuavano dopo l’aggiustamento per uso di farmaci e comorbilità.

Le pazienti con alti livelli di CRP avevano un rischio 1.8 volte maggiore di fatigue (P < 0.05) dopo gli aggiustamenti per tutte le variabili considerate.

Un consumo maggiore di PUFA Omega-6 rispetto ai PUFA Omega-3 era associato a livelli più alti di CRP (P = 0.01 dopo aggiustamenti per tutte le variabili) e ad un maggior rischio di fatigue (odds ratio, 2.6 confrontando il consumo maggiore con il consumo minore; P < 0.05).

 

CONCLUSIONI:

i risultati mostrano un legame tra il maggior consumo di PUFA Omega-3 e la diminuzione dei livelli dell’infiammazione e la diminuzione dei sintomi fisici della fatigue. Studi futuri dovrebbero testare se l’integrazione di Omega-3 possa ridurre la fatigue tra le pazienti sopravvissute al cancro al seno con livelli significativi di fatigue.

 

 

Abstract

 

Fatigue, inflammation, and ω-3 and ω-6 fatty acid intake among breast cancer survivors

PURPOSE:

Evidence suggests that inflammation may drive fatigue in cancer survivors. Research in healthy populations has shown reduced inflammation with higher dietary intake of ω-3 polyunsaturated fatty acids (PUFAs), which could potentially reduce fatigue. This study investigated fatigue, inflammation, and intake of ω-3 and ω-6 PUFAs among breast cancer survivors.

METHODS:

Six hundred thirty-three survivors (mean age, 56 years; stage I to IIIA) participating in the Health, Eating, Activity, and Lifestyle Study completed a food frequency/dietary supplement questionnaire and provided a blood sample assayed for C-reactive protein (CRP) and serum amyloid A (30 months after diagnosis) and completed the Piper Fatigue Scale and Short Form-36 (SF-36) vitality scale (39 months after diagnosis). Analysis of covariance and logistic regression models tested relationships between inflammation and fatigue, inflammation and ω-3 and ω-6 PUFA intake, and PUFA intake and fatigue, controlling for three incremental levels of confounders. Fatigue was analyzed continuously (Piper scales) and dichotomously (SF-36 vitality ≤ 50).

RESULTS:

Behavioral (P = .003) and sensory (P = .001) fatigue scale scores were higher by increasing CRP tertile; relationships were attenuated after adjustment for medication use and comorbidity. Survivors with high CRP had 1.8 times greater odds of fatigue after full adjustment (P < .05). Higher intake of ω-6 relative to ω-3 PUFAs was associated with greater CRP (P = .01 after full adjustment) and greater odds of fatigue (odds ratio, 2.6 for the highest v lowest intake; P < .05).

CONCLUSION:

Results link higher intake of ω-3 PUFAs, decreased inflammation, and decreased physical aspects of fatigue. Future studies should test whether ω-3 supplementation may reduce fatigue among significantly fatigued breast cancer survivors.

 

Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22412148

Effetti protettivi degli Acidi Grassi Polinsaturi Omega-3 (PUFA) sulla cardiotossicità indotta dalle Antracicline: una revisione critica

Serini S, Ottes Vasconcelos R, Nascimento Gomes R and Calviello G

International Journal of Molecular Sciences 2017 Dec 12;18(12)

 

Effetti protettivi degli Acidi Grassi Polinsaturi Omega-3 (PUFA) sulla cardiotossicità indotta dalle Antracicline: una revisione critica

E’ stato dimostrato che gli acidi grassi polinsaturi omega-3 (ω-3 PUFA) possono esercitare un ruolo benefico come coadiuvanti nella prevenzione e nel trattamento di numerose patologie, incluse le malattie cardiovascolari e il cancro.

In modo particolare, diversi studi preclinici in vitro e in vivo hanno dimostrato l’attività antitumorale degli ω-3 PUFA in differenti tipi di cancro e diversi studi sull’uomo hanno rivelato che gli ω-3 PUFA sono in grado di ridurre il rischio di patologie cardiovascolari.

 

Sono stati proposti diversi meccanismi per spiegare i loro benefici effetti pleiotropici.

Gli ω-3 PUFA hanno mostrato un ruolo nel prevenire gli effetti collaterali nocivi (inclusi cardiotossicità e insufficienza cardiaca) provocati da farmaci antitumorali convenzionali e innovativi sia negli animali che in pazienti.

 

La letteratura disponibile riguardo il potenziale effetto protettivo degli ω-3 PUFA contro la cardiotossicità indotta dalle antracicline, come anche i meccanismi coinvolti, saranno discussi criticamente qui di seguito.

Lo studio analizzerà il ruolo critico di diversi livelli di assunzione di ω-3 PUFA nella determinazione di risultati di studi combinatori con le antracicline. Saranno presi in considerazione anche suggerimenti per ricerche future.

 

 

Abstract

 

Protective Effects of ω-3 PUFA in Anthracycline-Induced Cardiotoxicity: A Critical Review

It has been demonstrated that ω-3 polyunsaturated fatty acids (ω-3 PUFA) may exert a beneficial role as adjuvants in the prevention and treatment of many disorders, including cardiovascular diseases and cancer.

Particularly, several in vitro and in vivo preclinical studies have shown the antitumor activity of ω-3 PUFA in different kinds of cancers, and several human studies have shown that ω-3 PUFA are able to decrease the risk of a series of cardiovascular diseases.

 

Several mechanisms have been proposed to explain their pleiotropic beneficial effects.

ω-3 PUFA have also been shown to prevent harmful side-effects (including cardiotoxicity and heart failure) induced by conventional and innovative anti-cancer drugs in both animals and patients.

 

The available literature regarding the possible protective effects of ω-3 PUFA against anthracycline-induced cardiotoxicity, as well as the mechanisms involved, will be critically discussed herein.

The study will analyze the critical role of different levels of ω-3 PUFA intake in determining the results of the combinatory studies with anthracyclines. Suggestions for future research will also be considered.

 

Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29231904

Consumo di fibra alimentare e rischio di cancro del colon e cancro del retto nell’European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC)

Murphy N et al.

PLoS One. 2012;7(6):e39361

 

Consumo di fibra alimentare e rischio di cancro del colon e cancro del retto nell’European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC)

SFONDO:

Precedenti analisi dallo studio EPIC hanno mostrato come l’assunzione di fibra alimentare sia inversamente correlata al rischio di sviluppare il cancro del colon-retto, ma altri studi di coorte non supportano questi risultati.

Obiettivo dello studio è stato indagare se tale associazione permanga dopo un periodo di follow-up più lungo, nel quale si sia verificato un aumento dei casi di cancro del colon-retto di circa tre volte, e se l’associazione varia del sesso e della localizzazione del tumore.

 

METODOLOGIA/RISULTATI PRINCIPALI:

Dopo un periodo di follow-up di circa 11 anni sono stati documentati 4517 casi incidenti di cancro del colon-retto.

L’assunzione di fibra totale e quella proveniente da cereali, frutta e verdura è stata quantificata attraverso dei questionari all’inizio dello studio. Gli Hazard ratios (HRs) e gli intervalli di confidenza al 95% (CIs) sono stati stimati utilizzando il modello dei rischi proporzionali di Cox stratificati per età, sesso e coorte di provenienza e aggiustati per assunzione di energia totale, indice di massa corporea, attività fisica, fumo di sigaretta, livello d’istruzione, menopausa, terapia ormonale sostitutiva, uso di contraccettivi orali e per il consumo di alcol, apporto di folati, carne rossa, carne processata e apporto di calcio.

 

A seguito di analisi multivariate, il consumo di fibra alimentare totale nelle coorti EPIC è stato inversamente associato al rischio di sviluppare cancro del colon-retto (HR 0.87, 95% CI: 0.79-0.96 per ogni incremento di 10 g/giorno di fibra).  Tale associazione non differiva se valutata per le variabili di età, sesso, antropometria, stile di vita e dieta.

Associazioni lineari simili sono state osservate valutando separatamente i tumori del colon e del retto. Sia la fibra dei cereali, sia la fibra della frutta e della verdura erano similmente associate al rischio di sviluppare il cancro del colon, mentre per il cancro del retto l’associazione inversa risultava evidente soltanto per le fibre dei cereali.

 

CONCLUSIONI:

I risultati dello studio rafforzano le evidenze sul ruolo preventivo che un alto consumo di fibra alimentare può avere nei confronti del cancro del colon retto.

 

Ciò è in linea con quanto già sostiene il WCRF riguardo all’associazione tra una dieta ricca di alimenti fonti di fibra e la diminuzione del rischio di sviluppare tumore del colon-retto.

 

 

Abstract

 

Dietary fibre intake and risks of cancers of the colon and rectum in the European prospective investigation into cancer and nutrition (EPIC)

BACKGROUND:

Earlier analyses within the EPIC study showed that dietary fibre intake was inversely associated with colorectal cancer risk, but results from some large cohort studies do not support this finding. We explored whether the association remained after longer follow-up with a near threefold increase in colorectal cancer cases, and if the association varied by gender and tumour location.

METHODOLOGY/PRINCIPAL FINDINGS:

After a mean follow-up of 11.0 years, 4,517 incident cases of colorectal cancer were documented. Total, cereal, fruit, and vegetable fibre intakes were estimated from dietary questionnaires at baseline. Hazard ratios (HRs) and 95% confidence intervals (CIs) were estimated using Cox proportional hazards models stratified by age, sex, and centre, and adjusted for total energy intake, body mass index, physical activity, smoking, education, menopausal status, hormone replacement therapy, oral contraceptive use, and intakes of alcohol, folate, red and processed meats, and calcium. After multivariable adjustments, total dietary fibre was inversely associated with colorectal cancer (HR per 10 g/day increase in fibre 0.87, 95% CI: 0.79-0.96). Similar linear associations were observed for colon and rectal cancers. The association between total dietary fibre and risk of colorectal cancer risk did not differ by age, sex, or anthropometric, lifestyle, and dietary variables. Fibre from cereals and fibre from fruit and vegetables were similarly associated with colon cancer; but for rectal cancer, the inverse association was only evident for fibre from cereals.

CONCLUSIONS/SIGNIFICANCE:

Our results strengthen the evidence for the role of high dietary fibre intake in colorectal cancer prevention.

 

Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22761771

Consumo di alcol e cancro del seno nell’European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition

Romieu I et al.

Int J Cancer. 2015;137(8):1921-30

 

Consumo di alcol e cancro del seno nell’European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition

Il consumo di alcol è stato associato al cancro del seno nelle donne in pre-menopausa e post-menopausa; tuttavia i risultati non sono ancora sufficienti per spiegare le possibili relazioni con lo stato dei recettori ormonali del tumore e con i fattori potenzialmente modificabili, quali ad esempio l’età in cui si inizia a consumare alcol.

Pertanto, nello studio sono stati indagati tali aspetti utilizzando i dati provenienti dallo studio osservazionale prospettico EPIC (European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition).

 

La popolazione totale EPIC era di 334 850 donne, di età compresa tra 35 e 70 anni all’inizio dello studio, reclutate in 10 Paesi Europei (Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Italia, Norvegia, Olanda, Spagna e Svezia) e seguite per una media di 11 anni.

Il consumo di alcol all’inizio dello studio e il consumo medio nel corso della vita sono stati ricavati attraverso questionari su dieta e stile di vita specifici per nazione. I risultati dello studio rappresentano il rischio (Hazard Ratio, HR) di sviluppare un tumore al seno in base allo stato del recettore ormonale.

Durante il periodo di osservazione sono stati diagnosticati 11 576 casi incidenti di tumore al seno.

 

È emerso che il consumo di alcol era significativamente correlato al rischio di cancro del seno, in particolare per ogni incremento di 10 g/giorno di consumo di alcol l’HR aumentava del 4.2% (95% CI: 2.7-5.8%). Prendendo come consumo di riferimento da 0 a 5 g/giorno, un’assunzione di alcol da 5 a 15 g/giorno comportava un aumento del rischio di cancro del seno del 5.9% (95% CI: 1-11%).

Un incremento significativo dei trend è stato osservato tra il consumo di alcol e i tumori ER+/PR+, ER-/PR- e ER-/PR-/HER2-. Il rischio di sviluppare tumore al seno era più alto tra le donne che iniziavano a fare uso di alcol prima della prima gravidanza portata a termine.

 

Complessivamente, i risultati di questo studio confermano l’associazione tra consumo di alcol e tumore al seno per entrambi i recettori ormonali positivi e per i recettori ormonali negativi. Non è stata osservata nessuna associazione con BMI e uso di ormoni.

L’effetto dose-risposta dell’alcol appare lineare, ciò suggerisce che per il rischio di cancro del seno non esiste un livello al di sotto del quale il consumo può considerarsi sicuro.

Inoltre visto il rischio che può comportare il consumo di alcol prima della prima gravidanza portata a termine, è necessario disincentivare ulteriormente il consumo in tale periodo.

 

 

Abstract

 

Alcohol intake and breast cancer in the European prospective investigation into cancer and nutrition

Alcohol intake has been associated to breast cancer in pre and postmenopausal women; however results are inconclusive regarding tumor hormonal receptor status, and potential modifying factors like age at start drinking. Therefore, we investigated the relation between alcohol intake and the risk of breast cancer using prospective observational data from the European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC). Up to 334,850 women, aged 35-70 years at baseline, were recruited in ten European countries and followed up an average of 11 years. Alcohol intake at baseline and average lifetime alcohol intake were calculated from country-specific dietary and lifestyle questionnaires. The study outcomes were the Hazard ratios (HR) of developing breast cancer according to hormonal receptor status. During 3,670,439 person-years, 11,576 incident breast cancer cases were diagnosed. Alcohol intake was significantly related to breast cancer risk, for each 10 g/day increase in alcohol intake the HR increased by 4.2% (95% CI: 2.7-5.8%). Taking 0 to 5 g/day as reference, alcohol intake of >5 to 15 g/day was related to a 5.9% increase in breast cancer risk (95% CI: 1-11%). Significant increasing trends were observed between alcohol intake and ER+/PR+, ER-/PR-, HER2- and ER-/PR-HER2- tumors. Breast cancer risk was stronger among women who started drinking prior to first full-time pregnancy. Overall, our results confirm the association between alcohol intake and both hormone receptor positive and hormone receptor negative breast tumors, suggesting that timing of exposure to alcohol drinking may affect the risk. Therefore, women should be advised to control their alcohol consumption.

 

Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25677034

Codice Europeo Contro il Cancro quarta edizione: Dieta e cancro

Teresa Norat et al.

Cancer Epidemiology. 2015; 39, 56-66

 

Codice Europeo Contro il Cancro quarta edizione: Dieta e cancro

Le azioni quotidiane che caratterizzano lo stile di vita, compresa la dieta, sono riconosciute da tempo come potenziali determinanti del rischio di cancro.

Oltre al ruolo significativo della dieta nell’influire sullo sviluppo di obesità e sovrappeso, fattori di rischio per numerose forme tumorali, studi sperimentali indicano come l’alimentazione sia in grado di influenzare il processo tumorale in diversi modi.

Studi prospettici hanno mostrato come modelli dietetici caratterizzati da un elevato consumo di frutta, verdura e cereali integrali e un ridotto consumo di carni rosse, carni trasformate e sale siano correlati ad un minore rischio di morte e di incidenza di tumore.

È stato inoltre evidenziato come una corretta alimentazione possa migliorare complessivamente la sopravvivenza dopo la diagnosi di tumore del seno e del colon-retto.

La letteratura evidenzia come un alto consumo di frutta e vegetali possa ridurre il rischio di tumori del tratto aero-digestivo e studi mostrano inoltre che la fibra alimentare è un fattore protettivo convincente per il tumore del colon-retto.

Il consumo di carni rosse e trasformate aumenta il rischio di tumore del colon-retto.

Una dieta ricca di alimenti ad alta densità energetica, come prodotti che presentano elevate quantità di zuccheri e grassi, può portare ad un eccessivo apporto di calorie, favorendo così l’obesità e aumentando il rischio di tumore.

Esistono inoltre evidenze che il consumo di bevande zuccherate sia associato ad un aumento del rischio di tumore del pancreas.

 

Alla luce di questo, la quarta edizione del Codice Europeo Contro il Cancro, un progetto della Commissione Europea con l’obiettivo di informare i cittadini sulle azioni che individualmente possono intraprendere per ridurre il rischio di tumore, raccomanda alla popolazione di seguire un’alimentazione corretta: aumentare il consumo di cereali integrali, legumi, verdura e frutta; limitare il consumo di alimenti ad alta densità energetica (prodotti ricchi in zuccheri e grassi); evitare le bevande zuccherate e le carni trasformate e limitare il consumo di carni rosse e gli alimenti ad alto contenuto di sale.

 

Le raccomandazioni del Codice Europeo Contro il Cancro sono in linea con le dieci raccomandazioni del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, le quali evidenziano come una sana alimentazione e uno stile di vita attivo siano alla base della prevenzione delle malattie oncologiche.

Nella sezione del sito “Informazioni generali” vengono descritti i concetti alla base di una corretta alimentazione, di aiuto per comprendere ancora meglio le raccomandazioni.

 

 

Abstract

 

European Code against Cancer 4th Edition: Diet and cancer

Lifestyle factors, including diet, have long been recognised as potentially important determinants of cancer risk. In addition to the significant role diet plays in affecting body fatness, a risk factor for several cancers, experimental studies have indicated that diet may influence the cancer process in several ways. Prospective studies have shown that dietary patterns characterised by higher intakes of fruits, vegetables, and whole-grain foods, and lower intakes of red and processed meats and salt, are related to reduced risks of death and cancer, and that a healthy diet can improve overall survival after diagnosis of breast and colorectal cancers. There is evidence that high intakes of fruit and vegetables may reduce the risk of cancers of the aerodigestive tract, and the evidence that dietary fibre protects against colorectal cancer is convincing. Red and processed meats increase the risk of colorectal cancer. Diets rich in high-calorie foods, such as fatty and sugary foods, may lead to increased calorie intake, thereby promoting obesity and leading to an increased risk of cancer. There is some evidence that sugary drinks are related to an increased risk of pancreatic cancer. Taking this evidence into account, the 4th edition of the European Code against Cancer recommends that people have a healthy diet to reduce their risk of cancer: they should eat plenty of whole grains, pulses, vegetables and fruits; limit high-calorie foods (foods high in sugar or fat); avoid sugary drinks and processed meat; and limit red meat and foods high in salt.

 

Link all’articolo originale:https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26164653

Cardiotossicità indotta dalle Antracicline in pazienti oncologici giovani: il ruolo della Carnitina

Armenian SH.

Ann Nutr Metab. 2016;68 Suppl 3:10-14

 

Cardiotossicità indotta dalle Antracicline in pazienti oncologici giovani: il ruolo della Carnitina

Nonostante la crescita dell’incidenza della sopravvivenza nei tumori pediatrici sia aumentata  progressivamente nelle recenti decadi, molti bambini sopravvissuti al cancro infantile presenteranno almeno una malattia cronica entro i 40 anni di età.

 

A tal proposito, è emerso che le complicanze cardiovascolari siano la causa principale di morbilità a lungo termine e di mortalità in bambini sopravvissuti a lungo al cancro infantile, probabilmente a causa dell’esposizione alla chemioterapia con antracicline, e gli effetti in pazienti con cardiomiopatia antracicline-correlata rimangono scarsi.

 

E’ stato ottenuto qualche progresso nella comprensione dei meccanismi alla base della cardiomiopatia antracicline-correlata, che sembra coinvolgere la generazione di specie reattive dell’ossigeno, portando alla disfunzione mitocondriale, seguita dall’apoptosi dei miociti e dall’inadeguato rimodellamento del ventricolo sinistro.

Nonostante esistano attualmente diverse linee guida sul monitoraggio dei pazienti oncologici ad alto rischio di infarto, trattati con terapie cardiotossiche, rimane molto lavoro da fare per individuare markers sicuri per lo screening di disfunzione cardiaca.

 

Studi del gruppo hanno identificato alterazioni della L-carnitina in pazienti sopravvissuti al cancro. Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche, gli studi preliminari suggeriscono un ruolo della carnitina nella prevenzione primaria (durante la terapia) e nella prevenzione secondaria (per migliorare le funzioni dopo la terapia).

 

 

Abstract

 

Anthracycline-Induced Cardiotoxicity in Young Cancer Patients: The Role of Carnitine

While the increased rates of survival in childhood cancers have increased progressively in recent decades, many childhood cancer survivors will have at least one chronic health condition within 40 years of age. In this regard, cardiovascular complications have emerged as a leading cause of long-term morbidity and mortality in long-term survivors of childhood cancer, likely due to exposure to anthracycline chemotherapy, and outcomes in patients with anthracycline-related cardiomyopathy remain poor. Some progress has been made in understanding the mechanisms at the basis of anthracycline-related cardiomyopathy, which appear to involve generation of reactive oxygen species, leading to mitochondrial dysfunction, followed by myocyte apoptosis and maladaptive left ventricular remodeling. Even if several guidelines currently exist for monitoring cancer patients treated with cardiotoxic therapies who are at high risk for heart failure, much work remains to be done in finding reliable markers for screening for cardiac dysfunction. Studies from our group have identified alterations in L-carnitine in cancer survivors. While additional investigations are needed, preliminary studies suggest a role for carnitine in primary prevention (during treatment) and secondary prevention (to improve function after treatment).

 

Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27931027

Body-mass index e incidenza di cancro: una revisione sistematica e meta-analisi di studi osservazionali prospettici

Renehan AG, Tyson M, Egger M, Heller RF, Zwahlen M.

Lancet. 2008 Feb 16;371(9612):569-78

 

Body-mass index e incidenza di cancro: una revisione sistematica e meta-analisi di studi osservazionali prospettici

SFONDO:

L’eccesso di peso, espresso come aumento di BMI, è associato al rischio d’insorgenza di alcune comuni forme di cancro. In questo studio è stata condotta una revisione sistematica e una meta-analisi per valutare la forza dell’associazione tra BMI e differenti sedi tumorali e indagare le differenze di tali associazioni in funzione del genere e dei gruppi etnici.

 

METODO:

Le ricerche sono state condotte su banche dati elettroniche, quali Medline e Embase (dal 1966 al Novembre 2007), per identificare studi prospettici che presentavano casi incidenti di 20 tipi di tumore. Sono state condotte meta-analisi con il modello random-effects e meta-regressioni di stime incrementali studio-specifiche per determinare il rischio di cancro associato ad un aumento del BMI di 5 kg/m2.

 

RISULTATI:

Sono stati selezionati 221 dataset (141 articoli) che includevano 282 137 casi incidenti.

Negli uomini, un incremento di 5 punti di BMI (kg/m2) è stato fortemente associato con adenocarcinoma dell’esofago (RR 1.52, P<0.0001), cancro della tiroide (RR 1.33, p=0.02), cancro del colon (RR 1.24, p<0.0001) e cancro del rene (RR 1.24, p<0.0001).

Nelle donne, è stata registrata una forte associazione tra incremento di 5 punti di BMI (kg/m2) e cancro dell’endometrio (RR 1.59, p<0.0001), cancro della cistifellea (RR 1.59, p=0.04), adenocarcinoma dell’esofago (RR 1.51, p<0.0001) e cancro del rene (RR 1.34, p<0.0001).

È stata individuata una debole associazione (RR <1.20) tra aumento del BMI e cancro del retto e melanoma maligno negli uomini; cancro del seno in post-menopausa, cancro del pancreas, cancro della tiroide e cancro del colon nelle donne; leucemia, mieloma multiplo, e linfoma non-Hodgkin in entrambi i sessi. Le associazioni erano più forti negli uomini rispetto alle donne per il cancro del colon (p<0.0001).

Generalmente i risultati delle associazioni erano simili negli studi provenienti dal Nord America, dall’Europa, dall’Australia e dalla regione Asia-Pacifico, tuttavia nelle popolazioni della regione Asia-Pacifico sono state registrate forti associazioni tra incremento del BMI e cancro del seno in pre-menopausa (p=0.009) e post-menopausa (p=0.06).

 

INTERPRETAZIONE:

L’aumento del BMI è associato all’incremento del rischio di sviluppare neoplasie comuni e meno comini. Per alcuni tipi di tumore, le associazioni differiscono per genere e popolazione di diversa etnia.

 

Studi epidemiologici osservazionali di questo tipo possono rivelarsi utili sia per stimolare future indagini volte a individuare i meccanismi biologici che spieghino tali associazioni, sia per promuovere strategie di prevenzione dell’obesità rivolte alla popolazione generale, con particolare attenzione al singolo individuo in funzione del rischio che il genere, la razza o la familiarità potrebbe comportare.

 

Abstract

 

Body-mass index and incidence of cancer: a systematic review and meta-analysis of prospective observational studies

BACKGROUND:

Excess bodyweight, expressed as increased body-mass index (BMI), is associated with the risk of some common adult cancers. We did a systematic review and meta-analysis to assess the strength of associations between BMI and different sites of cancer and to investigate differences in these associations between sex and ethnic groups.

 

METHODS:

We did electronic searches on Medline and Embase (1966 to November 2007), and searched reports to identify prospective studies of incident cases of 20 cancer types. We did random-effects meta-analyses and meta-regressions of study-specific incremental estimates to determine the risk of cancer associated with a 5 kg/m2 increase in BMI.

 

FINDINGS:

We analysed 221 datasets (141 articles), including 282,137 incident cases. In men, a 5 kg/m2 increase in BMI was strongly associated with oesophageal adenocarcinoma (RR 1.52, p<0.0001) and with thyroid (1.33, p=0.02), colon (1.24, p<0.0001), and renal (1.24, p <0.0001) cancers. In women, we recorded strong associations between a 5 kg/m2 increase in BMI and endometrial (1.59, p<0.0001), gallbladder (1.59, p=0.04), oesophageal adenocarcinoma (1.51, p<0.0001), and renal (1.34, p<0.0001) cancers. We noted weaker positive associations (RR <1.20) between increased BMI and rectal cancer and malignant melanoma in men; postmenopausal breast, pancreatic, thyroid, and colon cancers in women; and leukaemia, multiple myeloma, and non-Hodgkin lymphoma in both sexes. Associations were stronger in men than in women for colon (p<0.0001) cancer. Associations were generally similar in studies from North America, Europe and Australia, and the Asia-Pacific region, but we recorded stronger associations in Asia-Pacific populations between increased BMI and premenopausal (p=0.009) and postmenopausal (p=0.06) breast cancers.

 

INTERPRETATION:

Increased BMI is associated with increased risk of common and less common malignancies. For some cancer types, associations differ between sexes and populations of different ethnic origins. These epidemiological observations should inform the exploration of biological mechanisms that link obesity with cancer.

 

Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18280327

Leggere le etichette

Tutto ciò che è presente sul packaging del prodotto, scritte e immagini, rappresenta l’etichetta alimentare, uno dei principali strumenti grazie al quale il produttore può fare conoscere le caratteristiche del proprio prodotto al consumatore.

 

Alcune principali informazioni da leggere sulle etichette e a cui prestare attenzione sono:

 

Elenco degli ingredienti

Consente di conoscere non solo quali sono gli ingredienti che costituiscono il prodotto ma anche quanto sono presenti, essendo dichiarati in ordine decrescente di peso. Quindi dal più presente al meno presente.

 

Leggere i primi ingredienti può aiutare a selezionare i prodotti da mettere nel carrello, in particolare facendo attenzione che grassi e zuccheri non occupino le prime posizioni.

 

 

Tabella nutrizionale

I valori sono espressi per 100g o per 100ml ed eventualmente può essere riportata la porzione.

 

Nella tabella è obbligatorio riportare: valore energetico, grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale. Spesso la premura è di controllare l’apporto energetico del prodotto, tuttavia prestare attenzione a nutrienti come grassi, zuccheri e sale, può giocare un ruolo nell’esclusione di prodotti che ne contengono elevate quantità.

 

La porzione di consumo è un aiuto per la valutazione del prodotto poiché fornisce i valori riferiti alle quantità che dovrebbero essere consumate.

 

 

Claims

Possono essere di tre tipologie: claims nutrizionali, claims sulla salute e claims di riduzione di un fattore di rischio di malattia.

 

Il produttore può inserire in etichetta tali indicazioni (claims), veritiere e basate su dati scientifici, per valorizzare il proprio prodotto e aiutare il consumatore a fare una scelta a seconda delle proprie esigenze.

 

 

Durabilità del prodotto

  • Data di scadenza: è obbligatoria per tutti gli alimenti deperibili dal punto di vista microbiologico ed è indicata con la dicitura “da consumarsi entro il”. Il prodotto non può essere assolutamente consumato dopo tale data.

 

  • Termine minimo di conservazione: il produttore dichiara la data entro la quale il prodotto mantiene inalterate le sue caratteristiche qualitative utilizzando la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro il/fine”. Pertanto anche dopo quella data non c’è un pericolo per la salute ma un decadimento della qualità del prodotto.

 

Entrambe le indicazioni di durabilità del prodotto sono valide in riferimento ad una confezione integra e sempre mantenuta in opportune condizioni di conservazione.

 

 

Modalità di utilizzo e conservazione

Sono diciture inserite in etichetta che, se rispettate, permettono di rendere sicuro e gradevole il prodotto al momento del consumo.

Spesso le modalità di conservazione possono cambiare una volta che la confezione è stata aperta, è importante quindi prestare attenzione alla lettura di tale informazione.

 

Proteine

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Cosa significa sana alimentazione?

È noto a chiunque che la sana alimentazione influenzi lo stato di salute, ma non sempre si è consapevoli del reale significato di questo concetto.

 

In generale è possibile dire che un’alimentazione è sana quando prima di ogni altra cosa è in grado di fornire all’individuo il giusto apporto di nutrienti ed energia per assicurare i processi fisiologici.

 

La scelta poi dell’insieme di alimenti, definito pattern o modello alimentare, può non solo assicurare le esigenze primarie di un organismo, ma anche apportare benefici alla salute e rendere l’alimentazione funzionale alla prevenzione di molte patologie.

 

Il concetto di sana alimentazione oggigiorno significa protezione dalle malattie cronico-degenerative, come le malattie cardiovascolari, il diabete e i tumori. In tal modo si promuovono la salute e la longevità, anche in ottica socio-ambientale e di sostenibilità.

Associazione tra il tempo libero dedicato all’attività fisica e il rischio di 26 tipi di cancro in 1,44 milioni di adulti

Steven C. Moore et al.

JAMA Intern Med . 2016; 176(6): 816–825

 

Associazione tra il tempo libero dedicato all’attività fisica e il rischio di 26 tipi di cancro in 1,44 milioni di adulti

IMPORTANZA:

L’attività fisica praticata nel tempo libero, intesa come l’insieme delle attività volte a migliorare o mantenere lo stato di salute, è associata ad un rischio minore di malattie cardiache e di mortalità per tutte le cause, tuttavia la sua associazione con il rischio di cancro non è stata ancora ben compresa.

 

OBIETTIVO:

Obiettivo dello studio è stato quello di approfondire tale associazione e determinarne eventuali variazioni influenzate da fattori come la massa corpora e/o l’esposizione al fumo di sigaretta.

 

DISEGNO, STUDIO E PARTECIPANTI:

I dati utilizzati per questo studio derivano dall’ NCI Cohort Consortium, un network internazionale del National Cancer Istitute (NCI) che ha l’obiettivo di mettere in connessione i più grandi studi di coorte sul cancro a livello mondiale. Gli autori in particolare hanno utilizzato dati di 12 studi di coorte statunitensi e europei (con baseline che andavano da 1987 al 2004), nei quali il livello di attività fisica era riportato dagli stessi partecipanti.  Il modello di regressione di Cox è stato utilizzato per stimare i rapporti di rischio (HRs) e gli intervalli di confidenza (CI) al 95% per le associazioni tra l’attività fisica nel tempo libero e l’incidenza di 26 forme tumorali. I livelli di attività fisica praticata nel tempo libero sono stati convertiti in percentili specifici della coorte su base continua e i risultati sono stati sintetizzati mediante una meta-analisi ad effetti casuali. I rapporti di rischio tra alti e bassi livelli di attività si basano sul confronto di rischio del 90° rispetto al 10° percentile di attività. L’analisi dei dati è stata eseguita da gennaio 2014 a giugno 2015.

 

ESPOSIZIONE:

L’esposizione considerata in tale studio comprende l’attività fisica svolta nel tempo libero con intensità moderata e vigorosa.

 

OBIETTIVO PRINCIPALE E MISURE:

L’obiettivo principale è quello di misurare l’incidenza di cancro durante i follow-up.

 

RISULTATI:

Complessivamente sono stati inclusi 1.44 milioni di partecipanti (con età che variava da 19 a 98 anni, d cui 57% femmine) di cui 186 932 casi di tumore. Alti livelli di attività fisica, confrontati con bassi livelli della stessa, sono stati associati ad un minore rischio di 13 forme tumorali: dell’adenocarcinoma esofageo (HR, 0.58; 95% CI, 0.37-0.89), del fegato (HR, 0.73; 95% CI, 0.55-0.98), del polmone (HR, 0.74; 95% CI, 0.71-0.77), del rene (HR, 0.77; 95% CI, 0.70-0.85), del cardias (HR, 0.78; 95% CI, 0.64-0.95), dell’endometrio (HR, 0.79; 95% CI, 0.68-0.92), leucemia mieloide (HR, 0.80; 95% CI, 0.70-0.92), mieloma (HR, 0.83; 95% CI, 0.72-0.95), colon (HR, 0.84; 95% CI, 0.77-0.91), testa e collo (HR, 0.85; 95% CI, 0.78-0.93), retto (HR, 0.87; 95% CI, 0.80-0.95), della vescica (HR, 0.87; 95% CI, 0.82-0.92) e del seno (HR, 0.90; 95% CI, 0.87-0.93). Prendendo in considerazione anche l’indice di massa corporea si nota un’attenuazione delle associazioni per diverse sedi tumorali, tuttavia 10 su 13 restano statisticamente significative.

L’attività fisica praticata nel tempo libero è stata associata ad un maggiore rischio di melanoma maligno (HR, 1.27; 95% CI, 1.16-1.40) e di tumore della prostata (HR, 1.05; 95% CI, 1.03-1.08).

Generalmente le associazioni rilevate erano simili tra gli individui in condizione di sovrappeso/obesità e in normopeso.

L’abitudine al fumo ha influenzato l’associazione solo per il tumore del polmone ma non per altre sedi tumorali generalmente correlate al fumo.

 

CONCLUSIONI:

In conclusione, il tempo libero dedicato all’attività fisica è stato associato ad un minore rischio di numerose forme tumorali. Gli operatori sanitari che si confrontano con persone con un ridotto livello di attività fisica dovrebbero sottolineare l’importanza di queste associazioni, evidenziando anche che sono in gran parte indipendenti dalla massa corporea o dall’abitudine al fumo.

 

Lo studio è concorde con le indicazioni contenute nella seconda raccomandazione del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, che fa riferimento proprio al ruolo dello stile di vita attivo nella promozione della salute. Inoltre l’analisi della letteratura scientifica ha classificato l’attività fisica come fattore protettivo convincente per il tumore del colon-retto e probabile per il tumore dell’endometrio e del seno.

 

 

Abstract

 

Leisure-time physical activity and risk of 26 types of cancer in 1.44 million adults

IMPORTANCE

Leisure-time physical activity has been associated with lower risk of heartdisease and all-cause mortality, but its association with risk of cancer is not well-understood.

 

OBJECTIVE

To determine the association of leisure-time physical activity with incidence of common types of cancer and whether associations vary by body size and/or smoking.

 

DESIGN, SETTING, AND PARTICIPANTS

We pooled data from 12 prospective U.S. and European cohorts with self-reported physical activity (baseline 1987–2004). A total of 1.44 million participants (median age:59 years; range:19–98 years) and 186,932 cancers were included. We used multivariable Cox regression to estimate hazard ratios (HRs) and 95% confidence intervals (CIs) for associations of leisure-time physical activity with incidence of 26 types of cancer. Leisure-time physical activity levels were modeled as cohort-specific percentiles on a continuous basis and cohort-specific results were synthesized by random effects meta-analysis. Hazard ratios for high versus low levels of activity are based on a comparison of risk at the 90th versus 10th percentiles, respectively, of activity.

 

EXPOSURE

Leisure-time physical activity of a moderate to vigorous intensity.

 

MAIN OUTCOMES AND MEASURES

Incident cancer during follow-up.

 

RESULTS

High versus low levels of leisure-time physical activity were associated with lower risks of 13 cancers: esophageal adenocarcinoma (HR=0.58,CI:0.37–0.89), liver (HR=0.73,CI: 0.55–0.98), lung (HR=0.74,CI:0.71–0.77), kidney (HR=0.77,CI:0.70–0.85), gastric cardia (HR=0.78,CI:0.64–0.95), endometrial (HR=0.79,CI:0.68–0.92), myeloid leukemia (HR=0.80,CI: 0.70–0.92), myeloma (HR=0.83,CI:0.72–0.95), colon (HR=0.84,CI:0.77–0.91), head and neck (HR=0.85,CI:0.78–0.93), rectal (HR=0.87,CI:0.80–0.95), bladder (HR=0.87,CI:0.82–0.92), and breast (HR=0.90,CI:0.87–0.93). BMI adjustment modestly attenuated associations for several cancers, but 10 of 13 inverse associations remained statistically significant after BMI adjustment. Leisure-time physical activity was associated with higher risks of malignant melanoma (HR=1.27,CI:1.16–1.40) and prostate cancer (HR=1.05,CI:1.03–1.08). Associations were generally similar between the overweight/obese and the normal weight. Smoking status modified the association for lung cancer, but not other smoking-related cancers.

 

CONCLUSIONS AND RELEVANCE

In addition to associations with lower risk of heartdisease and mortality, leisure-time physical activity is also associated with lower risks of many cancer types. Health care professionals counseling inactive adults should emphasize that most of these associations were evident regardless of body size or smoking history, supporting broad generalizability of findings.

 

Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5812009/

alimentazione e terapie
Alimentazione e Terapie

 

Avere una sana alimentazione è importante per tutti, lo è specialmente per chi è in trattamento per una patologia oncologica.

 

Spesso si arriva alla diagnosi con il desiderio di migliorare la propria alimentazione.

 

Questa sezione fornirà al paziente, ai familiari e ai caregiver dei concetti di base per comprenderla ed indicazioni utili da applicare durante le terapie.

 

  • Lo stato nutrizionale del paziente con diagnosi di tumore in attesa di iniziare una terapia, varia notevolmente a seconda:

    della sede tumorale coinvolta, dello stato di avanzamento della malattia e da eventuali altre patologie presenti.

     

    Trattamenti oncologici quali la chirurgia, la chemioterapia e la radioterapia possono avere effetti negativi diretti (meccanici) o indiretti (metabolici) sullo stato nutrizionale del paziente.

     

    Il successo della terapia antitumorale sarà influenzato, oltre che da altri fattori, anche dalla capacità del paziente di tollerare il trattamento.

    La tolleranza alla terapia dipende a sua volta dallo stato nutrizionale precedente all’inizio della terapia.

    Se le tempistiche quindi lo permettono sarebbe vantaggioso per il paziente iniziare il proprio percorso di trattamento con un buono stato nutrizionale, un’adeguata composizione corporea e con sane abitudini alimentari consolidate.

     

    In questa sezione vengono descritti i trattamenti oncologici che possono avere implicazioni sullo stato nutrizionale del paziente.

    • Chirurgia
    • Chemioterapia
    • Radioterapia
    • Terapia ormonale
    • Immunoterapia
    • Terapie a bersaglio molecolare

    indicazioni nutrizionali per specifiche necessità
    Indicazioni nutrizionali per specifiche necessità

    Alimenti, strategie o indicazioni nutrizionali possono essere di beneficio per specifiche necessità, come nella gestione degli effetti avversi delle terapie oncologiche.

    Tali terapie sono progredite notevolmente negli ultimi decenni fornendo, ad oggi, sempre maggiori speranze di cura.

    Gli effetti avversi legati alle terapie oncologiche dipendono dal tipo e sede del tumore, dal trattamento a cui si va incontro e dalle condizioni del paziente.

     

    In tale contesto la nutrizione, se correttamente pianificata, può essere un’utile alleata.

     

    • Uno tra i più importanti effetti avversi che può interessare i pazienti oncologici riguarda la variazione del peso corporeo, che può avvenire in diverse fasi:

      prima della diagnosi, durante le terapie, o in seguito.

       

      Lo stato nutrizionale del paziente può influenzare positivamente o negativamente il suo percorso di cura, la risposta ai trattamenti oncologici, la qualità della vita e in alcuni casi il rischio di recidiva.

       

      La malnutrizione è un problema piuttosto frequente nel paziente oncologico, che varia a seconda della sede tumorale coinvolta, del grado di avanzamento della malattia e dei trattamenti effettuati.

      In alcuni casi però alcune terapie antitumorali possono determinare un aumento di peso come ad esempio le terapie ormonali o i cortisonici in uso cronico.

      • Perdita di peso
      • Aumento di peso

      guida alla spesa intelligente
      Guida Alla Spesa Intelligente

      Una scelta consapevole di ciò che viene acquistato al supermercato contribuisce ad una sana alimentazione.

      Conoscere e selezionare gli alimenti che andranno nel carrello della spesa favorisce una dieta sana nella quotidianità. In questo modo si evita di portare a casa prodotti che andrebbero consumati solo in occasioni speciali.

       

      Di seguito alcuni consigli, che possono essere una sorta di guida alla spesa intelligente:

       

      Leggere le etichette

      Come leggere le etichette.

       

      Organizzare la spesa

      Come organizzare la spesa

       

      Il frigo e la dispensa

      Come organizzare il frigo e la dispensa

       

      • Tutto ciò che è presente sul packaging del prodotto, scritte e immagini, rappresenta l’etichetta alimentare, uno dei principali strumenti grazie al quale il produttore può fare conoscere le caratteristiche del proprio prodotto al consumatore.  Alcune principali informazioni a cui prestare attenzione sono:

         

        Elenco degli ingredienti

        Consente di conoscere non solo quali sono gli ingredienti che costituiscono il prodotto ma anche quanto sono presenti, essendo dichiarati in ordine decrescente di peso. Quindi dal più presente al meno presente. Leggere i primi ingredienti può aiutare a selezionare i prodotti da mettere nel carrello, in particolare facendo attenzione che grassi e zuccheri non occupino le prime posizioni.

         

        Tabella nutrizionale

        I valori sono espressi per 100g o per 100ml ed eventualmente può essere riportata la porzione. Nella tabella è obbligatorio riportare: valore energetico, grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, zuccheri, proteine e sale. Spesso la premura è di controllare l’apporto energetico del prodotto, tuttavia prestare attenzione a nutrienti come grassi, zuccheri e sale, può giocare un ruolo nell’esclusione di prodotti che ne contengono elevate quantità. La porzione di consumo è un aiuto per la valutazione del prodotto poiché fornisce i valori riferiti alle quantità che dovrebbero essere consumate.

         

        Claims

        Possono essere di tre tipologie: claims nutrizionali, claims sulla salute e claims di riduzione di un fattore di rischio di malattia. Il produttore può inserire in etichetta tali indicazioni (claims), veritiere e basate su dati scientifici, per valorizzare il proprio prodotto e aiutare il consumatore a fare una scelta a seconda delle proprie esigenze.

         

        Durabilità del prodotto

        • Data di scadenza: è obbligatoria per tutti gli alimenti deperibili dal punto di vista microbiologico ed è indicata con la dicitura “da consumarsi entro il”. Il prodotto non può essere assolutamente consumato dopo tale data.

        • Termine minimo di conservazione: il produttore dichiara la data entro la quale il prodotto mantiene inalterate le sue caratteristiche qualitative utilizzando la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro il/fine”. Pertanto anche dopo quella data non c’è un pericolo per la salute ma un decadimento della qualità del prodotto.

        Entrambe le indicazioni di durabilità del prodotto sono valide in riferimento ad una confezione integra e sempre mantenuta in opportune condizioni di conservazione.

         

         

        Modalità di utilizzo e conservazione

        Sono diciture inserite in etichetta che, se rispettate, permettono di rendere sicuro e gradevole il prodotto al momento del consumo. Spesso le modalità di conservazione possono cambiare una volta che la confezione è stata aperta, è importante quindi prestare attenzione alla lettura di tale informazione.

        • • Prepara una lista della spesa per non farti condizionare dalla vasta offerta del mercato. Quando finisci gli alimenti dentro casa (come legumi, cereali, frutta secca, pesce in scatola ecc.) puoi segnarli in una lavagnetta e, prima di andare a fare la spesa, scriverti in un foglietto cosa acquistare.

          • Controlla il tuo calendario, se durante la settimana hai qualche pranzo o cena fuori casa, evita di fare una spesa abbondante di prodotti freschi.

          • Alterna le varietà di frutta e ortaggi e segui la stagionalità. Ricordati di acquistare frutta comoda da portare in borsa, ad esempio una banana, una mela o dei mandarini, ed anche verdure da consumare crude come antipasto o spuntino (carote, finocchio, sedano).

          • Avere una scorta di prodotti a lunga conservazione, prodotti in scatola o surgelati, è sicuramente una buona opzione quando si ha poco tempo per cucinare ed è anche una valida alternativa salutare al cibo d’asporto.

          • Confrontare l’elenco degli ingredienti di due o più prodotti trasformati, appartenenti alla stessa classe merceologica, può aiutarti a scegliere quello più salutare.

          • Poni attenzione agli alimenti sponsorizzati come più salutari. Un esempio, burger e crocchette vegetali confezionate possono contenere grandi quantitativi di sale.

          • Tra i latticini un occhio di riguardo per lo yogurt, spesso presenta elevate quantità di zuccheri. Prediligi quelli senza zuccheri aggiunti, tenendo presente che hanno un contenuto di circa 4% di carboidrati. Inoltre anche nei prodotti vegetali, sostituti di latte e yogurt, se il quantitativo di zucchero supera il 5%, il loro consumo dovrebbe essere limitato a poche occasioni.

          • Leggere la lista degli ingredienti e la tabella nutrizionale nei prodotti dichiarati integrali, come il pane, la pasta ed altri prodotti confezionati, può essere utile per capire se veramente è un buon prodotto. Il primo ingrediente nella lista deve essere la farina integrale.

          • • Posiziona gli alimenti secondo la data di scadenza, disponendo quelli che sono maggiormente deperibili a portata di mano.

            • I prodotti acquistati nel banco frigo devono seguire la catena del freddo e quindi essere conservati in frigorifero.

            • Ricorda che la temperatura all’interno del frigorifero non è uguale. I ripiani più bassi sono da dedicare a carne e pesce, mentre quelli centrali sono più adatti alla conservazione di confezioni aperte e latticini. I cassetti presentano una temperatura maggiore per questo sono ideali per frutta e verdura. La porta del frigorifero presenta le temperature più calde, nelle mensole puoi riporre i prodotti che hanno bisogno di una leggera refrigerazione.

            • Non tutti gli alimenti di origine vegetale devono essere conservati in frigorifero, le basse temperature possono danneggiarli. Ad esempio agrumi, fagiolini, pomodori, zucchine, cetrioli, carote possono essere conservati a temperatura ambiente.

            • Poni attenzione al luogo di conservazione riportato in etichetta, ad esempio può essere indicato di tenere il prodotto lontano da fonti di calore o al riparo dalla luce.

            • I prodotti aperti possono avere modalità di conservazione diverse dalle confezioni chiuse, fai attenzione alle indicazioni presenti in etichetta.

            • All’interno del frigorifero non posizionare i prodotti crudi vicino a quelli già cotti o pronti al consumo, evitando cosi una contaminazione di quest’ultimi.

            le nostre proposte di ricette
            Le nostre proposte di ricette

            Una selezione di ricette salutari e per sintomi da terapia elaborate dal team di FBO, oltre alle ricette che alcuni chef hanno pensato in collaborazione con le nostre nutrizioniste per VOI.

             

            Qui trovi le ricette di FBO SEMPRE CON TE.

            Ricette Salutari
            brownie con cacao, nocciole e fagioli neri
            Brownie con cacao, nocciole e fagioli neri
            crema di zucca al profumo di cannella
            Crema di zucca al profumo di cannella
            filetti di sgombro con salsa verde
            Filetti Di Sgombro Con Salsa Verde
            Piccole gelatine di te verde con fiori e frutta
            Piccole gelatine di te verde con fiori e frutta
            orecchiette ai broccoli con briciole croccanti
            Orecchiette ai broccoli con briciole croccanti
            riso integrale con asparagi e capesante
            Riso integrale con asparagi e capesante
            riso nero con gamberoni e zucchine
            Riso nero con gamberoni e zucchine
            Tortino di alici e melanzane
            Tortino di alici e melanzane
            Vellutata di frutti rossi con ricotta alla cannella
            Vellutata di frutti rossi con ricotta alla cannella
            Zuppa di lenticchie e spinaci alla curcuma con crostoni integrali
            Zuppa di lenticchie e spinaci alla curcuma con crostoni integrali
            filetti di merluzzo in crosta di nocciole
            Filetti di merluzzo in crosta di nocciole
            fragole in crosta di cioccolato nocciole e mandorle
            Fragole in crosta di Cioccolato, Nocciole e Mandorle
            insalata di uova sode fagiolini spinacino e avocado
            Insalata di uova sode, fagiolini, spinacino e avocado
            Vellutata di carciofi, finocchi e patate con ceci, semi di girasole e curcuma
            Vellutata di carciofi, finocchi e patate con ceci, semi di girasole e curcuma
            polpette di tonno, patate e peperoni
            Polpette di Tonno, Patate e Peperoni
            Ricette per sintomi da terapia
            bocconcini di frutta invernale al profumo di rosmarino
            Bocconcini di frutta invernale al profumo di rosmarino
            hummus di ceci fresco e piccante
            Hummus di ceci fresco e piccante
            Riso venere con melograno e asparagi
            Riso venere con melograno e asparagi
            salsa allo yogurt ed erbe aromatiche (per carne, pesce e verdure)
            Salsa allo yogurt ed erbe aromatiche (per carne, pesce e verdure)
            Sovracoscia di pollo con erbe aromatiche e verdure
            Sovracoscia di pollo con erbe aromatiche e verdure
            Trancio Di Spigola Agli Agrumi
            Trancio Di Spigola Agli Agrumi
            timballino di verza farcito con zucca e olive e pinoli
            Timballino di Verza farcito con zucca e olive e pinoli
            insalata di riso venere integrale con gamberoni
            Insalata di Riso venere integrale con gamberoni
            filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma
            Filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma
            frittata alle erbe
            Frittata alle erbe
            straccetti di merluzzo finocchio sedano arancia e prezzemolo
            Straccetti di Merluzzo finocchio sedano, arancia e prezzemolo
            Ravioli con Scarola, Taleggio, Pomodorino e Noci di Sorrento
            Ravioli con Scarola, Taleggio, Pomodorino e Noci di Sorrento
            hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure
            Hummus di sedano rapa alla curcuma con crudité di Verdure
            petto di pollo in Agresto
            Petto di pollo in Agresto
            Minestra tiepida di fagioli, patate e cozze con fettuccine di seppia
            Minestra tiepida di fagioli, patate e cozze con fettuccine di seppia
            riso Artemide
            Riso Artemide
            farinata di ceci
            Farinata di ceci
            Riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone
            Riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone
            crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
            Crema di Mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
            macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
            Macedonia di Yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
            piccoli strudel di verdure invernali all'olio, zafferano e peperoncino
            Piccoli Strudel di verdure invernali all’olio, zafferano e peperoncino
            Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle
            Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle
            insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
            Insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
            insalata di sedano, avocado e Taleggio
            Insalata di sedano, avocado e Taleggio
            parmigiana di melanzane
            Parmigiana di Melanzane
            Polpo rosticciato con ceci neri di murgia
            Polpo rosticciato con ceci neri di Murgia
            Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso
            Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso
            ricetta con branzino, pomodoro selvatico, dragoncello
            Branzino, Pomodoro Selvatico, Dragoncello
            Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate
            Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate
            dentice a pesca
            Dentice a pesca
            Risotto funghi porcini ortiche e topinambur
            Risotto funghi porcini, ortiche e topinambur
            cauliflower cream
            Cauliflower cream
            fish-roll duet cashews- rollo di rombo e salmone
            Fish-roll duet cashews
            spigola in agrodolce
            Spigola in agrodolce
            insalata di riso venere integrale con gamberoni
            Insalata di Riso venere integrale con gamberoni
            filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma
            Filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma
            insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
            Insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
            insalata di sedano, avocado e Taleggio
            Insalata di sedano, avocado e Taleggio
            frittata alle erbe
            Frittata alle erbe
            straccetti di merluzzo finocchio sedano arancia e prezzemolo
            Straccetti di Merluzzo finocchio sedano, arancia e prezzemolo
            timballino di verza farcito con zucca e olive e pinoli
            Timballino di Verza farcito con zucca e olive e pinoli
            filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma
            Filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma
            petto di pollo in Agresto
            Petto di pollo in Agresto
            Minestra tiepida di fagioli, patate e cozze con fettuccine di seppia
            Minestra tiepida di fagioli, patate e cozze con fettuccine di seppia
            Polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno
            Polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno
            spigola in agrodolce
            Spigola in agrodolce
            Polpo rosticciato con ceci neri di murgia
            Polpo rosticciato con ceci neri di Murgia
            dentice a pesca
            Dentice a pesca
            fish-roll duet cashews- rollo di rombo e salmone
            Fish-roll duet cashews
            Mungo Salad -Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele
            Mungo Salad
            insalata di spinaci e tofu
            Insalata di spinaci e tofu
            chips di frutta al forno
            Chips di frutta al forno
            chips di verdura al forno
            Chips di verdura al forno
            crudites di verdure con salsa allo yogurt
            Crudites di verdure con salsa allo yogurt
            frutta secca alle spezie
            Frutta secca alle spezie
            Ravioli con Scarola, Taleggio, Pomodorino e Noci di Sorrento
            Ravioli con Scarola, Taleggio, Pomodorino e Noci di Sorrento
            insalata di riso venere integrale con gamberoni
            Insalata di Riso venere integrale con gamberoni
            frittata alle erbe
            Frittata alle erbe
            petto di pollo in Agresto
            Petto di pollo in Agresto
            Polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno
            Polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno
            riso Artemide
            Riso Artemide
            farinata di ceci
            Farinata di ceci
            Riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone
            Riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone
            crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
            Crema di Mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
            macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
            Macedonia di Yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
            piccoli strudel di verdure invernali all'olio, zafferano e peperoncino
            Piccoli Strudel di verdure invernali all’olio, zafferano e peperoncino
            Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle
            Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle
            insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
            Insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
            insalata di sedano, avocado e Taleggio
            Insalata di sedano, avocado e Taleggio
            mousse alla stracciatella light
            Mousse alla stracciatella light
            Cannelloni croccanti di farina di grano saraceno al ripieno di verza e castagne con crema vellutata di zucca
            Cannelloni croccanti di farina di grano saraceno al ripieno di verza e castagne con crema vellutata di zucca
            Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso
            Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso
            ricetta con branzino, pomodoro selvatico, dragoncello
            Branzino, Pomodoro Selvatico, Dragoncello
            Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate
            Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate
            Risotto funghi porcini ortiche e topinambur
            Risotto funghi porcini, ortiche e topinambur
            cauliflower cream
            Cauliflower cream
            fish-roll duet cashews- rollo di rombo e salmone
            Fish-roll duet cashews
            Mungo Salad -Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele
            Mungo Salad
            crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona
            Crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona
            insalata di spinaci e tofu
            Insalata di spinaci e tofu
            sperlano in umido con vakame
            Sperlano in umido con Wakame
            hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure
            Hummus di sedano rapa alla curcuma con crudité di Verdure
            parmigiana di melanzane
            Parmigiana di Melanzane
            banana bread proteico
            Banana bread proteico
            Frullato proteico di yogurt, frutta fresca e cannella
            Frullato proteico di yogurt, frutta fresca e cannella*
            parmigiana di melanzane
            Parmigiana di Melanzane
            spigola in agrodolce
            Spigola in agrodolce
            dentice a pesca
            Dentice a pesca
            cauliflower cream
            Cauliflower cream
            fish-roll duet cashews- rollo di rombo e salmone
            Fish-roll duet cashews
            Mungo Salad -Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele
            Mungo Salad
            crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona
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            insalata di spinaci e tofu
            Insalata di spinaci e tofu
            sperlano in umido con vakame
            Sperlano in umido con Wakame
            hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure
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            insalata di patate
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            purè di carote aromatico
            Purè di carote aromatico
            hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure
            Hummus di sedano rapa alla curcuma con crudité di Verdure
            crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
            Crema di Mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
            macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
            Macedonia di Yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
            centrifuga di frutta e verdura
            Centrifuga di frutta e verdura
            centrifuga di frutti di bosco e anguria
            Centrifuga di frutti di bosco e anguria
            infuso di spezie e frutta
            Infuso di spezie e frutta
            barrette ai fiocchi d'avena, frutta secca e cioccolato fondente
            Barrette ai fiocchi d’avena, frutta secca e cioccolato fondente
            frullato di mango, banana e anacardi
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            petto di pollo in Agresto
            Petto di pollo in Agresto
            Minestra tiepida di fagioli, patate e cozze con fettuccine di seppia
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            insalata di riso venere integrale con gamberoni
            Insalata di Riso venere integrale con gamberoni
            filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma
            Filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma
            frittata alle erbe
            Frittata alle erbe
            straccetti di merluzzo finocchio sedano arancia e prezzemolo
            Straccetti di Merluzzo finocchio sedano, arancia e prezzemolo
            Polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno
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            farinata di ceci
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            crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
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            macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
            Macedonia di Yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
            Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle
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            insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
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            parmigiana di melanzane
            Parmigiana di Melanzane
            spigola in agrodolce
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            Polpo rosticciato con ceci neri di murgia
            Polpo rosticciato con ceci neri di Murgia
            Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso
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            ricetta con branzino, pomodoro selvatico, dragoncello
            Branzino, Pomodoro Selvatico, Dragoncello
            Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate
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            dentice a pesca
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            Fish-roll duet cashews
            Mungo Salad -Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele
            Mungo Salad
            filetto di merluzzo in crosta di patate e zucchine
            Filetti di merluzzo in crosta di patate e zucchine
            vellutata di zucca con crostini integrali
            Vellutata di zucca con crostini integrali
            Orzotto mantecato con cicoria e limone
            Orzotto mantecato con cicoria e limone
            petto di tacchino con finocchi all'arancia
            Petto di tacchino con finocchi all’arancia
            tisana all'anice
            Tisana all’anice
            Polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno
            Polpette di patate e rosmarino con carne di cavallo in crosta di cracker integrali cotta al forno
            filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma
            Filetto di sgombro al cartoccio con pomodorini, cipollotti, mele, rosmarino e curcuma
            straccetti di merluzzo finocchio sedano arancia e prezzemolo
            Straccetti di Merluzzo finocchio sedano, arancia e prezzemolo
            crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
            Crema di Mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
            macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
            Macedonia di Yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
            Polpo rosticciato con ceci neri di murgia
            Polpo rosticciato con ceci neri di Murgia
            salsa cremosa allo zenzero
            Salsa cremosa allo zenzero
            taralli integrali allo zenzero e curcuma
            Taralli integrali allo zenzero e curcuma
            riso Artemide
            Riso Artemide
            insalata di riso venere integrale con gamberoni
            Insalata di Riso venere integrale con gamberoni
            hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure
            Hummus di sedano rapa alla curcuma con crudité di Verdure
            Riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone
            Riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone
            crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
            Crema di Mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
            macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
            Macedonia di Yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
            cavolo cappuccio in insalata
            Cavolo cappuccio in insalata
            Insalata di carciofi, finocchi, arance e noci
            Insalata di carciofi, finocchi, arance e noci
            sorbetto di anguria al profumo di limone
            Sorbetto di anguria al profumo di limone
            Spaghetti di zucchine con ragù di tofu
            Spaghetti di zucchine con ragù di tofu
            straccetti di merluzzo finocchio sedano arancia e prezzemolo
            Straccetti di Merluzzo finocchio sedano, arancia e prezzemolo
            hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure
            Hummus di sedano rapa alla curcuma con crudité di Verdure
            macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
            Macedonia di Yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
            Polpo rosticciato con ceci neri di murgia
            Polpo rosticciato con ceci neri di Murgia
            insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
            Insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
            riso Artemide
            Riso Artemide
            farinata di ceci
            Farinata di ceci
            timballino di verza farcito con zucca e olive e pinoli
            Timballino di Verza farcito con zucca e olive e pinoli
            crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
            Crema di Mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
            piccoli strudel di verdure invernali all'olio, zafferano e peperoncino
            Piccoli Strudel di verdure invernali all’olio, zafferano e peperoncino
            Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle
            Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle
            Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate
            Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate
            chips di verdura al forno
            Chips di verdura al forno
            Cannelloni croccanti di farina di grano saraceno al ripieno di verza e castagne con crema vellutata di zucca
            Cannelloni croccanti di farina di grano saraceno al ripieno di verza e castagne con crema vellutata di zucca
            parmigiana di melanzane
            Parmigiana di Melanzane
            filetto di merluzzo in crosta di patate e zucchine
            Filetti di merluzzo in crosta di patate e zucchine
            vellutata di zucca con crostini integrali
            Vellutata di zucca con crostini integrali
            Orzotto mantecato con cicoria e limone
            Orzotto mantecato con cicoria e limone
            Zuppetta di melone con praline di ricotta e pistacchi
            Zuppetta di melone con praline di ricotta e pistacchi
            crema di piselli e zucchine con farro
            Crema di piselli e zucchine con farro
            ghiaccioli di frutta fresca e yogurt
            Ghiaccioli di frutta fresca e yogurt
            Zuppetta di melone con praline di ricotta e pistacchi
            Zuppetta di melone con praline di ricotta e pistacchi
            hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure
            Hummus di sedano rapa alla curcuma con crudité di Verdure
            macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
            Macedonia di Yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
            crema di piselli e zucchine con farro
            Crema di piselli e zucchine con farro
            millefoglie di verdure
            Millefoglie di verdure
            farinata di ceci
            Farinata di ceci
            Riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone
            Riso rosso e quinoa al curry con mirepoix di verdure scottate, profumate al timo e limone
            timballino di verza farcito con zucca e olive e pinoli
            Timballino di Verza farcito con zucca e olive e pinoli
            riso Artemide
            Riso Artemide
            piccoli strudel di verdure invernali all'olio, zafferano e peperoncino
            Piccoli Strudel di verdure invernali all’olio, zafferano e peperoncino
            Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle
            Burger di fagioli rossi barbabietola e mandorle
            insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
            Insalatina di radicchio con alici spinaci limone e noci
            parmigiana di melanzane
            Parmigiana di Melanzane
            Risotto funghi porcini ortiche e topinambur
            Risotto funghi porcini, ortiche e topinambur
            fish-roll duet cashews- rollo di rombo e salmone
            Fish-roll duet cashews
            Mungo Salad -Insalata con Mungo, rapa rossa, cavolo-rapa e fichi al miele
            Mungo Salad
            crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona
            Crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona
            insalata di spinaci e tofu
            Insalata di spinaci e tofu
            Crema di carote, cavolfiori e olio di semi di lino
            Crema di carote, cavolfiori e olio di semi di lino
            gelato crudo ai lamponi
            Gelato crudo ai lamponi
            hummus di sedano rapa alla curcuma con cruditè di verdure
            Hummus di sedano rapa alla curcuma con crudité di Verdure
            crema di mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
            Crema di Mela con grani di mandorle e mirtilli al profumo di arancia
            macedonia di yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
            Macedonia di Yogurt al miele, zenzero fresco e frutta disidratata
            cauliflower cream
            Cauliflower cream
            crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona
            Crema mezzadolce di broccoli e sedano di Verona
            Ricette GOLOSARIA 2019
            risotto ai funghi porcini e fava tonka
            Risotto ai funghi porcini e fava tonka
            bavette con rapa rossa e alici
            Bavette con rapa rossa e alici
            Zucca infornata e puntarelle
            Zucca infornata e puntarelle
            crostino al grano saraceno, sgombro marinato in ceviche, lenticchie nere e tè verde
            Crostino al grano saraceno, sgombro marinato in ceviche, lenticchie nere e tè verde
            pollo con farcia di cicoria e timo
            Pollo con farcia di cicoria e timo
            Mousse al cioccolato e inserto di lamponi
            Mousse al cioccolato e inserto di lamponi
            Sgombro marinato con caponata di verdure
            Sgombro marinato con caponata di verdure
            Branzino con mandorle e pistacchi
            Branzino mandorle e pistacchi con verdure al cartoccio e salsa yogurt basilico e zenzero
            Cavolfiore con salsa al latte di mandorla succo di yuzu e frutti di mare
            Cavolfiore con salsa al latte di mandorla, succo di yuzu e frutti di mare
            asparagi, mandorle e porcini
            Asparagi, mandorle e porcini
            Garganelli di fagioli borlotti con crema di broccoli e humus di ceci
            Garganelli di fagioli borlotti con crema di broccoli e humus di ceci
            erbe spontanee al cartoccio e bagna caoda di lago
            Erbe spontanee al cartoccio e bagna caoda di lago
            Salmerino al vapore, radicchi invernali, gazpacho e erbe selvatiche
            Salmerino al vapore, radicchi invernali, gazpacho e erbe selvatiche
            Mousse di cioccolato fondente all’acqua con zucchero d’agave
            Mousse di cioccolato fondente all’acqua con zucchero d’agave
            Vitello tonnato all’antica
            Vitello tonnato all’antica
            pasta e ceci con pasta integrale
            Pasta e ceci (con pasta integrale)
            Ricette con JRE
            parmigiana di melanzane
            Parmigiana di Melanzane
            spigola in agrodolce
            Spigola in agrodolce
            Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso
            Triglia al vapore, prugna rosa e radicchio rosso
            ricetta con branzino, pomodoro selvatico, dragoncello
            Branzino, Pomodoro Selvatico, Dragoncello
            Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate
            Tartellette di alici e peperoni con Hummus di cannellini e semi di girasole, prugne acidulate
            dentice a pesca
            Dentice a pesca
            Risotto funghi porcini ortiche e topinambur
            Risotto funghi porcini, ortiche e topinambur
            Ricette per le festività
            Coregone tra Lesa, Stresa e Belgirate
            Coregone tra Lesa, Stresa e Belgirate
            Penne di riso pistacchi anacardi acciughe
            Penne di riso pistacchi anacardi sarde
            Pollo e mango
            Pollo e mango
            Tronchetto di Natale "nuova generazione"
            Tronchetto di Natale “nuova generazione”
            dieta e stili di vita dopo i trattamenti. Le dieci raccomandazioni del WCRF.
            Dieta e stili di vita dopo i trattamenti

            Le dieci raccomandazioni del Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF)

            Ad oggi esistono numerose evidenze che permettono di associare una sana alimentazione e uno stile di vita attivo ad un minor rischio di insorgenza di cancro.

            Individualmente si possono adottare comportamenti volti a modificare tali fattori, definiti “fattori ambientali modificabili”, ed incidere così sullo stato di salute.

             

            Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, con l’obiettivo di stilare delle raccomandazioni per la prevenzione dei tumori attraverso lo stile di vita, ha coinvolto un gruppo di esperti a livello internazionale per la revisione della letteratura scientifica in merito.

            Il panel di esperti ha classificato in quattro gruppi le evidenze emerse: convincenti, probabili, limitate ed improbabili.

             

            Le evidenze convincenti e probabili sono state utilizzate per la formulazione delle dieci raccomandazioni.

             

            LE 10 RACCOMANDAZIONI DEL FONDO MONDIALE PER LA RICERCA SUL CANCRO (WCRF)

            stomaco (sede tumorale)
            Indicazioni su dieta e stili di vita per sede tumorale

            Una corretta alimentazione costituisce, insieme ad un adeguato stile di vita, uno strumento per la prevenzione, gestione e trattamento di numerose condizioni patologiche definite “multifattoriali”, tra cui le malattie oncologiche.

             

            Il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro, parallelamente all’attività di revisione della letteratura volta all’elaborazione delle dieci raccomandazioni, individua le evidenze strettamente legate al rischio oncologico per la specifica sede tumorale.

             

            Obiettivo della sezione è mostrare quali sono gli alimenti (o gruppi di alimenti) e gli altri fattori che possono aumentare o diminuire il rischio per la specifica sede tumorale presa in considerazione.

             

            Andando ad esplorare la sezione, teniamo sempre presente che una dieta sana e le corrette abitudini quotidiane nel loro complesso sono alla base della prevenzione oncologica.

             



            Approccio alternativo per l’attenuazione della cardiotossicità doxorubicina-indotta utilizzando sostanze vegetali

            Khan MA, Singh M, Khan MS, Ahmad W, Najmi AK, Ahmad S.

            Curr Clin Pharmacol. 2014;9(3):288-97

             

            Approccio alternativo per l’attenuazione della cardiotossicità doxorubicina-indotta utilizzando sostanze vegetali

            La Doxorubicina (DOX) è un farmaco chemioterapico efficiente e largamente utilizzato in varie neoplasie maligne. Tuttavia, il suo uso clinico è limitato a causa dello sviluppo di cardiotossicità. Studi hanno dimostrato che la cardiotossicità Doxo-indotta si manifesta attraverso meccanismi diversi da quelli che mediano il suo effetto antitumorale. Questa teoria fa luce sullo sviluppo di strategie di cardioprotezione che non alterino l’efficacia terapeutica della Doxorubicina.

            I componenti vegetali bioattivi di integratori alimentari, erbe tradizionali e alimenti con potenziali benefici per la salute possono giocare un ruolo importante nei trattamenti terapeutici.

            Questo testo rappresenta una revisione approfondita e un prospetto delle sostanze vegetali e botaniche contrastanti la cardiotossicità doxo-indotta con i loro meccanismi proposti.

            L’attività delle piante valutata sulla base della cardiotossicità Doxo-indotta ha rilevato una serie di meccanismi inclusi l’apoptosi, il potenziale antiossidante, l’effetto sui mitocondri e sulla regolazione dello ione Calcio ecc. Il documento mostra che la maggior parte dei farmaci fitoterapici studiati risultano efficaci grazie al loro meccanismo antiossidante e solo pochi attraverso altri meccanismi principali come l’apoptosi o le vie Ferro-mediate nella cardiotossicità Doxo-indotta. Sono disponibili solo pochi articoli riguardo la prevenzione della resistenza al farmaco Doxo-indotta con l’utilizzo di sostanze botaniche. Il testo riporta una serie di componenti con evidente capacità di prevenzione della cardiotossicità doxo-indotta, per esempio le proantocianidine, l’epigallocatechina-3-gallato, l’S-allilcisteina, il resveratrolo, la rutina ecc.

            In questo documento sono stati esaminati tanti altri farmaci fitoterapici, che potrebbero agire attraverso meccanismi diversi da quello antiossidante e che possono essere valutati in futuro come terapia di associazione per la prevenzione della cardiotossicità Doxo-indotta.

             

            Abstract

             

            Alternative approach for mitigation of doxorubicin-induced cardiotoxicity using herbal agents

            Doxorubicin (DOX) is an effective and frequently used chemotherapeutic agent for various malignancies. However, its clinical use is hampered due to the development of cardiotoxicity. Investigations have proved that DOX-induced cardiotoxicity occurs through mechanisms other than those mediating its antitumor effect. This theory sheds light on the development of strategies for cardioprotection without altering therapeutic effectiveness of DOX. Bioactive plant constituents of dietary supplements, traditional herbs and foods with potential health benefits can play an important role in therapeutics. This manuscript is an exhaustive review and prospect of herbal and botanical agents against DOX-induced cardiotoxicity with their proposed mechanisms. The activity of herbs evaluated against DOX-induced cardiotoxicity has shown number of mechanisms including apoptosis, antioxidant potential, effect on mitochondria and calcium ion regulation etc. The manuscript reveals that most of the herbal drugs studied are effective through antioxidant mechanism and only few through other major pathways such as apoptosis and iron mediated pathways in DOX-induced cardiotoxicity. Only limited reports are available for the prevention of DOX-induced drug resistance using botanicals. Manuscript reports a number of constituents with evident potential in prevention of DOX cardiotoxicity e.g. proanthocyanidins, epigallocatechin-3-gallate, S-allylcysteine, reseveratrol, rutoside etc. In the present communication, several herbal drugs have also been discussed, which can act through mechanisms other than antioxidant and may be evaluated as a combination therapy for prevention of DOX-induced cardiotoxicity in future.

             

            Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23342982

            Aderenza alla dieta Mediterranea e rischio di cancro: una revisione sistematica aggiornata e meta-analisi di studi osservazionali

            Schwingshackl L., Hoffmann G.

            Cancer Med. 2015;4(12):1933-47

             

            Aderenza alla dieta Mediterranea e rischio di cancro: una revisione sistematica aggiornata e meta-analisi di studi osservazionali

            Obiettivo della presente revisione sistematica e meta-analisi di studi osservazionali è stato approfondire gli effetti che l’aderenza alla Dieta Mediterranea può avere sulla mortalità totale per cancro, incidenza di differenti tipi di tumore e rischio di mortalità per cancro nei pazienti sopravvissuti al tumore. Nel marzo del 2014 gli autori hanno pubblicato una precedente meta-analisi con lo stesso scopo. A causa dell’alto numero di studi che sono stati pubblicati dopo tale data, l’analisi originale è stata aggiornata.

             

            La ricerca della letteratura è stata effettuata fino al 2 luglio 2015 utilizzando banche dati elettroniche, quali PubMed e EMBASE. Per lo studio sono stati inclusi sia studi di coorte (per i tumori specifici sono stati selezionati esclusivamente casi incidenti), sia studi casi-controllo. I risk ratio, gli hazard ratio e gli odds ratio (RR/HR/OR) di studi specifici sono stati combinati usando un modello random effect. Dal processo di aggiornamento di questa revisione sono emersi 23 studi osservazionali che non erano stati inclusi nella precedente meta-analisi (numero totale di studi valutati: 56 studi osservazionali).

            Una popolazione complessiva di 1 784 404 soggetti è stata inclusa nel presente aggiornamento.

             

            La tradizionale dieta mediterranea è caratterizzata da un alto consumo di vegetali, legumi, frutta fresca e frutta a guscio, cereali integrali e olio d’oliva; un’assunzione moderatamente alta di pesce e da moderata a bassa di latticini, un basso consumo di carne, pollame e grassi saturi. Infine un consumo regolare, ma moderato, di vino durante i pasti.

            Il punteggio più alto di aderenza alla dieta mediterranea è stato significativamente associato con un minor rischio di mortalità totale per cancro (RR: 0.87, 95% CI 0.81-0.93, I2=84%); per quanto riguarda sedi tumorali specifiche, tale associazione è risultata significativa per cancro del colon-retto (RR: 0.83, 95% CI 0.76–0.89, I2= 56%), cancro del seno (RR: 0.93, 95% CI 0.87–0.99, I2=15%), cancro dello stomaco (RR: 0.73, 95% CI 0.55–0.97, I2= 66%) cancro della prostata (RR: 0.96, 95% CI 0.92–1,00, I2= 0%), cancro del fegato (RR: 0.58, 95% CI 0.46–0.73, I2= 0%), tumori della testa e del collo (RR: 0.40, 95% CI 0.24–0.66, I2= 90%), cancro del pancreas (RR: 0.48, 95% CI 0.35–0.66) e tumori dell’apparato respiratorio (RR: 0.10, 95% CI 0.01–0.70). Non è stato possibile osservare nessuna associazione significativa per cancro dell’esofago, cancro dell’ovaio, cancro dell’endometrio e cancro della vescica. Tra i pazienti sopravvissuti al cancro, l’associazione tra la categoria di aderenza alla dieta mediterranea più alta e il rischio di sviluppare una recidiva e di mortalità per cancro è risultata statisticamente non significativa.

             

            La meta-analisi aggiornata conferma un’evidente e consistente associazione inversa fornita dall’aderenza alla dieta mediterranea in relazione alla mortalità per cancro e al rischio di sviluppare diversi tipi di tumore. Se si prende in considerazione il numero di analisi che segnalano un effetto benefico della dieta mediterranea nella protezione contro altre patologie croniche, è ragionevole promuoverla come un corretto modello dietetico.

             

             

            Abstract

            Adherence to Mediterranean diet and risk of cancer: an updated systematic review and meta-analysis of observational studies

            The aim of the present systematic review and meta-analysis of observational studies was to gain further insight into the effects of adherence to Mediterranean Diet (MD) on overall cancer mortality, incidence of different types of cancer, and cancer mortality risk in cancer survivors.

            Literature search was performed using the electronic databases PubMed, and EMBASE until 2 July 2015. We included either cohort (for specific tumors only incidence cases were used) or case-control studies. Study specific risk ratios, hazard ratios, and odds ratios (RR/HR/OR) were pooled using a random effect model. The updated review process showed 23 observational studies that were not included in the previous meta-analysis (total number of studies evaluated: 56 observational studies).

            An overall population of 1,784,404 subjects was included in the present update.

            The highest adherence score to an MD was significantly associated with a lower risk of all-cause cancer mortality (RR: 0.87, 95% CI 0.81-0.93, I(2) = 84%), colorectal cancer (RR: 0.83, 95% CI 0.76-0.89, I(2) = 56%), breast cancer (RR: 0.93, 95% CI 0.87-0.99, I(2) =15%), gastric cancer (RR: 0.73, 95% CI 0.55-0.97, I(2) = 66%), prostate cancer (RR: 0.96, 95% CI 0.92-1.00, I(2) = 0%), liver cancer (RR: 0.58, 95% CI 0.46-0.73, I(2) = 0%), head and neck cancer (RR: 0.40, 95% CI 0.24-0.66, I(2) = 90%), pancreatic cancer (RR: 0.48, 95% CI 0.35-0.66), and respiratory cancer (RR: 0.10, 95% CI 0.01-0.70). No significant association could be observed for esophageal/ovarian/endometrial/and bladder cancer, respectively. Among cancer survivors, the association between the adherence to the highest MD category and risk of cancer mortality, and cancer recurrence was not statistically significant.

            The updated meta-analyses confirm a prominent and consistent inverse association provided by adherence to an MD in relation to cancer mortality and risk of several cancer types.

             

            Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26471010