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Fatigue, infiammazione e consumo di acidi grassi della serie Omega-3 e Omega-6 tra le pazienti sopravvissute al cancro

Alfano CM et al.

J Clin Oncol. 2012 Apr 20;30(12):1280-7

 

Fatigue, infiammazione e consumo di acidi grassi della serie Omega-3 e Omega-6 tra le pazienti sopravvissute al cancro

SCOPO:

diverse evidenze suggeriscono che l’infiammazione potrebbe contribuire alla fatigue nei pazienti sopravvissuti al cancro. Ricerche condotte su popolazione sana hanno mostrato una ridotta infiammazione fra coloro che hanno un consumo elevato di acidi grassi polinsaturi (PUFA) della serie Omega-3, i quali potrebbero potenzialmente ridurre la fatigue.

Questo studio indaga la fatigue, l’infiammazione e il consumo di PUFA Omega-3 e Omega-6 nelle pazienti sopravvissute al cancro del seno.

 

METODI:

633 pazienti sopravvissute al tumore al seno (età media 56 anni; stadio da I a IIIA) che partecipavano allo studio HEAL (Health, Eating, Activity, and Lifestyle) hanno completato un questionario sulle proprie abitudini alimentari che includeva il consumo di integratori; hanno fornito un campione di sangue su cui sono state dosate la proteina C-reattiva (CRP) e la siero amiloide A (SAA) (30 mesi dopo la diagnosi)  ed infine hanno completato due questionari di valutazione della fatigue: la Piper Fatigue scale e la sezione ‘vitalità’ (vitality) dell’SF-36 (Short Form-36) (39 mesi dopo la diagnosi).

Tramite analisi di covarianza e modelli di regressione logistica è stata testata la relazione tra infiammazione e fatigue, tra infiammazione e consumo di Omega-3 e Omega-6, e tra consumo di PUFA e fatigue, con il controllo per tre livelli incrementali di fattori confondenti. La fatigue è stata analizzata per variabili continue (Piper Scale) e dicotomiche (SF-36 sezione vitalità ≤ 50).

 

RISULTATI:

i punteggi di fatigue aumentavano all’incrementare dei terzili di CRP per la sezione dei cambiamenti comportamentali (P = 0.003) e per quella dei sintomi fisici (P = 0.001); le relazioni si attenuavano dopo l’aggiustamento per uso di farmaci e comorbilità.

Le pazienti con alti livelli di CRP avevano un rischio 1.8 volte maggiore di fatigue (P < 0.05) dopo gli aggiustamenti per tutte le variabili considerate.

Un consumo maggiore di PUFA Omega-6 rispetto ai PUFA Omega-3 era associato a livelli più alti di CRP (P = 0.01 dopo aggiustamenti per tutte le variabili) e ad un maggior rischio di fatigue (odds ratio, 2.6 confrontando il consumo maggiore con il consumo minore; P < 0.05).

 

CONCLUSIONI:

i risultati mostrano un legame tra il maggior consumo di PUFA Omega-3 e la diminuzione dei livelli dell’infiammazione e la diminuzione dei sintomi fisici della fatigue. Studi futuri dovrebbero testare se l’integrazione di Omega-3 possa ridurre la fatigue tra le pazienti sopravvissute al cancro al seno con livelli significativi di fatigue.

 

 

Abstract

 

Fatigue, inflammation, and ω-3 and ω-6 fatty acid intake among breast cancer survivors

PURPOSE:

Evidence suggests that inflammation may drive fatigue in cancer survivors. Research in healthy populations has shown reduced inflammation with higher dietary intake of ω-3 polyunsaturated fatty acids (PUFAs), which could potentially reduce fatigue. This study investigated fatigue, inflammation, and intake of ω-3 and ω-6 PUFAs among breast cancer survivors.

METHODS:

Six hundred thirty-three survivors (mean age, 56 years; stage I to IIIA) participating in the Health, Eating, Activity, and Lifestyle Study completed a food frequency/dietary supplement questionnaire and provided a blood sample assayed for C-reactive protein (CRP) and serum amyloid A (30 months after diagnosis) and completed the Piper Fatigue Scale and Short Form-36 (SF-36) vitality scale (39 months after diagnosis). Analysis of covariance and logistic regression models tested relationships between inflammation and fatigue, inflammation and ω-3 and ω-6 PUFA intake, and PUFA intake and fatigue, controlling for three incremental levels of confounders. Fatigue was analyzed continuously (Piper scales) and dichotomously (SF-36 vitality ≤ 50).

RESULTS:

Behavioral (P = .003) and sensory (P = .001) fatigue scale scores were higher by increasing CRP tertile; relationships were attenuated after adjustment for medication use and comorbidity. Survivors with high CRP had 1.8 times greater odds of fatigue after full adjustment (P < .05). Higher intake of ω-6 relative to ω-3 PUFAs was associated with greater CRP (P = .01 after full adjustment) and greater odds of fatigue (odds ratio, 2.6 for the highest v lowest intake; P < .05).

CONCLUSION:

Results link higher intake of ω-3 PUFAs, decreased inflammation, and decreased physical aspects of fatigue. Future studies should test whether ω-3 supplementation may reduce fatigue among significantly fatigued breast cancer survivors.

 

Link all’articolo originale: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22412148